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Document 52008DC0772

Comunicazione della Commissione - Efficienza energetica: conseguire l'obiettivo del 20%

/* COM/2008/0772 def. */

52008DC0772

Comunicazione della Commissione - Efficienza energetica: conseguire l'obiettivo del 20% /* COM/2008/0772 def. */


[pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

Bruxelles, 13.11.2008

COM(2008) 772 definitivo

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

Efficienza energetica: conseguire l'obiettivo del 20%

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE

Efficienza energetica: conseguire l'obiettivo del 20%

SINTESI

I leader europei si sono impegnati a ridurre del 20% il consumo di energia primaria rispetto alle previsioni per il 2020. L'efficienza energetica costituisce il modo più efficace rispetto ai costi di ridurre il consumo energetico, mantenendo inalterato il livello di attività economica. Migliorare l'efficienza energetica significa affrontare anche la questione dei cambiamenti climatici, della sicurezza energetica e della competitività.

La legislazione comunitaria sull'efficienza energetica è stata concepita in modo da migliorare considerevolmente l'efficienza energetica nei principali settori di consumo energetico. L'attuale legislazione tuttavia, da sola non consentirà di realizzare risparmi energetici sufficienti per conseguire l'obiettivo del 20%. I maggiori ostacoli al miglioramento dell'efficienza energetica sono la carente attuazione della legislazione vigente, la mancata consapevolezza dei consumatori e l'assenza di strutture adeguate che incentivino investimenti fondamentali e la diffusione sul mercato di edifici, prodotti e servizi efficienti sotto il profilo energetico. La valutazione dei piani di azione nazionali in materia di efficienza energetica indicano l'esistenza di un divario tra l'impegno politico degli Stati membri e i loro interventi effettivi. Gli Stati membri devono attuare in maniera più rapida e efficace la legislazione nel settore dell'efficienza energetica. Per rafforzare ulteriormente l'efficienza energetica sono necessari nuovi strumenti.

La Commissione propone di rafforzare i principali atti legislativi in materia di efficienza energetica concernenti gli edifici e i prodotti ad elevato consumo di energia. Le disposizioni della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia saranno rafforzate in modo da essere applicate ad un numero maggiore di edifici e da rafforzare il ruolo dei certificati di rendimento energetico e delle relazioni di ispezione per i sistemi di riscaldamento e condizionamento d'aria. La direttiva sull'etichettatura energetica sarà rivista per essere applicata ad altri prodotti che consumano energia e ai prodotti connessi all'energia, e non solo agli elettrodomestici. Per incentivare la diffusione sul mercato di pneumatici a minor consumo di carburante viene proposta una direttiva contenente un nuovo sistema di etichettatura degli pneumatici. Per rafforzare ulteriormente l'efficienza energetica nell'approvvigionamento energetico, la Commissione propone orientamenti dettagliati per agevolare la diffusione della produzione di energia elettrica da impianti di cogenerazione ad elevata efficienza energetica. Una comunicazione sulla cogenerazione è in corso di preparazione. Per far fronte all'insufficienza degli investimenti, si stanno già considerando nuove iniziative di finanziamento, come l'iniziativa comunitaria per il finanziamento dell'energia sostenibile, che contribuirebbero nel contempo a tutelare l'economia comunitaria dalle cattive condizioni finanziarie.

Il Consiglio europeo ha sottolineato l'importanza del quadro europeo per le politiche e le misure di efficienza energetica, tra cui il piano d'azione europeo per l'efficienza energetica del 2006, invitando la Commissione e gli Stati membri ad accelerarne l'attuazione e a considerare una possibile revisione dello stesso. A tal fine, la Commissione nel 2009 valuterà questo piano d'azione al fine di proporre un piano riveduto che potrebbe prevedere un rafforzamento degli incentivi per favorire un miglioramento dell'efficienza energetica e terrà conto del ruolo fondamentale che le città potrebbero svolgere nella riduzione del consumo energetico, ad esempio promuovendo ulteriormente le reti locali come il "Patto dei sindaci". A livello internazionale, la Comunità continuerà a promuovere l'efficienza energetica mediante dialoghi e partnership istituzionali.

IL RISCHIO DI RESTARE INDIETRO

Il risparmio energetico è, per l'UE, il modo più immediato ed efficace rispetto ai costi di affrontare le principali sfide energetiche in materia di sostenibilità, sicurezza di approvvigionamento e competitività come stabilito negli obiettivi strategici della "Politica energetica per l'Europa"[1]. I leader europei hanno sottolineato la necessità di rafforzare l'efficienza energetica nell'ambito degli obiettivi "20-20-20" per il 2020: riduzione del 20% del consumo di energia primaria[2] dell'UE, un obiettivo vincolante del 20% di riduzione delle emissioni di gas serra e 20% di energie rinnovabili entro il 2020. La riduzione delle emissioni di gas serra e gli obiettivi stabiliti per le energie rinnovabili comportano dei miglioramenti dell'efficienza energetica e, viceversa, un intervento ambizioso in materia di efficienza energetica contribuirà in modo significativo al conseguimento dell'obiettivo comunitario in materia di clima, in particolare nell'ambito della decisione sulla condivisione degli sforzi[3].

Conseguendo l'obiettivo del 20% di risparmio, l'UE non solo utilizzerebbe 400 Mtep di energia primaria in meno ma eviterebbe anche la costruzione di circa 1000 centrali a carbone o mezzo milione di turbine eoliche[4]. La riduzione delle emissioni di CO2 equivarrebbe a 860 Mt[5].

I "negawattora" (ovvero il mancato consumo di energia grazie al risparmio) sono divenuti la più importante risorsa energetica individuale. Ad esempio l'utilizzo annuo di energia finale sarebbe aumentato di 115 Mtep o dell'11% nel periodo 1997-2006 se non ci fossero stati miglioramenti dell'efficienza energetica[6]. Ciò corrisponde ad un terzo dell'insieme delle importazioni di petrolio greggio nell'UE-27 nel 2006. Il risparmio energetico è un elemento fondamentale per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento dell'UE.

Indubbiamente, basandosi sulle tendenze attuali in materia di attuazione negli Stati membri, è chiaro che il nostro obiettivo di risparmio entro il 2020 è gravemente compromesso. L'allegato I contiene una valutazione quantitativa dell'impatto previsto di parte della legislazione e delle misure specifiche in materia di efficienza energetica una volta che saranno pienamente realizzate. Gli Stati membri stanno attuando la legislazione ed è troppo presto per valutare l'insieme degli impatti. Ma le informazioni di prima mano sull'evoluzione e l'attuazione e altri indicatori (vedi il punto 2) indicano che il potenziale di risparmio energetico non viene concretizzato alla velocità adeguata. Queste misure dovrebbero consentire di realizzare risparmi energetici pari a circa 13% entro il 2020 se adeguatamente attuate dagli Stati membri. Anche se ciò costituisce un importante passo avanti, non è sufficiente rispetto a quanto necessario.

Alcuni studi recenti indicano che le opportunità di risparmio energetico sono ancora significative come indicato nella figura 1[7].

Figura 1. Potenziale di riduzione del consumo energetico (stima) nel 2020 [pic] |

Molti ostacoli si frappongono alla realizzazione dell'efficienza energetica. L'allegato 2 contiene una panoramica dei principali fattori e ostacoli nella realizzazione di miglioramenti in materia di efficienza energetica. Tra gli ostacoli intersettoriali rientrano la parziale attuazione della legislazione comunitaria in materia di efficienza energetica, l'accesso insufficiente ai finanziamenti e la scarsa consapevolezza dei benefici del risparmio energetico. Nel settore dei trasporti, occorre intervenire sulla scarsa disponibilità di infrastrutture che agevolino l'efficienza energetica e l'impegno limitato da parte del settore. Per l'industria, la scarsa consapevolezza dei potenziali benefici e gli elevati costi iniziali costituiscono chiaramente degli ostacoli. Lo stato attuale dei mercati finanziari non contribuisce a migliorare, nel breve termine, l'accesso ai finanziamenti.

COSA È STATO FATTO FINORA

2.1 L'importanza dell'efficienza energetica

L'efficienza energetica è particolarmente importante per i cittadini europei. Sempre più persone, così come le imprese, avvertono l'impatto di fatture energetiche più elevate. La riduzione del consumo energetico è la risposta sostenibile a lungo termine più indicata. I benefici del risparmio energetico possono facilmente ammontare a oltre 1 000 euro l'anno per nucleo famigliare: 600 euro grazie a fatture energetiche ridotte e il resto grazie a risparmi effettuati altrove[8]. I costi iniziali, tuttavia, continuano a costituire un problema. La maggior parte delle ristrutturazioni ha una durata di vita lunga, il costo aggiuntivo comportato dall'efficienza energetica sarà pertanto recuperato molto più rapidamente rispetto alla durata della ristrutturazione stessa. Un esempio recente verificatosi in Francia dimostra che l'isolazione del tetto di una casa "media" consente un risparmio di combustibile per riscaldamento tale che il costo di tale isolazione si recupera nell'arco di tre anni. Ristrutturazioni più importanti (ad esempio isolamento dei muri, rifacimento delle finestre) richiedono tempi lunghi per il recupero dei costi.

L'efficienza energetica comporta vantaggi per l'insieme dell'economia europea e ancor di più per lo sviluppo locale[9]. Si calcola che i benefici diretti dei risparmi energetici, qualora fosse raggiunto l'obiettivo della riduzione del 20% nel 2020, saranno pari a 220 miliardi di euro l'anno[10]. I benefici economici indiretti sono molto più elevati. I prodotti e i materiali efficienti sotto il profilo energetico e i servizi energetici costituiscono un mercato redditizio, anche per le esportazioni. Le imprese europee hanno la possibilità di assumere la leadership in materia di innovazione e creare nuovi posti di lavoro, spesso con piccole e medie imprese (PMI) in quanto gli investimenti nell'efficienza energetica riguardano perlopiù progetti di ristrutturazione di piccola entità.

2.2 Strumenti comunitari per conseguire l 'efficienza energetica

L'efficienza energetica è il risultato sia di sviluppi strategici che dell'applicazione di misure concrete. Lo sviluppo tecnologico crea le basi e la legislazione in materia ambientale ha contribuito in ampia misura, soprattutto il sistema di scambio delle emissioni e le politiche in materia emissioni dei trasporti. Le tasse e altre misure fiscali, come gli aiuti di Stato e strumenti strategici industriali recenti, forniscono forti incentivi per i mercati affinché realizzino risparmi energetici efficaci rispetto ai costi. È importante continuare a fare affidamento su questi strumenti efficienti, soprattutto nell'attuale difficile situazione economica.

La politica in materia di efficienza energetica dell'UE si fonda su cinque elementi principali :

1) il quadro politico generale e le azioni intraprese nell'ambito del "Piano d'azione europeo per l'efficienza energetica";

2) i piani nazionali d'azione per l'efficienza energetica che si basano sulla direttiva quadro concernente i servizi energetici[11];

3) il quadro giuridico per il settore di consumo più importante – l'edilizia – e i prodotti che consumano energia;

4) strumenti strategici di sostegno come i finanziamenti mirati, la fornitura di informazioni e le reti come il "Patto dei sindaci" e la Campagna europea per l'energia sostenibile; nonché

5) la collaborazione internazionale nel campo dell'efficienza energetica.

Con il Libro verde sull'efficienza energetica, la Commissione ha avviato un dibattito su modi efficienti di utilizzare l'energia[12], riconoscendo il potenziale di risparmio, all'insegna dell'efficacia dei costi, del 20% di consumo di energia primaria entro il 2020. A tal fine, nel 2006[13] è stato elaborato e adottato un Piano d'azione per l'efficienza energetica che individua sei settori chiave[14] caratterizzati dal potenziale di risparmio energetico più elevato e propone 85 azioni e misure da adottare a livello europeo e nazionale. In questi settori, sono state individuate dieci azioni prioritarie che hanno registrato tutte buoni progressi[15]. L'attuazione del piano d'azione è in corso e dovrebbe essere portata a termine entro il 2012. Un terzo delle azioni è stato completato ma le altre richiedono ancora un impegno attivo sia a livello di UE che a livello nazionale (vedi anche il punto 4.1 qui di seguito).

I contatori intelligenti, l'etichettatura adeguata e bollette contenenti maggiori informazioni sul consumo effettivo sono indispensabili per aiutare i singoli consumatori a risparmiare energia. La direttiva sui servizi energetici[16] impone agli Stati membri di garantire che i contatori a prezzi concorrenziali riflettano il consumo effettivo di energia. L'efficienza energetica costituisce uno degli aspetti chiave del Forum dei cittadini per l'energia[17], un forum di regolamentazione, inaugurato di recente dalla Commissione.

2.3 Realizzazioni a livello di UE

Negli ultimi decenni si è registrata una rapida crescita economica che ha determinato un aumento delle nostre esigenze in materia di energia (vedi figura 2 qui di seguito).La ricchezza nazionale è più che raddoppiata dall'epoca della prima crisi petrolifera degli anni 70, ma l'energia a sostegno di tale ricchezza è aumentata solo del 30%. Purtroppo il tasso dell'aumento dell'efficienza energetica[18] ha cominciato a rallentare negli anni 90 e si è ulteriormente ridotto nel decennio in corso. Dagli anni 80 la dipendenza dalle importazioni di energia ha ripreso ad aumentare. L'UE, per oltre metà delle sue esigenze in materia energetica, è dipendente dalle importazioni.

Figura 2. Sviluppo di alcuni dei principali indicatori per l'Europa (1973 =100%)[19]

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Nell'UE le politiche in materia di efficienza energetica e le misure attuate dal 1997 in poi insieme al progresso tecnologico "normale" hanno contribuito a rafforzare l'efficienza energetica in media dell'1,3% l'anno tra il 1997 e il 2006[20]. Senza questi aumenti, il consumo finale di energia sarebbe stato più elevato dell'11% nel 2006. L'industria è il settore in cui sono stati registrati gli aumenti di efficienza energetica più importanti, infatti registra un aumento dell'efficienza energetica del 24% rispetto al 1997. L'efficienza energetica nei trasporti e in seno alle famiglie è aumentata solo del 9%, ossia dell'1,1% l'anno. Vedi la figura 3 qui di seguito.

Figura 3. Tendenze dell'efficienza energetica per i consumatori finali nell'UE27 (indice ODEX, 1997 =100%) [pic] |

Vi è un ampio margine di miglioramento in termini di generazione di energia ed efficienza di trasmissione. Un consumo ridotto di energia comporta risparmi ancora maggiori a valle. Infatti se un consumatore utilizza 1 kwh di energia elettrica in meno, si risparmiano 2,5 kWh di energia primaria. Ciò significa anche che qualsiasi risparmio di energia finale ha un valore monetario più elevato della stessa quantità di energia primaria risparmiata.

2.4 Sviluppo a livello nazionale

La legislazione comunitaria sull'efficienza energetica è la spina dorsale delle misure nazionali in quanto fornisce il quadro definendo gli obblighi giuridici in una serie di direttive e affidandone l'attuazione agli Stati membri. Questa attuazione non sta progredendo in modo adeguato: il recepimento è stato lento e l'attuazione a livello nazionale è diseguale. Gli Stati membri stanno iniziando a istituire sistemi di finanziamento che tuttavia spesso sono frammentati. Inoltre vi sono ostacoli come la carenza delle informazioni, le barriere amministrative e la carenza di personale qualificato.

La direttiva sui servizi energetici[21] costituisce il quadro generale per molte azioni di risparmio e comprende un obiettivo indicativo in termini di risparmio energetico[22]. La direttiva si applica ai distributori di energia, agli operatori dei sistemi di distribuzione, alle imprese di vendita di elettricità al dettaglio, e a tutti gli utilizzatori di energia ad eccezione di quelli disciplinati dal sistema di scambio di emissioni.

Vista l'ampia portata della direttiva e lo sviluppo diseguale delle infrastrutture energetiche negli Stati membri, questi hanno attuato e applicato la direttiva in modi molto diversi. La Commissione sta attualmente valutando le misure nazionali di esecuzione.

La direttiva impone ad ogni Stato membro di presentare un piano d'azione nazionale per l'efficienza energetica. Questi piani d'azione illustrano la strategia nazionale per il conseguimento dell'obiettivo di risparmio energetico stabilito dalla direttiva. L'allegato 3 contiene una valutazione concisa dei piani d'azione nazionali. Alcuni contengono strategie coerenti e globali a favore del conseguimento dell'obiettivo. Sfortunatamente la maggior parte dei piani evidenza un chiaro divario tra l'impegno politico degli Stati membri a favore dell'efficienza energetica e le azioni che propongono. Il Consiglio europeo ha chiesto che i piani d'azione nazionali per l'efficienza energetica costituiscano il fulcro degli impegni per il conseguimento dell'obiettivo dell'UE in materia di risparmio energetico[23]. Infine i piani nazionali dovrebbero costituire per gli Stati membri lo strumento di rendicontazione generale sulle loro politiche in materia di efficienza energetica.

2.5 Sviluppo a livello regionale e locale

Le autorità regionali e locali svolgono un ruolo fondamentale nell'attuazione delle politiche in materia di efficienza energetica. Le città e le regioni sono di norma responsabili dei permessi urbanistici, degli incentivi fiscali e dell'adeguata attuazione della regolamentazione sulla suddivisione in zone e sull'edilizia. Sono anche dei motori dell'efficienza energetica grazie alle politiche in materia di appalti pubblici.

In quest'ottica, nel 2007 la Commissione ha avviato il "Patto dei sindaci" nel cui ambito le città e le regioni si impegnano ad andare oltre al 20% di riduzione delle emissioni di gas serra nel 2020. A tal fine elaboreranno un piano d'azione per l'energia sostenibile. Si tratta di mettere a punto a livello locale una visione globale, integrando le questioni dell'efficienza energetica, dell'energia rinnovabile, dei trasporti urbani e degli appalti pubblici in un piano che comporterà vantaggi non solo economici, ma anche ambientali e sociali.

LE PROSSIME TAPPE

La Commissione propone un pacchetto sull'efficienza energetica che comprende gli elementi seguenti: una proposta di rifusione della direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia; una proposta di revisione della direttiva sull'etichettatura energetica; una proposta concernente una nuova direttiva contenente un sistema di etichettatura per gli pneumatici; una decisione della Commissione che istituisce linee guida che chiariscono il calcolo della quantità di elettricità derivante dalla cogenerazione e una comunicazione sulla cogenerazione.

Il pacchetto è presentato nei punti da 3.1 a 3.3 qui di seguito.

3.1 Efficienza energetica negli edifici - un nuovo modo di sfruttare il potenziale

L'utilizzo dell'energia nell'edilizia residenziale e commerciale è all'origine di circa il 40% del consumo totale di energia finale dell'UE e del 36% delle emissioni totali di CO2 nell'UE. Il potenziale di risparmio energetico, all'insegna dell'efficacia dei costi, entro il 2020 è significativo: in questo settore si può ottenere una riduzione del 30% dell'utilizzo di energia che equivale ad una riduzione dell'11% dell'utilizzo di energia finale nell'UE. L'utilizzo di energia in questo settore, tuttavia, continua ad aumentare.

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La direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia[24] offre un quadro per misure e prescrizioni concrete a livello di Stati membri e la sua revisione comporta semplificazione, chiarificazione e disposizioni più rigorose. Gli Stati membri resteranno responsabili della fissazione di requisiti concreti. La Commissione propone di eliminare la soglia di 1000 m2 per gli edifici esistenti soggetti a ristrutturazioni rilevanti[25]: le prescrizioni in materia di rendimento energetico si applicheranno pertanto a un numero più elevato di edifici. I certificati di rendimento energetico dovrebbero diventare più affidabili, i sistemi di riscaldamento e di condizionamento dell'aria dovrebbero essere sottoposti a ispezioni a intervalli regolari e gli Stati membri elaboreranno progetti di piani nazionali concernenti gli edifici a basso consumo di energia. Le modifiche proposte offrono agli Stati membri l'opportunità di sfruttare più della metà del potenziale di risparmio rimanente in questo settore frammentato (60-80 Mtep o 5-6% l'anno della domanda totale di energia primaria nel 2020).

Nel 2009 la Commissione avvierà un'importante iniziativa denominata "Build-up", destinata a rafforzare la consapevolezza di tutte le parti operanti nel settore dell'edilizia circa il potenziale di risparmio, che comprenderà la "Buildings Platform" ed integrerà l'iniziativa mercato guida sull'edilizia sostenibile. Queste iniziative mirano a favorire la diffusione sul mercato di soluzioni edilizie innovative, sostenibili ed efficienti dal punto di vista del consumo energetico. La Commissione collaborerà anche con i partner sociali per promuovere gli investimenti nel settore.

La Commissione possiede anch'essa edifici di ampie dimensioni e si sta attivando per ottenere la certificazione del rendimento energetico in modo da conformarsi alle prescrizioni della direttiva.

3.2 L 'efficienza energetica dei prodotti

Nell'ambito del piano d'azione sulla politica industriale sostenibile e sulla produzione e il consumo sostenibili, la Commissione ha presentato una proposta di estensione del campo di applicazione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile[26] cui ora segue una proposta di revisione della direttiva sull'etichettatura energetica[27]. Entrambi gli strumenti riguardano prodotti commerciali e industriali che consumano energia e prodotti connessi all'energia come le finestre ed i motori utilizzati negli edifici. Una direttiva sull'etichettatura modificata consentirebbe, qualora necessario, di individuare le classi di etichettatura al di sotto delle quali i prodotti non saranno oggetto di appalti né beneficeranno di incentivi da parte degli enti pubblici.

Il pacchetto strategico in questione contiene anche una proposta concernente un sistema di etichettatura dei pneumatici. L'obiettivo è promuovere la penetrazione nel mercato di pneumatici che consentano un consumo ridotto di carburante, detti anche pneumatici a bassa resistenza al rotolamento.

Entro la primavera 2009 la Commissione dovrebbe adottare misure di progettazione ecocompatibile, ad esempio per le lampadine (per arrivare all'eliminazione graduale delle lampadine ad incandescenza che comportano notevoli sprechi), le apparecchiature elettriche in modalità stand-by, le apparecchiature per l'illuminazione stradale e degli uffici, l'alimentazione elettrica esterna e i decoder dei segnali televisivi. Nel 2009 sarà il turno delle caldaie e degli scaldacqua, dei televisori, dei motori e di vari "prodotti bianchi". Per avere un'idea dei benefici potenziali, occorre considerare che la sostituzione di una caldaia domestica a gas di medie dimensioni e di classe "M" (potenza di 22kW), che costituisce il modello mediamente più venduto, con un modello ad elevata efficienza energetica consente un risparmio annuale di costi per il combustibile pari a circa 250-300 euro. In 5-6 anni si recupera la spesa iniziale[28].

3.3 Cogenerazione

La cogenerazione è una tecnica estremamente efficiente per produrre energia elettrica e calore. Vista l'esigenza di un carico calorifico parallelo, la cogenerazione è utilizzata perlopiù nel riscaldamento urbano e nell'industria. La direttiva sulla cogenerazione[29] promuove la cogenerazione ad elevato rendimento. Per garantire la sua piena attuazione sono state adottate delle linee guida dettagliate che chiariscono le procedure e le definizioni di una metodologia armonizzata per calcolare la quantità di elettricità generata dalla cogenerazione[30]. Tali linee guida consentono agli Stati membri di attuare in modo più adeguato la direttiva.

La comunicazione della Commissione illustra ulteriori possibilità di potenziare la cogenerazione.

3.4 Finanziamento

Per incentivare gli investimenti a favore dell'efficienza energetica, esistono dei meccanismi di finanziamento[31] i cui primi risultati sono positivi: un numero più elevato di progetti di sviluppo urbano e di ristrutturazione tengono conto dell'efficienza energetica. In Germania ad esempio, nel periodo 1990-2006, sono state finanziate in circa 2,5 milioni di case misure di efficienza energetica. Gli investimenti, effettuati nel solo 2006, conseguiranno una riduzione di lungo termine di oltre 1 milione di tonnellate per anno di emissioni di CO2 e daranno luogo alla creazione di 220 000 posti di lavoro, soprattutto nel settore dell'edilizia. Altre iniziative analoghe sono in corso in vari altri Stati membri.

Esistono indubbiamente delle potenzialità, che tuttavia non sono ancora ampiamente riconosciute e le iniziative in tal senso sono frammentarie. L'elaborazione di misure efficaci in materia di efficienza energetica destinate alle abitazioni private e alle PMI richiede un insieme di finanziamenti coordinati provenienti da fonti private, nazionali e comunitarie, nel rispetto del diritto comunitario. I finanziamenti comunitari comprendono i Fondi strutturali. I fondi comunitari, come quello concernente l'energia "intelligente", e i prestiti possono garantire la moltiplicazione di tali misure nell'insieme dell'Unione europea. Le norme possono successivamente fungere da modello da seguire a livello nazionale.

La Commissione sta collaborando anche con la BEI e la BERS per istituire un'iniziativa comunitaria per il finanziamento dell'energia sostenibile al fine di mobilitare finanziamenti su vasta scala, provenienti dai mercati di capitali, da destinare all'efficienza energetica, le energie rinnovabili, l'uso pulito dei combustibili fossili e la produzione combinata di calore ed energia da fonti rinnovabili nella città europee. La situazione difficile in cui versano i mercati finanziari non fa che rafforzare la necessità di valutare i benefici di uno strumento sostenuto dal settore pubblico. È necessario uno sforzo congiunto per esaminare meccanismi di finanziamento nuovi e innovativi che consentano investimenti nel settore dell'efficienza energetica destinati a rafforzare il benessere e caratterizzati da livelli di rischio non coperti dai mercati.

Nell'ambito della strategia di Lisbona rinnovata, verso la fine del 2008 si realizzerà un bilancio generale del sostegno finanziario ottenuto, non solo a favore dell'efficienza energetica, ma di tutte le politiche che contribuiscono alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla sicurezza dell'approvvigionamento. In periodi di risorse pubbliche limitate, occorre garantire che i fondi pubblici siano spesi laddove possono contribuire nel modo più efficace rispetto ai costi al conseguimento degli obiettivi europei.

Vista la crisi senza precedenti in atto nei mercati finanziari internazionali, il sistema finanziario sta attraversando un lungo processo di riduzione dell'effetto leva ( deleveraging ). Va affrontata la questione di come finanziare le tecnologie innovative per potenziare l'efficienza energetica. La Commissione esaminerà con gli Stati membri le misure cui ricorrere per rafforzare l'efficienza energetica e le tecnologie ecologiche, ad esempio negli edifici e nei veicoli puliti, che fornirebbero nuovi sbocchi economici, anche per le PMI, e nel contempo aiuterebbero l'UE a conseguire i suoi obiettivi in materia di cambiamenti climatici. L'aumento della domanda di beni e servizi efficienti sotto il profilo energetico, grazie ad una riduzione delle imposte e ad altre misure fiscali mirate, costituisce un'altra opzione che sarà attentamente considerata[32].

I programmi della politica di coesione hanno destinato oltre 4,2 miliardi di euro alla promozione dell'efficienza energetica nel periodo 2007-2013. I fondi della politica di coesione sostengono un'ampia gamma di misure in questo settore, tra cui il miglioramento dell'efficienza energetica nell'industria, nel commercio, nel trasporto e nell'edilizia sostenibile, la cogenerazione e la produzione di energia locale, l'innovazione per l'energia sostenibile e la formazione per il monitoraggio e la valutazione del rendimento energetico. Inoltre, nei nuovi Stati membri, la politica di coesione sostiene gli investimenti a favore dell'efficienza energetica nell'edilizia residenziale a determinate condizioni. Visto che alcune di queste azioni possono essere finanziate nell'ambito di altre voci di bilancio della politica di coesione come la R&S e la rigenerazione urbana e rurale, la dotazione effettiva a favore della politica energetica dell'Europa dovrebbe essere molto più elevata. Inoltre gli strumenti finanziari, ivi compresi il credito bancario e i finanziamenti in equity , offerti dal gruppo BEI (ad esempio mediante prestiti nell'ambito dei programmi strutturali) e dalla BERS potrebbero consentire alle autorità proposte alla gestione di ottenere finanziamenti aggiuntivi a sostegno di programmi operativi.

La Commissione indagherà anche sulle possibilità di collegare il sostegno pubblico con i risultati dell'efficienza energetica in un contesto più ampio, come già suggerito nella proposta di direttiva sull'etichettatura energetica dei prodotti connessi all'energia. Un'opzione potrebbe essere la revisione della direttiva sui servizi energetici.

La Commissione presenterà una comunicazione sul finanziamento delle tecnologie a bassa emissione di carbonio nella primavera 2009 e sta inoltre preparando un riesame della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici[33] che consentirà di istituire un quadro adeguato per trattare l'efficienza energetica e le emissioni di CO2 al di fuori del sistema di scambio di emissioni.

PROSSIME AZIONI

4.1 Valutazione del piano d'azione europeo in materia di efficienza energetica (PAEE)

Come previsto nel PAEE del 2006, la Commissione nel 2009 valuterà questo piano e preparerà un piano d'azione riveduto, come chiesto dal Consiglio europeo. I punti di partenza dovrebbero essere il potenziale di risparmio e l'efficacia rispetto ai costi degli strumenti strategici. Occorre esaminare la legislazione comunitaria sull'efficienza energetica. L'efficienza energetica deve essere totalmente integrata nella politica energetica più ampia, in particolare nel pacchetto comunitario "energia e cambiamenti climatici" con le sue politiche dinamiche in materia di CO2 e di fonti rinnovabili. Il piano d'azione rimane uno strumento complementare del sistema di scambio di emissioni. A più lungo termine, all'orizzonte 2030 e 2050, gli obiettivi dovranno essere più ambiziosi. Ciò presuppone l'esistenza di un sistema concordato di verifica o misurazione dei risparmi energetici[34] e la realizzazione di valutazioni di impatto adeguate.

Il piano si incentrerà sull'approvvigionamento energetico, la trasmissione e il consumo energetico. L'accento rimane sul settore dell'edilizia: visto che sempre più persone vivono nelle città, è qui che si presentano naturalmente le opportunità di rafforzare l'efficienza. Il "Patto dei sindaci" e altre reti cittadine analoghe sono fondamentali per realizzare queste ambizioni. Le città offrono anche la possibilità di rafforzare l'efficienza del trasporto urbano e incrementare l'uso di veicoli elettrici. Visto che il 23% delle emissioni di CO2 proviene dal trasporto stradale[35], la riduzione dell'intensità energetica e delle emissioni dei veicoli costituisce una sfida di notevole portata. Le tecnologie di informazione e comunicazione (TIC) meritano anch'esse un'attenzione particolare in quanto le soluzioni basate sulle TIC possono consentire, fra l'altro, un monitoraggio costante, il controllo e l'automazione dell'uso dell'energia, e possono rendere l'uso dell'energia e le informazioni sui costi maggiormente visibili in tempo reale (o quasi reale). All'inizio dell'anno prossimo la Commissione presenterà una comunicazione e una raccomandazione nelle quali saranno individuate delle azioni specifiche per superare gli ostacoli e sfruttare appieno il potenziale delle TIC al fine di consentire un uso più efficiente dell'energia.

4.2 Relazioni internazionali

La Comunità scambia pareri e migliori pratiche sull'efficienza energetica con i paesi terzi. A livello bilaterale, nel corso di dialoghi con il Brasile, la Cina, l'India, la Russia e gli USA e nel contesto dei paesi dell'allargamento e della politica europea di vicinato, l'efficienza energetica è sempre un tema prioritario. A livello regionale, la questione viene affrontata, ad esempio, nell'ambito della cooperazione energetica Euromed, l'iniziativa di Baku con partner dell'Europa dell'Est, il Caucaso, l'Asia centrale, e nell'ambito del Partenariato Africa-UE per l'energia. A livello multilaterale, l'istituzione della partnership internazionale per la cooperazione nel settore dell'efficienza energetica ( International Partnership for Energy Efficiency Cooperation – IPEEC) è stata avallata nel giugno scorso dal G8 e dalla Comunità[36]. Il processo nell'ambito del dialogo di Heiligendamm è un quadro analogo istituito dal G8. La Comunità è firmataria del protocollo della Carta dell'energia sull'efficienza energetica e sugli aspetti ambientali correlati.

CONCLUSIONI

L'energia e il suo utilizzo interessa tutti da vicino. L'efficienza energetica lotta contro i cambiamenti climatici, migliora la sicurezza energetica, contribuisce al conseguimento degli obiettivi di Lisbona e riduce i costi per tutti i cittadini dell'UE.

Ottenere dei miglioramenti dell'efficienza energetica e conseguire almeno il 20% dei risparmi energetici deve continuare a costituire una priorità e l'obiettivo comune della Comunità. Occorre impegnarsi maggiormente a favore dell'attuazione delle politiche – soprattutto mediante i piani d'azione nazionali – e le iniziative previste dal presente pacchetto devono essere portate avanti rapidamente attraverso il processo legislativo. Le misure proposte insieme agli incentivi finanziari, alla tassazione dell'energia e alle azioni di sensibilizzazione porteranno risultati concreti permanenti.

ALLEGATO 1

Expected annual primary energy saving potential by 2020 for EU27 for some specific Energy Efficiency measures (full implementation)

Measures | Yearly primary energy savings by 2020 compared to 'business as usual' scenario in Mtoe | Yearly primary energy savings by 2020 compared to 'business as usual' scenario in % | Reference document[37] |

1 | energy services Dir 2006/32/EC | Max 193 | Max 9.8% | COM(2008)11(as of 2016) |

2 | eco-design Dir 2005/32/EC (appliances) and labelling framework Dir 92/75/EC energy star agreement with USA | 96 2 | 4.9% 0.1% | EuP preparatory studies http://ec.europa.eu/energy/demand/legislation/eco_design_en.htm#consultation_forum |

3 | buildings Dir 2002/91/EC | 130 | 6.6% | SEC(2006)1174 |

4 | cogeneration Dir 2004/8/EC | 23 | 1.2% | COM(2002)415 |

5 | fuel efficiency in road vehicles - CO2&cars –public procurement | 36 | 1.9% | COM(2007)856 & SEC(2007)1723 COM(2007)817 |

6 | car fuel efficiency labelling Dir 1999/94/EC |

7 | urban transport - integrated approach | 20 | 1.1% | Policy assessment of the CIVITAS initiative |

TOTAL NET (taking into account the interplay of measures and the witnessed implementation speed) | 256 | 13% |

OBJECTIVE EU27 in 2020 | 394 | 20% |

Note: PRIMES model 'business as usual' baseline projections (update 2007) in 2020: EU27 TOTAL primary energy consumption = 1968 Mtoe. |

ALLEGATO 2

Energy saving potentials by final energy consuming sector and key drivers, actors and barriers for energy efficiency improvements

Households and commercial buildings | 41% | 30% | EU and national/regional legal requirements Technological developments Financial and fiscal incentives Energy services Companies Information instruments (e.g. labelling, certificates, metering, campaigns) Behaviour trends | High up-front costs Owner-tenant dilemma Lack of awareness on the benefits Overestimation of the investment needs No access to attractive financing options Energy efficiency not recognized as business opportunity | Property owners and tenants Construction business Financial institutions Consumer associations National/local authorities EU institutions |

Transport | 31% | 20% | EU and national/regional legal requirements Consumer awareness Information campaigns Labelling High energy prices | Lack of information Limited commitment from transport industry Insufficient infrastructure (e.g. poor urban planning, limited public transport) Behaviour patterns | Transport companies Associations Citizens National/local authorities European institutions |

Industry | 28% | 19% | High energy and carbon prices Voluntary and mandatory agreements Improved energy efficiency of production processes | High up-front costs Limited commitment Low awareness of the benefits Overestimation of the investment needs Lack of financing Low share of energy in production costs | Companies Industry associations National/local authorities European institutions |

- ALLEGATO 3

Assessment of the National Energy Efficiency Action Plans

This Annex gives a concise summary of the assessment of the National Energy Efficiency Action Plans (NEEAPs) submitted by all Member States under Directive 2006/32/EC.[39]

Background

In accordance with Article 14 (2) of the Directive, Member States were required to submit their first NEEAPs to the Commission not later than 30 June 2007.

For the purpose of the first NEEAP, each Member State should have adopted an overall national indicative savings target of 9% or higher[40], to be achieved in 2016, and an intermediate national indicative savings target for 2010. NEEAPs are intended to set out the national strategies of Member States towards the overall and intermediate national indicative targets. Member States should show, in particular, how they intend to comply with the Directive's provisions on the exemplary role of the public sector and the provision of information and advice on energy efficiency to end users.

The first NEEAPs should stimulate the translation of energy saving objectives into concrete and coherent measures and actions at the level of each Member State and set implementation milestones. The plans should trigger an exchange of experience between the Member States and create a dialogue between the Commission and Member States. Subsequent implementation, monitoring and evaluation of the strategies and the measures identified, complemented by benchmarking and a 'peer review' process at European level, should help Member States learn from the successes and mistakes of others and should facilitate the diffusion of best practices throughout the EU.

Assessment of the NEEAPs

The first NEEAPs propose a wide diversity of policy packages and measures targeting different end-use sectors. Many NEEAPs demonstrate coherent and comprehensive strategies towards the intermediate and overall targets, backed by institutional and financial provisions. A number of NEEAPs clearly identify their priority end-use sectors or policy tools.

In contrast, some NEEAPs show piecemeal thinking with a scattering of fragmented energy efficiency measures. The absence, or sporadic indication of savings estimates in the majority of NEEAPs, along with the mostly limited degree of detail about assumptions made in estimating savings from different measures, have impeded the quantitative assessment of the NEEAPs and how realistic they are. In addition, for several Member States there is a considerable gap between the political commitment to energy efficiency and the measures adopted or planned, as reported in the NEEAPs, and the resources attributed to preparing it.

Almost all Member States have introduced 9% national indicative energy savings target for 2016 calculated in line with Annex I of the Directive. Some Member States have committed to targets that exceed 9%: Italy 9.6%, Cyprus 10%, Lithuania 11%, and Romania 13.5%. This is very positive. Other Member States have indicated that they expect savings from measures to go beyond 9% without committing to the higher target (Luxembourg 10.4%, Ireland 12.5% and the United Kingdom 18%). A number of Member States indicate that the NEEAPs form part of their strategy to reach the 20% reduction in energy demand by 2020, among them Austria, Ireland and Sweden. A few Member States fail to comply with some provisions related to the setting of national indicative savings targets. Non-conformity is related in particular to the calculation methodology set out in Annex I and to the 2008-2016 timeframe.

Ongoing measures that qualify as "early action"[41] dominate the majority of NEEAPs and some Member States indicate stricter interpretation of such early actions. Some Member States explicitly indicate the share of savings from early action. In contrast, the NEEAPs of some Member States such as Estonia, Latvia and Poland rely extensively on new measures, though it is difficult to assess whether certain Member States will be able to deliver in accordance with their strategies given the brief descriptions of measures and the absence of saving estimates.

Measures in the buildings sector, especially residential buildings, have been at the heart of most NEEAPs. Numerous measures target refurbishment of existing buildings. Some Member States declare ambitious strengthening of building codes and support passive or low-energy house buildings. With varying degrees of detail, almost all NEEAPs also include measures in the tertiary, transport and industrial sectors However, as regards agriculture, the only NEEAPs to include measures specific to this sector are from Latvia, the Netherlands, Spain and Sweden. Some NEEAPs have included measures that fall outside the scope of the Directive. Most commonly these include fuel switch and power generation, including large Combined Heat and Power installations, biomass district heating, network loss reduction, biofuels, measures in international transport, and measures that have some impact on the Emission Trading Scheme.

In addition, many of the NEEAPs include a number of promising horizontal measures. The majority of the NEEAPs propose a range of measures to fulfil the provisions regarding the exemplary role to be played by the public sector, but some Plans contain little or no information in this regard. However, few NEEAPs demonstrate good strategies for communicating the exemplary role of the public sector. Public procurement is a key element in capturing the power of the public purse for energy efficiency and the majority of NEEAPs contain public procurement measures. However, it is not always clear if these measures contain concrete requirements, as called for in Annex VI of the Directive, and exactly how these would be met.

Most Member States have introduced a variety of information measures. These range from measures aimed at altering general public behaviour, such as public awareness raising campaigns, public training and education, advice on energy use and general information sources like web tools and publications, to measures that target business entities. The latter comprise sector-focussed information campaigns, trainings for professionals, energy audits and energy efficiency publications for professional stakeholders.

A number of NEEAPs provide good examples of best practices and innovative measures with a strong set of diverse information measures that target the general public and businesses.

Conclusions

The analysis of the NEEAPs has shown that many Member States already recognised that with an integrated approach these national plans can become the key tool not only for the effective implementation of Directive 2006/32/EC, but also for the real push to achieving energy savings which go beyond obligations arising from the current EU legislation on end-use energy efficiency. The Commission recognises the great potential that NEEAPs could play to help with getting better focus and streamlining of Member States' policy, legal and support actions to help their citizens and all local market actors save energy in a cost-effective way, thus reducing emissions of greenhouse gases, increasing the competitiveness of European businesses and improving energy security of the EU. Given the growing importance of energy saving to energy security and sustainable development of the EU, the Commission would welcome Member States taking the initiative to further improve their current NEEAPs (eg. add/improve measures for important areas/sectors not sufficiently covered in their current plans, provide further details of planned actions, etc).

Lessons for the future

The current NEEAPs could play a more important role. National plans will only be effective when they stand for real action: it should set a quantitative, measurable target with a time schedule and concrete steps on who is doing what and the budgetary and human resources available. National plans should require the competent national authorities to work together. Administrative structures should be in place with a clear division of responsibilities. Member States should also ensure that sufficient resources are made available for the promotion of energy efficiency services, information provision and monitoring.

Also ideally, the EU's Efficiency Action Plan could be linked more closely to the national efficiency plans and the latter could take into account longer term time horizons (e.g. 2030, 2050) and more ambitious targets that are agreed to by the Member States at EU level. Integration with other reporting obligations, especially those related to climate protection - e.g. alignment of reporting periods, streamlined methodologies on calculation of energy savings and reduction of CO2 emissions - would reduce the reporting burden already carried by the Member States.

[1] COM(2007) 1 definitivo.

[2] Consiglio dell'Unione europea, Conclusioni della presidenza, 8 e 9 marzo 2007 (7224/1/07).

[3] COM(2008) 17.

[4] Supponendo che ogni unità sia di 600 MW, in funzione 7000 ore/anno; per l'energia eolica: dimensione media delle turbine di 4 MW nel 2020, in funzione 2300 ore/anno

[5] È stato utilizzato un fattore implicito di emissione per il 2020, tratto dal rapporto tra il consumo di energia primaria e le emissioni di CO2. Il fattore implicito di emissione si basa sui dati di riferimento Primes (aggiornati al 2007) disponibili all'indirizzo:http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/figures/trends_2030_update_2007/index_en.htm, e dipende dal mix energetico del 2020.

[6] Progetto Odyssee, 115 Mtep di energia finale corrispondono a circa 180 Mtep di energia primaria.

[7] Studio sul potenziale di risparmio energetico negli Stati membri dell'Ue, nei paesi candidati e nei paesi SEE. Fraunhofer ISI et al ; risultati preliminari.

[8] Sulla base della spesa media di consumo per nucleo familiare nel 2005 (ossia 1192 standard di potere d'acquisto -pps – purchasing power standard , per l'elettricità, il gas e altri carburanti e 1121 pps per i trasporti) con un fattore di aumento del 20% entro il 2020.

[9] Conclusioni del Consiglio europeo del 22 e 23 marzo 2005, 7619/05, CONCL 1.

[10] COM(2006) 545 definitivo. Si calcola un risparmio di 390 Mtep; a 96 dollari il barile, al netto di tasse, ciò equivale a 220 miliardi di euro.

[11] Direttiva 2006/32/CE (GU L 114, pag. 6).

[12] COM(2005) 265 definitivo del 22.6.2005.

[13] COM(2006) 545 definitivo.

[14] 1) Requisiti di efficienza per prodotti, edifici e servizi, 2) trasformazione dell'energia, 3) trasporti, 4) finanziamenti e prezzi dell'energia e 5) comportamenti in relazione all'energia 6) partnership internazionali.

[15] Esempi di azioni prioritarie: norme di etichettatura e fissazione di requisiti minimi di efficienza energetica per elettrodomestici e apparecchiature; adozione dei requisiti di prestazione per il settore edilizio e edifici a bassissimo consumo di energia; rendere più efficiente la produzione e la distribuzione di corrente, automobili a basso consumo di carburante, agevolare il finanziamento adeguato degli investimenti nell'efficienza energetica, uso coerente degli strumenti di tassazione e di efficienza energetica nelle aree edificate.

[16] Direttiva 2006/32/CE, articolo 13.

[17] La prima riunione del forum si è svolta a Londra il 27 e 28 ottobre 2008.

[18] L'aumento dell'efficienza energetica è misurato mediante l'intensità dell'energia, ossia l'energia utilizzata per unità prodotta. Il rafforzamento dell'efficienza energetica comporterà una riduzione del consumo energetico per prestazione, servizio o bene, ma non necessariamente un risparmio di energia in quanto tendiamo a riscaldare o raffreddare più case, percorrere in automobile più chilometri e utilizzare più dispositivi elettrici.

[19] Vista la limitazione dei dati disponibili il grafico include tutti gli Stati UE27, ad eccezione dei tre Stati baltici e della Slovenia. Se non altrimenti specificato, sono stati utilizzati dati Eurostat.

[20] Base: ODEX. Si tratta di un indice alternativo all'intensità energetica generale utilizzato nel progetto ODYSSEE. Risulta dall'aggregazione dell'evoluzione dell'unità di consumo a livello dettagliato, per sottosettore o utilizzo finale, osservato nell'arco di un periodo determinato. Questo indice ODYSSEE non comprende molti fattori come i cambiamenti strutturali e altri cambiamenti, non legati all'efficienza energetica (ad esempio l'effetto “rimbalzo”). Cfr. anche: www.odyssee-indicators.org.

[21] Cfr. la nota n. 11 precedente.

[22] Articolo 4.

[23] Consiglio dell'Unione europea, Conclusioni della presidenza, 19 e 20 giugno 2008 (11018/08).

[24] Direttiva 2002/91/CE (GU L 1, pag. 65).

[25] La definizione di ristrutturazione rilevante rimane la stessa: l'investimento deve essere superiore al 25% del valore dell'intero edificio (ad esclusione del terreno) o più del 25% dell'involucro edilizio deve essere oggetto di una ristrutturazione. Pertanto la ristrutturazione di un appartamento in un ampio edificio multifamiliare nella maggior parte dei casi non soddisferebbe le prescrizioni.

[26] COM(2008) 399 definitivo.

[27] Direttiva 92/75/CEE (GU L 297, pag. 16).

[28] Preparatory Study on Eco-design of CH-Boiler s - VHK, Delft 30.9.2007; www.ecoboiler.org.

[29] Direttiva 2004/8/CE (GU L 52, pag. 50).

[30] Vedi l'allegato II della direttiva 2004/8/CE.

[31] La Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) offrono strumenti finanziari destinati a vari tipi di beneficiari. A livello dell'UE, esistono i fondi della politica di coesione, il Settimo programma quadro di ricerca e altre fonti come il fondo mondiale per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili.

[32] COM(2008) 706 definitivo del 29.10.2008: Dalla crisi finanziaria alla ripresa: Un quadro di azione europeo.

[33] Direttiva 2003/96/CE (GU L 283, pag. 51).

[34] Dovremmo essere in grado di misurare gli aumenti di efficienza energetica. Non esiste una metodologia comune sulle modalità di misurazione delle efficienze energetiche ma si utilizzano vari indicatori, come illustrato nella presente comunicazione. La direttiva sui servizi energetici prevede l'ulteriore sviluppo di una metodologia di misurazione armonizzata e gli Stati membri e la Commissione stanno lavorando insieme su delle linee guida comuni concernenti questa metodologia.

[35] Agenzia europea dell'ambiente, Annua Europea Community Green house Gas Inventore 1990-2005 e Inventore Report 2007, pag. 88.

[36] Anche la Cina, l'India e la Corea del Sud hanno avallato l'IPEEC.

[37] The referente documents contain projected effects of the proposed policies therein at the time of their adoption, expressed either in final or primary energy demand percentages. The ratio between final and primary energy saving is approximately 2:3.

[38] Source: see note 7 supra.

[39] More detailed results of the assessment of NEEAPs will be presented in a separate Commission Staff Working Document planned to be produced by the end of 2008.

[40] Percentage of saved final energy consumption of non ETS sectors to be measured in 2016 in relation to the average final energy consumption during five-year period previous to the implementation of the Directive for which official data are available (Directive 2006/32/EC (OJ L 114, p. 64), Annex 1).

[41] Energy improvement measures initiated by the Member State not earlier than 1995 (in certain limited cases not earlier than 1991) that have a long-lasting effect, which will still lead to energy savings in 2016 (Directive 2006/32/EC, Annex 1).

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