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Document 52008DC0566

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il multilinguismo: una risorsa per l'Europa e un impegno comune {SEC(2008) 2443} {SEC(2008) 2444} {SEC(2008) 2445}

    /* COM/2008/0566 def. */

    52008DC0566

    Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il multilinguismo: una risorsa per l'Europa e un impegno comune {SEC(2008) 2443} {SEC(2008) 2444} {SEC(2008) 2445} /* COM/2008/0566 def. */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 18.9.2008

    COM(2008) 566 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Il multilinguismo: una risorsa per l'Europa e un impegno comune

    {SEC(2008) 2443} {SEC(2008) 2444} {SEC(2008) 2445}

    INDICE

    1. Introduzione 3

    2. Le sfide di un'UE più grande e più diversa 4

    3. Obiettivi 5

    4. Il multilinguismo per il dialogo interculturale e la coesione sociale 6

    4.1. Valorizzare tutte le lingue 6

    4.2. Superare le barriere linguistiche nell'ambito locale 6

    5. Il multilinguismo per la prosperità 7

    5.1. Le lingue e la competitività 8

    5.2. Le lingue e l'occupabilità 8

    6. L'apprendimento permanente 9

    6.1. Più opportunità di imparare più lingue 10

    6.2. L'insegnamento efficace delle lingue 11

    7. I mezzi d'informazione, le nuove tecnologie e la traduzione 12

    8. La dimensione esterna del multilinguismo 14

    9. Attuazione 14

    10. Conclusioni 15

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Multilinguismo: una risorsa per l'Europa e un impegno comune

    La diversità linguistica costituisce per l'Europa una sfida, ma una sfida che noi consideriamo salutare (Amin Maalouf, Gruppo di intellettuali per il dialogo interculturale)

    1. INTRODUZIONE

    La coesistenza armoniosa di molte lingue in Europa è un simbolo forte dell'aspirazione dell'Unione europea a essere unita nella diversità, uno dei fondamenti del progetto europeo. Le lingue definiscono le identità personali, ma fanno anche parte di un patrimonio comune. Possono servire da ponte verso altre persone e dare accesso ad altri paesi e culture promuovendo la comprensione reciproca. Una politica di multilinguismo positiva può migliorare le opportunità nella vita dei cittadini: può aumentarne l'occupabilità, facilitare l'accesso a servizi e diritti e accrescere la solidarietà, grazie a un maggior dialogo interculturale e una migliore coesione sociale. Vista con questo spirito, la diversità linguistica può diventare una risorsa preziosa, soprattutto nel mondo globalizzato di oggi.

    L'agenda sociale rinnovata della Commissione adottata il 2 luglio 2008 presenta un nuovo approccio per affrontare un mondo soggetto ai rapidi mutamenti dovuti alla globalizzazione, concentrandosi su principi chiave come le opportunità, l'accesso e la solidarietà. In un'Unione europea multilingue, ciò significa che: i) ognuno dovrà avere l'opportunità di comunicare adeguatamente per realizzare il proprio potenziale e sfruttare al massimo le possibilità offerte da un'UE moderna e innovativa; ii) ognuno dovrà avere accesso a una formazione linguistica adeguata o ad altri mezzi volti a facilitare la comunicazione, in modo che non vi siano indebiti ostacoli linguistici per poter vivere, lavorare o comunicare nell'UE; iii) per spirito di solidarietà, anche chi non è in grado di imparare altre lingue dovrà disporre di mezzi di comunicazione appropriati, che gli permettano di accedere all'ambiente multilingue.

    La comunicazione della Commissione del 2005 Una nuova strategia quadro per il multilinguismo [1] ha ribadito il valore della diversità linguistica e ha espresso l'esigenza di una politica più ampia per promuovere il multilinguismo,[2] come raccomandato dal Gruppo indipendente ad alto livello sul multilinguismo.[3] Quest'analisi è stata confermata da un'ampia consultazione[4] svoltasi nel 2007-2008, comprendente una consultazione online con più di 2 400 risposte, e da due gruppi di consulenti che hanno esaminato il contributo del multilinguismo al dialogo interculturale e il ruolo delle lingue nel mondo del lavoro.[5]

    La Commissione ha inoltre consultato le altre istituzioni dell'UE. Il Parlamento europeo ha presentato varie relazioni di grande interesse[6] e il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni sono stati invitati a esprimere un parere.[7] La prima conferenza ministeriale del Consiglio sul multilinguismo si è svolta il 15 febbraio 2008, con lo scopo di preparare il terreno per una politica più ampia.

    Gli Stati membri sono i principali responsabili delle decisioni politiche nel campo delle lingue, comprese quelle regionali e minoritarie, per le quali la Carta europea delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio d'Europa offre un quadro globale. Numerose altre organizzazioni prendono decisioni sul terreno in questioni linguistiche: istituti d'istruzione, autorità regionali e locali, parti sociali, media e servizi. La Commissione collabora con gli Stati membri e le parti interessate, nel rispetto del principio di sussidiarietà, per garantire che gli obiettivi siano condivisi e li assiste nei loro sforzi, in particolare facilitando lo scambio di buone prassi.

    In questo contesto la Commissione ha collaborato con gli Stati membri dal 2002 per raggiungere l'obiettivo di Barcellona di offrire ai cittadini la possibilità di comunicare in due lingue, oltre che nella propria lingua materna, in particolare sviluppando un indicatore per la competenza linguistica,[8] presentando un'azione strategica e raccomandazioni, e includendo la conoscenza delle lingue straniere fra le principali competenze dell'apprendimento permanente.[9]

    Basandosi sui progressi degli anni precedenti, la presente comunicazione intende compiere un salto di qualità, presentando una politica ampiamente condivisa e completa, che va oltre l'istruzione per trattare le lingue in un contesto più ampio, proposto dall'agenda dell'UE per la coesione sociale e la prosperità, due obiettivi centrali della strategia di Lisbona.

    2. Le SFIDE DI UN'UE PIÙ GRANDE E PIÙ DIVERSA

    Le odierne società europee devono affrontare i rapidi mutamenti determinati dalla globalizzazione, dal progresso tecnologico e dall'invecchiamento della popolazione. La maggiore mobilità degli europei, 10 milioni dei quali lavorano attualmente in altri Stati membri, è un segno importante di questo cambiamento. Un numero crescente di persone interagisce con controparti in altri paesi, oppure vive e lavora al di fuori del proprio paese di origine. Questo processo è stato rafforzato ulteriormente dai recenti allargamenti dell'UE, che oggi conta 500 milioni di cittadini, 27 Stati membri, 3 alfabeti e 23 lingue ufficiali, di cui alcune sono diffuse a livello mondiale. Inoltre, il patrimonio europeo comprende circa 60 altre lingue, parlate in particolari regioni o da specifici gruppi. Anche gli immigrati hanno apportato un'ampia varietà di lingue: si stima che attualmente siano presenti almeno 175 nazionalità all'interno dei confini dell'UE.[10] A causa di questi ed altri fattori, la vita degli europei è diventata più internazionale e più multilingue.

    Anche se la maggiore diversità linguistica è fonte di vantaggi e ricchezza, senza politiche adeguate essa può presentare problemi. Può accrescere la carenza di comunicazione tra le persone di cultura diversa ed aumentare le divisioni sociali, offrendo ai poliglotti un accesso a migliori opportunità di vita e di lavoro ed escludendo i monolingui. Può impedire ai cittadini e alle imprese comunitarie di sfruttare pienamente le possibilità del mercato unico e può indebolire la loro competitività all'estero. Può inoltre ostacolare una cooperazione amministrativa transfrontaliera efficiente tra gli Stati membri dell'UE e il buon funzionamento di servizi locali, come ospedali, tribunali, uffici di collocamento, ecc.

    La sfida attuale consiste nel ridurre al minimo gli ostacoli per i cittadini e le imprese comunitarie e permettere loro di sfruttare le opportunità offerte dal multilinguismo. Inoltre, essa consiste nel dimostrare che le lingue possono rappresentare una risorsa a beneficio dell'intera società europea.

    3. OBIETTIVI

    La presente comunicazione si concentra sulle persone, sulla loro capacità di utilizzare varie lingue e sulla loro possibilità di accedere alla cultura, di partecipare come cittadini attivi e di beneficiare di migliori opportunità di comunicazione, inclusione, occupazione e attività economica. L'obiettivo principale è quindi quello di sensibilizzare al valore e alle opportunità della diversità linguistica dell'UE e incoraggiare l'eliminazione delle barriere al dialogo interculturale.

    A tale riguardo uno strumento chiave è rappresentato dall'obiettivo di Barcellona della comunicazione nella lingua materna più altre due lingue . Occorrono maggiori sforzi affinché tutti i cittadini possano raggiungere quest'obiettivo.

    Sono necessarie anche misure concrete per una parte cospicua della società europea che non fruisce ancora dei vantaggi del multilinguismo, ad esempio le persone che sono monolingui o sono alle prese con la loro prima lingua straniera, i ragazzi che abbandonano la scuola, gli anziani e gli adulti che non continuano gli studi. Occorrono nuove soluzioni di apprendimento per questi gruppi specifici, come l'educazione ricreativa (detta "edutainment"), mezzi d'informazione e tecnologie, nonché adeguati servizi di traduzione e interpretariato. È necessario facilitare ulteriormente l'apprendimento delle lingue agli adulti e ai giovani nell'istruzione e formazione professionale, adattandolo alle loro esigenze personali e al loro metodo di studio.

    Occorre uno sforzo concentrato per garantire che, nel limite delle risorse esistenti, il multilinguismo sia incluso in vari settori delle politiche europee, fra cui l'apprendimento permanente, l'occupazione, l'inclusione sociale, la competitività, la cultura, la gioventù e la società civile, la ricerca e i mezzi d'informazione. I capitoli seguenti descrivono gli aspetti principali di questo approccio inclusivo inteso ad allargare il contesto del multilinguismo alla coesione sociale e alla prosperità, vale a dire a promuovere le imprese di successo, comprese le PMI, la competitività commerciale, l'occupabilità e l'integrazione, il benessere e le attività ricreative nella vita quotidiana e nell'ambiente circostante.

    4. I L MULTILINGUISMO PER IL DIALOGO INTERCULTURALE E LA COESIONE SOCIALE

    Le numerose lingue nazionali, regionali, minoritarie e delle comunità migranti parlate in Europa arricchiscono ciascuna il nostro patrimonio culturale comune. La loro condivisione favorisce il dialogo e il rispetto reciproco. Nell'UE esistono zone in cui i cittadini parlano sia una lingua regionale o minoritaria che quella nazionale e conoscono abbastanza bene anche le lingue straniere. Le persone poliglotte sono elementi preziosi poiché fungono da collante tra le diverse culture.

    4.1. V alorizzare tutte le lingue

    Nell'attuale contesto di maggiore mobilità e migrazione, la padronanza delle lingue nazionali è fondamentale per riuscire a integrarsi e svolgere un ruolo attivo nella società. Le persone di madrelingua diversa dovrebbero quindi includere la lingua del paese di accoglienza nella loro combinazione "una più due".

    Nella nostra società esistono anche risorse linguistiche inutilizzate che andrebbero valorizzate maggiormente, come l'esistenza di lingue madri diverse e di altre lingue parlate in casa e nell'ambito locale. I bambini di madrelingua diversa, di un paese dell'UE o un paese terzo, pongono ad esempio le scuole di fronte al problema di dover insegnare la lingua d'istruzione come una seconda lingua[11], ma possono anche motivare i loro compagni di classe a imparare altre lingue e ad aprirsi ad altre culture.

    Allo scopo di rendere possibili legami più stretti tra le comunità, il gruppo consultivo della Commissione per il multilinguismo e il dialogo interculturale[12] ha sviluppato il concetto di una "lingua adottiva personale" su cui sarebbe utile un'ulteriore riflessione[13].

    4.2. S uperare le barriere linguistiche nell'ambito locale

    Un aspetto fondamentale della cittadinanza è il fatto che le persone che vivono in una comunità locale possano beneficiare dei servizi disponibili e siano in grado di contribuire alla vita del vicinato. Nelle comunità locali arrivano spesso turisti, lavoratori e studenti stranieri e immigrati con una conoscenza limitata della lingua nazionale. Per facilitare loro l'accesso ai servizi e l'integrazione, alcune comunità forniscono le informazioni generali necessarie in diverse lingue e si avvalgono di persone poliglotte come mediatori culturali e interpreti. In particolare le zone metropolitane e i centri turistici europei hanno acquisito una notevole esperienza nell'assistenza degli stranieri che non conoscono la lingua locale. La Commissione conferisce grande importanza a questo fatto e sostiene la diffusione di buone prassi in questo settore[14].

    Per facilitare la prestazione e l'ottenimento di servizi transfrontalieri, gli "sportelli unici", istituiti a livello nazionale entro la fine del 2009 dalla direttiva relativa ai servizi[15], saranno invitati a fornire le informazioni necessarie in diverse lingue ai prestatori e ai destinatari di servizi di altri Stati membri.

    Un settore di particolare rilievo è quello della traduzione giuridica e dell'interpretariato[16]. Data la crescente mobilità professionale e personale dei cittadini europei tra gli Stati membri, si prevede un aumento della richiesta di questi servizi, poiché aumenta il numero di cause riguardanti persone con una conoscenza limitata della lingua utilizzata nei tribunali.

    La Commissione intende utilizzare strategicamente le iniziative e i programmi comunitari pertinenti[17] per familiarizzare i cittadini con il multilinguismo: organizzare campagne di sensibilizzazione sui vantaggi della diversità linguistica e dell'apprendimento delle lingue per il dialogo interculturale; monitorare le conoscenze linguistiche dei cittadini con indicatori linguistici e indagini Eurobarometro; realizzare, insieme agli Stati membri, scambi di buone prassi, formazioni e collegamenti in rete di interpreti e traduttori giuridici ed elaborare strumenti di traduzione specifici per accedere a documenti in modo da migliorare l'accesso alla giustizia. Gli Stati membri sono invitati a: compiere sforzi per aprire sportelli unici, conformemente alla direttiva relativa ai servizi, che operino in varie lingue al fine di facilitare la prestazione di servizi transfrontalieri; favorire l'accesso a corsi specifici della/e lingua/e del paese di accoglienza per le persone di madrelingua diversa. |

    - 5. IL MULTILINGUISMO PER LA PROSPERITÀ

    Le lingue possono rappresentare un vantaggio competitivo per le imprese dell'UE. Le ditte multilingui provano come la diversità linguistica e l'investimento in competenze linguistiche e interculturali possano diventare un vero fattore di prosperità a beneficio di tutti. Alcune lingue europee sono molto diffuse nel mondo e possono costituire uno strumento di comunicazione prezioso per il commercio.

    Il Business Forum for Multilingualism [18] ha presentato raccomandazioni per accrescere la competitività e migliorare l'occupabilità tramite una migliore gestione della diversità linguistica. Il forum ha messo in evidenza che i mercati emergenti, come il Brasile, la Russia, l'India e la Cina, sono di crescente importanza per le imprese dell'UE e che sono necessarie competenze linguistiche adeguate per potervi competere. È quindi opportuno includere il multilinguismo in tutte le strategie per lo sviluppo del capitale umano.[19]

    5.1. L e lingue e la competitività

    Uno studio della Commissione sulle conseguenze economiche della scarsa conoscenza linguistica nelle imprese comunitarie[20] ha rilevato che probabilmente l'11% delle imprese esportatrici dell'UE subisce perdite a causa di ostacoli linguistici. Nonostante il ruolo dominante dell'inglese come lingua commerciale a livello mondiale, saranno le altre lingue a dare un vantaggio concorrenziale alle imprese comunitarie e a consentire loro di conquistare nuovi mercati. Migliori conoscenze linguistiche rappresentano un vantaggio in tutte le attività, non solo nella vendita e nel marketing. Tutte le imprese interagiscono con vari tipi di prestatori di servizi e di fornitori a monte, ma in molti casi, e in particolare le PMI, non dispongono di know-how e risorse per includere le lingue nei loro piani commerciali.

    Il personale multiculturale ha bisogno di un'adeguata formazione nella lingua dell'impresa per cui lavora, ma le aziende devono darsi da fare e trovare modi creativi di utilizzo delle risorse linguistiche che esistono, ma sono spesso nascoste, nel loro personale multiculturale.

    Come è stato sostenuto nel Business Forum , sarebbe utile se imprese e associazioni commerciali sviluppassero strategie per migliorare le competenze linguistiche per diverse funzioni. Queste strategie di gestione linguistica avrebbero anche conseguenze positive per "l'industria delle lingue", che fornisce servizi di traduzione e d'interpretariato e tecnologie plurilingui. Inoltre, sarebbe nel loro interesse investire nella formazione linguistica e costituire partenariati privati e pubblici con enti nazionali, regionali e locali per fornire assistenza alle imprese, in particolare alle PMI, per finanziare corsi di lingue e sviluppare altri metodi di miglioramento delle strategie linguistiche.

    5.2. L e lingue e l'occupabilità

    Le competenze linguistiche e interculturali aumentano la probabilità di trovare un'occupazione migliore. In particolare, la padronanza di alcune lingue straniere rappresenta un vantaggio concorrenziale: le imprese richiedono sempre più la conoscenza di varie lingue per lavorare all'interno e all'esterno dell'UE. Chi parla più lingue ha la possibilità di scegliere fra più offerte di lavoro, anche all'estero, mentre la mancanza di conoscenze linguistiche costituisce il maggiore ostacolo per lavorare all'estero[21]. Prove empiriche dimostrano che la conoscenza di varie lingue stimola la creatività e l'innovazione: le persone poliglotte sono consapevoli del fatto che i problemi possono essere risolti in modo diverso in diversi contesti linguistici e culturali e possono utilizzare questa capacità per giungere a nuove soluzioni.

    I programmi di mobilità, come quelli sostenuti dal programma per l'apprendimento permanente e dal programma Gioventù in azione, dovrebbero essere messi a disposizione di tutti i cittadini dell'UE[22]. Studiare o lavorare all'estero è uno dei modi migliori per imparare altre lingue ed entrare in contatto con altre culture. Secondo gli studenti che hanno partecipato al programma Erasmus, il principale vantaggio di un soggiorno all'estero è costituito dal miglioramento delle conoscenze linguistiche. I corsi d'insegnamento e di formazione dovrebbero ricorrere il più possibile a scambi, partenariati e gemellaggi elettronici con scuole di altri paesi.

    La Commissione intende: promuovere la mobilità di studenti, tirocinanti, lavoratori e giovani imprenditori; diffondere i risultati di uno studio in corso sul legame tra competenze linguistiche, creatività e innovazione; creare una piattaforma permanente per lo scambio di buone prassi, che raccolga informazioni rilevanti per imprese, parti sociali, organizzazioni commerciali, camere di commercio, organizzazioni di promozione degli scambi, scuole e autorità responsabili dell'istruzione. Gli Stati membri sono invitati a: valorizzare e sviluppare ulteriormente le competenze linguistiche acquisite al di fuori del sistema d'istruzione formale; incoraggiare le organizzazioni di promozione degli scambi a realizzare programmi specifici, in particolare per le PMI, comprendenti la formazione linguistica; aggiungere ai piani per la mobilità dell'UE un sostegno specifico a livello nazionale e locale. |

    - 6. L'APPRENDIMENTO PERMANENTE

    Finora sono stati soprattutto gli studenti del sistema d'istruzione generale a beneficiare dei progressi compiuti verso l'obiettivo della "lingua materna più altre due lingue", mentre nell'istruzione professionale la formazione linguistica, se offerta, è molto limitata. A causa del numero ridotto di giovani che proseguono gli studi e nell'intento di raggiungere tutti i cittadini, è necessario concentrarsi maggiormente sull'aggiornamento delle competenze degli adulti nell'arco della vita. Contemporaneamente dovrebbe essere resa disponibile una gamma più ampia di lingue per consentire alle persone di imparare quelle a cui sono interessate.

    6.1. P iù opportunità di imparare più lingue

    Due precedenti comunicazioni della Commissione[23] hanno fissato obiettivi strategici e priorità per l'insegnamento efficace di un'ampia gamma di lingue sin dai primi anni di vita, che rimangono validi e dovrebbero essere perseguiti. Nonostante la maggior parte degli Stati membri abbia aumentato l'offerta di formazioni linguistiche nell'istruzione primaria e secondaria tra il 1999 e il 2005, queste sono soprattutto in inglese.[24] In quasi la metà degli Stati membri gli studenti non hanno la possibilità di studiare due lingue nel corso dell'istruzione obbligatoria[25] e la situazione è più negativa per gli studenti del sistema di istruzione e formazione professionale.[26] Le lingue sono viste spesso come una materia difficile e un fattore importante di insuccesso scolastico. È opportuno compiere uno sforzo per motivare gli studenti e adattare i metodi d'insegnamento alle loro necessità. Occorre riconsiderare il valore di una conoscenza passiva delle lingue e perfezionare metodi appropriati di apprendimento delle lingue per permettere una comprensione e comunicazione generale in varie lingue.

    Gli studenti del sistema di istruzione e formazione professionale dovrebbero poter accedere a corsi di lingue di orientamento pratico, adattati alla loro professione e rilevanti per il loro futuro impiego. Le università devono fornire agli studenti competenze linguistiche solide, indipendentemente dalla loro specializzazione.

    Gli adulti tendono a essere monolingui, specialmente se hanno qualifiche e posti di lavoro di livello relativamente basso. Spesso indicano la mancanza di tempo e di motivazione come le ragioni principali per non apprendere le lingue, seguite dall'esigenza di un'offerta più flessibile. Quindi, un obiettivo specifico è quello di rafforzare l'offerta linguistica per gli adulti[27]. L'apprendimento delle lingue al di fuori dell'istruzione formale dovrebbe basarsi maggiormente sui mezzi d'informazione, sulle nuove tecnologie e sulle attività culturali e ricreative.

    Sono ancora necessari sforzi per aumentare il numero di lingue insegnate, in particolare in relazione alla scelta di una seconda lingua straniera, tenendo presenti le condizioni locali (regioni di frontiera, presenza di comunità che parlano diverse lingue, ecc.). Le difficoltà organizzative derivanti da una maggiore scelta di lingue potrebbero essere superate con l'utilizzo di nuove tecnologie (insegnamento a distanza via Internet, videoconferenze in classi e scambi virtuali), il collegamento in rete tra scuole e istituti d'istruzione, partenariati con le parti interessate a livello locale e gemellaggi con istituzioni estere.

    6.2. L 'insegnamento efficace delle lingue

    La Commissione ha adottato recentemente una comunicazione sulla cooperazione europea in materia scolastica[28] e approva il riconoscimento del ruolo chiave svolto dagli insegnanti per migliorare le competenze linguistiche e interculturali, espresso nelle conclusioni del Consiglio sulle competenze interculturali[29] e sul multilinguismo.[30] In particolare, il fatto di permettere agli insegnanti di effettuare soggiorni all'estero è ritenuto essenziale perché possano migliorare la padronanza della lingua che insegnano e affinare le loro competenze interculturali.[31] La mobilità degli insegnanti è attualmente molto ridotta per le difficoltà di accesso ai posti d'insegnamento all'estero, la mancanza di incentivi professionali o l'esistenza di penalizzazioni per la carriera, e anche e soprattutto per i rigidi meccanismi degli scambi bilaterali e multilaterali, che contribuiscono a scoraggiare la maggior parte degli insegnanti dal presentare domanda.[32]

    Negli ultimi cinque anni è stata notata la tendenza di anticipare l'introduzione dell'insegnamento delle lingue nell'istruzione primaria, mentre nell'istruzione secondaria è aumentato l'apprendimento integrato di contenuto e lingua. In molti settori le lingue sono insegnate da persone non specializzate che non parlano sempre correntemente la lingua che insegnano e avrebbero bisogno di una formazione adeguata sulle metodologie di insegnamento delle lingue.

    Recentemente hanno assunto rilevanza altri due aspetti della formazione linguistica. Gli insegnanti di lingue nazionali si trovano sempre più spesso ad affrontare classi di alunni con lingue madri diverse e perciò avrebbero bisogno di una formazione sui metodi di insegnamento della propria lingua come seconda lingua o lingua straniera. Nel caso delle lingue meno utilizzate, per le quali si registra una mancanza di insegnanti, le scuole fanno spesso ricorso a personale non qualificato, il che rende necessari interventi di sostegno e di sviluppo delle competenze didattiche.

    La Commissione intende: utilizzare i programmi comunitari per sostenere l'insegnamento di un maggior numero di lingue tramite l'apprendimento permanente, la mobilità degli insegnanti e degli studenti, la formazioni degli insegnanti di lingue, i partenariati scolastici, la ricerca e lo sviluppo di metodi innovativi adattati a diversi gruppi di destinatari; redigere un elenco di buone prassi per l'apprendimento e l'insegnamento delle lingue nel campo del multilinguismo e metterlo a disposizione degli Stati membri. Gli Stati membri sono invitati a: offrire a tutti l'opportunità reale di padroneggiare la/e lingua/e nazionale/i e altre due lingue; rendere disponibile una gamma più ampia di lingue per consentire una scelta individuale e soddisfare le esigenze locali di apprendimento delle lingue; migliorare la formazione di tutti gli insegnanti e di chi si occupa dell'insegnamento delle lingue; promuovere la mobilità fra gli insegnati di lingue per migliorarne le competenze linguistiche e interculturali. |

    - 7. I MEZZI D'INFORMAZIONE, LE NUOVE TECNOLOGIE E LA TRADUZIONE

    L'utilizzo delle lingue e degli altri strumenti di comunicazione costituisce una parte importante dell'insieme di competenze richieste oggi in un'Europa che si sta globalizzando. Tutti devono avere la possibilità di comunicare efficientemente nell'UE allargata, non solo chi è già poliglotta, ma anche chi è monolingue o linguisticamente meno dotato.

    I mezzi d'informazione, le nuove tecnologie e i servizi di traduzione umana e automatica possono avvicinare ai cittadini la crescente varietà di lingue e culture dell'UE e fornire i mezzi per superare le barriere linguistiche. Possono svolgere anche un ruolo importante per ridurre queste barriere e consentire ai cittadini, alle imprese e alle amministrazioni nazionali di sfruttare le possibilità offerte dal mercato unico e dalla globalizzazione dell'economia. In particolare il programma quadro di ricerca e sviluppo e il programma Media sostengono questi sforzi. I mezzi d'informazione hanno un forte potenziale di promozione del dialogo interculturale, grazie all'offerta di una rappresentazione più complessa della nostra società caratterizzata da molte voci diverse, e possono essere perciò anche una grande fonte di apprendimento informale delle lingue attraverso l'educazione creativa ("edutainment") e i film sottotitolati.[33]

    Di fronte a quest'economia online globalizzata e al costante aumento di informazioni in tutte le lingue immaginabili, è importante che i cittadini possano accedere e utilizzare le informazioni e i servizi al di là delle barriere nazionali e linguistiche, tramite Internet e i dispositivi mobili. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) devono tenere conto della diversità linguistica e promuovere la creazione di contenuti in varie lingue. Quest'obiettivo generale è sostenuto dall'iniziativa i2010 per la società dell'informazione, destinata tra l'altro a creare uno spazio unico europeo dell'informazione garantendo un accesso agevole ai servizi basati sulle TIC e migliorando le condizioni di sviluppo di un ricco contenuto plurilingue.

    Il dialogo con i cittadini è un processo interattivo. In questo settore le istituzioni comunitarie hanno sviluppato tecnologie che permettono l'interpretazione in varie lingue combinata alla comunicazione a distanza e con il grande pubblico. I principali strumenti disponibili sul mercato sono videoconferenze, chat su Internet e web streaming di conferenze e manifestazioni. Gli investimenti nell'ulteriore sviluppo e utilizzo di queste tecnologie vanno incoraggiati.

    La traduzione umana e quella automatica costituiscono una parte importante della politica del multilinguismo. Entrambe possono facilitare lo scambio di informazioni tra le autorità nazionali e migliorare la cooperazione amministrativa transfrontaliera. Ad esempio, il sistema di informazione del mercato interno (IMI)[34] è stato istituito per permettere agli Stati membri di scambiare informazioni in tutte le lingue ufficiali dell'UE e quindi sostiene gli obblighi di cooperazione amministrativa in vari ambiti della normativa comunitaria[35]. La traduzione automatica è utilizzata anche per offrire una maggiore trasparenza in merito agli appalti pubblici e nelle procedure dell'Ufficio europeo dei brevetti.

    Infine, la traduzione umana è ovviamente anche un mezzo importante per accedere ad altre culture. Come ha detto Umberto Eco, "la lingua dell'Europa è la traduzione". Il patrimonio culturale dell'Europa comprende capolavori scritti originariamente in lingue diverse, ma comuni a noi tutti grazie a una lunga tradizione di traduzione letteraria che va rafforzata per rendere disponibili a un pubblico più ampio le opere scritte in altre lingue, in particolare quelle meno utilizzate. La Commissione intende cercare modi per ottimizzare le sinergie tra le iniziative e i programmi a sostegno della traduzione[36], allo scopo di facilitare l'accesso al nostro patrimonio culturale comune e di sostenere lo sviluppo di uno spazio pubblico europeo.

    La Commissione intende: sostenere la sottotitolazione e la circolazione delle produzioni mediatiche europee; sostenere i progetti di sviluppo e diffusione delle tecnologie linguistiche e di comunicazione; organizzare una conferenza sul ruolo svolto dalla traduzione per promuovere l'apertura, la comprensione e il dialogo tra le culture; insieme agli Stati membri, estendere la portata del sistema IMI alle professioni più regolamentate e sostenere le disposizioni sulla cooperazione amministrativa della direttiva relativa ai servizi. Gli Stati membri sono invitati a: collaborare con le parti interessate per promuovere il multilinguismo con i mezzi d'informazione, in particolare sostenendo la sottotitolazione dei film, e la circolazione delle opere culturali in Europa; stimolare e incoraggiare l'ulteriore sviluppo e utilizzo di nuove tecnologie che sostengano il multilinguismo. |

    - 8. LA DIMENSIONE ESTERNA DEL MULTILINGUISMO

    Nelle relazioni esterne dell'UE[37] si riconosce sempre più il contributo del multilinguismo al dialogo interculturale. La diversità linguistica non è limitata all'UE e la nostra esperienza di rispetto delle diversità e di promozione delle competenze linguistiche potrebbe diventare una risorsa positiva nelle nostre relazioni con gli altri paesi. A tale riguardo il Parlamento europeo ha sottolineato il fatto che alcune lingue dell'UE, definite lingue europee mondiali[38], sono parlate anche in numerosi paesi non membri dell'UE in diversi continenti; questi lingue costituiscono perciò un legame importante tra i popoli e le nazioni di varie regioni del mondo.

    L'obiettivo principale di questa dimensione esterna è realizzare pienamente il potenziale delle lingue dell'UE parlate nei paesi terzi, promuovere l'insegnamento e l'apprendimento delle lingue dell'UE all'estero e delle lingue dei paesi terzi nell'UE, tramite scambi di esperienze, buone prassi e gruppi comuni di parti interessate. Passi concreti in questa direzione sono già stati compiuti nell'ambito di dichiarazioni comuni con paesi terzi.

    La Commissione intende: sviluppare partenariati e migliorare la cooperazione in materia di multilinguismo con i paesi non aderenti all'UE, tenendo conto delle possibilità offerte dalle lingue europee di diffusione mondiale; promuovere l'insegnamento e l'apprendimento di tutte le lingue dell'UE all'estero. Gli Stati membri sono invitati a: migliorare ulteriormente il collegamento in rete e la cooperazione tra gli istituti pertinenti per promuovere meglio le lingue dell'UE all'estero. |

    - 9. ATTUAZIONE

    La politica del multilinguismo ha numerose parti interessate a livello locale, regionale, nazionale e comunitario. La Commissione promuoverà un dialogo strutturato a cinque livelli:

    1. Essa intende collaborare con gli Stati membri mediante il metodo aperto di coordinamento nel processo di istruzione e formazione 2010 e mira a rafforzare il multilinguismo nel nuovo quadro strategico per la cooperazione dopo il 2010. A tal fine essa intende ampliare le competenze del gruppo di lavoro sulle lingue per coprire tutti gli aspetti del multilinguismo.

    2. Essa creerà una piattaforma per i mezzi d'informazione, le organizzazioni culturali e gli altri operatori della società civile, al fine di discutere e scambiare buone prassi per promuovere il multilinguismo e il dialogo interculturale.

    3. Basandosi sul Business Forum , essa istituirà un quadro permanente per la cooperazione con le parti interessate pertinenti.

    4. Essa intende raccogliere e diffondere le buone prassi e promuovere sistematicamente le sinergie fra gli ultimi tre forum. I progressi saranno esaminati periodicamente, ad esempio nell'ambito di una conferenza sulle lingue dell'UE svolta ogni due anni.

    5. Essa includerà il multilinguismo nella politiche comunitarie pertinenti ed effettuerà gli interventi sopra indicati.

    10. CONCLUSIONI

    La Commissione invita gli Stati membri e le altre istituzioni dell'UE a sostenere il quadro politico trasversale per il multilinguismo descritto nella presente comunicazione e ad attuarlo al livello più appropriato.

    In partenariato con gli Stati membri, la Commissione effettuerà un riesame globale nel 2012.

    [1] COM(2005) 596.

    [2] Vedasi il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione: Inventory of Community actions in the field of multilingualism (Inventario delle azioni comunitarie nel campo del multilinguismo) .

    [3] Vedasi: http://ec.europa.eu/education/languages/archive/languages_en.html.

    [4] http://ec.europa.eu/education/policies/lang/news/index_en.html.

    [5] http://ec.europa.eu/education/languages/archive/languages_en.html.

    [6] Relazione del Parlamento europeo contenente raccomandazioni alla Commissione sulle lingue europee regionali e meno diffuse – le lingue delle minoranze nell'UE – in considerazione dell'allargamento e della pluralità culturale (A5-0271/2003); risoluzione del Parlamento europeo sull'integrazione degli immigrati in Europa grazie. alle scuole e a un insegnamento plurilingue (2004/2267(INI)); risoluzione del Parlamento europeo su una nuova strategia quadro per il multilinguismo (2006/2083(INI))

    [7] http://coropinions.cor.europa.eu/CORopinionDocument.aspx?identifier=cdr\educ-iv\dossiers\educ-iv-022\cdr6-2008_fin_ac.doc&language=EN e http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en

    [8] COM(2005) 356; COM(2007) 184. 2006/962/CE.

    [9] COM(2003) 449, Promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica: Piano d'azione 2004 – 2006; COM(2005) 596, Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo. Vedasi anche la relazione sull'attuazione del piano d'azione, COM(2007)554.

    [10] Eurostat, Europe in Figures: Eurostat Yearbook 2006-2007 , Lussemburgo 2007.

    [11] COM(2008) 423 def. Libro verde. Migrazione e mobilità: le sfide e le opportunità per i sistemi d'istruzione europei.

    [12] In occasione dell'Anno europeo del dialogo interculturale 2008, la Commissione ha istituito un Gruppo di intellettuali per il dialogo interculturale presieduto da Amin Maalouf per definire il contributo del multilinguismo; v. la sua relazione su http://ec.europa.eu/education/languages/archive/languages_en.html

    [13] "Una lingua da studiare intensamente e da parlare e scrivere correttamente (…) L'apprendimento di questa lingua è legato alla conoscenza del paese o dei paesi in cui è utilizzata, nonché della letteratura, della cultura, della società e della storia della lingua e delle persone che la parlano".

    [14] Parere di prospettiva del Comitato delle regionihttp://coropinions.cor.europa.eu/CORopinionDocument.aspx?identifier=cdr\educ-iv\dossiers\educ-iv-022\cdr6-2008_fin_ac.doc&language=EN

    [15] Direttiva 123/2006/CE relativa ai servizi nel mercato interno, GU L 376/36 del 27.12.2006.

    [16] COM(2008) 329 def. Verso una strategia europea in materia di giustizia elettronica.

    [17] Il documento di lavoro dei servizi della Commissione che accompagna la presente comunicazione: Inventory of Community actions in the field of multilingualism (Inventario delle azioni comunitarie nel campo del multilinguismo) fornisce un quadro delle azioni e dei programmi a sostegno del multilinguismo.

    [18] Companies work better with languages (Le conoscenze linguistiche migliorano l'efficienza delle imprese) luglio 2008 http://ec.europa.eu/education/languages/news/news1669_en.htm

    [19] Vedasi COM(2008) 394 def. "Una corsia preferenziale per la piccola impresa" Alla ricerca di un nuovo quadro fondamentale per la Piccola Impresa (un "Small Business Act" per l’Europa)

    [20] CILT, Effects on the European Economy of Shortages of Foreign Language Skills in Enterprise, 2007 ( Effetti sull'economia europea della scarsa conoscenza delle lingue straniere nelle imprese) http://ec.europa.eu/education/policies/lang/key/studies_en.html.

    [21] COM(2007) 773 def. La mobilità, uno strumento per garantire nuovi e migliori posti di lavoro: Piano d'azione europeo per la mobilità del lavoro (2007 – 2010).

    [22] Making learning mobility an opportunity for all (Rendere possibile per tutti la mobilità nel campo dell'apprendimento), luglio 2008 http://ec.europa.eu/education/doc/2008/mobilityreport_en.pdf

    [23] COM(2003) 449, Promuovere l'apprendimento delle lingue e la diversità linguistica: Piano d'azione 2004 - 2006; COM(2005) 596, Un nuovo quadro strategico per il multilinguismo. Vedasi anche la Relazione sull’attuazione del piano d’azione COM(2007)554.

    [24] M. Strubell et al., The diversity of language teaching in the European Union , 2007 (La diversità dell'insegnamento delle lingue nell'Unione europea) (Relazione alla Commissione europea, DG EAC) http://ec.europa.eu/education/policies/lang/key/studies_en.html.

    [25] Cifre chiave dell’insegnamento delle lingue a scuola in Europa , Eurydice, 2005, http://www.eurydice.org/portal/page/portal/Eurydice/showPresentation?pubid=049EN.

    [26] Cedefop Thematic Overviews (Rassegna tematica),http://www.trainingvillage.gr/etv/Information_resources/NationalVet/Thematic/.

    [27] I progetti innovativi in questo campo sono finanziati dal programma per l'apprendimento permanente e dal Fondo sociale europeo.

    [28] COM(2008) 425, Migliorare le competenze per il 21° secolo: un ordine del giorno per la cooperazione europea in materia scolastica

    [29] http://www.eu2008.si/en/News_and_Documents/Council_Conclusions/May/0521_EYC1.pdf.

    [30] http://www.eu2008.si/en/News_and_Documents/Council_Conclusions/May/0521_EYC-MULTILIN.pdf.

    [31] P. Franklin et al., Languages and Cultures in Europe (Lingue e culture in Europa) (LACE) http://ec.europa.eu/education/policies/lang/key/studies_en.html.

    [32] Williams, Strubell et al., Detecting and Removing Obstacles to the Mobility of Foreign Language Teachers (Rilevazione ed eliminazione degli ostacoli alla mobilità degli insegnanti di lingue straniere) , 2006 http://ec.europa.eu/education/policies/lang/key/studies_en.html.

    [33] Study on the needs and practice of the European audiovisual industry in respect of dubbing and subtitling (Studio su esigenze e prassi dell'industria audiovisiva europea in materia di doppiaggio e sottotitoli) http://ec.europa.eu/information_society/media/overview/evaluation/studies/index_en.htm.

    [34] http://ec.europa.eu/internal_market/imi-net/index_en.html,

    [35] Ad esempio la direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali (GU L 255 del 30.9.2005, pag. 22) o la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006, relativa ai servizi nel mercato interno (GU L 376 del 27.12.2006, pagg. 36-68).

    [36] Come, ad esempio, il programma Cultura.

    [37] Conclusioni concordate della terza conferenza euromediterranea dei ministri della cultura, Atene, 29-30 maggio 2008; Dichiarazione della presidenza alla conferenza sul tema "Nuovi paradigmi, nuovi modelli - La cultura nelle relazioni esterne dell'UE" , Lubiana, 13-14 maggio 2008. http://www.mzz.gov.si/si/zunanja_politika/kulturno_sodelovanje/nove_paradigme_novi_modeli_kultura_v_zunanjih_odnosih_eu/.

    [38] Il Parlamento europeo ha riconosciuto "l'importanza strategica delle lingue mondiali europee quali veicolo di comunicazione e strumento di solidarietà, cooperazione ed investimenti economici" e ha raccomandato pertanto che questo concetto sia "uno dei principali orientamenti della politica europea in materia di multilinguismo" - Risoluzione del Parlamento europeo su una nuova strategia quadro per il multilinguismo (2006/2983(INI))

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