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Document 52008DC0319

    Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio - Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo

    /* COM/2008/0319 def. */

    52008DC0319

    Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo e al Consiglio - Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo /* COM/2008/0319 def. */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 20.5.2008

    COM(2008) 319 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

    Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo

    1. Tutti i partner mediterranei dell'UE sono uniti all'Europa da stretti vincoli storici e culturali. Il partenariato euromediterraneo ha permesso di affrontare molte questioni strategiche regionali in materia di sicurezza, tutela dell'ambiente, gestione delle risorse marittime, relazioni economiche attraverso gli scambi di beni e servizi e gli investimenti, approvvigionamento energetico (paesi di produzione e di transito), trasporti, flussi migratori (origine e transito), convergenza normativa, diversità culturale e religiosa e comprensione reciproca. Occorre però mettere maggiormente in rilievo, soprattutto a livello politico, la centralità del Mediterraneo per l'Europa, l'importanza dei nostri legami, la profondità dei nostri rapporti storici e culturali e il carattere impellente delle sfide strategiche comuni.

    2. Il Consiglio europeo del 13-14 marzo 2008 ha approvato il principio di un'Unione per il Mediterraneo e ha invitato la Commissione a presentare proposte che definiscano le modalità del cosiddetto "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo".

    3. La Commissione ha valutato i risultati del processo di Barcellona e il suo contributo al dialogo, alla pace, alla stabilità e alla prosperità nella regione. La sua valutazione, condivisa dall'UE e da alcuni dei suoi partner più vicini, tiene conto anche delle carenze e delle difficoltà proprie di questo processo di cooperazione multilaterale a cui l'UE partecipa dal 1995. La presente comunicazione prende in considerazione i fattori suddetti ed espone le proposte della Commissione volte a sviluppare il "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo".

    4. La Commissione si è consultata con tutti i partner nell'Unione europea e nel Mediterraneo onde avere un'idea più chiara delle loro priorità e individuare il modo migliore per imprimere al processo un nuovo impulso politico e pratico.

    Oltre un decennio di cooperazione euromediterranea

    5. La regione mediterranea riveste un'importanza strategica fondamentale per l'Unione europea sul piano politico ed economico. Il processo di Barcellona è dal 1995 lo strumento centrale delle relazioni euromediterranee, con un partenariato di 39 governi e oltre 700 milioni di cittadini, e un quadro di impegno e sviluppo costante.

    6. Il processo di Barcellona è l'unica sede in cui tutti i partner mediterranei possono scambiare opinioni e avviare un dialogo costruttivo; il dialogo politico è regolarmente all'ordine del giorno delle riunioni dei ministri euromediterranei e degli alti funzionari. A dimostrazione del deciso impegno in favore della stabilità regionale e della democrazia attraverso la cooperazione e l'integrazione regionale, il processo intende avvalersi di questo consenso per proseguire sulla via delle riforme politiche e socioeconomiche e della modernizzazione. Il perdurare del conflitto in Medio Oriente, tuttavia, ha messo a dura prova la capacità del partenariato di salvaguardare i canali di dialogo fra tutti i partner.

    7. Il partenariato ha inoltre monitorato le iniziative volte a rafforzare la democrazia e il pluralismo politico mediante una maggiore partecipazione alla vita politica e continua a promuovere il rispetto di tutti i diritti umani e di tutte le libertà. Gli avvenimenti verificatisi a livello mondiale e regionale hanno tuttavia frenato il processo di riforma e scoraggiato un impegno più deciso in favore della governance e della democrazia partecipativa.

    8. Fra gli sviluppi positivi dell'ultimo decennio va sottolineata in particolare la natura sempre più centrale nel processo dei dialoghi con i vari interlocutori politici ed economici (società civile, comprese le organizzazioni femminili e i media).

    9. I diversi accordi e programmi di cooperazione in materia di istruzione e formazione hanno contribuito a rafforzare le capacità dei paesi in questione e rappresentano uno strumento prezioso per sviluppare il capitale umano e promuovere i valori culturali e societali nella regione. In quanto unica istituzione finanziata da tutti i partner, la Fondazione Anna Lindh per il dialogo fra le culture simboleggia l'impegno comune ad avviare un dialogo e a promuovere la comprensione reciproca delle questioni culturali e riconosce il ruolo chiave del dialogo interculturale ai fini di una convivenza pacifica.

    10. L'UE rimane il partner principale dei paesi mediterranei per gli scambi di beni e di servizi. Si sono fatti notevoli passi avanti verso la creazione di una zona euromediterranea di libero scambio entro il 2010. La graduale liberalizzazione del commercio con l'UE ha favorito le esportazioni e gli investimenti, mentre i servizi e, in misura minore, l'agricoltura, pari a due terzi del PIL, vengono inclusi solo adesso nella zona euromediterranea di libero scambio. L'integrazione economica sud-sud procede, anche se a rilento, ma non ha ancora raggiunto il suo pieno potenziale. La stabilità macroeconomica è migliorata, l'inflazione è notevolmente diminuita negli ultimi 10 anni e gli indicatori di sviluppo umano sono in evoluzione per quanto riguarda le condizioni di vita e la speranza di vita globale.

    11. I partner mediterranei dell'UE devono però approfondire e accelerare le riforme per godere dei potenziali benefici della globalizzazione, del libero scambio con l'UE e dell'integrazione regionale. Le riforme economiche, la progressiva liberalizzazione degli scambi di prodotti industriali con l'UE e i miglioramenti in termini di governance economica non sono bastati ad attrarre gli investimenti nazionali ed esteri necessari per innalzare il tenore di vita nella regione. I livelli di crescita, peraltro apprezzabili, non sono sufficienti. Le riforme attuate, pure incoraggianti, non sono all'altezza delle aspettative iniziali. Il libero scambio con l'UE ha favorito le esportazioni e gli investimenti. L'effetto combinato delle carenze suddette ha rallentato l'intero processo. A causa della crescita insufficiente e dell'espansione demografica ininterrotta, il divario di prosperità fra l'UE e la maggior parte dei paesi mediterranei si è accentuato e non vi è stata una convergenza economica effettiva. La formula "commercio più investimenti più cooperazione" è pertinente come nel 1995. Fermo restando che l'UE può fare di più per promuovere il commercio, gli investimenti e la cooperazione nella regione, i paesi della regione devono assolutamente cogliere queste opportunità nell'ambito delle loro politiche economiche interne.

    12. In sintesi, al notevole approfondimento delle relazioni multilaterali e bilaterali deve ora far seguito un'evoluzione qualitativa e quantitativa del partenariato per stimolare gli investimenti e l'occupazione e per ottimizzare l'uso delle risorse umane.

    13. Occorre ovviare a tutta una serie di carenze per trasformare il partenariato in un sostegno multilaterale delle strategie concordate di cooperazione a livello politico, di sicurezza, economico, sociale, didattico e culturale. L'importanza fondamentale del Mediterraneo nell'agenda strategica di tutti i partecipanti va ribadita in termini politici. È comune la preoccupazione per la mancanza di cotitolarità constatata fra i partner mediterranei. Si deve inoltre ovviare alla mancanza di un equilibrio istituzionale fra il peso dell'UE e quello dei partner mediterranei. Il processo di Barcellona risente inoltre di una scarsa visibilità e della frustrazione dei cittadini, i quali ritengono che non si presti molta attenzione ai loro problemi quotidiani e alle loro esigenze reali. Per trasformare gli obiettivi della dichiarazione di Barcellona in realtà tangibili occorrono un maggiore impegno e nuovi catalizzatori.

    Campo di applicazione e obiettivi principali

    14. La nuova iniziativa mira a rafforzare le relazioni multilaterali, incentivare la cotitolarità del processo e aumentarne la visibilità fra i cittadini. È giunto il momento di imprimere un nuovo impulso al processo di Barcellona.

    15. Gli elementi positivi del processo devono essere mantenuti e sviluppati. La validità della dichiarazione di Barcellona, dei suoi obiettivi e dei suoi settori di cooperazione rimane quindi immutata, e i "tre capitoli della cooperazione" (dialogo politico, cooperazione economica e libero scambio, dialogo umano, sociale e culturale) costituiranno anche in futuro il cardine delle relazioni euromediterranee. Rimarranno in vigore anche il programma di lavoro quinquennale adottato dal vertice di Barcellona del 2005 (compreso il quarto capitolo della cooperazione "Migrazione, integrazione sociale, giustizia e sicurezza") introdotto in quella fase), il programma di lavoro annuale 2008 adottato dai ministri degli Esteri in occasione della riunione di Lisbona del novembre 2007 e le conclusioni delle riunioni ministeriali settoriali.

    16. Basandosi sulle osservazioni formulate dalla maggior parte degli Stati membri dell'UE e dei partner mediterranei, la Commissione ritiene necessario mantenere e potenziare, per quanto possibile, le strutture attuali del processo di Barcellona, in particolare le riunioni tra alti funzionari euromediterranei, le riunioni del Comitato euromediterraneo e le riunioni a livello di esperti. Devono proseguire anche i dialoghi politici ed economici, che costituiscono una delle caratteristiche principali della dimensione multilaterale delle relazioni euromediterranee.

    17. Il “Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" sarà un partenariato multilaterale incentrato su progetti regionali e transregionali, che dovrebbe quindi aumentare il potenziale di integrazione regionale e di coesione. Ne faranno parte tutti gli Stati membri dell'UE, la Commissione europea, gli altri membri e osservatori del processo di Barcellona (Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Egitto, Giordania, Autorità palestinese, Israele, Libano, Siria, Turchia e Albania) e gli altri Stati costieri del Mediterraneo (Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Monaco).

    18. Il partenariato integrerà le relazioni bilaterali dell'UE con questi paesi, che continueranno nell'ambito dei quadri politici esistenti come la politica europea di vicinato e, nel caso della Mauritania, il contesto "Africa, Caraibi, Pacifico". Completerà inoltre la dimensione regionale della politica di allargamento dell'UE, che comprende i negoziati di adesione e il processo di preadesione. Sarà coerente e complementare anche con la strategia UE-Africa.

    19. La nuova iniziativa rilancerà il processo di Barcellona intervenendo su almeno tre fronti di notevole importanza in modo da:

    - innalzare il livello politico dei rapporti fra l'UE e i suoi partner mediterranei;

    - conferire una maggiore cotitolarità alle nostre relazioni multilaterali;

    - rendere queste relazioni più concrete e visibili attraverso nuovi progetti regionali e subregionali che interessino i cittadini della regione.

    Tutte le dimensioni del processo saranno aperte senza discriminazioni a tutti i partecipanti.

    Miglioramento delle relazioni

    20. La proposta di organizzare vertici biennali dei capi di governo riflette in maniera inequivocabile la volontà di rinsaldare i rapporti. Il primo vertice, che si terrà il 13 luglio 2008 a Parigi sotto la prossima presidenza francese, dovrebbe decidere formalmente di lanciare il "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" e definirne la struttura, le modalità di funzionamento e gli obiettivi principali. Le conclusioni del vertice dovrebbero comprendere anche una dichiarazione politica e, possibilmente, un breve elenco di progetti regionali concreti da avviare. Le conclusioni dovrebbero essere adottate all'unanimità.

    21. I vertici successivi si svolgeranno secondo la stessa linea, con l'adozione di una dichiarazione politica, l'approvazione di un vasto programma di lavoro biennale per il "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" e la selezione di una serie di progetti regionali concreti. I ministri degli Esteri si riuniranno tra un vertice e l'altro per valutare i progressi registrati nell'applicare le conclusioni del vertice precedente e preparare quelli successivi.

    22. In linea di massima, i vertici dovrebbero svolgersi a turno nell'UE e nei paesi partner mediterranei. I paesi in cui vengono organizzati i vertici o le riunioni ministeriali del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" dovrebbero invitare tutti i paesi che partecipano all'iniziativa.

    23. L'Assemblea parlamentare euromediterranea (EMPA) si è riaffermata come dimensione parlamentare del processo di Barcellona, costituendo una sede di dibattito, dialogo aperto e libero scambio di opinioni. L'EMPA dà slancio al partenariato adottando risoluzioni e raccomandazioni. L'Assemblea parlamentare euromediterranea assicurerà la rappresentanza parlamentare legittima dell'Unione per il Mediterraneo. La Commissione caldeggia il rafforzamento del ruolo dell'EMPA nelle relazioni con i partner mediterranei.

    Maggiore cotitolarità

    24. Durante le consultazioni e i contatti avuti dalla Commissione, è emerso il consenso inequivocabile di tutti i paesi circa la necessità di costruire un partenariato più forte attraverso una maggiore cotitolarità dei diversi processi. Le due proposte che hanno riscosso l'approvazione globale dei partner riguardano l'istituzione di una copresidenza e la creazione di un segretariato comune.

    Copresidenza

    25. Istituendo una copresidenza si rafforzeranno l'equilibrio e la titolarità condivisa della nostra cooperazione. Uno dei copresidenti proverrà dall'UE e l'altro dai paesi partner mediterranei. La loro funzione si estenderà all'intero partenariato.

    26. A livello dell'UE , l'istituzione di una copresidenza deve essere compatibile con le disposizioni relative alla rappresentanza esterna dell'Unione europea contenute nel trattato sull'Unione europea e nel trattato che istituisce la Comunità europea. Per il primo vertice, la presidenza rotante dell'UE eserciterà la presidenza per quanto riguarda l'UE. A decorrere dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, la presidenza per quanto riguarda l'UE sarà esercitata dal presidente del Consiglio europeo e dal presidente della Commissione (a livello dei capi di Stato e di governo) e dall'Alto rappresentante/vicepresidente della Commissione a livello dei ministri degli Esteri.

    27. La complessità del contesto regionale impone una selezione consensuale del copresidente per quanto riguarda i paesi partner mediterranei . Il copresidente per la parte mediterranea deve essere nominato per due anni. Il paese che assume la copresidenza per i partner mediterranei può ospitare il vertice del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo".

    Governance istituzionale e segretariato

    28. Un sistema più efficiente di governance istituzionale e la creazione di un nuovo segretariato daranno un ulteriore, notevole contributo alla promozione della cotitolarità e di un partenariato più equilibrato. Il "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" deve dare considerevole spazio ai progetti per risultare più visibile e pertinente.

    29. Miglioramento della governance istituzionale: Per una governance più efficace ed equilibrata, sarà creato un comitato di rappresentanti appositamente nominati da tutti gli Stati membri, dai partner mediterranei e dalla Commissione. Il "comitato misto permanente" avrà sede a Bruxelles e sarà composto da rappresentanti permanenti delle rispettive missioni a Bruxelles.

    30. Il comitato misto permanente :

    - sarà diretto dai rappresentanti delle copresidenze;

    - preparerà le riunioni degli alti funzionari e del comitato euromediterraneo assicurandone anche il follow-up;

    - aiuterà le copresidenze a preparare i vertici, le riunioni fra ministri degli Esteri e le riunioni ministeriali tematiche;

    - permetterà di reagire rapidamente in caso di situazioni di crisi nella regione che richiedano la consultazione dei partner euromediterranei;

    - la composizione e la copresidenza del comitato permanente saranno le stesse delle riunioni di alti funzionari/del comitato euromediterraneo;

    - la creazione di un comitato euromediterraneo permanente che si riunisca a scadenze regolari permetterebbe di ridurre la frequenza delle riunioni di alti funzionari/del comitato euromediterraneo.

    31. Il segretariato: In considerazione dei diversi pareri espressi, la Commissione è giunta alla conclusione che il segretariato del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" dovrebbe essere incaricato di proporre le iniziative comuni che saranno poi decise dagli organi politici e di garantire il follow-up delle decisioni relative ai progetti adottate dai capi di Stato e di governo.

    32. Il segretariato potrebbe avere una personalità giuridica separata con uno status autonomo. Modalità dettagliate al riguardo saranno sottoposte per approvazione ai ministri degli Esteri euromediterranei a novembre 2008.

    - Compiti: Il segretariato dovrebbe raccogliere le proposte di progetti (provenienti da varie fonti come le riunioni ministeriali settoriali, le autorità nazionali o regionali, i gruppi regionali, il settore privato e la società civile), esaminarle e proporre i progetti al comitato euromediterraneo, che fungerà da "camera di compensazione". I progetti accettati dal comitato euromediterraneo saranno sottoposti per approvazione al vertice tramite le conferenze dei ministri degli Esteri. In caso di approvazione, il vertice incaricherà il segretariato di assicurare il necessario follow-up avviando la promozione dei progetti e cercando i partner per la loro attuazione. I partner interessati parteciperanno di volta in volta al finanziamento e all'attuazione dei progetti secondo le rispettive procedure. Il segretariato riferirà al comitato Euromed.

    - Composizione: il segretariato sarà composto da funzionari distaccati dai partecipanti al processo, nell'intento di arrivare a un coinvolgimento dei partner mediterranei sufficiente per aumentare cotitolarità e partecipazione. Saranno selezionati di comune accordo un segretario generale di una parte e un vice segretario generale dall'altra. Il segretario generale nominerà il personale del segretariato in funzione delle competenze e dell'equilibrio geografico. L'organizzazione e l'organico del segretariato devono essere approvati dal comitato euromediterraneo.

    - Finanziamenti: i funzionari distaccati saranno retribuiti dalle rispettive amministrazioni. Le spese correnti del segretariato (personale di sostegno, materiale, ecc.) saranno coperte per metà dall'UE e per metà dai partner mediterranei.

    - La sede sarà scelta di comune accordo. Il paese ospitante metterà gratuitamente a disposizione i locali in cui avrà sede il segretariato.

    Progetti

    33. La dimensione dei progetti deve essere un elemento fondamentale del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo". I programmi attuati nell'ambito di questa iniziativa devono essere particolarmente atti a promuovere la coesione regionale, l'integrazione economica e le interconnessioni infrastrutturali. I progetti devono essere visibili e interessare i cittadini della regione.

    34. Il processo di selezione terrà conto dei seguenti aspetti:

    - il carattere regionale, subregionale e transnazionale dei progetti proposti, comprese le possibilità di cooperazione fra un numero limitato di paesi;

    - l'entità, la pertinenza e l'interesse dei progetti per tutti i partner;

    - il loro potenziale di promozione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, dell'integrazione regionale, della coesione e delle interconnessioni;

    - la loro fattibilità finanziaria, compresa l'ottimizzazione dei finanziamenti e della partecipazione del settore privato;

    - la loro maturità o il loro grado di preparazione ai fini di un rapido avvio.

    35. È opportuno preparare una serie di proposte di progetti, elaborate in funzione delle esigenze della regione e dei criteri di cui sopra, che saranno esaminate durante il vertice del 13 luglio. La Commissione ha individuato 4 progetti che ritiene particolarmente atti a promuovere crescita, occupazione, coesione regionale e sostenibilità per il Mediterraneo. Questi progetti, che figurano nell'allegato I della presente comunicazione, vengono sottoposti all'esame dei partner.

    36. Continueranno ad applicarsi le priorità stabilite nel programma indicativo regionale e gli eventuali contributi comunitari ai nuovi progetti regionali di cui all'allegato I non saranno finanziati a scapito delle assegnazioni bilaterali esistenti nell'ambito dello strumento europeo di vicinato e partenariato o dello strumento di preadesione (oppure nell'ambito del Fondo europeo di sviluppo per quanto riguarda la Mauritania).

    Finanziamenti

    37. L'UE e i suoi Stati membri erogano già finanziamenti consistenti a favore della regione mediterranea (per maggiori particolari, vedi l'allegato II). Per rafforzare il dispositivo esistente, il "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" dovrebbe poter mobilitare fondi supplementari a favore della regione, principalmente attraverso progetti regionali. Il suo valore aggiunto dipenderà in larga misura dalla sua capacità di attrarre risorse finanziarie più ingenti per i progetti regionali.

    38. Sebbene non sia possibile stanziare preventivamente fondi UE, si potrebbe prendere in considerazione il finanziamento di determinati progetti consoni agli obiettivi dei programmi regionali dell'Unione. Per quanto riguarda i finanziamenti provenienti dal bilancio dell'UE, continueranno ad applicarsi le normali regole di selezione e procedurali.

    39. Secondo la Commissione, i fondi supplementari per i progetti e le attività regionali dovrebbero provenire principalmente dalle fonti seguenti:

    - partecipazione del settore privato;

    - cooperazione bilaterale degli Stati membri dell'UE;

    - contributi dei partner mediterranei;

    - istituzioni finanziarie internazionali, banche regionali e altri fondi bilaterali;

    - il Fondo euromediterraneo di investimenti e partenariato (FEMIP) è stato creato nel 2002 per promuovere lo sviluppo del settore privato nella regione mediterranea onde stimolare maggiormente la crescita economica. Il FEMIP ha combinato prestiti BEI e risorse del bilancio UE per fornire assistenza tecnica, capitali di rischio e abbuoni d'interesse. Il Fondo è stato potenziato nel 2005 previo riesame.

    - ENPI (circa 50 milioni di euro all'anno già programmati per il periodo 2007-2010), Fondo investimenti per la politica di vicinato e strumento di cooperazione transfrontaliera in ambito ENPI, oltre agli altri strumenti applicabili ai paesi oggetto dell'iniziativa.

    Conclusioni e prossime fasi

    40. La Commissione invita il Consiglio europeo a discutere e approvare le proposte contenute nella presente comunicazione in occasione della riunione del giugno 2008. Tali proposte potranno quindi costituire la posizione dell'UE alla riunione inaugurale del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo", che si terrà a Parigi il 13 luglio 2008. La Commissione coinvolgerà pienamente il Parlamento europeo e l'EMPA nelle discussioni in corso su questa nuova iniziativa.

    * * *

    ALLEGATO I PROPOSTE DI PROGETTI

    Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo.

    Esempi di iniziative.

    La Commissione ha individuato quattro esempi di iniziative che soddisfano i requisiti stabiliti nella comunicazione. Si tratta di un elenco indicativo e non limitativo, aperto ad altri suggerimenti e ad altre proposte. Le iniziative rispondono all'esigenza di intensificare la cooperazione a livello regionale e subregionale, possiedono un effettivo potenziale di integrazione regionale e sono di natura inclusiva e non discriminatoria. Queste iniziative sono coerenti e complementari con una vasta gamma di attività e programmi attuati dalla Commissione a livello regionale e bilaterale nell'ambito del partenariato EuroMed. Tutti i progetti tranne uno (protezione civile) sono particolarmente atti a mobilitare finanziamenti dalle diverse IFI, incentivare i partenariati pubblico-privato e attrarre gli investimenti del settore privato.

    Autostrade del mare. Il settore dei trasporti è stato annoverato fra le priorità del partenariato euromediterraneo. Il concetto di autostrade del mare, emerso nell'ambito del partenariato euromediterraneo, sta ad indicare una combinazione di servizi integrati di trasporto merci lungo grandi assi di trasporto comprendenti una tratta marittima e intende conferire maggiore fluidità al commercio transmediterraneo. L'iniziativa del "Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo" permetterebbe di accelerare il processo, di agevolare la mobilitazione degli attori e dei finanziamenti e di lanciare lo sviluppo di altri assi/collegamenti/porti/mercati. In tale contesto, occorre aiutare i gruppi di lavoro euromediterranei per i trasporti "autostrade del mare" e "infrastrutture" a proseguire l'identificazione dei porti prioritari. Una volta selezionati i porti, occorrerà mobilitare le risorse finanziarie necessarie per la realizzazione (combinazione di fondi nazionali, multilaterali e privati e di fondi comunitari, in particolare il FIV). Interconnessione dell'autostrada del Maghreb arabo (AMA) La realizzazione dell'autostrada del Maghreb arabo (AMA) è una delle iniziative infrastrutturali più importanti dell'Unione del Maghreb arabo (UMA), destinata a creare una zona di integrazione economica regionale fra i cinque paesi membri dell'UMA (Mauritania, Marocco, Algeria, Tunisia, Libia). Tre di questi paesi (Marocco, Algeria e Tunisia) hanno già fatto notevoli progressi per la sua realizzazione a livello nazionale. Per completare l'opera e conferirle la debita rilevanza e il suo pieno significato, questi tre paesi devono decidere l'interconnessione delle rispettive reti secondo un tracciato prestabilito. Per poter effettivamente agevolare la circolazione delle merci e delle persone, tuttavia, questa costruzione delle reti internazionali deve essere accompagnata da misure governative di liberalizzazione degli scambi e di rimozione dei diversi ostacoli non tariffari. L'eventuale instaurazione di un regime di concessioni potrebbe interessare notevolmente il settore privato.

    Disinquinamento del Mediterraneo e buona gestione ambientale . La qualità dell'ambiente nel Mediterraneo risente sempre di più dello sviluppo non sostenibile. Nel 2006, i ministeri dell'Ambiente euromediterranei hanno deciso di varare l'iniziativa Orizzonte 2020 , adottando il relativo calendario per il periodo 2007-2013. Questo programma mira principalmente ad accelerare le iniziative in corso volte a disinquinare il Mediterraneo. Si svilupperanno tre componenti fondamentali: sostegno all'attuazione dell'iniziativa Orizzonte 2020 e promozione di una buona gestione ambientale, sostegno agli investimenti per la riduzione dell'inquinamento e creazione di un sistema comune di informazione ambientale per il Mediterraneo (SEIS). Sono in fase di preparazione o di attuazione nell'ambito dell'ENPI diversi programmi regionali e bilaterali, che contribuiranno direttamente al raggiungimento degli obiettivi di "disinquinamento del Mediterraneo". In tale contesto, il Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo riveste un duplice valore aggiunto, in quanto accentuerà la dimensione politica del disinquinamento del Mediterraneo e favorirà l'effetto leva finanziario degli investimenti volti a ridurre l'inquinamento, nonché i progetti intesi a sviluppare le capacità.

    Protezione civile. A livello europeo, nel 2001 è stato creato un meccanismo comunitario (MIC – Centro di informazione e monitoraggio) per favorire una maggiore cooperazione negli interventi della protezione civile. È di particolare importanza rafforzare questo tipo di cooperazione nella regione mediterranea, poiché il bacino mediterraneo è sempre più esposto a rischi di gravi catastrofi, soprattutto a causa dei cambiamenti climatici. La sicurezza marittima e il ruolo dell'EMSA (Agenzia europea per la sicurezza marittima) rappresentano una dimensione specifica della questione. A livello regionale, il programma Euromed per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle catastrofi (PRRC) intende sviluppare una conoscenza approfondita dei rischi di catastrofi e le capacità di risposta nella regione, potenziare le misure di prevenzione dei rischi esistenti a livello internazionale, nazionale e locale e migliorare le capacità di risposta degli organismi competenti. Il programma si prefigge pertanto di intensificare la collaborazione fra i principali responsabili della protezione civile e di avvicinare progressivamente al MIC i paesi partner mediterranei. Il programma opererà in stretta collaborazione con il meccanismo europeo di protezione civile e in sinergia con le attività della Commissione, del Consiglio d'Europa e dell'ONU. Si tratta quindi di una misura di potenziamento politico del partenariato euromediterraneo, con un vero e proprio valore aggiunto regionale, federatrice dal punto di vista politico, visibile per i cittadini e potenzialmente atta a favorire l'integrazione subregionale. Il nuovo impulso politico impresso dal Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo amplierà considerevolmente la portata del programma e procurerà, se del caso, fondi supplementari.

    Piano solare mediterraneo. Nel 2007, i ministri euromediterranei dell'Energia hanno ribadito gli obiettivi generali della cooperazione, vale a dire l'approfondimento dell'integrazione dei mercati energetici e la promozione dello sviluppo sostenibile, compresa l'energia solare. L'elaborazione e l'attuazione di un piano solare per il Mediterraneo devono inserirsi in questo contesto. La promozione attiva dell'energia solare nella regione è nell'interesse di tutte le parti. L'UE, che occupa già una posizione di predominio nel campo delle tecnologie connesse, è fermamente decisa a svilupparle ulteriormente. A termine, l'UE potrà importare elettricità di origine solare. Il piano dovrà assicurare in un primo tempo la mobilitazione delle autorità politiche ai massimi livelli, nonché delle istituzioni multilaterali e finanziarie, nell'ambito di una conferenza regionale. La Commissione europea potrebbe contribuire all'elaborazione del piano e offrire una sede in cui mantenere il necessario dialogo sulle politiche energetiche e sulle strategie settoriali nonché monitorare l'attuazione del piano. A tal fine, si potrebbe collaborare con il segretariato del Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo utilizzando, ad esempio, le risorse del progetto di assistenza tecnica MED-EMIP[1]. Si potrebbero associare anche altri partner.

    ***

    ALLEGATO II Sostegno finanziario dell'UE al processo di Barcellona

    Tra il 2000 e il 2006, la CE ha sostenuto il processo di Barcellona attraverso la sua linea di bilancio MEDA. Dal 2007, invece, il suo contributo è stato erogato attraverso la linea di bilancio ENPI (strumento della politica europea di vicinato) per i paesi interessati dal processo.

    Nel periodo 2000-2006, la Commissione ha erogato 4,6 miliardi di euro in favore degli otto paesi partner del processo di Barcellona* attraverso programmi di cooperazione bilaterale e regionali. Nel 2007 , la Commissione ha erogato attraverso l'ENPI 1,3 milioni di euro in favore di dieci** paesi partner.

    Il sostegno finanziario complessivo per il 2000-2007 ammonta a 5,9 miliardi di euro.

    Dati relativi ai singoli paesi:

    [pic]

    * Algeria, Cisgiordania e Gaza, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Siria e Tunisia.

    ** Israele e la Libia ricevono assistenza bilaterale dal 2007.

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    Sostegno ai palestinesi

    Oltre a ricevere un'assistenza finanziaria dalle linee di bilancio MEDA e ENPI, i palestinesi beneficiano di fondi provenienti da diverse altre linee di bilancio come quelle per il processo di pace, l'UNRWA (servizi sociali per 4,5 milioni di profughi), ECHO (aiuti umanitari) e la linea di bilancio per gli aiuti alimentari e la sicurezza alimentare.

    Su queste diverse linee di bilancio sono stati stanziati dal 2000-2007 2,4 miliardi di euro, con una media di 300 milioni di euro all'anno.

    Da qualche anno a questa parte, il sostegno finanziario a favore dei palestinesi ha registrato un forte aumento a causa del fabbisogno sempre più considerevole e degli sviluppi politici.

    A fronte di una media annuale di 245 milioni di euro nel periodo 2000-2004, il sostegno comunitario è ammontato a 280 milioni di euro nel 2005, a 340 milioni di euro nel 2006 e a 550 milioni di euro nel 2007. Anche gli Stati membri erogano aiuti di notevole entità, con 315 milioni di euro nel 2005, 385 milioni di euro nel 2006 e 405 milioni di euro nel 2007.

    Il sostegno complessivo a favore dei palestinesi erogato dall'UE nel 2007 è pertanto ammontato a 955 milioni di euro (contro 725 milioni di euro nel 2006 e 595 milioni di euro nel 2005).

    [1] "Euro-Mediterranean Energy Market Integration Project", varato nel 2008 su fondi MEDA.

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