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Document 52007IP0097

    Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2007 sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea (2006/2267(INI))

    GU C 27E del 31.1.2008, p. 207–214 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    52007IP0097

    Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2007 sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea (2006/2267(INI))

    Gazzetta ufficiale n. 027 E del 31/01/2008 pag. 0207 - 0214


    P6_TA(2007)0097

    Futuro del Kosovo e ruolo dell'UE

    Risoluzione del Parlamento europeo del 29 marzo 2007 sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'Unione europea (2006/2267(INI))

    Il Parlamento europeo,

    - vista la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999,

    - vista la relazione di valutazione globale dell'attuazione delle norme, presentata il 7 ottobre 2005 al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dall'inviato del Segretario generale delle Nazioni Unite competente in proposito (UN Secretary-General's Standards Review Envoy),

    - vista la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, contenuta nella dichiarazione del suo Presidente del 24 ottobre 2005, che ha recepito la proposta del Segretario generale di avviare i colloqui sullo status del Kosovo,

    - vista la nomina di Martti Ahtisaari, il 14 novembre 2005, a inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il processo di determinazione del futuro status del Kosovo,

    - vista la dichiarazione del Gruppo di contatto (Regno Unito, Francia, Germania, Italia, stati Uniti e Russia) del 31 gennaio 2006, in cui si sottolinea la natura specifica del problema del Kosovo — contraddistinto, secondo tale dichiarazione, dalla disintegrazione della Jugoslavia e dai conseguenti conflitti, dalla pulizia etnica e dai fatti del 1999, nonché dal protratto periodo di amministrazione internazionale ai sensi della risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza dell'ONU — e si sollecita, come migliore strategia da seguire, una tempestiva soluzione negoziata della questione,

    - viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre 2006, in cui si esprime pieno sostegno a Martti Ahtisaari per gli sforzi esplicati nella ricerca di una soluzione al problema dello status e si ribadisce la disponibilità dell'Unione a svolgere un ruolo significativo nell'attuazione del futuro accordo,

    - viste la relazione finale dell'inviato speciale sul futuro status del Kosovo e la proposta globale del 26 marzo 2007 per la definizione del futuro status del Kosovo,

    - visto l'articolo 45 del suo regolamento,

    - visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per il commercio internazionale (A6-0067/2007),

    A. considerando che i principi guida per la definizione dello status del Kosovo, adottati dal Gruppo di contatto il 7 ottobre 2005, pongono l'accento sul fatto che una soluzione negoziata dovrebbe essere una priorità internazionale e che il processo negoziale, una volta avviato, non può essere bloccato e deve essere portato a conclusione; che tali principi stabiliscono chiaramente che non è in alcun modo possibile tornare alla situazione esistente prima del marzo 1999, e che sono del pari esclusi qualsiasi smembramento del Kosovo e qualsiasi unione del Kosovo ad un altro paese o a una parte di un altro paese,

    B. considerando che negli anni '90 la popolazione del Kosovo ha subito atti di repressione e violenza sistematica che sono sfociati nel 1999 nell'espulsione di massa della popolazione civile, il che ha indotto il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, a seguito dell'intervento della NATO, a intervenire e a porre il territorio sotto il controllo civile e di sicurezza della comunità internazionale; considerando altresì che ciò ha creato una situazione senza precedenti sul piano del diritto internazionale,

    C. considerando che i fatti del marzo 2004, che vanno condannati, dimostrano il persistere di tensioni in Kosovo tra la comunità albanese e quella serba ed evidenziano la necessità di trovare una soluzione che garantisca i diritti di entrambe le etnie e di altri gruppi etnici, conformemente alle pubblicazioni dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), del Consiglio d'Europa e di altre organizzazioni competenti nel settore della tutela delle minoranze,

    D. considerando che la definizione del futuro status del Kosovo contribuirà alla sua crescita economica, all'emergere di una classe politica matura e allo sviluppo di una società tollerante e non segregazionista nella provincia,

    E. considerando che, malgrado i molteplici colloqui, non è stato purtroppo possibile raggiungere un accordo negoziato accettabile per entrambe le parti e tenendo conto del fatto che l'inviato speciale dell'ONU ha illustrato al Gruppo di contatto e al Segretario generale dell'ONU le proposte per un accordo,

    F. considerando che la determinazione definitiva non può essere dettata dalla minaccia di una radicalizzazione della situazione nel Kosovo o in Serbia, ma deve essere il risultato di una soluzione che tenga conto degli interessi di tutte le parti coinvolte,

    G. considerando che ulteriori ritardi nella definizione dello status del Kosovo potrebbero ripercuotersi negativamente sulla situazione già di per sé fragile e carica di tensione,

    H. considerando che i fatti del 1999, la lunga amministrazione internazionale transitoria e la nascita e il progressivo consolidamento delle Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo hanno creato una situazione eccezionale che rende irrealistica la reintegrazione del Kosovo all'interno della Serbia,

    I. considerando che le relazioni tra Kosovo e Serbia dovrebbero essere ulteriormente sviluppate, nell'interesse di tutta la popolazione del Kosovo e della Serbia in uno spirito di partenariato e di buon vicinato, dati gli stretti legami culturali, religiosi ed economici esistenti,

    J. considerando che la mancanza di fiducia tra le varie etnie, la situazione tuttora instabile e la necessità di sviluppare ulteriormente e consolidare in Kosovo istituzioni democratiche e multietniche richiedono, nel futuro immediato, una presenza internazionale costante,

    K. considerando che la comunità internazionale dovrebbe continuare ad investire nell'istruzione, viste in particolare le enormi sfide che dovranno affrontare i giovani kosovari,

    L. considerando che, stante la posizione strategica del Kosovo, l'Unione europea deve svolgere un ruolo centrale nel controllare, garantire e agevolare l'attuazione dell'accordo sullo status, contribuendo altresì alla creazione e al consolidamento di istituzioni democratiche nel Kosovo, mentre il Parlamento assolve alle proprie responsabilità di monitoraggio,

    M. considerando che il contributo dell'Unione europea deve essere tuttavia subordinato al rispetto di alcuni requisiti minimi per quanto riguarda la soluzione relativa allo status,

    N. considerando che l'accordo definitivo sullo status deve essere compatibile con l'Unione europea, ossia deve prevedere un quadro costituzionale compatibile con le prospettive europee del Kosovo e consentire all'Unione di avvalersi dell'intera gamma di strumenti di cui essa dispone,

    1. sostiene il processo in corso sotto l'egida dell'ONU inteso a determinare lo status definitivo del Kosovo e gli sforzi volti a creare un quadro valido in grado di garantire la stabilità e la tutela di tutte le comunità del Kosovo, nonché uno sviluppo economico e sociale duraturo e autonomo; appoggia la proposta globale di Martti Ahtisaari per un accordo sullo status del Kosovo e ritiene che la sovranità sotto la vigilanza della comunità internazionale sia l'alternativa migliore ai fini del conseguimento di tali obiettivi; si augura che, sulla base di tale proposta, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite adotti rapidamente una nuova risoluzione che sostituisca la risoluzione 1244 (1999);

    2. ritiene che l'unica soluzione accettabile per il Kosovo sia una soluzione che:

    - assicuri al Kosovo l'accesso alle istituzioni finanziarie internazionali e gli consenta così di avviare la sua ripresa economica e di gettare le basi per la creazione di posti di lavoro;

    - preveda una presenza internazionale in modo da preservare il carattere multietnico del Kosovo e salvaguardare gli interessi e la sicurezza della popolazione serba, dei Rom e di altre comunità etniche;

    - assicuri un sostegno internazionale in modo da garantire lo sviluppo di istituzioni efficienti e in grado di mantenersi autonomamente, per l'intera popolazione del Kosovo, che agiscano nel rispetto dello Stato di diritto e delle regole fondamentali della democrazia;

    - consenta al Kosovo di realizzare il desiderio di integrazione europea, che nel tempo lo porterà ad instaurare con i suoi vicini relazioni di reciproca interdipendenza;

    3. è del parere che qualsiasi soluzione riguardo al futuro status del Kosovo debba essere conforme al diritto internazionale;

    4. formula l'auspicio che la Serbia possa procedere senza indugio alla formazione di un governo stabile e palesemente filoeuropeo, che si impegni seriamente e costruttivamente alla ricerca di una soluzione al problema dello status del Kosovo; sottolinea che un tale governo è necessario anche ai fini della piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia e consentirà, in tali condizioni, la ripresa dei negoziati sull'Accordo di stabilizzazione e associazione tra la Serbia e l'Unione europea e la sua definitiva conclusione;

    5. ritiene che la soluzione definitiva dovrebbe comprendere tra l'altro gli aspetti seguenti:

    - chiara definizione del ruolo e del mandato della presenza internazionale civile e di sicurezza;

    - disposizioni chiare in materia di decentramento, che garantiscano una sostanziale autonomia in settori chiave come l'istruzione, la sanità e la sicurezza locale e, nel caso dei comuni serbi, consentano legami diretti ma trasparenti con Belgrado; tali disposizioni dovranno essere sostenibili dal punto di vista finanziario e non dovranno incidere sulle prerogative esecutive, legislative e di bilancio del Kosovo quale entità unitaria;

    - pieno rispetto dei diritti dell'uomo, tra cui l'obbligo di prevedere garanzie costituzionali per gli interessi vitali delle minoranze e dei profughi, nonché adeguati meccanismi per la salvaguardia di tali interessi;

    - tutela di tutti i siti culturali e religiosi;

    - disposizioni concernenti la costituzione di una forza di sicurezza multietnica kosovara, dotata di un equipaggiamento leggero, con capacità, funzioni e un campo d'azione limitati, e sottoposta alla rigorosa supervisione della KFOR, la Forza per il Kosovo posta sotto il comando della NATO;

    - garanzie internazionali dell'integrità territoriale di tutti gli Stati limitrofi;

    6. sottolinea che una soluzione in Kosovo non costituirà un precedente nel diritto internazionale, dal momento che il territorio è sotto amministrazione delle Nazioni Unite dal 1999 e la risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite prevedeva già disposizioni sulla necessità di risolvere la questione dello status definitivo del Kosovo; rileva pertanto che la situazione del Kosovo non può essere assolutamente paragonata a quella di altre regioni in conflitto che non sono sotto l'amministrazione delle Nazioni Unite;

    7. sottolinea che un accordo sul futuro del Kosovo deve prevedere anche meccanismi specifici per Mitrovica che garantiscano appieno i diritti e la sicurezza della comunità serba senza compromettere l'unità del Kosovo; ritiene che tali meccanismi dovrebbero essere posti sotto la supervisione diretta della comunità internazionale, in consultazione con Belgrado; ricorda tuttavia alla Serbia che tale coinvolgimento nel Kosovo è legato alla cooperazione della Serbia nell'attuazione dell'accordo sullo status definitivo;

    8. si compiace pertanto del fatto che la proposta di Martti Ahtisaari preveda un'ampia autonomia per la comunità serba e altre comunità, tra cui un sostanziale livello di autonomia comunale, conformemente ai principi europei di sussidiarietà e autogoverno;

    9. è dell'avviso che la comunità internazionale dovrebbe, per quanto possibile, strutturare la propria presenza in modo da assistere le autorità locali:

    - nell'attuazione dei termini dell'accordo;

    - nello sviluppo di una capacità istituzionale, amministrativa, giudiziaria e di polizia che sia autonoma ed etnicamente equilibrata;

    - nella realizzazione di progressi per quanto riguarda il rispetto delle norme ONU e dei parametri di riferimento dell'Unione europea in materia di stabilizzazione e associazione;

    10. ritiene pertanto che la presenza internazionale in Kosovo, ferma restando la necessità di prevedere un organico adeguato ai compiti ad essa affidati, non dovrebbe tradursi nella creazione di un'amministrazione parallela o in una copia dell'attuale amministrazione a guida ONU;

    11. sottolinea che la comunità internazionale deve disporre di poteri correttivi diretti — e, in alcuni casi limitati, di poteri sostitutivi diretti — in ambiti fondamentali come quelli indicati in appresso:

    - salvaguardia degli interessi vitali delle minoranze;

    - protezione di siti sensibili;

    - sicurezza;

    - apparato giudiziario e Stato di diritto in senso lato, in particolare la lotta contro la criminalità organizzata;

    12. sottolinea la necessità di maggiori sforzi a sostegno del rimpatrio di profughi e sfollati in tutto il Kosovo; rileva che la chiave del successo di un rimpatrio sostenibile risiede nella possibilità di trovare un lavoro e che occorre attualmente privilegiare uno sviluppo economico sostenibile; sottolinea inoltre la necessità di prestare particolare attenzione ai profughi che non sono di origine serba o albanese, ad esempio i Rom e gli Ashkali, compresi gli sfollati interni Rom che vivono nei campi di Kosovska Mitrovica;

    13. riconosce la necessità di un sistema d'istruzione inclusivo ed equo, che permetta agli alunni di etnia Rom e Ashkali di ricevere parzialmente un'istruzione in lingua Rom, coltivando in tal modo l'identità e la cultura di tali comunità minoritarie;

    14. sottolinea il ruolo importante che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve svolgere ai fini dell'adozione di una decisione definitiva sul futuro status del Kosovo; esorta l'Unione europea e i suoi Stati membri, in particolare quelli che sono anche membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ad appoggiare pienamente e attivamente una soluzione valida per il futuro status del Kosovo;

    15. ritiene che l'adozione di una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sia cruciale anche per il futuro impegno dell'Unione europea in Kosovo e che non debba essere previsto un maggiore coinvolgimento dell'Unione in assenza di una siffatta risoluzione;

    16. è convinto che l'Unione europea debba poter esprimere un parere decisivo sui termini definitivi dell'accordo, dato il suo ruolo centrale nell'attuazione dell'accordo stesso;

    17. ritiene che sulla questione del Kosovo gli Stati membri debbano cercare di conseguire una posizione unanime; invita dunque il Consiglio ad adoperarsi al fine di adottare una posizione comune sulla questione dello status in cui siano indicati i requisititi minimi di una soluzione sostenibile per il Kosovo che sia compatibile con l'Unione europea;

    18. ricorda che, conformemente all'articolo 19 del trattato sull'Unione europea, gli Stati membri rappresentati in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbero difendere detta posizione comune e tenere regolarmente informato il Consiglio dell'Unione europea in merito ai negoziati; chiede inoltre di essere regolarmente aggiornato;

    19. invita gli Stati membri dell'Unione europea che fanno parte del Gruppo di contatto a condividere le informazioni in loro possesso con il Consiglio e con tutti gli altri Stati membri e a migliorare il coordinamento e la cooperazione con questi ultimi, giacché sarà l'Unione europea nel suo insieme ad avere la responsabilità internazionale e a sostenere l'onere finanziario dell'accordo definitivo;

    20. sollecita gli Stati membri che sono membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in particolare i membri permanenti, a svolgere un ruolo costruttivo nel fare in modo che le due parti in causa diano prova di flessibilità e adottino una soluzione sostenibile e scevra di ambiguità sul Kosovo, sulla linea delle proposte presentate dall'inviato speciale, possibilmente con l'accordo delle due parti;

    21. si dichiara pronto a rendere disponibili le risorse supplementari necessarie per finanziare il futuro impegno dell'Unione europea nel Kosovo, ai fini dell'attuazione dell'accordo sullo status e a sostegno delle prospettive europee del Kosovo, a condizione che:

    - l'accordo sullo status appoggiato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tenga debitamente conto della posizione comune dell'Unione;

    - si svolgano adeguate consultazioni preliminari sulla portata, gli obiettivi, gli strumenti e le modalità della missione, affinché il Parlamento possa avere la certezza che le risorse siano commisurate ai compiti;

    - le risorse finanziare supplementari siano rese disponibili secondo i termini dell'Accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria [1]; e

    - una conferenza internazionale dei paesi donatori sia organizzata a tempo debito;

    22. sostiene l'istituzione di una missione politica europea di sicurezza e difesa (PESD) in Kosovo, che contribuisca all'esecuzione dell'accordo sullo status per quanto concerne lo Stato di diritto; ritiene che la missione PESD dovrebbe disporre di tutte le risorse necessarie a eseguire il proprio mandato e ad assumersi le notevoli responsabilità che le incomberanno;

    23. rammenta l'impegno assunto dalla Presidenza finlandese per conto del Consiglio, in relazione all'adozione del bilancio per l'esercizio 2007, di fornire al Parlamento informazioni dettagliate sulla portata, gli obiettivi e le probabili incidenze finanziarie dell'eventuale operazione man mano che avanza la pianificazione della missione;

    24. sottolinea che l'Unione europea è rappresentata in Kosovo sia dall'Ufficio di collegamento della Commissione, sia da organismi facenti capo al Segretario generale/Alto rappresentante del Consiglio; invita il Consiglio a considerare ulteriormente la questione volta a stabilire se l'organizzazione della sua presenza in Kosovo possa essere maggiormente razionalizzata e semplificata;

    25. esprime la propria preoccupazione per il modo in cui verrà gestita la transizione dalla Missione delle Nazioni Unite per l'Amministrazione provvisoria in Kosovo (UNMIK) al nuovo Ufficio civile internazionale; ricorda che l'UNMIK dovrebbe rimanere in Kosovo fino a quando il nuovo Ufficio non sarà stato organizzato e divenuto pienamente operativo; invita le Nazioni Unite e l'Unione europea a studiare soluzioni per evitare l'ulteriore perdita di esperti internazionali in ambiti strategici dell'amministrazione, in particolare in considerazione del fatto che le Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo avranno bisogno di tempo e di assistenza per rilevare dall'UNMIK talune competenze legislative ed esecutive;

    26. esorta l'OSCE a continuare a svolgere un ruolo importante in Kosovo una volta concluso l'accordo sullo status del territorio, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio e la verifica dei processi elettorali; invita al riguardo il Consiglio e l'OSCE a rafforzare la loro cooperazione nel settore dello Stato di diritto, con una chiara divisione dei compiti rispetto alla missione della Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD);

    27. manifesta il proprio sostegno all'enfasi posta dall'Unione europea sulla magistratura e sulla preminenza del diritto nella fase successiva al raggiungimento di un accordo, rilevando che si imporrà un trasferimento senza intoppi di responsabilità; chiede che sia definita una chiara e trasparente ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra i tribunali e le autorità giudiziarie nazionali del Kosovo e la prevista missione di mantenimento dell'ordine dell'Unione europea; chiede la piena rendicontabilità e il rispetto assoluto dello Stato di diritto per quanto riguarda le detenzioni e altre azioni da parte della KFOR;

    28. fa presente alle autorità del Kosovo che la comunità internazionale si aspetta che esse:

    - concentrino i propri sforzi sullo sviluppo della capacità istituzionale e amministrativa necessaria per assumere in ultima analisi le responsabilità sinora esercitate dall'UNMIK;

    - elaborino un concetto kosovaro di cittadinanza che si basi espressamente sul carattere plurilingue e plurietnico della regione, adottando nel contempo tutti gli accorgimenti per le diverse comunità etniche che costituiscono la popolazione del Kosovo;

    - lavorino seriamente e costruttivamente per la creazione di un paese e di una società multietnici, multiculturali, multiconfessionali e tolleranti, rispettosi dei diritti di tutti i gruppi etnici;

    29. sottolinea in tale contesto che la presenza internazionale si protrarrà in Kosovo sino a quando gli obiettivi di cui sopra non saranno stati effettivamente realizzati;

    30. esprime profonda preoccupazione per le violente manifestazioni esplose di recente in Kosovo, che stanno gravemente compromettendo la scorrevole prosecuzione del processo per raggiungere una soluzione pacifica al futuro status del Kosovo; invita entrambe le parti alla massima moderazione, rendendo in tal modo possibile una conclusione pacifica del processo di definizione dello status;

    31. ricorda inoltre alle autorità kosovare che, una volta definitivamente risolta la questione dello status, gli abitanti del Kosovo vorranno dal proprio governo che esso affronti i problemi attinenti alla vita quotidiana, come quelli relativi alla sicurezza, allo sviluppo economico, alla corruzione e alla criminalità organizzata, all'occupazione, alla disponibilità di servizi pubblici adeguati e all'uguaglianza di tutti davanti alla legge;

    32. invita l'Unione europea e le autorità del Kosovo a collaborare per creare le condizioni adatte al rafforzamento della crescita economica a vantaggio di tutte le comunità etniche kosovare; ribadisce la necessità di elaborare un piano di sviluppo economico a lungo termine, di ampio respiro e realistico, e di osservare appieno i principi fondamentali dello Stato di diritto, nonché di definire una dettagliata strategia anticorruzione, dotata delle necessarie risorse finanziarie;

    33. sottolinea la necessità di sostenere maggiormente lo sviluppo delle piccole e medie imprese (PMI) sulla base della Carta europea per le piccole imprese, approvata dal Kosovo; invita la Commissione a garantire l'accesso ai Fondi strutturali dell'Unione europea, a finanziare meglio i progetti collegati alle PMI e ad elaborare un quadro istituzionale volto a promuovere la cooperazione tra la Comunità e il settore privato nel Kosovo;

    34. sollecita i leader della comunità serba kosovara a riconoscere che un Kosovo democratico, decentralizzato ed economicamente valido è la soluzione più rispondente agli interessi serbi e ad impegnarsi nel processo successivo alla definizione dello status per garantire la piena applicazione delle disposizioni dell'accordo di diretto interesse per i serbi;

    35. invita il governo serbo a riconoscere che il futuro sta nello sviluppo di legami forti e trasparenti con il Kosovo nel contesto di un'integrazione regionale più approfondita e delle prospettive comuni di una futura adesione all'Unione europea;

    36. sottolinea l'assoluta importanza di individuare una soluzione al problema del futuro status del Kosovo sulla base delle proposte definitive di Martti Ahtisaari, ai fini della stabilità e dell'ulteriore sviluppo dell'intera regione; invita al riguardo i governi di tutti gli Stati limitrofi ad apportare un contributo positivo a tale processo e a rispettare gli attuali confini di Stato; sostiene inoltre l'idea che, a lungo termine, la soluzione del futuro status del Kosovo risieda anche nel fatto che sia la Serbia che il Kosovo dovrebbero poter entrare nell'Unione europea, insieme ai loro vicini, dal momento che il futuro dei Balcani Occidentali è nell'Unione europea;

    37. ribadisce che una solida integrazione del Kosovo nel processo di stabilizzazione e di associazione consentirà tra l'altro di rafforzare le relazioni economiche del paese con gli Stati membri e con i loro vicini nei Balcani Occidentali, nonché di facilitare il processo di stabilizzazione della regione;

    38. plaude alla firma degli accordi di libero scambio con l'Albania, l'ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Bosnia-Erzegovina e la Croazia; esorta l'amministrazione del Kosovo ad applicare pienamente tali accordi e ad assicurare la continuazione del libero scambio con la Serbia e il Montenegro;

    39. invita il Consiglio e la Commissione a procedere verso un accordo per la semplificazione dei visti per il Kosovo, nel quadro della fase successiva alla definizione dello status e in linea con quanto attualmente negoziato con i paesi vicini, tenendo conto dei problemi specifici del Kosovo, in particolare la mancanza di uffici consolari di numerosi Stati membri e l'uso, finora, di passaporti rilasciati dall'UNMIK.

    40. invita le autorità kosovare e serbe a cooperare pienamente tra di loro e con il Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia onde assicurare la consegna dei presunti criminali di guerra;

    41. ritiene che la pubblicazione della relazione di Martti Ahtisaari dovrebbe essere accompagnata da una vasta campagna di sensibilizzazione volta ad illustrare chiaramente e obiettivamente alle popolazioni interessate, inclusi i cittadini serbi, i termini della soluzione proposta e che l'Unione europea debba porre in rilievo un messaggio di coesistenza pacifica in relazione al Kosovo; è del parere che, riconoscendo i diritti della maggioranza e della minoranza, il Kosovo potrà godere di stabilità e prosperità;

    42. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al governo della Serbia e alle Istituzioni provvisorie di autogoverno del Kosovo, all'UNMIK, ai membri del Gruppo di contatto, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e all'inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il processo di determinazione del futuro status del Kosovo.

    [1] GU C 139 del 14.6.2006, pag. 1.

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