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Document 52007AR0312

    Parere del Comitato delle regioni — Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità

    GU C 105 del 25.4.2008, p. 34–39 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    25.4.2008   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 105/34


    Parere del Comitato delle regioni — Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità

    (2008/C 105/08)

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    ritiene che affrontare questioni di sanità pubblica, e in particolare gli aspetti connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità, comporti l'integrazione di strategie in vari campi, dall'alimentazione allo sport, dall'istruzione ai trasporti, alla produzione ed ai consumatori, prestando un'attenzione particolare all'aspetto sociale del problema,

    ritiene che la conoscenza delle diverse esperienze nazionali dovrebbe essere maggiormente considerata e diffusa a livello comunitario al fine di limitare l'eterogeneità degli interventi e di creare ulteriori strumenti per un'efficace lotta agli stili di vita dannosi,

    è convinto che la promozione di partenariati sia la risposta più efficace per risolvere i problemi dell'alimentazione, del sovrappeso e dell'obesità e ritiene che un approccio unico sia assolutamente insufficiente. L'unico approccio possibile nella prevenzione delle problematiche sanitarie, di cui un'alimentazione scorretta è la causa principale, consiste nell'intervento di tutte le parti in causa, a livello internazionale, nazionale, regionale e strettamente locale,

    chiede alla Commissione europea di prevedere, nel prossimo periodo di programmazione finanziaria, risorse specifiche, utilizzabili nel quadro dei fondi strutturali, per il raggiungimento degli obiettivi illustrati in questo parere,

    raccomanda che i singoli Stati e le regioni s'impegnino a proteggere i propri cittadini dai messaggi mediatici che, soprattutto attraverso i canali radio e televisivi, reclamizzano alimenti ad alto contenuto di grassi o di zuccheri. Stati e regioni potrebbero inoltre imporre «costi di pubblicità» elevati, se non addirittura pretendere che sulla etichetta di determinati prodotti compaiano informazioni aggiuntive sui loro possibili effetti dannosi,

    sostiene il rafforzamento delle alleanze tra enti pubblici ed enti esterni non sanitari attivi nel campo della produzione (per esempio nel settore dell'agricoltura) e della distribuzione degli alimenti, valorizzando le realtà operanti in ambito locale.

    Relatore

    :

    Mario MAGNANI, vicepresidente del Consiglio regionale Trentino-Alto Adige/Südtirol (IT/ALDE)

    Testo di riferimento

    Libro bianco — Una strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità

    COM(2007) 279 def.

    Raccomandazioni politiche

    IL COMITATO DELLE REGIONI

    1.

    ritiene che la salute costituisca una priorità di tutte le politiche e attività comunitarie, che dovrebbero pertanto garantire un elevato livello di tutela. In virtù dell'articolo 152 del Trattato CE la Comunità è infatti tenuta a svolgere un ruolo attivo per garantire la protezione della salute umana adottando, conformemente al principio di sussidiarietà, le misure che non possono essere adottate dai singoli Stati membri;

    2.

    sottolinea che, nella definizione e nell'attuazione di altre politiche o attività comunitarie, dovrebbero essere prese in considerazione le esigenze inerenti alla protezione dei consumatori: l'Unione deve infatti promuovere il loro diritto all'informazione, all'educazione e all'organizzazione per la salvaguardia dei propri interessi, incoraggiando un'alimentazione sana e stili di vita salutari;

    3.

    ricorda che l'azione comunitaria è indirizzata al miglioramento della sanità pubblica, alla prevenzione delle malattie e delle affezioni e all'eliminazione delle fonti di pericolo per la salute umana, e che essa completa le politiche nazionali;

    4.

    invita pertanto la Commissione a rispettare le competenze degli Stati membri in materia di organizzazione e fornitura di servizi sanitari e assistenza medica, riconoscendole però la possibilità — al fine di rendere più efficaci gli interventi — di proporre i modelli operativi messi in atto dalle regioni che hanno raggiunto i risultati migliori; ricorda inoltre che per quanto concerne la promozione dell'attività fisica e dello sport, le azioni dell'Unione europea devono necessariamente affiancarsi a quelle attuate dagli Stati membri nonché dai loro enti locali e regionali, con il possibile coinvolgimento di altre istituzioni quali i centri di istruzione universitari e non universitari;

    5.

    prende atto che il Consiglio ha ripetutamente invitato la Commissione a sviluppare azioni nel settore dell'alimentazione e dell'attività fisica. La consultazione relativa al Libro verde ha inoltre evidenziato che il contributo atteso dall'UE implica la collaborazione con diversi attori a livello nazionale, regionale e locale, e ha messo in luce, da un lato, la necessità di assicurare coerenza alle politiche comunitarie e, dall'altro, l'importanza di un approccio multisettoriale;

    6.

    ritiene che l'obiettivo del Libro bianco sia quello di definire un approccio integrato europeo destinato a ridurre i problemi sanitari causati da un'alimentazione scorretta, dalla ridotta attività fisica, dal sovrappeso e dall'obesità. Ritiene altresì che uno strumento indispensabile a questo fine sia la stesura di linee guida metodologiche per favorire, a livello regionale e locale, la creazione di reti tra i servizi realmente operativi ed efficienti;

    7.

    rileva che per ottenere una risposta ottimale ai problemi connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità si debba promuovere sia la complementarità che l'integrazione dei vari settori strategici pertinenti (approccio orizzontale) e dei vari livelli d'azione (approccio verticale);

    8.

    condivide gli obiettivi del Libro bianco e ritiene fondamentale il ruolo delle regioni e degli enti locali nell'elaborazione di progetti attuativi in grado di ridurre i danni, a tutti i livelli, derivanti da un'alimentazione e da stili di vita non corretti;

    9.

    apprezza la posizione della Commissione secondo cui, in diversi settori, i livelli d'azione principali sono non solo quelli nazionali o locali, ma anche quelli transnazionali caratterizzati dalla cooperazione tra comunità di diversi paesi che presentano elementi di omogeneità culturale, territoriale e sociale;

    10.

    raccomanda pertanto che l'azione dell'Unione europea sia orientata al completamento, al miglioramento, al coordinamento e alla diffusione delle azioni intraprese a livello nazionale o regionale, oppure ad affrontare questioni che rientrano specificamente nell'ambito delle strategie comunitarie;

    11.

    ritiene, infatti, che qualsiasi strategia sia efficace solo se sostenuta da attività sul territorio e da iniziative concrete degli enti locali; per tale ragione reputa auspicabile il coinvolgimento delle istituzioni regionali e locali nelle attività dell'UE basate sull'articolo 152 del Trattato CE;

    12.

    sottolinea che l'esistenza di problemi correlati all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità nei diversi Stati membri non richiede necessariamente una soluzione unitaria a livello europeo;

    13.

    apprezza il fatto che la Commissione riconosca la diversità dei regimi alimentari negli Stati membri e l'importanza della differenza nell'approccio strategico praticato in Europa; si compiace del fatto che essa ribadisca che è essenziale che le azioni continuino ad essere sviluppate a livello regionale e locale in quanto livello di governo più vicino ai cittadini, affermando esplicitamente che «gli interventi a questi livelli sono d'importanza vitale per adattare ai contesti locali specifiche impostazioni progettate e convalidate a livello generale»;

    14.

    è dell'avviso che la lotta contro i problemi di salute sia un compito a lungo termine. Anche gli investimenti in misure di contrasto al sovrappeso e all'obesità vanno quindi effettuati nell'arco di diversi anni.

    Sui principi dell'azione

    15.

    Ritiene che affrontare questioni di sanità pubblica, e in particolare gli aspetti connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità, comporti l'integrazione di strategie in vari campi, dall'alimentazione allo sport, dall'istruzione ai trasporti, alla produzione ed ai consumatori, prestando un'attenzione particolare all'aspetto sociale del problema. Sottolinea, tuttavia, che l'aspetto sanitario è quello che incide maggiormente sui bilanci e sulla qualità della vita;

    16.

    ravvisa una forte criticità costituita dall'insufficiente censimento degli attori coinvolgibili, e di quelli pubblici in particolare. Implementare progetti che abbiano un'oggettiva disponibilità di risorse tecniche ed economiche, verificando l'esistenza di ben definiti protocolli di integrazione e collaborazione, richiede il rispetto di due priorità: da un lato, il censimento regolare delle risorse esistenti specie nel settore sanitario pubblico, dall'altro, la predisposizione di protocolli di collaborazione prima di pianificare qualsiasi intervento;

    17.

    ritiene che la prevenzione primaria, ovvero quella volta a evitare l'insorgenza delle malattie, è l'approccio più efficace rispetto ai problemi sanitari legati a sovrappeso, obesità, patologie cardiovascolari, diabete, ictus, ecc. È infatti scientificamente provato che l'alimentazione e lo stile di vita svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione e nell'insorgenza di tali patologie. Nei soggetti in sovrappeso od obesi si devono attuare anche progetti di prevenzione secondaria, e cioè su controllo delle complicanze, che altro non sono se non interventi di cura dell'obesità;

    18.

    ritiene indispensabile agire direttamente sui determinanti di una sana e corretta alimentazione, come su tutti quei cofattori che contribuiscono al mantenimento di un corretto peso corporeo come l'attività fisica, la cultura, le abitudini e le tradizioni, l'informazione, il contesto socioeconomico, le produzioni agricole, l'industria degli alimenti, le infrastrutture e i trasporti;

    19.

    è dell'avviso che le azioni debbano mirare ad affrontare le cause all'origine dei rischi sanitari e che esse si riferiscano a vari settori strategici governativi e a vari livelli di governo, mettendo in evidenza che il livello regionale e locale è fondamentale per la riuscita dei progetti;

    20.

    ritiene fondamentale che la strategia proposta dalla Commissione comporti l'intervento degli attori privati, quali l'industria alimentare e la società civile, nonché di attori locali, quali scuole, altri centri di istruzione e organizzazioni sanitarie, in cui dovrebbero essere istituiti e potenziati servizi specifici;

    21.

    ritiene che la conoscenza delle diverse esperienze nazionali, come ad esempio l'esistenza in alcuni paesi di scuole di specializzazione in scienza dell'alimentazione per personale laureato, dovrebbe essere maggiormente coltivata e diffusa a livello comunitario al fine di limitare l'eterogeneità degli interventi e di creare ulteriori strumenti per un'efficace lotta agli stili di vita dannosi;

    22.

    sottolinea l'importanza di organizzare un'estesa attività di monitoraggio nel corso dei prossimi anni. Ritiene, tuttavia, che occorra uno sforzo particolare per cercare di definire da subito quali attori tecnici e pubblici avranno la responsabilità di questa funzione. Vi è inoltre urgente necessità di modificare i parametri utilizzati dagli istituti di statistica per il rilevamento delle abitudini alimentari della popolazione. Per questi rilevamenti occorrono dati quantitativi, seppur approssimativi. Il Comitato ritiene quindi importante monitorare le misure adottate e misurarne i risultati.

    Sull'approccio di partenariato

    23.

    È convinto che la promozione di partenariati sia la risposta più efficace per risolvere i problemi dell'alimentazione, del sovrappeso e dell'obesità e ritiene che un approccio singolo sia assolutamente insufficiente. L'unico approccio possibile nella prevenzione delle problematiche sanitarie di cui un'alimentazione scorretta è la causa principale, consiste nell'intervento di tutte le parti in causa, a livello internazionale, nazionale, regionale e strettamente locale;

    24.

    sostiene che solo da un approccio che preveda un partenariato tra soggetti pubblici e tra questi e i privati, comprese le associazioni dei consumatori, potranno risultare i necessari cambiamenti culturali, ambientali ed economici in grado di riflettersi sui comportamenti e sulle abitudini «nocive» per la salute. Il coordinamento e la supervisione dovrebbero però essere affidati ad attori istituzionali pubblici;

    25.

    sottolinea che in ambito sociale, anche ai fini del superamento delle differenze socioeconomiche nella popolazione, gli interventi in materia di promozione di sani consumi alimentari dovrebbero essere rivolti ai singoli individui ed essere al contempo complementari ad interventi «strutturali» che coinvolgano tutti i successivi interessati: iniziative sulle conoscenze dovrebbero integrarsi con politiche indirizzate a garantire una migliore accessibilità ad alimenti sani;

    26.

    è dell'avviso che sia indispensabile creare alleanze tra i decisori della sanità, dell'economia, dell'agricoltura, dello sport, delle politiche sociali, dei produttori, dei distributori, dei dettaglianti e dei consumatori;

    27.

    ritiene pertanto necessario sviluppare partenariati per un intervento a livello europeo e rafforzare le reti locali in vista delle azioni da intraprendere, diffondendo specifiche linee guida metodologiche e scientifiche. Ritiene, inoltre, che occorra favorire l'inserimento della scienza dell'alimentazione come materia consigliata nei programmi universitari in ambito sanitario.

    Il rafforzamento delle reti locali e il ruolo delle politiche comunitarie

    28.

    Approva e propugna il fatto che l'UE abbia la responsabilità ulteriore di coordinare lo sforzo degli Stati membri, predisponendo a tal fine delle linee guida in materia di «consumatori consapevoli», «proposte per una dieta sana ed equilibrata» e «attività fisica», nonché di fungere da supporto scientifico con i suoi comitati e con l'EFSA;

    29.

    giudica opportuno tener conto dell'esperienza acquisita e delle buone pratiche elaborate nell'ambito della «Rete europea delle scuole promotrici di salute (ENHPS)»;

    30.

    in tal senso, ritiene che spetti all'UE attivarsi — monitorando gli sforzi degli Stati membri — al fine di favorire la diffusione e il confronto reciproco delle esperienze, creando un circolo virtuoso cui consegua la divulgazione e l'applicazione dei modelli che si saranno dimostrati più efficaci;

    31.

    sottolinea l'importanza di organizzare un confronto annuale fra le regioni europee che avranno elaborato e attuato il modello di prevenzione che ha prodotto i risultati migliori; la Commissione dovrebbe perciò considerare la possibilità di creare una banca dati che offra agli Stati membri un accesso agevole alle diverse esperienze in questo campo;

    32.

    chiede alla Commissione europea di prevedere, nel prossimo periodo di programmazione finanziaria, risorse specifiche, utilizzabili nel quadro dei fondi strutturali, per il raggiungimento degli obiettivi illustrati in questo parere.

    Le azioni degli Stati membri

    33.

    Accoglie favorevolmente il fatto che la Commissione riconosca che le azioni da realizzare nei propri ambiti di competenza hanno l'obiettivo di sostenere o completare le azioni degli Stati membri. Ricorda che l'articolo 152, paragrafo 2, del Trattato CE prevede che la Comunità incoraggi la cooperazione tra gli Stati membri in questo settore e, ove necessario, appoggi la loro azione; sostiene la possibilità per la Commissione di intraprendere, in stretto contatto con gli Stati membri, ogni iniziativa utile a promuovere il coordinamento delle rispettive politiche ed i rispettivi programmi; sottolinea la necessità che gli Stati membri concentrino le proprie azioni soprattutto sui problemi connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità;

    34.

    raccomanda che in questo senso i singoli Stati e le regioni s'impegnino a proteggere i propri cittadini dai messaggi mediatici che, soprattutto attraverso i canali radio e televisivi, reclamizzano alimenti ad alto contenuto di grassi o di zuccheri. Stati e regioni potrebbero inoltre imporre dei «costi di pubblicità» elevati, se non addirittura pretendere che sulla etichetta di determinati prodotti compaiano informazioni aggiuntive sui loro possibili effetti dannosi (ad esempio, si potrebbe richiedere di indicare la presenza di grassi trans e la percentuale di grassi saturi, monoinsaturi, polinsaturi). È inoltre dell'avviso che incentivare economicamente l'utilizzo di ingredienti «salutari» e penalizzare fortemente, sul piano economico, l'utilizzo di alimenti nutrizionalmente sbilanciati o inadeguati potrebbe rappresentare un'ulteriore misura applicabile;

    35.

    è dell'avviso che, per potenziare l'informazione su uno stile di vita sano — e in special modo quella mirata ai bambini e ai giovani — la diffusione di informazioni su Internet sia particolarmente utile. I progetti già attuati rappresentano un'esperienza positiva, che fra l'altro ha rivelato un'efficacia sorprendente rispetto ai costi.

    Le azioni delle regioni e degli enti locali

    36.

    Impegna gli enti locali e regionali a proporre «alternative sane» rispetto a comportamenti non corretti, utilizzando l'approccio delle «stagioni della vita» e informando i cittadini sulle buone pratiche da seguire in campo alimentare durante tutto il ciclo vitale;

    37.

    rammenta che, nell'ambito di ogni regione, vanno attivati programmi di formazione e di informazione al fine di prevenire, già durante il periodo della gestazione, eccessivi e rapidi aumenti di peso della gravida, dato che questi si riflettono in modo preciso sul nascituro e sul suo peso futuro. Sottolinea inoltre la necessità di evitare, nei primi cinque mesi di vita e nella prima età scolare, aumenti eccessivi di peso che condizionano la disposizione futura al sovrappeso;

    38.

    raccomanda di promuovere, nell'ambito dello sport giovanile, sia lo sport di massa che quello agonistico, e di far sì che entrambi si fondino su un sistema di valori che ponga in primo piano il piacere, il gioco e il diritto di ciascuno a partecipare secondo le proprie capacità individuali; nello stesso tempo, si dovrebbe stimolare l'attività fisica non più solo nei singoli individui ma all'interno dell'intera famiglia: una famiglia che «si muove» produce figli che si muovono;

    39.

    ritiene necessario contrastare la cultura della comodità: la cultura della produzione industriale del cibo è una trappola che ha trasformato il piacere del cibo in una scelta tra alimenti grassi e dolci da una parte, e diete restrittive dall'altra;

    40.

    constata con rammarico che il piacere del movimento viene spesso ridotto a «esercizio», inteso come attività costrittiva a cui molti resistono;

    41.

    ribadisce il proprio sostegno al gioco infantile e a quello giovanile: è di certo fondamentale — come sottolinea il Libro bianco — approfondire le conoscenze sui determinanti delle scelte alimentari e di comportamento, ma occorre anche favorire, in modo moderno, una cultura sociale analoga a quella che era alla base delle società tradizionali, ove l'obesità e le malattie da stili di vita non sani erano quasi del tutto assenti;

    42.

    incoraggia a restituire lo spazio fisico all'uomo e all'umano: occorre favorire il gioco infantile e giovanile libero, sia nell'organizzazione della scuola che nella progettazione delle nostre case e delle nostre città. Sottrarre spazi ai parcheggi per dedicarli al gioco nei cortili significa non solo prevenire sovrappeso e obesità ma anche prevenire l'ipertensione e le malattie cardiovascolari, che sono la prima causa di morte in Europa;

    43.

    raccomanda, nell'ambito della pianificazione urbana, di prevedere percorsi pedonali di avvicinamento agli edifici scolastici «in sicurezza» per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, nonché di garantire la sicurezza degli impianti sportivi, delle aree da gioco e delle strutture ricreative.

    Promuovere una sana alimentazione

    44.

    Esorta a partecipare attivamente alla rete delle città sane promossa dall'OMS, ricordando però che il senso dell'iniziativa non si limita a promuovere un'alimentazione sana, ma si estende anche alla conservazione di un ambiente sano, a una vita socialmente attiva e a un'attività fisica completa, come basi della salute;

    45.

    ritiene necessario pianificare campagne periodiche di educazione alimentare basate sul principio «meno grassi animali, maggiore uso di frutta e verdura» e promuovere l'elaborazione di «linee guida regionali» concordate con la Commissione europea;

    46.

    ritiene fondamentale che i consumatori siano meglio informati sull'importanza per la propria salute della propria dieta e stile di vita e sottolinea che essi vanno difesi da messaggi pubblicitari ingannevoli o quantomeno subdoli. A tal fine, l'UE potrebbe sfruttare le competenze scientifiche dell'EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), per quanto riguarda ad esempio la composizione di taluni alimenti, l'uso degli additivi, così come la veridicità dei messaggi pubblicitari e di quelli trasmessi con l'etichettatura;

    47.

    ritiene opportuno incoraggiare la realizzazione di programmi di educazione alimentare nelle scuole di ogni ordine e grado, con particolare riguardo alla scuola materna ed elementare;

    48.

    al fine di promuovere una sana alimentazione sin dall'età scolare, incoraggia il coinvolgimento diretto del mondo della refezione scolastica, delle famiglie, degli insegnanti, dei pediatri e del servizio medico scolastico, attori che possono avere un ruolo significativo nell'educazione alimentare;

    49.

    ritiene necessario assicurare la sorveglianza del fenomeno sovrappeso/obesità con particolare riferimento all'età scolare, sottoponendo a valutazione le eventuali iniziative di prevenzione introdotte e riservando una particolare attenzione ai disturbi del comportamento alimentare.

    Promuovere l'attività fisica

    50.

    Accoglie con favore la realizzazione di campagne informative su larga scala e ad alta intensità che utilizzano i principali mezzi d'informazione e sostiene la produzione di guide informative rivolte alla generalità della popolazione che puntino a valorizzare anche l'attività fisica quotidiana non legata ad ambienti chiusi e/o specialistici (palestre);

    51.

    invita gli enti regionali e locali a realizzare iniziative volte a promuovere l'attività fisica, ad esempio attraverso l'esposizione in punti strategici (come quelli di accesso agli ascensori) degli edifici pubblici di cartelli che suggeriscano l'opportunità di salire le scale a piedi;

    52.

    auspica una maggiore consapevolezza dell'importanza dell'attività fisica nei programmi di educazione scolastici, ad iniziare dal primo ciclo. A tal fine, gli insegnanti devono essere adeguatamente informati e sollecitati a valorizzare le risorse strutturali presenti in tutte le scuole, dando dignità e valore all'attività fisica;

    53.

    accoglie favorevolmente il potenziamento delle occasioni di attività fisica strutturata per adulti che comportino la collaborazione tra organismi pubblici ed enti o associazioni operanti sul territorio. Sottolinea la necessità di favorire l'accesso alle attività (quote di iscrizione, orari adatti alla popolazione di riferimento) e di monitorare la qualità delle iniziative proposte (tipologia dell'attività, durata, adeguatezza degli spazi, sistema di trasporti per l'accesso facilitato, formazione e qualificazione degli insegnanti);

    54.

    ritiene che gli enti regionali e locali possano promuovere l'attività fisica della popolazione anche attraverso la valorizzazione delle risorse ambientali del territorio, sia potenziando i percorsi urbani (piste ciclabili, spazi di passeggio, trasporti non motorizzati con garanzie di sicurezza) sia promuovendo occasioni di svago sul territorio (pedalate e passeggiate), che tengano conto anche del diritto alla mobilità dei diversamente abili garantendo l'accessibilità completa dei percorsi;

    55.

    sostiene la necessità di impartire una formazione agli operatori sanitari sull'importanza di promuovere l'attività fisica nei cittadini. I medici generici dovranno conoscere le raccomandazioni internazionali basate su prove di efficacia e poter disporre di tutte le informazioni relative alla tipologia di attività da consigliare e alle offerte disponibili sul territorio di competenza per poter svolgere correttamente la loro funzione di consulenza occasionale. La formazione di base e continua del personale sanitario, e soprattutto dei medici, dovrebbe includere la promozione della salute.

    Ruolo dei soggetti privati

    56.

    Ritiene che gli attori privati abbiano un ruolo determinante nel promuovere le scelte dei consumatori e nel conferire loro la capacità di compiere delle scelte orientate ad uno stile di vita sano: le loro azioni in questo settore possono completare le politiche governative e le iniziative legislative a livello europeo e nazionale;

    57.

    anche al fine di valorizzare l'approccio di partenariato proposto dalla Commissione, accoglie favorevolmente il coinvolgimento dei gestori dei grandi punti di aggregazione (centri commerciali, outlet), dei ristoratori e dei distributori per la realizzazione di piatti salutari e la relativa promozione attraverso precise indicazioni sui menu;

    58.

    incoraggia le industrie alimentari, su base volontaria o attraverso la cooperazione delle associazioni dei consumatori, a sviluppare «codici di comportamento virtuosi» e/a «riformulare» l'apporto calorico e nutrizionale dei propri alimenti, prevedendo degli incentivi anche economici per l'industria che decida di impegnarsi in questa direzione;

    59.

    è convinto che il mondo dei media (televisione, radio, Internet e giornali) potrebbe essere coinvolto, mediante varie forme di partnership, in campagne di educazione alimentare e nella sottoscrizione di codici di autoregolamentazione sulla pubblicità «dannosa»;

    60.

    sostiene il rafforzamento delle alleanze tra enti pubblici ed enti esterni non sanitari attivi nel campo della produzione (per esempio nel settore dell'agricoltura) e della distribuzione degli alimenti, valorizzando le realtà operanti in ambito locale.

    Cooperazione internazionale

    61.

    Rammenta che in virtù dell'articolo 152, paragrafo 3, del Trattato CE, la Comunità e gli Stati membri favoriscono la cooperazione con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia di sanità pubblica;

    62.

    ravvisa l'opportunità che le regioni agiscano in accordo e in cooperazione con i rispettivi ministeri nazionali (Salute, Politiche sociali, Istruzione, ecc.). A tal fine, raccomanda una collaborazione con l'Ufficio per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che si è già proposta di coordinare altre organizzazioni internazionali (FAO, Unicef, OIL, OCSE) nel supporto all'implementazione di iniziative volte all'individuazione dei bisogni delle singole regioni, alla mappatura della situazione, dei trend e delle strategie poste in atto, e infine alla raccolta, analisi e diffusione delle evidenze scientifiche relative all'efficacia degli interventi realizzati;

    63.

    ritiene necessario collaborare con l'OMS per la messa a punto di un sistema di sorveglianza in materia di alimentazione e attività fisica, anche in vista dell'adozione del Secondo piano d'azione in materia di alimentazione e nutrizione;

    64.

    sottolinea la particolare importanza di collaborare con i paesi che hanno già sviluppato una propria strategia sull'obesità, per integrare reciprocamente esperienze e conoscenze;

    65.

    è dell'avviso di valorizzare le conoscenze sulle abitudini e stili di vita locali in grado di svolgere un'azione di contrasto nei confronti di sovrappeso, obesità e malattie metaboliche (diabete, malattie degenerative). In tal senso, ricorda che l'OMS ha promosso delle esperienze per il recupero in varie popolazioni ed etnie di forme tradizionali di cura e stili di vita salutari;

    66.

    sostiene la realizzazione di studi di tipo epidemiologico su sovrappeso, obesità e diabete, in quanto disturbi da considerare oggi come una vera emergenza.

    Bruxelles, 6 febbraio 2008.

    Il presidente

    del Comitato delle regioni

    Luc VAN DEN BRANDE


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