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Document 52006DC0502

    Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Mettere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell'innovazione per l'UE

    /* COM/2006/0502 def. */

    52006DC0502




    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 13.9.2006

    COM(2006) 502 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Mettere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell'innovazione per l'UE

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

    Mettere in pratica la conoscenza: un’ampia strategia dell'innovazione per l'UE

    1. IL NOSTRO FUTURO DIPENDE DALL'INNOVAZIONE

    In breve tempo la globalizzazione ha trasformato l’economia mondiale, aprendo nuove opportunità e nuove sfide. In questo nuovo ordine economico, l'Europa non può competere se non diventando più inventiva, rispondendo meglio alle esigenze e alle preferenze dei consumatori e innovando di più.

    I cittadini europei sono preoccupati da grandi questioni quali il cambiamento del clima, l'esaurimento delle risorse non rinnovabili, l’evoluzione demografica e le nuove esigenze in fatto di sicurezza, tutte questioni che richiedono un'azione comune per salvaguardare il modo di vivere europeo, che coniuga prosperità economica e solidarietà. Queste legittime preoccupazioni devono diventare un’occasione per rafforzare la competitività dell’economia europea nel mondo. Quanto più rapida sarà la reazione, tanto maggiore sarà la possibilità di successo e più probabile che il suo modo di affrontare i problemi serva da modello generale. Dalla protezione dell'ambiente attraverso l'ecoinnovazione al miglioramento del benessere individuale delle persone grazie a infrastrutture più intelligenti, la Commissione è convinta che l'innovazione in senso ampio sia una delle risposte principali alle concrete preoccupazioni dei cittadini circa il loro futuro.

    L'Unione europea ha un potenziale straordinario d'innovazione. L'Europa ha una lunga tradizione di invenzioni di grande portata. Ha un patrimonio di persone creative e può sfruttare la varietà delle sue culture. Ha posto le basi di uno dei mercati unici più grandi del mondo, in cui i prodotti e i servizi innovativi possono essere commercializzati su vasta scala. Inoltre, può contare sulla tradizione di un settore pubblico forte e responsabile.

    Numerose misure importanti per l'ammodernamento dell'economia dell'UE sono state già adottate. La strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione [1] lanciata nel 2005 si articola in un’ampia gamma di politiche e di riforme destinate a rendere le strutture normative ed economiche dell'Europa più favorevoli all’innovazione. Ne fa parte l'obiettivo fondamentale di portare la spesa per ricerca e sviluppo al 3% di PIL. L'accordo sul nuovo quadro finanziario, che comprende la politica di coesione, il settimo programma quadro di ricerca e di sviluppo il programma quadro Competitività e innovazione, prevede cospicui finanziamenti diretti a promuovere l'innovazione. La comunicazione della Commissione "Potenziare la ricerca e l’innovazione" [2] dell’ottobre 2005 stabilisce un programma di 19 campi d'azione per la Comunità e per gli Stati membri, che è in corso di realizzazione.

    Gli Stati membri prendono provvedimenti a favore dell'innovazione nel quadro dei programmi nazionali di riforma , basati sugli orientamenti integrati della strategia rinnovata di Lisbona per la crescita e l’occupazione. Il Trend Chart sull'innovazione in Europa[3] fornisce un chiaro quadro dei risultati ottenuti in fatto d’innovazione e dei sistemi nazionali d'innovazione degli Stati membri dell'UE, dei loro punti di forza e di debolezza. Esso permette di seguire da vicino l’evoluzione della situazione.

    Nonostante questo interesse politico già forte per l'innovazione, le carenze dell'UE non sono state affrontate in modo adeguato e la sua economia non è ancora diventata l'economia radicalmente innovativa che deve essere. Il rapporto "Creare un'Europa innovativa"[4] (rapporto Aho) ha indicato le ragioni principali per le quali questo potenziale non è stato interamente sfruttato e chiama ad un’azione urgente "prima che sia troppo tardi." Secondo questo rapporto, va riconosciuta come essenziale la necessità di rendere più favorevoli all’innovazione le condizioni in cui operano le imprese .

    La Commissione è convinta che l'Europa debba diventare una società effettivamente basata sulla conoscenza e capace di promuovere l’innovazione, in cui l'innovazione non è temuta dal pubblico ma vista con favore, non ostacolata ma incoraggiata, e in cui essa faccia parte dei valori fondamentali della società e sia considerata come portatrice di benefici per tutti i cittadini. Il Consiglio europeo di primavera ha perciò invitato la Commissione europea a proporre "una vasta strategia di innovazione per l'Europa che converta gli investimenti nella conoscenza in prodotti e servizi".

    Questa comunicazione presenta tale strategia, in particolare rispondendo alle raccomandazioni contenute nel rapporto Aho. Essa pone le basi per promuovere l’innovazione mediante un’azione che accomuni diversi settori che hanno una rilevanza sul piano dell’innovazione. Intende orientare l’esame della questione dell'innovazione ai livelli nazionali ed europeo. Descrive le iniziative previste o in corso più importanti, identifica i nuovi settori d'azione e in particolare introduce una strategia più mirata per facilitare la creazione e la commercializzazione dei nuovi prodotti e dei nuovi servizi innovativi in settori promettenti (i “mercati guida”). Per realizzare questa vasta iniziativa, la comunicazione non propone di creare nuove strutture, ma si basa sul quadro giuridico ed istituzionale esistente del rinnovato partenariato di Lisbona per la crescita e l’occupazione, che ha già stabilito una piattaforma politica per la cooperazione tra gli Stati membri e la Commissione.

    Oggi l'Europa non ha bisogno di nuovi impegni; ha bisogno di una guida politica e di un’ azione incisiva . Anziché conservare le strutture stabilite, che si sono dimostrate incapaci di fare fronte alle sfide del ventunesimo secolo, gli Stati membri devono mobilitarsi per anticipare e accompagnare il mutamento strutturale. Questo richiede, in particolare, una ridistribuzione delle risorse verso l'istruzione, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, la ricerca e la creazione di posti di lavoro e di crescita di elevato valore. Il nuovo quadro finanziario dell'UE per il periodo 2007-2013 è un primo passo in questa direzione. Lo stesso cambiamento di priorità deve essere visto al livello nazionale.

    L'UE potrà diventare veramente innovativa soltanto se tutti gli attori faranno la loro parte e in particolare se vi sarà una domanda del mercato di prodotti innovativi. Questa vasta strategia deve coinvolgere tutte le parti: imprese, settore pubblico e consumatori. Il processo dell’innovazione, infatti, implica non solo le imprese, ma anche i poteri pubblici a livello nazionale, regionale e locale, le organizzazioni della società civile, i sindacati e i consumatori. Una così ampia comunione d’intenti creerà un circolo virtuoso, grazie al quale l'offerta di nuove idee e la domanda di nuove soluzioni favoriranno entrambe l’innovazione. L'innovazione presuppone una forte domanda dei consumatori e dei cittadini di prodotti e servizi nuovi e innovativi. Pertanto, oltre a condizioni e possibilità ottimali di innovazione, occorrono un mercato aperto alle innovazioni e una domanda di innovazioni e questo richiede, in particolare, che i consumatori abbiano fiducia in questi prodotti e servizi, specie per quanto riguarda la loro sicurezza (dimostrabile). La fiducia dei consumatori nei prodotti e nei servizi sconosciuti dipende in parte dalla consapevolezza che esistono efficaci sistemi di tutela dei consumatori. Nei mercati in cui la fiducia dei consumatori è elevata, inoltre, è più facile introdurre prodotti innovativi.

    Tutte le forme di innovazione devono essere promosse , perché l'innovazione si presenta in molte forme, non solo come innovazione tecnologica, ma anche come innovazione nell’organizzazione e nei servizi. In questo contesto, se una maggiore concorrenza costituisce lo strumento più efficace per stimolare l'innovazione, le iniziative politiche e i meccanismi di supporto all'innovazione possono però avere un ruolo importante.

    L'importanza di una strategia più ampia rispecchia la sfida dell'obiettivo UE del 3% del PIL destinato alla ricerca e allo sviluppo. Passi significativi sono già stati compiuti dagli Stati membri e dalla Comunità verso il raggiungimento entro il 2010 dell'obiettivo di un finanziamento pubblico pari all'1% del PIL. Il contributo del settore privato dipende non solo da questo, ma anche dal fatto che siano assicurate prospettive favorevoli per il rendimento degli investimenti in R&S in Europa. A sua volta, questo dipende dalla domanda di prodotti e servizi innovativi, dall’esistenza di persone con le capacità e l'ambizione necessarie per offrire questi prodotti e servizi al mercato e di un quadro normativo che consenta di immetterli rapidamente nel mercato interno.

    2. Rendere l'UE più aperta all’innovazione

    Una delle ragioni per le quali il potenziale d'innovazione dell'UE non è stato interamente sfruttato è il persistere di condizioni generali inadeguate e della sottovalutazione dell'innovazione come valore importante nella società. In questo campo i pubblici poteri a tutti i livelli possono e devono agire molto rapidamente. Il superamento di questi ostacoli ci permetterebbe di compiere un passo decisivo verso la creazione di un autentico spazio europeo dell'innovazione.

    2.1. L'istruzione, una condizione preliminare

    In primo luogo, l'innovazione deve potersi fondare su un solido sistema di istruzione, che promuova il talento e la creatività fin dalla più giovane età. Nella sua comunicazione del 10 novembre 2005[5] la Commissione ha già identificato le competenze chiave necessarie per la vita e il lavoro in una società moderna orientata all’innovazione: capacità imprenditoriali nel senso più ampio, conoscenze scientifiche, matematiche, linguistiche, la capacità di apprendere ad apprendere, competenze sociali e culturali, nonché conoscenze informatiche, indispensabili per padroneggiare le TCI e sfruttare le loro potenzialità innovative. Mediante il metodo aperto di coordinamento, la Commissione contribuirà a facilitare l'ammodernamento e la ristrutturazione dei sistemi di istruzione per far sì che forniscano queste competenze chiave.

    La mancanza di competenze adeguate , in particolare nel campo delle scienze, dell’ingegneria e delle TIC è stata riconosciuta come un problema di importanza primaria. Secondo i dati Eurostat sulle risorse umane nelle scienze e nell’ingegneria, nell'UE si è registrato di recente un aumento del numero assoluto di laureati in matematica, scienze e tecnologie[6], ma la quota complessiva dei laureati in materie scientifiche e ingegneria continua a diminuire, aggravando in alcuni paesi una struttura per età sfavorevole in queste discipline, il che rischia di compromettere in futuro la capacità dell'Europa di innovare. Questo problema riguarda non solo la maggior parte dei nuovi Stati membri, ma anche vecchi Stati membri come l'Austria, la Germania, l'Italia, i Paesi Bassi e il Portogallo (nonostante un certo miglioramento nel numero assoluto di laureati in materie scientifiche e ingegneria negli anni scorsi).

    I sistemi d'istruzione degli Stati membri devono assicurare una disponibilità sufficiente di competenze di base chiave per sostenere l'innovazione. L'istruzione deve essere al passo dei tempi. Come già indicato negli orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione, gli Stati membri sono invitati a stabilire, in via prioritaria, obiettivi ambiziosi nei loro programmi nazionali di riforma che si propongono di risolvere le carenze in questi settori.

    La mobilità dei ricercatori , sia geografica che tra i settori, deve essere intensificata. Dal punto di vista dell'acquisizione di nuove conoscenza e competenze e della scoperta di nuove applicazioni, la mobilità transnazionale e la mobilità strutturale tra università e industria sono essenziali. Tenuto conto di ciò, l'attuazione di una strategia europea sviluppata sia dalla Comunità che dagli Stati membri per creare un mercato del lavoro aperto, unico e concorrenziale per i ricercatori, con prospettive di carriera attraenti, è quindi di importanza essenziale. Comunità e Stati membri devono svolgere il loro ruolo nella sua realizzazione, anche per far sì che i ricercatori che lasciano un settore o un paese per una carriera temporaneamente più attraente non siano perduti per sempre.

    2.2. Sfruttare le potenzialità del mercato interno

    Nel mercato interno persistono barriere che continuano ad ostacolare la mobilità, privando le imprese della scala necessaria per mettere a frutto gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione e quindi frenando le potenzialità d'innovazione dell'UE. Queste barriere toccano non solo beni e servizi e i consumatori che vogliono accedervi, ma anche la mobilità dei lavoratori e la disponibilità di capitali di rischio. Per creare uno spazio europeo dell'innovazione, occorre eliminare queste barriere, accrescendo anche in tal modo la concorrenza, stimolo principale all'innovazione.

    La Commissione procede attualmente a un esame del mercato interno al fine di stabilire priorità concrete per le future politiche. L'esame contribuirà a rendere il mercato interno più favorevole all’innovazione.

    Particolare attenzione deve essere prestata al settore dei servizi , che offre possibilità importanti e sottoutilizzate di innovazione[7]. Il settore dei servizi non solo rappresenta più dei due terzi del PIL e dell'occupazione, ma offre numerose possibilità di sinergia con l'innovazione industriale. Poiché in gran parte l’innovazione nei servizi è essenzialmente connessa all’attività economica e non allo sviluppo di nuove tecnologie, è spesso relativamente accessibile alle regioni meno sviluppate tecnologicamente. L'entrata in vigore della direttiva sui servizi sarà una passo importante verso la creazione di un vero mercato interno dei servizi e aggiungerà un forte stimolo all'innovazione. Per sfruttare pienamente il potenziale d'innovazione del settore dei servizi, particolare attenzione deve essere data all'accesso al finanziamento e alla gestione dell'innovazione da parte delle PMI. Nell'ambito dell’iniziativa europea INNOVA, la Commissione adotterà un approccio più dinamico alla creazione e al sostegno di giovani PMI innovative nel settore dei servizi. In particolare, promuoverà rapporti più efficienti tra università, mondo imprenditoriale e finanza, al fine di creare una piattaforma paneuropea dell'incubazione in questo settore.

    È inoltre fondamentale creare condizioni favorevoli alle imprese dell'UE in tutto il mondo e in tutti i mercati in cui le esportazioni e gli investimenti europei sono attualmente poco fruttuosi, come l'Asia. Mercati aperti in tutto il mondo sono dunque importanti per stimolare l'innovazione nell'UE. Inoltre, la promozione globale di norme e standard UE e iniziative innovative possono dare un vantaggio decisivo di ‘primo arrivato’ alle società europee, nello spirito dell'iniziativa del mercato guida presentata più avanti.

    2.3. Migliorare il quadro normativo e assicurare un’efficace protezione dei diritti di proprietà intellettuale

    L'innovazione richiede un quadro normativo prevedibile, che si adatti agli sviluppi innovativi di beni e servizi e anzi li favorisca, tuteli la proprietà intellettuale e introduca norme aperte, reciprocamente compatibili. Progressi verso una migliore regolamentazione[8] sono stati compiuti a livello europeo e nazionale. La riduzione dei costi amministrativi della regolamentazione delle imprese darà un contributo significativo alle attività innovative. Allo stesso tempo, Il quadro normativo deve anche rafforzare la fiducia dei consumatori facendo sì che le misure di protezione esistenti siano applicate efficacemente ai prodotti innovativi come ai prodotti esistenti.

    La valutazione degli effetti della regolamentazione sull'innovazione deve essere migliorata. La regolamentazione deve essere prevedibile, flessibile, semplice ed efficace. Una regolamentazione che si concentra sui fini, piuttosto che sui mezzi tecnici per conseguirli, lascia spazio per le soluzioni innovative. La Commissione continuerà ad incoraggiare questo tipo di legislazione, come ha fatto con il "nuovo approccio" alla regolamentazione dei prodotti. Inoltre, incoraggerà l'adozione tempestiva di norme ambiziose che si concentrano sui risultati da ottenere più che sulla tecnologia.

    La Commissione agirà per migliorare il quadro istituzionale della normazione europea . In particolare, cercherà di accelerare l'adozione di norme aperte, reciprocamente compatibili, e di integrare meglio le PMI e i consumatori nel processo di definizione delle norme. Nei settori tecnologici in rapida evoluzione, come le TIC, le specifiche delle società private possono facilmente diventare norme de facto dell'industria. In tal caso, è importante che non si trasformino in barriere all'accesso al mercato. Inoltre, come si è visto nel settore delle comunicazioni mobili, la definizione rapida di norme aperte, reciprocamente compatibili, è la chiave del successo globale per le società europee. La Commissione continuerà a cooperare con gli enti europei di normazione e le parti sociali interessate per ottenere questo risultato e si adopererà affinché la legislazione europea faciliti l'uso di tali norme.

    La protezione della proprietà intellettuale è un'altra condizione preliminare dell'innovazione. Senza protezione adeguata delle invenzioni e delle creazioni, non c'è alcuna motivazione ad investire in loro. Inoltre, i loro autori possono incontrare ostacoli nello sfruttarle sul piano economico. L'istituzione di procedure di brevetto accessibili, i cui costi siano proporzionati alla qualità e alla certezza giuridica, che consentano anche una composizione rapida, economica e prevedibile delle controversie, è un’esigenza prioritaria, specie per le PMI. La Commissione resta convinta che l'approvazione di un brevetto comunitario efficace ed economicamente conveniente sia il passo più importante. Per intanto, per eliminare un grosso ostacolo all'innovazione gli Stati membri e la Commissione dovranno cooperare per rendere più efficiente il sistema attuale dei brevetti con la ratifica del protocollo di Londra e i progressi compiuti per quanto riguarda l'accordo sulla risoluzione delle controversie in materia di brevetti europei, assicurando in pari tempo la loro compatibilità con il diritto comunitario.

    A seguito delle conclusioni del Consiglio[9], e della consultazione pubblica effettuata dalla Commissione sulla futura strategia in materia di brevetto, la Commissione presenterà una nuova strategia in materia di brevetto prima della fine del 2006. Inoltre, lavorerà su una più ampia strategia relativa ai diritti di proprietà intellettuale per stimolare la circolazione di idee innovative. Tale strategia deve essere integrata ed accessibile. È necessario uno sforzo maggiore di sensibilizzazione agli aspetti pratici della protezione della proprietà intellettuale nel campo dell'innovazione. In particolare, questa azione di sensibilizzazione dovrà essere diretta alle PMI e agli organismi pubblici di ricerca.

    L'adeguatezza dei meccanismi esistenti di protezione della proprietà intellettuale al settore dei servizi deve essere oggetto di un esame specifico. Un compito di particolare importanza è quello di assicurare l'idoneità dei meccanismi esistenti di liberatoria del diritto d'autore ai nuovi servizi digitali. La Commissione procede a un esame generale dell 'acquis in materia di diritto d'autore per verificare se il quadro giuridico e la sua applicazione siano favorevoli allo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e modelli di attività economica e perfezionamento determinato dall'utente del loro utilizzo, che possono avere carattere transfrontaliero. In particolare, la Commissione intende avviare un'iniziativa sui "prelievi del diritto d'autore" entro la fine dell'anno.

    Infine, il rafforzamento della tutela dei diritti di proprietà intellettuale sui mercati esteri è fondamentale per proteggere le società europee e la Commissione concentrerà i suoi sforzi su alcuni paesi prioritari. Maggiori risorse saranno destinate al sostegno dei titolari di diritti, in particolare delle PMI, e per fornire assistenza su problemi specifici in materia di diritti della proprietà intellettuale nei paesi terzi.

    2.4. Promuovere la cooperazione tra le parti interessate

    Fare parte di un gruppo è un vantaggio concorrenziale importante per le imprese. I “cluster” contribuiscono a ridurre le distanze tra impresa, ricerca e risorse, e permettono quindi di mettere più rapidamente la conoscenza sul mercato. I cluster, quando sono efficaci, rafforzano la concorrenza e la cooperazione. Migliorano la produttività, attirano gli investimenti, promuovono la ricerca, rafforzano la base industriale e sviluppano prodotti o servizi specifici e diventano un centro per lo sviluppo delle competenze. I cluster di livello mondiale attirano menti brillanti che sono all’origine delle innovazioni; la Silicon Valley è l'esempio più noto.

    Per questo motivo la "politica dei cluster" è diventata un elemento importante delle politiche d'innovazione degli Stati membri, come risulta dai programmi di riforma nazionali, e sempre per questo motivo le politiche dei cluster sono sostenute dagli strumenti comunitari. La nuova generazione di programmi europei di politica regionale per il periodo 2007-2013 privilegia un approccio basato su cluster innovativi regionali, non soltanto nei centri urbani sviluppati ma anche nelle regioni più povere o rurali. È al livello regionale che molte imprese, in particolare le PMI, interagiscono le une con le altre e con i centri di formazione e di competenza tecnologica. Questo fa della prossimità un fattore chiave nel processo di innovazione e accresce l'efficacia di una politica dell'innovazione corrispondente alle esigenze regionali e locali. Il nuovo quadro per gli aiuti di Stato alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione, che deve essere adottato dalla Commissione entro la fine di quest'anno, dovrebbe aiutare gli Stati membri a orientare meglio i loro bilanci verso la promozione, tra l'altro, di cluster innovativi.

    Parallelamente, perché l'Europa possa sfruttare pienamente il potenziale dei suoi cluster, questi devono raggiungere una massa critica e acquisire un orientamento strategico mediante una più intensa ed efficace cooperazione europea transnazionale . Le prospettive di generare cluster europei di livello mondiale ne risulteranno migliorate. Per favorire questo processo, la Commissione provvederà in particolare ad individuare i punti di forza dei cluster nazionali e transfrontalieri e ad incoraggiare una cooperazione pratica tra le autorità regionali e i soggetti economici o le associazioni interessati, sostenendo la cooperazione tra le iniziative dei cluster. I primi risultati di quest'iniziativa saranno presentati nell’autunno 2007 in una conferenza ministeriale, al fine di stabilire un’agenda comune per quanto riguarda i cluster in Europa.

    L'economia della conoscenza si fonda sul trasferimento di conoscenze da quanti le generano a quanti le utilizzano e possono sfruttarle. Il trasferimento di conoscenze tra gli organismi di ricerca pubblici e i terzi (comprese l'industria e le organizzazioni della società civile) deve essere migliorato e gli Stati membri sono invitati a tenerne conto nelle loro politiche dell'innovazione. Così facendo, contribuiranno a creare nuove opportunità di mercato fondate sulla ricerca. Gli organismi di ricerca pubblici, che rappresentano circa un terzo dell'attività totale di R&S in Europa, hanno un ruolo particolarmente importante da svolgere a tale proposito. Tutte le numerose forme di trasferimento di conoscenze (ricerca a contratto, ricerca in collaborazione e cooperazione, licenze, pubblicazioni e scambi di ricercatori qualificati tra il settore pubblico e il settore privato) devono essere sviluppate e meglio gestite.

    La Commissione presenterà una comunicazione sul miglioramento del trasferimento di conoscenze tra la ricerca pubblica e l'industria in Europa. Essa fornirà un orientamento sul modo in cui i pubblici poteri possono affrontare i principali ostacoli che esistono attualmente e sul modo migliore per conciliare la proprietà e lo sfruttamento dei risultati della R&S e i diritti di proprietà intellettuale connessi con i compiti fondamentali degli organismi di ricerca pubblici.

    Inoltre, la Commissione razionalizzerà le sue reti di supporto e informazione alle imprese. Questo incoraggerà e faciliterà l'assorbimento di nuove idee e la loro trasformazione in prodotti e servizi commerciabili, in particolare da parte delle PMI e contribuirà in particolare a garantire che i Centri di collegamento Innovazione e gli eurosportelli prestino alle PMI servizi professionali di prim’ordine.

    La comunicazione intitolata "Portare avanti l’agenda di modernizzazione delle università" [10] ha già indicato alcune misure importanti che potrebbero permettere alle università europee di migliorare le loro prestazioni, in particolare contribuendo maggiormente e più efficacemente al processo dell'innovazione. È essenziale a tale riguardo che le università godano di sufficiente autonomia per poter sviluppare le loro strategie. Devono essere rafforzati le partnership strutturate e strategiche tra imprese ed università. Questo implica maggiori possibilità di scambio di personale, la formazione e l'incitamento allo spirito imprenditoriale nelle università e la creazione di parchi scientifici attorno alle università, con un finanziamento adeguato delle attività nate dalla ricerca. Questo contribuirà a ridurre il divario culturale che separa spesso la ricerca universitaria dalle esigenze delle imprese. Anche lo sviluppo di legami tra le università e la società civile locale potrebbe dare impulso all'innovazione a livello locale e regionale.

    Nell’ottobre di quest'anno, la Commissione intende presentare una proposta per la creazione di un Istituto europeo di tecnologia (IET)[11]. Esso costituirà una partnership integrata di scienza, impresa e istruzione, dando un carattere di eccellenza a tutte le sue iniziative e dovrà diventare una forza trainante essenziale e un nuovo modello per l'innovazione in settori interdisciplinari strategici in cui esiste la possibilità di generare soluzioni innovative e vantaggi commerciali con un impatto rilevante sulla competitività dell'Europa. Riunirà i migliori studenti e ricercatori europei, che lavoreranno in stretta cooperazione con imprese di avanguardia allo sviluppo e allo sfruttamento della conoscenze e della ricerca e al miglioramento delle competenze in materia di gestione della ricerca e dell'innovazione. Le imprese saranno pienamente integrate nello IET, essendo rappresentate nel consiglio d'amministrazione e coinvolte in tutti gli aspetti della ricerca e dell'istruzione, dalla definizione e realizzazione delle attività di formazione alla partecipazione attiva alla ricerca.

    2.5. Maggiori finanziamenti per la ricerca e l'innovazione

    L'innovazione richiede una ricerca di eccellenza, programmata e realizzata nel quadro di una comunicazione bidirezionale tra ricercatori ed imprese. Le attività europee di ricerca hanno già assunto un carattere più mirato grazie alle piattaforme tecnologiche europee che, sotto la direzione dell'industria, riuniscono le parti interessate, compresi i ricercatori e il mondo finanziario. Pur non essendo uno strumento del programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, la grande maggioranza delle agende di ricerca definite dalle piattaforme è stata presa in considerazione nella formulazione delle proposte della Commissione per il settimo programma quadro. Inoltre, nel Consiglio europeo del marzo 2006 tutti gli Stati membri hanno fissato obiettivi nazionali per la ricerca che, se raggiunti, aumenterebbero entro il 2010 il livello degli investimenti in R&S nell'Unione europea dall'1,9% al 2,6% del PIL. È un passo nella direzione giusta ma la grande sfida è ora la creazione di un ambiente propizio agli investimenti privati nella ricerca, nello sviluppo e nell'innovazione.

    Il settimo programma quadro potenzierà il finanziamento della ricerca in collaborazione in Europa nel corso del periodo 2007-2013, e sarà attuato mediante una pluralità di strumenti preesistenti e nuovi. L’istituzione del Consiglio europeo della ricerca promuoverà la concorrenza per l'eccellenza, in quanti i fondi europei saranno destinati alla ricerca di punta.

    Le iniziative tecnologiche comuni , nuovo strumento di finanziamento del settimo programma quadro, offriranno un nuovo quadro per la realizzazione di programmi di ricerca e di sviluppo tecnologico particolarmente ambiziosi che richiedono forti investimenti pubblici e privati a livello europeo. Si tratterà di iniziative la cui portata e dimensione sono tali che gli strumenti di finanziamento esistenti non sono adeguati per raggiungere gli obiettivi desiderati. Riunendo le parti attorno a programmi di ricerca decisi di comune accordo e ispirati dall'industria, le iniziative tecnologiche comuni accelereranno la generazione di nuove conoscenze, favoriranno l'adozione dei risultati di ricerca in tecnologie strategiche e incoraggeranno la specializzazione necessaria nei settori di alta tecnologia determinanti per la competitività industriale futura dell'UE. Possibili iniziative tecnologiche comuni sono state inizialmente identificate in sei settori che offrono grandi possibilità di accrescere la capacità d'innovazione dell'Europa. Altri settori potrebbero essere proposti in futuro, alla luce dell'esperienza.

    Gli Stati membri hanno deciso che i nuovi programmi di politica di coesione per il periodo 2007-2013 dovranno destinare una buona parte della dotazione totale di 308 miliardi di euro agli investimenti nella conoscenza e nell'innovazione. Tutti gli Stati membri e le regioni sono stati invitati a porsi obiettivi ambiziosi in questo settore. Questo è nella linea degli orientamenti strategici comunitari per la politica di coesione 2007-20013, che hanno invitato gli Stati membri e le regioni ad adottare disposizioni specifiche per la sperimentazione e l'investimento nell'innovazione, sulla base delle loro strategie nazionali e regionali in materia d'innovazione. Gli Stati membri potranno così costruire sistemi di ricerca e innovazione solidi in tutta Europa, ivi compresi sistemi di sostegno dell'innovazione a livello regionale. Azioni innovative saranno anche cofinanziate dal Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale, per sviluppare nuovi prodotti di valore aggiunto e qualità elevati e promuovere l'uso sostenibile delle risorse naturali. Una migliore sinergia deve essere realizzata tra azioni nazionali e comunitarie a sostegno dell'innovazione e tutti gli strumenti comunitari disponibili dovranno essere pienamente utilizzati per fare avanzare i programmi nazionali a favore dell'innovazione.

    Il Programma per la competitività e l'innovazione (PCI) comprende azioni a favore dell'innovazione, in particolare nei settori dell'energia, dell'ecoinnovazione e delle TIC in stretto coordinamento con il 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo. Il PCI prevede, in particolare, un aumento del 60% degli strumenti finanziari a favore dell’imprenditorialità e dell'innovazione. La recente comunicazione su “Il finanziamento della crescita delle PMI” ha indicato altre azioni miranti a migliorare l'accesso al finanziamento, che potrebbero portare a triplicare entro il 2013 gli investimenti UE di capitale di rischio in fase iniziale.

    In cooperazione con la BEI, la Commissione lancerà uno strumento di finanziamento a rischio condiviso , che sosterrà tramite prestiti e garanzie gli investimenti in progetti di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione ad alto rischio. Nel quadro di questo strumento la Comunità contribuirà con un importo massimo di un miliardo di euro a temi e attività del 7° programma quadro e altrettanto farà la BEI. Rafforzando la capacità di finanziamento della BEI nel settore della ricerca, la Comunità mobiliterà gli sforzi di un grande numero di banche e istituzioni finanziarie europee a favore della ricerca e dell'innovazione e aumenterà così i finanziamenti e gli investimenti in questo settore.

    Come misura supplementare tendente a migliorare l'accesso al finanziamento per lo sviluppo delle imprese, anche nel settore dei servizi, la Commissione e il Fondo europeo per gli investimenti hanno avviato un'iniziativa innovativa che consiste nell’utilizzare i Fondi strutturali per permettere alle piccole imprese di accedere al finanziamento. Questa iniziativa, detta JEREMIE ( Joint European Resources for Micro-to-Medium Enterprises ) sarà attuata nel quadro dei programmi di politica di coesione per aiutare gli Stati membri a mettere a punto strumenti finanziari efficaci a favore delle PMI, programmi con i quali il FEI si propone di aiutare gli amministratori di programmi nel compito complesso di sviluppare la disponibilità di varie forme di capitale di rischio secondo le necessità e le priorità delle regioni. Gli Stati membri sono invitati a fare largo uso di questa iniziativa come fonte supplementare di capitale e di competenza.

    La Commissione ha recentemente approvato nuovi orientamenti sugli aiuti di Stato relativi al capitale di rischio[12]. Una nuova disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo e all'innovazione sarà adottata dalla Commissione entro la fine dell'anno. Queste due iniziative permetteranno agli Stati membri di orientare meglio l'aiuto di Stato verso le carenze del mercato che ostacolano l'offerta di capitale rischio e un finanziamento sufficiente delle attività di ricerca e di innovazione. Per quanto riguarda ricerca, sviluppo e innovazione, la Commissione intende allargare le categorie di R&S e innovazione ed esamina l'introduzione di alcune misure specifiche di sostegno all'innovazione, come aiuti alle giovani imprese innovative in fase d'avviamento, servizi di consulenza e di sostegno, il prestito di personale qualificato, l'innovazione in materia di processo e d'organizzazione e i “cluster” d'innovazione. Gli Stati membri dovranno riorientare i loro bilanci degli aiuti pubblici verso queste misure, nel pieno rispetto del loro impegno a favore di "aiuti meno numerosi e più mirati".

    Le agevolazioni fiscali rappresentano anch’esse uno strumento politico potenzialmente importante al quale gli Stati membri possono ricorrere per stimolare la ricerca e l'innovazione nelle imprese e gli investimenti privati, nel pieno rispetto del diritto comunitario. Molti Stati membri hanno recentemente introdotto nuovi incentivi o rafforzato quelli esistenti. Gli Stati membri dovranno anche prendere in considerazione le buone pratiche per migliorare l'efficacia delle agevolazioni fiscali di portata generale a favore della R&S e ottimizzarne l'applicazione. Entro il 2006 la Commissione presenterà una comunicazione contenente orientamenti dettagliati sulle questioni relative alla concezione e alla valutazione degli incentivi fiscali di portata generale a favore delle R&S.

    2.6. Dare l'esempio: il ruolo del settore pubblico

    Il settore pubblico stesso deve dare l'esempio adottando approcci innovativi e utilizzando tecnologie e procedure nuove nell'amministrazione pubblica. Ciò permetterà di soddisfare meglio le necessità dei cittadini e migliorare la qualità dei servizi pubblici, in particolare migliorando la produttività.

    Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) sono largamente sottoutilizzate nell'Unione europea in generale e nel settore pubblico in particolare. Queste tecnologie sono di importanza decisiva per lo sviluppo dei servizi pubblici: l’uso generalizzato delle TIC nei servizi pubblici (ad esempio nel settore sanitario) non solo migliorerebbe la produttività del settore, ma potrebbe creare un ampio mercato per i prodotti e servizi innovativi in materia di TIC.

    Migliori pratiche nell’ aggiudicazione degli appalti pubblici possono contribuire a favorire la diffusione di prodotti e di servizi innovativi migliorando nel contempo la qualità dei servizi pubblici in mercati in cui solo il settore pubblico è un acquirente importante. Gli enti appaltanti possono ottenere questo definendo le loro necessità in termini ampi sulla base delle prestazioni, in modo da permettere agli offerenti di proporre soluzioni più differenziate e più adatte al problema da risolvere. Gli acquirenti pubblici devono diventare "clienti intelligenti" che pianificano cosa acquistare, in che modo acquistarlo e chi dovrà acquistarlo. Come suggerisce il rapporto Aho, dovranno anche tener conto dei costi sostenuti durante tutta la durata di vita del prodotto o del servizio e non considerare i soli costi d'acquisto. Gli acquirenti pubblici possono anche collaborare scambiando esperienze e idee e per dare alle loro commesse una dimensione critica. Questo stimolerebbe la domanda d'innovazione permettendo nel contempo alle amministrazioni pubbliche di acquisire prodotti e servizi di migliore qualità.

    I cosiddetti appalti “precommerciali” rappresentano un'opportunità che in Europa non è ancora stata esplorata dai pubblici poteri. Negli Stati Uniti, ad esempio, questo tipo d'appalto ha un ruolo importante nell'economia, non soltanto per quanto riguarda l'innovazione nei settori della difesa, dello spazio e della sicurezza, ma anche in altri settori pubblici come i trasporti, la sanità, l'energia e le telecomunicazioni. Quando nessuna soluzione commerciale esiste sul mercato, l'appalto precommerciale può permettere alle amministrazioni di adottare soluzioni tecniche tecnologicamente innovative elaborate in funzione delle loro necessità. Negli appalti precommerciali i committenti non prescrivono una soluzione R&S specifica da sviluppare, ma chiedono soluzioni alternative in grado di rispondere a un problema d'interesse pubblico.

    I piani a lungo termine che sono comunicati al mercato e il dialogo tecnico tra gli enti appaltanti e il mercato possono contribuire a promuovere soluzioni innovative. Le direttive in materia d'aggiudicazione degli appalti pubblici[13] adottate nel 2004 aprono la possibilità di indire gare orientate verso l'innovazione. Tali direttive comprendono anche disposizioni che dovrebbero agevolare l'accesso e la partecipazione delle PMI agli appalti pubblici. Gli enti pubblici devono utilizzare queste possibilità. Gli Stati membri sono anche invitatati ad adottare misure concrete per stimolare l'innovazione e la ricerca migliorando le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici nei programmi nazionali di riforma previsti dalla strategia di Lisbona, come proposto negli orientamenti integrati per la crescita e l'occupazione.

    I servizi della Commissione stanno predisponendo un manuale che illustra le possibilità offerte dalle direttive sugli appalti pubblici per quanto riguarda gli appalti orientati all'innovazione commerciali e precommerciali, la cui pubblicazione è prevista entro la fine dell'anno. È un passo importante nel processo di sensibilizzazione ai mezzi di cui gli enti appaltanti dispongono per favorire l'innovazione.

    3. FACILITARE L’EMERGENZA DI MERCATI GUIDA ORIENTATI ALL’INNOVAZIONE

    Condizioni generali più efficaci e più competitive sono un presupposto indispensabile per il successo dell'innovazione nell'Unione europea, ma saranno insufficienti per colmare il deficit che sussiste in materia d'innovazione nell'Unione europea rispetto ai suoi principali concorrenti. Come osserva giustamente il rapporto Aho, l'Europa deve cercare di sviluppare mercati propizi all'innovazione in modo più mirato, creando condizioni che facilitino l'applicazione dell'innovazione tecnologica e non tecnologica a prodotti commerciali.

    Si propone di conseguenza di lanciare una nuova iniziativa a favore dei mercati guida destinata a facilitare la creazione e l'immissione sul mercato di nuovi prodotti e servizi innovativi in settori promettenti. Si tratta di identificare i settori in cui l’eliminazione degli ostacoli contribuirà in modo decisivo a sviluppare la concorrenza e porterà alla nascita di nuovi mercati. Questo implica in primo luogo un'azione coordinata che combini misure dirette all’offerta, come il sostegno alla ricerca, che saranno previste dal settimo programma quadro, con azioni miranti a comprendere e stimolare la domanda di prodotti e servizi innovativi sui mercati concorrenziali. Gli attori politici possono, ad esempio, esaminare il contesto normativo e la definizione di norme, fare un migliore uso delle possibilità offerte dalla normativa sugli appalti pubblici e migliorare la situazione generale del mercato per promuovere una cultura più favorevole all'innovazione. Tale iniziativa contribuirà a creare circoli virtuosi dinamici di domanda e innovazione crescenti facilitando le imprese innovative, senza privilegiare determinati operatori o specifiche tecnologie.

    Concretamente, occorre applicare un approccio sistematico e prospettico per esaminare tutti gli strumenti politici disponibili ed utilizzarli congiuntamente per assicurare l’emergere in tempi brevi di condizioni di mercato concorrenziali favorevoli alla messa in atto di nuove tecnologie. Questo richiederà un’azione concertata tra gli Stati membri e la Comunità che tenga anche conto delle iniziative simili negli Stati membri.

    L'identificazione dei settori prioritari deve essere determinata dal mercato, nel pieno rispetto della necessità di preservare la concorrenza libera ed equa. Senza escludere alcun settore da quest'iniziativa, esiste un forte interesse pubblico a promuovere soluzioni che rispondono alle preoccupazioni dei cittadini. Si tratterebbe in particolare di settori nei quali i pubblici poteri svolgono un ruolo fondamentale nell'eliminare gli ostacoli attuali all'immissione nel mercato di nuovi prodotti. Tuttavia, questo non dovrà avvenire a scapito del sostegno all'innovazione in settori più tradizionali.

    La Commissione è del parere che, mostrando che l'innovazione può contribuire a rispondere a queste preoccupazioni, tale approccio darebbe un contributo essenziale alla creazione di una società favorevole all'innovazione aumentando la fiducia dei cittadini nei suoi vantaggi.

    In pratica, la Commissione può basarsi sulle piattaforme tecnologiche e sui gruppi d'innovazione dell'iniziativa Europe INNOVA[14], che ben si prestano ad identificare gli ostacoli e le opportunità in relazione a settori tecnologici specifici. In particolare, i programmi strategici di ricerca messi a punto dalle piattaforme tecnologiche costituiscono una base adeguata per valutare la necessità di nuove misure.

    L' ecoinnovazione è un settore che offre prospettive promettenti per l'emergere di un mercato guida propizio all'innovazione. La forza d'attrazione dell'ecoinnovazione può essere rafforzata da una politica dell'ambiente, in particolare tramite una regolamentazione adeguata e la messa a punto di strumenti orientati verso il mercato. Potrebbe per esempio essere messo in atto un meccanismo grazie al quale l’attuale "migliore prestazione" offerta dal mercato per una determinata serie di prodotti diventi entro un dato termine la norma di riferimento, per incoraggiare altre imprese ad adattarvisi. L'ecoinnovazione può anche essere incoraggiata favorendo la cooperazione tra la ricerca e le imprese in settori promettenti, come la costruzione, la gestione dell'acqua, le bioindustrie, la cattura e lo stoccaggio del carbonio o il riciclaggio.

    Nel quadro dell'ecoinnovazione, la fissazione di obiettivi di miglioramento dell'efficienza energetica può fungere da modello per altri aspetti dell'energia: il futuro piano d'azione in questo settore contribuirà in modo concreto a questo obiettivo. Questo va visto nel contesto generale del recente Libro verde[15] su una strategia europea per un'energia sostenibile, concorrenziale e sicura e della prossima analisi strategica della politica energetica dell'UE.

    Esempio di possibile mercato guida favorevole all'innovazione: l'edificio intelligente a basso consumo di energia

    L'emergenza di un mercato guida per "edifici intelligenti a basso consumo di energia" offrirebbe nuovi sbocchi (ad esempio servizi intelligenti, unità di costruzione, componenti e materiali di costruzione e nuove risorse per la fornitura d'energia) e contribuirebbe in modo sostanziale a ridurre la dipendenza dell'Europa dalle energie fossili e a diminuire l'emissione di gas a effetto serra e di altre sostanze inquinanti.

    Il concetto di "edificio intelligente a basso consumo di energia" apre la prospettiva di un mercato europeo interamente nuovo a forte intensità tecnologica, con un ovvio potenziale di esportazione nel mondo intero. La piattaforma tecnologica europea per la costruzione raccoglie già, sotto la direzione dell'industria, un’ampia gamma di soggetti (ad esempio organizzazioni clienti/utenti, società di distribuzione di energia, enti locali, regionali, produttori di materiali e di attrezzature, architetti, ingegneri e tecnici dei settori chiave) per definire un programma strategico di ricerca. Essa prende in esame anche le misure che potrebbero stimolare la domanda di tecnologie e di servizi innovativi, come iniziative per promuovere l'efficienza energetica nel settore pubblico, migliori strutture per gli appalti pubblici e modifiche del trattamento dei diritti di proprietà intellettuale[16].

    Occorre definire un programma politico europeo per eliminare gli ostacoli che esistono e garantire la diffusione e l'utilizzo di metodi e di criteri di valutazione della prestazione e per integrare in modo coerente la regolamentazione e le iniziative in corso, ad esempio le direttive comunitarie sulla costruzione e le prestazioni energetiche, i piani d'azione comunitari, le normative nazionali, il Libro verde sull'energia e gli impegni di Kyoto in materia di emissioni di gas a effetto serra.

    Altri esempi di settori sono la sicurezza interna e la difesa , che sono diventate questioni di interesse generale. Sono da prendere in considerazione approcci innovativi in settori come i trasporti pubblici, l'organizzazione dello spazio pubblico e la protezione delle frontiere. Lo spazio offre per il futuro un vasto campo di applicazioni per l'innovazione di alta tecnologia, in particolare agli investitori pubblici nei programmi Galileo[17] e GMES (Global Monitoring for Environment and Security), i programmi della Commissione nel settore spaziale. Questi devono condividere le loro conoscenze del sistema e le sue possibilità commerciali con utenti potenziali a valle nel settore spaziale e in altri settori per sensibilizzarli a possibili soluzioni basate sulla tecnologia spaziale. Nel settore dei trasporti la domanda di efficienza energetica offre grandi opportunità. Le tecnologie e i prodotti marini che consentono nuove applicazioni come le perforazioni in mare a grande profondità, lo sfruttamento delle biotecnologie marine, la maricoltura offshore e le energie rinnovabili, le tecnologie di osservazione e di sorveglianza degli oceani dallo spazio, aprono prospettive promettenti. La sanità , che presenta un forte potenziale di crescita per i prodotti e i servizi innovativi (tra cui, in particolare, i servizi sanitari online e l'offerta di soluzioni personalizzate che permettono alle persone anziane di continuare a vivere in modo indipendente, i dispositivi medici e farmaceutici, per i quali l'innovazione può portare vantaggi diretti ai pazienti e migliorare la competitività) e il benessere e la cultura (ad esempio, i servizi di contenuto creativo che acquistano una nuova dimensione con la comparsa delle reti a banda larga, che permettono ai cittadini e alle imprese di accedere a qualsiasi tipo di contenuto creativo come i servizi audiovisivi, i giochi o l'informazione culturale a domicilio e in mobilità) sono esempi di mercati in cui il settore pubblico ha un ruolo da svolgere.

    La Commissione procederà ad un'analisi dettagliata sulla base delle informazioni ottenute da varie fonti, tra cui una consultazione pubblica, per identificare i settori nei quali una combinazione di misure dirette all'offerta e alla domanda potrebbe contribuire all'emergenza di mercati propizi all'innovazione. Una consultazione informale delle piattaforme tecnologiche europee e dei gruppi d'innovazione Europe INNOVA è stata già lanciata con questa intenzione. In base ai risultati di queste due consultazioni o eventualmente di altri elementi di informazioni utili (come quelli forniti dalle reti d'innovazione regionali nel quadro della prossima iniziativa Regioni per il cambiamento economico) e dei risultati di un'analisi delle misure che devono contribuire all'emergenza di questi mercati guida e del loro impatto, la Commissione proporrà una strategia globale . In questo contesto, evidenzierà anche l'impatto positivo previsto per la crescita e l'occupazione. Come primo passo, questo concetto sarà sperimentato nel 2007 applicandolo ad alcuni settori in una fase pilota.

    La Commissione si propone di attuare questa iniziativa di un mercato guida propizio all'innovazione nell’ambito del quadro giuridico ed istituzionale esistente. Il passo decisivo che segnerà una reale differenza è il pieno impegno politico di tutte le parti interessate a contribuire all’individuazione e all’eliminazione degli ostacoli potenziali all'emergenza di mercati propizi all'innovazione. La Commissione guiderà questo processo e favorirà la collaborazione al fine di stabilire un’agenda comune.

    4. UNA MIGLIORE GOVERNANCE EUROPEA PER L'INNOVAZIONE

    Il miglioramento dei risultati ottenuti dall'Unione europea in materia di innovazione richiederà un impegno a lungo termine nell'applicazione di un quadro politico generale. Una sola azione o un solo attore non permetteranno di raggiungere tale risultato e il miglioramento del tasso di crescita che ne risulterà. Solo gli sforzi combinati di tutti i soggetti pubblici e privati, operanti di comune accordo quando sarà necessario e in concorrenza quando sarà opportuno, apriranno la società all'innovazione nel modo necessario.

    Una direzione politica è particolarmente necessaria per gestire il cambiamento strutturale che è inevitabilmente connesso a una società basata sulla conoscenza e favorevole all'innovazione, come quella che la presente comunicazione intende promuovere. Anche le imprese devono fare la loro parte e dar prova del loro senso di responsabilità sociale facilitando la diffusione delle innovazioni. L'aumento degli investimenti nella ricerca e nell'innovazione è il mezzo migliore per migliorare la loro competitività. Parallelamente, nel quadro di un comportamento socialmente responsabile, le imprese devono essere consapevoli del fatto che un rapido cambiamento tecnologico può suscitare le preoccupazioni dei cittadini. Aiutandoli a superare queste preoccupazioni, si può dare loro fiducia nell'innovazione. L'innovazione deve essere organizzata in modo da favorire l'accettazione di cambiamenti e da offrire possibilità di gestione delle risorse umane che portino a un aumento della produttività.

    A livello politico, l'innovazione deve continuare a essere riconosciuta e coerentemente sostenuta dagli Stati membri come priorità chiave del partenariato per la crescita e l'occupazione . I Consigli europei di primavera del 2005 e del 2006 hanno approvato questo approccio ma occorre fare di più perché l'innovazione mantenga una posizione di primo piano nell’agenda europea. La Commissione si rallegra per l'intenzione manifestata dalla presidenza di discutere dell'innovazione nel corso della riunione informale dei capi di Stato e di governo di Lahti, il 20 ottobre 2006. A seguito del vertice di Lahti, la Commissione si augura che le dichiarazioni di sostegno all'innovazione si tradurranno in azioni concrete degli Stati membri.

    Per attuare gli orientamenti politici formulati dalla presente comunicazione, è necessaria una struttura di gestione migliorata per l'innovazione , che si applichi all'innovazione a tutti i livelli. La priorità deve essere la creazione di solidi sistemi d'innovazione in tutti gli Stati membri che si basino su tutti i motori dell'innovazione descritti nella presente comunicazione, in particolare l'istruzione, la ricerca, il trasferimento di conoscenza, lo spirito imprenditoriale e i finanziamenti. A tal fine, si propone che gli Stati membri applichino i meccanismi di coordinamento nazionale stabiliti nel quadro del processo di Lisbona per verificare l'attuazione effettiva delle loro strategie in materia d'innovazione.

    La struttura di gestione della strategia riveduta di Lisbona fornisce una sede per le discussioni e lo scambio a livello di UE delle migliori pratiche in materia d'innovazione, nel contesto della sorveglianza multilaterale basata sul trattato. Le discussioni tematiche sull'innovazione nell'ambito di varie formazioni del Consiglio durante l'autunno 2006 offrono una possibilità di informare la relazione annuale 2007 della Commissione sullo stato d’avanzamento e altre discussioni del Consiglio nella primavera 2007. In particolare, esaminando le relazioni d’avanzamento sull'attuazione dei programmi di riforma nazionale – previste per il 15 ottobre –, la Commissione valuterà accuratamente le riforme e le politiche degli Stati membri relative al sistema dell'innovazione e ne renderà conto nella relazione annuale sullo stato d’avanzamento. In questo contesto, il Consiglio "competitività" è invitato a valutare regolarmente l'incidenza delle politiche nazionali dell'innovazione sulla competitività.

    Il ciclo di gestione della rinnovata strategia di Lisbona prevede l'adozione di orientamenti integrati per guidare il processo su un periodo di tre anni. La prossima revisione degli orientamenti integrati nel 2008 per un nuovo ciclo di tre anni sarà l’occasione per valutare l'esperienza acquisita con i programmi nazionali di riforma durante il ciclo di gestione 2005-2008 e i nuovi orientamenti politici proposti nella presente comunicazione. Le valutazioni d'impatto della normativa comunitaria richiedono già esplicitamente che sia tenuto conto degli effetti di una norma sull'innovazione: queste disposizioni saranno valutate al fine di rafforzarle nel contesto del riesame generale delle linee guida della Commissione sulla valutazione d'impatto.

    La competenza principale per la promozione dell'innovazione spesso si situa a livello regionale . Le regioni devono perciò partecipare all'elaborazione e all'attuazione dei programmi nazionali di riforma, anche sviluppando le loro strategie regionali in materia d'innovazione. Sforzi supplementari devono essere compiuti per facilitare l'apprendimento delle politiche e la diffusione delle buone pratiche al di là delle frontiere. A tale riguardo, Pro INNO Europe offrirà una piattaforma che riunirà i responsabili politici regionali e nazionali al fine di facilitare la cooperazione transnazionale in settori d'interesse comune. I ‘cluster’ industriali sono un eccellente esempio. La Commissione presenterà inoltre proposte agli Stati membri per un'iniziativa “Le regioni per il cambiamento economico” nell’ambito dei nuovi programmi della politica di coesione. Questa iniziativa riunirà le regioni in reti per sviluppare le migliori pratiche in settori chiave come la ricerca e l'innovazione e incoraggiare il trasferimento di nuove idee in progetti sostenuti da questi programmi.

    Infine, i partner privati sono un elemento vitale di un sistema d'innovazione efficace e devono dunque pienamente partecipare alla definizione delle priorità politiche. Gli Stati membri sono invitati a promuovere, ove opportuno, le partnership pubblico-privato per favorire l'impegno del settore privato nell'istruzione, nella ricerca e nel finanziamento.

    5. Una tabella di marcia per un'Europa più innovativa

    Le carenze del sistema d'innovazione dell'Unione europea possono essere sintetizzate come insufficienze di risorse e di capacità d'innovazione, di incentivi all'innovazione e di interazione tra gli attori dell'innovazione.

    Negli ultimi anni, si è cercato di rimediare a queste insufficienze a livello nazionale e comunitario. Il piano d'azione del 3%[18] e la comunicazione della Commissione “Potenziare la ricerca e l’innovazione" dell'ottobre 2005 hanno segnato al riguardo tappe importanti.

    La presente comunicazione inscrive questi sforzi in un contesto più ampio . Mira a stimolare sia l'offerta che la domanda d'innovazione. Risponde così alle raccomandazioni del rapporto Aho. Pone le basi dell’ampia strategia dell'innovazione chiesta dal Consiglio di primavera. Pertanto, i suoi obiettivi possono essere raggiunti soltanto mediante un’azione di vasto respiro condotta a livello comunitario, degli Stati membri e delle loro regioni. Al tempo stesso, oltre ai pubblici poteri devono agire anche il settore delle imprese e la società civile.

    Le 10 azioni che seguono hanno una priorità politica particolarmente elevata nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione:

    Azione 1: Gli Stati membri sono invitati ad aumentare in misura significativa la quota della spesa pubblica destinata all’istruzione e a identificare e superare gli ostacoli che, nel loro sistema educativo , si frappongono alla promozione di una società favorevole all'innovazione. In particolare, essi devono applicare le raccomandazioni contenute nella comunicazione "Portare avanti il programma di modernizzazione delle università"[19] che mira a migliorare la formazione e le competenze in materia d'innovazione.

    Azione 2: Creazione di un Istituto europeo di tecnologia che contribuisca a migliorare la capacità e le prestazioni dell'Europa in materia d'innovazione. La Commissione intende presentare una proposta nell'ottobre 2006 e l’IET dovrebbe entrare in funzione nel 2009.

    Azione 3: La Comunità e gli Stati membri devono continuare l'elaborazione e l'attuazione di una strategia mirante a creare un mercato del lavoro europeo per i ricercatori aperto, unico e competitivo , che apra prospettive di carriera attraenti, eventualmente con incentivi alla mobilità.

    Azione 4: Per affrontare la questione dell’insufficiente diffusione dei risultati della ricerca in Europa, la Commissione adotterà nel 2006 una comunicazione, comprendente linee guida ed azioni volontarie degli Stati membri e delle parti interessate, per promuovere il trasferimento di conoscenze tra le università e altri organismi pubblici di ricerca e l'industria.

    Azione 5: La politica di coesione europea per il periodo 2007-2013 sarà mobilitata a favore dell'innovazione regionale. Tutti gli Stati membri devono cercare di destinare una parte rilevante dei 308 miliardi di euro disponibili ad investimenti nella conoscenza e nell'innovazione.

    Azione 6: Una nuova disciplina per gli aiuti pubblici alla ricerca, allo sviluppo e all'innovazione sarà adottata dalla Commissione entro la fine del 2006 per aiutare gli Stati membri a indirizzare gli aiuti pubblici verso le carenze del mercato che si oppongono alle attività di ricerca e di innovazione. Gli Stati membri devono riorientare il loro bilancio di aiuti verso questi obiettivi, nel pieno rispetto del loro impegno generale per "aiuti meno numerosi e più mirati". Entro la fine del 2006 la Commissione presenterà una comunicazione con orientamenti dettagliati per la concezione e la valutazione di incentivi fiscali di portata generale a favore della R&S .

    Azione 7: Sulla base della recente consultazione pubblica, la Commissione presenterà una nuova strategia per i brevetti entro la fine del 2006 e preparerà nel 2007 una più ampia strategia per i diritti di proprietà intellettuale che faciliterà, tra l'altro, la circolazione di idee innovatrici.

    Azione 8: Sulla base del suo esame dell'acquis in materia di diritto d'autore, la Commissione proseguirà i suoi lavori al fine di garantire che il quadro giuridico e la sua applicazione siano favorevoli allo sviluppo di nuovi prodotti, servizi e modelli di attività digitali . In particolare, avvierà entro la fine 2006 un'iniziativa sui "prelievi dei diritti d'autore".

    Azione 9: La Commissione sperimenterà nel 2007 una strategia mirante a facilitare l'emergenza di mercati guida propizi all'innovazione. In questo contesto e previa una consultazione pubblica (comprendente in particolare le piattaforme tecnologiche e i gruppi d'innovazione Europe INNOVA), essa procederà ad un'analisi dettagliata degli ostacoli potenziali che si frappongono all'adozione di nuove tecnologie in un numero limitato di settori. In parallelo e utilizzando questa esperienza, la Commissione elaborerà un’ampia strategia relativa ai "mercati guida".

    Azione 10: La Commissione pubblicherà e diffonderà entro la fine del 2006 un manuale sul modo in cui gli appalti commerciali e precommerciali possono stimolare l' innovazione per aiutare gli Stati membri ad avvalersi delle possibilità offerte dalle nuove direttive sugli appalti.

    Il quadro per l'attuazione di queste azioni politiche è la strategia riveduta di Lisbona per la crescita e l'occupazione. Questa richiede l’impegno di tutte le parti e in particolare degli Stati membri a realizzare le riforme strutturali necessarie per promuovere l'innovazione. La Commissione verificherà il rispetto della tabella di marcia nel quadro del processo di Lisbona . Un'attenzione particolare sarà prestata a questi settori nella prossima relazione annuale sullo stato d’avanzamento, la cui pubblicazione è prevista nel dicembre 2006, e nella valutazione dei programmi nazionali di riforma.

    [1] "Azioni comuni per la crescita e l’occupazione. Il programma comunitario di Lisbona” - COM(2005) 330 del 20.7.2005.

    [2] "Potenziare la ricerca e l’innovazione – Investire per la crescita e l’occupazione: una strategia comune” - COM(2005) 488 del 12.10.2005.

    [3] TrendChart Innovation Policy, v. http://trendchart.cordis.lu/

    [4] "Creare un'Europa innovativa": relazione del gruppo di esperti indipendente su R&S e innovazione nominato in seguito al vertice di Hampton Court e presieduto dal sig. Esko Aho.

    [5] Proposta di raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave per apprendimento permanente, presentata dalla Commissione europea - COM(2005) 548.

    [6] Documento di lavoro dei servizi della Commissione SEC(2006) 639, pag. 19.http://ec.europa.eu/education/policies/2010/doc/progressreport06.pdf

    [7] Un documento di lavoro sull'innovazione nei servizi sarà presentato nel novembre 2006.

    [8] Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni: Attuazione del programma comunitario di Lisbona - Una strategia per la semplificazione del contesto normativo - COM(2005) 535 del 19.10.2005.

    [9] Riunione del Consiglio Competitività (mercato interno, industria e ricerca), 29-30 maggio 2006, conclusioni 9334/06 (versione provvisoria).

    [10] Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo: Portare avanti l’agenda di modernizzazione delle università - Istruzione, ricerca ed innovazione - COM(2006) 208 del 10.5.2006.

    [11] Nuove tappe verso la creazione dell'Istituto europeo di tecnologia, Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo - COM(2006) 276 dell'8.6.2006.

    [12] Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato destinati a promuovere gli investimenti in capitale di rischio nelle piccole e medie imprese, 19.7.2006. http://ec.europa.eu/comm/competition/state_aid/others/risk_capital_guidelines_fr.pdf

    [13] Direttive 2004/18/CE e 2004/17/CE.

    [14] Si veda http://www.europe-innova.org/index.jsp

    [15] Libro verde sull'efficienza energetica - COM(2005) 265 del 22.6.2005.

    [16] Il settore della costruzione non utilizza attualmente in misura rilevante i mezzi formali di tutela della proprietà intellettuale e dei brevetti.

    [17] Per soddisfare le necessità di una gamma diversificata di utenti, andrebbe esaminata la possibilità di organizzare un concorso per giovani inventori su applicazioni future dei segnali derivati dal sistema Galileo a livello europeo, in coordinamento con i contributi esistenti

    [18] Comunicazione della Commissione "Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa" - COM(2003) 226 del 4.6.2003.

    [19] Portare avanti l’agenda di modernizzazione delle università: istruzione, ricerca e innovazione - COM(2006) 208 del 10.5.2006.

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