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Document 52006AR0159

Parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione: Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 — e oltre sostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano

GU C 57 del 10.3.2007, p. 7–10 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)
GU C 57 del 10.3.2007, p. 2–2 (BG, RO)

10.3.2007   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 57/7


Parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione: Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 — e oltre sostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano

(2007/C 57/02)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la comunicazione della Commissione dal titolo Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010e oltreSostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano (COM(2006) 216 def.) e i relativi allegati, in particolare il piano d'azione,

vista la decisione, presa dalla Commissione europea il 2 dicembre 2005, di consultarlo in materia a norma dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,

vista la decisione, presa dal proprio Ufficio di presidenza il 25 aprile 2006, di incaricare la commissione Sviluppo sostenibile di elaborare un parere sull'argomento,

vista la direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, nonché la direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici,

visto il proprio parere del 12 febbraio 2003 in merito alla comunicazione della Commissione Verso una strategia tematica per la protezione del suolo (CdR 190/2002 fin) (1),

visto il proprio parere del 17 novembre 2005 sul tema Il contributo degli enti locali e regionali alla lotta contro i cambiamenti climatici (CdR 215/2005 fin),

visto il proprio parere del 26 aprile 2006 in merito alla Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (COM(2005) 505 def. — 2005/0211 (COD)) e alla Comunicazione della Commissione al Consiglio ed al Parlamento europeoStrategia tematica per la protezione e la conservazione dell'ambiente marino (COM(2005) 504 def.) (CdR 46/2006 fin),

visto il proprio progetto di parere (CdR 159/2006 riv. 1), adottato il 6 ottobre 2006 dalla commissione Sviluppo sostenibile (relatore: Wim van GELDER, commissario della regina nella provincia di Zelanda, NL/PPE),

ha adottato all'unanimità il seguente parere in data 6 dicembre 2006, nel corso della 67a sessione plenaria.

Punto di vista e raccomandazioni del Comitato delle regioni

Il Comitato delle regioni

1.   Osservazioni di carattere generale

1.1

accoglie con favore la comunicazione in esame e il piano d'azione proposto, in quanto forniscono una descrizione precisa della situazione attuale e propongono misure che contribuiranno alla realizzazione degli obiettivi previsti per il 2010. Pur condividendo l'analisi della Commissione, il Comitato deplora tuttavia il ritardo con cui essa è stata pubblicata;

1.2

ritiene che la biodiversità determini in larga misura l'identità di una regione, e sottolinea che essa costituisce una base importante per la qualità della vita e della salute, per il turismo e le attività per il tempo libero, nonché per i prodotti e i servizi propri di ciascuna regione;

1.3

richiama l'attenzione sul fatto che a seguito dell'adesione dei dieci nuovi Stati membri l'Unione europea si è arricchita di nuove specie e di nuovi e importanti ecosistemi;

1.4

accoglie con favore le conclusioni del Consiglio del 23 e 24 marzo 2006, che invitano a integrare gli obiettivi del 2010 in tutte le politiche definite nel quadro dell'agenda di Lisbona. I piani di sviluppo rurale attuati in molte regioni dimostrano che gli attriti tra la biodiversità e la crescita economica possono essere appianati;

1.5

fa presente che, se da una parte è vero che il valore intrinseco della biodiversità è unanimemente riconosciuto, dall'altra è anche vero che il suo valore economico è sottostimato. A lungo termine la biodiversità rappresenterà il presupposto essenziale di un buon livello di salute, di qualità di vita e di sicurezza dell'occupazione;

1.6

insiste sulla necessità di creare nuove e moderne forme di cooperazione tra tutte le parti interessate, per sensibilizzare maggiormente (e già sin dall'infanzia) i cittadini, le pubbliche amministrazioni e le imprese sull'importanza della questione, in modo da promuovere un impegno comune per conservare la biodiversità ed ecosistemi duraturi;

1.7

deplora che, nonostante l'impegno politico di tutti gli Stati membri, gli obiettivi del 2010 siano ancora lontani, e insiste affinché la biodiversità diventi una priorità politica a tutti i livelli amministrativi;

1.8

si compiace dei numerosissimi esempi, raccolti a livello locale e regionale, che dimostrano l'effettiva possibilità di arrestare la perdita della biodiversità e di ricostituire gli habitat (cfr. CdR 159/2006 — allegato).

2.   La biodiversità nell'Unione europea

2.1

deplora che le prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 assegnino un volume insufficiente di fondi comunitari al finanziamento degli obiettivi del 2010, tra cui figurano in particolare l'iniziativa Natura 2000 e lo sviluppo rurale. Invita quindi gli Stati membri a dotare le proprie regioni e i propri comuni dei mezzi necessari a proteggere e ripristinare la biodiversità sul loro territorio (ad esempio mantenendo i siti Natura 2000), e insiste affinché i progetti destinati a promuovere la biodiversità beneficino in misura maggiore delle risorse provenienti dai fondi strutturali e dal Fondo di coesione;

2.2

richiama l'attenzione sul fatto che, per garantire la realizzazione e il mantenimento ottimali della rete ecologica Natura 2000, è fondamentale che le regioni trovino il giusto equilibrio tra l'approccio top-down e la flessibilità necessaria alla creazione di questa rete, e che vengano adottati criteri di gestione omogenei per tutte le zone che ne fanno parte;

2.3

sottolinea che per garantire ecosistemi durevoli è necessario rendere la rete ancora più capillare, anche nel caso dell'ambiente marino, e si compiace dell'accento posto su questa capillarità della rete, visto l'impatto del cambiamento climatico sugli habitat e sulle specie; raccomanda inoltre di attuare misure intese a preservare le zone cuscinetto e i corridoi ecologici, che garantiscono la vitalità delle zone incluse nella rete;

2.4

constata che, per quanto le politiche e la legislazione UE prevedano una forte protezione della biodiversità, in molti Stati membri la loro attuazione, applicazione e controllo lasciano ancora a desiderare e che, all'atto dell'istituzione di nuove aree di diversità biologica, non viene riservata un'attenzione sufficiente alle condizioni destinate ad assicurare uno sviluppo armonioso dell'ecosistema;

2.5

raccomanda di coordinare a livello europeo, nazionale, regionale e locale i piani a favore della biodiversità;

2.6

sottolinea che senza la collaborazione e la partecipazione degli enti locali e regionali è impossibile attuare con efficacia molte delle misure previste dal programma d'azione: occorre quindi coinvolgere i rappresentanti dei comuni e delle regioni in tutte le nuove iniziative politiche in materia di biodiversità, e fornire loro le risorse necessarie;

2.7

è consapevole della forte influenza dell'agricoltura sulla biodiversità all'interno dell'UE. A seconda delle modalità di sfruttamento dei terreni, l'agricoltura può avere un impatto estremamente benefico sulla biodiversità, fornendo protezione sicura a numerose specie, oppure provocare gravi danni, distruggendo gli habitat e inquinando l'ambiente; fa osservare che l'agricoltura continua a beneficiare di una quota preponderante del bilancio europeo e che, di conseguenza, l'Unione dispone di uno strumento efficace per influire sull'utilizzo della terra a scopo agricolo; chiede dunque che nel 2008, quando si procederà alla revisione delle prospettive finanziarie 2007-2013, una parte importante delle risorse venga destinata all'agricoltura sostenibile e alla conservazione del paesaggio;

2.8

chiede che la Commissione e gli Stati membri valutino l'impatto delle attuali sovvenzioni sulla biodiversità, sopprimano gli incentivi che possono compromettere i servizi ecosistemici e la biodiversità, e incoraggino l'uso degli strumenti economici intesi a proteggerla;

2.9

ritiene auspicabile che si tenga conto della biodiversità non solo nel quadro della politica ambientale, ma anche in quello di altre politiche europee e nazionali, soprattutto nel settore dei trasporti, dell'energia, dell'agricoltura, della pesca, del turismo e della ricerca, nonché della politica industriale e regionale;

2.10

è fortemente consapevole dell'importanza del mare e delle acque costiere in quanto ambiente che concentra circa la metà della biodiversità in Europa, e invita a sensibilizzare maggiormente le parti interessate e i pubblici poteri sulla politica a favore della biodiversità marina; a questo scopo sottolinea l'urgenza di accelerare l'attuazione per l'ambiente marino della direttiva sugli habitat, di porre fine alla pesca eccessiva, sia nelle acque europee che in quelle extraeuropee e di includere a pieno titolo la biodiversità nella futura politica marittima dell'UE;

2.11

osserva che la possibilità di intervenire a livello europeo in materia di gestione del territorio è limitata, dato che questo settore politico, essenziale per la conservazione e il ripristino della biodiversità, è di competenza degli Stati membri; insiste affinché nelle decisioni prese a livello nazionale, regionale e locale in materia di gestione del territorio si presti la massima attenzione alla biodiversità, soprattutto attraverso la valutazione ambientale strategica (VAS);

2.12

è convinto che, nel quadro dell'elaborazione e dell'attuazione della politica di lotta contro le specie aliene invasive, la normativa vigente potrebbe essere utilizzata e applicata più efficacemente, e invita a coinvolgere maggiormente le regioni in questo processo;

2.13

accoglie con favore i progetti relativi allo sviluppo di una strategia comunitaria globale sulle specie aliene invasive, compresa l'introduzione di un sistema di allerta rapido; osserva tuttavia che, vista la scarsità di risorse umane e finanziarie, è necessario evitare di aumentare il già pesante carico amministrativo;

2.14

raccomanda di elaborare, in materia di specie aliene, delle norme di base, corredate da elenchi, che stabiliscano le disposizioni da applicare alla loro importazione, commercio e possesso, onde assicurare un'azione coordinata e concertata a livello europeo; sottolinea la necessità di esaminare, nel quadro della valutazione dell'impatto ambientale, l'impatto dei progetti che prevedono l'introduzione o la gestione di specie aliene potenzialmente invasive;

2.15

ricorda che la conservazione della biodiversità, in particolare delle specie di flora e fauna, non esclude il loro uso o sfruttamento, a condizione che questo sia debitamente disciplinato, controllato e attuato secondo criteri sostenibili;

2.16

raccomanda un'applicazione rigorosa del principio di precauzione nella fase di autorizzazione e introduzione di OGM.

3.   L'UE e la biodiversità su scala mondiale

3.1

osserva che le decisioni prese nel corso dell'Ottava conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica, svoltasi nel marzo 2006 a Cutiriba (Brasile), costituiscono un progresso importante. Visto che la Nona conferenza, la cui presidenza sarà assicurata dalla Germania, si svolgerà a Bonn all'inizio del 2008, invita l'UE e gli Stati membri a cogliere questa occasione per presentare la loro valutazione della comunicazione della Commissione sulla biodiversità e per preparare un incontro nel quale gli enti territoriali locali e regionali saranno coinvolti più da vicino, anche attraverso le relative associazioni nazionali;

3.2

si compiace del buon esempio offerto da quelle regioni che, nel quadro degli aiuti allo sviluppo, trasmettono le esperienze accumulate in materia di biodiversità alle loro regioni partner, e sostengono le misure prese da queste ultime per promuovere la biodiversità (cfr. allegato);

3.3

osserva che l'UE è responsabile del mantenimento della biodiversità a livello mondiale, e raccomanda pertanto che questa responsabilità sia tenuta in maggiore considerazione nel quadro della politica commerciale e di sviluppo.

4.   Biodiversità e cambiamento climatico

4.1

è consapevole che la politica a favore della biodiversità potrà portare i suoi frutti solo se a livello mondiale verranno adottate delle misure politiche incisive intese ad arrestare il cambiamento climatico; ritiene indispensabile che gli Stati membri che ancora non adempiono agli obblighi previsti dal protocollo di Kyoto si affrettino a recuperare questo ritardo, e auspica l'adozione a livello mondiale di un'ambiziosa convenzione in materia di lotta contro il cambiamento climatico, della quale facciano parte tutti i principali paesi produttori e i settori di produzione;

4.2

raccomanda che si effettui una ricerca a livello regionale sugli effetti del cambiamento climatico;

4.3

aggiunge che, per quanto lo sviluppo dei biocarburanti possa essere importante nel quadro della lotta contro il cambiamento climatico, questa lotta, per essere efficace, dovrà essere accompagnata da misure di drastica riduzione del consumo totale di carburanti; si dovrà inoltre ricorrere esclusivamente a materie prime, tecniche e colture che non rechino danno alla biodiversità a livello nazionale e internazionale, evitando uno sconfinamento dei terreni ad uso agricolo negli ecosistemi ad alto valore biologico.

5.   La base delle conoscenze

5.1

sottolinea l'importanza essenziale dell'accessibilità e del miglioramento delle conoscenze in materia di conservazione e sfruttamento sostenibile della biodiversità in Europa e nel resto del mondo, di cui fa parte lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri e le regioni (cfr. allegato); per tale motivo è necessario potenziare l'interoperabilità dei dati sulla biodiversità a diversi livelli, tenendo conto soprattutto dei dati regionali e locali e ricorrendo al GIS (sistema di informazione geografica) e alla SDI (infrastruttura di dati territoriali);

5.2

sottolinea l'insufficiente conoscenza della biodiversità, in particolare per quanto riguarda l'ambiente marino, e raccomanda di porre rimedio a questa lacuna;

5.3

aggiunge che accanto al sapere scientifico menzionato dalla Commissione, occorre prestare maggiore attenzione alle conoscenze e alle competenze degli abitanti delle zone interessate, e raccomanda di fare confluire queste e quello insistendo sull'opportunità di coinvolgere anche i bambini in questo processo;

5.4

raccomanda di definire specifiche strategie di comunicazione per rafforzare, a tutti i livelli e in tutti i campi, la presa di coscienza e la responsabilità dei cittadini nei confronti della protezione e della conservazione della biodiversità, e per incrementare lo scambio d'informazioni tra la comunità scientifica e le amministrazioni.

6.   Le quattro principali misure di sostegno

Garantire un finanziamento sufficiente

6.1

constata che secondo le previsioni LIFE+ e il bilancio per la ricerca potranno destinare ben poche risorse alla biodiversità. Esiste inoltre il rischio che nel quadro degli attuali fondi strutturali gli Stati membri non tengano conto a sufficienza dell'importanza della biodiversità;

6.2

rileva lo scarto che esiste tra le grandi ambizioni della comunicazione da un lato, e gli strumenti previsti per realizzarla dall'altro.

Rafforzare il processo decisionale comunitario

6.3

condivide le proposte avanzate per rafforzare l'importanza della biodiversità nel processo decisionale comunitario; raccomanda di rendere obbligatoria l'integrazione di tale problematica anche in altre politiche e appoggia l'idea di un piano d'azione che preveda di coinvolgere in questo processo non solo gli Stati membri, ma anche le regioni.

Creare partenariati

6.4

confida che la creazione di partenariati all'interno dell'UE sarà ulteriormente incoraggiata, facendo presente che le regioni sono perfettamente attrezzate per agevolare questo processo e ricorda i buoni risultati scaturiti dalla cooperazione messa a punto nel quadro dei programmi comunitari (cfr. allegato).

6.5

sottolinea la necessità di coinvolgere i proprietari di terreni privati nel mantenimento della biodiversità, avvalendosi di strumenti quali, ad esempio, gli accordi di collaborazione.

Sensibilizzare il pubblico e migliorarne la partecipazione

6.6

sottolinea l'importanza di una maggiore partecipazione del pubblico. Se i cittadini non percepiscono l'importanza della biodiversità e dei servizi ecosistemici, qualunque progetto in questo campo avrà minori possibilità di successo. Raccomanda dunque di stanziare più fondi, sia comunitari che nazionali, da destinare alle iniziative dei cittadini;

6.7

raccomanda di elaborare, in stretto coordinamento con le iniziative Countdown 2010 e Beautiful Europe, una strategia di comunicazione per gli Stati membri, le ONG e gli enti locali, con l'intento di promuovere gli obiettivi stabiliti per il 2010.

7.   Monitoraggio, valutazione e riesame

7.1

appoggia la cooperazione tra gli Stati membri e il settore privato, e sottolinea che in tutta l'Europa cittadini e volontari partecipano attivamente al monitoraggio della biodiversità;

7.2

invita a motivare gli Stati membri affinché presentino i risultati della loro politica in maniera accessibile ai cittadini e tale da consentire a questi ultimi di riconoscervi la propria azione e quella delle regioni;

7.3

fa presente che il monitoraggio a livello regionale dovrebbe costituire la base del monitoraggio e delle valutazioni a livello nazionale e internazionale. A questo scopo è necessario creare sistemi di monitoraggio efficaci, basati su indicatori e relazioni periodiche.

8.   Prospettive

8.1

accoglie con favore la proposta di elaborare una prospettiva europea sul futuro della biodiversità, e sottolinea la grande importanza di un coinvolgimento delle regioni in questo processo;

8.2

si pronuncia a favore di una nuova prospettiva per l'approccio alla biodiversità, che vada al di là dell'anno 2010 e valorizzi il contributo positivo dei servizi ecosistemici legati all'ambiente (paesaggio).

Bruxelles, 6 dicembre 2006.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Michel DELEBARRE


(1)  GU C 128 del 29.5.2003, pag. 43.


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