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Document 52006AR0138
Opinion of the Committee of the Regions on the Communication from the Commission to the Council, The European Parliament, the European Economic and Social Committee and the Committee of the Regions A Roadmap for equality between women and men 2006-2010
Parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010
Parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010
GU C 57 del 10.3.2007, p. 29–33
(ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)
GU C 57 del 10.3.2007, p. 7–7
(BG, RO)
10.3.2007 |
IT |
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea |
C 57/29 |
Parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni — Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010
(2007/C 57/07)
IL COMITATO DELLE REGIONI,
vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010, COM(2006) 92 def.,
vista la decisione della Commissione europea, del 1o marzo 2006, di consultare il Comitato delle regioni sull'argomento, conformemente all'art. 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea,
vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza, del 25 aprile 2006, di incaricare la commissione Politica economica e sociale di elaborare un parere in materia,
visto il proprio parere sul tema Le donne e la povertà nell'Unione europea (CdR 151/2005 fin),
visto il proprio parere in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Nuovi e migliori posti di lavoro attraverso la modernizzazione della protezione sociale, un approccio globale per contribuire a rendere il lavoro proficuo (CdR 94/2004 fin),
visto il proprio parere in merito alla Proposta di direttiva del Consiglio che attua il principio della parità di trattamento tra donne e uomini per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura (CdR 19/2004 fin),
visto il proprio parere sul tema Elaborazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (CdR 327/1999 fin),
viste la dichiarata intenzione della Commissione europea di promuovere la parità di genere lanciando una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini e quella del Comitato delle regioni di tradurre nella pratica i valori e gli obiettivi di tale tabella di marcia; considerato che il 2007 è stato dichiarato Anno delle pari opportunità per tutti,
visto il proprio progetto di parere (CdR 138/2006 riv. 2), adottato il 20 ottobre 2006 dalla commissione Politica economica e sociale (relatrice: Claudette ABELA BALDACCHINO, vicesindaco, consiglio comunale di Qrendi (MT/PSE)),
ha adottato all'unanimità il seguente parere il 6 dicembre 2006 nel corso della 67a sessione plenaria.
1. Posizione del Comitato delle regioni
Priorità per il Comitato delle regioni
1.1 |
Il Comitato delle regioni ha individuato nella questione della parità di genere una delle priorità più importanti per il 2006. Il lancio di una tabella di marcia per la parità tra donne e uomini interessa la base del modello sociale europeo. La promozione delle pari opportunità e la lotta contro ogni forma di discriminazione figurano fra le priorità politiche chiave del CdR. |
1.2 |
Dovrebbero seguire ora proposte concrete su come realizzare la parità di genere e migliorare la situazione, specie delle donne, negli Stati membri in vista dell'Anno delle pari opportunità per tutti (2007). Il patto di genere, concordato dai governi di parecchi Stati membri, fissa una serie di scopi e obiettivi, come del resto fa la tabella di marcia per la parità tra donne e uomini, ma è ora urgente e necessario elaborare proposte concrete su come attuare queste politiche. Tuttavia le misure proposte, per quanto concerne la loro natura e i loro effetti, vanno impostate sul lungo termine, in modo da essere attuate nel quadro della tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010. |
Obiettivi per il Comitato delle regioni
1.3 |
La parità tra donne e uomini deve arrivare ad essere universalmente accolta come un obiettivo auspicabile per i cittadini che utilizzano i servizi forniti dagli enti locali e regionali e un pilastro centrale delle politiche per i governi e i politici di tutte le convinzioni. Gli enti locali e regionali devono svolgere un ruolo chiave in tale ambito, perché sono il livello di governo più vicino ai cittadini e alle questioni che li riguardano. Devono pertanto contribuire a dare un esempio positivo di non discriminazione, anche nel loro ruolo di datori di lavoro tra i più importanti nell'UE e di fornitori chiave di servizi che hanno un impatto diretto sulla parità di genere (cfr. sotto). |
1.4 |
Gli enti locali e regionali dovrebbero quindi fungere da catalizzatori, ossia organismi che sostengono e agevolano tale processo, con l'obiettivo principale di raggiungere un equilibrio fra i sessi. Occorre pertanto sostenere coloro che ne hanno bisogno con tutti i mezzi necessari, per rafforzare la loro posizione nella società e farli accedere al mercato del lavoro. |
1.5 |
Per aderire a tale progetto, il CdR deve assicurarsi che esista un impegno politico sui seguenti punti:
Il CdR e gli enti locali e regionali che esso rappresenta sono pronti a contribuire alla realizzazione di questi obiettivi mediante azioni concrete. Tuttavia le misure proposte in vista dell'Anno delle pari opportunità per tutti (2007) vanno impostate sul lungo termine per quanto concerne la loro natura e i loro effetti, in modo da essere attuate nel quadro della tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010. |
Osservazioni generali sulle sei priorità della tabella di marcia
1.6 |
Il CdR approva l'iniziativa della Commissione europea di lanciare una nuova tabella di marcia per la parità fra donne e uomini che fa seguito a una serie di altri documenti che stabiliscono gli obiettivi generali della politica europea per raggiungere la parità di genere. In un suo precedente parere (1) il CdR ha sottolineato la necessità di una strategia coerente e inclusiva per combattere le disuguaglianze di genere in tutta l'Unione europea. La parità fra i sessi è un diritto fondamentale e un valore comune, e non è soggetta ad alcuna negoziazione o restrizione. Per essere realizzata, tuttavia, richiede anche azioni politiche concrete a tutti i livelli di governance. |
1.7 |
Le istituzioni europee concordano in genere sul fatto che il successo del progetto europeo dipende dalla capacità dell'UE e delle sue istituzioni di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini a livello locale. Il successo della tabella di marcia dipende quindi in larga misura dalla capacità delle istituzioni dell'UE di mobilitare a loro vantaggio le competenze specialistiche e le risorse degli enti regionali e locali nella sua attuazione. Vi sono numerosi esempi di iniziative efficaci per la parità realizzate a livello locale e regionale che sarebbe utile diffondere: questo elemento sembra mancare nell'attuale strategia prevista per la tabella di marcia. |
Migliorare la governance sulla parità tra i generi
1.8 |
Il CdR accoglie con favore il fatto che la tabella di marcia sostenga la creazione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere. Il CdR vorrebbe seguire il dibattito sul mandato preciso di questa nuova agenzia e sulle modalità con cui essa dovrebbe tradurre gli obiettivi della politica generale in azioni concrete. Il CdR sottolinea la necessità di disporre di dati scientifici affidabili e comparabili sulla situazione della parità di genere ai diversi livelli di governance e ritiene che l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere svolgerà una funzione importante quale strumento per creare reti per la raccolta e lo scambio di tali dati. È anche convinto che un'altra importante funzione dell'Istituto potrebbe essere quella di descrivere le politiche e le pratiche in materia di educazione all'uguaglianza di genere in tutta l'UE per formulare raccomandazioni e avanzare proposte di miglioramento. |
1.9 |
Il CdR insiste nel sottolineare che, in questi sforzi, occorre attribuire la massima importanza al coinvolgimento del livello locale e regionale. Il monitoraggio degli sviluppi ai livelli più vicini ai cittadini e lo scambio delle migliori pratiche sono elementi cruciali per massimizzare l'impatto dell'Istituto. A tal fine, esso dovrebbe analizzare modalità per decentrare le proprie attività e quindi essere dotato dei mezzi per farlo. |
1.10 |
Un altro aspetto chiave per migliorare la politica in materia di uguaglianza di genere a livello dell'UE è la necessità di migliorare la governance delle istituzioni dell'UE che lavorano in questo ambito. Ciò significa soprattutto intensificare il coordinamento fra le diverse componenti della Commissione per rafforzare l'attuazione del mainstreaming di genere in tutte le politiche, ma richiede anche sforzi per migliorare la formazione dei funzionari e dei formatori ed educatori a tutti i livelli per sensibilizzarli alle questioni della parità di genere. Fra queste rientra anche il linguaggio utilizzato in tutti i documenti, in particolare quello che fa riferimento alle donne in quanto minoranze: occorre fare in modo che rifletta maggiormente un approccio neutrale rispetto al genere. |
Decentrare gli obiettivi della tabella di marcia
1.11 |
Si dovrebbe prendere in considerazione un riesame della gerarchia degli ambiti prioritari definita dalla Commissione. Una tabella di marcia efficace dovrebbe essere incentrata sia sull'uguaglianza economica che su quella sociale, per affrontare le disuguaglianze manifeste che ancora esistono nella partecipazione dei sessi al processo decisionale e alla vita politica in generale. Cresce in tutta Europa la consapevolezza che la parità fra donne e uomini, oltre ad essere un importante obiettivo di per sé, è vitale per il benessere economico dell'Europa. Ad esempio, nonostante il fatto che l'Europa oggi può vantare un tenore di vita che costituisce un modello per il resto del mondo, è anche vero che non dappertutto nell'UE il benessere economico si è tradotto in parità tra i sessi o maggiore benessere per le donne. Perciò è importante sottolineare che il benessere economico non dà automaticamente luogo alla parità tra i sessi. Sono necessari un percorso diretto e mezzi adeguati perché l'Europa possa raggiungere il traguardo finale della parità fra donne e uomini. |
1.12 |
Gli enti regionali e locali, essendo i più vicini ai cittadini e responsabili della maggior parte degli aspetti sociali, educativi ed economici della loro vita quotidiana, hanno la capacità di tradurre nella realtà dei fatti le strutture e i valori previsti dalla tabella di marcia; questo è stato riconosciuto anche dalla Commissione europea, che ha ribadito l'importanza della «Carta europea dell'uguaglianza e delle parità» elaborata dal CCRE nell'ambito del V programma d'azione della Commissione stessa. Tali valori devono diventare parte integrante delle politiche attuate a livello regionale e locale. Gli obiettivi di eliminare gli stereotipi di genere nell'istruzione, nella formazione e nella cultura e di migliorare la governance sulla parità tra i generi possono essere conseguiti al meglio a questo livello, che è anche il più adeguato per realizzare un monitoraggio efficace del processo. |
1.13 |
Vi è la tendenza, nelle istituzioni dell'UE e a livello nazionale, regionale e locale, a discutere le questioni legate al genere in termini puramente statistici. Anche se statistiche affidabili e comparabili sono utili e necessarie per capire la situazione odierna, vi è però il rischio che esse vengano utilizzate per giustificare delle politiche che non sono altro che politiche di «facciata» (tokenism). È pertanto necessario garantire un'accurata interpretazione delle statistiche per tradurle in adeguate azioni concrete. Una disaggregazione delle statistiche per sesso dovrebbe consentire una migliore valutazione dei dati e dell'impatto, o della mancanza, di politiche di genere perseguite nell'UE e a livello degli enti locali e regionali. |
Creare le condizioni per conciliare lavoro e vita familiare
1.14 |
Sembra anche che sia proprio a livello regionale e locale che i nuovi fondi e altre iniziative possano essere impiegati efficacemente allo scopo di promuovere i valori e fornire le strutture necessarie per l'attuazione della tabella di marcia. Lo sviluppo di «Piani sociali per la comunità» può essere uno strumento di gestione in grado di aiutare gli enti regionali e locali ad esaminare le esigenze della comunità locale e, dopo aver effettuato ricerche scientifiche, a rispondere ai bisogni di determinati gruppi svantaggiati. |
1.15 |
È chiaro che il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona richiede il contributo di entrambi i sessi, le donne in primo luogo. Ciò comprende la loro partecipazione al mercato del lavoro, una maggior partecipazione degli uomini alla vita familiare e la possibilità sia per gli uomini che per le donne di conciliare impegni familiari e di lavoro, elemento che avrà probabilmente un impatto decisivo sul futuro sviluppo demografico nell'UE. |
1.16 |
Per conseguire tale obiettivo sono imprescindibili misure efficaci volte a promuovere una partecipazione equilibrata degli uomini alla vita familiare. Un altro aspetto cruciale riguarda la necessità di mettere a disposizione di chi ne ha bisogno strutture per la cura dei bambini maggiori e migliori, che siano accessibili ed abbordabili. Molti Stati membri dell'UE devono impegnarsi maggiormente per raggiungere gli obiettivi di Barcellona 2002 in materia, lavorando a tal fine in stretta cooperazione con gli enti locali e regionali. |
1.17 |
Il valore degli obiettivi politici a lungo termine dipende dall'elaborazione di politiche concrete adeguatamente finanziate nell'ambito delle quali ogni membro della comunità venga apprezzato e tragga benefici. Parallelamente vanno incoraggiate anche nuove iniziative volte ad eliminare gli stereotipi di genere dalla vita professionale, privata e politica. |
1.18 |
Il CdR ritiene che il compito fondamentale consista nel garantire che vi siano opportunità concrete per fare dell'uguaglianza di genere una realtà. Sarà l'esistenza di opportunità, in ultima analisi, ad essere determinante. Il mercato si interessa non solo ai profitti e alle politiche dei prezzi, ma anche alla qualità dei servizi forniti. La parità di genere potrà essere raggiunta solo quando i servizi essenziali, ovvero servizi di buona qualità, saranno a disposizione di tutti i cittadini. L'agenda sociale dell'UE dovrebbe tenere conto di questi aspetti. |
Disporre di un quadro giuridico solido e adeguatamente applicato
1.19 |
Sono ormai parecchi decenni che l'Europa ha adottato la legislazione sulla parità retributiva, ma questo traguardo è ancora ben lungi dall'essere raggiunto (2). Le istituzioni europee devono dar prova di un forte impegno politico per l'applicazione della legislazione/delle direttive esistenti, arrivando perfino ad intraprendere azioni legali contro gli Stati membri che continuassero ad ignorare la legislazione/le direttive presenti e future. L'UE deve tenere conto delle attuali circostanze e adoperarsi per ottenere un impegno risoluto da parte degli Stati membri per la parità di genere. Questa problematica deve diventare una priorità concreta in tutti gli Stati membri: ciò contribuirebbe altresì a rafforzare la posizione dell'UE nelle istanze internazionali quando vengono affrontate questioni di genere. |
1.20 |
Lo stesso vale anche per l'urgente necessità di rafforzare le azioni contro la tratta degli esseri umani. Gli enti locali e regionali devono essere aiutati a combattere tale piaga, come pure lo sfruttamento economico degli immigrati irregolari. Il problema della tratta degli esseri umani ha assunto ampie proporzioni e deve essere affrontato in tempi rapidi. Bisogna anche garantire che siano rispettati i diritti e la dignità degli immigrati illegali in stato di detenzione, soprattutto donne e bambini. Il Comitato si impegnerà per incoraggiare e aumentare la cooperazione tra i suoi membri nella lotta contro gli abusi di questo tipo. Ciò renderà più efficace la cooperazione a livello dell'UE contro tali gravi reati, che arrecano enormi sofferenze e disagi e costituiscono un'offesa alla dignità umana, e fornirà inoltre una base più solida per la cooperazione internazionale a tutti i livelli di governance, che dovrebbe essere rafforzata. |
1.21 |
La violenza fra i generi è anzitutto quella perpetrata dagli uomini nei confronti delle donne: si tratta di un grave problema di società che minaccia la salute, il benessere e la vita delle donne e dei minori. Essa costituisce una violazione del diritto fondamentale alla vita, alla sicurezza, alla libertà e alla dignità, come pure all'incolumità fisica e psicologica. Le principali misure preventive consistono in una migliore informazione e nella promozione attiva dell'evoluzione dei valori e delle mentalità. Mobilitandosi per una maggiore parità si può forgiare una società che offra pari opportunità e diritti ad entrambi i generi sin dall'adolescenza, una società in cui le donne di qualsiasi età non siano minacciate dalla violenza maschile. Gli enti regionali e locali, che sono i più vicini alla cittadinanza, non solo hanno una grande responsabilità in proposito, ma dispongono anche di grande esperienza riguardo a metodi e programmi particolarmente utili nei confronti sia delle vittime che dei responsabili delle violenze. |
Garantire la parità di genere nel processo decisionale
1.22 |
Per raggiungere un'autentica parità di genere, deve essere affrontato il problema della sottorappresentanza delle donne nel processo decisionale politico ed economico. Gli enti locali e regionali hanno un ruolo chiave da svolgere, perché nella partecipazione alla vita politica ed economica la parità di genere andrebbe costruita a partire dal basso. In tale contesto, il CdR propone che l'idea di introdurre sistemi di quote venga discussa ai diversi livelli di governance. Benché le quote non possano di per sé risolvere i problemi di disuguaglianza e discriminazione, esse possono tuttavia costituire un elemento di una strategia più ampia e integrata intesa a scardinare le strutture che per ora escludono le donne dal processo decisionale. |
1.23 |
Considerato che l'anno prossimo sarà dedicato alle «pari opportunità per tutti», il CdR deve fare pressione sugli Stati membri affinché si impegnino a garantire la parità di genere nelle delegazioni nazionali rappresentate al suo interno. |
1.24 |
I gruppi politici del CdR sono incoraggiati a partecipare attivamente al dibattito sulla parità di genere. Dal canto suo il CdR, nell'ambito del proprio impegno per l'Anno delle pari opportunità per tutti, dovrebbe elaborare una strategia che definisca nel dettaglio come intende collaborare con le delegazioni nazionali e i gruppi politici per affrontare la questione dello squilibrio tra i generi nella sua composizione. |
1.25 |
Inoltre, tramite le sue commissioni, il CdR dovrebbe anche impegnarsi a garantire che i suoi futuri pareri si basino sul contributo e sulla partecipazione di donne e uomini in pari misura e che tale parità sia perseguita in tutti i suoi lavori. |
Modificare le norme culturali — parità in un'ottica neutrale rispetto al genere
1.26 |
Gli enti locali e regionali degli Stati membri e quelli dei paesi terzi sono diversi per dimensione ma non per scopo, per data di nascita ma non per i principi su cui si basano. Soprattutto sono un motore del cambiamento, perché conoscono i bisogni locali e regionali e sono in una posizione cruciale per far sì che i servizi forniti siano concepiti per soddisfare questi bisogni e migliorare così il benessere delle loro comunità. |
1.27 |
Una sfida chiave consiste nel tenere un dibattito aperto a tutti i cittadini, dato che il problema riguarda sia gli uomini che le donne, e nell'adottare iniziative concrete per la parità di genere. |
1.28 |
Da parte loro gli enti locali e regionali dovrebbero cercare di promuovere la parità fra donne e uomini mediante progetti riguardanti i primi anni della scuola primaria, finanziati da loro stessi o mediante fondi messi a disposizione dall'UE, anche mettendo in comune le esperienze positive effettuate nei diversi Stati. |
1.29 |
Le autorità politiche a tutti i livelli hanno il potenziale per cambiare il discorso dominante e di conseguenza le norme culturali. Tale obiettivo potrebbe essere conseguito mediante strategie che passino anche attraverso gli educatori, i datori di lavoro e i lavoratori, le istituzioni nazionali e internazionali e soprattutto, per una realizzazione più efficace della parità, attraverso i media. In concreto, per gli enti locali e regionali ma anche per le istituzioni nazionali e dell'UE, ciò significa che la parità di genere dovrebbe diventare un elemento di tutte le loro comunicazioni con i cittadini. Quest'obiettivo a sua volta richiede un'adeguata formazione dei responsabili all'interno delle istituzioni, ma anche dei rappresentanti dei media, per sensibilizzarli alle questioni di parità di genere. Nel dibattito sul futuro dell'Europa in corso nel quadro del Piano D della Commissione per la democrazia, il dibattito e il dialogo — al quale il CdR desidera aggiungere una quarta «D» ad indicare il decentramento, le questioni relative alla parità di genere dovrebbero essere considerate un elemento cruciale per avvicinare l'Europa ai cittadini. |
2. Raccomandazioni del Comitato delle regioni
2.1 |
Oltre ad esplorare i fattori determinanti di ordine educativo, economico e sociale, l'UE dovrebbe collaborare strettamente con i media e mostrarsi disposta a stabilire codici di condotta che, pur preservando le libertà consolidate e la creatività, sradichino quegli elementi capaci di vanificare le priorità fissate nella tabella di marcia. I media sono strumenti in grado di diffondere i valori della tabella di marcia, ma quest'ultima rischia di incontrare sul suo cammino ostacoli frapposti dagli interessi costituiti. Il conseguimento degli obiettivi del programma può quindi rappresentare una prova della capacità dell'UE di creare una società europea che dia importanza alla questione della parità fra uomini e donne nei fatti e non solo a parole. |
2.2 |
Per essere efficace e significativa, la democrazia deve garantire ai cittadini la possibilità di partecipare pienamente alle decisioni finali vincolanti che incidono sulla loro vita quotidiana. Fintanto che continuano ad esservi disuguaglianze di genere nel processo decisionale, non si potrà neppure realizzare pienamente la democrazia all'interno dell'UE. Il CdR e le istituzioni dell'UE devono impegnarsi insieme per accelerare la riforma dei processi democratici negli Stati membri e proporre standard etici di governance politica per un mondo sempre più globalizzato. La parità di genere è uno di questi standard etici. |
2.3 |
La questione della violenza domestica, soprattutto quella perpetrata dagli uomini nei confronti delle donne, deve essere affrontata anche a livello della Commissione, mediante l'impegno a far sì che, grazie ad una maggiore cooperazione tra gli Stati membri, diventi più agevole perseguire gli individui accusati di violenza domestica anche se hanno cambiato paese di residenza. |
2.4 |
La parità di genere potrà essere più difficile da raggiungere fintanto che non saranno resi ampiamente disponibili i servizi che consentono alle donne di occupare il posto che spetta loro nelle strutture decisionali. La realizzazione degli obiettivi della tabella di marcia aumenterà le opportunità delle donne per entrare nel mercato del lavoro e offrirà loro maggiori possibilità di indipendenza economica. |
2.5 |
Nel loro ruolo di importanti datori di lavoro gli enti locali e regionali dovrebbero essere di esempio, fissando standard elevati di parità di genere. In molti casi un modo per farlo potrebbe consistere nel garantire la parità di genere all'interno delle commissioni giudicatrici che selezionano il personale da assumere, un elemento cruciale del processo decisionale che viene spesso ignorato. |
2.6 |
Un ulteriore passo in questa direzione consiste nel fare in modo che il CdR si ponga come modello nei confronti delle istituzioni locali, regionali, nazionali ed europee, garantendo così che le sue politiche di assunzione tengano pienamente conto della comprensione delle questioni di genere da parte dei futuri candidati e sensibilizzando il personale in servizio anche mediante la formazione e la riqualificazione. |
2.7 |
Il CdR non presenta una composizione equilibrata in termini di genere e non può quindi essere considerato un modello di buone pratiche dagli enti locali e regionali dell'UE. Esso dovrebbe sfruttare l'Anno europeo delle pari opportunità per tutti (2007) come catalizzatore per collaborare con le delegazioni nazionali e i partiti politici rappresentati al suo interno alla definizione di una strategia per il conseguimento della parità tra i generi e alla sua pubblicazione nel corso dell'anno. |
2.8 |
Occorre affrontare con determinazione anche altri ambiti in cui le disuguaglianze di genere, per la loro tendenza a ritardare o ad ostacolare la piena ed equa partecipazione delle donne in ogni sfera della vita, hanno un impatto negativo sul raggiungimento di determinati obiettivi. Esempi lampanti di questi problemi sono riscontrabili in diversi settori della politica sociale, tra cui la sanità, l'istruzione, la sicurezza sociale e gli alloggi, che non sono sufficientemente sensibili alle differenze basate sul genere. |
2.9 |
Per quanto riguarda le misure a favore della famiglia intese a garantire che uomini e donne abbiano le stesse possibilità di accesso ad un'occupazione retribuita e ai servizi, gli enti locali e regionali, in partenariato con soggetti pubblici e privati, possono cercare di intraprendere iniziative volte ad ampliare l'accesso ai servizi per la cura dei bambini, per il cui finanziamento si potrebbe ricorrere ai fondi strutturali e/o al nuovo programma Progress. Il Comitato dovrebbe servire da modello in questo campo, per quanto concerne sia le strutture politiche che i dipendenti. A tal fine esso deve assumere un ruolo guida nell'offerta di servizi per la cura dei bambini, dato che i suoi edifici sono costantemente utilizzati non solo dai suoi dipendenti, ma anche da associazioni di ogni genere ed esponenti politici. |
2.10 |
È per queste ragioni che andrebbe seriamente preso in considerazione il potenziale rappresentato dagli enti locali e regionali: essi si trovano infatti in posizione ideale per realizzare la tabella di marcia tenendo sempre ben presente l'ambiente culturale e socioeconomico in cui deve essere attuata. Il CdR è del parere che gli obiettivi della tabella di marcia non possano essere conseguiti se il processo per garantire la parità di genere non partirà dal basso e non prevederà la piena partecipazione dei cittadini a livello locale e regionale. A questo proposito un riferimento molto utile per tutti gli enti locali e regionali risulta essere la «Carta europea per la parità delle donne e degli uomini nella vita locale» del CCRE, che è la traduzione organica degli obiettivi della tabella di marcia secondo le competenze degli enti locali. Del resto non basta che gli enti locali e regionali siano direttamente coinvolti mediante una tabella di marcia decentrata, ma occorre anche che il CdR e i suoi membri promuovano e sostengano la parità di genere e se ne facciano garanti. |
2.11 |
Con riserva dell'autorizzazione delle proprie autorità di bilancio, il CdR dovrebbe organizzare ogni anno un forum per la parità, con l'obiettivo di riunire forze locali e regionali, del settore pubblico, di quello privato e del volontariato per uno scambio di metodi, conoscenze ed esperienze. Per promuovere un'ampia partecipazione, i costi di tale evento dovrebbero essere contenuti. |
Bruxelles, 6 dicembre 2006.
Il Presidente
del Comitato delle regioni
Michel DELEBARRE
(1) CdR 151/2005 fin; parere sul tema Le donne e la povertà nell'Unione europea.
(2) Gurmai, Z. (2006) — Roadmap has no fast lane. Dichiarazione del PSE.