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Document 52006AE1581

    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Il piano d'azione eGovernment per l'iniziativa i2010: accelerare l' eGovernment in Europa a vantaggio di tutti COM(2006) 173 def.

    GU C 325 del 30.12.2006, p. 78–81 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

    30.12.2006   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 325/78


    Parere del Comitato economico e sociale europeo in merito alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni — Il piano d'azione eGovernment per l'iniziativa i2010: accelerare l'eGovernment in Europa a vantaggio di tutti

    COM(2006) 173 def.

    (2006/C 325/19)

    La Commissione, in data 25 aprile 2006, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 262 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale europeo in merito alla proposta di cui sopra.

    La sezione specializzata Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione, incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in data 10 novembre 2006, sulla base del progetto predisposto dal relatore HERNÁNDEZ BATALLER.

    Il Comitato economico e sociale europeo, in data 14 dicembre 2006, nel corso della 431a sessione plenaria, ha adottato il seguente parere con 114 voti favorevoli, 1 voto contrario e 2 astensioni.

    1.   Conclusioni e raccomandazioni

    1.1

    Il Comitato appoggia il piano d'azione presentato dalla Commissione, la cui applicazione comporterà la promozione da parte delle amministrazioni pubbliche dell'Unione di un'economia basata sulla conoscenza capace di generare una crescita economica sostenibile, accompagnata da un miglioramento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e da una maggiore coesione sociale.

    1.2

    A parere del Comitato l'esecuzione del Piano d'azione può contribuire ad evitare l'emarginazione sul piano personale e lavorativo di diversi gruppi sociali e a migliorare la qualità e la stabilità dell'occupazione, ad impedire la disuguaglianza digitale, a promuovere l'universalizzazione dei servizi di prossimità, a prendersi cura integralmente di categorie di persone dipendenti e in ultima analisi a rendere la società più coesa dinanzi all'insorgere di disuguaglianze finora inesistenti. Vanno adottate le misure adeguate per impedire che esistano cittadini di «seconda categoria».

    1.3

    L'adeguamento delle amministrazioni pubbliche ai servizi digitali comporterà la loro modernizzazione, sotto forma di un miglioramento della qualità, agilità e del rendimento dei servizi al cittadino, dell'efficienza nell'uso delle risorse pubbliche, della riduzione dei costi, della soddisfazione degli utenti, dell'integrazione tra amministrazioni pubbliche e della semplificazione amministrativa.

    1.4

    Il Comitato raccomanda con forza la fissazione di obiettivi che soddisfino il requisito di piena copertura per quanto riguarda l'accesso ai servizi a banda larga, per la diffusione di Internet come strumento di informazione e comunicazione. La fiducia dei cittadini in questo strumento dipenderà dal grado di sicurezza collegato al suo impiego, elemento che influirà sull'amministrazione digitale e sui servizi offerti ai cittadini.

    1.5

    Il Comitato si rammarica del fatto che il Piano d'azione non faccia alcun riferimento al ruolo della società civile organizzata nel conseguimento degli obiettivi di partecipazione dei cittadini al processo decisionale democratico. La società civile organizzata, in quanto asse della democrazia partecipativa, deve svolgere un ruolo fondamentale nella futura «edemocrazia».

    2.   La proposta della Commissione

    2.1

    Nel documento in esame la Commissione presenta il suo piano d'azione eGovernment (amministrazione in linea), che è parte integrante dell'iniziativa i2010 per l'occupazione e la crescita nella società dell'informazione e il cui obiettivo è quello di contribuire in modo significativo all'agenda di Lisbona e ad altre politiche comunitarie europee.

    2.2

    La Commissione ritiene importante accelerare l'introduzione dell'eGovernment in una prospettiva di ammodernamento e di innovazione, di fronte all'emergere di nuove esigenze e richieste, come servizi pubblici senza soluzione di continuità alle frontiere e opportunità economiche e di mobilità per i cittadini in Europa.

    2.3

    Il piano d'azione della Commissione mira a:

    far sì che tutti i cittadini e le imprese possano ottenere quanto più rapidamente possibile benefici concreti,

    fare in modo che l'eGovernment a livello nazionale non crei nuovi ostacoli nel mercato unico a causa della frammentazione e della mancanza di interoperabilità,

    estendere i vantaggi dell'eGovernment a livello comunitario, permettendo di realizzare economie di scala nell'ambito delle iniziative degli Stati membri e cooperando per far fronte alle sfide comuni europee,

    garantire che tutte le parti interessate dell'UE cooperino alla definizione e all'attuazione dell'eGovernment.

    2.4

    Il piano d'azione si articola intorno a cinque obiettivi in materia di eGovernment, fissando traguardi specifici per il 2010:

    promuovere l'inclusione attraverso l'eGovernment in modo tale che, entro il 2010, tutti i cittadini possano disporre di servizi sicuri, innovativi e facilmente accessibili.

    Ciò comporta da un lato l'impegno di eliminare il divario digitale, e dall'altro determina l'opportunità di condurre politiche di inclusione basate sulle TIC, per far sì che tutti i cittadini, compresi i gruppi sociali svantaggiati, possano usufruire appieno dell'eGovernment.

    Fare dell'efficienza e dell'efficacia una realtà, contribuendo in modo significativo, entro il 2010, ad accrescere la soddisfazione degli utenti, la trasparenza e l'assunzione di responsabilità, ad alleggerire gli oneri amministrativi e a migliorare l'efficienza.

    A tal fine il piano d'azione della Commissione intende in primo luogo creare un quadro comune di misurazione orientato alla valutazione dell'impatto/beneficio che includa un'analisi comparativa basata su indicatori comuni e un case-based learning (l'apprendimento basato sull'analogia) con l'uso di indicatori misurabili.

    In secondo luogo, mira a una maggiore comunicazione e condivisione delle esperienze al fine di garantire la sostenibilità a lungo termine.

    Istituire servizi fondamentali a forte impatto per i cittadini e le imprese, in modo tale che, entro il 2010, il 100 % degli appalti pubblici sia disponibile — e il 50 % sia effettivamente aggiudicato — per via elettronica, definendo una cooperazione relativa ad altri servizi pubblici in linea a forte impatto per i cittadini, come quelli per la loro mobilità (ad esempio migliori servizi per la ricerca di lavoro in Europa, servizi di sicurezza sociale riguardanti le cartelle cliniche e prescrizioni di trattamenti medici per via elettronica) o per il rimborso dell'IVA.

    Creare gli strumenti chiave per permettere ai cittadini e alle imprese di usufruire, entro il 2010, di un accesso autenticato comodo, sicuro e interoperabile ai servizi pubblici in tutta Europa, come per esempio carte d'identità nazionali armonizzate o la definizione di misure normative per lo sviluppo dell'identificazione e dell'autenticazione elettroniche nei servizi pubblici.

    Realizzare la dimostrazione, entro il 2010, di strumenti che consentano effettivamente il dibattito e la partecipazione del pubblico al processo decisionale democratico, affrontando numerose questioni e preoccupazioni che vanno dall'inclusione alla qualità del processo decisionale.

    3.   Osservazioni generali

    3.1

    In linea generale, il Comitato valuta positivamente il piano d'azione della Commissione, che presenta obiettivi ambiziosi la cui realizzazione è necessaria. Il Comitato condivide la definizione dei suoi obiettivi e l'opportunità politica della sua presentazione per l'impulso che dà agli obiettivi fissati nella strategia di lisbona, per far sì che l'Europa diventi l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica al mondo.

    3.2

    Il Comitato ribadisce (1) che, se si vuole che gli obiettivi di Lisbona siano veramente raggiungibili, l'Unione europea deve offrire un approccio coerente, dinamico e progressista sia per quanto riguarda gli obiettivi dell'Unione che le dinamiche istituzionali. La spinta rappresentata dall'amministrazione elettronica è, sicuramente, uno strumento utile per conseguire tali obiettivi.

    3.3

    Realizzare il requisito della piena copertura per quanto riguarda l'accesso ai servizi a banda larga costituisce una priorità; a tal fine vanno estese le infrastrutture in aree in cui la domanda non è soddisfatta, allo scopo di garantire l'accesso a tali servizi e promuovere le reti e i servizi a banda larga e mobili.

    3.4

    L'esecuzione ai diversi livelli territoriali delle misure previste nel piano d'azione e lo scambio di esperienze tra tali livelli avrà una ripercussione evidente sul funzionamento del mercato interno, specie sugli appalti pubblici e sugli aspetti relativi alla vita quotidiana della cittadinanza dell'Unione, con un innalzamento della qualità di vita e del benessere dei cittadini.

    3.4.1

    Il piano d'azione riguarda diritti fondamentali riconosciuti nella Carta dei diritti fondamentali come il «diritto ad una buona amministrazione», la «protezione dei dati di carattere personale», il «diritto di accesso ai servizi di collocamento», la «protezione della salute» e l'«accesso ai servizi di interesse economico generale».

    3.4.2

    Il Comitato spera che l'attuazione degli obiettivi del piano d'azione salvaguardi l'attuale livello di protezione di tali diritti, evitando che il maggiore sviluppo tecnologico ne comporti un abbassamento.

    3.5

    Per innalzare la fiducia dei cittadini nell'amministrazione sono necessarie misure di sicurezza proporzionate, sufficienti e adeguate al loro costo, alla loro natura, all'importanza dei dati e delle operazioni protette.

    3.6

    Il Comitato si è già pronunciato sulla necessità di un approccio politico europeo alla sicurezza delle reti e dell'informazione (2), affermando che gli investimenti nel miglioramento della sicurezza delle reti generano costi e benefici sociali che non sono rispecchiati correttamente dai prezzi del mercato.

    3.7

    Il Comitato esaminerà tra poco in modo più approfondito la sicurezza delle reti nel piano d'azione i2010 (3).

    3.8

    I canali di cooperazione tra le istituzioni della UE e le amministrazioni pubbliche degli Stati membri per la futura operatività del piano d'azione vanno rafforzati, creando percorsi adeguati che, a loro volta, aiutino a realizzare una valutazione efficace dei risultati.

    3.9

    È auspicabile creare strutture di cooperazione tra le varie amministrazioni pubbliche per permettere al cittadino di utilizzare nuovi servizi indipendentemente dall'amministrazione che li offre. In tal modo si consentirebbe inoltre lo sviluppo comune di soluzioni e una migliore integrazione di quelle esistenti.

    3.10

    Il Comitato ribadisce che a livello europeo si deve dare impulso ai servizi pubblici europei (4) (dogane, Galileo, tessera sanitaria europea, cooperazione giudiziaria civile in campi come l'ottenimento delle prove, la notificazione e la comunicazione degli atti, e altri nuovi servizi come la targa europea o la patente europea) collegando le diverse amministrazioni pubbliche di questi settori.

    3.11

    Uno dei difetti del piano consiste nell'insufficienza di strumenti economici sovranazionali (IST, IDA) per facilitare la trasformazione a livello delle risorse umane e il mutamento tecnologico previsti. Ciò si rivela particolarmente preoccupante in riferimento ai nuovi Stati membri e a quelli che si preparano a entrare nell'UE.

    3.12

    In questo senso, per evitare una situazione a «più velocità» nel settore dell'«eGovernment» tra gli Stati membri dell'UE va progettata in anticipo un'azione istituzionale «ad hoc» che affronti la questione della dotazione di un fondo per la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche e di un trattamento giuridico differenziato — con termini più estesi per l'applicazione — affinché queste possano rispettare gli obiettivi fissati nel piano.

    3.13

    Da parte loro, sia la BEI che la Commissione dovrebbero contemplare anche strumenti economici per imprimere dinamismo all'economia europea nel quadro dell'applicazione di questo piano d'azione.

    4.   Osservazioni specifiche

    4.1

    L'informatizzazione della società costituisce una sfida di sviluppo e competitività, ma anche di coesione sociale, territoriale e di pari opportunità. Tra le disuguaglianze con effetti determinanti per il futuro degli individui o dei territori vi è quella che dipende dalla posizione occupata in relazione al divario digitale.

    4.2

    L'obiettivo primario deve esser quello di evitare che esista un «divario digitale» o almeno quello di ridurlo o correggerlo; ciò richiede politiche attive immediate relative al sistema di promozione o di fornitura, specie nelle aree in cui è meno avanzato il processo d'adeguamento al nuovo ambiente tecnologico. Oltre a ciò, vanno previsti programmi intensi di alfabetizzazione digitale rivolti a segmenti specifici della popolazione, comprendenti anche programmi di alfabetizzazione collegati alla formazione professionale.

    4.3

    A parere del Comitato si deve procedere alla costruzione, alla gestione, allo sviluppo e alla manutenzione delle infrastrutture e delle risorse di ogni tipo, anche quelle umane, necessarie perché possa svolgersi l'azione delle diverse amministrazioni pubbliche in materia di formazione e abilitazione in TIC; lo scopo deve essere quello di disporre in tutto il territorio dell'Unione europea di un'organizzazione efficiente in grado di promuovere e assistere l'alfabetizzazione digitale e di favorire l'aumento delle connessioni a Internet.

    4.3.1

    A tal fine vanno promosse misure come la creazione e gestione integrale di aule perfettamente attrezzate e operative destinate a corsi di alfabetizzazione digitale, la formazione dei formatori, gli aiuti alla connessione, o gli assegni «Internauta» collegati alla frequentazione con profitto dei corsi impartiti e da usare per il finanziamento parziale dell'acquisto e dell'accesso a beni e servizi TIC, fondamentalmente Internet.

    4.3.2

    I contenuti e i servizi di alfabetizzazione digitale dovrebbero basarsi sul progetto e sull'avvio, sul monitoraggio e sul controllo dell'azione formativa e di sostegno alla realizzazione dei corsi di «Internauta».

    4.3.3

    Si dovrebbero incoraggiare misure come lo sviluppo di «campus virtuali» per la gestione del livello medio di Internauta, oltre a fornire contenuti formativi multilinguistici debitamente accreditati per tale livello. I servizi digitali dell'amministrazione pubblica possono stimolare la diversità linguistica, l'apprendimento delle lingue e favorire il multilinguismo nell'UE.

    4.4

    Occorre procedere all'adeguamento dei portali dell'amministrazione agli standard più elevati internazionalmente accettati in materia di accessibilità, sostanzialmente i livelli ottimi delle norme WAI (web accessibility initiative), promuovendo anche tutte le misure, sia normative che tecnologiche o organizzative che consolidino TIC accessibili e amministrazioni pubbliche interoperabili in tutta l'Europa.

    4.5

    L'eliminazione delle «barriere mentali» che, a volte, dividono le persone, deve andare di pari passo con l'eliminazione delle barriere fisiche. Il Comitato ritiene che l'accessibilità sia agli spazi fisici che ai sistemi e ai mezzi di comunicazione o il riconoscimento per legge del linguaggio dei segni, siano passi fondamentali nel progresso verso la piena cittadinanza.

    4.6

    La trasparenza presuppone che si incoraggi il libero gioco dell'informazione, si garantisca l'obiettività, si offra un'informazione veridica e puntuale, rendendo impossibile per le amministrazioni agire in modo opaco.

    4.7

    Un'informazione pubblica pertinente e aggiornata forma parte del nucleo della relazione democratica tra lo Stato e i cittadini. Solo così si possono conoscere gli affari pubblici, partecipare alle decisioni, valutare la gestione e i comportamenti.

    4.8

    Si tratta in definitiva di convogliare tutto il potenziale delle TIC verso l'obiettivo di un'amministrazione migliore, più efficiente, più vicina ai cittadini e che fornisca servizi pubblici digitali utili e di qualità nel processo di integrazione dei cittadini e delle imprese nella società dell'informazione.

    4.9

    Le misure dovrebbero in tutti gli Stati membri, entro un periodo di tempo ragionevole:

    garantire il diritto di cittadini e imprese di usare l'informatica nei loro rapporti con le amministrazioni pubbliche,

    stabilire i meccanismi grazie ai quali l'offerta di servizi in linea corrisponda alla domanda esistente, creando un catalogo preciso dei servizi elettronici,

    assicurare l'esistenza di canali adeguati in modo che tutti i cittadini e le imprese possano fare uso dei servizi resi disponibili dalle amministrazioni pubbliche.

    4.10

    In molti casi si dovrà procedere a un'immersione tecnologica delle imprese, in particolare delle PMI, svolgendo azioni tecniche e di consulenza specializzata e personalizzata ai settori imprenditoriali dell'UE, specie a quelli che presentano le maggiori carenze in fatto di TIC, attraverso «agenti di sviluppo tecnologico» e la costituzione di «agenzie di sviluppo tecnologico» a livello nazionale, regionale e locale.

    4.11

    Queste misure devono essere integrate da altre azioni di diffusione e divulgazione, con iniziative di formazione e abilitazione in TIC, con incentivi per l'accesso di qualità a Internet e alle TIC in generale da parte delle PMI.

    4.12

    Per mezzo di azioni di incentivazione delle tecnologie TIC è possibile integrare le PMI dell'UE nell'economia della conoscenza, promuovendo la creazione di contesti produttivi innovatori, infondendo dinamismo alle reti imprenditoriali, e favorendo la generazione, la condivisione e il trasferimento efficiente di tecnologia e conoscenza.

    4.13

    Concretamente si può incoraggiare la generazione di soluzioni tecnologiche o di gestione applicabili ai settori produttivi dell'UE; la realizzazione di benchmarking (analisi comparativa) in merito al grado di sviluppo delle TIC in diversi settori produttivi; l'istituzione di centri condivisi di gestione tecnologica o di sviluppo di processi (parchi settoriali di soluzioni TIC); la creazione di centri di prestazione di servizi alle PMI di diversi settori produttivi e loro collegamento con i centri di R&S+I in TIC (laboratori TIC settoriali); la promozione delle reti imprenditoriali B21B o B2C; l'incoraggiamento di meccanismi di finanziamento di capitale di rischio TIC e simili; la creazione di pagine web che contengano cataloghi dei servizi offerti ai settori e alle imprese sottoscrittrici; la creazione di forum digitali e di elenchi «on line» di PMI.

    4.14

    Per quanto riguarda la sicurezza, andrebbe incentivata la costituzione di centri specializzati per la prevenzione, soluzione, anticipazione/proattività e R&S+I in materia di sicurezza informatica e TIC attraverso soluzioni tecnologiche specifiche essenzialmente per le imprese e le amministrazioni dell'UE allo scopo di generare fiducia nella rete e infondere dinamismo al commercio elettronico e alla i-amministrazione.

    4.15

    Attualmente sia i partiti politici che le organizzazioni della società civile organizzata possono comunicare con i cittadini in modo più rapido e efficace e chiedono ai loro rispettivi governi che i nuovi mezzi di comunicazione, e in particolare Internet, diventino un canale normale di accesso e di rapporto con l'amministrazione, per partecipare direttamente all'elaborazione di decisioni collettive, per esercitare i diritti politici, incluso, in funzione dei casi, anche l'esercizio del voto.

    4.16

    Il Comitato si rammarica del fatto che il piano d'azione non faccia riferimento al ruolo della società civile organizzata nel conseguimento dei propri obiettivi, in special modo di quello del rafforzamento della partecipazione e del processo decisionale democratico in Europa.

    4.17

    Il CESE intende sostenere, monitorare e verificare, a livello comunitario, per quanto riguarda l'accessibilità, l'iniziativa in materia di inclusione, al fine di superare il divario digitale e il ritardo tecnologico che l'attuazione dell'e-government può causare in determinati settori della società.

    4.18

    Per realizzare tale obiettivo è indispensabile promuovere le riforme che favoriscano la trasmissione fluida di informazioni, la comunicazione in rete, il dialogo diretto tra i cittadini e i poteri pubblici, incrementando il capitale sociale e rafforzando gli spazi digitali comuni.

    4.19

    La qualità della democrazia dipende in buona misura dal funzionamento delle amministrazioni pubbliche. Abbiamo bisogno di amministrazioni moderne e flessibili, che si organizzino in funzione dei problemi dei cittadini, per essere in grado di anticiparli e risolverli, che funzionino in modo trasparente in modo che i cittadini possano avere fiducia in loro e le sentano vicine.

    4.19.1

    Il Comitato in quanto sostenitore della democrazia partecipativa, ritiene che tale partecipazione sviluppi l'educazione civica, faciliti la governabilità e migliori la salute del sistema politico.

    4.19.2

    Va eseguita una valutazione e condotto un monitoraggio della situazione e dell'evoluzione della società tecnologica e della conoscenza nell'Unione europea, su basi metodologiche e con analisi scientifiche e statistiche rigorose; in tale contesto va rivolta particolare attenzione all'immersione tecnologica dei gruppi che presentano bisogni speciali, al fine di determinare con rigore le azioni volte a eliminare in modo efficiente il «divario digitale», contribuendo all'uso e all'applicazione intensiva delle TIC nella società europea e in tali gruppi.

    Bruxelles, 14 dicembre 2006

    Il Presidente

    del Comitato economico e sociale europeo

    Dimitris DIMITRIADIS


    (1)  Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Migliorare l'attuazione della strategia di Lisbona, GU C 120 del 20.5.2005 pagg. 79-88, adottato in sessione plenaria il 27.10.2004. Relatore: VEVER, correlatori: EHNMARK e SIMPSON.

    (2)  Parere del Comitato economico e sociale in merito alla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioniSicurezza delle reti e sicurezza dell'informazione: proposta di un approccio strategico europeo, GU C 48 del 21.2.2002, pagg. 33-41, adottato in sessione plenaria il 28.11.2001. Relatore: RETUREAU. Punto 3.2.1.3.11.

    (3)  Progetto di parere. Relatore: PEZZINI. GU C 318 del 23.12.2006.

    (4)  Parere adottato in sessione plenaria il 14.9.2006. Relatore: VEVER. GU C 318 del 23.12.2006


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