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Document 52005IP0077

Risoluzione del Parlamento europeo su scienza e tecnologia — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione (2004/2150(INI))

GU C 320E del 15.12.2005, p. 259–267 (ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, SK, SL, FI, SV)

52005IP0077

Risoluzione del Parlamento europeo su scienza e tecnologia — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione (2004/2150(INI))

Gazzetta ufficiale n. 320 E del 15/12/2005 pag. 0259 - 0267


P6_TA(2005)0077

Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione

Risoluzione del Parlamento europeo su scienza e tecnologia — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione (2004/2150(INI))

Il Parlamento europeo,

- vista la comunicazione della Commissione "La scienza e la tecnologia, chiavi del futuro dell'Europa — Orientamenti per la politica di sostegno alla ricerca dell'Unione" (COM(2004)0353),

- viste le conclusioni della Presidenza sul futuro della politica europea per il sostegno alla ricerca, approvate da una maggioranza sostanziale delle delegazioni alla riunione del Consiglio "Competitività" del 25- 26 novembre 2004 [1],

- vista la decisione n. 1513/2002/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2002, relativa al sesto programma quadro di azioni comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione, volto a contribuire alla realizzazione dello Spazio europeo della ricerca e all'innovazione (2002-2006) [2],

- visto il piano d'azione della Commissione volto ad aumentare gli investimenti nella ricerca (COM(2003)0226),

- vista la sua risoluzione del 18 novembre 2003 sugli investimenti in materia di ricerca: un piano d'azione per l'Europa [3],

- vista la sua risoluzione del 1o aprile 2004 sulla Conferenza internazionale per le energie rinnovabili, svoltasi a Bonn nel giugno 2004 [4], nella quale si sottolinea la necessità di potenziare ricerca e sviluppo (R&S) e innovazione nel settore delle energie rinnovabili, nonché di divulgare e promuovere i risultati presso tutti i settori della società,

- viste le comunicazioni della Commissione sulle donne e la scienza, sul ruolo delle università nell'Europa della conoscenza, su una strategia di mobilità per lo Spazio europeo della ricerca e sulla carriera dei ricercatori europei, sulla ricerca fondamentale, sulla nanotecnologia, sulla ricerca in materia di sicurezza e sulla dimensione regionale dello Spazio europeo della ricerca (COM(1999)0076, COM(2003)0058, COM(2001)0331, COM(2003)0436, COM(2004)0009, COM(2004)0338, COM(2004)0590), (COM(2001)0549)),

- viste le comunicazioni della Commissione sulle prospettive finanziarie dell'Unione per il periodo 2007-2013 (COM(2004)0101, COM(2004)0487),

- vista la relazione del gruppo di esperti del Consiglio europeo per la ricerca, presieduto da Federico Mayor [5],

- vista la relazione del Gruppo di esperti ad alto livello presieduto dal prof. Ramon Marimon sul tema "Valutazione dell'efficacia dei nuovi strumenti del sesto programma quadro" [6],

- vista la relazione sulla strategia di Lisbona del Gruppo ad alto livello presieduto da Wim Kok [7],

- vista la relazione sulla valutazione quinquennale della ricerca e lo sviluppo tecnologico nel settore delle tecnologie della società dell'informazione, elaborata dal gruppo di lavoro presieduto da J. M. Gago [8],

- vista la comunicazione della Commissione sulle sfide per la società dell'informazione europea oltre il 2005 (COM(2004)0757),

- visto il piano d'azione per le tecnologie ambientali, che riconosce che gli investimenti nella ricerca, sia pubblici che privati, sono un elemento decisivo per l'economia dell'UE, comprese le ecoindustrie (COM(2004)0038),

- vista la comunicazione della Commissione sulla quota di fonti energetiche rinnovabili nell'UE, nella quale si giudica "necessario [...] accelerare il ritmo del sostegno pubblico alla ricerca, allo sviluppo tecnologico e alla dimostrazione nel settore delle fonti energetiche rinnovabili [...] in Europa" (COM(2004)0366),

- viste le proposte della Commissione relative a una direttiva e a due raccomandazioni sull'ammissione di cittadini di paesi terzi di ai fini della ricerca scientifica nella Comunità europea (COM(2004)0178),

- vista la relazione elaborata da un Gruppo interservizi della Commissione sulle Piattaforme tecnologiche [9],

- visti i lavori preparatori per la stesura di una nuova versione del piano d'azione per l'innovazione, nonché le consultazioni in atto su un programma quadro per la competitività e l'innovazione,

- visto l'articolo 45 del suo regolamento,

- vista la relazione della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia (A6-0046/2005), considerando che:

A. i progressi compiuti nella creazione di uno Spazio europeo della ricerca (SER) costituiscono un primo passo per l'attuazione della strategia di Lisbona, tra cui il sesto programma quadro (PQ6) e altre iniziative politiche in materia di azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (RST), che hanno generato una nuova dinamica per la ricerca e definito nuovi strumenti per la creazione del SER,

B. la Commissione ha agito con coerenza, attribuendo un'importanza primaria alla ricerca e all'innovazione nelle sue proposte concernenti le nuove prospettive finanziarie dell'UE, e proponendo di raddoppiare la dotazione del Settimo programma quadro (PQ7); alcuni Stati membri contribuenti netti hanno chiesto che il bilancio comunitario venga portato a un massimo dell'1 % del PIL dell'Unione; inoltre, le prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013 devono essere coerenti con la proposta della Commissione di raddoppiare la dotazione del PQ7;

C. la relazione Kok ha individuato, tra i settori che richiedono azioni urgenti e che sono indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona, il rafforzamento della capacità dell'Europa di attirare ricercatori e scienziati e l'attribuzione della massima priorità al settore R&S, individuando altresì l'esigenza di adottare un'impostazione olistica per garantire lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC),

D. la relazione Marimon, pur approvando gli strumenti del PQ6 e sottolineando la necessità di continuità nella pianificazione dei programmi di ricerca, propone una serie di misure correttive,

E. la relazione speciale n. 1/2004 della Corte dei conti sulla gestione delle azioni indirette di RST nel quadro del PQ6 rileva l'eccessiva complessità delle norme che disciplinano la partecipazione ai programmi quadro europei di RST, il che ha creato gravi difficoltà, soprattutto alle piccole organizzazioni con strutture amministrative meno sviluppate,

F. la ricerca fondamentale riveste un'importanza cruciale per il successo dell'innovazione e della competitività dell'Unione europea nel lungo periodo e si discute ormai da due anni in Europa sulla necessità di una struttura (Consiglio europeo per la ricerca) per sostenere a livello europeo la ricerca fondamentale dotata di autonomia scientifica in tutti gli ambiti delle scienze,

G. si calcola che, per conseguire l'obiettivo del 3 % del PIL da destinare agli investimenti in materia di R&S, l'UE necessiterà di 700000 nuovi ricercatori opportunamente qualificati entro il 2010; l'efficace programma Marie-Curie deve svolgere un ruolo di prim'ordine nell'incentivare i ricercatori,

H. le reti di comunicazione elettroniche ad alta velocità e capacità e altri strumenti e infrastrutture delle TIC stanno cambiando il modo in cui i ricercatori comunicano, cooperano e innovano ed è necessario fornire aiuti comunitari continui e adeguati alle infrastrutture delle reti di ricerca nell'ambito del progetto GEANT,

I. occorre migliorare le condizioni quadro per la ricerca privata, visto che due terzi degli investimenti nella ricerca necessari per raggiungere l'obiettivo del 3 % devono provenire dal settore imprenditoriale,

J. è necessario suscitare nuovi entusiasmi tra i giovani per la scienza e promuovere le carriere scientifiche, prestando particolare attenzione alla partecipazione delle donne,

K. la mobilità dei ricercatori all'interno dell'UE, oltre alla mobilità nei due sensi tra l'UE e i paesi terzi, i centri di ricerca pubblici e privati, le università e le industrie, nonché tra i vari settori di attività, costituiscono elementi essenziali per la creazione di nuove conoscenze, innovazione e sviluppo sostenibile,

L. le piccole imprese e le microimprese a basso e medio contenuto tecnologico, comprese le attività tradizionali, hanno un notevole potenziale, peraltro insufficientemente sfruttato, in termini d'innovazione, di trasferimento tecnologico e di R&S che occorrerebbe incentivare, in armonia con lo spirito e gli orientamenti della Carta europea delle piccole imprese,

M. occorre puntare su migliori collegamenti tra il mondo della ricerca e quello dell'industria, segnatamente le PMI, in particolare sostenendo le reti locali tra la comunità imprenditoriale e le istituzioni accademiche; è in corso una discussione intensa sull'avvio di iniziative europee nel settore della tecnologia e l'attuazione del brevetto comunitario è una premessa per la riuscita della politica europea della ricerca,

N. occorre impegnarsi a favore di una più efficiente politica della ricerca e dell'innovazione, prendendo in considerazione misure di accompagnamento, quali ad esempio il completamento del mercato interno e l'introduzione di un regime di proprietà intellettuale inteso a instaurare un equilibrio tra protezione e concorrenza, a garantire un migliore accesso per le PMI e a promuovere investimenti privati e pubblici in nuove tecnologie e contenuti,

O. il problema della competitività dell'economia europea è in parte riconducibile al paradosso che vede, da una parte, il generarsi di conoscenze scientifiche (largamente diffuse nell'UE) e, dall'altra, l'incapacità di tradurre congruamente siffatte conoscenze in campo innovativo e soprattutto produttivo; la partecipazione delle imprese alla definizione di priorità per il sostegno finanziario potrebbe migliorare questa situazione, ragion per cui occorre impegnarsi a coinvolgere le imprese e a migliorare la posizione delle PMI nell'ambito del PQ7,

P. per arrestare l'attuale emarginazione delle PMI sarebbe opportuno esplorare il potenziale di nuove modalità, specificamente concepite, di sostenerne il ruolo nell'innovazione, tra cui:

- norme di finanziamento e di gestione semplificate, in particolare per azioni limitate in base al principio "finanzia subito e valuta alla fine",

- sostegno a cluster tematici regionali e alle loro reti europee, tenendo conto dell'esigenza che la maggior parte dei fondi assegnati sia stanziata per le PMI innovative (limiti alla quota assegnata a organizzazioni raggruppate in cluster/reti),

Q. occorre puntare a un migliore coordinamento tra il bilancio della ricerca, i Fondi strutturali e tutte le altre fonti di finanziamento pubbliche e private a livello comunitario, nazionale e regionale,

L'Europa merita di meglio

1. sottolinea le nuove competenze nel settore della ricerca (articoli III-248/255) che la Costituzione per l'Europa conferisce all'Unione europea, in particolare per quanto riguarda il SER; invita la Commissione ad agire coerentemente con questo nuovo contesto giuridico;

2. evidenzia che, sebbene la ricerca e il sapere godano di alto prestigio nell'Unione, gli istituti di ricerca e le imprese europee non riescono in maniera sufficiente a valorizzare le buone idee e il giusto intuito per convertirli in iniziative redditizie, atte a contribuire alla creazione di posti di lavoro; una siffatta situazione potrebbe migliorare adeguando i programmi di ricerca affinché tengano conto delle problematiche sociali e della necessità di innovazione tecnologica;

3. approva gli orientamenti di massima per la futura politica di ricerca dell'UE illustrati nella comunicazione della Commissione; sottolinea che sarà possibile realizzare il SER soltanto se una quota sempre maggiore dei finanziamenti destinata alla ricerca verrà gestita dall'Unione, onde conseguire un migliore coordinamento fra le politiche di ricerca a livello europeo, nazionale e regionale, sia sul piano dei contenuti sia su quello del finanziamento, e se tale finanziamento è complementare alla politica di ricerca negli Stati membri e tra di loro; si attende che la Commissione e gli Stati membri tengano pienamente conto dell'importanza attribuita dalla relazione Kok al ruolo della ricerca per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona, fornendo lo stimolo politico necessario e dotando il PQ7 di adeguate risorse finanziarie;

4. chiede che l'insieme degli Stati membri e delle istituzioni dell'Unione europea si adoperino per la creazione del SER con la stessa determinazione manifestata per realizzare il mercato unico e l'Unione monetaria; il Settimo programma quadro di ricerca dell'Unione non dovrà essere soltanto "un altro programma quadro" ma risultare notevolmente arricchito e rinnovato affinché possa contribuire al conseguimento degli obiettivi di Lisbona;

5. crede fermamente che, per rendere l'Europa più competitiva, occorrano maggiori risorse finanziarie da destinare alla ricerca e all'innovazione, tenendo conto delle nuove competenze comunitarie in materia di ricerca e della transizione a un'Europa a 25 Stati membri, cui presto se ne aggiungeranno di nuovi; chiede quanto meno il raddoppio della quota rappresentata dal bilancio del programma quadro nel PIL degli Stati membri dell'UE ed esorta questi ultimi a considerare tale obiettivo come un minimo che non dovrà essere messo in discussione nei negoziati sulle prospettive finanziarie; invita la Commissione a programmare il PQ7 in armonia con la sua proposta sulle prospettive finanziarie per il 2007-2013 e a difendere la proposta volta a fissare stabilmente il bilancio dell'Unione al di sopra dell'1 % del PIL;

6. chiede agli Stati membri che beneficiano dei Fondi strutturali di utilizzare una parte considerevole di tali risorse per rimediare alla loro condizione di svantaggio nel campo della ricerca;

7. invita gli Stati membri a compiere tutti gli sforzi necessari al conseguimento dei rispettivi obiettivi nazionali di investimento nel settore R&S che si sono posti al Consiglio europeo di Barcellona; ritiene che gli investimenti di R&S nell'Unione europea debbano raggiungere il 3 % del PIL entro il 2010 e in particolare che i bilanci pubblici destinati alla R&S vadano incrementati per raggiungere il livello necessario a tal fine; chiede alla Commissione di vigilare sul rispetto di tali impegni da parte degli Stati membri, in particolare di quelli al di sotto della media europea;

8. sottolinea la necessità di coinvolgere le regioni e le autorità regionali al fine di aumentare gli investimenti nella ricerca e nell'innovazione, in particolare attuando strategie regionali di ricerca e innovazione nel contesto dell'obiettivo del 3 % (Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002); chiede che in sede di definizione delle attività rientranti nell'ambito del PQ7 si tenga conto della dimensione regionale della ricerca e invita gli Stati membri a rimuovere gli ostacoli ancora esistenti per la cooperazione tra regioni limitrofe di uno o più paesi nel campo della ricerca e dell'innovazione, contribuendo in tal modo al conseguimento di un vero e proprio SER;

9. sottolinea l'importanza di creare, presso le università europee, centri di eccellenza in varie discipline scientifiche e di ricerca; è del parere che ciò si possa conseguire aumentando i finanziamenti pubblici a livello nazionale e comunitario e mediante finanziamenti comunitari supplementari a favore degli studenti iscritti presso università che attraggono cittadini da altri Stati membri;

10. sottolinea che gli Stati membri debbono prestare particolare attenzione ad evitare che gli stanziamenti comunitari per la ricerca si sostituiscano ai finanziamenti nazionali e ad adoperarsi invece affinché le due modalità di finanziamento determinino congiuntamente un aumento del livello globale delle risorse; richiama l'attenzione sul fatto che negli Stati membri sono attualmente in corso vari progetti di ricerca di rilevanza nazionale, che non rientrano necessariamente fra quelli ammissibili a beneficiare di finanziamenti comunitari;

11. ritiene che il PQ7 potrebbe essere utilizzato per rimediare al "paradosso europeo", per cui, sebbene la ricerca pubblica europea sia nel complesso quantitativamente e qualitativamente eccellente, l'applicazione dei risultati della ricerca a prodotti e servizi commercialmente validi è in ritardo rispetto agli USA e al Giappone;

12. chiede che la durata dei programmi quadro sia sincronizzata con la durata delle prospettive finanziarie, se e quando le prospettive finanziarie verranno stabilite ogni quinquennio, venendo a coincidere con ciascun mandato del Parlamento, ai fini di un miglior coordinamento delle attività di programmazione della Commissione; ritiene opportuno prevedere un sistema programmatico continuo, che includa una valutazione intermedia, allo scopo di permettere il riadeguamento degli obiettivi quando e se sarà necessario, unitamente a procedure che consentano al Parlamento europeo di pronunciarsi su tali riadeguamenti;

13. è convinto della necessità di una continuità tra il PQ6 e il PQ7 e allo stesso tempo approva i miglioramenti contenuti nella relazione Marimon, in particolare quelli relativi alla necessità di procedure amministrative più semplici e chiare, tra cui bandi di gara chiari e più mirati, che consentano di ridurre l'ampia varietà di modelli di contratto e di inserire un sistema semplificato per la determinazione dei costi, nonché alla necessità di evitare assolutamente una massa critica prefissata; ritiene opportuno in particolare ricorrere maggiormente a una procedura di valutazione in due fasi, onde migliorare l'efficienza e ridurre i costi per i partecipanti, in particolare per le PMI e gli enti locali;

14. raccomanda che la trasparenza di bilancio richieda una precisa notifica della percentuale di finanziamento destinata ai vari tipi di partecipanti, nonché una migliore distinzione delle dimensioni delle imprese;

15. ritiene che occorra rafforzare la cooperazione internazionale nel settore della ricerca, innanzitutto, nell'ambito della Politica europea di prossimità, con i vicini dell'UE, vale a dire i paesi del Mediterraneo e dei Balcani, la Russia e i Nuovi Stati indipendenti, nonché nell'ambito dei negoziati di adesione, ma anche con i paesi ACP;

16. ritiene che il PQ7 necessiti di una valutazione continua della qualità scientifica dei suoi risultati e che debba essere in grado di adeguare le proprie tematiche e procedure di conseguenza;

17. ricorda che molti concorrenti dell'Unione sono più generosi di quest'ultima nel concedere sostegno pubblico a programmi di ricerca di lungo respiro; esprime preoccupazione per l'eventualità che le norme dell'Unione sugli aiuti di Stato possano ostacolare la realizzazione di siffatte attività di ricerca di lungo respiro; teme che l'Unione possa perdere a lungo andare la propria competitività se non saranno destinati finanziamenti sufficienti alla ricerca a lungo termine e alla ricerca fondamentale; chiede che la Commissione riveda con urgenza le norme sugli aiuti di Stato relativamente ai casi in cui i possibili vantaggi economici dei progetti di ricerca sono visibili soltanto a lungo termine;

18. insite sulla necessità di coinvolgere le regioni nello sforzo d'investimento per rispettare l'obiettivo del 3 % fissato dal Consiglio europeo di Barcellona nel 2002; plaude al varo di strategie regionali di ricerca e innovazione che contribuiscono al conseguimento di detto obiettivo e si augura che esse siano incentivate; chiede altresì che in sede di definizione delle attività del PQ7 si tenga conto della dimensione regionale della ricerca;

Ricerca fondamentale e Consiglio europeo per la ricerca

19. chiede la celere istituzione di un Consiglio europeo per la ricerca (CER), in armonia con la proposta della Commissione e in base alle proposte contenute nelle relazioni Mayor e Kok, invitando nel contempo la Commissione a procedere a una valutazione più approfondita di tale organismo insieme agli organismi esistenti (Centro comune di ricerca, DG Ricerca e altri), al fine di evitare sovrapposizioni;

20. ritiene fermamente che il CER dovrebbe sostenere la ricerca fondamentale a livello europeo in tutti gli ambiti delle scienze, sulla base dell'eccellenza scientifica, conferendo un valore aggiunto europeo mediante concorsi su scala europea e promozione della creatività al più elevato livello possibile;

21. ritiene essenziale che il CER disponga di sufficienti risorse finanziarie, sia indipendente nelle proprie valutazioni scientifiche, pur dovendo rendere conto economicamente ai suoi finanziatori, ma sia autonomo nel funzionamento e nella selezione dei progetti di ricerca; invita la Commissione a fornire uno schema relativo ad interventi finanziari supplementari, necessari all'attuazione del CER nell'ambito della dotazione del PQ7, con importi chiaramente riservati alle spese amministrative; ritiene che i finanziamenti a favore di programmi nazionali non dovrebbero essere ridotti come conseguenza del sostegno europeo; raccomanda fermamente di evitare che il CER accresca gli oneri burocratici e rallenti la valutazione delle proposte;

22. propone che il CER venga gestito da un consiglio e da un comitato scientifico, composto da scienziati europei di alto livello specializzati in vari settori scientifici, nonché da rappresentanti del mondo commerciale e industriale, coinvolgendo per esempio le piattaforme tecnologiche; per la valutazione delle proposte, raccomanda l'istituzione di una rete a livello mondiale di revisori paritetici; auspica che gli organi di gestione e la rete di revisori assicurino l'equilibrata rappresentanza di uomini e donne; ritiene che i criteri di selezione del consiglio e del comitato scientifico debbano basarsi sull'eccellenza e la competenza, onde preservare la trasparenza e assicurare che il CER goda del più ampio rispetto possibile; è del parere che, dopo una breve fase transitoria, il CER debba essere insediato a norma dell'articolo 171 del trattato CE; ritiene che le norme sulla partecipazione al PQ7 dovrebbero tener conto di questo orientamento;

Risorse umane

23. invita le istituzioni europee e gli Stati membri a privilegiare la promozione dell'accesso delle donne al settore della ricerca, compresi gli aspetti relativi alle carriere, anche mediante azioni positive; propone l'avvio di iniziative europee miranti ad abolire gli stereotipi culturali e le barriere che scoraggiano le donne dal seguire gli studi scientifici;

24. incoraggia gli Stati membri a rivedere i sistemi di istruzione in modo tale da riservare maggiore spazio alla scienza nelle scuole e nelle università, nonché a sostenere gli studenti che intendono intraprendere una carriera in questo settore;

25. è pienamente convinto della necessità di portare avanti con gli strumenti disponibili il programma Marie-Curie, che ha riscosso notevole successo presso i richiedenti e che dovrebbe incoraggiare ricercatori internazionali di massimo livello, anche quelli della nuova generazione, a partecipare alle attività di ricerca europee; riconosce il successo delle azioni Marie Curie e raccomanda un aumento sostanziale del loro finanziamento;

26. è altresì pienamente convinto della necessità di creare, sia a livello degli Stati membri che a livello comunitario, le condizioni atte a migliorare la mobilità dei ricercatori a tutti i livelli di carriera, facendo della mobilità un "fenomeno di massa", tanto per i livelli più bassi delle carriere universitarie, cioè quelle per cui non è previsto l'avvio all'immissione in ruolo ("non tenure-track"), quanto per gli altri livelli (tenure-track), inclusa la mobilità reciproca tra imprese, università e centri di ricerca e tra diversi settori di attività; ritiene che l'armonizzazione delle carriere e delle condizioni di lavoro dei ricercatori a livello di UE sia una misura fondamentale per fare in modo che la mobilità di questi ultimi diventi un pilastro del SER; ritiene a tale proposito che un sensibile miglioramento potrebbe essere rappresentato dalla definizione, a livello di UE, di chiare norme comuni per l'accesso alle carriere universitarie e, quindi, dal rilascio di una "abilitazione europea" che consenta ai ricercatori di essere assunti dalle università e dai centri di ricerca dei vari Stati membri;

27. chiede il riconoscimento reciproco dei diplomi di dottorato rilasciati negli Stati membri dell'Unione, onde rimuovere gli ostacoli alla mobilità dei ricercatori e degli scienziati e rafforzare lo Spazio unico europeo della ricerca nell'UE;

28. sottolinea che il fatto di fornire locali, attrezzature e infrastrutture di ricerca all'avanguardia è una premessa fondamentale per rendere i centri scientifici e di ricerca europei attraenti agli occhi dei migliori ricercatori del mondo, nonché per raggiungere l'eccellenza a livello mondiale nei risultati della ricerca; appoggia pertanto la proposta della Commissione di prevedere risorse all'uopo; sollecita un potenziamento del ruolo del Forum strategico europeo sulle infrastrutture di ricerca (ESFRI) in sede di definizione di una politica europea in materia di infrastrutture;

29. esorta le università, gli istituti di ricerca e le imprese che si occupano di ricerca in Europa a rendere più flessibili, al loro interno, la struttura delle carriere e le gerarchie, così da fornire incentivi agli scienziati giovani e più innovatori, tra cui l'accesso a compensi finanziari cospicui sotto forma di spin off e di altri tipi di gratifiche di più alto livello;

Trasferimento di tecnologia

30. ritiene che l'innovazione tecnologica debba ricevere un'attenzione particolare nell'ambito del PQ7; considera inoltre indispensabile coordinare la politica europea di ricerca e la corrispondente politica aziendale e industriale;

31. approva la proposta di "piattaforme tecnologiche" europee e di iniziative tecnologiche comuni, quale strumento per porre in atto i programmi strategici di R&S in settori tecnologici specifici; sottolinea l'importanza delle piattaforme tecnologiche in quanto meccanismo fondamentale per riunire imprese del settore, organismi di ricerca, enti locali e altri soggetti interessati e sottolinea la necessità di misure volte ad agevolare la partecipazione delle PMI;

32. è del parere che, ai fini della coerenza, la ricerca dovrebbe essere connessa alle priorità politiche;

33. raccomanda vivamente che siano potenziate le risorse a favore di strumenti, quali STREP e la ricerca cooperativa (ex CRAFT) e collettiva, espressamente destinati alle PMI, come pure la loro accessibilità, che siano snelliti i criteri di ammissione ai progetti e che a questi ultimi siano garantite maggiori possibilità di successo; incoraggia gli Stati membri ad adottare incentivi fiscali e di altro tipo per promuovere l'innovazione industriale, ivi compresi collegamenti con Eureka, con particolare riferimento alle PMI; raccomanda altresì che siano forniti aiuti finanziari alle PMI per l'ottenimento di licenze di brevetti; invita la Commissione a prendere in considerazione la possibilità di destinare una quota di ciascun bilancio tematico alle microimprese e alle piccole imprese, quale sovvenzione forfettaria, come investimento iniziale di rischio, subordinata a procedure di selezione semplificate e accelerate, e quindi ad una gestione amministrativa minima;

34. chiede alla Commissione di sostenere lo sviluppo di piattaforme tecnologiche e di "piattaforme di ricerca socialmente motivate" per creare consorzi di ricerca a impronta sociale intorno a sfide rilevanti che si presentino nell'ambito della società europea, quali ad esempio, mutamenti demografici comuni in Europa e sfide in campo ambientale;

35. appoggia lo snellimento della burocrazia nel programma in questione, segnatamente in relazione alle PMI;

36. chiede che, al fine di promuovere l'innovazione, una sostanziale quota prestabilita dei fondi destinati alla "ricerca collaborativa", principale dorsale del PQ7, sia riservata alla cooperazione fra le PMI e gli istituti di ricerca;

37. invita le istituzioni europee e gli Stati membri a promuovere, anche coinvolgendo gli enti locali e regionali e altre istituzioni competenti, la creazione di "incubatrici di imprese" tecnologiche regionali e, attraverso i loro strumenti pubblici di finanziamento (FEI, Fondi strutturali, fondi regionali), a incentivare il ricorso al capitale azionario privato (effetto moltiplicatore) allo scopo di istituire fondi regionali di capitale azionario (per lo più, fondi di capitale di rischio), che — in quanto fondi di rischio publico-privato gestititi in stretta collaborazione con le "incubatrici" tecnologiche — costituiscono una premessa per l'efficace finanziamento di nuovi progetti di alta tecnologia messi a punto da neoimprenditori;

38. chiede alla Commissione di prestare particolare attenzione alla situazione della ricerca industriale, dato che questa rappresenta una quota importante delle risorse complessive destinate alla ricerca;

39. invita la Commissione a formulare proposte normative volte a istituire un sistema di verifica rapida per le PMI, che consenta loro di determinare velocemente la probabilità di ottenere finanziamenti per progetti di ricerca;

40. raccomanda vivamente di promuovere nell'ambito del programma quadro la costituzione di cluster scientifici e reti regionali, con il coinvolgimento di piccole e medie imprese, e di appoggiare le iniziative in atto negli Stati membri;

41. crede fermamente che debba esser fatto un uso più efficiente e coordinato degli altri meccanismi di finanziamento e sostegno (BEI, Fondi strutturali, fondi nazionali pubblici e privati, programma Eureka) per sostenere il settore R&S e l'innovazione; raccomanda pertanto agli Stati membri di effettuare, d'intesa con le regioni, un collegamento fra i programmi operativi nazionali per l'Obiettivo 2 contestuali alla politica strutturale e i progetti che richiedono fondi a titolo del programma quadro;

42. invita la Commissione, nel presentare il pq7, a chiarire il concetto di "valore aggiunto europeo" e, in particolare, a indicare settori di ricerca i cui obiettivi, che dovrebbero risultare di generale comprensione negli Stati membri, possono essere conseguiti di preferenza mediante progetti congiunti a livello europeo;

43. è favorevole a rafforzare la cooperazione tra i vari programmi di ricerca nazionali; invita la Commissione ad avviare iniziative a norma dell'articolo 169 del trattato CE;

44. esorta la Commissione a concludere accordi con le imprese al fine di incentivare la ricerca in settori strategici;

Priorità tematiche

45. ritiene che la definizione delle priorità tematiche da inserire nella prossima decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sul PQ7, dovrebbe riflettere le priorità strategiche dell'agenda di Lisbona e dovrebbe scaturire da un'approfondita discussione tra istituzioni europee, nazionali e regionali, la comunità scientifica e i soggetti interessati della società civile, compreso il mondo imprenditoriale;

46. ritiene che il PQ7 debba basarsi sugli ambiti corrispondenti alle priorità tematiche del PQ6 in modo da garantire continuità, sebbene vadano privilegiati settori chiave della scienza e della tecnologia che svolgono un ruolo cruciale nell'accrescere il livello di competitività dell'Europa, creare nuovi posti di lavoro e aumentare il benessere dei cittadini; a tale proposito, pur essendo favorevole a includere il settore della ricerca spaziale e quello relativamente nuovo della ricerca in materia di sicurezza, è del parere che il PQ7 debba promuovere in maniera adeguata i seguenti settori di ricerca:

a) le scienze della vita (biotecnologia, neuroscienze, medicina preventiva e sanità pubblica),

b) tutte le fonti di energia (esenti da emissioni di CO2) attuali e future (segnatamente le FER e l'efficienza energetica),

c) le TIC,

d) la nanotecnologia, i nuovi materiali e i processi produttivi,

e) la chimica;

47. ritiene indispensabile, poter far fronte ai crescenti rischi ambientali su scala planetaria, che la politica europea della ricerca promuova attivamente la ricerca e lo sviluppo nel campo dei rischi naturali;

48. ritiene che l'UE debba garantire il finanziamento della ricerca sulle malattie che colpiscono i cittadini dei paesi in via di sviluppo, che attualmente è sottofinanziata;

49. ritiene che il PQ7 dovrebbe sostenere la ricerca e lo sviluppo anche nei settori ad elevato contenuto innovativo facenti capo a discipline scientifiche e a settori economici a crescita lenta;

50. sottolinea la necessità che l'Unione europea intraprenda azioni concrete per avvicinare la scienza al cittadino, ad esempio avviando dibattiti pubblici su importanti tematiche scientifiche e tecnologiche, cosa che deve riflettersi nella politica europea della ricerca e nel prossimo programma quadro;

51. invita la Commissione a tenere debitamente conto della tutela degli animali appoggiando, in primo luogo, alternative agli esperimenti su animali e, in secondo luogo, riducendo al minimo il numero di detti esperimenti nell'ambito dei progetti finanziati;

52. ritiene che nell'ambito del programma quadro si debba prestare maggiore attenzione alla ricerca interdisciplinare, onde imprimere nuovi impulsi e stimolare nuove idee;

***

53. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri e dei paesi candidati.

[1] Consiglio dell'Unione europea, 26/11/2004 — 14687/04 (Stampa: 323).

[2] GU L 232 del 29.8.2002, pag. 1.

[3] GU C 87 E del 7.4.2004, pag. 60.

[4] GU C 103 E del 29.4.2004, pag. 838.

[5] http://www.ercexpertgroup.org/documents/ercexpertgroup_final_report.pdf.

[6] http://www.cordis.lu/fp6/instruments_review/.

[7] http://europa.eu.int/comm/councils/bx20041105/kok_report_en.pdf.

[8] http://europa.eu.int/comm/dgs/information_society/evaluation/pdf/5_y_a/ist_5ya_final_140105.pdf.

[9] ftp://ftp.cordis.lu/pub/technology-platforms/docs/tp_report_defweb_en.pdf.

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