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Document 52003AR0246

    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa"

    GU C 73 del 23.3.2004, p. 69–72 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    52003AR0246

    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa"

    Gazzetta ufficiale n. C 073 del 23/03/2004 pag. 0069 - 0072


    Parere del Comitato delle regioni in merito alla "Comunicazione della Commissione 'Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa'"

    (2004/C 73/13)

    IL COMITATO DELLE REGIONI,

    vista la comunicazione della Commissione europea Investire nella ricerca: un piano d'azione per l'Europa (COM(2003) 226 def.);

    vista la decisione della Commissione europea, del 30 aprile 2003, di consultarlo a norma dell'articolo 265, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea;

    vista la decisione del proprio Presidente, del 19 marzo 2003, di incaricare la commissione Cultura e istruzione di elaborare un parere sull'argomento;

    vista la comunicazione della Commissione europea I ricercatori nello Spazio europeo della ricerca: una professione, molteplici carriere (COM(2003) 436 def.);

    visto il parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni La dimensione regionale dello Spazio europeo della ricerca (COM(2001) 549 def.) (CdR 442/2001 fin)(1);

    visto il parere del Comitato delle regioni in merito alla comunicazione della Commissione Più ricerca per l'Europa - Obiettivo: 3 % del PIL (COM(2002) 499 def.) e alla comunicazione della Commissione: Lo Spazio europeo della ricerca: imprimere un nuovo slancio - Rafforzare, riorientare, aprire nuove prospettive (COM(2002) 565 def.) (CdR 328/2002 fin)(2);

    visto il proprio progetto di parere CdR 246/2003 riv. adottato il 2 ottobre 2003 dalla commissione Cultura e istruzione (relatore: Lars Nordström, membro del consiglio regionale della Regione Västra Götaland (SE/ELDR));

    considerando quanto segue:

    1) la Commissione, su richiesta del Consiglio europeo del marzo 2003, ha presentato un piano d'azione destinato ad aumentare gli investimenti nella ricerca sino a raggiungere il 3 % del PIL entro il 2010. Per conseguire tale obiettivo di investimento, nel quale l'intervento privato corrisponderà ai 2/3 del totale, sarà necessario un aumento del personale impegnato nella ricerca in Europa pari a un milione e 200 mila unità;

    2) lo scopo del piano d'azione è di far sì che le necessarie iniziative ai vari livelli politici siano sostenibili, coerenti fra loro e in grado di apportare miglioramenti radicali. Più dell'80 % degli investimenti pubblici nella ricerca proviene dagli enti locali, regionali e nazionali;

    3) le lacune presenti nell'organizzazione della ricerca rischiano di scoraggiare gli investimenti. Problemi connessi alla carriera possono indurre professionisti di prim'ordine ad abbandonare la ricerca o a lasciare l'Europa. Una ricerca di qualità ma eccessivamente frammentata perde inoltre visibilità. Le piccole e medie imprese hanno difficoltà nel reperire finanziamenti per i loro progetti. I ricercatori e i responsabili della ricerca hanno conoscenze carenti in materia di tutela e gestione della proprietà intellettuale;

    4) entro fine anno un gruppo di esperti presenterà un proposta per la creazione di un consiglio europeo della ricerca (CER);

    5) il Parlamento europeo ha adottato una nuova iniziativa a favore delle "regioni della conoscenza" (KnowREG), per la quale è previsto un finanziamento al di fuori dei fondi strutturali e dei programmi quadro. L'iniziativa mira a sostenere il lavoro strategico svolto a livello locale e regionale in materia di politica della ricerca;

    6) la rete di ricerca e innovazione delle regioni d'Europa (ERRIN - European Regions Research & Innovation Network), che riunisce cento uffici di rappresentanza regionali sui 240 presenti a Bruxelles, mantiene i contatti fra le istituzioni comunitarie e gli enti locali e regionali e può pertanto contribuire ad attuare la proposta di piano d'azione presentata dalla Commissione,

    ha adottato all'unanimità, nel corso della 52a sessione plenaria del 19 e 20 novembre 2003 (seduta del 20 novembre) il seguente parere.

    1. Osservazioni e raccomandazioni del Comitato delle regioni

    Favorire lo sviluppo coerente di strategie regionali destinate ad aumentare gli investimenti nella ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.1. accoglie favorevolmente la proposta della Commissione di lanciare un piano d'azione destinato ad aumentare gli investimenti nella ricerca, in modo che l'Europa possa disporre di una solida base di ricerca pubblica e sia più attraente per gli investimenti privati nel settore della ricerca e dell'innovazione;

    1.2. richiama l'attenzione sul fatto che, per investire nella ricerca, le imprese debbono avere la prospettiva di risultati duraturi. Nel campo della ricerca di base e dell'innovazione, l'elaborazione di prodotti o servizi competitivi richiede inoltre tempi lunghi. È quindi particolarmente importante adoperarsi per aumentare gli aiuti comunitari attualmente disponibili in questo settore;

    1.3. ritiene che gli orientamenti per gli aiuti comunitari dovrebbero facilitare l'utilizzo dei risultati della ricerca. Per promuovere gli investimenti privati è inoltre particolarmente importante effettuare una netta distinzione fra ricerca e sviluppo in termini di contenuti, tenendo conto soprattutto del futuro andamento della concorrenza.

    Creare una visione comune per lo sviluppo e l'applicazione delle tecnologie fondamentali

    Il Comitato delle regioni

    1.4. desidera esprimersi, in merito alla creazione delle piattaforme tecnologiche europee, sulle proposte che riguardano gli enti locali e regionali.

    Consentire a tutte le regioni di beneficiare di un aumento degli investimenti nella ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.5. condivide l'opinione della Commissione in base alla quale le regioni otterrebbero migliori risultati se, nel definire le strategie per la ricerca e l'innovazione, adottassero il principio dell'apprendimento reciproco; d'altro canto, lo stesso approccio potrebbe essere applicato alle conseguenze derivanti dall'obiettivo del 3 % in termini di personale qualificato nel settore R& S. In tale contesto, le misure necessarie vanno però adeguate di volta in volta alla situazione regionale e nazionale;

    1.6. ritiene che la proposta della Commissione di mettere a punto una tipologia delle regioni e una metodologia per l'analisi comparativa dell'efficienza regionale potrebbe favorire la futura ricerca a livello regionale in campo sociale, economico, tecnico, ambientale e organizzativo e al tempo stesso il dibattito riguardante la terza relazione dell'Unione europea sulla coesione, in prospettiva della preparazione dei programmi quadro e del programma dei fondi strutturali per il periodo 2007-2013.

    Definire una combinazione coerente di strumenti politici

    Il Comitato delle regioni

    1.7. accoglie con soddisfazione il previsto ricorso ai fondi strutturali per correggere le disparità fra regioni in materia di infrastrutture, possibilità di formazione, ricerca e innovazione. La finalità dei fondi strutturali non è però quella di sostenere la ricerca ed essi non vanno inoltre considerati in blocco. Nel sostegno alla ricerca, l'elemento determinante deve essere la qualità scientifica. Quanto ai fondi strutturali, il loro sostegno è necessario per permettere di ottenere risultati positivi in termini di sinergia. Il Comitato ha già sottolineato questo aspetto in precedenti pareri(3);

    1.8. condivide la proposta di discutere, con cadenza annuale, in previsione del Consiglio europeo di primavera, sulla combinazione coerente dei diversi strumenti politici, nonché sull'interazione fra le varie strategie, basandosi sulle informazioni raccolte e sulle esperienze acquisite ad esempio tramite il metodo aperto di coordinamento;

    1.9. chiede inoltre che il programma d'azione per gli investimenti nella ricerca venga esteso ai nuovi Stati membri, soprattutto mediante aiuti destinati al rilancio e allo sviluppo della cooperazione interregionale nel settore della ricerca e combinando coerentemente strumenti d'integrazione verticale (che serviranno da base a catene del valore aggiunto) e orizzontale (tramite misure interdisciplinari nel settore della ricerca);

    1.10. esorta ad offrire alle piccole e medie imprese maggiori possibilità di partecipare agli appalti pubblici, creando ad esempio reti di ricerca legate a settori specifici, che riuniscano un gran numero di PMI.

    Attirare un numero maggiore di studenti verso la ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.11. ritiene necessario, alla luce dell'attuale evoluzione demografica, che gli enti locali e regionali si adoperino particolarmente per evitare che la prosperità sia minacciata dalla carenza di tecnici o di ricercatori, collaborando con gli enti di formazione e diffondendo capillarmente la conoscenza delle opportunità esistenti;

    1.12. propone che, in relazione con il terzo ciclo di studi (dottorato) considerato nel processo di Bologna, la Commissione esorti gli Stati membri e le regioni a presentare le proprie esperienze in merito alle nuove strutture di carriera dei ricercatori, ai nuovi partenariati per gli istituti di ricerca e ad altre forme di cooperazione in grado di colmare il divario tra la formazione alla ricerca e la professione di ricercatore.

    Potenziare la base di ricerca pubblica e i suoi collegamenti con l'industria nelle regioni

    Il Comitato delle regioni

    1.13. appoggia la proposta della Commissione di elaborare linee guida riguardanti la gestione, lo sfruttamento dei DPI risultanti dalla ricerca sostenuta con finanziamenti pubblici e la concessione di licenze.

    Combinare gli strumenti di finanziamento comunitario con la ricerca nazionale a livello regionale

    Il Comitato delle regioni

    1.14. esorta la Commissione ad adoperarsi affinché tutte le regioni, in particolare quelle dei nuovi Stati membri, abbiano la possibilità di partecipare alla preparazione della prossima generazione di programmi dei fondi strutturali.

    Favorire la formazione di una massa critica a livello regionale adottando misure dirette a favore della ricerca e dell'innovazione

    Il Comitato delle regioni

    1.15. ritiene che per integrare le risorse della ricerca siano necessarie diverse prospettive settoriali, in modo da poter costituire poli e reti di eccellenza a livello locale e regionale. È opportuno sostenere la gestione di iniziative settoriali, le attività di formazione, la diffusione delle conoscenze ecc. ricorrendo a diversi tipi di meccanismi di garanzia che contribuiscano a ripartire i rischi tra le varie parti interessate.

    Prevedere un sostegno al capitale di rischio per le PMI che svolgono un'intensa attività di ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.16. reputa che la questione del capitale di rischio per le PMI che svolgono un'intensa attività di ricerca vada esaminata, da un lato, nel quadro dei negoziati relativi ai programmi d'azione nazionali previsti dal processo di Lussemburgo e della valutazione intermedia del Fondo sociale europeo per quanto riguarda lo sviluppo professionale e, dall'altro, nel quadro della preparazione dei fondi strutturali della prossima generazione.

    Migliorare il contributo della politica economica alla crescita e alla qualità degli investimenti pubblici

    Il Comitato delle regioni

    1.17. raccomanda alla Commissione di adoperarsi affinché, nei negoziati relativi ai programmi d'azione nazionali previsti dal processo di Lussemburgo, si considerino con particolare attenzione le proposte, contenute in detti piani, destinate a riorientare gli investimenti pubblici verso la ricerca e l'innovazione.

    Rivedere, entro il 2006, le norme sugli aiuti di Stato destinati alla ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.18. non approva l'intenzione della Commissione di prorogare fino al 2005 l'attuale disciplina comunitaria per gli aiuti di Stato alla ricerca e sviluppo(4) e ribadisce nuovamente che detta disciplina non è assolutamente adatta a migliorare il clima nel settore dell'innovazione scientifica, specie per quanto riguarda le PMI(5).

    Proteggere la proprietà intellettuale nei processi di ricerca e in particolari settori tecnologici

    Il Comitato delle regioni

    1.19. appoggia le proposte relative all'adozione su scala europea di iniziative di sensibilizzazione e formazione destinate ai ricercatori e agli studenti in materia di diritti di proprietà intellettuale nella misura in cui ciò possa essere garantito tramite offerte formative supplementari facoltative.

    Aumentare la trasparenza delle informazioni finanziarie relative agli investimenti nella ricerca

    Il Comitato delle regioni

    1.20. propone che la questione relativa all'applicazione degli orientamenti internazionali in materia di contabilità e di valutazione del capitale intellettuale delle imprese venga considerata nel quadro della responsabilità sociale delle imprese e che l'applicazione dei suddetti orientamenti venga monitorata dall'Osservatorio europeo sul cambiamento (EMCC) istituito dalla Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro.

    Bruxelles, 20 novembre 2003.

    Il Presidente

    del Comitato delle regioni

    Albert Bore

    (1) GU C 278 del 14.11.2002, pag. 1.

    (2) GU C 244 del 10.10.2003, pag. 10.

    (3) Parere CdR 442/2001 in merito alla comunicazione "La dimensione regionale dello Spazio europeo della ricerca" (COM(2001) 549 def.).

    (4) CdR 328/2002 fin, punto 16, pag. 6.

    (5) CdR 328/2002 fin, punto 13, pag. 5.

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