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Document 52001IE0237

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La dimensione settentrionale: Piano d'azione per la dimensione settentrionale nelle politiche estera e transfrontaliera dell'Unione europea 2000-2003"

GU C 139 del 11.5.2001, p. 42–50 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52001IE0237

Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La dimensione settentrionale: Piano d'azione per la dimensione settentrionale nelle politiche estera e transfrontaliera dell'Unione europea 2000-2003"

Gazzetta ufficiale n. C 139 del 11/05/2001 pag. 0042 - 0050


Parere del Comitato economico e sociale sul tema "La dimensione settentrionale: Piano d'azione per la dimensione settentrionale nelle politiche estera e transfrontaliera dell'Unione europea 2000-2003"

(2001/C 139/11)

Il Comitato economico e sociale ha deciso, nel corso della sessione plenaria del 1o e del 2 marzo 2000, conformemente al disposto dell'articolo 23, paragrafo 3, del Regolamento interno, di elaborare un parere sul tema "La dimensione settentrionale: piano d'azione per la dimensione settentrionale nelle politiche estera e transfrontaliera dell'Unione europea 2001-2003".

La Sezione "Relazioni esterne", incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il parere in data 6 febbraio 2001, in base al rapporto introduttivo del relatore Westerlund.

Il Comitato economico e sociale ha adottato all'unanimità il 28 febbraio 2001, nel corso della 379a sessione plenaria il seguente parere.

1. Premessa

1.1. La dimensione settentrionale dell'Unione e la regione del Baltico

1.1.1. La "dimensione settentrionale" come concetto politico figura all'ordine dei lavori del Consiglio europeo sin dal 1997. Gli orientamenti per la sua attuazione sono stati definiti dal Consiglio europeo di Colonia nel giugno del 1999.

L'iniziativa trae origine dal crollo dell'Unione sovietica, dal fatto che a seguito della riunificazione tedesca la ex RDT è divenuta parte integrante dell'Unione europea, dall'adesione di Svezia e Finlandia all'UE, dal fatto che gli Stati membri di recente adesione hanno una tradizione di stretta cooperazione con Norvegia e Islanda nonché dal fatto che l'imminente ampliamento riguarda Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania, allungando sempre più la frontiera comune tra l'UE e la Russia.

Sia gli Stati del bacino del Mar Baltico sia la Polonia hanno già fatto grandi progressi sul piano dei preparativi per l'adesione all'UE e quest'ultima ha più volte sottolineato l'importanza delle relazioni con la Russia, ad esempio con l'adozione di una strategia specifica in proposito.

Gli sviluppi dell'ultimo decennio giustificano quindi da parte dell'UE la sempre più attenta analisi di questa problematica e delle possibilità di sviluppo in una prospettiva nordica. Ciò è nell'interesse dell'intera Unione europea. Il Commissario Chris Patten e il Ministro degli esteri svedese Anna Lindh hanno sottolineato questo aspetto in un articolo scritto congiuntamente(1): "La dimensione settentrionale va considerata un impegno di tutta l'Europa, alla stessa stregua delle politiche dell'UE verso il Mediterraneo e i Balcani occidentali." Con la seguente dichiarazione, i due autori hanno creato delle aspettative: "La Commissione e la Presidenza svedese devono guidare adesso l'UE perché passi dalle parole ai fatti."

1.1.2. Dal punto di vista geografico, il Consiglio europeo di Colonia ha definito la dimensione settentrionale dell'Unione come coincidente con i paesi aderenti al Consiglio degli Stati baltici (CBSS). Si tratta dei paesi nordici Finlandia, Svezia, Danimarca, Norvegia e Islanda, della Russia, dei tre Stati baltici Estonia, Lettonia e Lituania, della Polonia e della Germania. In tal modo, l'iniziativa concernente la dimensione settentrionale ha contribuito a far sì che la regione del Baltico, così importante sul piano storico, sia di nuovo considerata una regione europea. Essa ha inoltre richiamato l'attenzione sulla regione del Mare di Barents e sulla cooperazione in atto nella zona più settentrionale d'Europa.

1.1.3. Il Consiglio degli Stati baltici rappresenta l'organo preposto alla cooperazione politica nell'area baltica ed è stato costituito nel 1992. Esso è formato dai ministri degli esteri dei paesi membri e da un membro della Commissione. Dal 1995, le riunioni a livello di capi di governo si svolgono con la partecipazione della Presidenza dell'UE. L'ultimo vertice si è tenuto a Kolding, in Danimarca, nell'aprile del 2000. La cooperazione è in fase di sviluppo. Le riunioni ministeriali riguardano un crescente numero di settori diversi. Dall'autunno del 1998 il Consiglio degli Stati baltici è dotato di un Segretariato permanente, con sede a Stoccolma e si avvale dell'assistenza di un organo consultivo per le attività economiche (Business Advisory Council).

1.1.4. Nella zona del Mar Baltico e nella regione del Mare di Barents esistono inoltre altri forum di cooperazione intergovernativa in ambiti specifici:

- Consiglio euro-artico di Barents (Barents Euro-Arctic Council, BEAC). Questo organismo di cooperazione è attivo soprattutto in ambito economico, sociale e ambientale, ivi inclusa la sicurezza nucleare nella Regione del Mare di Barents. Vi aderiscono Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca e Russia. Vi partecipa anche la Commissione europea. Hanno status di osservatori i Paesi Bassi, la Gran Bretagna, l'Italia, il Giappone, il Canada, la Polonia, la Francia, la Germania e gli Stati Uniti.

- Consiglio artico (Arctic Council). Si occupa principalmente di problemi ambientali, in un'ottica di studio e ricerca. Sono membri del Consiglio artico il Canada, gli Stati Uniti, la Russia, la Svezia, la Danimarca, la Finlandia, la Norvegia e l'Islanda. Questo organismo ha inoltre cominciato ad occuparsi dello sviluppo sostenibile nelle regioni artiche.

1.1.5. Esistono inoltre altre strutture di cooperazione permanente:

- i Parlamenti, che cooperano sin dal 1991. Nell'estate del 2000 si è svolta a Malmö la IX Conferenza parlamentare sulla cooperazione nella regione del Mar Baltico, con la partecipazione di quasi tutte le assemblee parlamentari della regione.

- Le Regioni, che cooperano nel quadro di un'estesa rete (Baltic Sea States Subregional Co-operation, BSSSC). All'interno del Consiglio regionale di Barents le 13 contee della regione del Mare di Barents e le popolazioni autoctone hanno stabilito rapporti di cooperazione.

- Le città, allo stato attuale circa 100, che cooperano in seno a un'organizzazione più formale (Union of Baltic Cities, UBC).

- Le Camere di commercio. Già nel 1992 è stata fondata la Baltic Sea Chambers of Commerce Association (BCCA), che riunisce 52 Camere di commercio, con l'obiettivo di salvaguardare gli interessi comuni del mondo delle imprese.

- Le organizzazioni sindacali. Le confederazioni sindacali dell'area - in tutto 21, per un totale di venti milioni di affiliati, hanno dato vita nel 1999 alla "Baltic See Trade Union Network", in concomitanza con il congresso della Confederazione sindacale europea (CES) a Helsinki. Queste organizzazioni dialogano direttamente con il Consiglio degli Stati baltici. A ciò si aggiunge una serie di altre organizzazioni, principalmente in ambito economico e sociale, che hanno dato impulso alla cooperazione nello spazio geografico costituito dalle regioni del Mar Baltico e del Mare di Barents.

1.1.6. La cooperazione regionale transfrontaliera nella regione che rientra nella dimensione settentrionale ha ricevuto un notevole stimolo dai programmi comunitari Interreg. È prevista l'attuazione di una nuova generazione di programmi Interreg (Interreg III) nell'arco degli esercizi finanziari 2000-2006.

1.1.7. Nonostante l'attenzione tenda a concentrarsi sulle strutture politiche e sulla loro evoluzione, i sempre crescenti contatti diretti fra le persone costituiscono l'elemento più importante per rafforzare il senso di appartenenza e per contribuire a un civile confronto in caso di conflitti. I contatti avvengono attraverso gli scambi commerciali, l'imprenditoria, il turismo, gli scambi universitari, così come nel quadro della cooperazione fra associazioni di varia natura. Le lingue più diffusamente utilizzabili in questi contatti sono l'inglese e il russo.

1.1.8. Il Comitato reputa particolarmente incoraggiante la nascita di associazioni di datori di lavoro, di organizzazioni sindacali e di altri organismi di natura socioeconomica a carattere transfrontaliero nella regione. Il Comitato stesso ha contribuito a tale sviluppo.

1.2. Quadri di riferimento e strumenti

1.2.1. Il quadro giuridico della dimensione settentrionale è definito dagli accordi europei stipulati con i paesi candidati interessati (entrati in vigore nel 1994 e nel 1995), dall'accordo di partenariato e cooperazione con la Russia (in vigore dal 1997) e dall'accordo sullo Spazio economico europeo con Norvegia e Islanda (entrato in vigore nel 1994).

1.2.2. All'iniziativa sulla dimensione settentrionale non corrisponde, allo stato attuale, alcuno stanziamento specifico nel bilancio comunitario. Si intendono finanziare le relative attività mediante l'impiego coordinato delle risorse comunitarie in primo luogo nel quadro del programma Tacis (ad esempio, per la Russia), dei programmi di preadesione Phare (istituzioni democratiche), ISPA (ambiente e trasporti) e Sapard (agricoltura) nonché di Interreg (regioni frontaliere). A ciò si aggiungono vasti programmi nazionali, finanziati soprattutto dai paesi scandinavi e dalla Germania. Le istituzioni finanziarie internazionali, e in particolare la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), la Banca europea per gli investimenti (BEI), la Banca mondiale e la Banca nordica per gli investimenti (NIB), erogano prestiti considerevoli a condizioni vantaggiose. Tuttavia, la BEI non ha ancora effettuato operazioni in Russia. Queste diverse forme di finanziamento pubblico hanno un ruolo importante nell'agevolare e incrementare gli investimenti privati nell'intera regione.

1.3. Un vasto consenso politico

1.3.1. In occasione di una conferenza dei ministri degli esteri tenuta a Helsinki nel novembre 1999, l'Unione europea e i suoi partner hanno espresso la convinzione che la dimensione settentrionale contribuirà a rafforzare una positiva interdipendenza fra l'UE e i suoi Stati membri, altri paesi della regione del Mar Baltico e la Russia nordoccidentale, con conseguenti benefici in termini di sicurezza, stabilità, riforme democratiche e sviluppo sostenibile della regione. Anche la "Northern European Initiative (NEI)", varata dagli Stati Uniti nel 1998, risponde allo scopo di promuovere la cooperazione nell'area geografica interessata dall'iniziativa sulla dimensione settentrionale. L'UE e gli USA, ma anche l'UE e il Canada, in dichiarazioni congiunte, si sono impegnati a promuovere la dimensione settentrionale dell'Unione europea nel quadro della nuova agenda transatlantica.

2. I precedenti pareri del Comitato

2.1. Il Comitato ha già trattato, in una serie di pareri, temi relativi all'ambito geografico della regione del Mar Baltico e al concetto della dimensione settentrionale. Fondamentale è la relazione informativa sul tema "Relazioni fra l'Unione europea ed i paesi che si affacciano sul Mar Baltico" del gennaio 1997 (Filip Hamro-Drotz). Nel parere "La dimensione settentrionale dell'UE comprese le relazioni con la Russia" dell'ottobre 1999 (Filip Hamro-Drotz) si sottolinea l'opportunità che l'Unione, in conformità delle conclusioni di Colonia, sviluppi la dimensione settentrionale mediante un piano d'azione per l'Europa settentrionale. Il Comitato ha inoltre presentato una serie di suggerimenti circa le modalità di attuazione e i contenuti di un simile piano. In particolare, il Comitato evidenziava che "nel quadro del programma d'azione è necessario assicurare che gli attori della società civile possano partecipare direttamente al lavoro di sviluppo".

2.2. È pertanto con soddisfazione che il Comitato constata l'approvazione da parte del Consiglio europeo di Feira del 19-20 giugno 2000 del "Piano d'azione per la dimensione settentrionale delle politiche esterna e transfrontaliera dell'Unione europea 2000-2003". Il fatto che un simile piano d'azione sia stato messo a punto in tempi tanto brevi evidenzia l'importanza attribuita dalla Commissione e dagli Stati membri all'ulteriore sviluppo dell'iniziativa per la dimensione settentrionale. Come verrà di seguito illustrato, questa constatazione non significa tuttavia che il Comitato si ritenga soddisfatto di tutti gli aspetti del piano d'azione in ogni sua parte e di come è stato concepito.

3. Il piano d'azione

3.1. Nell'introduzione del piano d'azione si afferma che detto piano vuole essere un documento di riferimento per gli interventi nell'ambito della dimensione settentrionale in programma o in corso nel periodo 2000-2003. In altre parole, il piano ha valore di raccomandazione politica all'attenzione dei soggetti interessati qualora opportuno. Ciò allo scopo di ottenere, grazie all'effetto di sinergia, il massimo valore aggiunto possibile dai progetti comunitari e dai progetti nazionali.

3.2. Si rileva inoltre che, poiché la dimensione settentrionale rappresenta un processo dinamico cui non corrispondono specifici stanziamenti in bilancio, sarà necessario procedere a intervalli regolari alla verifica del piano d'azione in termini di quadri di riferimento, programmi e relative priorità man mano che si evolvono.

3.3. Il Piano d'azione stesso consta di due parti: una parte generale e una parte operativa.

3.3.1. Nella parte generale si richiama l'attenzione sulle sfide che attendono l'Europa del Nord. Si tratta di un'area di particolare importanza per l'Unione europea. La regione, ricca di risorse naturali, possiede un notevole potenziale economico e umano ed è contraddistinta da grandi distanze, scarsa densità della popolazione e clima rigido. Ciò comporta particolari sfide che, in quanto tali, richiedono una cooperazione transfrontaliera.

3.3.2. Nella parte operativa sono presentati obiettivi e prospettive per gli interventi da attuare nel periodo 2000-2003, in otto ambiti nei quali si prevede di ottenere il massimo valore aggiunto.

3.4. Il Consiglio europeo di Feira ha esortato la Commissione ad assumere un ruolo guida nell'attuazione del piano d'azione e a proporre adeguate misure di follow-up in tre ambiti: ambiente (compresa la sicurezza nucleare), lotta alla criminalità e situazione della regione di Kaliningrad. Nelle pagine che seguono, il Comitato prende posizione su tutti questi temi.

3.5. Infine, i capi di Stati e di governo hanno salutato con favore l'intenzione della prossima Presidenza svedese di mettere a punto, congiuntamente con la Commissione, una relazione esauriente destinata al Consiglio sulle politiche relative alla dimensione settentrionale, in preparazione del Vertice di Göteborg del giugno 2001.

4. Osservazioni del Comitato

4.1. L'evoluzione nella regione

4.1.1. Il Comitato tiene anzitutto a evidenziare l'evoluzione positiva oggi in atto nella regione. Si tende a dimenticarla in quanto ovviamente i problemi tendono a dominare tanto l'agenda politica quanto l'immagine trasmessa dai media.

4.1.2. La risorsa più importante è costituita dalla popolazione della regione con le sue conoscenze e la sua volontà di costruire un futuro migliore. L'economia è inoltre in espansione. La zona del Mar Baltico è infatti una delle regioni con il più alto tasso di crescita al mondo. Anche il settore ad alto contenuto di conoscenze è in crescita. La Finlandia e la Svezia sono tra i paesi leader nel mondo nel campo delle tecnologie dell'informazione. L'Estonia fa parte di quei paesi della regione che puntano in maniera determinata e con successo al rapido sviluppo di competenze e di attività industriali nel settore delle tecnologie dell'informazione. L'Università di San Pietroburgo è ritenuta fra le migliori al mondo nella formazione di programmatori. Le imprese di telecomunicazioni scandinave e tedesche collaborano al rapido sviluppo di moderni sistemi di telecomunicazioni nella regione. Questi fatti mostrano quale sia il potenziale futuro.

4.1.3. In Russia, paese in cui il PIL è sceso per quasi tutti gli anni Novanta, gli indicatori economici mostrano segni di ripresa, specie per quanto riguarda la produzione industriale. Nella zona di San Pietroburgo e nella Russia nordoccidentale, l'aumento della produzione industriale è del 20 %-30 %. Le proiezioni relative alla crescita indicano un tasso del 6,5 % per il 2000 e del 3,5 % per il 2001, mentre il tasso di inflazione scenderà rispettivamente al 20 % e al 17 %(2).

4.1.4. Per i paesi candidati all'adesione, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, i negoziati di adesione all'UE sono in fase molto avanzata. Ciò significa che già da tempo essi soddisfano i criteri di Copenaghen, ad esempio per quanto riguarda la tutela dei diritti dell'uomo nonché il rispetto e la tutela delle minoranze. Per quanto riguarda le grandi minoranze russe presenti in Estonia e Lettonia, questi Stati hanno ottemperato alle raccomandazioni formulate dall'OSCE in materia di cittadinanza e naturalizzazione. La relazione annuale della Commissione per il 2000 sottolinea tuttavia la necessità di ulteriori provvedimenti per l'integrazione della popolazione russa nei suddetti paesi, tesi che anche il Comitato condivide. Tutti i quattro Stati menzionati possono essere ritenuti, secondo la Commissione, economie di mercato funzionanti. Si ritiene che Estonia e Polonia saranno in grado di sostenere, "entro breve", la pressione della concorrenza e delle forze di mercato presenti nell'Unione. Ci si attende che anche Lettonia e Lituania raggiungano un livello analogo "a medio termine". Sono stati ormai consolidati i prerequisiti di natura pratica e giuridica necessari agli investimenti. Per gli Stati baltici hanno notevole rilevanza gli investimenti, soprattutto nel settore bancario, effettuati soprattutto dai paesi situati sull'altra riva del Baltico. Il settore bancario funziona ormai in modo adeguato in tutti i paesi candidati della regione. La quota del settore bancario russo detenuta dalle banche estere è in crescita. Dodici delle cinquanta principali banche risultano oggi in mani estere.

4.1.5. La trasparenza è in aumento e la società civile è in evoluzione. Un buon esempio dello sviluppo della società civile in Russia è rappresentato dal fatto che circa 30 milioni di cittadini sono affiliati ad organizzazioni sindacali sufficientemente democratiche e indipendenti da essere state ammesse a far parte della Confederazione internazionale dei sindacati liberi (ICFTU) nel dicembre 2000.

4.1.6. Il fatto che l'economia sia in crescita e che il mercato cominci a funzionare, non significa tuttavia che i problemi siano scomparsi. Il divario nel livello di vita fra le economie in transizione della regione e i paesi occidentali resta molto ampio, mentre crescono le disparità anche all'interno di questi paesi. La futura frontiera orientale dell'Unione europea rischia di diventare uno dei confini al mondo in cui più forte è la pressione della povertà. Disoccupazione e sottooccupazione restano elevate e la corruzione rappresenta un enorme problema e una piaga per la società. In Russia manca ancora un quadro giuridico corrispondente alle norme OIL per la tutela dei lavoratori(3).

4.2. Le prospettive del piano d'azione

4.2.1. Il Comitato non contesta nessuno degli ambiti trattati nel piano d'azione. Sono tutti di grande rilevanza, ma critica le prospettive limitate di questo piano d'azione. Il Comitato ha già ribadito che "la dimensione settentrionale deve fissarsi l'obiettivo di ridurre i profondi dislivelli politici, economici e sociali esistenti fra le diverse società" nelle zone settentrionali dell'Europa. Il Comitato teme che, essendo l'esortazione rivolta dal Vertice di Feira alla Commissione affinché proponga ulteriori opportune misure limitata soltanto ai settori dell'ambiente e della sicurezza nucleare, della lotta alla criminalità organizzata e alla situazione di Kaliningrad, le attività del piano d'azione possano essere circoscritte e le questioni sociali lasciate ancor più in secondo piano.

4.2.2. L'impostazione settoriale e funzionale del piano d'azione può, secondo il Comitato, rivelarsi efficace per un pronto avvio delle attività. Ma il coordinamento fra tali attività e la creazione di sinergie presuppongono una prospettiva territoriale e transfrontaliera. A tale proposito, il Comitato ricorda le esperienze positive dei programmi Interreg nella regione e raccomanda che l'attuazione del piano tenga maggiormente conto della prospettiva territoriale e transfrontaliera.

4.2.3. Il Comitato chiede che l'obiettivo della riduzione delle disparità tanto fra paesi, quanto al loro interno, sia posto al centro in ben altro modo rispetto a quanto è avvenuto per il piano d'azione. Ciò risponderebbe altresì ai mutati orientamenti dei programmi Phare e Tacis.

4.2.4. Nel progetto di comunicazione relativo al programma Phare(4) tuttora valido, si sottolinea il ruolo di detto programma per rimediare alle notevoli disparità di sviluppo esistenti fra i paesi candidati all'adesione e gli attuali Stati membri. Il messaggio principale è che Phare può assistere tali paesi nello sviluppo di strutture, procedure e programmi necessari a un corretto ed efficace utilizzo dei fondi comunitari ad adesione avvenuta.

4.2.5. In modo analogo, anche il programma Tacis è in fase di evoluzione. Il nuovo regolamento (1999-2000) è strutturato in base a categorie di problemi, e non in base a settori come energia, ambiente e così via. Il nuovo programma indicativo per la Russia relativo al periodo 2000-2003 si concentrerà su tre ambiti ritenuti rilevanti ai fini della coesione economica e sociale: sostegno alle riforme istituzionali, giuridiche e amministrative; sostegno al settore privato e allo sviluppo economico; sostegno per far fronte alle conseguenze sociali della transizione.

4.2.6. Sia Phare, sia Tacis attribuiscono grande importanza alla partecipazione degli esponenti della società civile. Il loro ruolo nel realizzare il cambiamento viene evidenziato in diversi contesti. Nel piano d'azione per la dimensione settentrionale tuttavia essi non sono neppure menzionati. Oltre a essere deplorevole, ciò dà un'immagine completamente distorta del potenziale insito nell'iniziativa per una dimensione settentrionale. Il Comitato richiama l'attenzione sulle conclusioni del Consiglio dei ministri degli esteri dell'UE di Helsinki nel novembre 1999, nelle quali il Consiglio raccomanda che le organizzazioni della società civile dei paesi in questione intensifichino la propria attività di cooperazione nel quadro della dimensione settentrionale.

4.2.7. In tale contesto, va inoltre sottolineato che il Consiglio degli Stati baltici, al vertice di Bergen del giugno del 2000, a seguito di un'iniziativa presa al vertice baltico di Kolding, ha esortato i ministri del lavoro degli Stati baltici e le parti sociali ad intavolare un dialogo sul mercato del lavoro e le questioni connesse.

4.2.8. Ciò premesso, il Comitato raccomanda caldamente che nell'attuazione della dimensione settentrionale e nel prosieguo delle relative attività di informazione e di programmazione si sottolinei l'importanza del coinvolgimento della società civile organizzata tanto a livello nazionale, quanto a livello transfrontaliero. Il Comitato ritiene che ancorando saldamente le organizzazioni della regione del Mar Baltico all'iniziativa sulla dimensione settentrionale si potrà creare, nel tempo, il massimo valore aggiunto.

4.3. Sezioni specifiche del piano d'azione

4.3.1. Infrastrutture (sistemi energetici, trasporti e telecomunicazioni/società dell'informazione)

4.3.1.1. Questa parte del piano d'azione appare come la più elaborata. Per quanto concerne il settore energetico, il Consiglio "Energia" ha già dato il suo assenso, in data 2 dicembre 1999, a una serie di proposte prioritarie (Strengthening the Northern Dimension of Energy Policy in Europe, Conclusions). Quelle proposte si basano su una proposta approvata dal Consiglio "Energia" in occasione di una riunione tenuta a Helsinki il 25 ottobre 1999.

4.3.1.2. Il potenziamento delle infrastrutture destinate all'energia, ai trasporti, alle telecomunicazioni e alle tecnologie dell'informazione è di importanza decisiva per ravvicinare le aree settentrionali e nordorientali dell'Europa al resto del continente, per esempio estendendo verso Est le reti transeuropee, di modo che il potenziale economico di tale regione possa essere utilizzato pienamente. La decisione concernente l'approfondimento della cooperazione in ambito energetico fra l'UE e la Russia adottata al Vertice di Parigi del 30 ottobre 2000 dimostra che la cooperazione con la Russia è importante per l'intera UE.

4.3.1.3. Il Comitato sottolinea che gli interventi infrastrutturali dovrebbero comprendere tanto il completamento degli "anelli mancanti", ad esempio nel caso delle reti transeuropee, quanto l'armonizzazione sul piano tecnico al fine di agevolare l'integrazione economica della regione.

4.3.1.4. La regione è in posizione di notevole forza nel settore delle tecnologie dell'informazione. Il rafforzamento della cooperazione valorizzerebbe il potenziale di sviluppo esistente. Alla luce di ciò, il Comitato valuta positivamente l'iniziativa varata in seno al Consiglio degli Stati baltici da alcuni paesi, fra cui Finlandia ed Estonia, per la messa a punto di proposte concrete da inserire nel piano d'azione per la dimensione settentrionale.

4.3.2. Questioni ambientali e risorse naturali, ivi inclusa la sicurezza nucleare

4.3.2.1. Il piano d'azione attribuisce alle problematiche ambientali un rilievo esemplare ed elenca una lunga serie di provvedimenti auspicabili. Il Comitato tiene a rilevare in particolare la necessità di adottare provvedimenti immediati per l'ammodernamento e il potenziamento degli impianti di depurazione delle acque reflue nell'area di San Pietroburgo. Ciò è di vitale importanza per l'intera regione del Mar Baltico.

4.3.2.2. La grande attenzione per le questioni ambientali ha tuttavia fatto sì che le foreste venissero considerate soltanto nell'ottica della conservazione. Secondo il Comitato è necessario avviare un dibattito su come si potrebbe sfruttare meglio lo sviluppo delle enormi aree forestali nella Russia nordoccidentale, per contribuire agli investimenti e al commercio e quindi allo sviluppo economico e all'occupazione nella regione. Il Comitato sottolinea l'importanza del patrimonio di competenze esistente nella regione in campo industriale, tecnologico e scientifico per il fatto stesso che gran parte delle foreste naturali d'Europa si trovano nella Scandinavia settentrionale, in alcune regioni dei paesi candidati e in Russia. Si tratta di un aspetto da valorizzare maggiormente nella programmazione futura.

4.3.2.3. Per quanto concerne le centrali nucleari, le imbarcazioni a propulsione atomica e le scorie radioattive nella regione, tanto l'Unione europea quanto una serie di altri paesi stanno impiegando risorse di ordine tecnico, finanziario e umano, al fine di mettere a punto soluzioni immediate e sostenibili. Ma ciò non basta. Occorrono ulteriori sforzi per far fronte, non da ultimo, agli ingenti quantitativi di scorie radioattive esistenti nella Russia nordoccidentale. Ciò presuppone una più intensa cooperazione con le autorità russe.

4.3.2.4. Il fatto che le richieste di chiusura di alcune centrali nucleari vengano trattate in separata sede rispetto alle problematiche energetiche in generale, complica le discussioni sull'esecuzione. Nel seguito dato al piano d'azione, le questioni relative alla sicurezza dovrebbero essere incluse nel quadro della necessaria discussione sugli interventi per un rinnovamento del sistema energetico. In questo modo, sarà possibile concentrare l'attenzione sugli investimenti e sulle problematiche occupazionali in vista del futuro.

4.3.2.5. A tale proposito, il Comitato tiene a rammentare che il Consiglio europeo di Helsinki ha esortato la Commissione ad elaborare una proposta di strategia a lungo termine che contempli programmi per uno sviluppo economico socialmente ed ecologicamente sostenibile. Tale strategia verrà presentata al Consiglio europeo di Stoccolma nel giugno 2001. Secondo il Comitato, tale strategia dovrebbe tener conto della necessità di un rinnovamento sostenibile dei sistemi energetici e produttivi, specie in una regione delicata dal punto di vista ambientale come quella del Baltico.

4.3.3. Sanità pubblica

4.3.3.1. Le problematiche sanitarie della regione dipendono in larga misura dalle disparità sociali e dal dissesto ambientale. Tanto in Russia quanto nei paesi candidati, malattie infettive quali tubercolosi, sifilide, itterizia, difterite stanno ricomparendo. L'abuso di alcol e di stupefacenti provoca gravi problemi in ambiti diversi e un elevato tasso di mortalità, specie fra gli uomini. L'HIV/AIDS ha assunto le proporzioni di un'epidemia. Molte donne sono restie a mettere al mondo figli a causa della difficile situazione sociale in cui si trovano. Il livello e le competenze dei servizi di assistenza sociale e sanitaria variano enormemente, specie sul versante della prevenzione. Altrettanto dicasi per l'amministrazione dei servizi sociali.

4.3.3.2. Il piano d'azione prende le mosse dal titolo del Trattato relativo alla sanità pubblica e dall'articolo 152, che dispone che la Comunità e gli Stati membri favoriscano la cooperazione con i paesi terzi e con le organizzazioni internazionali competenti in materia. Alla luce di ciò, la cooperazione proposta appare piuttosto limitata, mentre gli interventi bilaterali sono invece di vasta portata.

4.3.3.3. Il Comitato ritiene che la cooperazione andrebbe rafforzata e dovrebbe essere finalizzata, in linea di massima, a migliorare la condizione dei servizi di assistenza sociale e medico-sanitari, in modo da ridurre il divario negli standard sociali fra le diverse aree della regione. In tal senso, il Comitato nota con soddisfazione che il piano d'azione prevede provvedimenti di sostegno alla Russia per l'attuazione di riforme nel settore sanitario e sociale. Come nel caso di altre economie in transizione, occorre procedere a un'estesa trasformazione di natura giuridica e amministrativa a seguito della privatizzazione di imprese precedentemente nelle mani dello Stato. Si tratta di provvedimenti che, tuttavia, vanno ancora messi a punto ed attuati. Il Comitato ritiene che anche la società civile della regione debba essere coinvolta in tale lavoro.

4.3.4. Commercio, cooperazione imprenditoriale e promozione degli investimenti

4.3.4.1. Gli scambi commerciali e i flussi di investimento tra l'UE e i paesi candidati Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia sono in costante aumento, mentre il commercio tra questi paesi e la Russia sta facendo segnare una riduzione relativa. Tutti questi paesi tranne la Lituania sono membri dell'OMC, ma quest'ultima ha già concluso un accordo con l'OMC che attende di essere ratificato nel maggio 2001.

4.3.4.2. L'interscambio commerciale e i flussi di investimento fra l'Unione europea e la Russia non hanno ancora raggiunto un livello commisurato al potere economico, al grado di sviluppo e alla vicinanza fra le due regioni. La rimozione degli ostacoli in materia comporterebbe un aumento della produzione e un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione, nonché un più celere processo di ammodernamento e ristrutturazione dell'industria.

4.3.4.3. L'aiuto fornito alla Russia per quanto riguarda i preparativi per l'adesione alla OMC e la rimozione delle barriere commerciali va quindi intensificato, per esempio in materia di procedure doganali e di certificazione delle merci, nell'ottica di sottoscrivere, a più lunga scadenza, un accordo di libero scambio conformemente agli obiettivi definiti dall'accordo di partenariato e cooperazione fra l'Unione europea e la Russia.

4.3.4.4. È inoltre opportuno intensificare la cooperazione al fine di creare migliori condizioni giuridiche e amministrative per gli investimenti interni ed esteri. Si tratta di un presupposto necessario per rafforzare la posizione degli operatori economici in materia di investimenti ad esempio nei settori dell'industria, del terziario, dell'agricoltura e della silvicoltura.

4.3.4.5. È indispensabile che la quota investimenti dell'ambito prioritario di Phare "Coesione economica e sociale" e nei rispettivi ambiti di Tacis e Interreg sia utilizzata in modo da garantire alle piccole e medie imprese un migliore accesso agli aiuti nel settore finanziario e in materia di sviluppo della qualità.

4.3.5. Sviluppo delle risorse umane e ricerca

4.3.5.1. Le risorse umane e la capacità scientifica di cui dispone la regione interessata dalla dimensione settentrionale devono essere sfruttate e valorizzate. Occorre intensificare la cooperazione tra le Università e gli istituti di istruzione superiore della regione. Le possibilità di scambio tra studenti e ricercatori e di cooperazione in rete fra istituti di ricerca non sono sufficientemente sfruttate. Il Comitato reputa questo ambito della massima importanza ai fini dello sviluppo democratico, sociale ed economico della regione.

4.3.5.2. Il Comitato valuta positivamente il fatto che il nuovo programma Tempus per la Russia miri allo sviluppo delle istituzioni pubbliche e private al di fuori del circuito accademico, fra cui quelle direttamente connesse allo sviluppo della società civile.

4.3.5.3. Sarebbe opportuno dare la priorità ai progetti di cooperazione sotto forma di interventi mirati di formazione sul funzionamento della democrazia e dell'economia di mercato. Simili interventi possono essere attuati al meglio creando sinergie fra le organizzazioni che rappresentano la società civile.

4.3.5.4. È necessario dare priorità anche all'insegnamento delle lingue straniere della regione, non da ultimo per agevolare contatti transfrontalieri di varia natura. Il Comitato ritiene opportuno sottolineare questo aspetto proprio nel 2001, anno europeo dell'apprendimento delle lingue.

4.3.6. Lotta alla criminalità transfrontaliera

4.3.6.1. In seno al CBSS funziona già dal 1996 un gruppo di lavoro per la lotta alla criminalità organizzata; ciò significa che vi partecipano tutti gli Stati interessati dalla dimensione settentrionale. Il gruppo coopera su questioni relative alla polizia, alle dogane, al presidio delle coste e alle inchieste giudiziarie. È particolarmente attivo sul fronte dell'immigrazione clandestina, del riciclaggio di denaro, del furto di automezzi, del contrabbando, della prostituzione, degli stupefacenti e della corruzione. Il mandato del gruppo è stato prorogato sino alla fine del 2004.

4.3.6.2. L'Unione ha recentemente sottoscritto con la Russia un piano di interventi comuni per la lotta alla criminalità organizzata.

4.3.6.3. Il Comitato valuta molto positivamente la cooperazione in corso e ritiene che il gruppo di lavoro di cui sopra debba essere reso permanente. Il Comitato tiene in particolare a evidenziare la necessità di promuovere nella regione lo sviluppo di sistemi comuni di investigazione e di informazione, con una revisione delle competenze delle autorità coinvolte. È comunque essenziale che i provvedimenti varati vengano elaborati in modo tale da ostacolare il meno possibile scambi, investimenti e mobilità delle persone all'interno della regione, quando essi avvengono in tutta legalità. Per esempio, si possono ipotizzare "corridoi verdi" che consentano alle imprese di ottenere una certificazione di qualità e quindi di fruire di formalità doganali semplificate.

4.3.7. Cooperazione regionale e transfrontaliera

4.3.7.1. La cooperazione nelle regioni di frontiera è della massima importanza per garantire il successo dell'ampliamento dell'Unione e per far sì che lo sviluppo delle relazioni con la Russia possa beneficiare l'intera regione. Il piano d'azione elenca una serie di provvedimenti rispondenti a tale scopo. Al Vertice di Parigi, l'UE e la Russia hanno espresso l'intenzione di rafforzare la cooperazione regionale e transfrontaliera, specie nel quadro della dimensione settentrionale dell'Unione.

4.3.7.2. Il Comitato tiene a evidenziare in particolare i progetti concreti previsti per migliorare i contatti fra le persone e per agevolare la mobilità nelle aree di frontiera, nonché per contribuire a ridurre le disparità economiche nell'area e per innalzare il livello di vita nelle zone sfavorite. In tale contesto, la collaborazione fra le organizzazioni rappresentative della società civile riveste la massima importanza.

4.3.8. Kaliningrad

4.3.8.1. Il Comitato valuta positivamente che alla regione di Kaliningrad sia dedicata una voce a sé del piano d'azione. Quando gli Stati confinanti con quest'ultima, Lituania e Polonia, saranno divenuti membri dell'UE, questa regione, grande la metà del Belgio, rappresenterà un'enclave russa all'interno dell'UE, separata dalla madrepatria distante 300 chilometri. La situazione economica e sociale di questa regione è attualmente molto difficile. Il suo sviluppo è di vitale importanza per l'intera regione e per le relazioni dell'UE con la Russia.

4.3.8.2. Sono necessari interventi ad hoc per agevolare la cooperazione economica e per ridurre il divario economico, sociale e ambientale fra la regione di Kaliningrad e le aree circostanti della Lituania e della Polonia.

4.3.8.3. Il Comitato nota con soddisfazione che Russia e Lituania hanno chiesto congiuntamente aiuti comunitari a titolo dei programmi Phare e Tacis nel quadro della dimensione settentrionale, per esempio per la modernizzazione di una strada di scorrimento che attraversa la capitale della Lituania, Vilnius, per il gasdotto che attraversa la Lituania fino a Kaliningrad, per alcuni interventi ambientali e per l'Eurofacoltà dell'Università di Kaliningrad.

4.3.8.4. Il Comitato accoglie con favore lo studio della Commissione su Kaliningrad del 17 gennaio 2001(5). Tale studio ha lo scopo di avviare un dibattito tra l'UE, la Russia (compresa Kaliningrad) e i due paesi confinanti candidati all'adesione all'UE (Polonia e Lituania) in merito alle questioni di interesse comune per il futuro. Si prevede che la questione di Kaliningrad verrà trattata al vertice di Mosca del maggio 2001 fra l'UE e la Russia.

4.3.8.5. Dallo studio emerge ad esempio che nel dicembre 2000 è stato istituito un ufficio in loco per la gestione del programma Tacis. L'ufficio avrà il compito di promuovere la partecipazione degli operatori a livello locale, come ad esempio le scuole, le ONG, i sindacati, i mezzi di comunicazione, le organizzazioni di categoria, le imprese, i comuni e i tribunali, ai programmi di cooperazione con le istituzioni dell'UE. Si tratta di un elemento positivo per la realizzazione del piano d'azione per la dimensione settentrionale dell'UE e il Comitato ne è soddisfatto.

4.4. L'attuazione

4.4.1. Il Comitato accoglie con favore l'appello lanciato dal Vertice alla Commissione affinché essa assuma un ruolo guida nell'attuazione del piano d'azione. Ciò è indispensabile perché il processo non perda slancio. Il Comitato è a conoscenza del fatto che un gruppo trasversale, composto da rappresentanti di tutte le Direzioni generali interessate dal piano d'azione, si è riunito nel settembre 2000 e che proseguono i contatti bilaterali con le Direzioni generali interessate dai tre settori prioritari. La Commissione menziona inoltre che sono già in corso diversi progetti caratterizzati da una componente della dimensione settentrionale e che misure comuni in questo campo sono previste con gli USA e il Canada nel quadro della nuova agenda transatlantica.

4.4.2. Il fatto che la Commissione rivesta un ruolo chiave non deve tuttavia comportare un minore interesse da parte degli altri soggetti interessati. Il Comitato ribadisce con vigore che, per ottenere risultati positivi, è indispensabile offrire alla Russia e ad altri Stati non membri dell'UE, ossia i paesi candidati e i paesi SEE, la possibilità di partecipare appieno e di contribuire all'ulteriore sviluppo della dimensione settentrionale. Naturalmente, altrettanta importanza riveste anche il coinvolgimento dei singoli Stati membri dell'UE.

4.4.3. Alla luce di ciò, il Comitato richiama l'attenzione sulla disponibilità manifestata dal Consiglio degli Stati baltici a svolgere un ruolo attivo nel futuro sviluppo e nell'attuazione dei principali ambiti del piano d'azione. Il comunicato emesso dal CBSS a seguito del Vertice di Bergen del 21-22 giugno 2000 afferma: "Il Consiglio degli Stati baltici partecipa attivamente alla cooperazione in una serie di settori considerati dal piano d'azione. Il Consiglio è lieto di presentare proposte concrete che possano essere inserite nel piano d'azione ora in corso di elaborazione. Il Consiglio può altresì mettere a disposizione le risorse dei propri organi per funzioni di coordinamento e quale possibile strumento per la realizzazione e l'attuazione di parti del piano d'azione, in ambiti quali l'assistenza sanitaria, le tecnologie dell'informazione, l'energia, i commerci e gli investimenti, l'ambiente e la lotta al crimine organizzato. Il CBSS può inoltre fungere da canale di cooperazione con attori sul piano locale"(6).

4.4.4. Il Consiglio degli Stati baltici, ma anche il Consiglio euro-artico di Barents e il Consiglio artico, possono svolgere un ruolo decisivo definendo priorità comuni e attivandosi per il cofinanziamento di progetti da parte di enti creditizi regionali e internazionali, nonché presso il settore privato. Naturalmente, la partecipazione della Commissione ai lavori di questi organismi regionali e dei loro organi specializzati rappresenta un vantaggio.

4.4.5. Il Comitato reputa importante che anche i paesi nordici, nella loro attività di cooperazione in seno al Consiglio nordico e al Consiglio nordico dei Ministri, diano priorità alla realizzazione della dimensione settentrionale.

4.5. Attuazione e ulteriore sviluppo del piano d'azione

4.5.1. L'attuazione del piano d'azione costituisce un processo dinamico che presuppone revisioni a intervalli regolari. Come illustrato sopra, il Comitato ritiene necessario l'ulteriore sviluppo del piano d'azione in una serie di aspetti di rilievo.

4.5.2. Il Comitato ritiene che il necessario sviluppo risulterebbe incentivato da una partecipazione delle organizzazioni della società civile dell'Europa settentrionale in termini ben diversi rispetto ad ora. La responsabilità di provvedervi spetta, oltre che alle organizzazioni stesse, a tutte le autorità coinvolte a ogni livello: europeo, baltico, a livello del Mar di Barents, a livello nazionale, regionale e locale.

4.5.3. L'intervento comunitario mediante il programma Tacis va integrato con Phare, Sapard, ISPA e Interreg in modo da dar vita quanto prima a efficaci progetti transfrontalieri nell'Europa settentrionale. Eppure, allo stato attuale ciò si scontra con ostacoli di natura burocratica. Per esempio, il programma Tacis ha una struttura fortemente centralizzata e si concentra su grandi progetti, mentre Interreg viene sempre più decentrato in direzione degli Stati membri. Il Comitato ritiene pertanto necessaria la creazione quanto prima di un'apposita voce di bilancio per l'attuazione del piano d'azione per la dimensione settentrionale. Non è necessario reperire nuovi fondi, basterebbe piuttosto poter stanziare, a titolo dei programmi di cui sopra, specifici importi per la cooperazione nel quadro della dimensione settentrionale. Detti importi potrebbero essere impiegati allo scopo di scavalcare la pesante burocrazia di oggi e fungerebbero, al contempo, da catalizzatore di ulteriori finanziamenti pubblici e privati. Ciò sarebbe importante anche per agevolare le procedure per le piccole e medie imprese, nonché per un maggior coinvolgimento della società civile.

4.5.4. Il Comitato ribadisce con forza l'importanza che anche le imprese e le istituzioni finanziarie internazionali partecipino, insieme con i governi, alla futura programmazione. Ciò è particolarmente necessario per avviare quanto prima i grandi progetti infrastrutturali prospettati.

4.6. Il Comitato e le sinergie multilaterali nella regione

4.6.1. Nell'elaborazione del presente parere, il Comitato si è sforzato di coinvolgere i rappresentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e di altre categorie socioeconomiche dell'intera regione baltica. Inoltre, di concerto con la Presidenza svedese, il Comitato ha organizzato una conferenza a Umeå il 5-6 febbraio 2001, nella quale la Sezione "Relazioni esterne" discuterà con i rappresentanti delle organizzazioni interessate di Russia, Estonia, Lettonia, Lituana, Polonia, Norvegia e Islanda invitati a partecipare. La discussione verterà fra le altre cose sulle risposte ricevute al questionario scritto rivolto alle organizzazioni interessate della regione del Mar Baltico.

4.6.2. Mediante tali contatti, il Comitato si ripropone inoltre di contribuire all'incremento delle conoscenze relative alla dimensione settentrionale presso le organizzazioni dei paesi coinvolti, nonché, conformemente alla raccomandazione formulata dai ministri degli esteri a Helsinki, di esplorare le possibilità di una più stretta cooperazione nel quadro di un forum multilaterale.

5. Conclusioni per il futuro

5.1. La dimensione settentrionale dell'Unione rappresenta uno strumento efficace per l'intera Europa settentrionale, tanto rispetto alla soluzione dei problemi esistenti, quanto per accelerare un'evoluzione positiva. L'iniziativa contribuirà a favorire il successo dell'adesione dei paesi candidati Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Essa contribuirà inoltre allo sviluppo dei legami fra l'UE e la Russia, sulla base dell'accordo di partenariato e cooperazione, della strategia comunitaria nei confronti della Russia e dei corrispondenti programmi russi per lo sviluppo delle relazioni con l'Unione europea.

5.2. Il piano d'azione 2000-2003, pur nella sua estensione, è sbilanciato. L'obiettivo di colmare le disparità fra e all'interno dei vari paesi della regione va posto al centro. Presupposto essenziale per la riduzione delle disparità è lo sviluppo di relazioni economiche e del mercato del lavoro nel rispetto dei principi dell'economia sociale di mercato europea.

5.3. È basilare che l'UE, nella sua cooperazione con questi paesi, si adoperi in maniera determinata per l'attuazione del piano d'azione e stabilisca obiettivi concreti e precisi per ciascuna sua parte. Affinché il piano d'azione possa essere attuato efficacemente è necessaria una strategia comune per l'Europa settentrionale. Ciò richiede l'istituzione di un forum per la programmazione e il follow-up che riunisca tutte le parti interessate.

5.4. Il Comitato prende atto con soddisfazione della disponibilità manifestata dal Consiglio degli Stati baltici (CBSS) a contribuire all'attuazione del piano d'azione e a fungere da canale di comunicazione nella regione. Si tratta di una potente arma per il futuro dei lavori.

5.5. Il Comitato reputa essenziale che le disposizioni in materia di finanziamenti siano applicate in modo tale da consentire che i singoli progetti siano attuati con celerità, e senza adempimenti burocratici inutili. Reputa inoltre essenziale che tali disposizioni siano concepite in modo da permettere sinergie fra diverse fonti di finanziamento, compresi gli enti creditizi internazionali. Il Comitato propone la creazione di un'apposita voce di bilancio per la dimensione settentrionale.

5.6. Gli operatori economici e sociali della società civile organizzata devono essere coinvolti tanto nell'avvio, nell'attuazione, nella valutazione quanto nel seguito delle attività svolte nel quadro della dimensione settentrionale. A tale coinvolgimento debbono contribuire le autorità di ogni livello.

5.7. Da parte sua, il Comitato intende proseguire, in forme adeguate, il dialogo con i rappresentanti degli operatori economici e sociali della società civile organizzata nell'area baltica, e particolarmente in Russia. L'esperienza della prima riunione multilaterale di Umeå dimostra che il mantenimento di questo tipo di dialogo è altamente giustificato.

5.8. Il Comitato invita l'Unione europea a decidere di instaurare, nel quadro della cooperazione interistituzionale, contatti multilaterali periodici fra gli operatori economici e sociali dei paesi in questione. Ciò allo scopo di promuovere una migliore comprensione dei grandi temi rilevanti ai fini della dimensione settentrionale e di consentire una migliore comprensione reciproca delle varie realtà economiche e sociali.

5.9. Il Comitato rileva che, diversamente dagli accordi europei e dall'accordo SEE, l'accordo di cooperazione stipulato con la Russia non contiene disposizioni che permettano l'istituzione di un forum per lo sviluppo dei contatti fra le parti sociali ed economiche. Ritiene che le relazioni fra UE e Russia siano ormai giunte a uno stadio di maturazione tale da giustificare la creazione di un forum di cooperazione tra gli operatori dei paesi coinvolti. Tale forum potrebbe assumere la forma di un comitato misto al quale il Comitato si offre di contribuire. Ciò concorrerebbe allo sviluppo dei contatti bilaterali secondo le modalità perseguite tanto dall'Unione, quanto dalla Russia. Il Comitato intende elaborare un parere sul tema specifico delle relazioni tra l'UE e la Russia.

5.10. Il Comitato intende seguire assiduamente lo sviluppo della dimensione settentrionale ed elaborare, al momento opportuno, un ulteriore parere.

6. Follow-up

6.1. Il Comitato rileva con soddisfazione che i ministri degli esteri dell'UE terranno a Lussemburgo, in data 9 aprile 2001, una conferenza sulla dimensione settentrionale. Chiede pertanto che nei preparativi di quella conferenza sia tenuto conto del presente parere.

6.2. Il Comitato accoglie con favore l'intenzione della Presidenza svedese di mettere a punto, di concerto con la Commissione europea, una dettagliata relazione all'attenzione del Consiglio concernente gli aspetti politici della dimensione settentrionale, a titolo di preparazione del Vertice di Göteborg del giugno 2001 e chiede che nell'elaborazione di quella relazione si tenga conto del presente parere.

Bruxelles, 28 febbraio 2001.

Il Presidente

del Comitato economico e sociale

Göke Frerichs

(1) Financial Times del 20.12.2000.

(2) Emerging Europe Monitor n. 8 novembre 2000.

(3) Cfr. regolamento Tacis 14199/99, Allegato 3, punto 5.

(4) Progetto di comunicazione alla Commissione, revisione di Phare 2000, 27 ottobre 2000, C(2000)3103/2.

(5) Comunicazione della Commissione al Consiglio - L'UE e Kaliningrad, COM(2001) 26 def.

(6) La Presidenza tedesca del CBSS, insediatasi nel luglio 2000, ha preso immediatamente iniziative in tal senso. In una lettera indirizzata a varie organizzazioni della regione baltica in data 27.7.2000, l'ambasciatore Hans-Jürgen Heimsoeth chiedeva a dette organizzazioni di compiere un inventario dei progetti già esistenti nei rispettivi ambiti di competenza e di rispondere a tale richiesta entro metà novembre. Scopo dell'operazione è presentarne la lista alla Commissione e alla Presidenza svedese nel marzo del 2001.

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