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Document 52000DC0147

    Relazione della Commissione sulle misure destinate a porre in atto l'articolo 299, paragrafo 2: le regioni ultraperiferiche dell'Unione europea

    /* COM/2000/0147 def. */

    52000DC0147

    Relazione della Commissione sulle misure destinate a porre in atto l'articolo 299, paragrafo 2: le regioni ultraperiferiche dell'Unione europea /* COM/2000/0147 def. */


    RELAZIONE DELLA COMMISSIONE SULLE MISURE DESTINATE A PORRE IN ATTO L'ARTICOLO 299, PARAGRAFO 2 LE REGIONI ULTRAPERIFERICHE DELL'UNIONE EUROPEA

    INDICE

    Introduzione

    I. Bilancio

    A. Azione degli strumenti finanziari

    1. fondi strutturali

    Attuazione dei programmi

    Valutazione

    2 prestiti della banca europea per gli investimenti

    B Azione delle politiche

    1. agricoltura

    Organizzazioni comuni di mercato

    Capitolo agricolo dei posei

    - Regime specifico di approvvigionamento (RSA)

    - Aiuti specifici alle produzioni agricole locali

    2. Pesca

    3. Imposizione fiscale

    4. Dogane

    5. Aiuti statali

    Aiuti statali nei settori diversi dall'agricoltura

    Aiuti statali nel settore agricolo

    6. Sostegno alle PMI, all'artigianato e al turismo

    7. Energia

    Interventi generali

    Interventi specifici

    8. Trasporti

    Trasporti aerei

    Trasporti marittimi

    9. Ricerca e sviluppo

    10 Società dell'informazione

    11 Ambiente

    12 Cooperazione regionale

    C Bilancio complessivo

    II. Il futuro

    L'articolo 299 paragrafo 2

    Una strategia di sviluppo durevole

    A La base della produzione tradizionale

    1. Agricoltura

    2. Pesca

    B Rilancio economico delle regioni ultraperiferiche

    1. Strumenti

    a. Fondi strutturali

    b. Prestiti della BEI

    c. Aiuti statali

    Aiuti statali nei settori diversi dall'agricoltura

    Aiuti statali nel settore agricolo

    Aiuti statali nel settore della pesca

    Aiuti statali nel settore dei trasporti

    d. Imposizione fiscale

    Imposizione indiretta

    Imposizione diretta

    e. Dogane

    2. Settori strategici

    a. Sostegno alle PMI, all'artigianato e al turismo

    b. Trasporti

    c. Energia

    d. Ambiente

    e. Società dell'informazione

    f. Ricerca e sviluppo

    C Ambiente internazionale e cooperazione regionale

    Conclusione

    Allegati

    Introduzione

    Il Consiglio europeo di Colonia ha invitato la Commissione a presentare al Consiglio una relazione sulle misure destinate a porre in atto il nuovo articolo 299, paragrafo 2 del Trattato CE relativo alle regioni ultraperiferiche.

    Alla Commissione sono inoltre stati destinati vari memorandum su questo tema, presentati assieme dalle sette regioni ultraperiferiche, nel marzo 1999, e da ciascuno dei tre Stati membri interessati, nel novembre-dicembre 1999. Inoltre, la Commissione ha organizzato sullo stesso tema, il 23 novembre 1999, una riunione di partenariato, cui hanno partecipato i rappresentanti degli Stati e delle regioni in causa.

    La Commissione ha esaminato con attenzione questi memorandum e ha preso buona nota degli interventi pronunciati durante la riunione di partenariato. Questi elementi le sono stati assai utili nella sua valutazione della situazione di queste regioni, dei risultati degli interventi dell'Unione europea a loro riguardo e delle prospettive per il futuro.

    La presente relazione dà seguito alla richiesta del Consiglio europeo.

    Le regioni ultraperiferiche

    L'Unione europea comprende sette regioni ultraperiferiche:

    - la comunità autonome spagnola delle isole Canarie;

    - i quattro dipartimenti francesi d'oltremare (DOM) : Guadalupa, Guiana, Martinica e Riunione;

    - le regioni autonomo portoghesi delle Azzorre e di Madera.

    Le regioni ultraperiferiche in questione si trovano in una situazione unica e complessa all'interno dell'Unione europea. In un contesto naturale caratterizzato dall'insularità (sei delle sette regioni sono isole e la Guiana si trova incuneata nella foresta amazzonica), da climi subtropicali e tropicali e da un rilievo spesso accidentato e vulcanico, sono molto lontane dal continente europeo pur essendo, nella maggioranza dei casi, prossime a paesi terzi meno sviluppati. Con una sola eccezione, la loro densità demografica è abbastanza elevata, in quanto supera i 210 abitanti al km² nelle isole Canarie e i 320 a Madera, mentre si situa fra i 240 e i 360 abitanti al km² nei DOM, tranne la Guiana che conta invece meno di 2 abitanti/ km².

    Il loro peso demografico, economico e territoriale è modesto rispetto a quello dell'Unione nel suo insieme (esse rappresentano una popolazione di 3,7 milioni di abitanti, equivalente a meno dell'1% della popolazione dell'Unione europea e a meno dello 0,5% della sua superficie, se non si considera la Guiana, oppure a più del 3%, in caso contrario. Sul piano socio-economico queste regioni sono caratterizzate da un PIL che raggiunge in media il 59% di quello comunitario (circa il 75% nelle isole Canarie, ma solo il 40-55% nelle altre) e un tasso di disoccupazione assai elevato per la maggior parte di esse, in particolare fra i giovani.

    La lontananza di queste regioni ed anche la loro dispersione interna, come nel caso delle Azzorre, frenano assai nettamente il loro sviluppo, tanto più che le loro dimensioni ridotte non consentono di realizzare né gli investimenti di grande portata, né le economie di scala che sarebbero necessari. Le "importazioni", comprese le forniture provenienti dai rispettivi territori metropolitani che ne costituiscono l'essenziale (p.es.: 80% nel caso dei DOM) superano di parecchie volte il volume delle esportazioni. In sintesi, sei di queste regioni, escluse quindi le Canarie, si trovano fra le sette regioni più povere dell'Unione europea in termini di PIL per abitante. Cinque di esse registrano i tassi di disoccupazione più elevati, in media il doppio del livello dell'Unione, oppure il triplo se si escludono Madera e le Azzorre, dove i tassi di disoccupazione sono circa la metà della media comunitaria.

    Politica dell'Unione europea per le regioni ultraperiferiche

    L'Unione europea ha riconosciuto il concetto di ultraperifericità ed ha tenuto conto degli aspetti specifici di queste regioni in modo che esse possano inserirsi pienamente nello Spazio europeo e fruiscano delle politiche comunitarie, collaborando allo stesso tempo con gli Stati e i territori che le circondano. Le direttrici di questo orientamento sono state fissate in programmi di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità dei dipartimenti francesi d'oltremare (Poseidom, nel 1989), delle isole Canarie (Poseican, nel 1991), delle Azzorre e di Madera (Poseima, nel 1991). Quanto alle Canarie, è opportuno citare anche il regolamento relativo all'applicazione delle disposizioni di diritto comunitario alle isole Canarie (regolamento CE/1911/91). L'idea era di contribuire, sia attraverso i Fondi strutturali che tramite la modulazione delle varie politiche comuni, in modo congiunto all'azione delle regioni e degli Stati interessati, alla promozione dello sviluppo e dell'occupazione produttiva in queste regioni. Lo sviluppo doveva essere sostenibile de un punto di vista ecologico, socialmente equilibrato e basato su una strategia a lungo termine. Per l'attuazione di questi provvedimenti si è fatto ricorso al principio di partenariato fra la Commissione, lo Stato membro e le regioni in causa.

    I programmi POSEI costituiscono il filo conduttore della politica di sostegno delle regioni ultraperiferiche. Il principio su cui si fondano consiste nel riconoscere pienamente, nella loro dimensione strutturale e permanente, le specificità e le difficoltà particolari di queste regioni proprio nella loro situazione di ultraperifericità, con i loro aspetti distintivi da quelli delle altre regioni insulari meno isolate e anche dalle regioni che rientrano nell' "obiettivo 1", in modo da tener conto di tutti questi elementi, con un orientamento orizzontale, in sede di elaborazione di tutte le azioni comunitarie.

    È stata però rilevata, nel corso degli anni e delle trasformazioni che hanno interessato l'Unione europea, la necessità di una base giuridica solida per l'impostazione « ultraperiferica ». Questa base giuridica è stata istituita dal trattato di Amsterdam e contiene un nuovo articolo - l'articolo 299, paragrafo 2 - che aggiorna e rafforza le disposizioni dell'ex articolo 227, paragrafo 2 (limitate ai DOM) allargandole all'insieme delle regioni ultraperiferiche. La nuova base giuridica dovrebbe facilitare il consolidamento del patrimonio di realizzazioni dei programmi POSEI e consentire di far fronte più efficacemente alle prospettive future dell'integrazione europea.

    La presente relazione illustra questo orientamento. Nella prima parte (Bilancio) è descritta l'azione condotta dalla Comunità fino ad oggi e i suoi effetti sullo sviluppo di queste regioni: un'azione efficace, che deve però essere proseguita in quanto si constata la permanenza degli handicap dovuti alla situazione di estrema perifericità. Nella seconda parte (Il futuro) sono presentate le misure destinate a proseguire e a rafforzare le azioni intraprese, conformemente all'articolo 299, paragrafo 2.

    I. Bilancio

    La politica nei confronti delle regioni ultraperiferiche, attuata nella linea dei programmi POSEI, si è sviluppata nel quadro di due tipi d'azione. Da un lato, ciò ha comportato un'azione molto importante dei Fondi strutturali; dall'altro la Comunità ha saputo adattare le sue politiche per apportare una soluzione alle difficoltà incontrate da queste regioni. Nell'ALLEGATO I figurano le tabelle dei principali provvedimenti adottati.

    A. Azione degli strumenti finanziari

    1. Interventi dei fondi strutturali

    Le sette regioni ultraperiferiche possono essere ammesse all'intervento dei Fondi strutturali ed hanno fruito a questo titolo ("obiettivo 1" della politica regionale) di programmi cofinanziati dall'Unione europea per i periodi 1989-1993 e 1994-1999. Come previsto nel programma POSEIDOM, gli interventi strutturali tengono conto degli handicap supplementari dovuti alla distanza e alla situazione di insularità.

    Gli stanziamenti a favore delle regioni ultraperiferiche nell'ambito dell'obiettivo 1 hanno quindi raggiunto un livello particolarmente elevato. Le tabelle 1 e 2 seguenti forniscono indicazioni sugli stanziamenti globali dei Fondi strutturali per ciascuna delle regioni e per ciascun periodo, unitamente ad un raffronto dei livelli di intensità dell'aiuto europeo rispetto a quello concesso alle altre regioni dell'obiettivo 1 e all'insieme delle zone che possono fruire degli aiuti. Si nota, in particolare, che l'importo degli aiuti è praticamente raddoppiato nell'ultimo periodo e che ha superato, in termini di abitanti, nelle isole Canarie e nei DOM, di circa il 20% quelli ricevuti dalle altre regioni beneficiarie dell'obiettivo 1, e di più del 100% nel caso delle Azzorre e di Madera.

    Per le regioni ultraperiferiche, i nuovi principi derivanti dalla riforma del 1989 hanno incoraggiato la definizione di strategie di sviluppo a medio termine che tengano conto dei loro handicap specifici. La preparazione di piani di sviluppo regionale e la loro attuazione hanno consentito di sviluppare il partenariato con le istanze regionali. È opportuno sottolineare che i documenti di programmazione adottati per ciascuna regione e per ciascuno dei due periodi di programmazione hanno riflettuto le preoccupazioni formulate a livello regionale e locale.

    Tabella 1 Stanziamenti dei fondi strutturali

    (FESR, FSE, IFOP, FEAOG-Orientamento)

    (in milioni di euro)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Tabella 2 Intensità del'aiuto europeo

    (periodo 1994-1999)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Attuazione dei programmi

    Dati gli svantaggi strutturali e i ritardi di sviluppo cui sono confrontate le regioni ultraperiferiche, i programmi cofinanziati per ciascuna di esse dall'Unione europea nel corso dei periodi 1989-1993 e 1994-1999 hanno avuto come obiettivi prioritari il rafforzamento della dotazione di infrastrutture, lo sviluppo dei settori produttivi creatori di posti di lavoro e il miglioramento delle risorse umane. Inoltre, sin dal 1989 la Commissione ha attuato un'iniziativa comunitaria specifica per le regioni ultraperiferiche, denominata REGIS. Questa iniziativa è stata rinnovata nel 1994 e la dotazione di bilancio di 200 milioni per il periodo 1989-1993 è passata a 600 milioni per il quinquennio 1994-1999. Le priorità definite nei programmi rispecchiano le scelte di sviluppo effettuate a livello regionale.

    La creazione o l'adeguamento di infrastrutture di collegamento con il mondo esterno costituisce l'aspetto più spettacolare e più simbolico delle operazioni cofinanziate dall'Unione europea nelle singole regioni, che contribuiscono direttamente a ridurre gli svantaggi costituiti dall'insularità e dalla lontananza grazie al miglioramento dei collegamenti aerei e marittimi. Sono state inoltre realizzate azioni nel settore delle tecnologie avanzate di comunicazione (teleconferenza, telediagnostica, telematica, trasmissioni in rete). Sul piano interno, tutte le regioni hanno beneficiato di considerevoli migliorie della rete stradale e, in certi casi, di iniziative di sviluppo dei trasporti pubblici. In vari settori le infrastrutture di supporto alle attività economiche sono state rafforzate per far fronte all'evoluzione dei bisogni. Particolare attenzione è stata prestata alla tutela dell'ambiente mediante riduzione dell'inquinamento: gestione e trattamento dei rifiuti e degli effluenti liquidi di origine sia industriale che domestica.

    In applicazione degli orientamenti definiti dalla Commissione, una quota considerevole dei finanziamenti comunitari è stata destinata alla modernizzazione e al rafforzamento dei settori produttivi in modo da contribuire alla creazione o alla salvaguardia di posti di lavoro. Questo tipo di aiuto ha riguardato un ventaglio piuttosto ampio di azioni: ai tradizionali aiuti diretti all'investimento si sono infatti aggiunti dispositivi di ingegneria finanziaria (sistemi di garanzia, rafforzamento dei fondi propri, abbuoni d'interesse, ...) che esercitano un effetto di leva per la mobilitazione delle risorse sui mercati dei capitali; gli aiuti pubblici hanno inoltre riguardato elementi periferici all'attività delle imprese: immobili aziendali, redditività delle zone di attività, disponibilità di servizi comuni, sviluppo di progetti di ricerca applicata e trasferimenti di tecnologie, utilizzo di nuove tecnologie di comunicazione.

    Per quanto riguarda l'agricoltura, sono state attuate azioni specifiche destinate a potenziare le filiere tradizionali (banana, canna/zucchero/rhum) e ad incoraggiare la diversificazione, la ricerca applicata e la sperimentazione. In materia di pesca e di acquacoltura, le regioni ultraperiferiche hanno potuto beneficiare, nel loro insieme, di finanziamenti per progetti relativi alla costruzione e all'ammodernamento di navi, di acquacoltura, di sistemazione dei porti di pesca, di trasformazione e commercializzazione.

    Gli elevati tassi di disoccupazione che caratterizzano molte regioni ultraperiferiche e il fabbisogno di personale qualificato dovuto all'evoluzione dei settori produttivi impongono una modernizzazione e un tempestivo adattamento dei sistemi di formazione professionale. In tutte le regioni sono state apprestate strutture di formazione destinate a sviluppare le capacità ricettive e rispondere alle esigenze specifiche di certi settori; sono state inoltre avviate azioni di formazione.

    Valutazione

    Per i periodi 1989-1993 e 1994-1999, i programmi cofinanziati dall'Unione europea sono stati realizzati nella loro totalità nelle singole regioni, anche se ciò ha reso necessarie modifiche più o meno significative del loro contenuto. Le valutazioni effettuate nelle regioni hanno dimostrato che erano state predisposte adeguate procedure di controllo a posteriori e di gestione che avevano permesso di sviluppare il partenariato con gli organismi locali. Quali sono state le conseguenze di questi programmi cofinanziati sulla situazione economica e occupazionale nelle regioni ultraperiferiche-

    Per le dotazioni di infrastrutture, innanzitutto, va constatato che le regioni sono state rese nettamente più accessibili, con beneficio non solo delle popolazioni locali ma anche dell'attività turistica. Il potenziamento e l'ammodernamento delle infrastrutture portuali hanno anch'essi contribuito a ridurre i costi di movimentazione delle merci per le economie insulari. Constatazioni analoghe si possono formulare per il miglioramento delle risorse idriche e la produzione di energia. Inoltre i lavori connessi alla realizzazione di grandi infrastrutture hanno contribuito in misura decisiva all'evoluzione del settore dell'edilizia/lavori pubblici o al suo mantenimento in attività.

    Per le risorse umane, i progressi compiuti nell'offerta di formazione produrranno effetti che troppo spesso potranno essere analizzati soltanto a medio e lungo termine. La situazione in materia occupazionale resta preoccupante nelle Canarie e nei dipartimenti francesi d'oltremare, in alcuni dei quali si registrano aree in cui si registrano i tassi di disoccupazione più elevati dell'Unione europea. Per le regioni francesi questa situazione è anche connessa all'evoluzione dei flussi migratori verso le metropoli continentali.

    Per i settori produttivi, infine, va constatato che gli sforzi compiuti hanno contribuito a migliorare la produttività delle imprese e l'adattamento dell'offerta agli sbocchi locali e all'esportazione, come è avvenuto in particolare per l'agricoltura e l'agroalimentare: mezzi finanziari considerevoli sono stati profusi per l'ammodernamento delle filiere tradizionali (banana, canna, zucchero, rhum), assicurandone la salvaguardia, ma anche per la diversificazione, che contribuisce a migliorare l'autoapprovvigionamento del mercato locale. Tuttavia, il ricorso agli aiuti pubblici per incentivare le imprese, a sviluppare o modernizzare i loro processi produttivi non può essere disgiunto dai vincoli specifici cui sono confrontate le economie ultraperiferiche. Occorre cioè tenere conto di un insieme di elementi che determinano le decisioni di investimento, come l'applicazione delle norme di concorrenza, la fiscalità, gli oneri sociali o le norme tecniche. Gli interventi finanziari dei Fondi strutturali non possono essere prospettati al di fuori del quadro delle altre politiche dell'Unione europea.

    2. Prestiti della banca europea per gli investimenti

    Nel periodo 1994-98 la BEI ha concesso prestiti individuali, alle istituzioni pubbliche delle regioni ultraperiferiche nella maggior parte dei casi, per un importo di 553 milioni di euro, di cui 195 milioni nel 1998.

    Tabella 3 Prestiti individuali per regione nel 1998 e nel 1994-98 (in milioni di euro)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Una gran parte di questi finanziamenti sono stati destinati a progetti di infrastrutture: costruzione o miglioramento di strade, aeroporti, ecc.

    Quale è stata l'intensità di utilizzazione dei prestiti della BEI nelle regioni ultraperiferiche- Nella seguente tabella 4 è presentato un raffronto tra l'importo dei prestiti individuali per abitante e quello dei prestiti stipulati dalla banca al titolo dello sviluppo regionale nell'insieme delle regioni dell'Unione europea.

    Tabella 4 Prestiti individuali per abitante (periodo 1994 - 1998)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Le cifre sopra indicate ci dimostrano che, ad eccezione delle regioni portoghesi, l'importo dei prestiti per abitante nelle regioni ultraperiferiche è stato sensibilmente inferiore alla media nei territori dell'Unione. Inoltre, il paragone dell'intensità dei prestiti fra le regioni ultraperiferiche e i territori continentali rispettivi dimostra anch'esso, in tutti i casi, un impiego molto più ridotto da parte di tali regioni.

    Si noti che i prestiti della BEI devono essere richiesti e che i progetti ai quali sono destinati i finanziamenti devono rispondere a determinati criteri bancari. D'altra parte, il fatto che le infrastrutture siano finanziate nelle regioni ultraperiferiche in modo più intenso per il tramite di fondi strutturali, non rimborsabili, può costituire un ostacolo (effetto di evizione) ad un impiego più vasto dei finanziamenti rimborsabili.

    B. Azione delle politiche

    I programmi POSEI si fondano sul duplice principio dell'appartenenza delle regioni ultraperiferiche alla Comunità e del riconoscimento della realtà regionale, caratterizzata dalle specificità e dai vincoli particolari delle regioni interessate, rispetto all'insieme dell'Unione europea.

    Sono stati così adottati oltre 700 atti legislativi (cfr. tabella degli atti più importanti nell'ALLEGATO I). Inoltre, ogni iniziativa della Commissione è stata preceduta da contatti di partenariato con gli Stati e le regioni interessate. Le politiche mirate sono ovviamente innanzitutto quelle citate nei programmi POSEI (agricoltura, pesca, imposizione fiscale, disciplina degli aiuti statali, trasporti, ecc.). Inoltre, conformemente ai principi enunciati nei programmi, a mano a mano che si sono sviluppate azioni comunitarie in nuovi settori, la loro applicazione alle regioni ultraperiferiche ha fatto oggetto di un'attenzione particolare della Comunità. È questo il caso, ad esempio, dei provvedimenti a favore delle PMI e di quelli destinati a facilitare l'accesso alla società dell'informazione. Inoltre, è opportuno segnalare che queste regioni fruiscono, in taluni casi, di provvedimenti di deroga, che per la loro natura possono causare una perdita di introiti per il bilancio comunitario.

    1. Agricoltura

    L'agricoltura rappresenta un asse fondamentale a causa della sua importanza nel PIL regionale, ma anche per l'equilibrio sociale e la stabilità dell'occupazione, l'assetto territoriale e l'ambiente.

    Le produzioni agricole delle regioni ultraperiferiche beneficiano della piena applicazione della politica agricola comune (PAC) tramite le OCM (Organizzazioni comuni di mercato) e di un importante capitolo agricolo nel quadro dei programmi "POSEI", il cui fine è di permettere l'adattamento delle politiche comuni per tener conto delle specificità di queste regioni.

    Organizzazioni comuni di mercato

    Le produzioni agricole locali (carni bovine, latte, cereali ...) sono coperte, come l'insieme delle produzioni comunitarie, dalle OCM della PAC e dei prodotti più tipici come la banana, lo zucchero, il riso, l'ananas. Si osservi in particolare che l'OCM banana si è sforzata di tener conto degli interessi della produzione comunitaria, in particolare tramite il regime di aiuti compensativi che garantisce la salvaguardia dei redditi dei produttori comunitari. Queste misure corrispondono a stanziamenti di bilancio consistenti (ad esempio, le spese 1999 dell'OCM banane sono ammontate a 178 milioni di EUR, e il PPB 2000 è pari a 252 milioni di EUR in questo stesso settore).

    Capitolo agricolo dei POSEI

    Il capitolo agricolo dei POSEI è permanente e importante, risponde agli svantaggi strutturali (orografia e climi particolari, grande lontananza, dimensioni ridotte delle aziende agricole...) e ai vincoli specifici (assenza di economie di scala, dipendenza, costi di produzione molto elevati ...). Esso è finanziato dal FEAOG sezione garanzia (circa 200 milioni di EUR l'anno, cfr. la tabella seguente) e prevede in particolare due tipi di misure [1]. L'utilizzazione e la ponderazione di queste misure variano a seconda delle regioni e rispecchiano sia le scelte di sviluppo economico che le realtà locali (cfr. tabella nell'ALLEGATO II).

    [1] Deroghe alle misure veterinarie e fitosanitarie e in materia strutturale, nonché un simbolo grafico sono stati istituiti nel quadro di tali normative.

    Regime specifico di approvvigionamento (RSA)

    Per ogni campagna viene fissato un bilancio previsionale di approvvigionamento soggetto a revisione per i prodotti agricoli essenziali destinati al consumo umano e alla trasformazione a livello locale (produzione agricola locale e/o industrie agroalimentari). Per questi quantitativi non è applicato nessun dazio doganale all'atto dell'importazione di prodotti in provenienza di paesi terzi, mentre per le consegne provenienti dalla Comunità viene concesso un aiuto equivalente al vantaggio derivato da tale esenzione.

    L'obiettivo consiste nell'ovviare ai costi addizionali dovuti alla lontananza e all'insularità e ridurre i prezzi per l'utente finale mettendo in concorrenza le fonti di approvvigionamento. Esiste l'obbligo di passare all'utente finale i vantaggi ottenuti. Questa misura serve ad evitare che siano perturbate le correnti di scambio tradizionali e a tutelare la quota degli approvvigionamenti in provenienza della Comunità.

    I prodotti che beneficiano del RSA non possono essere né riesportati né rispediti verso il resto della Comunità. Tuttavia, in caso di trasformazione nella regione interessata, il divieto non si applica alle spedizioni e alle esportazioni tradizionali entro certi limiti ben definiti.

    L'esame dei risultati del RSA permette di constatare un miglioramento delle condizioni di gestione del regime, con una certa stabilizzazione dei bilanci a livello delle esigenze locali. L'approvvigionamento delle regioni in questione e la riduzione dei prezzi vengono garantiti grazie alla concorrenza delle fonti di approvvigionamento. Questa misura ha avuto effetti positivi per lo sviluppo economico delle regioni interessate.

    Con i cambiamenti indotti dalla riforma della PAC e gli impegni comunitari sottoscritti a seguito degli ultimi accordi GATT (Uruguay Round) e il progressivo ravvicinamento tra prezzi mondiali e comunitari, gli aiuti unitari all'atto dell'approvvigionamento di prodotti comunitari, basati in particolare sui prezzi praticati all'esportazione, sono diminuiti per un certo numero di prodotti, in particolare i cereali.

    Nel quadro dei limiti della normativa attuale, la Commissione ha provveduto a gestire gli effetti indotti da queste modifiche del contesto internazionale, oltre ad avviare valutazioni esterne nel quadro del SEM 2000 con il fine di valutare le difficoltà reali nell'applicazione del RSA e predisporre le relazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo sull'attuazione dei suddetti regimi.

    Aiuti specifici alle produzioni agricole locali

    I programmi POSEI pongono il principio generale della piena applicazione della politica agricola comune e la necessità di tener conto dei vincoli specifici delle regioni interessate.

    A tal fine sono state istituite misure complementari alle misure generali previste negli OMC, come gli aiuti complementari ai premi a favore dei bovini maschi o delle vacche nutrici e gli aiuti forfettari alla produzione di barbabietole.

    Analogamente sono state previste modifiche all'istituzione degli OMC e di tali misure complementari, come la deroga per il fattore di densità nel settore zootecnico, la non applicazione del prelievo di corresponsabilità nel settore lattiero, la non applicazione dei premi all'estirpazione nel settore vitivinicolo.

    Sono stati infine istituiti aiuti ad hoc, come gli aiuti alla produzione di patate alimentari, di vaniglia, di vetiver; alla coltura o alla ristrutturazione della canna da zucchero; a programmi globali nel settore zootecnico.

    Solo un esame delle singole misure permette di analizzare se siano stati conseguiti gli obiettivi di tutela o di sviluppo di una produzione, di diversificazione o di strutturazione, di miglioramento della qualità o della commercializzazione, e di valutare l'impatto degli aiuti sui costi di produzione al fine di rendere più competitive le produzioni stesse.

    Il capitolo agricolo dei POSEI è molto importante, innovativo e adeguato alle specificità locali. Nell'insieme, si può constatare che queste misure hanno permesso di ovviare a certi vincoli relativi ai costi di produzione. In via complementare al sostegno tramite la PAC, queste misure hanno permesso di migliorare in termini qualitativi o quantitativi la produzione locale.

    2. Pesca

    Dal 1992 la Comunità svolge un'azione di lunga durata nel settore della pesca a favore delle regioni ultraperiferiche. Le misure comunitarie adottate sulla base dei programmi POSEI hanno permesso di far fronte a diversi problemi verificatisi in questo settore, che sono stati sollevati dalle autorità competenti degli Stati membri interessati (autorità nazionali e regionali) e opportunamente analizzati dalla Commissione. Va osservato che tutte le misure attuate rispondono in maniera soddisfacente ai desideri espressi dalle regioni e che è stata istituita una politica attiva di partenariato. Inoltre l'esecuzione delle misure ha raggiunto un livello pienamente soddisfacente poiché l'attuazione di queste azioni ha portato ai risultati previsti. Questi possono essere riassunti come segue:

    - Si è riscontrata una migliore integrazione nei meccanismi dell'organizzazione comune dei prodotti della pesca.

    - Sono stati ottenuti dati scientifici essenziali per la conservazione e la gestione delle risorse alieutiche nelle zone economiche esclusive adiacenti a tali regioni.

    - Sono stati ottenuti dati relativi agli aspetti strutturali (miglioramento delle condizioni di funzionamento e di trasporto) e a quelli relativi al mercato (posizionamento dei prodotti, promozione delle specie locali).

    - Sono state migliorate le condizioni di approvvigionamento dei prodotti destinati al consumo interno (sospensione temporanea dei dazi doganali), di smercio dei prodotti e di adeguamento in materia di prezzi.

    - Nel quadro della politica strutturale del settore, si è tenuto conto in certi casi delle specificità delle flotte regionali all'atto dell'elaborazione del programma di orientamento pluriennale.

    - Sono stati ottenuti trasferimenti di tecnologie nel settore dell'acquacoltura.

    - Per tutte le regioni, il sistema comunitario di sostegno allo smercio delle specie più rappresentative, istituito nel 1992, ha apportato una stabilità duratura che permette ai soggetti economici interessati di ottenere margini beneficiari molto accettabili e di operare in condizioni simili a quelle dei loro partner stabiliti sul continente europeo. Il regime ha favorito in misura significativa la salvaguardia dell'occupazione in regioni in cui risultano molto ridotte le alternative occupazionali; esso ha completamente soddisfatto le esigenze degli operatori interessati, per quanto riguarda sia la produzione ammissibile che il funzionamento del regime stesso. I vantaggi che questi operatori hanno tratto dall'applicazione della normativa hanno permesso ai diversi settori interessati di mantenere un livello adeguato di produzione e di sviluppo. Le condizioni che hanno dato luogo ai costi addizionali constatati nella produzione non possono cambiare perché dovute alla situazione stessa delle regioni ultraperiferiche. Tali costi addizionali sono pertanto destinati a sussistere: questo elemento giustifica pienamente il mantenimento in vigore del sistema di compensazione. È inoltre chiara l'importanza dei flussi di esportazione delle specie incluse nel regime (sottolineata nel regolamento che ha portato alla proroga a partire dal 1998) per quanto riguarda l'importo stanziato a favore del sistema (17,3 milioni di EUR), che attualmente rappresenta più della metà delle spese connesse al funzionamento dell'organizzazione comune dei mercati dei prodotti della pesca nella Comunità.

    3. Imposizione fiscale

    I programmi POSEI hanno tenuto conto della specificità delle regioni ultraperiferiche nel settore fiscale e sono stati attuati mediante diverse misure di fiscalità indiretta adeguate a ciascuna delle regioni. L'obiettivo generale di queste misure è consentire lo sviluppo economico e sociale delle regioni interessate compensando gli svantaggi dovuti all'ultraperifericità.

    Queste regioni hanno generalmente una fiscalità indiretta propria che costituisce l'adattamento di una fiscalità ereditata dalla storia. La fiscalità indiretta dei dipartimenti francesi d'oltremare (DOM) si fondava sull'ex articolo 227, paragrafo 2 del Trattato, mentre per le isole Canarie da un lato e Madera e le Azzorre dall'altro, la base giuridica è rappresentata dall'Atto di adesione, rispettivamente, della Spagna e del Portogallo alle Comunità europee.

    Alle Isole Canarie e ai DOM non si applica ad esempio la sesta direttiva IVA. Tuttavia i DOM (ad eccezione della Guyana) applicano un regime IVA prossimo al regime comunitario pur beneficiando di certi adattamenti (aliquote ridotte). Gli arcipelaghi di Madera e delle Azzorre applicano invece l'IVA comunitaria con alcune modifiche (in particolare, aliquote ridotte). Inoltre queste regioni applicano imposte indirette specifiche: l'''Impuesto General Indirecto Canario" (IGIC), l'"Arbitrio insular especial" nonché l'"Arbitrio a la producción e importación" (APIM) nelle isole Canarie e "l'Octroi de mer" (dazi di mare) nei DOM. Il nuovo regime dei dazi di mare, stabilito con decisione del Consiglio n. 89/688/CEE, è stato convalidato dalla Corte di giustizia, che ha affermato la compatibilità della suddetta decisione con il trattato.

    Inoltre la Commissione ha autorizzato temporaneamente la Francia ad applicare aliquote d'accisa specifiche sul rum tradizionale, nonché aliquote ridotte all'introduzione di contingenti annuali sul territorio metropolitano.

    Questi regimi fiscali di deroga permettono, sotto il controllo della Commissione, di accordare esenzioni di imposta totali o parziali della produzione locale. Su questo punto la Corte di giustizia ha precisato, in occasione delle decisioni pronunciate sul dazio di mare, che tali esenzioni devono essere necessarie, proporzionali e precisamente determinate.

    Queste situazioni di deroga alla normativa comune permettono di limitare certi costi addizionali connessi alla lontananza e all'insularità. In contropartita, però, l'esclusione delle isole Canarie e dei DOM dal campo di applicazione dell'IVA comunitaria fa sì che questi territori sfuggano al processo di armonizzazione fiscale comunitaria e debbano sobbarcarsi i costi di mantenimento delle frontiere fiscali.

    Inoltre, la Spagna e la Francia sono state autorizzate a non applicare il regime generale relativo alla detenzione, alla circolazione e al controllo dei prodotti soggetti ad accise rispettivamente nelle isole Canarie e nei dipartimenti d'oltremare. Gli Stati membri possono dunque adattare la legislazione riguardante questo tipo di imposte nelle due regioni interessate, introducendo le gradazioni da loro ritenute necessarie per le esigenze locali. Per quanto riguarda Madera e le Azzorre, le direttive "accise" si applicano a queste due regioni, pur consentendo un adeguamento del regime generale (aliquote ridotte).

    4. Dogane

    Tutte le regioni ultraperiferiche sono parte integrante del territorio doganale della Comunità a decorrere dalla data di adesione dei rispettivi paesi, ad eccezione delle isole Canarie, la cui integrazione nel suddetto territorio doganale è avvenuta soltanto nel 1991, con introduzione progressiva della TDC che sarà completata il 31 dicembre 2000.

    Sul piano doganale e sulla base dei programmi POSEI, al di fuori delle misure di deroga prese nell'ambito del regime specifico di approvvigionamento dei prodotti agricoli e per i prodotti della pesca, sono state adottate per queste regioni misure di deroga alla normativa doganale generale, che vengono riassunte nei paragrafi seguenti, unitamente ad un breve bilancio delle azioni intraprese:

    - la non applicazione delle condizioni economiche normalmente richieste, quando si tratta di operazioni di perfezionamento attivo effettuate nelle zone franche delle regioni in questione, al fine di favorire lo sviluppo delle PMI e dell'insieme del settore produttivo. Questa misura ha avuto finora un effetto limitato perché un solo territorio ultraperiferico (Madera) dispone attualmente di zone franche in funzione; è in corso di installazione una zona franca nelle isole Canarie;

    - misure tariffarie specifiche per certi prodotti industriali sensibili importati nelle isole Canarie, consistenti nella sospensione temporanea dei dazi autonomi della TDC; queste misure hanno permesso di rendere più graduale l'introduzione della medesima, durante un periodo transitorio che avrà termine il 31 dicembre 2000, e di attenuarne gli effetti al fine di tener conto delle particolari difficoltà incontrate da certi settori dell'economia nella regione in questione;

    - la sospensione temporanea dei dazi della TDC per certe merci destinate alle infrastrutture o alle attività di trasformazione all'interno delle zone franche delle Azzorre e di Madera; questo trattamento tariffario favorevole, subordinato a certe condizioni, ha permesso di avviare diverse attività industriali nelle zone franche di queste regioni e l'installazione permanente di industrie di trasformazione di materie terze (diverse dai prodotti agricoli od ottenuti dalla trasformazione dei medesimi), importate senza dazi doganali per essere destinate al mercato comunitario; poiché queste misure sono state appena istituite, è troppo presto per redigere un bilancio dettagliato di questa azione e prospettare altre iniziative da realizzare all'occorrenza;

    - infine, misure in deroga alla politica commerciale nelle isole Canarie, consistenti nella non applicazione delle restrizioni quantitative all'importazione di certi prodotti tessili o di abbigliamento, a condizione che tali prodotti siano destinati esclusivamente al mercato canario.

    5. Aiuti Statali

    Aiuti statali nei settori diversi dall'agricoltura

    Nel settore del controllo comunitario degli aiuti di Stato, la Commissione ha sempre prestato attenzione alla situazione particolare delle regioni ultraperiferiche. Già nel programma POSEIDOM del 1989 era previsto che la Commissione esamini gli aiuti alle regioni interessate, tenendo conto della loro situazione specifica.

    Sistemi di aiuto alle imprese

    I criteri definiti dalla Commissione per esaminare la contabilità degli aiuti statali a finalità regionale con il Trattato, in particolare l'articolo 87, paragrafo 3, lettera a [2], hanno consentito agli Stati membri e alle regioni di porre in atto sistemi di sostegno per le imprese. Questi sistemi sono diversificati e di grande portata. Secondo le ultime cifre a disposizione della Commissione, essi rappresenterebbero un onere di bilancio annuo superiore ai 1.600 milioni di euro.

    [2] Questo articolo permette di autorizzare aiuti destinati a favorire lo sviluppo economico di regioni in cui il livello di vita è anormalmente basso o in cui si riscontra una grave sottoccupazione. La lettera c dello stesso paragrafo permette di autorizzare aiuti destinati a facilitare lo sviluppo di talune regioni economiche quando essi non alterino le condizioni di scambio in una misura tale da contrastare con l'interesse comune.

    Le Canarie fruiscono di un "regime economico e fiscale" specifico, che comprende aiuti fiscali all'investimento e aiuti di funzionamento, limitati nel tempo e decrescenti, come p.es.: una riduzione della base impositiva sui redditi per gli importi destinati ad essere reinvestiti nell'arcipelago.

    La Zona speciale delle Canarie (ZEC) prevede un aiuto fiscale limitato nel tempo e decrescente, sotto forma di imposizione ridotta, ad un tasso iniziale dell'1% che aumenta progressivamente fino ad un tasso finale del 5%, sui redditi delle imprese che sono stabilite in tale territorio.

    Il principale provvedimento in vigore a Madera è quello della "zona franca". La Commissione ha autorizzato un'esonerazione totale di imposte dirette fino all'anno 2011, data alla quale l'esonerazione diverrà parziale. Essa è concessa alle nuove imprese che si stabiliscono nella zona franca.

    Per quanto riguarda i dipartimenti francesi d'oltremare, devono essere sottolineate diverse misure di esonerazione fiscale, in particolare la "legge Pons" di defiscalizzazione, che consente di detrarre dal reddito imponibile gli investimenti realizzati oltremare.

    Altri provvedimenti

    Le normative poste in atto dalla Commissione hanno anche consentito agli Stati membri e alle regioni di porre in atto misure diversificate.

    È in vigore nelle isole Azzorre un regime di aiuti destinati a favorire la promozione dei prodotti regionali (vi figurano in particolare le spese di trasporto supplementari dei prodotti esportati).

    Per i DOM, è opportuno citare il fondo di garanzia, approvato di recente dalla Commissione, che è stato creato per compensare il costo più elevato del credito in queste regioni. Sono state poi poste in opera altre misure di carattere assai vario, quali: fondi di partecipazione, bonifico di prestiti, ecc.

    I criteri seguiti per esaminare la compatibilità degli aiuti statali a finalità regionale con il mercato comune, in applicazione dell'articolo 87, sono stati modificati di recente dalla Commissione. Taluni regimi dovevano essere riesaminati a questo titolo entro il 1° gennaio 2000, ma le nuove direttrici degli aiuti a finalità regionale (1998) prevedono che le regioni ultraperiferiche continuino a fruire del trattamento più favorevole dell'Unione.

    Le sette regioni ultraperiferiche fruiscono tutte attualmente delle condizioni derivanti dalla deroga all'articolo 87.3.a) del trattato e continueranno a fruirne per il periodo 2000-2006, perché soddisfano tutte il criterio del PIL/abitante inferiore al 75% della media comunitaria.

    La deroga 87.3.a) del Trattato assicura a queste regioni:

    - i massimali d'intensità d'aiuto più elevati dell'Unione;

    - la possibilità che siano concessi in via eccezionale aiuti al funzionamento; questi aiuti devono essere limitati nel tempo e decrescenti.

    Inoltre, le regioni ultraperiferiche fruiscono già di un trattamento specifico nel quadro dei nuovi orientamenti in materia di aiuti statali a finalità regionale:

    - deroghe quanto ai massimali di intensità accordati a queste regioni in base alla loro appartenenza alla categoria di regione ultraperiferica. Nel caso delle regioni di cui all'articolo 87.3.a), il 65% di ESN invece del 50% (massimale di intensità di diritto comune per le regioni di cui all'articolo 87.3. a);

    - la possibilità di aiuti al funzionamento per compensare parzialmente i costi addizionali di trasporto, senza limiti di tempo e senza degressività, per le regioni che rientrano nell'ambito di applicazione della deroga di cui all'articolo 87.3.a) o 87.3.c) del Trattato CE.

    Aiuti di stato nel settore agricolo

    Conformemente all'articolo 36 del Trattato, le norme previste dagli articoli da 87 a 89 si applicano all'agricoltura solo nella misura determinata dai regolamenti del Consiglio. Quasi tutti gli atti pertinenti del Consiglio contengono disposizioni di questo genere.

    In questi ultimi dieci anni il controllo degli aiuti di Stato non ha sollevato difficoltà particolari per quanto riguarda le notifiche agricole. Da un lato, tutte le regioni in questione sono totalmente assimilate alle regioni agricole svantaggiate, con conseguente possibilità di concedere aiuti più consistenti per la maggior parte degli investimenti agricoli a livello sia di azienda (tasso massimo del 35-75%) che di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli (massimale dal 55-75%). D'altra parte, per gli aiuti di Stato relativi a misure diverse dagli investimenti (ricerca e sviluppo), promozione e pubblicità, assistenza tecnica, catastrofi naturali, ecc.), la politica della Commissione è sufficientemente flessibile da autorizzare un livello di aiuti elevato (che in certi casi può andare fino al 100%).

    Pur continuando ad opporsi, in linea generale, agli aiuti al funzionamento in agricoltura, la Commissione ha deciso di non sollevare obiezioni nei confronti dei tre aiuti relativi alle regioni ultraperiferiche: per i DOM e le Azzorre si tratta di un aiuto ai trasporti che riguarda il finanziamento di una parte dei costi addizionali di trasporto marittimo dei prodotti locali; per le Canarie la notifica riguarda un regime economico e fiscale speciale applicabile anche all'agricoltura e che comporta vari tipi di aiuti al funzionamento. La Commissione ha ritenuto che si trattasse di aiuti giustificati, miranti a compensare l'incidenza economica nettamente negativa dell'insularità e ultraperifericità delle regioni in questione, senza tuttavia compromettere il funzionamento del mercato interno.

    6. Sostegno alle PMI, all'artigianato e al turismo

    In questo settore, la maggior parte delle azioni sono state realizzate nel quadro dei Fondi strutturali (cfr. supra, in particolare per i settori produttivi e le risorse umane). Per quanto riguarda i tre programmi pluriennali per le PMI (1990-1993, 1993-1996 , 1997-2000) che si applicano anche alle regioni ultraperiferiche, l'utilizzazione da parte di queste regioni degli strumenti che essi mettono a disposizione delle PMI e delle imprese artigianali è stata tutto sommato relativamente ristretta.

    Tra gli strumenti utilizzati figurano gli Euro-Info-Centres che, in queste regioni, hanno prestato particolare attenzione alla sensibilizzazione e alla formazione delle imprese alle nuove tecnologie, al passaggio all'euro e all'accesso al finanziamento dei Fondi strutturali. Va inoltre ricordato il programma INTERPRISE, che ha permesso di coordinare, nelle regioni ultraperiferiche, PMI di diversi paesi desiderosi di cooperare, azioni pilota nel settore del turismo e dell'artigianato, nonché seminari e conferenze. Il turismo occupa una posizione essenziale e crescente in quasi tutte le regioni ultraperiferiche. Esso è favorito in particolare dai mezzi di trasporto più efficienti, anche se continua a presentare qualche problema, in particolare per quanto riguarda l'ambiente.

    Anche l'utilizzazione è assai variabile, dall'uno all'altro programma pluriennale. D'altra parte, l'accesso al credito bancario da parte delle PMI rimane ancora difficile.

    Per quanto attiene ai prestiti BEI alle imprese (che sono di norma PMI in queste regioni), essi si realizzano tramite prestiti globali firmati con intermediari finanziari situati nelle regioni. Anche l'impiego di questi prestiti è assai ridotto: 105,4 milioni di euro per il periodo 1994-98, di cui 57,8 nel 1998. È opportuno rilevare che questi prestiti richiedono il concorso di banche aventi sede in loco e che sono disposte ad assumersi i rischi dell'operazione.

    Tabella 5 Distribuzione dei prestiti globali per regione (in milioni di euro)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    7. Energia

    Dal punto di vista energetico le regioni ultraperiferiche sono caratterizzate da una grande dipendenza nei confronti dell'approvvigionamento petrolifero, da una situazione decentrata rispetto alle grandi reti energetiche e da costi più elevati della produzione di elettricità a causa delle dimensioni medie e spesso molto ridotte delle reti elettriche da alimentare.

    Nel caso delle Azzorre e di Madera a questi problemi si aggiunge quello rappresentato dai costi più elevati dell'approvvigionamento petrolifero, dovuti alla lontananza rispetto alle raffinerie.

    Tuttavia, al di là di queste difficoltà, le regioni ultraperiferiche dispongono di un potenziale elevato di sfruttamento delle fonti di energie rinnovabili come la biomassa e le energie eolica, geotermica, idraulica e solare. Si tratta inoltre di regioni in cui resta ancora da sfruttare l'importante potenziale rappresentato dalle economie di energia. Valorizzare le energie rinnovabili e le economie di energia costituisce un'opportunità reale in regioni ultraperiferiche in cui si registrano costi di produzione tra i più elevati per le fonti di energie convenzionali.

    Interventi generali

    Nel quadro della politica dell'energia, la Comunità europea ha essenzialmente sostenuto in queste regioni l'attuazione di una programmazione energetica regionale e/o la costituzione di agenzie regionali dell'energia (nelle Azzorre e a Madera, nelle Canarie, in Guadalupa e Guiana) tramite il programma SAVE.

    Nel quadro della politica di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) sono stati sostenuti progetti concreti di dimostrazione tecnica ed economica in materia di tecnologie energetiche innovative tramite il programma THERMIE e quelli che l'hanno preceduto.

    Nel quadro della politica regionale, da oltre un decennio e tramite i suoi programmi successivi il FESR ha apportato alle regioni interessate un appoggio costante agli studi e ai progetti specifici destinati a potenziare l'approvvigionamento energetico, la produzione di elettricità e lo sfruttamento del potenziale energetico endogeno in materia di efficacia energetica e di energie rinnovabili.

    Interventi specifici

    Un intervento comunitario specifico nel quadro dell'ultraperifericità è stato deciso in occasione dell'adozione del programma POSEIMA a favore delle Azzorre e di Madera: si tratta della misura "energia" del programma. Questa misura era destinata a compensare l'onere addizionale dell'approvvigionamento di prodotti petroliferi per queste due regioni.

    L'aiuto specifico previsto per questa misura è stato calcolato sulla base del costo del trasporto di prodotti petroliferi tra la parte continentale del Portogallo e i principali depositi sulle isole delle Azzorre e di Madera durante gli anni 1991, 1992 e 1993 ed è stato concesso a condizione che almeno il 50% dell'importo sia utilizzato per azioni di promozione e progetti in materia di economie di energia e di energie rinnovabili nella regione.

    Per l'insieme del periodo, i mezzi finanziari erogati nel quadro di questo aiuto specifico sono ammontati a 25 milioni di ecu ripartiti fra la regione delle Azzorre (15 milioni di ecu) e quella di Madera (10 milioni di ecu) e versati per quote annuali a carico delle linee di bilancio THERMIE nel 1992, POSEIMA-Energia nel 1993 e FESR-disposizioni transitorie nel 1994.

    La valutazione della misura "energia" di POSEIMA mette in evidenza che l'utilizzo di questi mezzi finanziari è stato conforme agli obiettivi, ossia che essa ha contribuito a frenare l'aumento del consumo di energia e ha consentito di finanziare una serie di azioni e di progetti in materia di energie rinnovabili. Finora però non è stato possibile portare avanti questa misura al di là del 1994 a motivo dell'assenza di un finanziamento separato (conseguente alla soppressione delle linee di bilancio POSEIMA) e delle norme di ammissibilità dei Fondi strutturali (in cui la misura è stata considerata come un aiuto al funzionamento e pertanto non ammissibile).

    Dal 1994 al 1999 il cofinanziamento comunitario dei progetti d'investimento in materia di economie di energia e di energie rinnovabili nelle regioni delle Azzorre e di Madera è continuato nel quadro dei programmi dei Fondi strutturali (CCa II e Iniziativa REGIS II). »

    8. Trasporti

    Tenuto conto della situazione geografica delle regioni ultraperiferiche, i trasporti rivestono un'importanza strategica. Il mantenimento dei legami politici, economici e sociali con il resto del continente europeo dipende strettamente dai servizi di trasporto aereo e marittimo. Inoltre dal momento che alcune di queste regioni sono degli arcipelaghi, la loro dipendenza da tali servizi è più grande. I costi addizionali di trasporto dovuti sia alla lontananza di queste regioni, sia alla necessità di assicurare la regolarità dei collegamenti, costituiscono anch'essi uno svantaggio fondamentale per il loro sviluppo economico. Infine, il trasporto aereo costituisce un elemento chiave dello sviluppo turistico.

    Trasporti aerei

    Le regioni ultraperiferiche hanno beneficiato in ampia misura dell'impatto esercitato dalle misure di liberalizzazione del trasporto aereo nella Comunità. Il principio della libertà tariffaria per i vettori aerei comunitari che operano sulle rotte intracomunitarie, stabilito dal regolamento 2409/92 del Consiglio, si è infatti tradotto in una diminuzione sensibile delle tariffe in vigore sui collegamenti tra queste regioni e il resto del continente europeo. Ad esempio, i collegamenti tra la Francia e le Antille si situano attualmente tra i collegamenti intercontinentali meno cari del mondo. Il principio della libera prestazione di servizi sulle rotte intracomunitarie, attuato dal regolamento 2408/92 del Consiglio, ha dal canto suo favorito la concorrenza tra compagnie aeree e l'emergere di nuovi servizi di trasporto, in particolare tra l'arcipelago delle Canarie e la Spagna. Gli aeroporti dell'arcipelago delle Azzorre sono stati temporaneamente esonerati dall'applicazione del principio della libera prestazione dei servizi di trasporto. Questa esenzione, prevista dall'articolo 1, paragrafo 3 del regolamento n. 2408/92, è scaduta il 30 giugno 1998.

    Inoltre, la regolamentazione delle tariffe di trasporto e dell'accesso al mercato offre agli Stati membri la possibilità di imporre obblighi di servizio pubblico «sui servizi aerei di linea verso un aeroporto che serve una zona periferica ». Tali obblighi sono stati imposti sui collegamenti tra la Francia e i DOM, tra il Portogallo e Madera e le Azzorre, nonché sui collegamenti interni del dipartimento della Guiana, delle Azzorre e di Madera.

    Trasporti marittimi

    La regolamentazione relativa ai servizi di trasporto marittimo tiene anch'essa conto della specificità delle regioni ultraperiferiche. L'articolo 4 del regolamento n. 3577/92 prevede la possibilità per gli Stati membri di concludere contratti di servizio pubblico con compagnie di navigazione che effettuano servizi regolari a destinazione e in provenienza dalle regioni interessate, nonché fra dette regioni, o di imporre loro obblighi di servizio pubblico come condizione per la prestazione di servizi di cabotaggio. I contratti di servizio pubblico esistenti rimarranno in vigore fino alla scadenza. Conformemente agli orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato a favore dei trasporti marittimi, le compensazioni finanziarie erogate alle compagnie cui sono imposti obblighi di servizio pubblico non costituiscono, in linea di massima, aiuti ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1 del Trattato e sono dispensate dall'obbligo di notifica.

    Inoltre, al fine di evitare le perturbazioni che avrebbero potuto essere causate dall'applicazione, a decorrere dall'1 gennaio 1993, del regime di libera prestazione dei servizi di trasporto marittimo all'interno degli Stati membri, l'articolo 6 del regolamento n. 3577/92 ha esentato, mediante deroga, i servizi di cabotaggio per gli arcipelaghi delle Canarie, delle Azzorre e di Madera e dei dipartimenti francesi d'oltremare dall'applicazione di questo regolamento fino all'1.1.1999.

    9. Ricerca e sviluppo

    Le regioni ultraperiferiche non sono state oggetto di misure specifiche nel programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico (PCRDT), ma sono state considerate alla stessa stregua delle altre regioni dell'obiettivo 1 dei Fondi strutturali: l'ultraperifericità si è cioè finora inserita nella logica generale di coordinamento tra politica di RST e di innovazione e politica di coesione economica e sociale.

    In totale, tra il 1998 e il 1999 sono state registrate 204 partecipazioni di regioni ultraperiferiche ai vari programmi specifici del programma quadro di RST. Il tasso più elevato di partecipazione è stato quello delle Canarie, seguite da Azzorre e Madera. I tassi più modesti dei dipartimenti francesi d'oltremare sono in rapporto con un investimento relativamente scarso in materia di RST in queste regioni.

    I Fondi strutturali finanziano dal 1989 numerose infrastrutture scientifiche e tecniche nonché numerose azioni connesse alla RST e all'innovazione. Tra le regioni ultraperiferiche che ne hanno beneficiato, le Canarie hanno ricevuto 15,6 milioni di ecu durante il periodo 1994-1999 per il finanziamento di due centri di trasferimento di tecnologie e dell'istituto tecnologico delle Canarie, nonché 33,12 milioni di ecu per il centro di astrofisica. Quanto ai DOM, sono stati accordati finanziamenti particolarmente nel settore della ricerca applicata, dell'infrastruttura per la ricerca genetica e del sostegno diretto alle imprese (importo: 9,5 milioni di ecu). La Guiana ha beneficiato di fondi per la creazione di un centro di ricerca sulle foreste tropicali (5,4 milioni di ecu), mentre la Martinica ha ottenuto finanziamenti per la ricerca applicata nella produzione di banane (5,4 milioni di ecu). Per Madera, è stato concesso un sostegno alle infrastrutture tecnologiche e ai progetti di innovazione.

    È opportuno sottolineare che il quinto programma quadro (Decisione n. 182/1999/CE del 22/12/98) introduce un considerando specifico che indica "che è necessario favorire e facilitare la partecipazione delle regioni ultraperiferiche alle attività comunitarie di ricerca e sviluppo mediante meccanismi appropriati che siano adattati alla loro situazione particolare".

    10. Società dell'informazione

    L'Unione europea ha sostenuto gli sforzi delle regioni e delle parti in causa, sia pubbliche che private, per modernizzare le infrastrutture di telecomunicazione, sviluppare i servizi necessari alla realizzazione della società dell'informazione e inserirli in modo ottimale nel contesto regionale, talvolta assai difficile, ma che tuttavia rimane un elemento imprescindibile dello sviluppo delle economie locali.

    Quantunque sussistano disparità molto forti con le regioni europee continentali, le infrastrutture di telecomunicazione sono state considerevolmente migliorate nelle regioni ultraperiferiche, sia dal punto di vista della qualità che dal numero di linee oggetto di raccordo, tanto per i collegamenti regionali nazionali che per quelli internazionali. Analogamente sono stati sviluppati servizi telematici così da consentire una migliore informazione degli utenti dei servizi pubblici e privati. Infine la riduzione generale delle tariffe, conseguente alla liberalizzazione dei mercati, e lo sviluppo della rete Internet stanno cambiando in misura considerevole l'utilizzo delle infrastrutture e dei servizi.

    I fondi strutturali hanno partecipato in modo significativo a questo miglioramento, che si è talvolta concentrato in determinati punti, senza avere quindi risolto tutti i problemi, anche se i progressi della tecnologia permettono di sperare in cambiamenti positivi negli anni futuri, a patto che siano effettuati gli investimenti che sono ancora necessari.

    Tuttavia, le regioni ultraperiferiche inserite in una rete di cooperazione hanno già potuto fruire di scambi di esperienze e di conoscenze. È questo il caso della Guadalupa, che partecipa alla rete regionale del progetto MARIS, destinato alla dimostrazione e alla promozione dell'impiego delle nuove tecnologie dell'informazione e delle applicazioni telematiche nel settore marittimo (pesca, logistica portuaria, manifattura e manutenzione del naviglio, navigazione e gestione del traffico).

    Talune regioni ultraperiferiche hanno anche partecipato a programmi europei della Società dell'Informazione, previsti nell'ambito del programma quadro di RST. Esse hanno partecipato a quattro progetti di applicazioni telematiche (TAP) nel settore dell'amministrazione, della ricerca e della medicina, nonché a progetti ESPRIT (European Strategic Programme for Research and Development in Information Technologies). I settori di attività di questi progetti erano principalmente: istruzione e formazione professionale, ricerca, innovazione, modernizzazione delle tecniche di produzione e ambiente.

    Tuttavia, malgrado il miglioramento delle infrastrutture e delle iniziative, si constata che le potenzialità delle tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni non sono sempre utilizzate in misura ottimale e coerente, per scarsa conoscenza o assenza di percezione delle opportunità economiche, per mancanza di adattamento dei servizi offerti, mancata formazione degli utenti potenziali o mancato adattamento delle qualifiche degli utenti alle esigenze dei territori.

    11. Ambiente

    I programmi di opzioni specifiche connesse alla lontananza e all'insularità - POSEI - non menzionano esplicitamente le questioni relative all'ambiente. Azioni concrete in questo settore sono state finanziate dai Fondi strutturali o da altri strumenti finanziari.

    Tuttavia, tre fattori hanno indotto a rafforzare il dispositivo finanziario a favore dell'ambiente:

    - i problemi specifici imputabili alla fragilità degli ecosistemi delle regioni ultraperiferiche e il contesto geologico e climatico che accentuano i rischi di catastrofi naturali;

    - lo sforzo necessario per l'adattamento alle norme comunitarie con i conseguenti costi addizionali;

    - le interazioni positive fra l'ambiente e i vari aspetti dello sviluppo socioeconomico.

    Su iniziativa del Parlamento europeo, è stata creata una linea di bilancio B2-245 (' "Ambiente ') per finanziare azioni relative alla tutela dell'ambiente e alla conservazione della natura, nel quadro dei programmi Poseidom, Poseican e Poseima.

    Grazie a questa linea sono stati finanziati quattro programmi per un importo complessivo di 10.000 euro.

    12. Cooperazione regionale

    Al titolo IV, POSEIDOM ha sottolineato la necessità di migliorare la cooperazione regionale tra i DOM e i vari Stati, paesi e territori limitrofi. Tale cooperazione regionale dovrebbe permettere una maggiore integrazione dei DOM nel loro ambiente geografico superando le tradizionali disparità (economie concorrenti, mancanza di scambi commerciali...) per orientarsi verso un dialogo e l'attuazione di progetti comuni che tengano conto degli aspetti complementari e delle esigenze in materia di sviluppo dei vari partner, indipendentemente dai rispettivi statuti.

    Sin dal 1989, tale forma di cooperazione si è concentrata sulle relazioni DOM/PTOM/ACP. Le citate disposizioni del titolo IV di POSEIDOM completano e confermano quelle adottate nel quadro del Titolo XII della Convenzione di Lomé IV, per quanto riguarda gli ACP, e del Titolo XII della decisione di associazione dei PTOM.

    Come Lomé IV, l'Accordo di partenariato ACP-CE prevede che gli stanziamenti in questione si aggiungano a quelli assegnati agli ACP nel quadro della Convenzione, riservando particolare attenzione all'accelerazione della diversificazione economica, onde favorire la complementarietà delle produzioni, l'intensificazione della cooperazione e dello sviluppo tra gli Stati ACP, ma anche tra questi ultimi, i PTOM e i DOM.

    A motivo della posizione geografica delle isole Canarie, di Madera e delle Azzorre, POSEICAN e POSEIMA non contemplano disposizioni sulla cooperazione regionale.

    Fra gli aspetti del titolo' "Cooperazione Regionale" di POSEIDOM, la consultazione tra, da un lato, i DOM e, dall'altro, gli Stati ACP, i PTOM ma soprattutto la Commissione, è l'aspetto più sviluppato. Per contro, un secondo aspetto, ovvero gli accordi commerciali regionali, è per il momento quasi inesistente. Per quanto riguarda il terzo aspetto, sono stati realizzati progetti e programmi regionali comuni per la Riunione (Commissione dell'Oceano indiano - COI), che però non sono ancora definiti nel caso dei dipartimenti francesi d'America, nonostante alcuni tentativi infruttuosi.

    In base a questo bilancio dell'azione condotta a favore dei DOM, e ai diversi risultati ottenuti nei Caraibi e nell'Oceano indiano, è lecito concludere che il modesto successo della cooperazione regionale è imputabile ad una questione di volontà politica. Anche se da un lato dichiarano regolarmente di riporre le loro speranze nella cooperazione regionale, le autorità competenti delle parti interessate si mostrano talvolta reciprocamente critiche o emanano provvedimenti protettivi. Certamente queste riserve hanno radici strutturali nelle loro economie che sono concorrenti anziché complementari. E la concorrenza riguarda sia i flussi commerciali che gli stanziamenti comunitari disponibili.

    C. Bilancio complessivo

    È necessario formulare due domande fondamentali e strettamente collegate:

    - gli strumenti comunitari - l'applicazione dei fondi strutturali e la modulazione delle politiche - hanno funzionato in modo soddisfacente-

    - quale è stato, dal momento dell'attuazione dei programmi POSEI, lo sviluppo economico e sociale delle regioni ultraperiferiche, che questi strumenti dovevano accelerare-

    L'analisi precedente risponde in ampia misura alla prima domanda. L'azione condotta dall'Unione europea è stata complessivamente efficace, malgrado le varie difficoltà intrinseche alle zone in questione. In generale, il partenariato ha funzionato bene.

    Durante i due periodi di programmazione 1989-1993 e 1994-1999, le sette regioni ultraperiferiche hanno fruito complessivamente di un aiuto finanziario dei fondi strutturali, per il loro sviluppo economico regionale, dell'ordine di 7,2 miliardi di euro (cioè il 2,5% degli importi attribuiti all'insieme delle regioni) per una popolazione di 3,5 milioni di abitanti. Tenuto conto dei loro handicap specifici, queste regioni hanno ricevuto per abitante un aiuto comunitario dei fondi strutturali superiore di circa un terzo alla media delle regioni che rientrano nell'obiettivo 1 (cfr. tabella n. 2, intensità dell'aiuto europeo 1994-1999).

    Anche le modulazioni delle politiche comunitarie hanno apportato risultati tangibili, senza con questo porre a repentaglio la coerenza e l'unità del diritto comunitario e del mercato interno. È vero che taluni obiettivi indicati nei programmi POSEI non hanno potuto in alcun modo essere raggiunti (p.es.: nel campo della cooperazione regionale, anche se la responsabilità di questo fatto non ricade principalmente sulla Comunità), oppure non hanno potuto essere proseguiti (p.es.: compenso dell'onere addizionale per l'energia nelle Azzorre e a Madera). Le zone d'ombra che si rilevano non tolgono comunque nulla ad una situazione nell'insieme assai positiva.

    In questa rassegna è necessario tener conto del fatto che sia il contesto europeo che quello internazionale hanno subito importanti cambiamenti nel corso degli anni 90. Da un lato, con il compimento del mercato interno e quindi con un maggior rigore, ad esempio, nel settore dell'imposizione fiscale, con le riforme della PAC, con quella dei fondi strutturali e con le nuove normative definite nell'Agenda 2000, in particolare riguardo alle prospettive finanziarie. D'altra parte, bisogno sottolineare il maggior ruolo del GATT e dell'OMC, la firma di accordi internazionali (Lomé, Messico, accordi di associazione PTOM, Africa del Sud). Tutto ciò ha avuto ovvie conseguenze sulle regioni ultraperiferiche.

    Quanto alla seconda domanda, alcuni elementi di risposta sono forniti dalla sesta relazione sullo sviluppo economico e sociale delle regioni, pubblicata dalla Commissione nel marzo 1999, che ha proceduto ad una valutazione complessiva della situazione delle regioni in base ai dati relativi al PIL.

    Un raffronto fra i dati del periodo 1986-1988 e dell'anno 1996 mostra che tutte le sette regioni in causa hanno avuto un forte aumento del PIL regionale, che è risultato superiore alla media europea (oltre il 2,7% all'anno, mentre quest'ultima è del 2,1%). Dato che la pressione demografica è elevata nella maggior parte di queste regioni, è utile stabilire raffronti in base al PIL per abitante. In generale, si può affermare che in queste regioni nell'ultimo decennio si è verificato un aumento significativo del PIL/abitante rispetto all'aumento medio delle altre regioni dell'Unione europea, come indicato nella tabella 6 seguente. L'aumento più significativo è quello di Madera, delle Azzorre e della Guiana, mentre quello più modesto si riscontra nelle Canarie, dove peraltro il PIL era già il più alto delle sette regioni ultraperiferiche.

    Tabella 6 PIL per abitante -raffronto 1986 - 1996

    media europea = 100 (Fonte: Eurostat)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    L'aumento del PIL/abitante in ciascuna delle regioni ultraperiferiche riflette una convergenza delle economie locali verso il livello medio delle regioni dell'Unione europea. Il loro aumento relativo, rispetto alle altre regioni europee, evidenzia anche gli effetti delle politiche pubbliche di sviluppo poste in atto in queste regioni e la cui intensità finanziaria elevata per abitante dipende in ampia misura dal cofinanziamento dei fondi strutturali.

    Questo aumento relativo, anche se incoraggiante, non può mascherare gli handicap specifici che si riscontrano in queste regioni, la dipendenza dei settori produttivi dall'evoluzione di risultati incerti e la fragilità del tessuto sociale. Il livello di vita per abitante rimane inferiore in queste regioni alla metà del livello medio dell'Unione europea ed esse continuano a figurare (ad eccezione delle Canarie) tra le dieci regioni più povere dell'Unione, il che giustifica il proseguimento dello sforzo finanziario pubblico nazionale ed europeo a loro favore.

    La valutazione complessiva degli effetti dei programmi europei sulla situazione dell'impiego è più delicata. In tutte le regioni, l'evoluzione dei flussi migratori pesa sul mercato dell'occupazione, mentre per le quattro regioni francesi la pressione demografica spiega i tassi elevati di disoccupazione. È comunque utile constatare che dal 1987 al 1997 il tasso di discoccupazione è diminuito nelle cinque regioni in cui toccava le punte massime, mentre è aumentato nelle altre due in cui i tassi erano e rimangono bassi rispetto alle altre regioni europee.

    Tabella 7 Tasso di disoccupazione in percentuale della popolazione attiva (Fonte Eurostat)

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Infine, tutti questi elementi fanno capire che nella maggior parte delle regioni ultraperiferiche vi è stata una crescita economica significativa, che è stata tuttavia celata in parte dall'aumento demografico di talune di esse. Tra il 1990 e il 1999, la popolazione è aumentata del 37% in Guiana, del 18% a Riunione, del 9% in Guadalupa e del 6% in Martinica, mentre nella Francia metropolitana l'aumento è stato solo del 3,18%.

    Qual è stato il ruolo dei fondi strutturali e delle politiche comunitarie nelle prestazioni economiche complessive di queste regioni- Sembra chiaro che i loro sforzi sono stati assai importanti o persino determinanti, in vari settori, come nelle infrastrutture di trasporto, che sono uno dei problemi cruciali di queste regioni, nonché nella pesca e in agricoltura, che sono due settori produttivi essenziali, e ciò ha contribuito a farle avanzare verso la convergenza con il resto dell'Unione europea.

    La risposta precisa alla domanda suddetta non è però semplice, in quanto l'azione comunitaria si articola attraverso un completamento degli sforzi nazionali e regionali. Se, complessivamente, i risultati sono stati buoni, ciò non toglie che debbano essere esaminate modifiche e modalità di applicazione diverse. Occorre, di fatto, rendere ancora più efficaci tutte queste azioni, organizzarle meglio e adattarle al nuovo contesto europeo e mondiale. In linea di massima è opportuno proseguire e perfezionare la politica attuale.

    Un aspetto essenziale che deve fare oggetto di un'attenzione particolare è quello della grande disoccupazione, problema collegato a fattori più generali, come la rivoluzione teconologica, la mondializzazione, la crescita demografica nei DOM, ecc., ma le cui manifestazioni, tranne nelle Azzorre e a Madera, sono particolarmente gravi nelle regioni in questione, con un tasso di disoccupazione che, sebbene in leggera diminuzione (cfr. tabella 7), è comunque il doppio o il triplo della media comunitaria. È chiaro tuttavia che senza l'azione comunitaria questo problema sarebbe nettamente più grave.

    Infine, è opportuno rendersi conto di tutta la dimensione storica della problematica delle regioni ultraperiferiche: non si tratta unicamente di promuovere un loro recupero economico e sociale puro e semplice, bensì anche di raccogliere una sfida politica importante. Ad esempio, le isole Canarie hanno scelto dopo un primo periodo di dubbio, la loro piena integrazione nell'Unione europea ed è opportuno tener fede alle promesse che esse hanno percepito all'orizzonte prendendo questa decisione. Le Azzorre e Madera hanno assunto gli obblighi comportati dall'integrazione comunitaria da quando il Portogallo ha aderito all'Unione e devono fruire dei vantaggi e della solidarietà che ne derivano. I DOM francesi sono l'avamposto dell'Europa in altri continenti.

    In questo contesto, è opportuno tener conto del fatto che queste regioni conferiscono all'Unione europea una dimensione planetaria e costituiscono la sua frontiera esterna avanzata. Taluni dei loro vincoli, come la grande distanza dall'Europa continentale e la prossimità fisica e umana dei paesi ACP, del MERCOSUR e di altri poli geografici regionali, costituiscono altrettanti punti di forza per l'avvenire. Nell'ambito della mondializzazione, l'Unione europea è la sola entità che può affermare la sua presenza nel cuore dell'Oceano Indiano e dei Caraibi, nonché nell'America del Sud, tramite queste regioni ultraperiferiche, che dispongono di grandi spazi marittimi, di una posizione geoeconomica preziosa, di siti di stabilimento privilegiati per attività di alta tecnologia e per talune ricerche fondamentali per il futuro del pianeta. In questa prospettiva rileviamo quindi vantaggi potenziali per l'Unione, che sono indubbiamente di grande portata anche se per la loro stessa natura di impossibile quantificazione.

    II. Il futuro

    L'articolo 299 paragrafo 2

    Il nuovo articolo del trattato CE per le regioni ultraperiferiche, l'articolo 299, paragrafo 2, persegue l'obiettivo della piena integrazione di tali regioni nella Comunità di cui fanno parte, pur tenendo conto delle loro specificità. L'articolo in questione fornisce ora una base giuridica comune per le azioni a favore di queste regioni. Innanzitutto, il suo campo di applicazione è più vasto di quello dell'ex articolo 227, paragrafo 2. Infatti, sono ora interessate, oltre ai dipartimenti francesi d'oltremare, anche le Azzorre, Madera e le isole Canarie. Inoltre, le misure specifiche adottate a favore di tali regioni possono interessare settori molti ampi che coprono più politiche comunitarie e il cui elenco non è limitativo. Infine, come ultimo elemento innovativo, le misure specifiche a favore delle regioni ultraperiferiche saranno prese dal Consiglio a maggioranza qualificata in base all'articolo 299, paragrafo 2 del Trattato.

    Questo articolo non ha quindi il carattere di una semplice dichiarazione, né annuncia un regime di "opt-out" generalizzato, bensì deve favorire la messa a punto di un regime specifico che tenga conto di tutti i vincoli che gravano su queste regioni a motivo della loro ultraperifericità, senza per questo nuocere alla coerenza della normativa comunitaria e del mercato interno. Esso conferma e rafforza l'orientamento sviluppato dall'Unione europea, fin dal 1989, attraverso i programmi POSEI.

    Concretamente, l'articolo 299, paragrafo 2 permetterà all'Unione europea di portare avanti, consolidare e rafforzare l'azione. Ma in quale direzione-

    Una strategia di sviluppo durevole per le regioni ultraperiferiche

    La Commissione ha considerato attentamente il bilancio dell'azione condotta finora, i risultati talvolta spettacolari che sono stati ottenuti, ma anche le carenze rispetto agli obiettivi perseguiti dai programmi POSEI. Il bilancio ha dimostrato che l'orientamento seguito era comunque quello buono. Si nota nondimeno la persistenza di handicap, per cui è necessario proseguire l'azione.

    Basandosi sulla volontà politica espressa dall'articolo 299, paragrafo 2, quest'azione deve ora assumere la forma di una strategia globale per le regioni ultraperiferiche.

    È questo il vero e proprio salto qualitativo di cui testimonia l'articolo 299, paragrafo 2. Questa strategia deve mirare allo sviluppo durevole di tali regioni e deve comportare, secondo il parere della Commissione, tre direttrici principali:

    - in primo luogo, nel settore delle attività economiche tradizionali, generalmente rivolte al settore primario e agroalimentare, le misure nel campo dell'agricoltura e della pesca. Complessivamente, esse hanno funzionato in modo soddisfacente e devono essere portate avanti, dopo un'eventuale revisione. Nel settore agricolo, in particolare, i provvedimenti devono essere

    - rivalorizzati, allo scopo di mantenere il beneficio delle misure esistenti i cui effetti diminuiscono per ragioni sia interne alla Comunità (riforma della PAC) che esterne ad essa (evoluzione del commercio mondiale, accordi internazionali o bilaterali);

    - adattati o intensificati in taluni settori, in funzione dell'esperienza;

    - si tratta, in parallelo, di promuovere il rilancio attraverso la diversificazione dell'attività economica. L'orientamento è diverso. L'obiettivo consiste nel valorizzare altre attività e attirare investimenti e innovazione. È quindi opportuno

    - da un lato, coordinare l'azione degli strumenti disponibili a tal fine: fondi strutturali, meccanismi di prestito, disciplina degli aiuti statali, dell'imposizione fiscale, delle dogane, ecc.;

    - rafforzare, tramite l'azione coordinata di questi strumenti, il sostegno ai nuovi settori produttivi e alle PMI. Dev'essere soprattutto posto l'accento sui settori strategici della concorrenza mondiale, non soltanto trasporti, energia ed ambiente, ma anche società dell'informazione, ricerca e sviluppo.

    - infine, le relazioni delle regioni ultraperiferiche con il loro ambiente geografico condizionano in gran parte il loro sviluppo. La prossimità geografica di paesi in via di sviluppo, che nella maggior parte fruiscono di accordi vantaggiosi con la Comunità, e la natura similare delle produzioni, le mettono in una situazione di concorrenza difficilmente sormontabile. Allo stesso tempo, esse si trovano nella situazione di teste di ponte dell'Unione europea di fronte a blocchi regionali e subregionali in formazione, di cui fanno geograficamente parte, o con cui hanno tessuto legami storici. Questa situazione di frontiera può costituire un punto di forza, se è valorizzata nel modo opportuno. L'Unione europea deve tener conto di questi due aspetti della situazione di ultraperiferia. L'insieme delle sue politiche rispetto alle regioni ultraperiferiche è quindi posto in causa.

    Come mettere in atto questa strategia-

    La Commissione ha esaminato le idee e le richieste contenute nei memorandum presentati dagli Stati membri [3] e dalle regioni interessate [4]. Essa ha ascoltato attentamente le posizioni presentate in occasione della riunione di partenariato che ha organizzato il 23 novembre 1999 e cui hanno partecipato i membri competenti dei governi della Spagna, della Francia, del Portogallo, nonché i responsabili delle sette regioni ultraperiferiche.

    [3] Memorandum del governo spagnolo del novembre 1999, del governo portoghese, dello stesso mese, del governo francese, del 10 dicembre 1999

    [4] Memorandum comune delle regioni ultraperiferiche, del 5 marzo 1999

    La Commissione ha tenuto conto di tutti questi elementi, identificando le azioni necessarie alla messa in atto di tale strategia, come presentata in appresso.

    A. La base della produzione tradizionale

    1. Agricoltura

    Fondandosi sulle vecchie basi giuridiche a sua disposizione, la Commissione ha già definito nel settore agricolo un quadro adeguato e importante per l'applicazione della PAC in queste regioni, in particolare tramite il fascicolo agricolo dei "POSEI", che è ambizioso, importante e innovativo.

    Questo quadro di riferimento rappresenta già una risposta adeguata ai vincoli che si riscontrano in queste regioni. Nello spirito del nuovo articolo 299, paragrafo 2 del Trattato, la Commissione intende proseguire nel suo orientamento di tener conto delle specificità delle regioni ultraperiferiche rispetto alle loro caratteristiche e ai loro vincoli particolari.

    Le richieste degli Stati membri

    Le richieste contenute nei memorandum trasmessi alla Commissione dagli Stati membri possono riassumersi nei termini seguenti:

    In linea generale, le richieste mirano in un primo tempo a consolidare e a rafforzare il capitolo agricolo dei "POSEI" e in seguito a migliorare il regime attuale. D'altra parte, si chiede di garantire una copertura di bilancio sufficiente alla riforma dei capitoli agricoli "POSEI". Infine, per quanto riguarda le organizzazioni comuni di mercato (OCM), si chiede di garantire che si tenga conto delle particolarità di queste regioni, in particolare nel settore della banana.

    In termini più dettagliati, le domande riguardano un miglioramento del regime specifico di approvvigionamento (RSA) su tre punti:

    - revisione dell'elenco dei prodotti ammessi e inoltre, studio dell'inclusione di prodotti non agricoli (p.es.: concimi, imballaggi, ecc.);

    - revisione del metodo di calcolo in modo da stabilizzare gli aiuti, garantire che essi compensino gli oneri aggiuntivi e tener conto della doppia insularità;

    - miglioramento delle condizioni di riesportazione e di rispedizione dei prodotti trasformati in base a materie prime che hanno fruito del RSA.

    Le richieste mirano inoltre al miglioramento degli aiuti specifici alle produzioni locali, su due punti:

    - modulare la PAC (adattamento delle condizioni di ammissibilità, rivedere il livello degli aiuti complementari, adattare i limiti quantativi, ecc.);

    - garantire la commercializzazione dei prodotti (migliorare la competitività della produzione locale, aiutare la commercializzazione locale o esterna).

    È opportuno sottolineare che ogni Stato ha elaborato un elenco di richieste concrete sui prodotti che riguardano ciascuna regione.

    Le richieste riguardano infine le deroghe strutturali. Le deroghe strutturali dei POSEI agricoli sono state soppresse con la riforma dei fondi in ragione dell'elasticità del nuove regolamento (1257/1999). Solo il considerando (53) del regolamento "sviluppo rurale" fa riferimento alle esigenze specifiche di queste regioni, ma non vi sono disposizioni nel testo del regolamento. Gli Stati membri hanno formulato richieste di una certa elasticità, di adattamento o di deroga.

    Risposte della Commissione

    Non è possibile rispondere in modo dettagliato a ciascuna domanda specifica, comunque la Commissione può fin d'ora annunciare un calendario e una linea guida per l'esame e la valutazione di queste richieste.

    La Commissione presenterà così nell'anno 2000 le relazioni di applicazione dal 1992 in poi dei capitoli agricoli dei POSEI in queste regioni, accompagnate dalle proposte di modifica dei regolamenti del Consiglio che potrebbero essere riconosciute come giustificate. Le richieste avranno fatto oggetto di una valutazione alla lettura del bilancio e saranno state trattate in concertazione con ciascuno dei tre Stati membri.

    Nelle sue risposte, la Commissione farà in modo di consolidare e di adattare i risultati acquisiti, oltre ad esaminare il miglioramento della situazione agricola attuale a favore di queste regioni, pur rimanendo nell'ambito degli stanziamenti previsti dalle prospettive finanziarie.

    Riguardo al regime specifico di approvvigionamento, l'elenco dei prodotti coperti, tenuto conto dell'evoluzione delle esigenze constatate, dovrà essere studiato per ciascuna regione e altrettanto si dovrà fare per le quantità di prodotti utili a coprire l'aumento delle esigenze locali e le condizioni di regime in sede di trasformazione dei prodotti stessi.

    Si procederà all'esame dei mezzi posti in atto per raggiungere gli obiettivi dell' RSA di attenuare i costi addizionali di approvvigionamento delle regioni e di abbassare i prezzi attraverso la messa in concorrenza delle fonti di approvvigionamento.

    Riguardo ai provvedimenti relativi alle produzioni agricole, essi non potranno essere pienamente efficaci se non nella misura in cui saranno adattati alle realtà locali, saranno coerenti fra di loro e con l'RSA. Non deve quindi trattarsi di un'operazione superficiale, bensì di un riflesso di un asse di sviluppo integrato.

    Si tratterà di esaminare se i provvedimenti di sostegno alla produzione agricola saranno inadeguati rispetto alle realtà regionali, in modo da renderli più incentivanti ed efficaci. Sarà opportuno studiare le condizioni particolari di ammissibilità dei provvedimenti, il livello degli aiuti e le limitazioni quantitative quando si tratta di prodotti con un modesto tasso di approvvigionamento. Si dovranno poi esaminare le condizioni di applicazione della PAC nei vari settori, per verificare in quale misura si potranno rivelare necessarie determinate deroghe, che saranno valutate con spirito di apertura.

    Se del caso, si tratterà di esaminare l'eventuale attuazione di nuove misure allo scopo di tener conto, nel rispetto degli obiettivi dei POSEI, delle specificità e delle esigenze locali. L'agricoltura di queste regioni deve affrontare le conseguenze di una "mondializzazione" del suo ambiente economico. Fra l'altro, i tipi principali di produzione di queste regioni devono affrontare la concorrenza dei prodotti similari provenienti dai paesi limitrofi (ACP, PTOM, PVS) che fruiscono di oneri sociali e di altre condizioni di produzione favorevoli. Questa concorrenza si esercita sui loro mercati locali o sul resto dell'Unione, in cui questi prodotti dei paesi terzi fruiscono di diritti di ingresso preferenziali. Un contesto siffatto impone una vigilanza e una sorveglianza particolarmente strette.

    Una sorveglianza a scadenze regolari e, se del caso, un rapido adattamento delle misure in questione possono rendersi necessari per rispondere alle evoluzioni della PAC o del contesto internazionale, che hanno effetti sugli agricoltori di queste regioni.

    Sarà importante cercare di giungere ad una semplificazione della gestione di questi regimi e di migliorare la trasparenza senza nuocere alla sorveglianza e al controllo di queste disposizioni.

    Riguardo alle OCM, al di là del capitolo agricolo dei POSEI, le produzioni locali di queste regioni saranno interessate, a titolo di produzione comunitaria, dalle riforme future delle OCM relative al riso, allo zucchero e in particolare alle banane. Le conseguenze di queste riforme sull'agricoltura delle regioni in causa dovranno essere prese in esame.

    Riguardo alle richieste relative alle deroghe strutturali, esse saranno esaminate a livello di documenti unici di programmazione (DOCUP) o di prorammi operativi (PO), allo scopo di verificare la realtà dei problemi, gli aspetti specifici di cui tener conto ed eventualmente le soluzioni da apportarvi.

    2. Pesca

    Il settore della pesca svolge un ruolo basilare per lo sviluppo socioeconomico delle regioni ultraperiferiche, tenuto conto della sua importanza nel tessuto produttivo locale.

    Si tratta infatti di un settore che, nelle economie di queste regioni, comporta attività diversificate che mantengono in attività una fascia importante della popolazione, soprattutto nelle imprese a conduzione familiare. Queste attività sono il frutto di un'esperienza acquisita nel settore e in tutte queste regioni le alternative di diversificazione occupazionali sono scarse. La pesca abbraccia una vasta gamma di attività legate al settore: la cattura, la trasformazione, la commercializzazione, la distribuzione e il consumo. In questo contesto, risulta necessario evidenziare le prospettive in grado di offrire una risposta adeguata alle esigenze del settore.

    La Commissione ha avviato sin d'ora un processo di riflessione sugli opportuni adattamenti della politica comune pesca che risultano necessari in vista della scadenza del 2002. La Commissione coglie l'occasione di tale scadenza per varare un'ampia riflessione sui miglioramenti necessari della politica comune della pesca nei suoi vari aspetti per far fronte alle sfide cui è confrontata.

    In tale contesto, considerata la nuova disposizione del Trattato sulle regioni ultraperiferiche, la Commissione esaminerà l'opportunità di eventuali adattamenti della politica comune della pesca, tenuto conto delle misure specifiche già adottate. Essa proporrà a partire dall'anno 2001 adattamenti adeguati delle misure in vigore ed eventualmente, nuove misure specifiche riguardanti le regioni ultraperiferiche.

    Per quanto riguarda, più in particolare, le richieste contenute nei memorandum presentati dagli Stati membri:

    - nel caso del regime di compensazione dei costi aggiuntivi verificati nello smercio di determinati prodotti della pesca, che funziona in modo assai soddisfacente, e a seguito della valutazione di tale regime nel corso dell'anno 2000, la Commissione presenterà in tempo utile le proposte che si riveleranno adeguate in vista della proroga del regime in questione.

    - le proposte nel campo del trattamento specifico della flotta potrebbero implicare conseguenze a livello dell'utilizzazione sostenibile delle risorse e meritano, di conseguenza, un orientamento prudente;

    - la proposta relativa alla possibilità di rispedire i prodotti che hanno fruito di un regime di sospensione temporanea dei dazi di importazione richiede un esame approfondito, in considerazione dell'importanza delle attività nelle acque in questione (le Canarie), delle quantità sbarcate e del fatto che i prodotti previsti nel presente regime coprono un'ampia gamma di specie;

    - infine, nel settore della ricerca, che costituisce un elemento di primaria importanza in una politica di conservazione e di gestione delle risorse, le possibilità di finanziamento comunitario dipenderanno dall'importo finanziario complessivo che il Consiglio definirà per questo settore.

    B. Rilancio economico delle regioni ultraperiferiche

    1. Strumenti

    a. Fondi strutturali

    Occorre ricordare che la politica regionale e strutturale dell'Unione europea costituisce nel suo insieme una risposta agli handicap specifici cui sono confrontate le regioni ultraperiferiche. Tale risposta rientra nella prospettiva degli articoli 158 e 159 del trattato CE che enunciano l'obiettivo di "coesione economica e sociale" e assegnano alla politica regionale l'obiettivo di ridurre i divari in materia di sviluppo tra le regioni meno progredite dell'Unione e le altre. I contributi finanziari dell'Unione favoriscono sostanzialmente la messa a punto di strategie di sviluppo in ogni regione.

    Nel periodo 2000-2006, il Consiglio le regioni ultraperiferiche sono ammissibili all'obiettivo 1, come già nei due periodi precedenti, 1989-1993 e 1994-1999. La classificazione nell'obiettivo 1 garantisce pertanto a queste regioni un contributo finanziario elevato dell'Unione europea, poiché quasi il 70% dei contributi dei Fondi strutturali è assegnato alle regioni dell'obiettivo 1 per il nuovo periodo di programmazione. Queste dotazioni finanziarie riflettono la preoccupazione di concentrare lo sforzo comunitario sulle regioni meno progredite. La classificazione nell'obiettivo 1 offre anche il vantaggio di fare beneficiare le regioni interessate di un margine di ammissibilità più ampio per ciascuno dei Fondi strutturali, che include ad esempio i settori dell'istruzione e della sanità per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, come pure di aliquote di cofinanziamento più elevate. La Commissione si propone di riflettere in futuro sulle modalità più opportune di tener conto della situazione particolare di queste regioni, riconosciuta dall'art. 299, paragrafo 2, nell'ammissibilità ai fondi strutturali.

    I nuovi orientamenti fissati dalla Commissione per le azioni strutturali e la politica regionale per il periodo di programmazione 2000-2006 sembrano particolarmente pertinenti per le regioni ultraperiferiche, in special modo per:

    - la ricerca di una competitività elevata come condizione per la crescita e lo sviluppo, ciò che presuppone un equilibrio tra le principali dotazioni in infrastrutture e gli aiuti diretti allo sviluppo dei settori produttivi;

    - l'obiettivo di uno sviluppo agricolo e rurale durevole che tenga conto delle esigenze proprie di tali regioni che derivano dalla loro situazione geografica e dai loro obblighi specifici;

    - la prospettiva di uno sviluppo durevole e la priorità riservata alla conservazione dell'ambiente in regioni caratterizzate dall'insularità, le esiguità del territorio e, per una di esse, la sensibilità dell'ecosistema della foresta amazzonica. Più altrove, occorre favorire una sintesi fra il necessario sviluppo delle attività economiche creatrici di posti di lavoro e i vincoli ambientali locali;

    - gli assi strategici della politica dell'occupazione e delle risorse umane in regioni spesso caratterizzate da una pressione demografica forte, da un tasso di disoccupazione elevato (fra i più alti dell'Unione europea) e la necessità di adattare le qualificazioni in funzione degli sbocchi dei settori economici delle singole regioni;

    - il ruolo determinante delle PMI in economie insulari e isolate, dove i vincoli imposti alla produzione e l'esiguità dei mercati locali gravano sulla redditività delle attività. A tale riguardo sembra auspicabile che tutte le risorse dei dispositivi d'ingegneria finanziaria ammessi dai regolamenti sui Fondi strutturali, e che d'altra parte hanno potuto essere specificati nelle schede di SEM 2000, siano sfruttate. Ciò dovrebbe consentire di soddisfare le pressanti necessità in materia di finanziamento che sono emerse in queste regioni negli ultimi dieci anni.

    A questi orientamenti occorre aggiungere, per le regioni ultraperiferiche, l'aspetto supplementare di un migliore inserimento geografico locale attraverso la cooperazione regionale (cfr. infra). Siffatto ampliamento dell'orizzonte economico delle regioni ultraperiferiche sembra essere una delle chiavi di volta del loro sviluppo futuro. Una risposta a queste preoccupazioni va ricercata nella sezione "B" dell'iniziativa INTERREG III, che apre la strada a riflessioni strategiche multinazionali. D'altra parte, i DOCUP/Programmi che saranno adottati nel quadro dell'obiettivo 1 permetteranno di avviare azioni di cooperazione regionale con i paesi limitrofi in ogni zona geografica interessata. Molto più che in passato, l'obiettivo delle varie azioni sarà lo sviluppo economico. La stessa sezione "B" prevede spazi e forme di cooperazione specifica per le regioni ultraperiferiche con una serie di priorità che tengono conto della loro situazione particolare.

    Quanto all'attuazione dei fondi strutturali e tenuto conto delle richieste formulate dagli Stati membri nei loro memorandum, una riflessione sarà dedicata ai seguenti aspetti:

    - incremento della partecipazione dei fondi per gli investimenti nelle piccole e medie imprese, per le sette regioni, dal 35 % al 50 % ;

    - ampliamento alle quattro regioni francesi, a titolo di parallelismo delle disposizioni fra le sette regioni, dei massimali di intervento dei fondi strutturali previsti per le zone situate nelle regioni della coesione, quando si tratta di regioni ultraperiferiche: 85% anziché 75% per l'insieme dell'obiettivo.

    D'altra parte, nell'ambito della preparazione e del negoziato dei quadri comunitari d'appoggio o dei documenti unici di programmazione relativi alle sette regioni ultraperiferiche, con gli Stati membri interessati, la Commissione farà sì, conformemente agli orientamenti che essa ha adottato per il periodo 2000-2006, di sorvegliare l'attuazione e il rafforzamento degli strumenti finanziari per le imprese, in particolare per i dispositivi di ingegneria finanziaria quali il capitale di rischio. Essa si occuperà inoltre della promozione e del sostegno dell'artigianato, dello sviluppo di progetti nel campo del risparmio di energia e della produzione di energia rinnovabile, nonché dell'attuazione di progetti relativi all'ambiente e dello sviluppo di reti di trasporti e di energia.

    In questo ambito potrebbe anche essere presa in considerazione la possibilità di attuare interventi finanziari per incoraggiare la prevenzione di catastrofi naturali (p.es.: attuazione della normativa anticiclonica delle attrezzature), allo scopo di garantire la perennità delle grandi infrastrutture e degli investimenti produttivi, oltreché per contribuire al restauro degli stessi in caso di catastrofi naturali.

    b. Prestiti della BEI

    Per quanto riguarda gli strumenti finanziari di prestito, un impiego più vasto dei prestiti individuali della Banca europea per gli investimenti sarebbe auspicabile per il finanziamento degli investimenti produttivi nei settori pubblici e privati. Ricordiamo che i prestiti globali destinati alle PMI sono trattati al punto 2 successivo. È opportuno sottolineare che la BEI consacra più di due terzi dei suoi finanziamenti a progetti localizzati nelle regioni svantaggiate.

    Oltre ai settori classici (infrastrutture, trasporti, ecc.), la Banca ha ampliato negli ultimi anni i settori che sono ammessi a fruire di prestiti. L'istruzione, la salute, l'ambiente naturale e urbano (trattamento dei rifiuti, gestione delle acque), ecc., sono altrettanti esempi di settori che possono essere ammessi ai prestiti e di cui le regioni ultraperiferiche hanno grande bisogno.

    D'altra parte, la BEI è anche attiva nel finanziamento di progetti che mirano all'impiego razionale dell'energia. Gli interventi della Banca nel settore delle energie rinnovabili (energia solare, eolica, geotermica, ecc.) dovrebbero contribuire a ridurre il deficit energetico nelle regioni ultraperiferiche.

    I lunghi periodi di rimborso (da 5 a 12 anni anche nel caso di prestiti per le attività industriali e commerciali e da 15 a 20 anni per il finanziamento di infrastrutture), nonché i periodi di sospensione (3-6 anni) sono punti di forza di grande importanza. Inoltre, la riduzione sensibile dei tassi di interesse verificatasi negli ultimi anni dovrebbe svolgere un ruolo positivo a favore di un maggiore impiego di questi strumenti finanziari. È comunque opportuno ricordare che i prestiti sono concessi su richiesta. A titolo di paragone ricordiamo che i prestiti concessi dalla BEI ai paesi ACP nella regione dei Caraibi erano di 34 milioni di euro nel 1998, mentre nessuna operazione era stata stipulata nei DOM della regione.

    c. Aiuti statali

    Aiuti statali nei settori diversi dall'agricoltura, la pesca e i trasporti

    La Commissione è determinata a tener conto pienamente, in base all'articolo 87 del Trattato CE del forte messaggio rappresentato dall'adozione del nuovo articolo 299, paragrafo 2.

    Il quadro comunitario attuale, il cui spirito non è diverso da quello del Trattato di Amsterdam, ha già dato prova della sua elasticità e della sua capacità di adattarsi alle condizioni particolari che sono quelle delle regioni ultraperiferiche.

    Le azioni di grande portata a favore dello sviluppo di queste regioni, che sono condotte in direzione delle imprese dall'Unione europea, dagli Stati membri o dalle regioni stesse, testimoniano di questa volontà.

    La Commissione procederà quindi nelle prossime settimane ad una modifica delle sue direttrici degli aiuti statali a finalità regionale su due aspetti essenziali.

    Da un lato, la concessione di aiuti al funzionamento non degressivi e non limitati nel tempo diverrà possibile nelle regioni ultraperiferiche che possono essere ammesse agli aiuti a finalità regionale, quando questi sono destinati a ridurre i costi addizionali di esercizio dell'attività economica inerenti agli handicap identificati all'articolo 299, paragrafo 2 del Trattato. Le proposte di aiuto saranno esaminate in base al livello di sviluppo raggiunto e al loro contributo allo sviluppo futuro della regione. La misura dell'handicap, a carico dello Stato membro, e l'esame dell'aiuto preso in considerazione potranno essere condotti tenendo conto delle particolarità di taluni settori economici.

    D'altra parte, allo scopo di far sì che tutte le regioni ultraperiferiche possano fruire di questa nuova possibilità, il beneficio della deroga 87.3.c del trattato sarà loro aperto in base alla sola giustificazione della loro ultraperifericità, ma nel rispetto del massimale di popolazione nazionale.

    La Commissione ha studiato con attenzione le altre domande formulate nei memorandum degli Stati membri e delle regioni.

    Talune domande sembrano contraddire la politica attuale di controllo comunitario degli aiuti statali, fondata su una proporzionalità degli aiuti autorizzati con il ritardo relativo dello sviluppo della regione (proposta di un beneficio automatico della deroga 87.3.a per le regioni ultraperiferiche) o con le dimensioni dell'impresa (in tal modo, l'ampliamento della definizione di PMI rischierebbe di favorire le filiali dei grandi gruppi) e non hanno quindi potuto essere accolte. Nel caso di altre domande, la Commissione non è stata convinta del fatto che l'esistenza di uno stretto legame con le caratteristiche dell'ultraperifericità descritte nel nuovo articolo 299, paragrafo 2, sia tanto importante da giustificare un trattamento distinto di queste regioni (p.es.: richiesta di tener conto della specificità ultraperiferica in tutti i testi comunitari relativi agli aiuti statali e condizioni specifiche di notifica). Infine, la Commissione esaminerà in modo più approfondito talune richieste (come il mantenimento delle attività dell'Agenzia francese di sviluppo o del regime di compensazione dei costi addizionali di trasporto alle Azzorre) prima di prendere una posizione definitiva.

    Aiuti statali nel settore agricolo

    Nel novembre 1999, la Commissione ha adottato nuove linee direttrici che disciplinano gli aiuti di Stato nel settore agricolo, che entreranno in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2000 e che prevedono una serie di regole specifiche per gli aiuti di Stato delle regioni ultraperiferiche.

    Dato che l'approvazione di taluni tipi di aiuti al funzionamento a favore delle regioni ultraperiferiche costituisce un'evoluzione recente nel contesto della politica seguita in materia di aiuti di stato nel settore agricolo, sarebbe opportuno prevedere l'integrazione di una base giuridica adeguata in una proposta intesa a modificare i regolamenti POSEI in vigore, onde tener conto dei vincoli specifici che gravano sulle regioni in questione.

    Aiuti statali nel settore della pesca

    La specificità delle regioni ultraperiferiche è già considerata dalle disposizioni relative ai Fondi strutturali, in quanto sono autorizzati tassi più elevati per gli aiuti statali in tale settore. Nel contesto della revisione delle linee direttrici per l'esame degli aiuti nazionali nel settore della pesca e dell'acquacultura, la Commissione rifletterà sulla eventuale necessità di altre disposizioni specifiche.

    Aiuti statali nel settore dei trasporti

    Finanziamento delle infrastrutture di trasporto

    La Commissione considera di norma che il finanziamento pubblico di un'infrastruttura aperta a tutti gli utenti attuali e potenziali non costituisca un aiuto nel senso dell'articolo 87, paragrafo 1 del Trattato. Questo orientamento deve tuttavia tener conto dell'evoluzione recente dei mercati dei trasporti, contraddistinta in particolare dalla tendenza costante all'aumento del numero di operatori privati. Non è quindi escluso che il finanziamento pubblico di un'infrastruttura di trasporto possa procurare un vantaggio in termini di concorrenza, sia diretto che indiretto, ad una o più imprese e costituisca quindi un aiuto alle stesse. Trattandosi di un'infrastruttura situata in una regione ultraperiferica, la Commissione esaminerà con la maggior precauzione possibile il tema della compatibilità di un provvedimento rispetto alle norme in materia di aiuti statali, per valutare la positività dell'impatto di tale infrastruttura sullo sviluppo della regione.

    Un orientamento coerente e globale degli aiuti nel settore dei trasporti

    Le norme applicabili nel campo degli aiuti statali offrono fin d'ora la possibilità di tener conto delle esigenze delle regioni ultraperiferiche.

    L'articolo 87, paragrafo 2 a) del Trattato permette alla Commissione di autorizzare provvedimenti destinati a ridurre, a favore dei residenti nelle regioni ultraperiferiche, il costo dei collegamenti marittimi e aerei sia tra queste regioni e la metropoli che fra le isole degli arcipelaghi.

    Come abbiamo detto in precedenza, l'inquadramento degli aiuti a finalità regionale autorizza il compenso dei costi addizionali di trasporto che ostacolano lo sviluppo delle industrie locali.

    L'applicazione di queste disposizioni è comunque limitata. Ad esempio, è impossibile fruire di aiuti all'investimento in mezzi di trasporto in queste regioni a titolo dell'inquadramento degli aiuti a finalità regionale, oppure è necessario notificare tutte le misure di aiuto nel settore dei trasporti, in assenza di regole minime in questo settore.

    Gli handicap strutturali permanenti delle regioni ultraperiferiche richiedono un orientamento coerente e globale degli aiuti ai trasporti a destinazione, in provenienza e all'interno di queste regioni nel settore aereo, in quello marittimo e in quello terrestre. La Commissione ha in esame la possibilità di un inquadramento settoriale specifico per le regioni ultraperiferiche.

    d. Imposizione fiscale

    Imposizione indiretta

    L'articolo 299, paragrafo 2 sostituisce l'ex-articolo 227, paragrafo 2 del Trattato. Le disposizioni adottate in base a tale articolo restano dunque valide.

    Il nuovo articolo 299, paragrafo 2 del Trattato autorizza chiaramente misure particolari a favore delle regioni ultraperiferiche in materia di imposizione fiscale finché le domande saranno giustificate in considerazione degli handicap di queste regioni.

    La Commissione ha allo studio per il futuro vari provvedimenti fiscali applicabili alle regioni ultraperiferiche in base alle richieste contenute nei memorandum trasmessi dalla Francia, la Spagna e il Portogallo.

    Essa ritiene che sia opportuno ricercare in ciascun caso gli strumenti più adatti agli obiettivi di sviluppo regionale e di sostegno a favore di queste regioni, anche attraverso misure fiscali di deroga, la cui applicazione potrebbe anche essere di lunga durata. Ciò non si sostituisce ad una valutazione specifica delle richieste, conformemente alle procedure in vigore. Le richieste devono essere trattate in concertazione con ciascuno dei tre Stati, in un aperto spirito di collaborazione e di proseguimento dell'attuazione degli obiettivi definiti all'articolo 299, paragrafo 2 del Trattato CE. Sarà opportuno in ogni caso proporre i provvedimenti più adatti per raggiungere gli obiettivi definiti in questa disposizione del Trattato. È su questa base che è stato esaminato il fascicolo fiscale dei tre memorandum e che possono essere apportate le risposte più adatte.

    Richieste della Francia e risposte della Commissione

    La Francia richiede che sia mantenuto il regime di "octroi de mer" (dazi di mare) che scadrà il 31 dicembre 2002, tenendo conto della situazione economica e sociale delle regioni d'oltremare.

    La Francia richiede anche che sia mantenuto lo statuto fiscale particolare dei DOM in base al quale essi sono esclusi dal campo di applicazione della sesta direttiva che istituisce il regime comune IVA.

    La Francia richiede infine che sia prorogato il regime fiscale, che scade il 31 dicembre 2002, applicabile ai rhum tradizionali dei DOM sul mercato francese.

    La Francia fonda queste richieste sulla permanenza, se non sull'aggravamento degli handicap che pongono serie ipoteche sullo sviluppo economico dei DOM.

    Per quanto riguarda l'octroi de mer, autorizzato da una decisione del Consiglio del 22 dicembre 1989, questo provvedimento è stato considerato fino ad oggi uno strumento di sviluppo. La Commissione ha approvato il 24 novembre 1999 una relazione provvisoria trasmessa al Consiglio e al Parlamento, che presenta il regime dei dazi di mare e constata che questo strumento è essenziale per mantenere il livello di sviluppo dei dipartimenti in questione. È comunque necessario ricordare che l'applicazione della decisione del Consiglio del 1989 ha dato luogo a difficoltà procedurali che hanno condotto la Commissione ad avviare negoziati con le autorità francesi per adottare un codice di condotta che disciplini la procedura da rispettarsi in sede di introduzione delle notifiche. Al momento attuale questo progetto non è stato ancora posto in atto.

    L'articolo 3 della decisione 89/688/CEE del 22 dicembre 1989 e la relazione del 24 novembre 1999 prevedono che nel corso dell'anno 2001 la Commissione trasmetta una nuova relazione al Consiglio sui dazi di mare. Il Consiglio analizzerà l'incidenza delle misure di esonerazione sull'economia dei dipartimenti d'oltremare e il loro contributo alla promozione o al mantenimento delle attività economiche locali.

    È quindi opportuno procedere a questa valutazione in concertazione con le autorità francesi, che potrebbero fornire alla Commissione gli elementi di valutazione sui quali esse si sono fondate per formulare la richiesta contenuta nel loro memorandum. Il rinnovo del regime dei dazi di mare sarà preso in esame in base ai criteri di necessità, di proporzionalità e al carattere precisamente determinato delle misure adottate. Dopo aver tenuto conto delle conclusioni di questa valutazione, la Commissione presenterà al Consiglio una proposta adeguata.

    Riguardo al regime applicabile al rhum tradizionale dei DOM, la Francia fa valere l'argomentazione che, in particolare grazie a questo provvedimento, la produzione di rhum ha mantenuto il livello economico che le è proprio ed ha inoltre contribuito a conservare la trafila canna-zucchero-rhum, la cui importanza economica e sociale fondamentale nei DOM rende insostituibile il provvedimento in questione.

    La richiesta francese dev'essere esaminata in relazione alle azioni condotte a favore dei rhum dei DOM e, in particolare, attraverso il ricorso agli strumenti finanziari della politica regionale e delle misure agricole di POSEIDOM, nonché delle eventuali misure complementari poste in atto sul piano nazionale. Spetterà alla Francia definire una diagnosi precisa in base a questi elementi.

    D'altra parte, la valutazione più generale della situazione economica e sociale della trafila canna-zucchero-rhum dovrà anch'essa essere valutata in relazione alle condizioni applicabili allo zucchero dei DOM nell'ambito dell'OCM "zucchero".

    In generale, la Francia ritiene che le misure specifiche accolte per i DOM debbano ora durare nel tempo, piuttosto che stabilire a priori una data limite per la loro applicazione e che dovrebbe essere posto in atto un dispositivo di valutazione che consenta di misurare il loro impatto sullo sviluppo economico e sociale ad intervalli regolari e in base a criteri prestabiliti. Questa soluzione non consente l'adozione di provvedimenti adeguati a livello comunitario, fondati sul carattere temporaneo delle misure di deroga nel campo dell'imposizione fiscale, ma, tenendo conto della necessità di creare il clima di sicurezza indispensabile allo sviluppo dell'attività degli operatori economici interessati, sarà presa in considerazione una lunga durata delle misure di deroga, accompagnata da rappporti di valutazione destinati a preparare la proroga o l'adattamento delle misure.

    Richieste della Spagna e risposte della Commissione

    La Spagna richiede la proroga dei provvedimenti fiscali esistenti per le isole Canarie, cioè la proroga della tassa sulla produzione e le importazioni, detta APM, la proroga dell'IGIC (imposta generale indiretta delle Canarie) e della tariffa speciale della tassa insulare, applicabile in questo territorio in ragione dell'esclusione dello stesso dal regime comune IVA. La Spagna si dichiara comunque pronta a prendere in considerazione la messa in atto di una imposta neutra che tenga conto della necessità di realizzare un certo livello di sviluppo della produzione di beni, nelle isole Canarie.

    Per valutare correttamente queste richieste, è opportuno ricordare che la tassa APIM dovrà scomparire il 31 dicembre 2000. Comunque, il regolamento del Consiglio del 13 dicembre 1999 che sospende la riduzione dei tassi dell'APIM, precisa che, prima di tale data, la Commissione esaminerà con le autorità spagnole l'incidenza della sospensione dell'abolizione della tassa sui settori economici in causa e più particolarmente sui prodotti sensibili che appartengono ai settori più fragili fra quelli che fanno oggetto di questo regolamento, cioè: i prodotti che appartengono ai settori degli alimenti vari, il tabacco, i prodotti chimici, la carta, i tessili, i prodotti delle industrie metallurgiche e altri prodotti di manifattura. Il Consiglio invita la Commissione a trasmettergli, se del caso, in funzione dei risultati di questo esame, una proposta riguardante i provvedimenti da adottare in base al trattato, allo scopo di non compromettere l'esistenza di determinate attività locali di produzione particolarmente fragili, pur assicurando a termine la soppressione della tasse in vigore.

    Non sembra possibile esimersi da questa valutazione, tuttavia conviene di certo esaminare inoltre e, se del caso porre in atto, la proposta alternativa formulata dalla Spagna, interessante ma non elaborata fino ad ora, di instaurare un'imposta specifica neutra che tenga conto delle caratteristiche di sviluppo delle isole Canarie.

    Nella fase attuale si aprono varie possibilità che è opportuno approfondire in concertazione con le autorità spagnole. La Commissione trasmetterà in tempo utile nel corso del secondo semestre di quest'anno una proposizione adeguata.

    Richieste del Portogallo e risposte della Commissione

    Il Portogallo richiede il mantenimento, per la regione autonoma di Madera, delle attuali aliquote IVA ridotte per i prodotti a base di rhum e di liquori di frutta.

    Il Portogallo richiede anche il mantenimento dei tassi ridotti di accise sul gasolio consumato nella regione, che mirano a compensare i costi aggiuntivi causati dal trasporto di combustibile fino a tale luogo.

    Inoltre, per quanto riguarda la regione di Madera, il Portogallo richiede l'autorizzazione di applicare riduzioni di aliquote superiori al 50% al rhum prodotto nella regione (la riduzione applicata attualmente sarebbe insufficiente a garantire la convenienza economica della produzione di rhum) e ai liquori prodotti a base di frutta subtropicale, alla Poncha e alla Macia, prodotte a base di rhum.

    Le aliquote ridotte applicati dal Portogallo costituiscono l'attuazione dell'articolo 12.6 della direttiva 77/388/CEE relativa al sistema comune dell'IVA. Trattandosi di un provvedimento che rientra nella sesta direttiva IVA e che non stabilisce alcuna discriminazione fra i prodotti importati e i prodotti locali, non è attualmente intenzione della Commissione proporre di emendarlo o di abrogarlo.

    Al momento attuale, l'articolo 7, paragrafo 3 della direttiva 92/84 autorizza il Portogallo ad applicare nella regione autonoma di Madera e delle Azzorre aliquote di accise ridotte che non possono essere inferiori di oltre il 50% alle aliquote nazionali sui prodotti che fanno oggetto del memorandum portoghese. La Commissone non si oppone al mantenimento di queste aliquote ridotte. Riguardo alla richiesta supplementare di applicare riduzioni di aliquote superiori al 50% al rhum e ai liquori prodotti a base di frutti subtropicali, alla Poncha e alla Macia nella regione di Madera, la Commissione ha bisogno di maggiori informazioni prima di potersi pronunciare. Di conseguenza, essa invita il Portogallo a fornirle tutti gli elementi che giustificano la sua richiesta.

    Le aliquote ridotte di accise sul gasolio consumato nella regione sono accordate in base all'articolo 8, paragrafo 4 della direttiva 92/81/CEE e sono stati autorizzati fino alla fine dell'anno 2000. Le deroghe accordate in applicazione di questa disposizione sono riviste a scadenze periodiche e la loro proroga è sottoposta all'accordo del Consiglio. La Commissione non vede al momento attuale alcuna ragione per opporsi ad una nuova proroga di questo provvedimento.

    Fiscalità diretta

    Il codice di condotta in materia di imposizione fiscale delle imprese, adottato nel quadro delle conclusioni del Consiglio ECOFIN di 1° dicembre 1997, mira ad esaminare le misure potenzialmente svantaggiose sul piano fiscale e che possono avere un'incidenza sulla localizzazione delle attività economiche nella Comunità. Il gruppo "Codice di condotta", creato a tale scopo dal Consiglio ECOFIN summenzionato ha esaminato circa 250 misure del settore dell'imposizione fiscale delle imprese che potrebbero rientrare nel campo d'applicazione del codice, 8 delle quali riguardano le regioni ultraperiferiche.

    Le misure riguardanti le regioni ultraperiferiche sono state valutate conformemente alle disposizioni del Codice il cui paragrafo G precisa, per le misure fiscali intese a sostenere lo sviluppo economico di determinate regioni , che "sarà valutato se sono proporzionali e mirate", e che "nell'ambito di tale valutazione, un'attenzione particolare sarà riservata a caratteristiche e vincoli specifici delle regioni ultraperiferiche (...) senza nuocere all'integrità e alla coerenza dell'ordinamento giuridico comunitario, incluso il mercato interno e le politiche comuni".

    Il Consiglio sta esaminando i risultati dei lavori del gruppo e la strategia da adottare per il futuro; per ogni misura considerata pregiudizievole, si potrà ricorrere allo smantellamento, presentare una richiesta di adattamento allo Stato membro interessato o procedere alla regolamentazione. In funzione del risultato, spetterà alla Commissione decidere il seguito da riservare alla questione e gli orientamenti da prendere in considerazione.

    e. Dogane

    Per quanto riguarda le isole Canarie, le autorità spagnole hanno richiesto all'inizio del 1999 ed hanno ribadito nel memorandum, un'esonerazione generale dei dazi del TDC sui prodotti industriali destinati all'equipaggiamento delle zone franche e sulle materie prime destinate alla trasformazione in tali zone franche, prendendo come base i provvedimenti adottati in precedenza per le zone franche portoghesi. L'unica zona franca istituita nelle Canarie è quella del porto di Las Palmas.

    Questa richiesta ha già ricevuto una prima reazione positiva da parte della Commissione. Attualmente, le autorità spagnole stanno esaminando quali tipi di imprese e di attività industriali si installeranno in linea di principio e si svilupperanno nella zona franca in questione, allo scopo di poter successivamente determinare gli elenchi di prodotti e di materie prime che dovrebbero fruire dell'esenzione.

    In parallelo a questi sviluppi, le autorità spagnole hanno chiesto che taluni prodotti, tra cui le materie prime che hanno subito una trasformazione, siano considerati in libera circolazione. La Commissione intende esaminare questa richiesta nel contesto globale di quella precedente e cioè a condizione che la trasformazione abbia luogo nelle zone franche e secondo norme da definirsi.

    D'altra parte, la Spagna ha anche richiesto il mantenimento permanente delle esenzioni tariffarie all'importazione di prodotti industriali sensibili e ultrasensibili destinati al mercato interno delle Canarie oltre il periodo transitorio stabilito per l'introduzione progressiva del TDC.

    Ricordiamo che questi prodotti fruiscono attualmente, in conformità delle disposizioni del regolamento 1911 e in particolare del regolamento 527/96, di una sospensione temporanea - nonché di un'introduzione progressiva più elastica rispetto agli altri prodotti - dei dazi doganali del TDC durante un periodo transitorio che termina il 31 dicembre 2000, allo scopo di tener conto delle difficoltà di taluni settori dell'industria di trasformazione e del commercio. Al momento attuale, i tassi dei dazi doganali applicabili alle Canarie equivalgono al 60% di quelli del TDC per i prodotti sensibili e al 35% per i prodotti ultrasensibili. A decorrere dal 1° gennaio 2001, i tassi dei diritti applicabili devono essere equivalenti al 100% di quelli del TDC.

    La Commissione ritiene che un mantenimento illimitato delle esenzioni tariffarie, che si trovano inoltre ad un livello avanzato di introduzione, nuocerebbe alla coerenza del diritto comunitario e del mercato interno, nella misura in cui l'applicazione integrale dei dazi del tariffario doganale comune nei rapporti con i paesi terzi costituisce uno dei pilastri essenziali dell'unione doganale.

    Ciononostante, la Commissione è pronta a studiare una proroga limitata nel tempo di queste esenzioni tariffarie e a tenerne conto, dopo esame caso per caso e nella misura in cui la richiesta sia debitamente giustificata dal punto di vista economico e sociale e proporzionata rispetto all'obiettivo perseguito di una piena integrazione di questa regione nella Comunità.

    Per quanto riguarda i dipartimenti francesi d'oltremare (DOM), la loro prossimità geografica con i paesi ACP o con paesi che beneficiano di tariffe preferenziali nell'ambito del sistema delle preferenze generalizzate (SPG), li mette in una situazione di svantaggio dal punto di vista concorrenziale. I prodotti dei paesi limitrofi che subiscono una trasformazione sostanziale beneficiano di regimi preferenziali se importati nella Comunità e dunque nei DOM. Al contrario, i DOM devono sostenere l'onere di dazi doganali o far fronte a restrizioni quantitative quando i loro prodotti entrano in detti territori.

    L'articolo 299, paragrafo 2 del Trattato dovrebbe permettere di adottare misure specifiche simili a quelle prese nelle regioni ultraperiferiche di Madera e delle Azzorre e ciò per controbilanciare questa situazione particolarmente sfavorevole. Va osservato tuttavia che queste misure dipendono dall'esistenza di zone franche nei DOM ma, per il momento, in questi territori non esistono zone franche.

    Infine, le misure adottate nelle regioni ultraperiferiche portoghesi (Azzorre e Madera), che comportano un'esenzione generale dei dazi del TDC per i prodotti destinati all'attrezzatura delle zone franche come pure per le materie prime sottoposte ad una trasformazione sostanziale al loro interno, la cui proroga è stata richiesta nel memorandum portoghese, faranno oggetto di un esame da parte della Commissione nel corso di quest'anno, allo scopo di determinarne gli effetti sull'economia degli arcipelaghi di Madera e delle Azzorre. In funzione di questo esame, potranno essere prese in considerazione un'eventuale proroga o un'estensione delle misure in questione.

    2. Settori strategici

    a. sostegno alle pmi, all'artigianato e al turismo

    L'Euro

    L'introduzione dell'euro, il 1° gennaio 2002, avrà molte ripercussioni positive per le imprese delle regioni ultraperiferiche. Si faciliteranno in tal modo gli investimenti produttivi pubblici e privati tramite un mercato finanziario più trasparente e in conseguenza della diminuzione dei tassi d'interesse rispetto agli anni precedenti. È opportuno sottolineare che il costo dei prestiti bancari in talune regioni ultraperiferiche è di gran lunga superiore a quello delle operazioni analoghe nei territori continentali rispettivi. L'introduzione dell'euro favorirà allo stesso tempo lo sviluppo dei capitali di investimento e il flusso di capitali verso queste regioni. L'euro vi rappresenta anche un fattore di stabilità economica e monetaria rispetto ad altre regioni limitrofe e concorrenti (Brasile, Venezuela, ecc.) che nel passato hanno attraversato crisi monetarie profonde.

    Nel settore degli scambi commerciali, la realizzazione di una zona euro, con un'unica moneta, senza rischi di cambio né costi di conversione, favorirà il commercio fra le regioni ultraperiferiche e tutti i paesi dell'Unione. Per le stesse ragioni, l'euro apporterà alle imprese nel settore del turismo un vantaggio comparativo in rapporto ad altre regioni del mondo.

    Per quanto riguarda i costi dell'adattamento all'euro, la Commissione, in associazione con gli Stati membri, farà sì che le regioni ultraperiferiche ricevano un'attenzione particolare nelle azioni di sensibilizzazione e di formazione, allo scopo di facilitare un passaggio alla moneta unica senza che vi siano scosse.

    Nel caso dell'isola di Saint Martin, dove predomina l'impiego del dollaro, la presenza dell'euro e il rapporto di forze con la moneta americana dovrebbero fare oggetto di una sorveglianza particolare.

    Finanziamenti

    La riduzione sensibile dei tassi d'interesse verificatasi negli ultimi anni e i lunghi periodi di rimborso dovrebbero favorire una maggiore utilizzazione dei prestiti globali BEI da parte delle piccole e medie imprese (in particolare nei DOM, nell'ambito della soppressione del meccanismo di risconto, con la prossima scomparsa del franco francese).

    L'insufficienza di fondi propri e di garanzie costituisce uno dei vincoli fondamentali che ostacolano la creazione e lo sviluppo di PMI e di attività artigianali. Sembra quindi necessario proseguire gli sforzi in vista del rafforzamento di questi strumenti finanziari attraverso l'impiego di tecniche e di programmi di ingegneria finanziaria (capitale a rischio, sistemi di garanzie reciproche, ecc.). Il nuovo regolamento dei fondi strutturali incoraggia anche gli sforzi in questa direzione.

    La Commissione, la BEI e il Fondo europeo d'investimento hanno posto in atto un programma (programma d'azione speciale Amsterdam) che mira allo sviluppo delle imprese innovatrici [5] o in fase di rapida crescita per il tramite degli strumenti del capitale a rischio (fondi propri e altre forme di quasi capitale: prestiti subordinati, convertibili, ecc.). Lo "sportello PMI" sembra essere ben adatto per contribuire alla diversificazione delle imprese delle RUP eccessivamente ancorati sulle attività tradizionali. Questo programma prevede anche meccanismi di garanzia a favore delle PMI.

    [5] Dato il ritardo tecnologico e le dimensioni ridotte delle imprese situate nelle RUP, sembrerebbe opportuno esaminare il criterio di innovazione in senso lato (l'innovazione è tutto ciò che contribuisce a migliorare la competitività dell'impresa tramite un miglioramento delle sue attrezzature, dei suoi procedimenti di fabbricazione o di gestione, ecc.).

    I prestiti globali della BEI, nonché le operazioni di capitale a rischio, devono essere richiesti dalle imprese. Essi sono stipulati in cooperazione con le banche o gli intermediari specializzati. Una conoscenza e un impiego maggiori di queste iniziative da parte delle imprese e delle reti finanziarie locali sembrano essere necessari. A titoli di paragone, la BEI ha concesso prestiti globali alle PMI dei paesi ACP nella regione dei Caraibi, per un importo di 27 milioni di euro nel 1998. L'importo dei prestiti concessi alle PMI dei DOM è stato invece di solo 0,7 milioni di euro nello stesso periodo.

    Un ambiente più favorevole alle PMI

    Allo scopo di promuovere l'inziativa economica e l'occupazione, la Commissione conta di agire in modo da permettere alle regioni ultraperiferiche l'accesso più ampio e coordinato ai provvedimenti a favore delle PMI. Una buona parte di questi provvedimenti è presentata nei vari capitoli di questa relazione. Ricordiamo le seguenti iniziative:

    - il piano d'azione BEST, che comprende varie azioni che saranno condotte dalla Commissione e dagli Stati membri, è messo in atto con questi ultimi allo scopo di migliorare l'ambiente in cui le imprese svolgono la loro attività;

    - nel settore dei fondi strutturali, che si appoggiano alle azioni nazionali nelle regioni assistite dell'Unione, gli orientamenti della Commissione invitano gli Stati membri a riconoscere una priorità alle PMI nei loro programmi;

    - una posizione di importanza crescente, se non esclusiva, viene riconosciuta alle PMI in altri programmi comunitari, quali:

    - RDT, ADAPT, Leonardo, MET-startup, JEV , CREA, l'iniziativa e-Europa, proposta dalla Commissione al Consiglio europeo straordinario di Lisbona (23/24 marzo 2000) ;

    - il processo di scambio di esperienze e di buone prassi in materia di politiche e di misure di sostegno alle PMI, avviato a titolo di "azioni concertate";

    - il programma pluriennale per le PMI (1997-2000) e il nuovo programma pluriennale per le imprese (2001-2005) che il Consiglio dovrà adottare prima del 31.12.2000.

    Tutte queste iniziative hanno una direttrice comune che è quella dell'eccellenza delle politiche destinate alle imprese e, in particolare, a quelle più piccole, attraverso opportuni meccanismi di coordinamento. Le regioni ultraperiferiche sono invitate a farne uso.

    La Commissione intende inoltre promuovere una migliore qualità dei servizi di sostegno alle PMI, nonché un migliore accesso a questi servizi da parte delle imprese più piccole. Ciò è importante per le imprese di queste regioni.

    La Commissione ha migliorato l'informazione sui suoi programmi, nonché il ritorno dell'informazione da parte delle imprese, in particolare tramite le reti comunitarie quali gli euro-info-centri, i centri relais-innovazione, i centri europei delle imprese e dell'innovazione (CEEI-BIC). Essa auspica di estendere la cooperazione delle reti e l'impiego di Internet. La recente istituzione di "One-Stop-Internet-Shop for business" è particolarmente interessante per le PMI delle regioni ultraperiferiche desiderano operare nel mercato unico e ridurre in tal modo gli effetti della lontananza.

    Turismo

    Su proposta della Commissione, il Consiglio dell'Unione europea ha dato il 21 giugno 1999 un nuovo impulso alle attività nel settore del turismo durevole e di qualità, che non potranno essere che vantaggiose per le regioni ultraperiferiche.

    Le future "azioni dirette" nel settore del turismo potrebbero riguardare, in particolare, i progetti che mirano a promuovere l'integrazione delle buone prassi di gestione e di qualità, compresi anche gli aspetti relativi all'ambiente, nel funzionamento delle imprese del settore turistico. Una rete elettronica benchmarking garantirà gli scambi di informazioni in questo campo.

    Le "azioni indirette" permetteranno d'intervenire nell'ambito delle altre politiche comunitarie, in particolare quelle che riguardano l'occupazione, lo sviluppo regionale, lo sviluppo rurale e l'ambiente. In questo settore, gli orientamenti per i programmi del periodo 2000-2006 raccomandano che i fondi strutturali sostengano lo sviluppo di un turismo durevole e di qualità, nell'ambito di una pianificazione approfondita che integri le preoccupazione economiche, sociali e ambientali. Si pone pertanto l'accento sulla modernizzazione delle infrastrutture, il miglioramento dei profili professionali, l'incoraggiamento del partenariato e il rispetto delle capacità di accoglienza dei siti turistici.

    È inoltre opportuno citare i lavori in corso, che mirano a definire raccomandazioni a livello comunitario per promuovere un turismo durevole nelle zone coperte dalla rete Natura 2000, posta in atto nell'ambito della politica dell'ambiente.

    b. Trasporti

    Tenuto conto della loro situazione geografica, i trasporti rivestono un'importanza strategica per le regioni ultraperiferiche. Il mantenimento dei legami politici, economici e sociali con il resto del continente europeo dipende in stretta misura dai servizi di trasporto aereo e marittimo. Inoltre, il fatto che la maggior parte di queste regioni si estendano su arcipelaghi accresce la loro dipendenza rispetto a questi servizi. I costi addizionali di trasporto dovuti sia alla lontananza che alla necessità di assicurare servizi regolari, costituiscono un handicap fondamentale che vincola lo sviluppo economico delle imprese locali. Infine, i trasporti aerei e i trasporti marittimi dei passeggeri sono elementi chiave dello sviluppo del turismo.

    La Commissione ritiene che la risposta agli handicap specifici delle regioni ultraperiferiche richieda un orientamento globale e coerente. Per questo motivo essa terrà conto dell'articolo 299, paragrafo 2 CE per integrare la dimensione dell'ultraperiferia in tutti i capitoli della politica comune dei trasporti che hanno effetti sullo sviluppo di queste regioni. La politica comune dei trasporti non si concepisce più soltanto come un fattore essenziale della realizzazione del mercato interno, bensì - e in misura sempre crescente - come un elemento fondamentale dello sviluppo regionale e sociale e della coesione dell'Unione.

    La Commissione constata che taluni aspetti della politica comune dei trasporti rivestono un'importanza particolare per lo sviluppo delle regioni ultraperiferiche, in particolare:

    Le reti transeuropee

    Il trattato sottolinea l'importanza delle reti transeuropee di trasporti per far uscire le regioni insulari e periferiche dell'Unione dal loro isolamento. Una migliore integrazione degli aeroporti e dei porti delle regioni ultraperiferiche nelle reti transeuropee sembra essenziale per rispondere alle esigenze specifiche di tali regioni.

    Gli orientamenti comunitari per le reti transeuropee di trasporti (RTE-T) rilevano fin d'ora determinati progetti di interesse comune che sono specifici alle regioni ultraperiferiche, per quanto riguarda gli aeroporti. I progetti stradali non sono identificati individualmente, bensì fanno parte del concetto RTE quando sono essenziali all'accesso ad un aeroporto o ad un porto. La proposta della Commissione sugli orientamenti per i "porti" è attualmente in discussione presso il Parlamento europeo e il Consiglio. Gli orientamenti riguardanti le RTE-T mirano anche i progetti di infrastruttura di gestione del traffico, alcuni dei quali riguardano le regioni ultraperiferiche in modo diretto o indiretto attraverso la partecipazione a sistemi nazionali o europei.

    Gli orientamenti RTE e l'identificazione di progetti di interesse comune permettono di guidare verso questi progetti i finanziamenti comunitari e gli interventi finanziari degli Stati membri e degli operatori privati.

    Nelle regioni ultraperiferiche in cui le esigenze infrastrutturali sono particolarmente importanti, i finanziamenti comunitari provengono essenzialmente dal FESR e dal Fondo di coesione per le regioni che vi sono ammesse.

    La linea di bilancio RTE è intervenuta principalmente nel finanziamento di azioni riguardanti le infrastrutture di gestione del traffico aereo, in particolare alle Azzorre e alle Canarie, che sono integrate nel progetto del nuovo sistema di controllo aereo nazionale SACTA/FOCUS.

    Inoltre, nell'ambito del progetto EGNOS, il Portogallo accede a finanziamenti RTE per lo sviluppo di RIMS (Ranging and integrating monitoring stations), che corrispondono a stazioni terrestri di sorveglianza delle costellazioni di satelliti GPS e GLONASS. Quest'iniziativa interviene in particolare per la costruzione di un impianto dimostrativo nelle regioni insulari, i cui siti restano da definirsi. A termine, lo sviluppo del sistema Galileo riutilizzerà questi impianti e ciò avrà conseguenze positive per l'insieme delle regioni ultraperiferiche, in quanto migliorerà in particolare la sicurezza dei trasporti marittimi e il controllo del traffico aereo sulle linee tra l'Europa e queste regioni.

    La Commissione intende rivedere prossimamente gli orientamenti comunitari per le reti transeuropee di trasporti e di energia. Questa revisione offre alla Commissione l'opportunità di tradurre in pratica la priorità politica che essa riconosce ai progetti riguardanti queste regioni, quando sono giunti ad un grado soddisfacente di maturità.

    Obblighi del servizio pubblico

    La politica comune dei trasporti deve fornire un quadro adeguato al mantenimento e allo sviluppo dei servizi di trasporto, sia locali che regionali, i quali, senza avere necessariamente una giustificazione economica nell'ambito di una logica unicamente finanziaria, rivestono un elevato valore aggiunto dal punto di vista socio-economico.

    L'esigenza di garantire la regolarità, la continuità e la frequenza dei servizi di trasporto sui collegamenti tra il continente e le regioni ultraperiferiche, nonché all'interno di tali regioni, può giustificare la stipulazione di contratti di servizio pubblico che impongono ad un trasportatore norme che egli non rispetterebbe se dovesse agire unicamente in base al suo interesse economico. La Commissione ritiene che, in linea di principio, il rimborso delle perdite di gestione direttamente collegate agli obblighi del servizio pubblico imposti ad un trasportatore non costituisce un aiuto nel senso dell'articolo 87 CE.

    È questo in particolare il caso del trasporto aereo, quando si segue la procedura di cui all'articolo 4 del regolamento (CE) 2408/92. Devono comunque essere prese le debite precauzioni nella definizione del livello di servizio aereo richiesto per la regione, allo scopo di ottenere l'effetto massimo possibile sull'economia regionale in rapporto ai compensi necessari per garantire questo livello di servizio.

    Riguardo al settore marittimo, gli orientamenti comunitari sugli aiuti statali ai trasporti marittimi precisano i criteri che devono essere soddisfatti perché i compensi che derivano dal compimento degli obblighi del servizio pubblico non debbano essere notificati al titolo dell'articolo 87, paragrafo 3 del Tratatto. Se gli Stati membri interessati scelgono di non procedere ad una gara pubblica d'appalto, la Commissione verifica che i compensi siano direttamente collegati alle caratteristiche di queste regioni, in particolare alla loro grande distanza e alla necessità di assicurare una continuità territoriale.

    La Commissione riconosce l'importanza del principio di continuità territoriale e della sua attuazione sul piano pratico in termini di obblighi del servizio pubblico. Essa farà sì che le norme della politica comune dei trasporti permettano agli Stati membri di mantenere tali obblighi nel rispetto del principio della libera prestazione di servizi.

    c. Energia

    I grandi assi dello sviluppo nel settore dell'energia, per le regioni ultraperiferiche sono:

    - sviluppo e modernizzazione delle reti di trasporto e distribuzione,

    - sviluppo della produzione elettrica attraverso le energie rinnovabili, soprattutto l'energia eolica e solare,

    - promozione e sviluppo dell'efficienza energetica e della gestione dell'energia,

    - integrazione nelle reti transeuropee, se del caso, attraverso l'introduzione del gas naturale (terminale GNL) ed eventualmente la posa in opera di cavi sottomarini fra le isole (in funzione della distanza e dei costi).

    Petrolio

    In occasione dell'adozione del programma POSEIMA a favore delle Azzorre e di Madera è stato deciso un intervento comunitario specifico all'ultraperifericità. Si tratta del provvedimento "'energia" del programma, che è destinato a compensare i costi addizionali relativi all'approvvigionamento di prodotti petroliferi in queste due isole.

    La proroga di questo provvedimento al di là del 1994 non è stata possibile fino ad oggi, in ragione della mancanza di un finanziamento separato a seguito della soppressione delle linee di bilancio POSEIMA e delle norme di ammissibilità dei fondi strutturali, nel caso in cui il provvedimento sia stato considerato come un aiuto al funzionamento e non sia quindi ammissibile.

    La Commissione esaminerà la possibilità di un cofinanziamento in base ai fondi strutturali, evitando il finanziamento di semplici aiuti al funzionamento, che non siano collegati a investimenti precisi destinati allo sviluppo delle nuove energie.

    Gas

    La situazione d'isolamento delle regioni ultraperiferiche limita il vantaggio della liberalizzzione dei mercati e, di conseguenza, il vantaggio di una maggiore concorrenza. Un impegno comunitario è quindi necessario per garantire lo sviluppo economico e regionale in queste regioni che, per ragioni geografiche, devono far fronte a diversi handicap naturali.

    In queste regioni, il gas venduto in bombola svolge sempre un ruolo significativo nel consumo finale di energia, in quanto non vi sono altre soluzioni sostitutive. La liberalizzazione dei mercati dell'energia dovrebbe avere un effetto positivo sui prezzi per i consumatori, in quanto vi sarà una maggiore concorrenza sul piano dell'offerta.

    Sebbene, a termine, l'obiettivo finale consista nel ricercare l'integrazione delle reti di distribuzione del gas fra i sistemi insulari e del continente, è poco probabile che l'industria prosegua nel senso di questo obiettivo, anche se sono garantite condizioni di finanziamento favorevoli ed è riconosciuto l'interesse comunitario, qualora ciò risulti antieconomico. Favorire finanziariamente la costruzione di terminali per lo sbarco di gas liquido sembra una opzione più realistica, almeno in un prossimo avvenire, ben inteso nel rispetto delle prospettive del mercato.

    Elettricità, energie rinnovabili ed economie di energia

    Lo sviluppo e la modernizzazione delle reti di trasporto e di distribuzione di elettricità, nonché il collegamento a tali reti dei parchi di produzione di elettricità attraverso l'impiego di energie rinnovabili continueranno a fruire di un sostegno comunitario, principalmente attraverso il FESR.

    Esistono vari strumenti a favore dello sviluppo e dell'integrazione delle energie rinnovabili, nonché del miglioramento dell'efficienza energetica nelle isole o nei siti isolati e, di conseguenza, nelle regioni ultraperiferiche. Si tratta dei programmi ALTENER II, SAVE II e del quinto Programma quadro RST (programma ENERGIE).

    In sede di revisione del programma ALTENER II, si potrebbe eventualmente introdurre una menzione particolare relativa alle regioni ultraperiferiche. Analogamente, la revisione del programma di lavoro ENERGIE (RST) per gli anni 2001 e 2002 è attualmente in corso. In tale occasione, sarebbe opportuno chiedersi se sia utile inserire referenze specifiche alle regioni ultraperiferiche nei nuovi inviti a presentare proposte.

    d. Ambiente

    Un obiettivo centrale dell'azione comunitaria per le regioni ultraperiferiche sarà la protezione dell'ambiente naturale e il miglioramento della qualità di vita dei cittadini attraverso l'applicazione dei risultati acquisiti dalla Comunità nel campo dell'ambiente, l'integrazione degli obiettivi ambientali in altre politiche e la creazione delle infrastrutture necessarie (p.es.: trattamento delle acque reflue e dei rifiuti, conservazione del suolo).

    La conservazione dell'ambiente deve affermarsi come una delle priorità fondamentali dei programmi di sviluppo economico cofinanziati dall'Unione europea nelle regioni ultraperiferiche nel periodo 2000-2006. Nella maggior parte dei casi queste regioni, che hanno dimensioni ridotte e sono densamente popolate, costituiscono ecosistemi particolarmente fragili. Inoltre, una fra queste, cioè la Guiana, è coperta per oltre l'80% della sua superficie dalla foresta amazzonica, che è seguita con nuova attenzione dalle istanze comunitarie. Inoltre, l'attività turistica, che è cruciale per l'economia di ciascuna di queste regioni, presuppone una conservazione dell'ambiente naturale, se non un suo miglioramento. È quindi opportuno che siano fatti tutti gli sforzi utili a definire strategie di sviluppo economico che rispettino gli imperativi ambientali. È anche opportuno che la conservazione dell'ambiente rimanga compatibile con le risorse umane e materiali di queste regioni, in particolare con l'esiguità degli spazi fisici locali, con la distanza dall'Europa continentale e con il costo addizionale delle attrezzature.

    Nel settore dell'ambiente, e nel contesto particolare delle regioni ultraperiferiche menzionato nella parte "bilancio", le azioni seguenti potrebbero essere finanziate nel quadro dei Fondi strutturali:

    - la gestione delle zone naturali protette, per integrarle nel processo di sviluppo pur conservandone le caratteristiche;

    - la promozione del ricorso alle energie alternative (solari ed eoliche) in base a piani per le energie rinnovabili;

    - l'adozione di piani turistici adattati alle risorse (assetto del territorio);

    - l'adattamento dell'agricoltura in funzione del clima e del suolo, in collegamento con l'obiettivo della conservazione del suolo;

    - la lotta contro l'erosione, in particolare mediante il ripristino della copertura vegetale e dell'imboschimento naturale;

    - l'assetto del territorio, ad esempio mediante un'azione sugli edifici e altre costruzioni che, fungendo da barriera, possono ridurre i fenomeni di trasporto della sabbia ad opera del vento, o tramite la sistemazione integrata e coordinata delle zone costiere (porto);

    - l'attuazione di un programma integrato di sviluppo sostenibile (in tutti i settori), in particolare su alcune isole dichiarate patrimonio dell'umanità. Quest'approccio è ancora possibile e deve essere preso in considerazione nelle regioni ultraperiferiche ;

    - il trattamento dei rifiuti, in special modo dei rifiuti urbani, dei residui speciali e dei residui pericolosi (raccolta selettiva, trattamento, punti di trasferimento);

    - nel settore risorse idriche, è necessario compiere degli sforzi per garantire l'approvvigionamento, e allo stesso tempo promuovere la razionalizzazione dei vari impieghi, tramite una gestione integrata della lotta contro le perdite e il reimpiego delle acque depurate;

    - l'incoraggiamento alla messa in conformità con le norme comunitarie in vigore delle attrezzature pubbliche, in particolare nell'ambito del trattamento dei rifiuti e delle attrezzature delle imprese, in particolare per quanto riguarda l'emissione di agenti inquinanti, attraverso aiuti finanziari, sempre nel rispetto delle norme che si applicano agli aiuti statali;

    - realizzazione di esperienze pilota nel campo dello sviluppo sostenibile e incoraggiamento della cooperazione regionale con i paesi vicini di ciascuna zona geografica nei settori in rapporto all'ambiente.

    e. Società dell'informazione

    Lo sviluppo della società dell'informazione attraverso il potenziamento delle reti di telecomunicazione, dei servizi multimediali e dell'innovazione tecnologica è una vera opportunità per le regioni ultraperiferiche. Riducendo le barriere temporali e spaziali, le nuove tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni contribuiscono a modificare il loro ambiente socioeconomico, anche se la sensazione d'isolamento psicologico non è completamente superata.

    Per cogliere questa opportunità, è indispensabile che gli attori locali studino, con il sostegno attivo delle autorità pubbliche e dei partner privati, le esigenze che possono essere soddisfatte grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie e definiscano le azioni da avviare per fruire dei cambiamenti connessi all'informazione che riguardano tutti i settori dell'attività dell'uomo.

    L'associazione delle regioni ultraperiferiche alla società dell'informazione attenuerebbe taluni handicap dovuti alla loro situazione geografica e permetterebbe:

    - sul piano dell'attività sociale, di modificare le pratiche in materia di informazione degli abitanti, sanità, istruzione e formazione nonché cultura;

    - sul piano economico, di sviluppare alcune forme di telelavoro e prevedere l'insediamento di nuove attività di servizio. La telematica permette di collegarsi ai mercati mondiali e di trarne profitto, a condizione di tener conto dell'intera catena dell'informazione, compresi gli aspetti legati al commercio elettronico o l'ottimizzazione dei costi di trasporto dei prodotti. Occorre infatti garantire l'efficacia delle azioni avviate, le quali devono basarsi sulle forze e sulle competenze locali. D'altra parte attività tradizionali come il turismo potrebbero trovare nuove prospettive attraendo un pubblico più vasto.

    Queste piste illustrano il potenziale di miglioramento della vita socioeconomica delle regioni ultraperiferiche, ma diverranno realtà soltanto se gli abitanti stessi si impegneranno e se otterranno il necessario sostegno delle autorità pubbliche interessate (in particolare dei programmi europei appropriati che trattano questo tipo di problematica). In effetti, a causa della fragilità della maggior parte delle economie, è auspicabile che i sostegni intervengano nella fase di attuazione (infrastrutture e servizi, formazione), ma occorre anche fare in modo che le tariffe di comunicazione siano competitive rispetto a quelle in vigore per gli operatori socioeconomici delle regioni più favorite e permettano di accedere ai mercati in condizioni di concorrenza eque.

    È dunque necessario avviare, in tutte queste regioni, alcune azioni pilota, integrate e adeguate alle esigenze reali, ad effetto durevole e con la partecipazione degli attori locali. Si tratta, in questo modo, di favorire la diffusione degli strumenti delle tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni nel tessuto socioeconomico, affinché favoriscano sviluppo di servizi e di attività nuove e possano offrire una struttura nell'evoluzione delle regioni ultraperiferiche verso un'integrazione più spinta e più efficace nel contesto mondiale.

    A tale riguardo, occorre sottolineare che l'Unione europea sostiene attivamente lo sviluppo della società dell'informazione con vari strumenti che derivano dalla promozione (Programma PROMISE), dalla ricerca e dallo sviluppo tecnologico (Programma IST) o ancora da una presenza attiva nelle regioni. Molti progetti pilota sono in fase di realizzazione. Tale attività potrebbe essere estesa in futuro anche alle regioni ultraperiferiche.

    Ci si potrebbe anche ispirare ad un'iniziativa destinata ai paesi terzi mediterranei che beneficiano del finanziamento del programma MEDA. In tale contesto, la Commissione opera in cooperazione con centri di coordinamento designati nei vari paesi partner e finanzia in tal modo progetti in cinque settori identificati come prioritari:

    - tecnologie della comunicazione e dell'informazione applicata all'istruzione, compreso l'insegnamento a distanza;

    - commercio elettronico e cooperazione economica;

    - reti della sanità (collegamenti tra ospedali, diagnosi a distanza, basi di dati comuni ecc.)

    - accesso multimediale alle risorse culturali e turistiche;

    - tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni applicate all'industria e all'innovazione.

    I partecipanti ai progetti saranno raggruppati in consorzi di cui faranno parte imprese, università, amministrazioni, ospedali ecc.. dei paesi mediterranei e degli Stati membri dell'Unione europea. Si tratta di azioni per le quali si potrebbero prevedere un adattamento alle regioni ultraperiferiche, rispettando ovviamente la specificità delle loro aspettative e delle loro esigenze.

    Tutte queste attività hanno sempre privilegiato il dialogo e lo scambio di esperienze che ha preceduto e accompagnato la realizzazione delle varie iniziative.

    Per definire le esigenze e le aspettative in parola, più precisamente nel contesto del Programma PROMISE o del programma di ricerca Ist e/o con il sostegno dei Fondi strutturali e dei fondi regionali si potrebbe:

    - organizzare una forma di concertazione sistematica tra la Commissione, le autorità nazionali degli Stati membri interessati e le regioni ultraperiferiche (Forum) per definire le esigenze prioritarie;

    - accompagnare la creazione di strutture leggere per la divulgazione dell'informazione che fungono al tempo stesso da catalizzatori e da luoghi di scambio per le iniziative locali;

    - intensificare i contatti in rete con le altre azioni in questo settore, che si tratti delle città digitali, dell'istruzione a distanza o di altre tematiche specifiche;

    - definire progetti pilota, integrati e adeguati alle esigenze reali, che coinvolgono operatori in loco (PMI, università, ospedali, amministrazioni pubbliche locali ecc..).

    Si tratta di favorire in questo modo l'integrazione degli strumenti delle tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni nel tessuto socioeconomico, per sviluppare i servizi e le attività nuove che potrebbero svolgere una funzione di struttura nell'evoluzione delle regioni ultraperiferiche verso un'integrazione più vasta ed effettiva nel contesto mondiale.

    f. Ricerca e sviluppo

    Le importanti dotazioni dei fondi strutturali hanno permesso un certo recupero delle regioni ultraperiferiche nel campo del potenziale scientifico e tecnologico e questo sforzo dev'essere portato avanti.

    Allo scopo di ottimizzare le azioni finanziate dai fondi strutturali nel settore della ricerca, la Commissione ha proposto alle regioni e agli Stati membri di sviluppare in partenariato varie strategie regionali integrate di RST e di innovazione (comunicazione "Rafforzare la coesione e la competitività attraverso la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione"). Le regioni ultraperiferiche potranno fruire, allo stesso titolo delle altre regioni svantaggiate dell'Unione europea, degli sforzi di diffusione dell'informazione e in particolare dell'accesso al sito "web" creato dalla Commissione per scambiare tra le regioni meno favorite e le altre le migliori prassi in termini di RST e di innovazione e sviluppo economico.

    L'esperienza acquisita grazie ai progetti pilota RIS (strategie regionali di innovazione - articolo 10 del vecchio regolamento del FESR) e RITTS (infrastrutture e strategie regionali di innovazione e di trasferimento di tecnologia - programma "Innovazione" del programma quadro) sarà direttamente accessibile alle regioni ultraperiferiche tramite la base dati RINNO (Regional Innovation Observatory) attualmente in corso di costituzione.

    La Commissione determinerà con gli Stati membri e le regioni interessate nel corso del periodo di preparazione delle azioni strutturali per il 2000-2006 il modo più opportuno di porre in atto nelle regioni ultraperiferiche queste strategie regionali integrate di RST e di innovazione. Le strategie dovrebbero permettere un'ottimizzazione della partecipazione di queste regioni ai programmi quadro di RST comunitario.

    C. Ambiente internazionale e cooperazione regionale

    Per la loro stessa posizione geografica nei Caraibi, a settentrione dell'America meridionale, sulla costa orientale dell'Oceano Atlantico e sulla costa africano e l'Oceano Indiano, le regioni ultraperiferiche sono situate in prossimità di paesi terzi legati all'Unione europea da accordi di associazione (p.es.: ACP, Marocco, Messico, Sudafrica) o che fruiscono di regimi preferenziali autonomi (p.es.: America latina). L'integrazione delle regioni ultraperiferiche nel loro insieme geografico regionale costituisce una delle condizioni del loro sviluppo economico. Per queste regioni, la similarità di numerose produzioni agricole e artigianali con quelle dei lori vicini può creare determinati problemi di concorrenza interna sul loro mercato e di competitività nel resto dell'Unione, a causa delle differenze di retribuzione dei dipendenti. Ciò può anche offrire possibilità di cooperazione nella ricerca delle migliori vie di commercializzazione. D'altra parte, si pone il problema dell'accesso dei prodotti delle regioni ultraperiferiche ai mercati regionali delle zone geografiche di origine.

    La Commisisone continua il suo impegno per incoraggiare la cooperazione locale fra le regioni ultraperiferiche da un lato e i paesi ACP e i territori d'oltremare (PTOM), dall'altro. Questo impegno è già presente nella Convenzione di Lomé e nell'Accordo di partenariato ACP-CE che le è succeduto, nonché nella decisione di associazione dei PTOM. Questa dimensione costituisce inoltre una priorità espressa nell'iniziativa INTERREG III, capitolo "B" per il periodo 2000-2006. In concreto, si possono prendere in considerazione azioni simultanee del Fondo europeo di sviluppo e del Fondo europeo di sviluppo regionale. La Commissione è pronta ad esaminare e a sostenere i progetti pilota che le saranno proposti. Essa nota che i settori dell'ambiente, della ricerca e dello sviluppo tecnologico, dell'energia e delle telecomunicazioni, sono stati citati come settori in cui la cooperazione regionale è considerata particolarmente importante. Altrettanto vale per la cooperazione con altri paesi, in particolare nell'America latina. La Commissione è anche favorevole ad una partecipazione adeguata delle regioni ultraperiferiche alle varie organizzazioni regionali di cooperazione, come richiesto dalle stesse regioni.

    Nel passato, la cooperazione regionale ha costituito un asse del programma per i dipartimenti francesi d'oltremare, ma non dei programmi per le isole Canarie, le Azzorre e Madera. La Commissione è del tutto aperta allo sviluppo del fascicolo di cooperazione regionale per le regioni ultraperiferiche spagnole e portoghesi.

    In generale, è importante che la cooperazione regionale con i paesi limitrofi si attui a partire dalle basi che costituiscono le regioni ultraperiferiche. Di fatto, fino ad ora, la parte essenziale degli scambi commerciali di queste regioni si attua fra le regioni in causa e i rispettivi Stati membri. Ciò vale anche senza dubbio per gli investimenti. Nel futuro sarà necessario entrare in una logica di apertura rispetto ai paesi o ai territori limitrofi, anche se ciò non mancherà di causare difficoltà alle regioni in causa, in particolare per quanto riguarda il costo della manodopera e i flussi migratori. È comunque essenziale assicurare una migliore presenza delle regioni ultraperiferiche nelle loro zone geografiche.

    È opportuno ricordare che la situazione commerciale delle regioni ultraperiferiche muterà in funzione del processo d'integrazione economica attualmente in corso nelle loro zone geografiche ed è pertinente esaminarne con regolarità le conseguenze. L'attuazione di accordi di partenariato economico tra l'Unione europea e i paesi ACP, ad esempio, potrà aprire progressivamente i mercati ACP alle regioni ultraperiferiche. Nel frattempo, la Commissione è disposta ad iniziare un'analisi indipendente delle conseguenze dell'accordo di partenariato ACP-CE sulle regioni ultraperiferiche. In tal modo essa potrebbe rispondere alle richieste formulate dagli Stati membri e dalle regioni in causa.

    In questo contesto, la relazione adottata dal Parlamento europeo sulle relazioni fra i PTOM, gli ACP e le regioni ultraperiferiche auspica che, nel settore commerciale "si realizzino accordi locali di reciproca apertura dei mercati ACP/PTOM/RUP che permettano di accelerare e di rafforzare l'integrazione regionale ed anche di facilitare la transizione progressiva dell'insieme della regione verso l'attuazione, al momento opportuno, di un libero scambio con tutta l'Unione europea". Allo stesso tempo, è necessario che la Comunità rispetti gli obblighi assunti nel contesto dell'Organizzazione mondiale del commercio. A prima vista, una differenziazione fra il regime commerciale applicato dalle regioni ultraperiferiche e quello applicato dalla Comunità stessa sembra incompatibile con l'integrità e la coerenza dell'Unione doganale. Allo stesso tempo, ogni preferenza commerciale concessa al commercio di un paese limitrofo alle regioni ultraperiferiche, in assenza di un accordo di integrazione economica nel senso dell'OMC o di un waiver, dovrebbe essere considerata incompatibile con il principio fondamentale di non discriminazione dell'OMC, se la stessa preferenza non è anche riconosciuta al commercio di qualunque altro partner commerciale, membro dell'OMC. La Commissione è comunque pronta ad esaminare tali questioni in collegamento con gli esperti degli Stati membri e delle regioni ultraperiferiche.

    Le possibili azioni future dell'Unione europea in questo settore seguiranno quindi due direttrici principali:

    - per quanto riguarda la cooperazione regionale, bisognerà continuare ad incoraggiare la cooperazione fra le regioni ultraperiferiche, da un lato, e i paesi ACP e i PTOM, nonché eventualmente con altri partner. Questa cooperazione dovrebbe essere realizzata attraverso un'azione simultanea del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo europeo di sviluppo, nonché di altri strumenti finanziari mobilitati nell'ambito di accordi di cooperazione o di associazione. La Commissione si preoccupa anche di incoraggiare le regioni ultraperiferiche ad integrarsi attivamente nella messa in atto di strutture di cooperazione nelle zone geografiche in cui esse si situano;

    - riguardo all'ambiente internazionale, sarà opportuno effettuare le analisi necessarie delle possibilità e delle questioni poste dall'integrazione economica in corso nelle zone geografiche in cui si trovano le regioni ultraperiferiche. La Commissione è disposta ad iniziare un'analisi delle conseguenze sulle regioni ultraperiferiche del nuovo accordo di partenariato ACP-Unione europea, allo scopo di definire, se del caso, misure compensative per i produttori delle regioni ultraperiferiche.

    CONCLUSIONE

    La presente relazione, come pure i memorandum presentati dagli Stati membri e dalla regioni interessate, hanno mostrato che l'azione condotta fino ad oggi dall'Unione europea a favore delle regioni ultraperiferiche costituisce un'acquisizione importante, con un sostegno notevole allo sviluppo socio-economico. Ciò è servito anche a mostrare che il metodo varato dieci anni fa e integrato nei programmi POSEI adottati dal Consiglio nel 1989 e nel 1991 era adeguato. Dato che vi sono handicap persistenti, è opportuno proseguire nell'attuazione di tale metodo.

    In un'Unione europea che si prepara agli importanti cambiamenti degli ampliamenti futuri e che deve far fronte alla sfida della globalizzazione è però opportuno che quest'azione sia meglio mirata, più flessibile ed efficace. Il nuovo articolo 299, paragrafo 2 costituisce da questo punto di vista una leva politica importante. I tre programmi d'azione (POSEIDOM, POSEIMA, POSEICAN) continueranno a svolgere il loro ruolo essenziale, alla luce del nuovo articolo.

    Su questa base, la Commissione svilupperà le azioni descritte nella seconda parte di questa relazione. Essa trasmetterà al Consiglio varie iniziative nel corso dell'anno 2000 e farà sì che non vi siano discontinuità in caso di proroga delle misure esistenti. Essa si sforzerà di assicurare nei casi in cui la permanenza non sia possibile, una lunga durata delle misure proposte, beninteso con la precisazione che esse siano sottoposte a verifiche periodiche. Inoltre, la Commissione elaborerà ogni anno un programma delle iniziative prese in considerazione rispetto a queste regioni. Le proposte della Commissione che hanno incidenze in tema di bilancio fruiranno di una particolare attenzione conformemente alle disposizioni dell'articolo 299, paragrafo 2 nell'ambito delle prospettive finanziarie accolte nell'accordo interistituzionale del 6 maggio 1999.

    Allo scopo di rispondere alla costante evoluzione dei contesti comunitari e internazionali, la Commissione si sforzerà, ogni volta che ciò risulterà necessario, di procedere agli adattamenti delle politiche previste dai programmi POSEI.

    Essa è decisa a portare avanti la pratica di partenariato tra la Commissione, gli Stati e le regioni, conformemente ai principi enunciati nei programmi POSEI, in occasione della preparazione di nuove iniziative. Inoltre, per garantire un dialogo continuo e globale tra le istituzioni comunitarie e le regioni ultraperiferiche, una riunione di partenariato potrebbe aver luogo a scadenze regolari per consentire un ampio scambio di vedute su tutti gli argomenti che riguardano queste regioni.

    Infine, la Commissione si adopera affinché la sua organizzazione interna permetta di trattare efficacemente le questioni inerenti alle regioni ultraperiferiche che includono le competenze di quasi tutti i membri - e servizi - della Commissione. Allo stesso tempo occorre tuttavia un efficace coordinamento, un'animazione costante, un'interfaccia con le amministrazioni centrali e regionali interessate. Era vero ieri e lo sarà ancor di più domani, visto l'approccio globale che deriva dall'articolo 299.2. È questo il ruolo del gruppo interservizi competente per queste regioni, che si è dimostrato efficace e al quale la Commissione chiede di continuare e di intensificare la sua azione.

    Un aspetto metodologico merita di essere citato. Non è appannaggio esclusivo della Commissione occuparsi delle questioni specifiche delle regioni considerate. Prima di considerare nuove regolamentazioni comunitarie, la Commissione si chiederà se è necessario esaminare altri aspetti che riguardano le regioni ultraperiferiche. I suoi servizi, e in particolare il gruppo interservizi, saranno estremamente vigilanti in materia.

    L'avvenire delle regioni ultraperiferiche sarà determinato in gran parte dalla riuscita della strategia proposta in questa relazione. Questa riuscita avrà anche una grande importanza per l'Unione europea nel suo insieme, perché le consentirà di provare in tal modo la sua capacità di affrontare con successo una delle sfide più complesse che esistono nel suo ambito.

    Allegato I

    Misure principali adottate successivamente all'adozione dei programmi POSEI

    Politica regionale - Fondi strutturali

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Agricoltura [6]

    [6] Per le misure temporanee, la scadenza è indicata fra parentesi in grassetto

    >SPAZIO PER TABELLA>

    >SPAZIO PER TABELLA>

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Pesca

    >SPAZIO PER TABELLA>

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Imposizione fiscale

    >SPAZIO PER TABELLA>

    (1) Le regioni sottoposte al regime comune IVA applicano aliquote ridotte per talune categorie di prodotti locali.

    Dogane

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Iniziative di cooperazione regionale

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Aiuti statali

    Elenco delle decisioni "aiuti statali" riguardanti i regimi in vigore allo 01.01.2000 o sottoposti alla procedura di misure utili sui regimi a finalità regionale [7]

    [7] al momento della compilazione di questa tabella, taluni regimi riguardanti Madera o le Azzorre erano stati notificati alla Commissione, che non aveva ancora formulato una decisione

    >SPAZIO PER TABELLA>

    Allegato II

    SPESE FEAOG GARANZIA 1992/1999 (in milioni di EUR)

    >SPAZIO PER TABELLA>

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