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Document 51998IP0172

    Risoluzione sulla comunicazione della Commissione "La problematica urbana: orientamenti per un dibattito europeo" (COM(97)0197 C4-0235/97)

    GU C 226 del 20.7.1998, p. 36 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    51998IP0172

    Risoluzione sulla comunicazione della Commissione "La problematica urbana: orientamenti per un dibattito europeo" (COM(97)0197 C4-0235/97)

    Gazzetta ufficiale n. C 226 del 20/07/1998 pag. 0036


    A4-0172/98

    Risoluzione sulla comunicazione della Commissione «La problematica urbana: orientamenti per un dibattito europeo» (COM(97)0197 - C4-0235/97)

    Il Parlamento europeo,

    - vista la comunicazione della Commissione (COM(97)0197 - C4-0235/97),

    - vista la proposta di risoluzione presentata dall'on. Spaak sui grandi agglomerati urbani (B4-0591/95),

    - vista la sua risoluzione del 29 giugno 1995 sul documento della Commissione «Europa 2000+, cooperazione in materia di assetto territoriale europeo» (COM(94)0354 - C4-0216/95) ((GU C 183 del 17.7.1995, pag. 39.)),

    - viste le sue risoluzioni del 28 ottobre 1993 sul futuro delle iniziative comunitarie nel quadro dei Fondi strutturali ((GU C 315 del 22.11.1993, pag. 245.)), 17 dicembre 1993 sui problemi e le prospettive delle concentrazioni urbane ((GU C 20 del 24.1.1994, pag. 511.)), 3 maggio 1994 ((GU C 205 del 25.7.1994, pag. 111.)) e 28 marzo 1996 ((GU C 117 del 22.4.1996, pag. 70.)) su un'iniziativa comunitaria concernente le aree urbane (URBAN),

    - viste le sue risoluzioni del 16 dicembre 1988 sui problemi dell'ambiente nelle zone urbane ((GU C 12 del 16.1.1989, pag. 370.)), del 12 settembre 1991 sull'ambiente urbano ((GU C 267 del 14.10.1991, pag. 156.)) e la proposta di risoluzione sull¨ambiente urbano (B4-0532/95),

    - visti il Libro verde della Commissione sull¨ambiente urbano (COM(90)0218) e la relativa risoluzione del Consiglio,

    - visto il parere del Comitato delle Regioni,

    - visto il parere del Comitato economico e sociale,

    - vista l'audizione del 5 febbraio 1998 su «La problematica urbana; orientamenti per un dibattito europeo»,

    - vista la relazione della commissione per la politica regionale e i pareri della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, della commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori, e della commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni (A4-0172/98),

    A. considerando che nell'Unione europea l'80% dei cittadini vive nelle città e che ciò conferma il carattere eminentemente urbano del nostro continente; considerando che le città svolgono contemporaneamente la funzione di garantire la qualità della vita dei loro cittadini e di promuovere il progresso economico, sociale e culturale,

    B. consapevole del fatto che fra i due terzi e i tre quarti della ricchezza totale prodotta nell'UE proviene dalle aree urbane e che i centri storici devono affrontare alcuni dei più gravi problemi sociali ed economici nell'Unione,

    C. considerando le sempre maggiori richieste da parte degli interlocutori locali, regionali e sociali in merito allo sviluppo di una strategia europea per le città che armonizzi e coordini gli effetti delle varie politiche comunitarie sull'ambiente urbano,

    D. considerando le nuove sfide a cui si trovano di fronte le città che, oltre al frequente deterioramento e declino delle loro strutture tradizionali urbanistiche e sociali assistono all'apparizione di nuovi problemi determinati dalla globalizzazione dell'economia, delle conoscenze, dell'informazione e della cultura, ma considerando che, d'altro lato, tali sfide possono costituire altrettante possibilità di recupero e di sviluppo,

    E. considerando che il nuovo contesto di globalizzazione sottopone le città a una pressione competitiva sempre maggiore e che, in questo senso, una strategia europea di assetto territoriale può svolgere un ruolo fondamentale per il potenziamento di un sistema urbano equilibrato, basato sulla cooperazione e sulla complementarità,

    F. considerando le risoluzioni della Conferenza delle Nazioni Unite Habitat II, tenutasi ad Istanbul nel 1996, che impegnano i paesi aderenti ad una politica per gli insediamenti umani basata su giustizia sociale e sostenibilità ambientale,

    G. considerando che le politiche comunitarie incidono già direttamente sulle città, peraltro in modo non coordinato e talvolta controproducente e considerando che il trattato CE indica già tale coordinamento in quanto all'articolo 130 B stabilisce che tutte le politiche e azioni della Comunità dovranno tener conto, dalla loro formulazione dell'obiettivo di promuovere lo sviluppo armonioso dell'insieme della Comunità mediante il rafforzamento della coesione economica e sociale, in particolare riducendo le disparità territoriali,

    H. considerando le sue precitate risoluzioni del 17 dicembre 1993 e 29 giugno 1995 in cui si è pronunciato a favore dello sviluppo di una strategia urbana europea nonché di una politica comunitaria di assetto del territorio, entrambe volte a coordinare gli effetti sul territorio e le città delle varie politiche comunitarie,

    I. considerando che il primo progetto ufficiale concernente la prospettiva europea di assetto territoriale prevede, come uno dei suoi obiettivi politici fondamentali, la realizzazione di un sistema di città policentrico, decentralizzato e più equilibrato, nonché una nuova relazione tra campagna e città,

    J. considerando che i Fondi strutturali costituiscono il principale strumento finanziario di cui dispone l'Unione per realizzare le priorità comuni in materia di sviluppo urbano, e lamentando i dati incompleti forniti dalla Commissione nella sua comunicazione sugli interventi strutturali nelle città,

    K. considerando gli eccellenti risultati ottenuti mediante l'iniziativa URBAN, tanto dal punto di vista delle realizzazioni in loco quanto da quello della visibilità dell'azione comunitaria nei confronti dei cittadini e considerando che tale iniziativa, oltre ad avere il grande merito di potenziare il ruolo delle autorità locali, del volontariato e delle comunità locali nell'ambito dello sviluppo locale, costituisce un compendio dei vantaggi dell'intervento europeo sull'ambiente urbano,

    L. considerando che la concentrazione nelle città della disoccupazione e dell'esclusione sociale costituisce un fenomeno particolarmente grave e considerando il nuovo ruolo assunto dall'Unione europea nella lotta contro la disoccupazione che si riflette in particolare nel nuovo capitolo del trattato di Amsterdam dedicato all'occupazione,

    M. considerando che la presenza di aree con attività ad alto valore e residenti a reddito elevato accanto ad aree caratterizzate da basso reddito, elevata disoccupazione, forte dipendenza dall'assistenza sociale e condizioni di sovraffollamento e inadeguatezza degli alloggi è un fatto ormai comune in tutta l'Europa,

    N. consapevole del fatto che delle 49 aree urbane che beneficiano di un programma URBAN nell'UE 15 presentano un tasso di disoccupazione superiore al 30%,

    O. considerando che le città possono svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione del loro impatto ambientale utilizzando in modo duraturo ed efficiente le risorse ambientali ed energetiche, le materie seconde ed il patrimonio edilizio, e coniugando partenariato locale, innovazione tecnologica e capacità organizzative, anche al fine di diventare più attraenti nei confronti delle attività economiche,

    P. considerando il ruolo positivo esercitato dalle campagne europee per le città sostenibili e per le città senz¨auto a favore della cooperazione tra le città secondo le risoluzioni della Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, che raccomanda alle città di adottare strategie per lo sviluppo sostenibile locale (Agende 21 Locali),

    Q. considerando il principio di sussidiarietà secondo cui le decisioni dell'Unione devono essere adottate quanto più vicino possibile ai cittadini e considerando che il principio di autonomia locale è espressione diretta di tale principio,

    R. considerando la funzione delle organizzazioni non governative nazionali ed europee dal punto di vista socioculturale, ambientale e del servizio ai cittadini,

    S. considerando la Carta dell'autonomia locale del Consiglio d'Europa e considerando che la maggior parte degli Stati membri dell'Unione europea ha firmato e ratificato tale Carta,

    T. considerando che la partecipazione dei cittadini alle istituzioni democratiche locali costituisce un fattore essenziale di integrazione sociale e ricordando che uno degli elementi della cittadinanza europea è costituito dal riconoscimento del diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni comunali per i residenti comunitari stranieri,

    U. considerando il prossimo ampliamento che presenterà, per quanto riguarda la questione urbana, nuove sfide e difficoltà e considerando la necessità di anticipare il trattamento di tale problematica inserendola fin d'ora nell'analisi e nelle strategie dell'Unione in materia urbana,

    V. considerando che una politica urbana europea può essere attuata in modo efficace solo con la partecipazione delle città piccole e medio-grandi,

    1. ritiene urgente definire una strategia urbana europea, basata sul principio di sussidiarietà e sul riconoscimento del ruolo centrale di tale strategia per le città, consistente in un esercizio di coordinamento delle politiche comunitarie che incidono già sull'ambiente urbano così come nell'inserimento della dimensione urbana in tutte le misure comunitarie, fin dalla loro formulazione, con il doppio obiettivo di potenziare la competitività dell'Unione e migliorare la sua coesione economica e sociale; ritiene necessario che, oltre agli aspetti economici e sociali, la sostenibilità diventi parte integrante della politica urbana;

    2. ritiene che la strategia urbana europea sia una componente indissociabile di una politica più ampia di assetto territoriale; ribadisce le sue affermazioni a favore dello sviluppo di una politica comunitaria di assetto territoriale intesa come coordinamento delle ripercussioni sul territorio europeo delle varie politiche comunitarie; chiede agli Stati membri riuniti nell'ambito dei Consigli informali di assetto del territorio, una volontà politica determinata in grado di accelerare l'elaborazione e l'approvazione della «Prospettiva europea di assetto territoriale»;

    3. prende atto della priorità concessa da parte della "Prospettiva europea di assetto territoriale¨ alla promozione di un sistema di città policentrico e decentralizzato e di un nuovo equilibrio tra centri urbani e mondo rurale; chiede che le politiche della Commissione e degli Stati Membri aventi un impatto territoriale rafforzino le reti di piccole e medie città al fine di controbilanciare le tendenze alla concentrazione della popolazione e del potenziale economico nelle aree metropolitane;

    4. sottolinea che la Commissione dispone già dei mezzi e di competenze quali il gruppo di esperti sull'ambiente umano per svolgere un compito di coordinamento in materia urbana; chiede alla Commissione, nell'esercizio del suo diritto di iniziativa legislativa e delle sue competenze esecutive, di prevedere una dimensione urbana per le politiche e azioni comunitarie mediante meccanismi di coordinamento interno da parte dei suoi stessi servizi; è del parere che la Comunità possa svolgere un'azione efficace a favore delle città affrontandone i problemi a monte e, in particolare, impegnandosi in una politica regionale equilibrata che lotti contro la desertificazione delle campagne e assicuri la vitalità del mondo rurale;

    5. ritiene imprescindibile migliorare il conoscimento della realtà urbana europea; in particolare ritiene necessario contare su dati affidabili e comparabili tra Stati membri; approva il progetto della Commissione di svolgere un audit urbano e ribadisce la sua richiesta a favore della creazione di un «Osservatorio» dell'assetto territoriale che dovrà affrontare anche lo studio della problematica urbana; con particolare riguardo ai problemi della disoccupazione e dell'esclusione sociale; chiede alla Commissione, in attesa della riforma dei fondi strutturali, di presentare informazioni complete sugli interventi strutturali nelle città nel corso dell'attuale periodo di programmazione;

    Aspetti ambientali

    6. ritiene che le città siano protagoniste e interlocutrici indispensabili per le politiche ambientali, tanto nazionali quanto comunitarie ed extra-comunitarie; chiede a questo proposito alla Commissione di sostenere gli sforzi delle città nella promozione di strategie di sviluppo sostenibile;

    7. ritiene que la Commissione dovrebbe:

    - considerare la sostenibilità quale parte integrante della sua politica urbana e aggiungerla all'elenco delle reti di sostegno

    - creare e sviluppare indicatori di sostenibilità comparabili e attuare un regime per la sostenibilità dell'audit

    - fornire maggiore sostegno alle attività locali dell'Agenda 21, prendendo in considerazione la possibilità di creare una linea di bilancio separata per questa funzione

    - continuare la promozione degli scambi di esperienze

    - continuare a fornire assistenza finanziaria per promuovere le attività delle reti che operano nel settore dello sviluppo urbano

    - continuare a sostenere il gruppo di esperti sull'ambiente urbano

    - presentare quanto prima un Libro bianco sull'ambiente urbano

    - assicurare che la ricerca locale in materia di ambiente urbano venga inserita nella tematica della «Città del domani» del Quinto programma quadro di azione

    - istituire un meccanismo di valutazione in corso di esecuzione e di revisione delle attuali politiche e dei futuri programmi, anche nei paesi candidati

    - nell'ambito della revisione del regolamento sui fondi strutturali, assicurare che vengano presi in considerazione criteri concernenti gli sforzi per lottare contro l'inquinamento ambientale che rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini

    - effettuare uno studio sull'impatto urbano delle iniziative comunitarie;

    Aspetti sociali

    8. sottolinea il ruolo delle città nella lotta contro la disoccupazione e l'esclusione sociale e ritiene che la futura politica comunitaria sull'occupazione dovrà riconoscere le città come interlocutrici dirette applicando ad esse una logica di partenariato; ritiene che il prossimo periodo di programmazione dei fondi strutturali dovrà mettere in evidenza le iniziative locali di occupazione e potenziare la metodologia dei patti territoriali per l'occupazione;

    9. stima che la globalizzazione e la sostenibilità comprendono una serie di aspetti sociali, ambientali e culturali interrelati che costituiscono fattori chiave nei contesti urbani dell'Unione europea;

    10. ricorda che la Conferenza Habitat II del 1996 basava le sue conclusioni sui principi di equità, eliminazione della povertà, promozione della famiglia, impegno cittadino, partenariato, solidarietà, cooperazione e coordinamento internazionale;

    11. ritiene che gli indicatori di sostenibilità urbana siano legati a nuove forme di progresso la cui chiave sta nell'innovazione, nel rendere tutti i cittadini e le parti sociali consapevoli della disponibilità limitata delle risorse (acqua, aria) e di temi quali la gestione dei rifiuti, i servizi sanitari, il patrimonio, gli alloggi e i trasporti, tenendo presenti le esigenze specifiche di ciascuna città, come per esempio le città industriali o quelle turistiche, le cui infrastrutture sociali e ambientali, per motivi diversi, sono soggette ad una forte pressione;

    12. constata che l'esclusione sociale non consiste unicamente nella povertà ma anche nell'isolamento e nella mancanza di comunicazione, e ritiene che le città europee possano essere laboratori di innovazione sociale di grande valore sperimentale e debbano sviluppare strategie innovatrici di convivenza attraverso un associazionismo che agevoli il dialogo e la partecipazione attiva di tutti i gruppi sociali, in particolare i meno favoriti;

    13. osserva un aumento delle dimensioni e del numero delle zone urbane afflitte da problemi economici e sociali, e delle sacche di povertà in certe regioni industrializzate, e ritiene che il recupero dei quartieri poveri passi attraverso la partecipazione attiva dell'amministrazione locale, dei centri sociali e delle organizzazioni non governative;

    14. chiede agli Stati membri di impedire, attraverso le loro politiche di pianificazione territoriale, la speculazione immobiliare, una delle cause più gravi dello spopolamento dei centri urbani, e di facilitare l'accesso dei giovani al loro primo alloggio e l'integrazione degli anziani, dei disabili e degli immigrati;

    15. ricorda che la pianificazione urbana dovrebbe partire dal presupposto secondo cui tutti i cittadini, inclusi i bambini, gli anziani e i disabili devono poter utilizzare, ad esempio, i trasporti pubblici e che occorre tener conto delle esigenze di dette categorie anche nella progettazione degli edifici, della rete stradale, ecc.;

    16. ritiene prioritaria l'occupazione dei giovani ai fini del loro inserimento creativo nella vita sociale; pone in risalto la lotta contro la disoccupazione giovanile e l'accesso al lavoro; chiede a tutte le parti interessate - siano promotori privati, imprenditori, sindacati, autorità locali, istituti di formazione o università - di promuovere l'inserimento dei giovani nel quadro delle iniziative locali per l'occupazione e mediante lo sviluppo del terzo sistema di occupazione;

    17. segnala la necessità di operare riforme e di rafforzare l'attività economica per mantenere un elevato livello di protezione sociale, considerando che le prospettive demografiche per l'Unione europea prevedono, nei prossimi 25 anni, un aumento degli ultrasessantenni di 37 milioni ed un calo della popolazione attiva di 30 milioni - situazione che acuirà le tensioni relative ai regimi pensionistici e di sicurezza sociale; chiede inoltre - avendo constatato che sono le donne ad assumersi la maggior parte della responsabilità di assistere e curare i bambini, gli anziani e i disabili - che sia promossa l'adozione di misure quali la creazione di scuole materne, asili e servizi di assistenza a domicilio per gli anziani e i disabili affinché le donne possano conciliare gli impegni familiari e quelli lavorativi;

    18. ribadisce la necessità che le reti transeuropee incorporino «reti di trasporti urbani» che agevolino le relazioni tra le città e il mondo rurale e tra le città e i suoi punti di entrata ed uscita come gli aeroporti, i porti e le stazioni ferroviarie e degli autobus; chiede che il Quinto programma quadro di ricerca e sviluppo, unitamente alla Città del futuro, studi anche modi innovatori di trasporto pubblico, accessibili a tutti, rispettosi dell'ambiente e tali da dissuadere dal ricorso a mezzi di trasporto privati;

    19. riconosce la necessità urgente di soddisfare le richieste della metà della popolazione di modo che sia tenuto conto delle sue necessità specifiche nel modello di sviluppo urbano europeo; chiede pertanto alla Commissione che, in sede di programmazione e di attuazione delle sue future politiche destinate alle città, includa misure concrete a favore delle donne;

    Aspetti relativi alle libertà pubbliche

    20. ritiene che il rispetto dell'autonomia locale, come definita dalla Carta dell'autonomia locale del Consiglio d'Europa, comporti l'autonomia finanziaria e le risorse necessarie per la sua realizzazione; ritiene che la partecipazione dei cittadini tramite le istituzioni democratiche comunali costituisca un fattore non soltanto di integrazione sociale ma anche di efficacia politica ed economica; è favorevole ad una applicazione senza restrizioni delle disposizioni del trattato in materia di diritto di voto dei residenti comunitari;

    21. ritiene che la città abbia un'importante funzione di integrazione, ragion per cui la lotta contro la disintegrazione sociale così come contro il razzismo e la xenofobia deve ricevere la massima priorità; la città deve pertanto impegnarsi costantemente in un'azione articolata e a vasto raggio, che vada incontro alle esigenze delle varie categorie di persone minacciate da emarginazione ed esclusione;

    22. invita le autorità responsabili degli Stati membri a provvedere alla formazione di assistenti sociali e di altri operatori del settore sociale in materia di immigrazione, affinché possano dedicare maggiore attenzione agli immigrati;

    23. invita le autorità municipali ad organizzare campagne di sensibilizzazione della popolazione autoctona per una buona accoglienza degli immigrati e campagne di informazione per la tolleranza e contro le attività xenofobe e razziste;

    24. rileva che negli ultimi decenni sono diminuiti sia la sicurezza oggettiva nelle città che il senso soggettivo di sicurezza dei cittadini e sottolinea che lo sviluppo della criminalità rappresenta una grave minaccia per il rispetto dei diritti dei cittadini nell'Unione europea;

    25. invita i comuni ad adottare misure efficaci di prevenzione della criminalità giacché per i cittadini la prevenzione dei reati è molto importante, e ritiene che, nella fase della punizione, si debba dare importanza ai reinserimento dei detenuti, alla riparazione dei reati commessi e alla sicurezza dei cittadini rispetto alla possibilità di una loro reiterazione;

    26. constata che in numerose città europee sono già applicate con successo misure di prevenzione della criminalità; raccomanda pertanto alle amministrazioni cittadine di tenersi reciprocamente informate in merito a prassi rivelatesi efficaci sul piano della prevenzione, attraverso la creazione di reti per lo scambio di esperienze in questo campo;

    27. sollecita un'impostazione coerente e multidisciplinare per la prevenzione della criminalità nelle città, data l'importanza di queste ultime come luogo di lotta contro le tossicodipendenze; le misure volte a contrastare l'insorgere di fenomeni di criminalità comprendono soprattutto:

    - misure strutturali,

    - interventi sul tessuto sociale,

    - interventi sul contesto situazionale,

    - misure rivolte ai trasgressori;

    28. fa presente alla Commissione la necessità di tener conto di queste conclusioni nel processo di riforma dei Fondi, soprattutto per quanto riguarda i futuri criteri di ammissibilità all'obiettivo 2;

    29. ribadisce nuovamente il diritto dei bambini a crescere in un ambiente sicuro;

    Aspetti relativi allo sviluppo regionale e agli interventi strutturali

    30. sottolinea che il principio di sussidiarietà e la salvaguardia delle autonomie locali comportano un'adeguata integrazione delle autorità locali in materia di applicazione del principio di partenariato che dovrà essere rafforzato con la prossima riforma dei regolamenti dei fondi strutturali e che costituisce una pratica che altre politiche comunitarie dovrebbero integrare, in particolare quelle che hanno incidenza diretta sull'ambiente urbano;

    31. ricorda che il primo impegno dell'Agenda urbana europea sarà la riforma dei regolamenti dei fondi strutturali; prende atto della proposta della Commissione di introdurre un nuovo ambito di intervento dell'obiettivo 2, all'interno del quale le zone urbane con gravi sacche di povertà e di esclusione sociale dovrebbero costituire uno dei quattro settori; ritiene che ciò non sarà un catalizzatore adeguato per il rinnovo delle zone urbane nell'UE;

    32. sottolinea la necessità che la Commissione e gli Stati membri tengano particolarmente conto delle difficoltà cui devono far fronte gli stranieri non comunitari, che sono le vittime dell'esclusione sociale;

    33. ritiene che il nuovo campo d¨azione dell¨obiettivo 2 non esaurisca il trattamento della problematica urbana nell¨ambito dei fondi strutturali e chiede che la politica strutturale dell¨obiettivo 1 risponda alle necessità delle sue città piccole e medie e delle sue zone urbane;

    34. ritiene che, dalla nuova riforma, debba uscire rafforzata una concezione dello sviluppo regionale indissociabile dal ruolo svolto nel territorio dalle città; ritiene necessario che gli interventi urbani integrati costituiscano una delle priorità della programmazione (mainstreaming) dei fondi strutturali e sollecita la Commissione ad inserire nei programmi dei fondi strutturali la migliore prassi e le strutture innovative istituite nell'ambito dell'Iniziativa comunitaria URBAN, quali ad esempio la valorizzazione del potenziale locale e lo sviluppo dell'imprenditorialità; ritiene necessario in tale contesto che il potenziamento dell'infrastruttura dei trasporti non si limiti alle città ma interessi il traffico in provenienza dalle periferie sia per mantenere la coesione economica, anche per quanto riguarda il flusso dei pendolari che vivono per lo più nelle periferie, sia per garantire la coesione sociale fra città e dintorni;

    35. ribadisce la sua posizione a favore del mantenimento dell¨iniziativa comunitaria URBAN con una dotazione capace di consolidare le sue iniziative ed un¨approccio innovativo che abbia un interesse di scala europea e si basi sulla cooperazione ed il partenariato tra aree urbane e città medie e piccole diverse; sottolinea la valutazione positiva dell¨iniziativa malgrado il suo carattere inizialmente sperimentale e, alla luce dell¨esperienza acquisita, ritiene che il suo prolungamento sia indispensabile e propedeutico per la messa in opera di una politica urbana integrata;

    36. deplora la proposta di rinunciare all'iniziativa comunitaria URBAN avanzata dalla Commissione nell'ambito della riforma dei Fondi strutturali;

    37. fa presente alla Commissione e al Consiglio l'importanza dell'attuale iniziativa comunitaria URBAN , che prevede un investimento di 850 milioni di ecu in circa 115 città per il periodo 1994-1999;

    38. ritiene necessario potenziare, nell'ambito della politica regionale comunitaria, l'istituzione di relazioni di cooperazione tra città in quanto sia lo scambio di esperienze, sia la collaborazione per quanto riguarda la risoluzione di problemi comuni, sono utili per promuovere relazioni di complementarità fra le città; ritiene che il nuovo programma Interreg dovrà coprire anche la cooperazione tra le città;

    39. ritiene che la cooperazione tra le città nell'ambito della politica comunitaria dovrebbe permettere anche di:

    - sviluppare reti culturali al fine di promuovere standard di fruizione culturale più elevati ed omogenei secondo i principi della multiculturalità;

    - sviluppare reti per l'attività sportiva volte a promuovere migliori standard di fruizione degli impianti sportivi di base;

    - promuovere luoghi di culto per le diverse fedi religiose al fine di favorire concretamente una cultura dell'accoglienza e del rispetto delle diversità;

    40. accoglie con favore l'iniziativa adottata dalla Presidenza britannica di iscrivere le questioni urbane nell'agenda del Consiglio informale di Glasgow dell'8 e 9 giugno 1998, focalizzando sullo scambio delle buone prassi, e si augura che la Presidenza austriaca riprenda questo lavoro sulla migliore prassi nelle zone urbane;

    41. ritiene inoltre necessario potenziare le relazioni di cooperazione tra città dell¨Unione e città dei paesi europei e mediterranei non appartenenti all¨Unione, così come città di altri paesi terzi, nell¨ambito dei programmi comunitari esistenti, allo scopo di promuovere il dialogo e la soluzione di problemi comuni nello spirito delle risoluzioni della Conferenza delle Nazioni Unite Habitat II;

    42. ritiene che la nuova riforma debba mantenere e rafforzare i progetti pilota e le azioni innovative, attualmente finanziate dall¨articolo 10 del FESR, mantenendone le caratteristiche di fondo, ma modificando e migliorando il sistema di gestione attraverso un dialogo diretto e utile tra le autorità locali e la Commissione ed attribuendo a quest¨ultima un ruolo strategico nel campo dell¨innovazione;

    43. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

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