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Document 51997IR0245
Opinion of the Committee of the Regions on 'Benchmarking: implementation of an instrument available to economic actors and public authorities'
Parere del Comitato delle regioni in merito a «L'analisi comparativa della competitività dell'industria europea: uno strumento destinato agli operatori economici ed alle autorità»
Parere del Comitato delle regioni in merito a «L'analisi comparativa della competitività dell'industria europea: uno strumento destinato agli operatori economici ed alle autorità»
GU C 64 del 27.2.1998, p. 1
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
Parere del Comitato delle regioni in merito a «L'analisi comparativa della competitività dell'industria europea: uno strumento destinato agli operatori economici ed alle autorità»
Gazzetta ufficiale n. C 064 del 27/02/1998 pag. 0001
Parere del Comitato delle regioni in merito a «L'analisi comparativa della competitività dell'industria europea: uno strumento destinato agli operatori economici ed alle autorità» (98/C 64/01) IL COMITATO DELLE REGIONI, vista la Comunicazione della Commissione europea - L'analisi comparativa della competitività - Uno strumento destinato agli operatori economici ed alle autorità» (COM(97) 153 def.); vista la decisione della Commissione europea, del 18 aprile 1997, di consultare in merito il Comitato delle regioni, in conformità dell'articolo 198 C, primo comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea; vista la propria decisione dell'11 giugno 1997, di predisporre il parere in merito a «L'analisi comparativa della competitività dell'industria europea» e d'incaricare la Commissione 1 «Sviluppo regionale, sviluppo economico, finanze locali e regionali», della preparazione di detto documento; visto il progetto di parere formulato dalla Commissione 1 il 12 settembre 1997 (CdR 245/97 riv.) (relatore: Valcarcel Siso); considerata la Comunicazione della Commissione europea «L'analisi comparativa della competitività» - (COM(96) 463 def.); considerata la relazione del Parlamento europeo riguardante tali comunicazioni ed il documento di lavoro dei servizi della Commissione su una politica di promozione della qualità per una maggiore competitività dell'Europa (SEC(96) 2000), ha adottato all'unanimità il 19 novembre 1997, nel corso della 20a sessione plenaria, il seguente parere. 1. Introduzione 1.1. L'accrescimento della competitività dell'industria europea è un fattore cruciale di sviluppo sociale, ottenibile mediante il costante miglioramento della produttività e della qualità dei prodotti e dei servizi. L'aumento della competitività è inoltre un elemento chiave per il consolidamento e per la creazione di posti di lavoro nelle imprese dell'Unione. 1.2. La competitività delle imprese è legata ad una serie di fattori interni ed esterni, che possono essere oggetto di analisi e comparazioni al fine di identificare le migliori prassi ed adattarle in seguito alla realtà di ogni organizzazione. Tale processo di comparazione viene attuato tramite una tecnica nota con il nome di analisi comparativa (Benchmarking). 1.3. L'applicazione dell'analisi comparativa parte dal presupposto che per qualsiasi operatore che entra nella comparazione esistono sempre dei vantaggi derivanti dall'assimilazione delle migliori prassi che possono essere applicate al fine di aumentare la capacità concorrenziale, poiché non vi è nessuna impresa che eccella in tutti gli aspetti, nessuna regione che operi in un contesto ottimale a tutti i livelli. 1.4. I diversi settori che costituiscono il tessuto industriale degli Stati membri dell'Unione presentano solitamente una dislocazione territoriale di carattere regionale; pertanto, i progressi o i regressi nella competitività delle loro industrie sortiscono un effetto diretto per gli abitanti del territorio in questione. Per questo motivo, a prescindere dalle politiche industriali che l'Unione o ciascuno Stato possano adottare, è vitale l'azione delle amministrazioni regionali, che essendo più vicine al cittadino, conoscono meglio i problemi e sono in grado di reagirvi con maggior rapidità. 2. Utilità e benefici dell'analisi comparativa 2.1. Poiché l'obiettivo dell'analisi comparativa è quello di individuare le migliori prassi, è importante definire con precisione gli ambiti oggetto di studio ed ottenere le informazioni sufficienti a facilitare la trasmissione di conoscenze e di esperienze. Si fa rilevare che tale comparazione si dimostra utile soprattutto quando affronta l'analisi rigorosa di ogni fattore. 2.2. Il Comitato ritiene che non saranno solo le grandi imprese a trarre benefici dall'analisi comparativa; la sua applicazione andrà soprattutto a vantaggio delle piccole e medie imprese, che dispongono di mezzi più limitati per ottenere tramite altre modalità le informazioni necessarie in qualunque processo di analisi comparativa. 2.3. Sebbene consideri positivi i cambiamenti isolati, il Comitato giudica fondamentale che le industrie si concentrino su programmi di aumento della produttività a lungo termine e sull'ottenimento di costanti miglioramenti della qualità dei loro prodotti e servizi; tutto ciò può essere sostenuto dall'applicazione continua e organica dell'analisi comparativa. 2.4. Tenendo conto del fatto che la comparazione e la valutazione delle prassi, nel quadro dell'Unione, possono essere realizzate a livello delle imprese e dei settori ed a livello delle condizioni quadro in cui le imprese stesse si muovono, la realizzazione di studi di analisi comparativa permetterà di conoscere le condizioni quadro in cui operano Stati e regioni e di intervenire sugli elementi che ostacolano lo sviluppo e la competitività dell'industria. 3. Fattori esterni 3.1. Il Comitato ritiene che sia fondamentale realizzare studi di analisi comparativa concernenti le condizioni quadro in cui agiscono Stati e regioni per identificare quelle che favoriscono maggiormente la competitività e la cui assenza, o la cui presenza limitata, ostacola in maniera rilevante lo sviluppo delle industrie. 3.2. Esso considera che, per valutare la competitività a livello di condizioni quadro, sarebbe di grande utilità prendere come riferimento, per lo meno a scopo comparativo, i seguenti parametri: a) infrastrutture di R& S; b) istruzione e occupazione; c) gestione delle imprese; d) normativa sul lavoro; e) costo del lavoro; f) imposte a carico delle imprese; g) costi dell'energia; h) costi di infrastrutture di telecomunicazioni; i) infrastrutture in generale (ad esempio collegamento alla rete stradale e ferroviaria, accessibilità degli aeroporti, ecc.); j) complessità e durata delle procedure; k) offerta di incentivi finanziari. 3.3. Il Comitato sottolinea la necessità per gli Stati e per le amministrazioni regionali di adottare misure efficaci che permettano di eliminare gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo di tutto il potenziale produttivo delle industrie situate sul loro territorio. Per tale motivo la realizzazione di studi di analisi comparativa fra diverse regioni rivestirebbe grande importanza e permetterebbe di influire sul miglioramento delle condizioni quadro. 3.4. A parere del Comitato l'analisi comparativa settoriale può essere un importantissimo elemento di stimolo per la cooperazione aziendale, che costituisce secondo l'Unione uno dei principali meccanismi di miglioramento della competitività. 3.5. Il Comitato rileva che il miglioramento della competitività grazie all'analisi comparativa non deve comportare una riduzione unilaterale della tutela giuridica dei lavoratori, bensì, come fa notare la Commissione medesima, deve garantire un grado sufficiente di stabilità e sicurezza del posto di lavoro. In un mondo del lavoro progressivamente più flessibile è necessario definire le relazioni all'interno di un rapporto di lavoro, come pure la distinzione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo in modo netto sotto il profilo del diritto del lavoro e della normativa sociale. Occorre evitare che una comparazione con i mercati extraeuropei comporti una riduzione delle norme di tutela. 4. Fattori interni di qualità e competitività 4.1. Il Comitato, basandosi sullo studio di un gruppo di società di consulenza europee in cui sono stati identificati i principali fattori che determinano il livello di qualità e di competitività delle imprese, invita a ricorrere all'analisi comparativa come strumento per il costante miglioramento dei processi e dei sistemi di gestione. I fattori da valutare sono: a) qualità e tempi nello sviluppo di nuovi prodotti; b) qualità dei fornitori; c) automazione dei processi; d) flessibilità e tempi di produzione; e) qualità del processo produttivo; f) manutenzione; g) strategia di distribuzione; h) qualità dei servizi alla clientela; i) fattore umano; j) organizzazione e sistemi di informazione. 4.2. Secondo il Comitato, nonostante le innegabili difficoltà insite nella comparazione di imprese operanti in ambienti istituzionali e culturali diversi, i vantaggi che derivano dalla valutazione comparata rivestono grande importanza per il miglioramento della qualità e della competitività. 5. Applicazione alle amministrazioni pubbliche 5.1. Il Comitato rileva che le amministrazioni pubbliche, dato il loro peso sul PIL di ogni Stato dell'Unione, hanno un ruolo fondamentale come erogatori di beni e servizi, la cui efficienza ed efficacia influenzano in maniera rilevante lo sviluppo del settore industriale. 5.2. Reputa necessario che le amministrazioni pubbliche applichino le tecniche di analisi comparativa alle proprie attività, cercando di migliorare innanzitutto i servizi che offrono a imprese e cittadini. 5.3. Ritiene che spetti ai governi rivedere il quadro giuridico e finanziario, configurandolo in termini che favoriscano la competitività delle imprese con riferimento alle regioni dell'Unione che presentano una situazione relativa migliore. 5.4. Chiede ai governi di effettuare comparazioni fra le politiche delle diverse regioni e dei vari Stati in materia per esempio di sviluppo industriale, creazione di posti di lavoro, tutela dell'ambiente ecc. favorendo la diffusione delle prassi che in ogni contesto vengano considerate più importanti e/o si siano rivelate più efficaci. 5.5. Chiede inoltre ai governi una speciale attenzione per i Programmi educativi e di salute pubblica al fine di identificare e divulgare le politiche e prassi i cui risultati siano meritevoli di essere presi in considerazione, in particolar modo per aspetti come il rapporto fra formazione, imprese e salute sul posto di lavoro. 5.6. Particolarmente rilevanti sono gli aspetti ambientali, in quanto l'aumento della competitività dell'industria deve risultare di tipo sostenibile per l'ambiente e la qualità della vita dei cittadini, che deve essere costantemente migliorata. È dunque importante adottare misure di tutela dell'ambiente, tenendo conto degli interessi regionali in questo settore nonché dell'importanza di sfruttare al massimo le risorse energetiche potenziando il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili e favorendo uno scambio agile di esperienze in materia fra gli enti locali e regionali. 5.7. Sollecita i governi a liberalizzare le proprie economie ed a ammettere meccanismi che favoriscano la concorrenza, traendo profitto dalle esperienze positive registrate in questo campo in vari paesi. 5.8. Per sottolineare tutta l'importanza dell'analisi comparativa per le amministrazioni pubbliche, il gruppo ad alto livello in materia di analisi comparativa dovrebbe comprendere rappresentanti degli enti locali e regionali. 6. Conclusioni Il Comitato delle regioni: 6.1. reputa altamente positivo il fatto che la Commissione europea abbia intrapreso la riflessione sull'analisi comparativa come primo esercizio di politica industriale; 6.2. riconosce che i protagonisti della competitività dell'industria sono innanzitutto le imprese; sottolinea tuttavia l'importanza che l'Unione, i governi nazionali e le amministrazioni regionali promuovano politiche attive che permettano lo scambio e la comparazione delle esperienze; 6.3. sottolinea la rilevanza delle tecniche di analisi comparativa per le PMI, che costituiscono la base del tessuto industriale, allo scopo di renderlo più competitivo e garantire in tal modo un sostegno all'occupazione; 6.4. appoggia ed elogia iniziative come la rete europea di comparazione delle prassi, istituita recentemente dall'E.F.Q.M. (), nonché il suo possibile collegamento con la rete mondiale di comparazione delle prassi. Qualora siano disponibili informazioni sui concorrenti internazionali, e se questi sono più avanzati rispetto a quelli europei, andrebbe indicato lo standard mondiale; 6.5. chiede ai governi di impiegare l'analisi comparativa come meccanismo per compensare le differenze regionali, conferendo priorità alla comparazione delle condizioni ambientali e delle industrie ubicate in tali zone, con l'obiettivo di migliorarne la competitività e, grazie a ciò determinare un ritmo più sostenuto di creazione di ricchezza; 6.6. suggerisce la realizzazione di progetti pilota di analisi comparativa tramite alcuni programmi europei di sostegno e attraverso i diversi programmi di stimolo della cooperazione e dello scambio di esperienze fra diversi territori con insediamenti industriali simili; 6.7. valutati positivamente la comunicazione della Commissione e il lancio dei progetti pilota sui temi affrontati in tale documento, suggerisce di estendere l'attuazione dei progetti pilota di analisi comparativa ad aspetti come lo sviluppo industriale, la creazione di posti di lavoro, la tutela dell'ambiente e l'amministrazione pubblica attraverso i programmi europei esistenti ed i vari programmi di cooperazione e di scambio di esperienze fra diversi territori con insediamenti industriali simili; 6.8. chiede alla Commissione di definire meccanismi che permettano di disporre di risorse affinché le varie amministrazioni regionali e locali possano dare inizio a processi di analisi comparativa che consentano di conoscere ed applicare le migliori tecniche in ogni settore in cui essa possa essere eseguita; 6.9. invita le amministrazioni regionali e locali, le agenzie di sviluppo, le organizzazioni imprenditoriali e sindacali ad utilizzare tecniche di analisi comparativa per realizzare studi su problemi di competitività dell'industria di carattere regionale e settoriale. Bruxelles, 19 novembre 1997. Il Presidente del Comitato delle regioni Pasqual MARAGALL i MIRA () European Foundation for Quality Management.