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Document 32015H0818(24)

Raccomandazione del Consiglio, del 14 luglio 2015, sul programma nazionale di riforma 2015 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2015 dell'Austria

GU C 272 del 18.8.2015, p. 87–90 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

18.8.2015   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 272/87


RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

del 14 luglio 2015

sul programma nazionale di riforma 2015 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità 2015 dell'Austria

(2015/C 272/23)

IL CONSIGLIO DELL'UNIONE EUROPEA,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea, in particolare l'articolo 121, paragrafo 2, e l'articolo 148, paragrafo 4,

visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l'articolo 5, paragrafo 2,

vista la raccomandazione della Commissione europea,

viste le risoluzioni del Parlamento europeo,

viste le conclusioni del Consiglio europeo,

visto il parere del comitato per l'occupazione,

visto il parere del comitato economico e finanziario,

visto il parere del comitato per la protezione sociale,

visto il parere del comitato di politica economica,

considerando quanto segue:

(1)

Il 26 marzo 2010 il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per l'occupazione e la crescita basata su un maggiore coordinamento delle politiche economiche e incentrata sui settori chiave in cui occorre intervenire per rafforzare il potenziale di crescita sostenibile e di competitività dell'Europa.

(2)

Il 14 luglio 2015 il Consiglio ha adottato, sulla base delle proposte della Commissione, una raccomandazione sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell'Unione e, il 21 ottobre 2010, una decisione sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione (2), che insieme formano gli «orientamenti integrati». Gli Stati membri sono stati invitati a tenerne conto nelle proprie politiche nazionali in materia economica e di occupazione.

(3)

L'8 luglio 2014 il Consiglio ha adottato una raccomandazione (3) sul programma nazionale di riforma 2014 dell'Austria e ha formulato il suo parere sul programma di stabilità 2014 aggiornato dell'Austria. Il 28 novembre 2014, in linea con il regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio (4), la Commissione ha presentato il suo parere sul documento programmatico di bilancio 2015 dell'Austria.

(4)

Il 28 novembre 2014 la Commissione ha adottato l'analisi annuale della crescita, segnando l'inizio del semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche 2015. Lo stesso giorno la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio (5), la relazione sul meccanismo di allerta, in cui l'Austria non è stata annoverata tra gli Stati membri da sottoporre a esame approfondito.

(5)

Il 18 dicembre 2014 il Consiglio europeo ha approvato le priorità per la promozione degli investimenti, l'intensificazione delle riforme strutturali e il proseguimento di un risanamento di bilancio responsabile e propizio alla crescita.

(6)

Il 26 febbraio 2015 la Commissione ha pubblicato la relazione per paese relativa all'Austria 2015, nella quale valuta i progressi compiuti dall'Austria nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche per paese adottate l'8 luglio 2014.

(7)

Il 21 aprile 2015 l'Austria ha presentato il suo programma nazionale di riforma 2015 e il suo programma di stabilità 2015. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente per tener conto delle loro correlazioni.

(8)

L'Austria è attualmente soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita e alla regola transitoria del debito nel periodo 2014-2016. Nel quadro del programma di stabilità 2015 il governo prevede di migliorare progressivamente il disavanzo nominale portandolo al 2,2 % del PIL nel 2015 e allo 0,5 % del PIL nel 2019. Secondo il programma di stabilità, l'obiettivo a medio termine, ossia un disavanzo strutturale non superiore allo 0,45 % del PIL, è stato raggiunto nel 2014, e il governo prevede di rispettare l'obiettivo a medio termine nel corso di tutto il periodo di riferimento del programma. Tuttavia il saldo strutturale ricalcolato indica un discostamento dall'obiettivo a medio termine a partire dal 2015. Il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbe raggiungere un picco dell'86,8 % nel 2015 e diminuire gradualmente attestandosi al 79,7 % nel 2019. Lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio del programma di stabilità è plausibile. Tuttavia le misure di sostegno necessarie per raggiungere i previsti obiettivi legati al disavanzo a partire dal 2016 non sono state sufficientemente precisate. Secondo le previsioni di primavera 2015 della Commissione, nel 2015 il saldo strutturale si scosterà dello 0,4 % del PIL dall'obiettivo a medio termine. La deviazione è destinata a diventare significativa nel 2016 alla luce del previsto peggioramento dello 0,6 % del PIL del saldo strutturale rispetto all'aggiustamento strutturale dello 0,3 % del PIL necessario per raggiungere l'obiettivo a medio termine. Ciò comporterebbe uno scostamento di circa lo 0,9 % del PIL rispetto a quanto prescritto dal patto di stabilità e crescita. Per raggiungere questo obiettivo saranno pertanto necessarie ulteriori misure. Allo stesso tempo, secondo il programma di stabilità e le previsioni di primavera 2015 della Commissione, il debito lordo rimarrà su un percorso discendente, in linea con la regola del debito transitoria nel 2015 e nel 2016. Sulla base della propria valutazione del programma di stabilità e tenuto conto delle previsioni di primavera 2015 della Commissione, il Consiglio ritiene che vi sia il rischio che l'Austria non rispetti le disposizioni del patto di stabilità e crescita.

(9)

Le relazioni tra i diversi livelli di governo rimangono complesse e limitano l'efficienza in settori cruciali dell'amministrazione pubblica. L'Austria rimane uno dei paesi con il livello più basso in percentuale del PIL di imposte decise a livello subnazionale. Nonostante l'autonomia fiscale limitata, agli enti subnazionali sono attribuite diverse competenze sul piano delle spese e a livello amministrativo. L'elevata complessità e il disallineamento tra le competenze in materia di entrate e di uscite non favorisce l'attuazione di riforme politiche di ampia portata.

(10)

La sostenibilità finanziaria a lungo termine del sistema pensionistico austriaco soffre di debolezze strutturali. Le riforme dell'Austria finora non sembrano sufficienti per garantire la sostenibilità di bilancio a lungo termine del sistema. In primo luogo, l'età effettiva di pensionamento rimane decisamente al di sotto dell'età pensionabile legale. In secondo luogo, l'età pensionabile legale delle donne è ben al di sotto di quella maschile e non sarà aumentata prima del 2024. In terzo luogo, l'evoluzione dell'età pensionabile legale non è ancora correlata al costante aumento dell'aspettativa di vita. L'Austria ha adottato alcune misure per innalzare l'età pensionabile effettiva, che ora è di 59,7 anni (2014), ma che rimane al di sotto della media UE di 63,1 anni (2013). L'Austria ha preso provvedimenti per limitare le possibilità di prepensionamento e il ricorso a regimi di invalidità, allungando in questo modo la vita attiva. Inoltre, la penalizzazione per ogni anno di pensionamento anticipato e gli anni di contributi necessari per beneficiare di tali regimi sono stati aumentati. Non è ancora chiaro se tali misure avranno effettivamente il previsto impatto positivo sul bilancio.

(11)

La spesa sanitaria austriaca è tra le più elevate dell'Unione. L'attuale riforma sanitaria (2013-2016) mira a stabilizzarne la percentuale di incidenza sul PIL a partire dal 2016. Tuttavia, anche se le riforme avranno successo, per raggiungere la sostenibilità di bilancio e l'efficienza del sistema sanitario sarà necessario affrontare sfide strutturali. Le misure che mirano al post-2016 dovrebbero essere prese ora. Ad esempio, un maggior numero di pazienti dovrebbe essere trattato in strutture multidisciplinari che offrano cure primarie ambulatoriali e dovrebbe essere ulteriormente abbassata la durata media dei ricoveri ospedalieri.

(12)

Assicurare la disponibilità a lungo termine di manodopera adeguatamente qualificata rimane una delle sfide aperte dell'Austria. Con un tasso prossimo al 5,6 %, la disoccupazione è tra le più basse dell'Unione, ma il potenziale di parte della popolazione attiva non è pienamente sfruttato sul mercato del lavoro. L'Austria ha adottato alcune misure destinate a prolungare la vita attiva, agevolare la partecipazione al mercato del lavoro da parte delle donne e sfruttare meglio il potenziale di partecipazione al mercato del lavoro di lavoratori che provengono da un contesto migratorio, anche attraverso un migliore riconoscimento delle loro qualifiche. Tuttavia le recenti riforme devono essere attentamente monitorate e saranno necessarie ulteriori misure per sfruttare appieno il potenziale di tali gruppi di persone sul mercato del lavoro.

(13)

Il 13 marzo 2015, l'Austria ha presentato un'ampia riforma fiscale volta a una riclassificazione delle categorie fiscali e delle aliquote dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, in particolare riducendo l'aliquota fiscale minima di tale imposta dal 36,5 % al 25 %. Lo sgravio fiscale è stimato a circa 4,9 miliardi di EUR, mentre sono previsti 300 milioni di EUR di spese supplementari per il sostegno alla politica a favore delle famiglie e alla ricerca. In base alla proposta, il trasferimento dell'onere fiscale sarà finanziato in parte con i proventi della lotta contro l'evasione fiscale, con tagli alla spesa pubblica, con un aumento al 13 % delle aliquote IVA ridotte in alcuni settori e con un aumento dell'imposta sul reddito da capitali dal 25 % al 27,5 %. Questi progetti di riforma sono ampiamente in linea con le raccomandazioni del Consiglio del 2014 e forniscono le giuste premesse per aumentare gli incentivi al lavoro dei soggetti con basse potenzialità di reddito e dei lavoratori che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare, oltre a sostenere il reddito disponibile. Tuttavia, la riforma dovrebbe essere attuata senza incidere sul bilancio.

(14)

Il sistema scolastico austriaco è caratterizzato da un basso tasso di abbandono scolastico precoce, che si attesta a livelli nettamente inferiori alla media dell'UE. Un sistema di istruzione e formazione professionale forte ed efficace offre un ampio bacino di lavoratori altamente qualificati. Rimane tuttavia aperta la sfida di migliorare i risultati nel settore dell'istruzione e quindi l'occupabilità dei giovani con un basso profilo socioeconomico, in particolare quelli provenienti da un contesto migratorio. La valutazione dell'attuazione di un nuovo sistema di scuola media inferiore (neue Mittelschule) ha evidenziato le lacune che devono essere ancora colmate.

(15)

Nel contesto del semestre europeo, il Consiglio ha a più riprese raccomandato all'Austria di migliorare e promuovere la concorrenza nel settore dei servizi, ma la risposta politica è stata finora limitata. Diverse professioni impongono ancora regolamentazioni che riguardano la forma giuridica, la struttura dell'azionariato e le tariffe, ponendo ostacoli normativi all'accesso al mercato e precludendo a professionisti o a imprese professionali di altri Stati membri di avviare un'attività in Austria. Nel contesto dell'esercizio di mutua valutazione, l'Austria sta rivedendo le norme relative all'accesso alle professioni e all'esercizio di attività professionali per valutare se sono proporzionate e se corrispondono all'interesse generale. Rispetto alle autorità garanti della concorrenza di altri Stati membri, l'Autorità federale garante della concorrenza non dispone di sufficienti risorse, il che impedisce interventi più efficaci.

(16)

Il settore bancario austriaco è rimasto resiliente, ma deve ancora affrontare una serie di sfide sia a livello nazionale, sia in materia di esposizioni estere vulnerabili. La capitalizzazione del settore bancario è migliorata anche nel 2014, ma la pressione sulla redditività delle banche austriache non si è allentata. Cinque dei sei più grandi istituti di credito austriaci hanno superato la valutazione globale della BCE nel 2014, ad eccezione di Österreichische Volksbanken (ÖVAG). L'Austria ha compiuto notevoli progressi nella ristrutturazione di ÖVAG e Hypo Group Alpe Adria (HGAA).

(17)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un'analisi completa della politica economica dell'Austria che ha pubblicato nella relazione per paese 2015. Ha altresì valutato il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma, nonché il seguito dato alle raccomandazioni rivolte all'Austria negli anni precedenti. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica dell'Austria, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell'UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell'Unione nel suo insieme, offrendo un contributo a livello UE per le future decisioni nazionali. Le raccomandazioni nell'ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

(18)

Alla luce della valutazione di cui sopra, il Consiglio ha esaminato il programma di stabilità e il suo parere (6) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

(19)

Nell'ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato inoltre un'analisi della politica economica della zona euro nel suo complesso. Sulla base di tale analisi il Consiglio ha formulato raccomandazioni specifiche rivolte agli Stati membri la cui moneta è l'euro (7). In quanto paese la cui moneta è l'euro, l'Austria dovrebbe altresì assicurare l'attuazione piena e tempestiva di tali raccomandazioni,

RACCOMANDA che l'Austria adotti provvedimenti nel 2015 e nel 2016 al fine di:

1)

evitare un discostamento dall'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2015 e nel 2016; garantire che la riforma fiscale intesa a ridurre la pressione fiscale sul lavoro non incida sul bilancio; correggere il disallineamento tra il finanziamento e le spese dei diversi livelli di governo; migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema pensionistico, in particolare accelerando il percorso di armonizzazione dell'età di pensionamento prevista per legge per uomini e donne e collegando tale età di pensionamento all'aspettativa di vita;

2)

rafforzare le misure intese ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro dei lavoratori più anziani e delle donne, anche migliorando l'offerta di strutture per l'infanzia e i servizi di assistenza di lunga durata; adottare provvedimenti volti a migliorare il rendimento scolastico dei giovani svantaggiati;

3)

rimuovere le barriere eccessive per i prestatori di servizi e gli ostacoli alla creazione di imprese interdisciplinari;

4)

affrontare le vulnerabilità potenziali del settore finanziario in termini di esposizione con l'estero e insufficiente qualità degli attivi.

Fatto a Bruxelles, il 14 luglio 2015

Per il Consiglio

Il presidente

P. GRAMEGNA


(1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

(2)  Mantenuta mediante decisione 2014/322/UE del Consiglio, del 6 maggio 2014, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell'occupazione per il 2014 (GU L 165 del 4.6.2014, pag. 49).

(3)  Raccomandazione del Consiglio, dell'8 luglio 2014, sul programma nazionale di riforma 2014 dell'Austria e che formula un parere del Consiglio sul programma di stabilità dell'Austria 2014 (GU C 247 del 29.7.2014, pag. 92).

(4)  Regolamento (UE) n. 473/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2013, sulle disposizioni comuni per il monitoraggio e la valutazione dei documenti programmatici di bilancio e per la correzione dei disavanzi eccessivi negli Stati membri della zona euro (GU L 140 del 27.5.2013, pag. 11).

(5)  Regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25).

(6)  A norma dell'articolo 5, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.

(7)  GU C 272 del 18.8.2015, pag. 98.


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