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Document 32013H0730(21)

    Raccomandazione del Consiglio, del 9 luglio 2013 , sul programma nazionale di riforma 2013 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza della Svezia 2012-2016

    GU C 217 del 30.7.2013, p. 86–88 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    Legal status of the document In force

    30.7.2013   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 217/86


    RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO

    del 9 luglio 2013

    sul programma nazionale di riforma 2013 della Svezia e che formula un parere del Consiglio sul programma di convergenza della Svezia 2012-2016

    2013/C 217/21

    IL CONSIGLIO DELL’UNIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 121, paragrafo 2, e l’articolo 148, paragrafo 4,

    visto il regolamento (CE) n. 1466/97 del Consiglio, del 7 luglio 1997, per il rafforzamento della sorveglianza delle posizioni di bilancio nonché della sorveglianza e del coordinamento delle politiche economiche (1), in particolare l’articolo 9, paragrafo 2,

    visto il regolamento (UE) n. 1176/2011 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 novembre 2011, sulla prevenzione e la correzione degli squilibri macroeconomici (2), in particolare l’articolo 6, paragrafo 1,

    vista la raccomandazione della Commissione europea,

    viste le conclusioni del Consiglio europeo,

    visto il parere del Comitato per l’occupazione,

    visto il parere del Comitato economico e finanziario,

    visto il parere del Comitato per la protezione sociale,

    visto il parere del Comitato di politica economica,

    considerando quanto segue:

    (1)

    Il 26 marzo 2010 il Consiglio europeo ha approvato la proposta della Commissione di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l’occupazione basata su un maggiore coordinamento delle politiche economiche e incentrata sui settori chiave in cui occorre intervenire per rafforzare il potenziale di crescita sostenibile e di competitività dell’Europa.

    (2)

    Il 13 luglio 2010 il Consiglio ha adottato una raccomandazione sugli orientamenti di massima per le politiche economiche degli Stati membri e dell’Unione (2010-2014) e, il 21 ottobre 2010, una decisione sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (3), che insieme formano gli «orientamenti integrati». Gli Stati membri sono stati invitati a tener conto degli orientamenti integrati nelle proprie politiche nazionali in materia economica e occupazionale.

    (3)

    Il 29 giugno 2012 i capi di Stato o di governo DEGLI Stati membri hanno convenuto un patto per la crescita e l’occupazione che offre un quadro coerente per l’adozione di misure a livello nazionale, dell’UE e della zona euro con il ricorso a tutti gli strumenti, leve e politiche possibili. Essi hanno convenuto le misure da adottare a livello degli Stati membri, in particolare affermando l’impegno pieno verso il conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 e l’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.

    (4)

    Il 10 luglio 2012 il Consiglio ha adottato una raccomandazione (4) sul programma nazionale di riforma 2012 della Svezia e ha formulato il suo parere sul programma di convergenza aggiornato della Svezia 2012-2015.

    (5)

    Il 28 novembre 2012 la Commissione ha adottato l’analisi annuale della crescita, segnando l’inizio del semestre europeo di coordinamento delle politiche economiche 2013. Sempre il 28 novembre 2012 la Commissione ha adottato, sulla base del regolamento (UE) n. 1176/2011, la relazione sul meccanismo di allerta, in cui annoverava la Svezia tra gli Stati membri che sarebbero stati oggetto di un esame approfondito.

    (6)

    Il Parlamento europeo è stato debitamente coinvolto nel semestre europeo ai sensi del regolamento (CE) n. 1466/97 e il 7 febbraio 2013 ha adottato una risoluzione sull’occupazione e gli aspetti sociali nell’analisi annuale della crescita 2013 e una risoluzione sul contributo all’analisi annuale della crescita per il 2013.

    (7)

    Il 14 marzo 2013 il Consiglio europeo ha approvato le priorità per garantire la stabilità finanziaria, il risanamento di bilancio e le azioni a favore della crescita, sottolineando la necessità di portare avanti un risanamento di bilancio differenziato e favorevole alla crescita, di ripristinare le normali condizioni per l’erogazione di prestiti all’economia, di promuovere la crescita e la competitività, di contrastare la disoccupazione e le conseguenze sociali della crisi e di modernizzare la pubblica amministrazione.

    (8)

    Il 10 aprile 2013 la Commissione ha pubblicato i risultati dell’esame approfondito per la Svezia a norma dell’articolo 5 del regolamento (UE) n. 1176/2011. L’analisi ha portato la Commissione a concludere che la Svezia si trova in una situazione di squilibrio macroeconomico che richiede un monitoraggio e un’azione politica. In particolare, gli sviluppi macroeconomici riguardanti il debito del settore privato e la riduzione della leva finanziaria, associati a altre inefficienze che persistono nel mercato immobiliare, meritano un’attenzione costante. Sebbene il notevole avanzo delle partite correnti non ponga rischi paragonabili ai forti disavanzi, la Commissione continuerà a seguire gli sviluppi delle partite correnti in Svezia.

    (9)

    Il 19 aprile 2013 la Svezia ha presentato il suo programma di convergenza per il periodo 2012-2017 e il suo programma nazionale di riforma 2013. I due programmi sono stati valutati contemporaneamente onde tener conto delle loro correlazioni.

    (10)

    Sulla base della valutazione del programma di convergenza 2013 a norma del regolamento (CE) n. 1466/97, il Consiglio ritiene che lo scenario macroeconomico su cui si fondano le proiezioni di bilancio nel programma sia plausibile per il 2013. Il governo prevede una crescita del PIL dell’1,2 % e del 2,2 % rispettivamente nel 2013 e nel 2014, mentre le previsioni della Commissione indicano una crescita dell’1,5 % e del 2,5 %. L’obiettivo della strategia di bilancio delineata nel programma di convergenza consiste nel garantire la sostenibilità a lungo termine delle finanze pubbliche grazie al rispetto delle norme del quadro di bilancio svedese, che prevede tra l’altro la realizzazione di un avanzo pari ad un accreditamento netto della pubblica amministrazione medio dell’1 % del PIL nell’arco del ciclo economico. Il saldo di bilancio della pubblica amministrazione è scivolato da un leggero avanzo dello 0,2 % del PIL nel 2011 a un disavanzo dello 0,5 % nel 2012. Il programma di convergenza conferma il precedente obiettivo di bilancio a medio termine (OMT) di - 1,0 % del PIL, in linea con i requisiti del patto di stabilità e crescita. Il programma di convergenza prevede un saldo strutturale della pubblica amministrazione, come ricalcolato dalla Commissione, in miglioramento, passando da un leggero disavanzo di circa 0,4 % del PIL per il 2012-13 a un avanzo dal 2014 in poi. Pertanto, si prevede il conseguimento dell’OMT nel periodo oggetto del programma. In base alle informazioni contenute nel programma di convergenza, il tasso di crescita della spesa pubblica, al netto delle misure discrezionali relative alle entrate, sarebbe superiore al tasso di riferimento a medio termine del potenziale di crescita del PIL nel 2012 e nel 2013, ma inferiore a tale tasso nel 2014. Anche tenendo conto della possibilità di ulteriori misure discrezionali espansionistiche nel 2014, i rischi per gli obiettivi di bilancio sono limitati. Secondo il programma di convergenza, il rapporto debito/PIL, che è al di sotto del valore di riferimento del 60 % del PIL, dovrebbe aumentare temporaneamente al 42 % del PIL nel 2013, ma rientrare sotto il 40 % del PIL nel 2015. La Commissione prevede che il rapporto debito/PIL scenderà al 39 % nel 2014.

    (11)

    L’elevato livello di indebitamento del settore privato (al 235 % del PIL nel 2012) continua ad essere fonte di preoccupazione. L’indebitamento delle famiglie, che si aggira intorno all’80 % del PIL, ovvero circa il 170 % del reddito disponibile, si è stabilizzato solo di recente e non si prevedono diminuzioni nel prossimo futuro, vista la continua crescita del credito e la lentezza dell’ammortamento dei mutui ipotecari. L’attuale detraibilità fiscale degli interessi e il basso livello delle imposte patrimoniali ricorrenti contribuiscono a una distorsione a favore del debito nella tassazione svedese delle abitazioni, generando elevati livelli di indebitamento. Inoltre, il divario relativamente ampio tra l’aliquota di imposta marginale effettiva sul debito e quella sul capitale proprio per i nuovi investimenti sta a indicare la tendenza persistente da parte delle imprese al finanziamento mediante indebitamento. La Svezia ha recentemente limitato la deducibilità degli interessi passivi infragruppo ma non ha introdotto alcun sistema generale per correggere tale distorsione nella tassazione del debito e del capitale proprio. I debiti delle imprese continuano ad essere elevati, con un importo pari al 149 % del PIL.

    (12)

    Sebbene sia rimasto stabile negli ultimi anni, il mercato abitativo svedese rappresenta ancora una potenziale fonte di instabilità. Sul lato dell’offerta, questo mercato è caratterizzato da alcune inefficienze che possono concorrere al rialzo dei prezzi delle abitazioni e a produrre effetti indesiderati di immobilizzazione (lock-in). Gli investimenti svedesi nell’edilizia sono solo la metà di quelli degli altri paesi nordici, sia in termini di PIL e che di popolazione. Attualmente, sono spesso necessari vari anni prima di poter avviare un nuovo progetto, a causa delle lungaggini delle procedure a livello municipale. La semplificazione di tali procedure consentirebbe di aumentare la flessibilità dell’offerta abitativa, di favorire la concorrenza nel settore edile e di diminuire i costi di costruzione. Occorrono ulteriori riforme del sistema di locazione per consentire alle forze del mercato di determinare l’equilibrio ottimale per l’offerta di abitazioni in affitto a prezzi adeguati. Affrontare le inefficienze del mercato immobiliare potrebbe inoltre aiutare a ridurre i livelli di indebitamento delle famiglie, poiché tali questioni sono legate tra loro.

    (13)

    In Svezia, il tasso di disoccupazione dei giovani, delle persone con un passato di migrazione e dei lavoratori meno qualificati in generale rimane decisamente superiore a quello del resto della popolazione in età lavorativa e al di sopra della media UE. Per far fronte a questa sfida, la Svezia ha adottato molte nuove misure concrete. Le iniziative volte a promuovere l’integrazione delle persone con un passato di migrazione nel mercato del lavoro hanno già prodotto i primi risultati, con una diminuzione del tasso di disoccupazione, ma occorre un impegno costante per ridurre il divario con il resto della popolazione. Finora i giovani non hanno tratto benefici percepibili dalle misure. Tuttavia, sono state messe in campo o sono in corso di elaborazione diverse iniziative promettenti. Tra queste si menziona il sostegno agli accordi per l’avviamento professionale nel contesto del modello svedese per la fissazione dei salari nella piena indipendenza delle parti sociali. Gli sforzi volti a rafforzare l’apprendistato e altri tipi di istruzione professionale attraverso il lavoro sono anch’essi validi, ma dovranno essere più ambiziosi per poter conseguire i risultati desiderati. Si otterrebbero progressi costanti dalla revisione della normativa sulla tutela del lavoro e sfruttando i vantaggi della garanzia del lavoro per i giovani. Misure più specifiche rivolte alle persone più bisognose andrebbero preferite rispetto ai sussidi generici. Nell’ambito del sistema svedese di garanzia di occupazione, ai giovani che cercano lavoro attraverso il servizio pubblico di collocamento e che sono disoccupati da almeno novanta giorni sono offerti servizi mirati volti ad offrire loro maggiori possibilità di impiego o di formazione. Tuttavia, al momento la garanzia sembrerebbe rivolgersi in maniera meno efficace a quei giovani che non studiano o non frequentano un corso di formazione e non sono iscritti al servizio pubblico svedese di collocamento. In linea con la raccomandazione 2012, la Svezia ha commissionato un’analisi dell’incidenza sui prezzi, sui salari e sull’occupazione giovanile dell’aliquota IVA ridotta per i ristoranti e i servizi di ristorazione; i risultati preliminari di tale valutazione sono attesi per gennaio 2014 e le conclusioni finali per il 2016. Tale valutazione sarà rilevante, alla luce delle preoccupazioni espresse circa il rapporto costo/efficacia di tale misura.

    (14)

    Nell’ambito del semestre europeo la Commissione ha effettuato un’analisi completa della politica economica della Svezia, ha valutato il programma di convergenza e il programma nazionale di riforma e ha presentato un esame approfondito. La Commissione ha tenuto conto non soltanto della loro pertinenza ai fini della sostenibilità della politica di bilancio e della politica socioeconomica della Svezia, ma anche della loro conformità alle norme e agli orientamenti dell’UE, alla luce della necessità di rafforzare la governance economica dell’Unione europea nel suo insieme, offrendo un contributo a livello dell’UE per le future decisioni nazionali. Le sue raccomandazioni nell’ambito del semestre europeo trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti da 1 a 4.

    (15)

    Alla luce di tale valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma di convergenza e il suo parere (5) trova riscontro, in particolare, nella raccomandazione di cui al punto 1.

    (16)

    Alla luce dell’esame approfondito della Commissione e della citata valutazione, il Consiglio ha esaminato il programma nazionale di riforma e il programma di convergenza. Le sue raccomandazioni a norma dell’articolo 6 del regolamento (UE) n. 1176/2011 trovano riscontro nelle raccomandazioni di cui ai punti 2 e 3,

    RACCOMANDA che la Svezia adotti provvedimenti nel periodo 2013-2014 al fine di:

    1)

    attuare le misure necessarie a perseguire una politica di bilancio favorevole alla crescita e mantenere una posizione di bilancio solida per assicurare il rispetto dell’OMT nel periodo di riferimento del programma;

    2)

    continuare ad affrontare la questione dei rischi in relazione al debito privato, riducendo la distorsione a favore del debito nella tassazione degli alloggi con la progressiva soppressione della detraibilità fiscale degli interessi sui crediti ipotecari e/o aumentando le imposte sulle proprietà; adottare ulteriori provvedimenti per promuovere una prudente erogazione di prestiti attraverso misure che favoriscano l’ammortamento dei mutui; ridurre ulteriormente la distorsione a favore del debito nella tassazione delle imprese;

    3)

    migliorare l’efficienza del mercato abitativo attraverso continue riforme del sistema di fissazione dei canoni di locazione e una maggiore libertà contrattuale tra singoli locatari e proprietari; promuovere una maggiore concorrenza nel settore edilizio e rivedere le procedure di pianificazione, lottizzazione e autorizzazione al fine di aumentare la trasparenza, accorciare i tempi di realizzazione e ridurre gli ostacoli all’ingresso per le imprese edilizie;

    4)

    intensificare gli sforzi per migliorare l’integrazione nel mercato del lavoro dei lavoratori scarsamente qualificati e delle persone con un passato di migrazione attraverso misure più incisive e mirate intese ad aumentare la loro occupabilità e la domanda di questo tipo di manodopera; intensificare gli sforzi per agevolare il passaggio dallo studio al mondo del lavoro, in particolare grazie a un ricorso più diffuso dell’apprendimento sul posto di lavoro, degli apprendistati e di altre forme contrattuali che combinano il lavoro e la formazione; estendere la garanzia per i giovani affinché includa anche i giovani che non frequentano corsi di studio o di formazione; completare l’analisi, e trarne le conclusioni, dell’efficacia dell’attuale aliquota IVA agevolata per i ristoranti e i servizi di ristorazione nel sostenere la creazione di posti di lavoro.

    Fatto a Bruxelles, il 9 luglio 2013

    Per il Consiglio

    Il presidente

    R. ŠADŽIUS


    (1)  GU L 209 del 2.8.1997, pag. 1.

    (2)  GU L 306 del 23.11.2011, pag. 25.

    (3)  Mantenuti per il 2013 dalla decisione 2013/208/UE del Consiglio, del 22 aprile 2013, sugli orientamenti per le politiche degli Stati membri a favore dell’occupazione (GU L 118 del 30.4.2013, pag. 21).

    (4)  GU C 219 del 24.7.2012, pag. 85.

    (5)  A norma dell’articolo 9, paragrafo 2, del regolamento (CE) n. 1466/97.


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