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Document 32012D0636

    2012/636/UE: Decisione della Commissione, del 25 gennaio 2012 , relativa alla misura C 36/07 (ex N 25/07) cui la Germania ha dato esecuzione a favore di Deutsche Post AG [notificata con il numero C(2012) 184] Testo rilevante ai fini del SEE

    GU L 289 del 19.10.2012, p. 1–55 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    Legal status of the document In force

    ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2012/636/oj

    19.10.2012   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    L 289/1


    DECISIONE DELLA COMMISSIONE

    del 25 gennaio 2012

    relativa alla misura C 36/07 (ex N 25/07) cui la Germania ha dato esecuzione a favore di Deutsche Post AG

    [notificata con il numero C(2012) 184]

    (Il testo in lingua tedesca è il solo facente fede)

    (Testo rilevante ai fini del SEE)

    (2012/636/UE)

    LA COMMISSIONE EUROPEA,

    visto il trattato sul funzionamento dell’Unione europea, in particolare l’articolo 108, paragrafo 2, primo comma (1),

    dopo aver invitato gli interessati a presentare osservazioni conformemente a detti articoli (2) e viste le osservazioni trasmesse,

    visto l’accordo sullo Spazio economico europeo, in particolare l’articolo 62, paragrafo 1, lettera a),

    considerando quanto segue:

    I.   PROCEDIMENTO

    I.1.   Il procedimento in materia di aiuti di Stato

    I.1.1.   La decisione di avvio del 1999 e la decisione negativa del 2002

    (1)

    Nel 1994 United Parcel Service (in appresso: «UPS») ha presentato una denuncia sostenendo che erano stati concessi aiuti illegali a favore di Deutsche Bundespost POSTDIENST (in appresso: «POSTDIENST»).

    (2)

    In seguito all’apertura di un procedimento in materia di aiuti di Stato, avvenuta il 23 ottobre 1999, (in appresso: la «decisione di avvio del 1999»), la Germania ha trasmesso le proprie osservazioni in data 16 settembre 1999. Dopo la pubblicazione della decisione di avvio del 1999, la Commissione ha ricevuto le osservazioni di quattordici interessati, inoltrate al governo tedesco con lettera del 15 dicembre 1999, affinché questo potesse prendere posizione al riguardo. La Germania ha risposto con lettera del 1o febbraio 2000, protocollata al suo arrivo il 2 febbraio 2000.

    (3)

    Il 19 giugno 2002, la Commissione ha adottato una decisione negativa (3) (in appresso: la «decisione negativa del 2002»), con la quale ha accertato che i prezzi applicati da POSTDIENST e dal suo successore Deutsche Post AG (in appresso: «DPAG»; mentre POSTDIENST e DPAG, insieme, sono indicati in seguito come «Deutsche Post») per i loro servizi di ritiro e recapito a domicilio di pacchi erano inferiori ai costi supplementari specifici della prestazione e che questa politica aggressiva dei prezzi esulava dal compito di servizio pubblico di Deutsche Post. Le conseguenti perdite pari a 572 milioni di EUR erano state ripianate, in violazione degli articoli 106 e 107 TFUE, mediante risorse statali pervenute a Deutsche Post sotto forme diverse [ad esempio, come compensazioni statali a favore della controllata di Deutsche Bundespost TELEKOM (in appresso: «TELEKOM»), garanzie di credito statali e sostegno pubblico al finanziamento delle pensioni dei dipendenti postali (in appresso: la «sovvenzione del sistema pensionistico»)].

    (4)

    Su richiesta della Commissione, la Germania ha chiesto a DPAG la restituzione di aiuti di Stato incompatibili con il mercato interno per un totale di 572 milioni di EUR. Deutsche Post ha impugnato la decisione dinanzi ai giudici dell’Unione europea.

    (5)

    Con sentenza del 2008 (4), il Tribunale dell’Unione europea (in appresso: il «Tribunale») ha annullato la decisione negativa del 2002 poiché, nell’accertare se Deutsche Post avesse ricevuto una compensazione eccessiva o troppo ridotta, la Commissione non aveva condotto un’analisi complessiva di tutti i ricavi e tutti i costi determinati dai servizi universali.

    (6)

    Pertanto, la Germania ha rimborsato a Deutsche Post gli aiuti di Stato chiesti in restituzione per un importo di 572 milioni di EUR, oltre agli interessi.

    (7)

    Il 2 settembre 2010 la Corte di giustizia ha respinto il ricorso proposto dalla Commissione avverso la sentenza del Tribunale (5).

    I.1.2.   Altre denunce successive alla decisione negativa del 2002

    (8)

    Il 13 maggio 2004 UPS ha presentato un’altra denuncia, affermando che dopo la decisione negativa del 2002 erano stati accordati a Deutsche Post aiuti illegali. UPS sosteneva che la suddetta decisione non aveva esaminato tutte le misure indicate nella denuncia iniziale del 1994 e che i vantaggi finanziari accordati a Deutsche Post erano di gran lunga superiori rispetto all’aiuto incompatibile di 572 milioni di EUR. Secondo UPS, Deutsche Post aveva utilizzato risorse statali per ampliare il suo servizio di consegna pacchi (acquisendo, ad esempio, altre imprese) e per vendere servizi a prezzi di trasferimento troppo bassi alle sue controllate Postbank AG e Deutsche Post euro Express GmbH & Co OHG (in appresso: «DPEED»), che operavano nel settore dei servizi bancari e, con il marchio DHL, nel settore dei servizi di consegna pacchi per clienti imprese.

    (9)

    Il 9 novembre 2004 e il 1o aprile 2005 la Commissione ha trasmesso alla Germania una richiesta di informazioni. La Germania ha inviato le proprie risposte il 2 dicembre 2004 e il 3 giugno 2005.

    (10)

    Il 16 luglio 2004 TNT Post AG & Co KG (in appresso: «TNT») ha presentato una denuncia, sostenendo tra l’altro che Deutsche Post aveva venduto a Postbank AG servizi a prezzi di trasferimento troppo bassi. Secondo TNT, Postbank AG aveva pagato soltanto i costi variabili dei servizi forniti, mentre Deutsche Post aveva interamente finanziato i costi fissi complessivi della rete commerciale con i ricavi derivanti dalle sue attività di monopolio nel settore dei servizi di recapito corrispondenza.

    (11)

    L’11 novembre 2004 e il 25 aprile 2005 la Commissione ha trasmesso alla Germania delle richieste di informazioni. La Germania ha inviato le proprie risposte il 17 dicembre 2004 e il 23 giugno 2005.

    I.1.3.   La decisione di estensione del 2007

    (12)

    Dopo aver ricevuto ulteriori denunce, con comunicazione del 12 settembre 2007 (6) (in appresso: la «decisione di estensione del 2007») la Commissione ha informato la Germania dell’estensione del procedimento aperto nel 1999. La decisione di estensione del 2007 mirava ad inserire nel procedimento tutte le nuove informazioni pervenute, nonché ad esaminare in dettaglio tutte le distorsioni della concorrenza potenzialmente determinate dalle misure adottate dallo Stato a favore di Deutsche Post (maggiori dettagli in merito ai pagamenti statali compensativi, alle garanzie statali, alle sovvenzioni del sistema pensionistico e alla licenza in esclusiva per i servizi di recapito della corrispondenza sono contenuti nella sezione I.1.14).

    (13)

    Secondo la Commissione, era necessario ricostruire in dettaglio la contabilità di Deutsche Post nel periodo compreso tra il 1990 e il 2007 allo scopo di chiarire gli effetti delle misure adottate dallo Stato sui ricavi e sui costi dei diversi servizi forniti da Deutsche Post.

    I.1.4.   Osservazioni della Germania sulla decisione di estensione del 2007

    (14)

    La Germania ha presentato le proprie osservazioni il 14 dicembre 2007 e Deutsche Post ha impugnato la decisione di estensione del 2007 (cfr. anche sezione I.3.1).

    I.1.5.   Osservazioni degli interessati sulla decisione di estensione del 2007 e presa di posizione della Germania in merito ad esse

    (15)

    Il 16 novembre 2007 UPS e TNT hanno inviato le loro osservazioni.

    (16)

    Dopo aver richiesto la proroga dei termini in data 20 dicembre 2007, la Germania ha presentato i propri commenti in merito alle osservazioni di TNT e UPS il 12 marzo 2008.

    I.1.6.   Scelta di un perito esterno

    (17)

    Il 23 gennaio 2008 la Commissione ha pubblicato un bando per una perizia di cui intendeva fare uso per determinare se Deutsche Post, nel periodo 1990-2007, fosse stata sovracompensata per il suo obbligo di servizio universale di distribuzione (7).

    (18)

    Il 18 giugno 2008 la Commissione ha stipulato un contratto con WIK Consult GmbH, società specializzata nella determinazione dei costi nel settore dei servizi postali.

    I.1.7.   Osservazioni della Germania in merito alla durata adeguata del periodo oggetto d’esame

    (19)

    Con comunicazioni del 10 giugno 2008 e del 18 giugno 2008 la Germania ha contestato l’individuazione della durata, da parte della Commissione, del periodo oggetto d’esame (1990-2007), sostenendo che fosse sufficiente circoscrivere l’esame al periodo compreso tra il 1990 e il 1994, durante il quale erano state accordate le compensazioni statali; nell’arco di tale periodo, le perdite sarebbero state maggiori rispetto ai finanziamenti statali, cosicché Deutsche Post non avrebbe beneficiato di alcuna compensazione eccessiva. Secondo la Germania, la messa a disposizione dei dati contabili per il periodo successivo al 1994 era sproporzionata conformemente alla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato concessi sotto forma di compensazione degli obblighi di servizio pubblico (8) (in appresso: la «disciplina comunitaria del 2005»), che limita a quattro anni il periodo per il calcolo delle sovracompensazioni.

    (20)

    Il 27 giugno 2008 la Germania ha trasmesso una perizia legale relativa all’obbligo della Commissione di analizzare separatamente le compensazioni, le garanzie statali e la sovvenzione del sistema pensionistico (9). La Germania sosteneva inoltre che la valutazione delle garanzie statali e della sovvenzione del sistema pensionistico non richiedeva un esame della documentazione contabile.

    (21)

    La Germania ha ribadito detta posizione anche di fronte ai servizi della Commissione in occasione degli incontri del 29 maggio 2008 e del 15 luglio 2008.

    I.1.8.   Richiesta di informazioni del 17 luglio 2008

    (22)

    Il 17 luglio 2008 la Commissione ha inviato alla Germania una richiesta di informazioni relativa a tutte le misure statali oggetto di esame e un questionario sui ricavi e i costi di Deutsche Post nel periodo 1990-2007. La richiesta di informazioni era stata elaborata in collaborazione con WIK Consult. Il 5 agosto 2008, dovendo previamente verificare la disponibilità di determinati dati, la Germania ha chiesto una proroga a tempo indeterminato.

    I.1.9.   Solleciti del 12 e del 22 agosto 2008

    (23)

    Il 12 agosto 2008 la Commissione ha spiegato le ragioni che giustificavano l’esame dei ricavi e dei costi di Deutsche Post per il periodo 1990-2007 e ha insistito sulla necessità di trasmettere le informazioni richieste.

    (24)

    Con comunicazione del 14 agosto 2008, la Germania ha ribadito che non vi era alcun motivo per esaminare i ricavi e i costi di Deutsche Post per il periodo successivo al 1994. Il 22 agosto 2008 la Commissione si è riservata il diritto di inviare un’ingiunzione di fornire informazioni ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999, recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del trattato CE (10) qualora la Germania non avesse trasmesso le informazioni richieste.

    (25)

    Con comunicazione del 29 settembre 2008, la Germania ha trasmesso i risultati di un’altra perizia legale (infine inviata il 2 ottobre 2008) intesa a supportare quanto da essa affermato, vale a dire che un esame della contabilità dopo il 1994 non era necessario e che il periodo appropriato da sottoporre a verifica era quello compreso tra il 1990 e il 1994 (11).

    (26)

    Il 28 ottobre 2008 la Germania ha inviato informazioni in merito alle garanzie statali e alle sovvenzioni del sistema pensionistico.

    I.1.10.   Ingiunzione di fornire informazioni del 30 ottobre 2008

    (27)

    La Commissione non ha accolto le argomentazioni della Germania e ha ribadito che era necessario estendere l’analisi fino al 2007 per valutare, nella loro integralità, gli effetti sulla concorrenza delle misure accordate dallo Stato. A seguito dei solleciti del 12 agosto 2008 e del 22 agosto 2008, il 30 ottobre 2008 la Commissione ha emesso un’ingiunzione di fornire informazioni, con la quale richiedeva formalmente alla Germania di produrre tutti i dati di bilancio necessari in relazione all’intero periodo 1990-2007.

    (28)

    La Germania e Deutsche Post hanno contestato la validità dell’ingiunzione di fornire informazioni (cfr. sezione I.3.2).

    (29)

    Il 27 novembre 2008 la Germania ha inviato i dati contabili richiesti in relazione al periodo 1990-1994. Il 5 e il 16 dicembre 2008 la Germania ha aggiornato i dati contabili inviati il 27 novembre 2008.

    I.1.11.   Invio dei dati contabili relativi al periodo 1990-2007

    (30)

    A seguito di un incontro, tenutosi il 6 febbraio 2009, tra il segretario di Stato tedesco, il signor Pfaffenbach, il presidente del consiglio di amministrazione di DPAG, il signor Appel, e il membro della Commissione responsabile della politica della concorrenza, la Germania e Deutsche Post si sono dette d’accordo a fornire i dati contabili per il periodo successivo al 1994.

    (31)

    Il 3 marzo 2009 la Germania ha inviato una prima parte dei dati contabili relativi all’intero periodo oggetto di esame compreso tra il 1990 e il 2007.

    (32)

    Incontri tra Deutsche Post e i servizi della Commissione si sono tenuti il 3 marzo 2009 a Bruxelles, nonché il 12 marzo 2009, il 2 aprile 2009, il 28 maggio 2009, il 23 giugno 2009 e il 18 settembre 2009 a Bonn. La Germania ha inoltrato le relative osservazioni di Deutsche Post il 26 marzo 2009, il 7 maggio 2009 e il 22 giugno 2009.

    (33)

    A seguito di detti incontri e di una serie di domande sottoposte dai servizi della Commissione a Deutsche Post in data 4 giugno 2009 e 30 luglio 2009, la Germania ha trasmesso dati contabili aggiornati e ulteriori chiarimenti il 9 e il 31 luglio 2009, il 17 agosto 2009, l’8 e il 10 settembre 2009 e il 15 ottobre 2009.

    (34)

    Il 16 e il 24 settembre 2009, i servizi della Commissione hanno inoltrato ulteriori domande, a cui la Germania ha risposto il 14 ottobre 2009.

    I.1.12.   Deposito della perizia WIK

    (35)

    A causa dei ritardi nella messa a disposizione dei dati contabili, il contratto con WIK Consult è stato prorogato più volte. Il 9 novembre 2009 WIK Consult ha depositato infine la sua perizia (in appresso: la «perizia WIK»).

    (36)

    Il 14 e il 21 gennaio 2010 la Germania ha trasmesso alcune osservazioni sulla perizia WIK. L’11 febbraio 2010 le autorità tedesche hanno inviato una perizia redatta da KPMG (in appresso: la «perizia KPMG») relativa alla natura giuridica delle retrocessioni (12) che Deutsche Post era tenuta a effettuare a favore dello Stato sino al 1995, nonché una perizia redatta da Deloitte (13) (in appresso: la «prima perizia Deloitte») in merito al parametro di riferimento utilizzato nella perizia WIK per valutare il margine di utile «ragionevole».

    (37)

    Il 23 aprile 2010 la Germania ha presentato un altro studio di Deloitte (in appresso: la «seconda perizia Deloitte») sull’entità del margine di utile ragionevole da applicare ai servizi universali di Deutsche Post.

    (38)

    Il 9 agosto 2010 la Germania ha trasmesso ulteriori osservazioni sul calcolo della sovracompensazione e sull’applicazione del principio dell’investitore in un’economia di mercato nel valutare le compensazioni statali.

    I.1.13.   Osservazioni a seguito dell’annullamento della decisione negativa del 2002

    (39)

    Il 5 novembre 2010 la Germania ha inviato un’ulteriore perizia legale inerente al significato della sentenza pronunciata nella causa C-399/08, Commissione/Deutsche Post (cfr. sezione I.3.5) per il procedimento d’indagine pendente (14).

    I.1.14.   La decisione di estensione del 2011

    (40)

    Con comunicazione del 10 maggio 2011, la Commissione ha informato la Germania della sua decisione di estendere ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 2, TFUE, il procedimento avviato nel 1999 ed esteso nel 2007, per esaminare nel dettaglio la sovvenzione del sistema pensionistico, di cui Deutsche Post beneficia dal 1995 (in appresso: la «decisione di estensione del 2011»).

    (41)

    Dopo aver prima richiesto, il 23 maggio 2011, una proroga dei termini, la Germania ha trasmesso il 29 luglio 2011 le sue osservazioni e ulteriori perizie aventi ad oggetto la necessità di quantificare le compensazioni eccessive per provare le presunte sovvenzioni trasversali (15), un confronto tra i costi sociali effettivamente sostenuti da Deutsche Post e i costi sociali di mercato (16) e l’entità dei maggiori costi sociali sostenuti da Deutsche Post rispetto ai livelli di mercato (17).

    (42)

    Il 4 ottobre 2011 UPS ha inviato le proprie osservazioni. Free and Fair Postal Postal Initiative (in appresso: «FFPI») ha trasmesso le proprie osservazioni il 5 ottobre 2011, seguite da quelle del Bundesverband Internationaler Express und Kurierdienste (in appresso: «BIEK») il 7 ottobre 2011. La Commissione ha inoltrato alla Germania le osservazioni degli interessati il 13 ottobre 2011.

    (43)

    Il 14 novembre 2011 la Germania ha preso posizione in merito alle osservazioni degli interessati.

    (44)

    Il 18 novembre 2011 la Commissione ha trasmesso un’ulteriore richiesta di informazioni in merito ai dettagli del finanziamento delle pensioni dopo il 2007. La Germania ha risposto con comunicazioni del 2 e del 19 gennaio 2012. Il 16 dicembre 2011 la Commissione ha inoltrato alla Germania una perizia di Charles River Associates sul tema della comparazione degli utili (18) (in appresso: la «perizia CRA»), su cui la Germania ha preso posizione il 16 gennaio 2012.

    I.2.   Procedimento ai sensi dell’articolo 102 TFUE

    (45)

    Sulla base della denuncia presentata da UPS nel 1994, la Commissione ha accertato che nel periodo 1990-1995, con la sua politica di prezzi aggressiva per i servizi di consegna pacchi nel segmento business to consumer, Deutsche Post aveva violato l’articolo 102 TFUE. Deutsche Post è stata condannata al pagamento di un’ammenda pari a 24 milioni di EUR (19).

    (46)

    Il 22 aprile 2004 UPS ha presentato un’altra denuncia sulla base dell’articolo 102 TFUE per abuso di posizione dominante da parte di Deutsche Post. Secondo UPS, Deutsche Post le aveva addebitato costi di spedizione eccessivi per i suoi servizi regolamentati di recapito della corrispondenza.

    (47)

    Il 5 novembre 2004, ai fini della decisione, la Commissione, nel corso del suo esame, ha ricevuto alcuni documenti da parte dell’autorità di regolamentazione del settore postale (in appresso: l’«autorità di regolamentazione del settore postale») relativi ai massimali delle tariffe dei servizi regolamentati di recapito della corrispondenza di Deutsche Post per il periodo successivo al 1o gennaio 2003 (in appresso: la «decisione sugli indici di prezzo del 2002»). Con lettera del 13 giugno 2007 la Germania si è detta d’accordo con l’impiego di detti documenti nel procedimento in materia di aiuti.

    (48)

    Il 25 marzo 2008 la Commissione ha deciso di archiviare il procedimento in materia di intese, poiché, a suo avviso, la possibilità di provare una violazione dell’articolo 102 TFUE (20) era scarsa.

    I.3.   Procedimenti dinanzi al Tribunale e alla Corte di giustizia

    I.3.1.   Causa T-421/07 Deutsche Post AG/Commissione

    (49)

    Deutsche Post ha impugnato la decisione di estensione del 2007, sostenendo che la decisione negativa del 2002 aveva suscitato il legittimo affidamento che la Commissione non avrebbe effettuato ulteriori verifiche.

    (50)

    L’8 dicembre 2011 il Tribunale ha respinto l’impugnazione in quanto irricevibile (21).

    I.3.2.   Causa T-570/08 Deutsche Post AG/Commissione e T-571/08 Germania/Commissione

    (51)

    La Germania e Deutsche Post hanno impugnato l’ingiunzione di fornire informazioni emessa dalla Commissione il 30 ottobre 2008 poiché, a loro parere, con detta ingiunzione sarebbero state richieste informazioni irrilevanti e l’ingiunzione avrebbe comportato per Deutsche Post un carico di lavoro sproporzionato.

    (52)

    Il 14 luglio 2010 il Tribunale respingeva entrambi i ricorsi in quanto irricevibili, dato che la pronuncia dell’ingiunzione di fornire informazioni non aveva violato né i diritti processuali di Deutsche Post né quelli della Germania.

    I.3.3.   Causa C-463/10 P Deutsche Post AG/Commissione e C-475/10 P Germania/Commissione

    (53)

    Il 27 settembre 2010 Deutsche Post e la Germania hanno impugnato la sentenza del Tribunale, ribadendo che l’ingiunzione di fornire informazioni violava i loro diritti. Il 13 ottobre 2011 la Corte di giustizia ha annullato la sentenza del Tribunale del 14 luglio 2010 (22). La causa è stata quindi rinviata dinanzi alla Corte di giustizia e il procedimento è ancora pendente.

    I.3.4.   Causa T-344/10 UPS/Commissione

    (54)

    Il 20 agosto 2010 UPS ha presentato un ricorso dinanzi al Tribunale sostenendo che la Commissione si sarebbe illegittimamente astenuta in relazione alla valutazione del 2007 in materia di aiuti di Stato. Essendo trascorsi quasi tre anni dalla decisione di estensione del 2007, la Commissione aveva avuto sufficiente occasioni di verificare le misure in esame e di giudicare di fatto e di diritto l’accaduto al fine di emettere una decisione definitiva e chiudere il procedimento di indagine. Il procedimento è ancora pendente.

    I.3.5.   Causa T-388/11 Deutsche Post AG/Commissione

    (55)

    Il 22 luglio 2011 Deutsche Post ha impugnato la decisione di estensione del 2011, sostenendo che la Commissione, nella sua valutazione preliminare, aveva commesso un errore manifesto nel qualificare la sovvenzione del sistema pensionistico come aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE e come nuovo aiuto ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 1, TFUE. Il procedimento è ancora pendente.

    II.   DESCRIZIONE DETTAGLIATA DEI PROVVEDIMENTI STATALI

    (56)

    A partire dal 1989, Deutsche Post ha beneficiato del sostegno statale sotto forma di diverse misure.

    1)

    Finanziamento statale delle pensioni fondato su:

    Personalrechtsgesetz 1994 (23) (legge relativa al personale del 1994, in appresso: il «PostPersRG 1994»).

    2)

    Compensazioni e garanzie statali conformemente a:

    Postverfassungsgesetz 1989 (24) (legge sull’organizzazione postale del 1989, in appresso: il «PostVerfG 1989») e

    Postumwandlungsgesetz 1994 (25) (legge sulla riorganizzazione della posta, in appresso: il «PostUmwG 1994»).

    3)

    Licenza in esclusiva e regolamentazione dei prezzi ai sensi di:

    Gesetz über das Postwesen 1989 (26) (legge sul settore postale del 1989, in appresso: il «PostG 1989»)

    Postgesetz 1997 (legge sulla posta del 1997, in appresso: il «PostG 1997»).

    II.1.   Sovvenzione del sistema pensionistico nel quadro delle prestazioni sociali e dei regolamenti in materia di contributi sociali per funzionari e dipendenti privati

    (57)

    Dal 1995 la sovvenzione del sistema pensionistico copre gran parte delle prestazioni pensionistiche a favore dei funzionari di Deutsche Post in stato di quiescenza. Per poter valutare nel loro complesso gli effetti della sovvenzione del sistema pensionistico, nelle sezioni che seguono le prestazioni sociali e i contributi sociali previsti per i funzionari verranno descritti in modo più dettagliato e confrontati con le assicurazioni sociali obbligatorie previste per i dipendenti di diritto privato (in appresso: i «dipendenti privati»).

    II.1.1.   Prestazioni sociali per i funzionari

    (58)

    I funzionari hanno diritto alla pensione e ad un sostegno in caso di malattia o di non autosufficienza. Le prestazioni riconosciute ai funzionari di Deutsche Post corrispondono alle prestazioni riconosciute a tutti gli altri funzionari:

    1)

    l’entità della pensione viene stabilita a norma dell’articolo 14 del BeamtVG (27) in anticipo sulla base di una determinata percentuale dell’ultima retribuzione del funzionario. Così, ad esempio, i funzionari che sono andati in pensione nel 2010 e che avevano maturato la necessaria anzianità di servizio, ricevono una pensione che corrisponde al 71,75 % della loro ultima retribuzione;

    2)

    i funzionari hanno diritto al rimborso di una quota compresa tra il 50 % e il 70 % dei costi sostenuti per malattia o assistenza e devono sostenere in proprio soltanto la parte eccedente. La suddivisione esatta delle spese sanitarie dipende da diversi criteri, tra cui, ad esempio, il numero di figli. I funzionari possono stipulare un’assicurazione volontaria integrativa o pagare in proprio la quota di spese sanitarie a loro carico.

    II.1.2.   Finanziamento delle prestazioni sociali a favore dei funzionari di POSTDIENST nel periodo 1989-1994

    (59)

    Dopo la prima riforma del settore postale del 1989, a norma dell’articolo 54, paragrafo 2, del PostVerfG 1989, POSTDIENST, TELEKOM e POSTBANK dovevano finanziare integralmente le prestazioni pensionistiche e le spese sanitarie per i funzionari in stato di quiescenza, che erano stati trasferiti in capo alle succitate imprese sulla base delle attività svolte in precedenza dal singolo funzionario. Tale disposizione stabilisce che il funzionario continua a vantare un diritto nei confronti dello Stato che, tuttavia, può esigere l’intero importo da POSTDIENST, TELEKOM o POSTBANK.

    II.1.3.   Finanziamento delle prestazioni sociali a favore dei funzionari di DPAG a partire dal 1995

    (60)

    Nel quadro della seconda riforma della Posta del 1994, i funzionari che avevano lavorato per POSTDIENST sono stati trasferiti a DPAG ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, del PostPersRG 1994. In forza dell’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994, i funzionari hanno mantenuto il loro status giuridico. In base all’articolo 1, paragrafo 1, del PostPersRG 1994, DPAG è subentrato allo Stato federale in tutti i diritti e in tutti gli obblighi del datore di lavoro e, in base all’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994, si è fatto carico di tutti i crediti pecuniari dei funzionari.

    (61)

    In base all’articolo 15 del PostPersRG 1994, un neo costituito fondo pensione per i funzionari di Deutsche Post si è fatto carico dell’erogazione delle pensioni e delle prestazioni sanitarie a favore dei funzionari. Il 1o luglio 2001 i fondi pensione di Deutsche Post, Deutsche Telekom AG e Postbank AG sono stati unificati nella Postbeamtenversorgungskasse (fondo pensione per i funzionari della posta, in appresso, per l’intero periodo a decorrere dal 1o gennaio 1995, indicati insieme come: il «fondo pensione»).

    (62)

    In base all’articolo 16, paragrafo 1, del PostPersRG 1994, nel periodo 1995-1999 Deutsche Post ha dovuto versare al fondo pensione un importo annuale di 2,045 miliardi di EUR corrispondente un importo complessivo di 10,225 miliardi di EUR. In conformità dell’articolo 16, paragrafo 2, del PostPersRG 1994, a partire dal 2000, Deutsche Post deve versare al fondo pensione un importo annuale pari al 33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari (importi questi che sono passati da 735 milioni di EUR nel 2000 a 540 milioni di EUR nel 2010).

    (63)

    La sovvenzione del sistema pensionistico copre, in base all’articolo 16, paragrafo 2, del PostPersRG 1994, il disavanzo residuo (vale a dire, la differenza tra le prestazioni pensionistiche erogate ai funzionari in stato di quiescenza e il contributo di Deutsche Post al fondo pensione). La sovvenzione del sistema pensionistico è passata da 151 milioni di EUR (1995) a 3,203 miliardi di EUR (2010), per un importo complessivo di 37,121 miliardi di EUR nel periodo 1995-2010.

    Grafico 1

    Finanziamento del fondo pensione (in Mio EUR)

    Image

    II.1.4.   Assicurazioni sociali obbligatorie per i dipendenti privati e assicurazione pensionistica complementare per i dipendenti privati di Deutsche Post

    (64)

    I dipendenti privati sono soggetti al regime di previdenza obbligatorio e devono stipulare le quattro assicurazioni seguenti: pensionistica, contro la disoccupazione, sanitaria e contro il rischio di non autosufficienza (28). I regimi di assicurazione sociale obbligatoria per i dipendenti privati prevedono una copertura assicurativa diversa in materia pensionistica e sanitaria rispetto al regime vigente per i funzionari:

    1)

    l’importo della pensione di un dipendente privato non viene calcolato sulla base di una percentuale dell’ultima retribuzione mensile, bensì sulla base della media della retribuzione percepita nel corso della vita lavorativa;

    2)

    le spese per l’assicurazione sanitaria e l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza sono interamente coperte.

    (65)

    Profonde differenze rispetto alle regole vigenti per i funzionari esistono anche in relazione al finanziamento delle prestazioni sociali: le assicurazioni sociali obbligatorie per i dipendenti privati vengono finanziate mediante contributi a carico del datore di lavoro e del lavoratore che vengono versati nell’arco della vita lavorativa (in appresso: i «contributi sociali obbligatori»). La percentuale complessiva dei contributi viene formalmente suddivisa in una quota a carico del lavoratore e una quota a carico del datore di lavoro, pari ciascuna a circa la metà del contributo complessivo. Tuttavia, dal punto di vista formale, il datore di lavoro è obbligato a versare l’intero importo delle assicurazioni sociali.

    Grafico 2

    Aliquote contributive per le assicurazioni sociali obbligatorie in percentuale sulla retribuzione lorda dei dipendenti privati (cfr.. anche l’allegato)

    Image

    (66)

    Il grafico 2 mostra che, a partire dal 1995, le aliquote contributive per l’assicurazione sociale obbligatoria hanno oscillato tra il 38 % e il 42 % della retribuzione lorda (= retribuzione netta + quota a carico del dipendente), con una quota rispettiva di contributi sociali a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori attestantesi tra il 19 % e il 21 % della retribuzione lorda (la serie dettagliata suddivisa per anni figura in allegato).

    (67)

    I dipendenti privati di Deutsche Post hanno beneficiato non solo delle assicurazioni sociali obbligatorie, ma anche di un’assicurazione pensionistica complementare. Prima del 1997 è stata proposta ai dipendenti privati un’assicurazione pensionistica complementare grazie alla quale essi avrebbero beneficiato di una pensione equiparabile a quella dei funzionari. L’assicurazione pensionistica complementare copriva così la differenza tra la pensione riconosciuta ai dipendenti privati in forza dell’assicurazione pensionistica obbligatoria, che corrisponde ad una determinata percentuale della retribuzione media percepita nell’arco della vita, e la pensione da funzionario, che corrisponde ad una determinata percentuale dell’ultima retribuzione. Le norme precise sono contenute nello statuto del Versorgungsanstalt der Deutschen Bundespost (ente pensionistico di Deutsche Bundespost, in appresso: il «VAP») (29).

    (68)

    Fino al 1997 Deutsche Post ha finanziato la pensione complementare per i dipendenti privati in stato di quiescenza mediante un contributo compreso tra il [5 % e il 10 %] (30) della retribuzione lorda dei dipendenti privati attivi. Dal 1997 Deutsche Post ha previsto alcuni accantonamenti per gli obblighi pendenti del VAP (cfr. anche la descrizione dell’onere # 4 alla sezione II.3.1.3).

    (69)

    A partire dal 1997 è stata proposta ai dipendenti privati neo assunti un’assicurazione pensionistica complementare decisamente inferiore, in relazione alla quale nel periodo 1997-2007 Deutsche Post ha versato un importo compreso tra lo [0 % e il 5 %] della retribuzione lorda.

    II.2.   Compensazioni e garanzie statali nel contesto della licenza in esclusiva e degli obblighi di servizio postale universale di Deutsche Post

    II.2.1.   Licenza in esclusiva fino al 2007

    (70)

    Prima del 1998 la creazione e la gestione di strutture per il recapito a titolo oneroso della corrispondenza erano riservate, in base all’articolo 2 del PostG 1989, solo a Deutsche Post. Altri servizi postali, invece, come il recapito di pacchi, giornali o riviste, non erano riservati a Deutsche Post ed erano esercitati in regime di concorrenza. In base all’articolo 37 del PostVerfG 1989, gli utili derivanti dai servizi di recapito della corrispondenza oggetto di riserva devono essere impiegati per coprire le perdite derivanti dal servizio universale svolto in regime di concorrenza. Ai sensi dell’articolo 4 del PTRegG 1994 (31), il Bundesminister für Post und Telekommunikation (ministro federale delle Poste e telecomunicazioni) era competente ad autorizzare le tariffe per i servizi di recapito della corrispondenza oggetto di riserva.

    (71)

    Con l’entrata un vigore del PostG 1997, nel 1998, l’entità dei servizi riservati a Deutsche Post è stata gradualmente ridotta. Nel 1997, in base all’articolo 51 del PostG 1997, la licenza in esclusiva di Deutsche Post comprendeva il recapito della corrispondenza e dei cataloghi indirizzati con un peso inferiore a 200 g, successivamente tuttavia il limite di peso è stato gradualmente ridotto fino ad arrivare a 50 g nel 2006. La licenza in esclusiva è scaduta il 31 dicembre 2007.

    II.2.2.   L’obbligo di servizio postale universale fino al 2007

    (72)

    L’obbligo di servizio postale universale è stato formalmente trasferito a Deutsche Post con due atti giuridici:

    1)

    con la Postdienst-Pflichtleistungsverordnung (32) (regolamento sulle prestazioni postali obbligatorie, in appresso: la «PPflLV») Deutsche Post è stata indicata quale fornitore di servizi postali universali per il recapito della corrispondenza e dei pacchi con peso fino a 20 kg ed è stata incaricata dell’esecuzione dei relativi servizi in tutta la Germania a tariffe unitarie;

    2)

    con il PostG 1997 e il relativo regolamento di applicazione del 1999 (33) (in appresso: il «regolamento in materia di servizi universali del 1999») è stato prolungato l’affidamento a DPAG della fornitura dei servizi postali universali.

    (73)

    All’articolo 11 del PostG 1997 i servizi postali universali vengono definiti come un’offerta di servizi postali di base uniformi da fornire in tutto il territorio e a prezzi accessibili. Questi servizi comprendono il recapito della corrispondenza e di pacchi indirizzati, il cui singolo peso non superi i 20 kg, oltre al recapito di libri, cataloghi, giornali e riviste (in appresso: i «servizi universali»).

    (74)

    Nel regolamento in materia di servizi universali del 1999 sono fissati i requisiti di qualità minimi per il servizio universale:

    1)

    in Germania devono essere presenti, su tutto il territorio federale, almeno 12 000 uffici postali stabili;

    2)

    in media, su base annua, l’80 % della corrispondenza e dei pacchi deve essere consegnato entro un termine stabilito (un giorno lavorativo per la corrispondenza e due giorni lavorativi per i pacchi); la consegna deve avvenire almeno una volta al giorno nei giorni lavorativi;

    3)

    in generale i prezzi per i servizi postali universali devono essere accessibili; tuttavia DPAG ha dovuto prevedere prezzi unitari per i servizi di recapito della corrispondenza che fornisce nel quadro della licenza in esclusiva scaduta nel 2007. Relativamente ai servizi riservati, DPAG beneficia però di una certa flessibilità nel determinare i prezzi, potendo concordare individualmente i prezzi con i clienti affinché, per ogni spedizione, questi inviino un quantitativo minimo di cinquanta pezzi.

    (75)

    Con l’articolo 52 del PostG 1997, l’affidamento a DPAG dei servizi universali è stato prorogato sino al 31 dicembre 2007 – vale a dire fino alla revoca della licenza in esclusiva per il recapito della corrispondenza. A seguito della scadenza della licenza in esclusiva, l’obbligo di servizio postale universale non è stato posto a carico di nessun operatore postale in Germania, il che significa che tutti i fornitori di servizi postali possono fornire servizi postali universali («forze presenti sul mercato»). Il PostG 1997 prevede i mezzi giuridici per assicurare la fornitura del servizio universale nel caso in cui si accerti o vi sia motivo di ritenere che detto servizio non venga garantito in modo sufficiente o adeguato.

    (76)

    Come si evince dalla perizia WIK (cfr. grafico 3), nel periodo 1990-2007 i servizi universali rappresentavano circa l’88 % dei ricavi complessivi. Data la posizione dominante sul mercato di Deutsche Post, gran parte dei servizi universali di recapito della corrispondenza era soggetta ad una regolamentazione delle tariffe (cfr. sezione II.2.1). Accanto a questi servizi regolamentati, che rappresentavano circa il 62 % dei ricavi complessivi, Deutsche Post offriva, in regime di concorrenza con altri operatori, i servizi universali di consegna pacchi (circa il 15 % dei ricavi complessivi) e altri servizi di recapito della corrispondenza non soggetti a regolamentazione delle tariffe (circa l’11 % dei ricavi complessivi).

    (77)

    Deutsche Post offriva inoltre anche servizi commerciali (ad esempio, servizi di banca retail per Postbank, servizi vendita per Telekom, distribuzione della posta non indirizzata). Nel periodo 1990-2007, Deutsche Post ha realizzato circa il 12 % dei suoi ricavi complessivi con i servizi commerciali.

    II.2.3.   Compensazioni statali

    (78)

    Dalla sua fondazione nel 1950, Deutsche Bundespost è un patrimonio separato dello Stato. Conformemente al diritto amministrativo tedesco, un patrimonio separato non ha personalità giuridica autonoma rispetto allo Stato, ma dispone di un proprio bilancio e non risponde delle esposizioni debitorie generali dello Stato.

    (79)

    La prima riforma della Posta del 1989 prevedeva la suddivisione del patrimonio separato in tre settori – POSTDIENST, POSTBANK e TELEKOM – qualificati come «imprese pubbliche» ancora prive, però, di una personalità giuridica autonoma.

    (80)

    Ai sensi dell’articolo 37, paragrafi 2 e 3, del PostVerfG 1989, le tre imprese dovevano di regola sostenere in proprio i costi dei singoli servizi, pur essendo ammessi dei finanziamenti incrociati in caso di perdite derivanti dagli obblighi di servizio universale. A tale titolo, nel periodo 1990-1993, POSTDIENST ha ricevuto da TELEKOM un importo complessivo di 2,844 miliardi di EUR a copertura delle sue perdite.

    (81)

    Nel quadro della seconda riforma della Posta, i tre settori del patrimonio separato sono stati trasformati in società di capitali con decorrenza dal 1o gennaio 1995: POSTDIENST è stata trasformata in DPAG, POSTBANK in Postbank AG e TELEKOM in Telekom AG. In forza dell’articolo 2, paragrafo 2, del PostUmwG 1994, Telekom AG ha assunto tutte le posizioni debitorie relative al patrimonio separato nel suo insieme a fronte del riconoscimento di un diritto di rivalsa nei confronti di DPAG e Postbank AG nella misura in cui le esposizioni debitorie erano imputabili ai loro danti causa.

    (82)

    In base all’articolo 7 del PostUmwG 1994 i diritti di rivalsa (derivanti dall’articolo 2, paragrafo 2, del PostUmwG 1994) di Telekom AG nei confronti di DPAG, nella misura delle perdite accumulate da POSTDIENST, si sono estinti il 31 dicembre 1994. Ciò ha comportato un trasferimento patrimoniale da Telekom AG a DPAG per un valore di 2,822 miliardi di EUR. Secondo la Germania, questi trasferimenti da parte di Telekom AG – così come i precedenti pagamenti compensativi effettuati sulla base dell’articolo 37, paragrafo 3, del PostVerfG 1989 – erano indispensabili per DPAG ai fini dell’adempimento del proprio obbligo di servizio universale.

    (83)

    Nel periodo 1990-1995 POSTDIENST ha ricevuto complessivamente 5,666 miliardi di EUR a titolo di compensazione per l’obbligo di servizio universale.

    II.2.4.   Garanzie statali per i titoli di debito emessi prima del 1995

    (84)

    Dal 1953, in base all’articolo 22, paragrafo 4, del PostVwG 1953 (34), i titoli di debito di Deutsche Bundespost sono equiparati ai titoli di debito dello Stato. All’atto dell’abrogazione del PostVwG 1953 mediante il PostVerfG 1989, questa disposizione è stata recepita nell’articolo 40 del PostVerfG 1989.

    (85)

    A seguito della costituzione dei tre settori nel 1989, i titoli di debito non sono stati più emessi da POSTDIENST, ma da POSTBANK che amministrava in autonomia le transazioni corrispondenti per tutte le imprese di Deutsche Bundespost. I titoli di debito sono stati poi suddivisi tra POSTDIENST, TELEKOM e POSTBANK in base alle rispettive esigenze finanziarie.

    (86)

    Dopo il 1995, in forza dell’articolo 2, paragrafo 4, del PostUmwG 1994, la Germania ha continuato a garantire l’adempimento di tutte le obbligazioni assunte da Deutsche Bundespost prima del 1995 e poi trasferite a POSTDIENST, TELEKOM e POSTBANK. La Germania, invece, non ha assunto alcuna garanzia per i titoli di debito successivamente emessi da DPAG.

    II.3.   Ricavi dai servizi regolamentati quale compensazione aggiuntiva per gli oneri pensionistici e i costi netti dei servizi universali

    (87)

    Il PostG 1997 affida, inoltre, alla Bundesnetzagentur (in appresso: l’«autorità di regolamentazione del settore postale») il controllo dei mercati postali oggetto di riserva e liberalizzati. A norma dell’articolo 19 del PostG 1997, all’autorità di regolamentazione spetta disciplinare le tariffe applicate da Deutsche Post sui mercati postali in cui detiene una posizione dominante. Deutsche Post deteneva una posizione dominante non soltanto nel settore dei servizi riservati (ai sensi dell’articolo 51 del PostG 1997), ma anche in relazione a quasi tutti i servizi di recapito della corrispondenza già in regime di concorrenza. La regolamentazione delle tariffe può avvenire ex ante, stabilendo degli indici di prezzo, oppure ex post, nel quadro dei controlli delle tariffe.

    (88)

    Dalle analisi di mercato compiute dall’autorità di regolamentazione del settore postale emerge che Deutsche Post deteneva, sui mercati dei servizi regolamentati di recapito della corrispondenza, una quota media pari a una percentuale compresa tra il 90 % e il 97 %. Nella sua ultima relazione l’autorità di regolamentazione del settore postale lamentava che l’apertura dei mercati, prevista con gradualità a partire dal 1997, non è riuscita a creare sul mercato postale tedesco una concorrenza effettiva (35).

    (89)

    Attraverso i servizi di recapito della corrispondenza, Deutsche Post ha realizzato gran parte dei ricavi complessivi [ad esempio, circa il 62 % dei suoi ricavi complessivi nel periodo 1990-2007 (cfr. grafico 3) e circa il 56 % nel periodo 2008-2010].

    (90)

    Tutti gli altri servizi universali e commerciali che non rientrano negli articoli 19-27 del PostG 1997 (36) sulla regolamentazione delle tariffe verranno in appresso indicati come «servizi non soggetti a regolamentazione dei prezzi».

    (91)

    Per i servizi di recapito della corrispondenza soggetti a regolamentazione dei prezzi, l’articolo 20, paragrafi 1 e 2, del PostG 1997 stabilisce che le tariffe devono essere parametrate ai costi per la messa a disposizione di un servizio efficiente. Quando oggettivamente giustificato, l’autorità di regolamentazione del settore postale deve tener adeguatamente conto, in particolare, dei seguenti elementi:

    costi della fornitura di servizi postali su tutto il territorio e

    costi per le prestazioni pensionistiche e sanitarie per i dipendenti trasferiti a POSTDIENST.

    (92)

    Con l’articolo 57 del PostG 1997 e con l’Allgemeine Weisung des Bundesministers für Wirtschaft und Technologie (linee direttive generali del ministro federale dell’Economia e della tecnologia) del 27 marzo 2000, i prezzi regolamentati sono stati bloccati al livello del 1997 fino al 31 dicembre 2002.

    II.3.1.   Decisione del 2002 sugli indici di prezzo

    (93)

    Nel 2002 l’autorità di regolamentazione del settore postale ha adottato la sua prima decisione in materia di massimali per le tariffe regolamentate per il recapito della corrispondenza in relazione al periodo compreso tra il 1o gennaio 2003 e il 31 dicembre 2007 (in appresso: la «decisione sugli indici di prezzo del 2002»). La cosiddetta «regolamentazione del massimale tariffario» è un procedimento volto a regolamentare il costo di un insieme di prestazioni di servizi, per le quali, invece di controllare il singolo prezzo di ogni prestazione, viene fissato, come tetto, la media ponderata di tutti i prezzi. In base all’articolo 19 del PostG 1997, tutti i servizi postali per i quali Deutsche Post deteneva una posizione dominante sul mercato erano soggetti alla fissazione ex ante degli indici di prezzo.

    (94)

    Ai fini della decisione del 2002 sugli indici di prezzo, Deutsche Post ha dapprima trasmesso all’autorità di regolamentazione del settore postale un calcolo regolamentare di ricavi e costi (in appresso: il «REK 2002»), che copriva il periodo 1998-2006. Il REK si basava, fino al 2001, sui risultati conseguiti e, per gli anni successivi, su previsioni.

    (95)

    Nel 2002 Deutsche Post ha fatto valere i cosiddetti oneri per l’obbligo di servizio universale e per l’impiego di funzionari e dipendenti privati provenienti da POSTDIENST. Detti oneri consistono in costi che, secondo Deutsche Post, non sarebbero insorti in assenza dell’obbligo di servizio universale e senza l’accollo dei dipendenti e delle infrastrutture di POSTDIENST (cfr. la lista dettagliata alla tabella 1).

    Tabella 1

    Oneri autorizzati nel quadro della decisione sugli indici di prezzo del 2002 (in Mio EUR, valori nominali)

    #

    Oneri in base alla decisione sugli indici di prezzo del 2002

    Onere medio (1998-2006) in milioni di euro

    %

    1

    Costi per retribuzioni non di mercato

    […]

    […]

    2

    Costi sociali non di mercato

    […]

    […]

    3

    Oneri da infrastrutture – filiali

    […]

    […]

    4

    Assicurazione pensionistica complementare per i dipendenti (VAP)

    […]

    […]

    5

    Oneri da infrastrutture – spedizione

    […]

    […]

    6

    Costi sociali e spese sanitarie (BAnstPT)

    […]

    […]

    7

    Riorganizzazione del personale

    […]

    […]

    8

    Copertura del disavanzo legato all’assicurazione sanitaria dei funzionari

    […]

    […]

     

    Onere complessivo medio

    […]

    100 %

    (96)

    L’autorità di regolamentazione dei servizi postali ha infine accettato l’argomentazione di Deutsche Post, secondo cui quest’ultima non avrebbe dovuto farsi carico di detti oneri in assenza dell’obbligo di servizio universale (oneri # 3 e 5, costi del servizio universale) e in assenza dell’obbligo di rilevare i funzionari e i dipendenti privati di POSTDIENST (oneri # 1, 2, 4, 6, 7 e 8). L’autorità di regolamentazione ha quindi autorizzato l’applicazione di tariffe regolamentate più elevate per il recapito della corrispondenza, così da poter finanziare gli oneri annuali medi di […] miliardi di EUR, fatti valere per il periodo 2002-2006, con i proventi dei servizi di corrispondenza regolamentati. In base alla decisione del 2002 sugli indici di prezzo, il 100 % degli oneri viene assorbito dalle tariffe per le quali viene fissato ex ante un indice di prezzo.

    II.3.1.1.   Retribuzioni di base anomali (onere # 1)

    (97)

    L’onere # 1 corrisponde alla parte delle retribuzioni di base dei collaboratori delle poste che eccede la media del settore. Deutsche Post ha adottato, come parametro di retribuzione «in economia di mercato», le retribuzioni concordate con i sindacati nel quadro di un contratto collettivo (in appresso: l’«ETV») per i collaboratori assunti dopo il 2002. Nel calcolare l’onere # 1 il parametro viene tuttavia applicato a tutti i collaboratori. Esso è inoltre impiegato retroattivamente sino al 1998 a tutti calcoli costi-prestazioni trasmessi.

    II.3.1.2.   Costi sociali anomali (onere # 2)

    (98)

    L’autorità di regolamentazione ha accolto anche l’argomentazione di Deutsche Post secondo cui quest’ultima ha dovuto sostenere per i dipendenti privati e per i funzionari contributi sociali superiori a quelli sostenuti di regola da concorrenti privati.

    (99)

    Nei suoi calcoli, Deutsche Post si riferisce a un’aliquota dei contributi sociali che considera «normale in economia di mercato» sia per i funzionari che per i dipendenti privati (l’«aliquota contributiva REK»). Tale aliquota si compone della somma degli elementi seguenti:

    1)

    la quota a carico del datore di lavoro dei contributi sociali per un dipendente privato (all’incirca, tra il 19 % e il 21 %, la quale corrisponde a circa la metà dell’aliquota complessiva dei contributi sociali, come si evince dalla relativa tabella).

    2)

    il contributo relativo all’assicurazione infortuni ([tra lo 0 % e il 5 %]; dal 2001 Deutsche Post inserisce questo contributo nell’aliquota contributiva REK; e

    3)

    il contributo previsto per l’assicurazione pensionistica complementare ([tra lo 0 % e il 5 %]; dal 1997 Deutsche Post inserisce questo contributo nell’aliquota contributiva REK, dato che un contributo per l’assicurazione pensionistica complementare di questa entità è considerato «normale in economia di mercato». L’aliquota di cui sopra si basa sull’assicurazione pensionistica complementare che Deutsche Post offre ai nuovi dipendenti privati dal 1997).

    (100)

    Tutti i contributi sociali che eccedono l’aliquota contributiva REK (in appresso: i «contributi sociali non di mercato») vengono finanziati con i ricavi regolamentati. La tabella 2 mostra, sulla base di un esempio di calcolo dei contributi sociali non di mercato per i funzionari nell’anno 2001, come i contributi sociali effettivi per i funzionari fossero quasi il doppio rispetto ai contributi sociali calcolati sulla base dell’aliquota contributiva REK e qualificati come «di mercato».

    Tabella 2

    Calcolo dei costi sociali non di mercato per i funzionari nell’anno 2001 in base al REK 2002 (in Mio EUR)

     

     

     

     

     

    % delle retribuzioni maturate

    (1)

     

    Aliquota contributiva per il fondo pensione

    33 %

     

     

    (2)

     

    Somma delle retribuzioni dei funzionari

    […]

     

     

    (3)

    = (1)*(2)

    Contributo al fondo pensione

    […]

     

     

    (4)

     

    Spese sanitarie

    […]

     

     

    (5)

    = (3)+(4)

    Costi sociali

     

    […]

    [dal 40 % al 45 %]

    (6)

     

    Quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro

    20,43 %

     

     

    (7)

     

    Assicurazione infortuni

    […]

     

     

    (8)

     

    Assicurazione pensionistica complementare

    […]

     

     

    (9)

    = (6)+(7)+(8)

    Aliquota contributiva REK

    […]

     

     

    (10)

    = (2)*(9)

    Riferimento REK per i costi sociali

     

    […]

    [dal 20 % al 25 %]

    (11)

    = (5)-(10)

    Costi sociali non di mercato

     

    […]

    [dal 15 % al 20 %]

    (101)

    I contributi sociali dovuti comprendono il contributo versato da Deutsche Post al fondo pensione, pari al 33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari attivi (o pagamenti forfettari annuali di 2,045 miliardi di EUR nel periodo 1995-1999), e i contributi alle spese sanitarie dei funzionari. Nel 2001 tali contributi sociali ammontavano a una percentuale compresa tra il [40 % e il 45 %] delle retribuzioni maturate dai funzionari.

    (102)

    Benché l’aliquota dei contributi sociali venga definita quale percentuale della retribuzione lorda del dipendente privato (retribuzione netta + quota del contributo sociale a carico del lavoratore), Deutsche Post calcola il parametro REK moltiplicando l’aliquota contributiva REK compresa tra il [20 % e il 25 %] per le retribuzioni maturate dei funzionari.

    II.3.1.3.   Assicurazione pensionistica complementare per i dipendenti privati (onere # 4)

    (103)

    L’onere # 4 è volto a compensare la creazione di accantonamenti per gli obblighi insorti prima del 1997 in relazione all’assicurazione pensionistica complementare VAP per i dipendenti privati di Deutsche Post.

    (104)

    Come illustrato alla sezione II.1.4, ai dipendenti privati di Deutsche Post assunti prima del 1997 venivano offerte assicurazioni pensionistiche complementari per fare in modo che la loro pensione equivalesse alla pensione dei funzionari. Tuttavia, POSTDIENST non ha effettuato gli accantonamenti corrispondenti per il futuro pagamento delle pensioni. Solo dopo la costituzione di DPAG sono stati previsti in bilancio accantonamenti per un totale di 8,153 miliardi di EUR.

    II.3.1.4.   Ulteriori costi sociali non di mercato (oneri # 6, 7 e 8)

    (105)

    L’onere # 6 comprende il contributo di Deutsche Post al Bundesanstalt für Post und Telekommunikation (Ufficio federale per le poste e le telecomunicazioni, BanstPT), che offre determinate prestazioni sociali (ad esempio, edilizia popolare) ai funzionari e ai dipendenti privati trasferiti a POSTDIENST. L’onere # 7 si riferisce ai contributi di Deutsche Post a copertura del disavanzo derivante dall’assicurazione sanitaria per i funzionari. L’onere # 8 (Ristrutturazione del personale) riguarda sia i funzionari che i dipendenti privati.

    II.3.1.5.   Oneri collegati al servizio universale (# 3 e 5)

    (106)

    Questi oneri riflettono la riduzione dei costi che Deutsche Post avrebbe potuto attuare orientando la sua rete di filiali e distribuzione pacchi a criteri commerciali. I tagli ai costi sono stati quantificati a titolo indicativo in base al numero teorico di filiali che Deutsche Post gestirebbe senza l’obbligo di servizio universale.

    II.3.2.   Decisioni del 2007 e del 2011 sugli indici di prezzo

    (107)

    Il 7 novembre 2007 l’autorità di regolamentazione del settore postale ha autorizzato gli indici di prezzo per il periodo compreso tra il 1o gennaio 2008 e il 31 dicembre 2011 (in appresso: la «decisione sugli indici di prezzo del 2007»). Il 14 novembre 2011 essa ha autorizzato gli indici di prezzo per il periodo dal 1o gennaio 2012 al 31 dicembre 2013 (in appresso: la «decisione sugli indici di prezzo del 2011»).

    (108)

    A partire dalla decisione sugli indici di prezzo del 2007, i prezzi per la spedizione di un quantitativo di oltre cinquanta lettere non vengono più controllati ex ante, ma sono oggetto di un controllo ex post ai sensi dell’articolo 25 del PostG 1997 (37). I prezzi per tutti gli altri servizi postali per i quali Deutsche Post detiene una posizione dominante sul mercato continuano a essere autorizzati ex ante ai sensi dell’articolo 19 del PostG 1997.

    (109)

    Nel quadro della presente decisione, la Commissione si riferisce ai servizi in relazione ai quali Deutsche Post detiene una posizione dominante sul mercato e che sono soggetti a un controllo delle tariffe ex ante ai sensi dell’articolo 19 del PostG 1997 o ex post ai sensi dell’articolo 25 del PostG 1997, come «servizi a tariffa regolamentata». Tutti gli altri servizi, in relazione ai quali Deutsche Post non detiene una posizione dominante e che non sono soggetti a un controllo delle tariffe, vengono indicati come «servizi a tariffa non regolamentata».

    (110)

    Deutsche Post ha continuato a far valere gli oneri che ha dovuto assumere per retribuzioni e costi sociali non di mercato a seguito dell’accollo dei collaboratori di POSTDIENST (ad esempio, in media […] milioni di EUR dal 2008 per l’onere # 2 – Costi sociali non di mercato), oltre agli oneri derivanti dall’obbligo di servizio universale. Come già accaduto con la decisione del 2002 sugli indici di prezzo, l’autorità di regolamentazione dei servizi postali ha autorizzato nuovamente il finanziamento di detti oneri mediante i ricavi regolamentati, fissando di conseguenza un massimale tariffario più elevato. Il riconoscimento di questi oneri da parte dell’autorità di regolamentazione dei servizi postali nelle decisioni relative al massimale tariffario del 2002, del 2007 e del 2009 resta quindi invariato per i servizi non soggetti a regolamentazione delle tariffe.

    II.4.   Risultati finanziari di DPAG

    (111)

    I risultati finanziari di DPAG relativi agli anni 1995-2006 sono illustrati nella tabella 2 della decisione di estensione del 2007. Mentre nel periodo 1995-1999 si sono alternati risultati negativi e positivi (alcuni esercizi hanno chiuso in perdita, altri in utile), nel periodo 2000-2006 DPAG ha registrato costantemente utili tra 1 e 2 miliardi di EUR ante imposte.

    (112)

    Negli anni 2007-2010 DPAG ha conseguito il seguente utile netto: 1,8 miliardi di EUR (2007), -2,0 miliardi di EUR (2008), 0,7 miliardi di EUR (2009) e 2,6 miliardi di EUR (2010).

    (113)

    I bilanci di DPAG pubblicati non permettono di suddividere gli utili tra i diversi servizi. Sulla base di questi documenti non è quindi possibile stabilire se i servizi universali soggetti a regolamentazione dei prezzi nel loro complesso fossero in perdita o in utile.

    III.   MOTIVI PER L’AVVIO DEL PROCEDIMENTO

    (114)

    Come confermato dal Tribunale nella sua sentenza nella causa T-421/07 (38), tutte le misure esaminate dopo la decisione di avvio del procedimento del 1999 fanno parte del procedimento che è stato proseguito con la decisione di estensione del 2007.

    III.1.   Sovvenzione del sistema pensionistico

    (115)

    La decisione di estensione del 2011 ha stabilito che la sovvenzione del sistema pensionistico costituisce un nuovo aiuto poiché, prima della riforma delle pensioni del 1995, Deutsche Post doveva finanziare integralmente con mezzi propri gli oneri legati alle pensioni. Con la decisione di estensione del 2011, inoltre, sono state rigettate le argomentazioni svolte dalla Germania sulla base della sentenza Combus (39), secondo cui la sovvenzione del sistema pensionistico non costituirebbe un aiuto.

    (116)

    La decisione di estensione del 2011, nell’esaminare se la sovvenzione del sistema pensionistico quale compensazione per gli oneri pensionistici pregressi sia compatibile con il mercato interno (ad esempio, in linea con la decisione della Commissione sulla francese La Poste (40) (in appresso: la «decisione La Poste»)], tiene conto del fatto che i costi sociali non di mercato addotti non vengono compensati solo mediante la sovvenzione del sistema pensionistico, ma anche attraverso i ricavi oggetto di regolamentazione (ad esempio, onere # 2 – contributi sociali non di mercato).

    (117)

    Dai calcoli esposti nella decisione di estensione del 2011, che tengono conto di entrambi gli elementi di compensazione, si evince che Deutsche Post ha potuto effettivamente applicare aliquote di contributi sociali inferiori di 10-14 punti percentuali rispetto alle aliquote complessive dei contributi sociali obbligatori (quota a carico del datore di lavoro + quota a carico del lavoratore) che devono essere sostenuti dai concorrenti privati.

    (118)

    Nella decisione di estensione del 2011 sono state quindi espresse riserve in merito alla compatibilità con il mercato interno, ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE delle sovvenzioni per le pensioni a titolo di compensazione per oneri pensionistici pregressi.

    III.2.   Compensazione per la fornitura di servizi universali

    (119)

    La Germania si richiama all’articolo 106, paragrafo 2, TFUE, per motivare la compatibilità dei pagamenti statali compensativi e delle garanzie statali quali compensazioni per l’obbligo di servizio universale.

    (120)

    Nella decisione di avvio del procedimento del 2007, la Commissione ha sostenuto, sulla base della sentenza Altmark (41), che le compensazioni e le garanzie statali costituiscono aiuti di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.

    (121)

    Nella decisione di estensione del 2007 la Commissione ha espresso dubbi circa la necessità e la proporzionalità delle compensazioni e delle garanzie statali ai fini dell’adempimento degli obblighi di servizio universale. In particolare, secondo la Commissione occorreva verificare il trasferimento dei costi sui servizi universali o commerciali alla luce dei principi fondamentali sanciti nella disciplina comunitaria del 2005. La Commissione aveva inoltre manifestato riserve in merito alla determinazione di un margine di utile ragionevole che tenesse conto della redditività media del settore e delle posizioni di rischio di Deutsche Post.

    IV.   PERIZIA WIK

    (122)

    La perizia WIK era stata commissionata dalla Commissione, nel quadro della valutazione della contabilità di Deutsche Post per il periodo 1990-2007, per stabilire se Deutsche Post fosse stata sovracompensata per i suoi obblighi di servizio universale. Nello specifico, i compiti assegnati a WIK Consult GmbH erano i seguente:

    1)

    stabilire un parametro per il margine di utile ragionevole;

    2)

    verificare il trasferimento interno dei costi e gli accordi sui prezzi di trasferimento, e

    3)

    calcolare la sovracompensazione per i costi netti derivanti dall’obbligo di servizio universale.

    IV.1.   Descrizione del calcolo regolamentare di ricavi e costi del 2009

    (123)

    A seguito dell’ingiunzione di fornire informazioni emessa dalla Commissione il 30 ottobre 2008, la Germania ha infine trasmesso nel 2009 un fascicolo completo sul calcolo regolamentare di ricavi e costi per il periodo 1990-2007 (in appresso: il «REK 2009»).

    IV.1.1.   I ricavi

    (124)

    I ricavi di Deutsche Post possono essere suddivisi nelle tre seguenti macro-categorie:

    1)

    Servizi universali regolamentati di recapito della corrispondenza (62 % dei ricavi complessivi nel periodo 1990-2007)

    I servizi di corrispondenza a tariffa regolamentata comprendono tutti i servizi universali forniti sui mercati in cui Deutsche Post deteneva una posizione dominante, compresi i servizi per i quali essa beneficiava di una licenza in esclusiva. Il 62 % dei ricavi complessivi di Deutsche Post nel periodo 1990-2007 è riconducibile a detti servizi (42).

    2)

    Servizi universali non regolamentati (26 % dei ricavi complessivi nel periodo 1990-2007)

    I servizi universali di consegna pacchi sono sempre stati forniti su mercati in regime di concorrenza, sui quali Deutsche Post deteneva una quota di mercato media pari solo al 30 %. Nel periodo 1990-2007, il servizio universale di consegna pacchi ha generato il 15 % dei ricavi complessivi di Deutsche Post.

    Il servizio universale non regolamentato di recapito della corrispondenza (ad esempio, cataloghi, posta transfrontaliera) ha generato circa l’11 % circa dei ricavi complessivi di Deutsche Post.

    3)

    Servizi commerciali non regolamentati (12 % dei ricavi complessivi nel periodo 1990-2007)

    Deutsche Post ha utilizzato la propria rete di filiali non soltanto per la distribuzione di servizi postali, ma anche per la vendita di prodotti e servizi di Postbank AG e, in misura più ridotta, di Deutsche Telekom. Questi servizi commerciali di distribuzione hanno prodotto circa il 6 % dei ricavi complessivi di Deutsche Post.

    I servizi commerciali di consegna corrispondenza e pacchi (ad esempio la spedizione di pubblicità indirizzata) incidono nella misura del 4 % circa sui ricavi complessivi di Deutsche Post.

    Deutsche Post ha inoltre fornito una serie di servizi diversi, ad esempio, nel suo ruolo di holding, per le controllate internazionali attive in altri settori di attività (ad esempio DANZAS, DHL). Questi altri servizi commerciali di distribuzione hanno fruttato circa il 2 % dei ricavi complessivi di Deutsche Post.

    Grafico 3

    Quota media dei ricavi nel periodo 1990-2007 (sulla base dei valori nominali)

    Image

    (125)

    Oggetto della perizia WIK sono soltanto i servizi commerciali forniti in collegamento con il servizio universale dal soggetto giuridico DPAG e dal suo predecessore POSTDIENST. Servizi commerciali (ad esempio i servizi espresso forniti da DHL in tutto il mondo) prestati da altre persone giuridiche nell’ambito di Deutsche Post World NET (in appresso: «DPWN») non sono stati esaminati.

    IV.1.2.   Il calcolo degli oneri nel REK 2009

    (126)

    Diversamente dai REK presentati da Deutsche Post all’autorità di regolamentazione dei servizi postali nell’ambito delle decisioni sugli indici di prezzo del 2002, 2007 e 2011, il REK 2009, che non è mai stato trasmesso a detta autorità di regolamentazione, presenta un importo sensibilmente maggiore per gli oneri che Deutsche Post imputa ai servizi regolamentati.

    (127)

    Sulla base del REK 2009, Deutsche Post fa valere un onere medio di […] miliardi di EUR per il periodo 1990-2006; nel REK 2002 tale onere era di […] miliardi di EUR.

    Grafico 4

    Confronto tra gli oneri determinati dal servizio universale in base al REK 2009 e quelli autorizzati nel quadro della decisione sugli indici di prezzo del 2002 (media annuale, valore nominale in Mio EUR)

    […]

    (128)

    Mentre non sussistono differenze sostanziali tra il REK 2002 e il REK 2009 per quanto riguarda l’onere # 2 (costi sociali non di mercato) e l’onere # 4 (assicurazione pensionistica complementare), l’onere # 1 (retribuzioni di base non di mercato) è di quasi […]. Diversamente al REK 2002, Deutsche Post non considera più le retribuzioni ETV come parametro per le retribuzioni «di mercato», ricorrendo invece al salario minimo per il settore postale determinato sulla base di un regolamento del Bundesministerium für Arbeit (Ministero federale del lavoro) del 2007 (in appresso: il «salario minimo 2007»). Detto regolamento è stato però dichiarato illegittimo dal Bundesverwaltungsgericht (Tribunale amministrativo federale) e pertanto non ha mai prodotto effetti giuridici.

    (129)

    Nel REK 2009, inoltre, Deutsche Post ha indicato come nuovo onere la voce «Infrastrutture – corrispondenza», che comprende i costi aggiuntivi determinati dal sesto giorno di consegna (in media […] milioni di EUR all’anno). Il calcolo si basa sull’ipotesi che Deutsche Post, in assenza dell’obbligo di servizio universale, si limiti a recapitare la corrispondenza cinque giorni invece di sei giorni su sette.

    (130)

    L’onere # 3 — Oneri da infrastrutture — filiali — viene quantificato in modo diverso rispetto al REK 2002. Esso comprende i presunti tagli ai costi che si sarebbero potuti operare se tutti gli uffici postali fossero stati gestiti come agenzie a partire dal 1990. L’onere # 3 viene calcolato sulla base di quanto corrisposto da Deutsche Post a soggetti terzi nell’anno 2007 per i servizi di vendita.

    IV.1.3.   I margini di utile nel REK 2009

    (131)

    Il trasferimento degli oneri a carico dei servizi universali di recapito della corrispondenza a tariffa regolamentata sgrava i servizi non regolamentati di costi notevoli, quali i costi per stipendi e costi sociali. Questa ridistribuzione genera margini di utile nettamente positivi tra il [15 % e il 25 %] per i servizi commerciali e perdite tra lo [0 % e il 10 %] circa per i servizi di recapito della corrispondenza a tariffa regolamentata.

    (132)

    I bilanci annuali di Deutsche Post presentano utili molto consistenti per il settore recapito corrispondenza (cfr. anche sezione V.3); questi utili sono tuttavia più che assorbiti dagli oneri che sono stati trasferiti dai servizi non regolamentati ai servizi regolamentati.

    Grafico 5

    Ricavi medi sulle vendite in base al REK 2009

    […]

    IV.2.   Comparazione finalizzata all’individuazione del margine di utile ragionevole

    IV.2.1.   Catena dei valori di Deutsche Post: attività a basso contenuto tecnologico e ridotto rischio d’impresa

    (133)

    Per elaborare un confronto volto a individuare il margine di utile «ragionevole» e valutare il trasferimento dei costi, è necessario analizzare la catena del valore e i rischi d’impresa assunti. Solo se sono note le caratteristiche delle funzioni e dei rischi è possibile cercare un gruppo di imprese «comparabili» e determinare un parametro per il margine di utile ragionevole imputato a Deutsche Post.

    IV.2.1.1.   La catena dei valori di un settore di attività a basso contenuto tecnologico

    (134)

    La catena dei valori di Deutsche Post può essere suddivisa in due funzioni principali:

    una rete di distribuzione su tutto il territorio federale per la consegna di corrispondenza e pacchi,

    una rete di uffici postali su tutto il territorio federale.

    (135)

    La logistica di una rete di recapito corrispondenza e pacchi è un settore di attività a basso contenuto tecnologico che non richiede un’estesa attività di ricerca o sviluppo. Ne consegue che tutte le altre imprese nel settore operano secondo modalità analoghe e standardizzate. Queste tipologie di attività sono spesso denominate «funzioni ripetitive». Il carattere ripetitivo di queste attività emerge anche dal fatto che Deutsche Post le ha in larga parte esternalizzate. Ciò vale anche per i servizi vendita forniti attraverso la rete di uffici postali su tutto il territorio federale, anch’essi affidati in misura crescente a terzi.

    (136)

    Accanto a tali funzioni ripetitive, gli elementi immateriali più importanti di Deutsche Post sono la clientela, il marchio e la posizione di forza sul mercato, specialmente sui mercati del settore postale. La perizia WIK stima tuttavia che questi elementi immateriali non siano frutto degli sforzi o degli investimenti di Deutsche Post, quanto piuttosto il risultato della licenza in esclusiva di cui questa beneficiava in precedenza. Così, Deutsche Post non ha avuto bisogno di investire in maniera massiccia in campagne di marketing, ma fino al 2007 ha potuto fare affidamento sulla sua posizione giuridicamente garantita sul mercato. Ne consegue che non andrebbe riconosciuto a Deutsche Post alcun compenso per questi valori immateriali.

    IV.2.1.2.   Rischio ridotto grazie alle misure statali

    (137)

    Deutsche Post era per vari motivi meno esposta a rischi rispetto ai suoi concorrenti, sia nel settore dei servizi regolamentati sia in quello dei servizi non regolamentati.

    (138)

    In primis, fino al 2007 Deutsche Post era tutelata da un monopolio legale dei servizi di recapito corrispondenza. Essa, inoltre, beneficiava di una quota di mercato del 90 % per tutti i servizi di recapito corrispondenza regolamentati e di una concorrenza assente o molto limitata. Con i servizi soggetti a regolamentazione delle tariffe, Deutsche Post conseguiva quasi i due terzi dei ricavi.

    (139)

    In secondo luogo, l’autorità di regolamentazione dei servizi postali aveva autorizzato un massimale per le tariffe dei servizi regolamentati di recapito della corrispondenza. Questo massimale è stato fissato al di sopra dei costi di un’impresa gestita in modo efficiente, anche per compensare i presunti costi anomali nel settore dei servizi non regolamentati. Nessun concorrente di DPAG beneficiava di una licenza in esclusiva o di una posizione dominante sul mercato che gli permettesse un finanziamento incrociato dei costi sociali. Pertanto, la licenza in esclusiva e la posizione dominante sul mercato hanno comportato una sensibile contrazione dei rischi d’impresa, non solo nel settore dei servizi universali regolamentati, ma anche nel settore dei servizi universali non regolamentati e dei servizi commerciali.

    (140)

    In terzo luogo, altre misure statali hanno determinato una notevole contrazione dei rischi d’impresa sia nel settore dei servizi universali che in quello dei servizi commerciali: così, all’inizio degli anni ’90, le compensazioni statali sono andate a ripianare le perdite e la garanzia statale ha permesso a Deutsche Post di contrarre prestiti allo stesso tasso dello Stato, malgrado la difficile situazione finanziaria in cui versava tra l’inizio degli anni ’90 e il 1995.

    (141)

    Complessivamente, Deutsche Post era molto meno esposta rispetto ai suoi concorrenti ai rischi e alle fluttuazioni del mercato, dal momento che non aveva dovuto crearsi da sola la propria clientela e poteva addebitare sull’utenza gli incrementi dei costi aumentando le tariffe regolamentate. Sulla base di queste argomentazioni, la perizia WIK conclude che i concorrenti che si prestano al meglio per un confronto sono le società attive nel settore postale che esercitano solo funzioni ripetitive (ossia che non investono in modo importante nel marketing e nel marchio) e che non sono esposte a un elevato rischio d’impresa (avendo stipulato, ad esempio, contratti a lungo termine).

    IV.2.2.   Quantificazione di parametri per il margine di utile ragionevole

    (142)

    A partire dai risultati ottenuti dall’analisi delle funzioni e dei rischi, la perizia WIK ha ricercato operatori postali comparabili nelle banche dati finanziarie (tra queste, ad esempio, anche la banca dati ORBIS che raccoglie circa dieci milioni di imprese in tutto il mondo). Sulla base di una selezione quantitativa e qualitativa sono state individuate imprese comparabili che offrono servizi postali su mercati aperti alla concorrenza.

    (143)

    La perizia WIK ha selezionato un gruppo di ventisei imprese comparabili, attive principalmente nel settore dei servizi di consegna pacchi e che svolgono le attività ripetitive tipiche per la prestazione di servizi postali. Tutti i concorrenti provengono dal settore economico «Servizi postali e corriere» (codice NACE (43) 641).

    (144)

    A tal proposito si osserva che il numero dei concorrenti comparabili è ridotto perché, a causa della licenza in esclusiva per una parte considerevole dei servizi di corrispondenza di cui usufruiva l’operatore storico, le imprese private hanno offerto raramente importanti servizi di recapito della corrispondenza. La perizia WIK aveva inoltre escluso ogni confronto con gli operatori storici di altri paesi, in quanto, come Deutsche Post, erano anch’essi tutelati da licenze in esclusiva e non esercitavano la loro attività su mercati aperti alla concorrenza.

    (145)

    Per individuare il margine di utile «ragionevole», nella perizia viene fatto ricorso all’utile sulle vendite (return-on-sales, in appresso: «ROS»), che corrisponde al risultato operativo [risultato ante interessi e imposte (EBIT)] diviso per il fatturato. La perizia WIK calcola inoltre il rendimento del capitale investito (return-on-asset, in appresso: il «ROA») (esprimendo l’EBIT come percentuale del capitale totale), onde disporre di un parametro basato sul capitale per calcolare il margine di utile.

    Tabella 3

    Parametri ROS e ROA in base alla perizia WIK

     

    Utile sulle vendite

    (ROS)

    Rendimento del capitale investito

    (ROA)

    Valore mediano

    3,48 %

    7,33 %

    Valore massimo (75opercentile)

    6,77 %

    13,41 %

    (146)

    Dalla verifica a campione è emerso che il valore mediano del ROS nel settore postale aperto alla concorrenza era del 3,48 % nel periodo 1998-2007. La perizia WIK non indica tuttavia solo il valore mediano del rendimento, ma anche il massimale per il margine di utile ragionevole, ossia il terzo quartile dell’utile dei concorrenti comparabili, che corrisponde a un ROS del 6,77 %. In altre parole, questo significa che il 75 % dei concorrenti comparabili conseguono un utile inferiore a un ROS del 6,77 % (44).

    (147)

    Riguardo agli utili sulle vendite, la perizia WIK indica un valore mediano del ROA pari al 7,33 % e un massimale del 13,41 %.

    (148)

    Dato che Deutsche Post è esposta a un rischio notevolmente inferiore rispetto alle imprese comparabili attive su mercati altamente concorrenziali (come il mercato dei colli espressi), secondo la perizia WIK un valore mediano del ROS pari al 3,48 % costituisce un parametro prudente e conservativo per il margine di utile ragionevole di Deutsche Post. Di conseguenza, l’impiego di un valore più alto nella fascia compresa fino al terzo quartile del ROS pari al 6,77 % non è consigliabile. Al contrario, stando alla perizia WIK, si potrebbe ricorrere addirittura a un parametro inferiore, dato che un valore mediano del ROS del 3,48 % corrisponde a un ROA del 7,33 %, che è sempre nettamente superiore al tasso d’interesse privo di rischio.

    IV.3.   Esame del trasferimento dei costi

    (149)

    La perizia WIK critica i trasferimenti degli oneri operati nel REK 2009, poiché i margini ROS dei servizi commerciali compresi tra il [15 % e il 25 %] circa si collocano ampiamente al di sopra della media del settore (45). Dato che concorrenti privati operano in modo redditizio, malgrado margini di utile decisamente più contenuti, la perizia WIK giunge alla conclusione che occorrerebbe imputare ai servizi commerciali di Deutsche Post una quota maggiore di costi e ridurre di conseguenza gli oneri per i servizi regolamentati.

    (150)

    La perizia WIK giunge così alla conclusione che tutti i servizi commerciali, malgrado i costi che sono tenuti a sostenere, conseguono ancora un utile corrispondente alla mediana ROS del 3,48 % dei concorrenti. Di conseguenza, per il periodo 1990-2007 la perizia ha preso a riferimento un onere che è inferiore di […] milioni di EUR all’onere annuo medio.

    (151)

    Dato che gran parte dei servizi commerciali sono stati forniti per conto delle imprese collegate, Postbank e Telekom, la perizia WIK esamina anche se i prezzi finali fatturati a queste due imprese siano conformi al mercato e possano essere considerati parametri atti a definire i costi che dovrebbero gravare sui servizi commerciali. Sulla base degli elementi di prova disponibili, la perizia WIK evidenzia che i contratti tra Deutsche Post ed entrambe le imprese collegate rispecchiano le condizioni che anche terzi indipendenti avrebbero accettato. Dato che all’inizio degli anni ’90 POSTBANK e TELEKOM non avevano sostanzialmente la possibilità di utilizzare reti di distribuzione esterne, esse si erano messe d’accordo per suddividere i relativi costi. Negli anni a seguire però, data la possibilità per Postbank e Telekom di trovare con maggiore facilità altre reti di distribuzione e a fronte del calo dei costi delle reti dei servizi universali, il contratto è stato modificato ed è stata concordata una commissione parametrata ai ricavi, che corrispondeva meglio a un tipico contratto relativo alla prestazione di servizi di distribuzione (46).

    IV.4.   Adeguamento del REK 2009

    (152)

    La perizia WIK procede a diverse rettifiche del REK 2009 applicando il seguente metodo:

    Tabella 4

    Metodo impiegato nella perizia WIK per il calcolo degli utili annuali eccessivi sulla base del REK 2009

     

    Ricavi derivanti dai servizi universali

    Costi dei servizi universali

    Margine di utile ragionevole

    +

    Compensazioni statali

     

    Utile eccessivo

    IV.4.1.   Adeguamento dei ricavi derivanti dal servizio universale

    (153)

    Deutsche Post ha venduto gran parte del suo patrimonio immobiliare (ad esempio, gli immobili che, a seguito della ristrutturazione del servizio postale, non erano più necessari). Questi ricavi dovrebbero essere imputati al servizio universale, dato che questo servizio era il principale utilizzatore di detti beni e li aveva concessi in locazione ai servizi commerciali.

    (154)

    Questo adeguamento porta in media a un aumento dei ricavi derivanti dal servizio universale di […] milioni di EUR l’anno per il periodo 1990-2007.

    IV.4.2.   Adeguamento dei costi per la prestazione dei servizi universali

    IV.4.2.1.   Spiegazione del calcolo dei costi

    (155)

    Il REK 2009 non fornisce una corretta ripartizione dei calcoli interni delle prestazioni: con riguardo al servizio universale non viene indicato l’utile complessivo conseguito, in quanto gli utili derivanti da determinate funzioni (ad esempio, le filiali) non sono suddivisi tra servizi universali e servizi commerciali (ad esempio, costi per i singoli servizi), bensì riuniti e indicati come utile commerciale. Deutsche Post non è stata quindi in grado di produrre una contabilità separata, come previsto dalla direttiva 2006/111/CE della Commissione, del 16 novembre 2006, relativa alla trasparenza delle relazioni finanziarie tra gli Stati membri e le loro imprese pubbliche e alla trasparenza finanziaria all’interno di talune imprese (47).

    (156)

    Mentre Deutsche Post per gli anni precedenti al 1997 ha presentato una suddivisione approssimativa del calcolo dei costi interni, nella perizia WIK si è reso necessario correggere il calcolo dei costi per gli anni successivi al 1997; i costi imputati in modo non corretto ai servizi universali sono stati trasferiti ai servizi commerciali.

    (157)

    A seguito della rettifica, i costi del servizio universale sono calati nel periodo 1998-2007 mediamente di […] milioni di EUR l’anno.

    IV.4.2.2.   Adeguamento della suddivisione degli oneri tra servizi a tariffa regolamentata e servizi a tariffa non regolamentata

    (158)

    Come già osservato, la perizia WIK non corregge singolarmente ogni onere, ma basa il ricalcolo sulle tariffe finali dei servizi commerciali ritenute un parametro affidabile per i costi medi del relativo settore. Tutti gli utili eccessivi derivanti dai servizi commerciali (48) sono così utilizzati per finanziare gli oneri originariamente azionati. Ciò si traduce in una riduzione media annua di detti oneri pari a […] milioni di EUR nel periodo 1990-2007.

    IV.4.2.3.   Costi per l’assicurazione pensionistica complementare non iscritti a bilancio (onere # 4)

    (159)

    L’onere # 4, relativo all’assicurazione pensionistica complementare, corrisponde a oneri di cui Deutsche Post si è fatta carico ma che non figurano nei suoi bilanci. Poiché il parametro ROS viene determinato sulla base del REK di «concorrenti comparabili», ai fini del calcolo dei costi di Deutsche Post possono essere presi in considerazione solo i costi ritenuti ammissibili anche in base ai principi contabili nazionali o internazionali (IAS). Di conseguenza, i costi aggiuntivi, di norma non inseriti nelle dichiarazioni IAS, non possono essere accettati come voci di costo e devono essere finanziati con il margine di utile stabilito (parametro).

    (160)

    A seguito del corrispondente adeguamento, per tutto il periodo 1990-2007 i costi per l’onere # 4 (Assicurazione pensionistica complementare) si riducono mediamente di […] milioni di EUR l’anno.

    IV.4.3.   Correzione dei costi del capitale in margine di utile ragionevole

    (161)

    Deutsche Post ha inserito nel REK 2009 i costi del capitale originariamente non contenuti nel REK, ad esempio costi per […] e […]. Nella perizia WIK vengono eliminati sia i costi per […] sia quelli per […] e sostituiti con il parametro per il margine di utile ragionevole.

    IV.4.3.1.   Periodo dal 1996 al 2007

    (162)

    Il margine di utile ragionevole è determinato sulla base dei ricavi rettificati generati dai servizi universali e del parametro ROS del 3,48 %, il che si traduce in un margine di utile annuo ragionevole pari in media a […] milioni di EUR. I costi del capitale medi annui di […] milioni di EUR (interessi per […] milioni di EUR e maggiori detrazioni di legge per […] milioni di EUR) sono eliminati dal REK 2009.

    (163)

    Particolarmente degno di nota è il fatto che il margine di utile ragionevole quantificato sulla base del parametro ROS del 3,48 % è, rispetto al REK 2009, in valore assoluto superiore al costo del capitale fatto valere da Deutsche Post (ad esempio, costi per interessi quantificati sulla base di un ROS interno di circa […] del capitale proprio investito e maggiori costi di ammortamento basati sul valore di mercato).

    IV.4.3.2.   Periodo dal 1990 al 1995

    (164)

    Conformemente all’articolo 63, paragrafo 1, del PostVerfG, Deutsche Post era tenuta, fino al 1995, a versare cosiddette retrocessioni (49) al governo tedesco per circa 5,838 miliardi di EUR, corrispondenti all’8 % del fatturato. In contropartita, ai sensi dell’articolo 63, paragrafo 4, del PostVerfG, Deutsche Post era esonerata dall’obbligo di versare dividendi per gli importi che eccedevano le retrocessioni.

    (165)

    La perizia WIK rinuncia pertanto espressamente a tener conto anche di un «margine di utile ragionevole» per il periodo fino al 1995, dal momento che le retrocessioni coprivano già integralmente i costi del capitale propri di Deutsche Post. Pertanto, i costi del capitale medi annui di Deutsche Post per […] milioni di EUR (interessi per […] milioni di EUR e ammortamenti regolamentari aggiuntivi per […] milioni. EUR) sono depennati dal REK 2009 il che porta a ridurre i costi del servizio universale corrispondi.

    IV.4.4.   Conclusioni

    (166)

    Il REK 2009 e la perizia WIK mostrano entrambi che, fino al 1996, i ricavi provenienti dai servizi universali non erano sufficienti a coprire i costi dei servizi universali. Mentre in base al REK 2009 Deutsche Post, anche considerando le compensazioni, presentava un disavanzo netto cumulato per tutto il periodo fino al 2007, la perizia WIK giunge invece alla conclusione che le compensazioni erano tali da permettere a Deutsche Post di raggiungere la soglia di redditività nel 1997.

    (167)

    In base al REK 2009, la redditività dei servizi universali non è praticamente aumentata fino al 1999 e solo a partire dall’anno 2000 i ricavi provenienti dai servizi universali hanno coperto in media i costi. A partire dall’anno 2000, invece, per i servizi universali, la perizia WIK mostra margini consistenti di utile che si posizionano nettamente al di sopra della mediana ROS del 3,48 %, malgrado l’utile sulle vendite conseguito con i servizi universali di consegna pacchi si sia collocato al di sotto della media e sia pari a […] (cfr. grafico 6).

    Grafico 6

    Confronto tra i margini di utile eccessivo annuali per i servizi universali nel periodo 1990-2007 (in Mio EUR, valore nominale)

    Image

    V.   OSSERVAZIONI DEGLI INTERESSATI

    (168)

    Gli interessati hanno trasmesso osservazioni sulla decisione di avvio del procedimento del 1999, sulla decisione di estensione del 2007 e sulla decisione di estensione del 2011. In questa sezione vengono riassunte le principali considerazioni svolte in merito a tutti i succitati provvedimenti.

    V.1.   Licenza di utilizzo in esclusiva dei francobolli emessi dal ministero federale delle Finanze

    (169)

    TNT mette in dubbio che Deutsche Post abbia versato un corrispettivo per la licenza di utilizzo in esclusiva dei francobolli emessi dal ministero delle Finanze. A norma dell’articolo 43 del PostG 1997, il potere di emettere francobolli con la dicitura «Deutschland» è riservato al ministero federale delle Finanze. Un operatore postale, che richieda di poter utilizzare detti francobolli, è tenuto a versare un corrispettivo e a farsi carico dei costi. In conformità dell’articolo 54 del PostG 1997, Deutsche Post ha beneficiato fino al 31 dicembre 2007 di una licenza di utilizzo in esclusiva dei francobolli emessi dal ministero federale delle Finanze.

    (170)

    Nel caso in cui Deutsche Post avesse effettivamente utilizzato i francobolli emessi dal ministero federale delle Finanze a titolo gratuito, secondo TNT ciò costituirebbe un aiuto di Stato illegale.

    (171)

    La Commissione osserva che la decisione di avvio del procedimento del 1999, la decisione di estensione del 2007 e la decisione di estensione del 2011 non si riferiscono a questa misura. Pertanto, essa non è oggetto della presente decisione.

    V.2.   Sovvenzione del sistema pensionistico

    (172)

    UPS sostiene che Deutsche Post abbia beneficiato di un vantaggio essendo stata in parte esonerata dagli obblighi di pagamento preesistenti al 1995. Poiché i normali gestori dovevano sostenere in proprio gli oneri pensionistici, Deutsche Post si sarebbe venuta a trovare in una posizione migliore rispetto ai suoi concorrenti. UPS condivide poi l’argomentazione della Commissione, secondo cui l’aiuto in esame non può essere qualificato come un aiuto di Stato esistente, in quanto la posizione di Deutsche Post sarebbe radicalmente mutata e sarebbero state introdotte nuove norme, in base alle quali Deutsche Post viene in parte sgravata dal suo obbligo di sostenere i costi per le pensioni dei suoi funzionari. UPS ritiene che tali radicali modifiche di un sistema non possano essere qualificate come modifiche meramente formali o di carattere tecnico amministrativo.

    (173)

    UPS valuta positivamente la conclusione preliminare della Commissione, secondo cui la sovvenzione del sistema pensionistico non può essere considerata come compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE. In considerazione del livello stabile di redditività e della licenza in esclusiva di Deutsche Post ci si potrebbe legittimamente chiedere se uno sgravio dagli oneri pregressi fatti valere fosse veramente necessario. Il contributo accordato non sarebbe inoltre proporzionato all’obiettivo di interesse generale addotto dalla Germania, in particolare dal momento che gli oneri pregressi sono stati compensati sia mediante tariffe maggiorate per il recapito della corrispondenza, sia mediante la sovvenzione del sistema pensionistico. UPS evidenzia che l’onere di dimostrare la proporzionalità della misura graverebbe sul governo tedesco. Ad oggi la Germania non avrebbe dato prova precisa della proporzionalità dei vantaggi derivanti a Deutsche Post dalla misura in questione.

    (174)

    Secondo UPS, l’aiuto di Stato concesso a Deutsche Post le ha consentito di acquisire una posizione di vantaggio non solo in Germania, ma anche in altri mercati europei sui quali è in concorrenza con altri operatori postali, come la stessa UPS. Poiché le sovvenzioni a favore del sistema pensionistico hanno permesso a Deutsche Post di rafforzare la propria posizione nel settore commerciale a svantaggio di altri operatori, si è verificata una distorsione della concorrenza a danno dei concorrenti di Deutsche Post.

    (175)

    UPS sollecita inoltre la Commissione a verificare la necessità e la proporzionalità di tutti i contributi per il finanziamento delle pensioni, come indicati nella decisione del 2011 sull’estensione del procedimento d’indagine formale relativo al periodo 2007-2011, e a esaminare altresì se Deutsche Post benefici tuttora di aiuti di Stato illegali ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.

    (176)

    UPS chiede infine alla Commissione di spiegare in modo più dettagliato come sia giunta alla conclusione che gli aiuti accordati a Deutsche Post non sono compatibili con il mercato interno. In particolare, UPS chiede che le sia trasmessa una copia della perizia WIK, al fine di poter comprendere quanto i risultati della stessa siano stati presi in considerazione in sede di valutazione della sovvenzione del sistema pensionistico nella decisione di estensione del 2011.

    V.3.   Compensazione per la fornitura del servizio universale

    (177)

    UPS sostiene in toto l’inchiesta della Commissione e concorda pienamente con la valutazione della compensazione per la fornitura del servizio universale, effettuata nella decisione di estensione del 2007. UPS ha inoltre trasmesso una versione aggiornata (50) della perizia NERA dell’ottobre 2006 (51), cui la Commissione ha fatto riferimento al punto 58 della decisione di estensione del 2007.

    (178)

    Mentre la perizia NERA del 2006 stima l’utile sul capitale medio per il settore recapito corrispondenza di DPWN a più del 20 % (52) per il periodo successivo al 1999, secondo la versione rivista della perizia l’utile sul capitale nel periodo 2000-2005 avrebbe addirittura superato il 50 %. Per il periodo tra il 2003 e il 2005 l’utile sul capitale stimato avrebbe persino superato il 100 %. UPS perviene alla conclusione che gli utili conseguiti dal settore estremamente remunerativo del recapito della corrispondenza regolamentata, sarebbero stati più che sufficienti a coprire le perdite del servizio universale.

    (179)

    Secondo UPS, inoltre, il calcolo dei costi effettuato da Deutsche Post non costituisce una base adeguata per l’analisi e la valutazione della redditività e degli oneri del settore riservato. Occorrerebbe pertanto analizzare nel dettaglio l’allocazione dei costi in base ai servizi regolamentati, ai servizi universali e ai servizi commerciali. Tutti i vantaggi che sono stati accordati a Deutsche Post a copertura degli oneri pregressi, quali gli apporti di capitale effettuati dalla Germania a favore di Deutsche Post nel 1995 e il trasferimento di attivi sotto forma di immobili e infrastrutture, dovrebbero essere presi in considerazione nel determinare l’importo dell’aiuto e l’entità della sovracompensazione.

    (180)

    Quanto agli accordi raggiunti con le imprese collegate sui prezzi interni di trasferimento, secondo UPS dovrebbe continuare a valere il principio delle condizioni di mercato (arm’s length principle), conformemente alla sentenza Chronopost (53). La Commissione dovrebbe pertanto esaminare il contratto tra Deutsche Post e DPEED, in particolare per quanto riguarda gli accordi sui prezzi ivi contenuti.

    V.4.   Tariffe eccessive per il recapito della corrispondenza

    (181)

    FFPI condivide in toto la decisione di estensione del 2011. Secondo FFPI le modifiche legislative e amministrative che comportano un incremento degli oneri pensionistici rientrano nei normali rischi che possono incidere sulla redditività di un’impresa. Dato che le imprese che operano a normali condizioni di mercato devono finanziare tali costi aggiuntivi con risorse proprie, anche Deutsche Post non avrebbe dovuto percepire sovvenzioni del sistema pensionistico da parte della Germania.

    (182)

    FFPI osserva inoltre che nella sua relazione di bilancio del 2000, Deutsche Post ha espressamente sottolineato l’importanza della riforma del suo sistema pensionistico, dichiarando in tale contesto che l’aumento del 98,6 % dell’EBITA (utili prima degli interessi, delle imposte e degli ammortamenti dei beni immateriali), registrato nel settore dei servizi postali per i clienti impresa, è dovuto soprattutto alla riduzione dell’importo destinato ai contributi per il fondo pensione dei funzionari. Pertanto, la riforma delle pensioni non dovrebbe essere considerata un elemento di secondo piano o di carattere prevalentemente amministrativo.

    (183)

    Uno studio condotto da FFPI tra il 2001 e il 2008 rileva che la tariffa in vigore in Germania nel 2009 per le lettere standard di peso fino a 20 grammi era molto elevata. Di contro, i costi per la spedizione di pacchi fino a 500 grammi si situavano nella fascia tariffaria più bassa, il che lascia presumere l’esistenza di una sovvenzione incrociata.

    (184)

    FFPI è convinta che il sostegno a Deutsche Post non mirasse a promuovere la crescita del mercato postale tedesco o a rafforzare determinati servizi postali. Nel periodo oggetto di esame, Deutsche Post è rimasta un’impresa redditizia, che ha potenziato la propria posizione di leader sul mercato tedesco oltre alle proprie capacità e attività. Le sovvenzioni del sistema pensionistico non dovrebbero pertanto essere considerate compatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.

    V.5.   Margini di utile

    (185)

    BIEK ritiene che altri operatori postali si siano trovati in una posizione svantaggiata a causa della prassi di Deutsche Post di utilizzare la sua posizione dominante su determinati mercati postali per effettuare finanziamenti incrociati dei costi relativi ai servizi di recapito corrispondenza e consegna pacchi forniti su mercati fortemente concorrenziali. Potendo aumentare i prezzi praticati sui mercati nei quali beneficiava della licenza in esclusiva, e nei quali ancora oggi detiene una quota di mercato del 90 %, Deutsche Post è in grado di effettuare finanziamenti incrociati dei costi relativi a mercati maggiormente concorrenziali.

    (186)

    BIEK osserva inoltre che Deutsche Post, malgrado gli oneri pregressi fatti valere, avrebbe conseguito utili nettamente maggiori rispetto a imprese comparabili in altri paesi europei; in tal senso deporrebbero, in particolare, i margini ROS tra il 10 % e il 20 % sulle spedizioni interne. Questo margine di utile potrebbe essere addirittura errato per difetto, dal momento che esso comprende anche il servizio nazionale di consegna pacchi il cui margine di utile in media sarebbe più basso rispetto a quello relativo al recapito della corrispondenza.

    (187)

    Per quanto riguarda i maggiori oneri salariali addotti da Deutsche Post, BIEK osserva che Deutsche Post ha impiegato gli stipendi medi dell’industria dei trasporti come parametro per calcolare la differenza tra gli oneri salariali di Deutsche Post e quelli dei suoi concorrenti. BIEK afferma che, pur avendo la Commissione utilizzato tali valori come parametro di calcolo nella sua decisione di estensione del 2011, occorrerebbe nondimeno considerare che i concorrenti di Deutsche Post versano retribuzioni superiori di almeno il 15 % rispetto alle retribuzioni medie di cui sopra. I maggiori oneri salariali addotti da Deutsche Post sono pertanto sensibilmente inferiori rispetto a quanto affermato. Secondo BIEK, la differenza residua tra gli oneri salariali non va imputata agli oneri pregressi, ma piuttosto alla dimensione e alla posizione dominante detenuta da Deutsche Post sul mercato.

    (188)

    BIEK ritiene inoltre che l’aumento delle tariffe regolamentate abbia compensato in maniera più che sufficiente gli oneri pregressi di Deutsche Post, compresi quelli pensionistici. Secondo BIEL, le misure di aiuto all’esame della Commissione hanno impedito finora la concorrenza nel settore del recapito della corrispondenza e falsato gravemente la concorrenza nel settore dei servizi di consegna pacchi.

    VI.   OSSERVAZIONI DELLA GERMANIA

    VI.1.   Osservazioni sulla sovvenzione del sistema pensionistico

    VI.1.1.   Nessun vantaggio economico derivante dalla compensazione dei costi sociali anomali

    (189)

    Richiamandosi alla sentenza Combus (54), la Germania sostiene che, nell’ambito della privatizzazione di un prestatore di servizio universale che era già impresa pubblica, non costituiscono aiuti di Stato i finanziamenti accordati dallo Stato per compensare oneri pensionistici superiori a quelli sostenuti di norma dai concorrenti privati.

    (190)

    La Germania concorda con la Commissione nel ritenere che i costi sociali di Deutsche Post andrebbero comparati con i costi sociali dei concorrenti. Tuttavia, questo confronto doveva essere compiuto già sulla base dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE e non solo in un secondo momento in sede di valutazione della compatibilità a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE.

    VI.1.2.   Nessun vantaggio finanziario rispetto alla situazione prima del 1995

    (191)

    Secondo la Germania, le sovvenzioni relative alle pensioni non hanno alleggerito Deutsche Post da costi che essa avrebbe dovuto normalmente sostenere mediante risorse proprie. Pertanto, Deutsche Post non ha beneficiato di nessun aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. A detta della Germania, sia prima che dopo il 1995, Deutsche Post non era né giuridicamente obbligata né economicamente in grado di pagare le pensioni dei funzionari.

    (192)

    La Germania sostiene in primis che, a norma dell’articolo 46 del PostVerfG 1989, i funzionari trasferiti a Deutsche Post nel 1989 sono rimasti funzionari dell’amministrazione federale dello Stato. Anche dopo la seconda riforma della Posta del 1995, i funzionari di Deutsche Post sono rimasti funzionari statali a norma dell’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994 e dell’articolo 143b, introdotto ex novo nel Grundgesetz, la legge costituzionale tedesca.

    (193)

    Poiché il governo federale è sempre rimasto il soggetto debitore esclusivo delle prestazioni pensionistiche dei funzionari, secondo la Germania, Deutsche Post non ha mai avuto l’obbligo giuridico di utilizzare risorse proprie in questo contesto.

    (194)

    Anche se, a norma dell’articolo 54, paragrafo 2, del PostVerfG 1989 Deutsche Post era tenuta a finanziare le prestazioni pensionistiche dei funzionari, la Germania ribadisce che tale norma (così come l’obbligo di pagamento di retrocessioni ai sensi dell’articolo 63 del PostVerfG 1989) era una misura «interna» volta a generare entrate per il bilancio dello Stato. Essa non fonda alcun obbligo di Deutsche Post nei confronti dei funzionari.

    (195)

    Anche dopo la seconda riforma della Posta del 1995, ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994 e degli articoli 14 e 16 del PostPersRG 1994, lo Stato federale è rimasto il debitore esclusivo nei confronti dei funzionari titolari di un trattamento pensionistico. Come l’obbligo ai sensi dell’articolo 54, paragrafo 2, del PostVerfG 1989, anche l’obbligo previsto all’articolo 16, paragrafo 1, del PostPersRG, secondo il quale Deutsche Post deve versare contributi al fondo pensione per i funzionari postali, mirava solo ad alleggerire il bilancio dello Stato. Dette disposizioni non hanno minimamente modificato l’obbligo previdenziale che incombe esclusivamente allo Stato federale.

    (196)

    Del resto, dal punto di vista del diritto civile, non sarebbe stato possibile per il governo federale trasferire l’obbligo di finanziare le prestazioni pensionistiche dei funzionari alla società DPAG costituita nel 1995. Secondo le norme civilistiche, una società madre che trasferisca i propri obblighi previdenziali a una controllata giuridicamente indipendente, continua a rispondere dei suoi obblighi di pagamento di carattere patrimoniale verso dei terzi.

    (197)

    La Germania afferma poi che Deutsche Post non ha mai disposto di mezzi propri sufficienti per finanziare gli oneri pensionistici. Da un lato, prima del 1995, POSTDIENST avrebbe sempre chiuso con perdite che lo Stato ha dovuto ripianare con trasferimenti di 5,6 miliardi di EUR. Dall’altro, all’atto della trasformazione di POSTDIENST 1995 in DPAG, i debiti pensionistici accumulati ammontavano a circa […] miliardi di EUR. Con tali debiti iscritti nel passivo di bilancio, era impossibile costituire DPAG come impresa di diritto privato, vista la mancanza di un apporto di capitale sufficiente da parte del governo tedesco per conferire a DPAG la capacità economica necessaria.

    VI.1.3.   La sovvenzione del sistema pensionistico è un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 1, TFUE

    (198)

    La Germania ritiene che, qualora la sovvenzione del sistema pensionistico dovesse essere qualificata come aiuto di Stato, essa andrebbe considerata un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 1, lettera b), punto i), del regolamento (CE) n. 659/1999, dal momento che a partire dal 1953, vale a dire dall’entrata in vigore della pertinente disposizione nella Costituzione tedesca, lo Stato è il solo soggetto debitore e l’unico responsabile del finanziamento delle pensioni dei funzionari. La Germania ribadisce che né la prima riforma della Posta del 1989, né la seconda del 1995 hanno minimamente modificato tale obbligo. Deutsche Post, continua la Germania, non sarebbe stata né prima, né dopo il 1995, giuridicamente obbligata o economicamente in grado di pagare le pensioni dei funzionari.

    (199)

    La Germania richiama poi una dichiarazione resa dalla Commissione dinanzi al Tribunale nella causa T-266/02. La Germania ritiene che dal punto 54 della sentenza si evinca chiaramente che la Commissione «ha ritenuto, nel contesto della decisione impugnata, che solo i trasferimenti operati dalla DB-Telekom le avessero conferito un vantaggio» (55).

    (200)

    La Germania desume dalla suddetta dichiarazione che la Commissione ha negato l’esistenza di un vantaggio economico anche riguardo alla sovvenzione del sistema pensionistico. Secondo la Germania, la Commissione ha quindi deciso, ai sensi dell’articolo 4 del regolamento (CE) n. 659/1999, di «non sollevare obiezioni». A norma dell’articolo 1, lettera b), punto ii), del regolamento (CE) n. 659/1999, una simile decisione positiva significa che la sovvenzione del sistema pensionistico costituisce un aiuto di Stato esistente.

    VI.1.4.   La sovvenzione del sistema pensionistico è una compensazione per oneri pregressi compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, TFUE

    (201)

    In considerazione delle argomentazioni della Commissione nella decisione La Poste, la Germania sostiene che le sovvenzioni a favore del sistema pensionistico sono compatibili con l’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE e, al riguardo, fornisce le seguenti motivazioni:

    1)

    Deutsche Post ha versato contributi sociali generalmente superiori rispetto alla quota di contributi sociali e di contributi per l’assicurazione sanitaria e per l’assicurazione sociale contro il rischio di non autosufficienza gravanti sul datore di lavoro.

    2)

    Il vantaggio comparativo individuato dalla Commissione non è corretto nella misura in cui il calcolo si basa sulla presunzione che i servizi soggetti a regolamentazione delle tariffe coprano i costi addotti relativi all’onere # 2 (contributi sociali non di mercato). Come altre imprese attive nel settore postale, la Poste ha rifinanziato i costi sociali anche mediante tariffe più alte per il recapito della corrispondenza, circostanza di cui la Commissione non ha tuttavia tenuto conto nella decisione La Poste.

    3)

    Benché la Germania riconosca in linea di principio che i ricavi derivanti dai servizi a tariffa regolamentata debbano coprire i costi addotti, la Commissione non ha provato, da un lato, che l’autorità di regolamentazione ha accolto la richiesta di Deutsche Post di finanziare i costi sociali non di mercato con i ricavi da attività regolamentate, né, dall’altro, che i ricavi da attività regolamentate erano effettivamente sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato.

    (202)

    La Germania osserva inoltre che, nella decisione di avviare il procedimento relativo a Royal Mail (56), la Commissione ha sottolineato l’importanza di valutare in base a criteri coerenti gli oneri pensionistici ereditati da ex imprese pubbliche, onde garantire una prassi decisionale coerente. Di conseguenza, la Commissione dovrebbe tener conto anche della sua decisione relativa a La Poste e della valutazione preliminare effettuata nel caso Royal Mail. In quest’ultimo caso, la Commissione non ha sollevato eccezioni in merito alla compensazione dei deficit pensionistici, benché dalla perizia Hooper 2008 emerga che gli oneri pensionistici di Royal Mail sono stati in parte coperti dalla maggiorazione delle tariffe postali regolamentate.

    VI.1.4.1.   Il parametro dovrebbe basarsi sui costi sociali di mercato

    (203)

    Con riferimento alla perizia del professor Ehlermann del 19 luglio 2011 (57), la Germania sostiene che la Commissione ha commesso due errori nel determinare il parametro per i costi sociali di Deutsche Post.

    (204)

    Secondo la Germania, la quota a carico del lavoratore non deve rientrare nel parametro, in quanto nel settore privato un datore di lavoro non è tenuto per legge a versare questa quota. Il datore di lavoro si fa carico del pagamento di tutti i contributi sociali solo per ragioni amministrative, senza obblighi di legge. Tener conto della quota a carico del lavoratore nel determinare il parametro contrasta anche con la prassi decisionale della Commissione (cfr. decisione La Poste).

    (205)

    Secondo la Germania, il calcolo del parametro per i costi sociali deve basarsi sulle retribuzioni di mercato (58), dal momento che le retribuzioni dei funzionari erano decisamente superiori alla media di mercato.

    VI.1.4.2.   I ricavi generati dai servizi regolamentati non sono sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato

    (206)

    La Germania sottolinea, in primo luogo, che una copertura totale dell’onere # 2 grazie ai ricavi generati dai servizi soggetti a tariffa regolamentata è meramente ipotetica, dal momento che non è possibile accertare se i prezzi non regolamentati siano stati aumentati per compensare proprio i costi non di mercato. Da un lato, la decisione sulle dimensioni del mercato del 2002 non precisa se e in che misura l’autorità di regolamentazione del settore postale tenga conto degli oneri addotti per costi non di mercato. Dall’altro, le tariffe sono state mantenute sino al 2002 sui livelli autorizzati nel 1997; di conseguenza non è possibile accertare se dette tariffe comprendano una compensazione per i costi sociali non di mercato dei servizi non regolamentati.

    (207)

    La Germania afferma che non è sufficiente dichiarare che per il settore non soggetto a regolamentazione dei prezzi erano previsti contributi sociali più bassi rispetto ai concorrenti. Bisogna anche verificare se i servizi a tariffa regolamentata erano effettivamente in grado di finanziare con i loro ricavi gli oneri sociali non di mercato.

    (208)

    Pertanto, a giudizio delle autorità tedesche, la compensazione dei costi sociali non di mercato apporta un vantaggio a Deutsche Bank solo qualora le compensazioni ricevute siano superiori ai costi sociali complessivamente sostenuti da Deutsche Post per i suoi funzionari.

    (209)

    La Germania deplora la mancanza di un calcolo dettagliato che consenta di evincere se, nel complesso, Deutsche Post sia stata sovracompensata o sottocompensata per i costi sociali non di mercato da essa sostenuti per i funzionari. Essa sottolinea la necessità di un calcolo del genere se si vuole accertare l’esistenza di un vantaggio finanziario ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.

    a)   In base alla perizia di un esperto, i costi sociali non di mercato sono sottocompensati

    (210)

    Per porre rimedio a questa situazione, la Germania ha trasmesso alla Commissione la perizia del professor Weber (59), volta a comprovare che i costi sociali collegati all’impiego di funzionari hanno comportato uno svantaggio finanziario per Deutsche Post. In primo luogo, la perizia stabilisce di quanto i costi sociali effettivamente sostenuti da Deutsche Post per i funzionari superano i costi sociali dei concorrenti privati per i dipendenti (nella perizia indicati come «i costi sociali di DPAG superiori al livello di mercato» o come «svantaggio strutturale»). La perizia Weber confronta poi i costi sociali che eccedono il livello di mercato con la compensazione accordata per l’onere # 2.

    (211)

    Come emerge dalla tabella 5, tra i sovracosti sociali derivanti dall’impiego di funzionari, la perizia comprende i pagamenti effettuati da Deutsche Post ai fondi pensione dei funzionari e gli altri costi sociali, quali i contributi per spese mediche, assicurazione infortuni e altre assicurazioni.

    (212)

    Nella perizia gli oneri sociali collegati all’occupazione di dipendenti vengono definiti come segue: quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro per le assicurazioni obbligatorie, vale a dire l’assicurazione pensionistica, l’assicurazione contro il rischio disoccupazione, l’assicurazione sanitaria e l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza, moltiplicata per le retribuzioni «di mercato» (ad esempio il salario minimo 2007 per la maggioranza dei funzionari).

    (213)

    I costi sociali non di mercato sono quei costi sociali che Deutsche Post ha sostenuto per i funzionari e che eccedono i costi sociali di riferimento calcolati in base alla quota a carico del datore di lavoro per i contributi sociali di dipendenti nel settore privato.

    Tabella 5

    Calcolo del risultato netto in base alla perizia tedesca

    Pagamenti al fondo pensione

    Altri costi sociali

    +

    Costi sociali «non di mercato» quali parametro [sulla base della quota a carico del datore di lavoro dell’assicurazione sociale e delle retribuzioni «di mercato» (ad esempio, il salario minimo 2007)]

     

    Costi sociali non di mercato

    +

    Compensazione da ricavi di servizi regolamentati (Onere # 2oneri sociali non di mercato)

     

    Risultato netto (sottocompensazione o sovracompensazione)

    (214)

    Dai calcoli effettuati emerge che, per il periodo 1995-2007, l’onere # 2 non era sufficiente a coprire i costi sociali non di mercato. La perizia riscontra addirittura una sottocompensazione di Deutsche Post pari a […] miliardi di EUR. L’esperto giunge alla conclusione che, anche nel caso in cui i ricavi da servizi a tariffa regolamentata coprissero l’onere # 2, Deutsche Post non avrebbe beneficiato di una compensazione sufficiente per i suoi costi sociali non di mercato.

    b)   In base al REK 2009, i ricavi derivanti dal settore a tariffa regolamentata non sono sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato

    (215)

    La Germania sostiene che fintantoché le perdite da servizi a tariffa regolamentata superano i costi sociali non di mercato, non è possibile affermare che i ricavi regolamentati coprano effettivamente detti costi sociali. Per tale ragione, la Germania ha trasmesso un parere basato sul REK 2009 (60), al fine di dimostrare che le perdite derivanti dai servizi regolamentati erano rimaste costantemente superiori ai costi sociali non di mercato.

    (216)

    I calcoli si basano sul REK 2009 e considerano come margine di utile ragionevole per i servizi a tariffa regolamentata, un ROS del 7 % (con riferimento alla seconda perizia Deloitte, che verrà analizzata più nel dettaglio alla sezione VI.3.2). Detratto il margine di utile ragionevole, i servizi soggetti a tariffa regolamentata registrano una perdita pari a […] miliardi di EUR, che è quindi superiore ai costi sociali non di mercato addotti per il periodo 1995-2007. I ricavi dai servizi regolamentati non erano quindi sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato in questione.

    VI.2.   Osservazioni sulla compensazione per la fornitura dei servizi universali

    VI.2.1.   Compensazioni statali

    (217)

    La Germania sostiene che le compensazioni statali non comportino un vantaggio finanziario per Deutsche Post, dal momento che i pagamenti effettuati, pari a 5,666 miliardi di EUR, corrispondono unicamente a una compensazione per le retrocessioni di 5,838 miliardi di EUR che Deutsche Post ha dovuto effettuare fino al 1995.

    (218)

    Come osservato nella decisione di estensione del 2007, dette retrocessioni avevano origine nella precedente amministrazione delle poste la quale doveva versare annualmente circa il 10 % delle sue entrate di esercizio allo Stato federale. Nel periodo 1989-1995 le retrocessioni sono state gradualmente eliminate in forza dell’articolo 63, paragrafo 1, del PostVerfG. Fino al 1993 Deutsche Post ha dovuto versare il 10 % delle sue entrate d’esercizio. A partire dal 1993 le retrocessioni sono gradualmente diminuite, e nel 1993, ad esempio, ammontavano al 10 % delle entrate d’esercizio meno 153 milioni di EUR. Nel 1994 esse erano il 70 % rispetto al volume del 1993 e nel 1995 il 50 % del volume del 1993. Tra il 1990 e il 1995 Deutsche Post ha effettuato complessivamente retrocessioni per 5,838 miliardi di EUR.

    (219)

    In forza dell’articolo 63, paragrafo 4, del PostVerfG, i dividendi dovevano essere detratti dalle retrocessioni. In considerazione di detta disposizione e dell’esenzione da imposte dirette e indirette, nella decisione di estensione del 2007 la Commissione ha affermato che le retrocessioni erano da considerarsi come un indennizzo per l’esenzione da imposte dirette e indirette e come compenso per il finanziamento accordato dallo Stato federale quale azionista.

    (220)

    In risposta a questa constatazione la Germania ha trasmesso la perizia KPMG, secondo la quale le retrocessioni non potevano essere considerate come un sostituto delle imposte o dei dividendi per varie ragioni.

    (221)

    Secondo la perizia KPMG, le retrocessioni non possono essere qualificate come imposte perché dal 1931 sono calcolate sulla base delle entrate di esercizio. Pertanto, esse avrebbero dovuto essere versate anche in anni in cui Deutsche Post ha chiuso in perdita. Di contro, le imposte sui redditi da impresa vengono calcolate sulla base dell’utile di esercizio effettivamente conseguito. Una qualificazione delle retrocessioni come imposta violerebbe il principio costituzionale dell’imposizione in funzione del risultato economico.

    (222)

    Secondo la perizia, anche il confronto tra le retrocessioni e l’imposta sul valore aggiunto non è pertinente. Nel caso dell’imposta sul valore aggiunto, l’obbligo di imposta si accompagna alla detrazione dell’imposta versata a monte per determinati servizi, cosa che non si verifica con le retrocessioni, con l’effetto che il calcolo della retrocessione diverge in modo considerevole dal calcolo dell’effettiva imposta sul valore aggiunto dovuta dall’impresa.

    (223)

    La Germania sostiene inoltre che le retrocessioni non possono essere qualificate come dividendi. La distribuzione di dividendi si riferisce ai risultati dell’esercizio precedente o degli anni precedenti. Tra il 1990 e il 1995, Deutsche Post non ha conseguito alcun utile ma ha comunque effettuato le retrocessioni. Di conseguenza le retrocessioni non costituiscono dividendi.

    (224)

    La perizia KPMG giunge alla conclusione che le retrocessioni non possono essere qualificate come imposte o dividendi, trattandosi piuttosto di un’imposta «sui generis» che graverebbe solo su Deutsche Bundespost e sull’impresa sua avente causa.

    (225)

    Richiamandosi alla perizia KPMG, la Germania contesta l’affermazione della Commissione, secondo cui le retrocessioni possono essere considerate un sostituto dei pagamenti a titolo di imposta sui redditi e dividendi. La Germania ribadisce che le retrocessioni hanno costituito per Deutsche Post un onere non giustificabile né sotto il profilo oggettivo, né sotto quello economico. Dato che le compensazioni statali hanno sgravato Deutsche Post delle sole retrocessioni, non le hanno apportato alcun vantaggio economico e quindi non costituiscono aiuto di Stato.

    (226)

    In subordine, la Germania adduce altre due ragioni per cui le compensazioni statali non costituirebbero aiuti di Stato: innanzitutto, tenuto conto della considerevole redditività del capitale investito (ROI) negli anni successivi e dei notevoli ricavi conseguiti da Deutsche Post a seguito della quotazione in Borsa, le compensazioni sono in linea con il principio dell’investitore in un’economia di mercato. In secondo luogo, le compensazioni non costituiscono aiuti di Stato in quanto sia dal REK 2009 che dalla perizia WIK emerge che le perdite cumulate del servizio universale tra il 1990 e il 1994 erano maggiori rispetto alle compensazioni. Pertanto, Deutsche Post non ha ricevuto una compensazione sufficiente per la fornitura dei servizi nel quadro del suo obbligo di servizio universale.

    VI.2.2.   Garanzia statale

    (227)

    La Germania afferma che, per varie ragioni, l’ulteriore garanzia accordata dallo Stato ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 4, del PostUmwG 1994 per i titoli di debito emessi prima del 1995, non comporta alcun vantaggio selettivo a favore di Deutsche Post dopo il 1995.

    (228)

    Ogni impresa di diritto privato continua a rispondere, anche dopo la scissione di una società controllata, delle obbligazioni assunte da questa controllata. Persino dopo la cessione di dette obbligazioni a un terzo, un’impresa di diritto privato resta responsabile per i suoi debiti esistenti. Occorre poi considerare che l’originaria garanzia statale si era resa necessaria per i titoli di debito solo in quanto POSTDIENST non aveva personalità giuridica autonoma. L’articolo 40 del PostVerfG 1989, che precisa che i titoli di debito di Deutsche Bundespost sono equiparati ai titoli di debito dello Stato, ha mero carattere declaratorio.

    (229)

    In secondo luogo, DPAG non ha ottenuto alcun vantaggio dall’acquisizione dei titoli di debito di POSTDIENST, dal momento che DPAG nel 1995 avrebbe potuto rifinanziarsi a tassi inferiori. Al 1o gennaio 1995 i titoli di debito di POSTDIENST ammontavano a complessivi 931 milioni di EUR con un tasso medio del 7,17 % e una durata residua di 8,8 anni. Poiché a questa data il tasso di interesse a breve termine si collocava tra il 5 % e il 5,5 %, DPAG ha subito uno svantaggio finanziario dell’1,7 %, che si è tradotto in costi d’interesse più elevati pari a circa 15,3 milioni di EUR l’anno.

    (230)

    In terzo luogo, confrontando i tassi di interessi medi di mercato per i titoli di debito emessi da imprese private e i tassi di interesse dei titoli di debito di POSTDIENST nel giorno in cui sono stati originariamente emessi, la Germania sostiene che POSTDIENST ha preso in prestito capitale a tassi in media superiori rispetto ai tassi medi di mercato. La Germania non ha effettuato un esame complessivo, ma ha solo confrontato i tassi di interesse per determinati titoli di debito di POSTDIENST con la media aggregata di mercato.

    (231)

    In via subordinata, la Germania afferma che le garanzie statali costituiscono un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 1, lettera b), punto i), del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio. Dato che fino al 1994 Deutsche Bundespost faceva parte dell’amministrazione pubblica, i debiti da essa contratti a partire dalla sua fondazione nel 1950 sono debiti dello Stato. Ove la garanzia statale abbia conferito a Deutsche Post vantaggi sui tassi di interesse, tali vantaggi vanno considerati come un aiuto di Stato esistente. La Germania richiama anche la decisione della Commissione nel caso EDF (61), nel quale una garanzia analoga è stata valutata come aiuto di Stato esistente.

    VI.2.3.   La licenza in esclusiva

    (232)

    La Germania afferma che, in base alla sentenza PreussenElektra (62), i ricavi derivanti dal settore recapito corrispondenza regolamentato non costituiscono aiuti di Stato.

    (233)

    Dal momento che i ricavi dal settore recapito corrispondenza regolamentato non costituiscono risorse statali, le tariffe per il recapito della corrispondenza ritenute eccessive possono formare oggetto di un procedimento solo ai sensi dell’articolo 102 TFUE.

    VI.3.   Osservazioni del governo tedesco sulla perizia WIK

    VI.3.1.   La perizia WIK conferma la necessità delle compensazioni statali quale compensazione per i costi netti dell’obbligo di servizio universale fino al 1995

    (234)

    Malgrado tutte le eccezioni di carattere metodologico, la Germania afferma che la perizia WIK conferma la posizione della Germania relativa al fatto che le compensazioni statali erano necessarie per ripianare per le perdite subite da Deutsche Post nel periodo 1990-1995 a causa della prestazione di servizi universali.

    (235)

    Secondo la Germania, gli utili eccessivi posteriori al 1995 non possono essere presi in considerazione e, in quanto le compensazioni statali sono state assorbite dai costi netti degli obblighi di servizio universale che Deutsche Post ha dovuto sostenere fino al 1995. L’annullamento della decisione negativa del 2002 da parte del Tribunale ha confermato che qualcosa che è stato «consumato» una volta, non può essere consumato una seconda volta. Dato che le compensazioni statali sono state esaurite per coprire le perdite accumulate fino al 1995, esse non hanno potuto essere impiegate in un secondo momento per finanziare utili eccessivi.

    VI.3.2.   Errata analisi del margine di utile ragionevole

    (236)

    Richiamandosi alla perizia Deloitte, la Germania contesta innanzitutto il fatto che la perizia WIK utilizza come parametro un numero eccessivo di imprese troppo piccole. Secondo la Germania, le imprese comparabili dovrebbero essere soprattutto le grandi imprese del settore consegna pacchi e logistica con reti di dimensioni e complessità paragonabili a quelle di Deutsche Post (63).

    (237)

    La seconda perizia Deloitte parte dal presupposto che le imprese del settore consegna pacchi e servizi postali, con una rete di ritiro e consegna ampia e complessa, siano comparabili a Deutsche Post. Tenuto conto dell’importanza che le economie di scala, la portata e la densità hanno per le reti di servizi postali, le grandi imprese si prestano meglio a un confronto che non le piccole imprese. In misura minore, anche le imprese di spedizione e logistica potrebbero essere paragonabili, poiché impiegano immobilizzazioni equivalenti.

    (238)

    La seconda perizia Deloitte considera imprese comparabili solo le società attive nel settore postale con un fatturato annuo superiore a 100 milioni di EUR. In questo modo si individua un piccolo gruppo di solo sei imprese comparabili, composto dalle grandi multinazionali attive nel settore servizi pacchi espressi (UPS, FedEx e TNT Express) e altri operatori postali (prevalentemente degli Stati Uniti o del Regno Unito).

    (239)

    Questo gruppo di imprese comparabili registra per il periodo 1998-2007 una mediana ROS del 7,4 % e un terzo quartile ROS del 12 % come limite superiore per il margine di utile ragionevole. Un gruppo di confronto più ampio, composto da 18 imprese di logistica e 19 imprese di spedizione, porta a una mediana ROS compresa tra il 4,6 % e il 5,7 %; nella seconda perizia Deloitte vengono però espresse alcune riserve circa la compatibilità di tali imprese con Deutsche Post.

    (240)

    Sulla base dei dati disponibili per entrambi i gruppi di confronto, la seconda perizia Deloitte raccomanda un ROS compreso tra il 6,1 % e l’11,7 % come parametro per il margine di utile ragionevole.

    (241)

    In merito alla definizione di un margine di utile ragionevole a partire dal gruppo di confronto, la seconda perizia Deloitte evidenzia che un semplice ROS relativo a più anni quale parametro per l’utile ragionevole sottostima l’utile ragionevole sia perché possono verificarsi notevoli e sistematiche imprecisioni da un anno all’altro sia perché possono sussistere notevoli differenze riguardo alla redditività di imprese dello stesso settore. L’impiego di un paramento per il margine di utile ragionevole troppo basso rischia di inibire l’attuazione di progetti d’investimento efficienti.

    (242)

    Come già sottolineato nella prima perizia Deloitte, il parametro per il margine di utile ragionevole adottato nella perizia WIK sulla base della mediana delle imprese comparabili non tiene minimamente conto dei miglioramenti in termini di efficienza che Deutsche Post ha conseguito soprattutto a partire dal 1990. Tuttavia, ai sensi dei punti 14 e 18 della disciplina del 2005, nel determinare il margine di utile ragionevole occorre tener conto anche dei criteri «di incentivazione, in funzione, fra l’altro, della qualità del servizio reso e dell’accresciuta efficienza produttiva».

    (243)

    È pertanto opportuno basare il parametro per il margine di utile ragionevole su un intervallo di valori annuo. Gli utili che si collocano nella parte alta o addirittura al di sopra di detto intervallo potrebbero indicare che l’impresa media ha superato il parametro grazie a prestazioni migliori dal punto di vista operativo o commerciale. L’autorità di regolamentazione dovrebbe continuare ad ammettere simili utili per incentivare un incremento dell’efficienza.

    (244)

    La Germania osserva inoltre che l’entità del margine di utile ragionevole deve restare in linea con le decisioni precedenti in cui è stato autorizzato un ROS compreso tra il 7 % e l’8 % per le società ferroviarie o di autobus (64).

    VI.3.3.   Ripartizione dei costi e valutazione dei costi non adeguate

    (245)

    La Germania ribadisce che qualsivoglia trasferimento degli oneri dal servizio universale ai servizi commerciali non è possibile né di fatto né di diritto. Ai sensi dell’articolo 7 della direttiva 97/67/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 dicembre 1998, concernente regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e il miglioramento della qualità del servizio (65), tutti i costi aggiuntivi netti derivanti dall’obbligo di servizio universale devono essere finanziati mediante i ricavi del monopolio dei servizi di recapito corrispondenza e non mediante i ricavi dei servizi commerciali.

    (246)

    La Germania sostiene altresì che la perizia WIK contiene stime troppo basse per determinati costi sostenuti da Deutsche Post:

    1)

    le retrocessioni, che Deutsche Post ha dovuto versare fino al 1995, avrebbero dovuto essere detratte come costi e non essere impiegate come riferimento approssimativo per i costi del capitale o per il margine di utile ragionevole. Richiamandosi alla perizia KPMG, la Germania contesta la valutazione contenuta nella perizia WIK, secondo la quale le retrocessioni possono essere considerate come una misura che sostituisce il pagamento dell’imposta sugli utili e il versamento di dividendi. La Germania ribadisce che le retrocessioni hanno costituito per Deutsche Post un onere che non poteva essere giustificato né obiettivamente ne economicamente. Pertanto le retrocessioni avrebbero dovuto essere considerate come costi del servizio universale nel calcolo dell’utile ragionevole;

    2)

    per i costi di ammortamento avrebbero dovuto essere impiegati i valori di mercato reali delle immobilizzazioni indicati nel bilancio fiscale ufficiale e non i valori contabili minori figuranti nel bilancio di esercizio;

    3)

    i costi dei contributi per la pensione complementare dei dipendenti privati avrebbero dovuto essere considerati integralmente.

    VI.4.   Risposta alle osservazioni di terzi

    VI.4.1.   Sovvenzione del sistema pensionistico

    (247)

    La Germania ricorda che Deutsche Post non era né giuridicamente tenuta né economicamente in grado di farsi carico, nel 1995, degli obblighi relativi alle pensioni. Di conseguenza, gli oneri pensionistici costituivano debiti dello Stato ai sensi della decisione della Commissione nel caso Poste Italiane (66). Le sovvenzioni del sistema pensionistico non hanno conferito alcun vantaggio finanziario a Deutsche Post.

    (248)

    Mentre UPS sottolinea che un normale operatore dovrebbe sostenere in proprio gli oneri pensionistici, la Germania argomenta che gli oneri pensionistici per le pensioni dei funzionari rappresentano costi non di mercato che non possono essere confrontati con i contributi sociali versati dai concorrenti di Deutsche Post per i loro dipendenti. Questi ultimi versano alle assicurazioni sociali solo la quota a carico del datore di lavoro e non devono sostenere oneri pregressi sulla base di diritti alla pensione già maturati.

    (249)

    La Germania sottolinea l’esigenza di un calcolo della sovracompensazione, dal momento che le osservazioni di UPS e FFPI partono dal presupposto che la Commissione abbia effettuato un simile calcolo per dimostrare che Deutsche Post è stata sovracompensata.

    VI.4.2.   Compensazione per la fornitura di servizi universali

    (250)

    Richiamandosi alla perizia NERA del 2006, la Germania rileva che la Commissione stessa nel caso COMP/37.821 ha ritenuto che l’utile sul capitale stimato in detta perizia per il settore recapito corrispondenza di DPWN non era sufficiente a dimostrare l’esistenza di tariffe eccessive per la consegna della corrispondenza ai fini dell’articolo 102 TFUE.

    (251)

    In generale, la Germania sostiene che l’utile sul capitale non rappresenti un criterio adatto per determinare l’utile eccessivo. In presenza di una minore intensità di capitale, un utile sul capitale alto può essere accompagnato da un utile sulle vendite ridotto. Poiché la maggior parte dei rischi deriva da ricavi e costi, l’utile sulle vendite sarebbe la misura adatta per l’accertamento di utili eccessivi, in particolare per le imprese con ridotta intensità di capitale. Se, come nella perizia NERA, si ricorre in via subordinata all’utile sulle vendite come misura per l’utile, ne risulta che Deutsche Post ha ottenuto un utile sulle vendite maggiore rispetto a quello di Royal Mail, ma molto inferiore rispetto all’utile sulle vendite di TNT. Gli utili sulle vendite del settore recapito corrispondenza di DPWN, calcolato nella perizia NERA, si collocano così ben al di sotto del parametro fissato per stabilire gli utili eccessivi.

    (252)

    La Germania afferma quindi che né la perizia NERA del 2006 né la sua versione aggiornata sono rilevanti ai fini dell’indagine in materia di aiuti di Stato e non costituiscono una prova sufficiente dell’esistenza di utili eccessivi.

    (253)

    A fronte dell’affermazione di UPS, secondo cui il calcolo dei costi di Deutsche Post non sarebbe una base adatta per l’analisi dei ricavi e degli oneri del servizio universale, la Germania replica che il calcolo dei costi è stato controllato e approvato sia dai revisori fiscali sia dall’autorità di regolamentazione del settore postale. Esso, inoltre, è conforme alle disposizioni della direttiva 97/67/CE.

    (254)

    Per riguarda gli accordi sul prezzo di trasferimento tra Deutsche Post e DPEED, la Germania sottolinea che detti accordi soddisfano le condizioni poste dalla decisione sull’intesa del 2001. Deutsche Post invia regolarmente alla Commissione una relazione sul loro rispetto. Ad oggi la Commissione non ha sollevato eccezioni.

    (255)

    La Germania si oppone inoltre all’inclusione nel calcolo della sovracompensazione dei beni trasferiti dalla Germania a Deutsche Post nel 1995 (ad esempio, in forma di immobili e infrastrutture). La Germania ha già trasmesso informazioni al riguardo nelle sue osservazioni alla decisione di avvio del procedimento del 1999. A parere della Germania, i trasferimenti di beni non possono essere oggetto dell’attuale esame dal momento che la Commissione non ha sollevato alcuna eccezione contro tale misura nella decisione negativa del 2002 e non l’ha neppure citata nella sua decisione di avvio del procedimento del 2007.

    VI.4.3.   Livello delle retribuzioni

    (256)

    La Germania concorda che le retribuzioni di mercato debbano essere utilizzate come parametro per il calcolo dei contributi sociali pagati dai concorrenti di Deutsche Post. Un simile parametro contrasta però con la decisione di estensione del 2011, dal momento che la Commissione ricorre alle retribuzioni lorde rettificate dei funzionari e non alle retribuzioni di mercato per calcolare i contributi sociali versati dai concorrenti di Deutsche Post. Stando alla perizia del prof. Weber, la retribuzione di mercato corrisponde circa al […] % dello stipendio lordo dei funzionari. Non è pertanto corretto utilizzare le retribuzioni lorde dei funzionari come parametro per il calcolo dei contributi sociali.

    (257)

    A detta della Germania, è priva di fondamento l’ipotesi di BIEK, secondo cui Deutsche Post avrebbe utilizzato le retribuzioni concordate nel settore dell’industria dei trasporti come parametro per il calcolo delle retribuzioni da essa riconosciute rispetto a quelle dei concorrenti. Dalla perizia del prof. Weber emergere che Deutsche Post ha calcolato le retribuzioni di mercato sulla base delle retribuzioni effettivamente versate dai suoi concorrenti.

    VII.   VALUTAZIONE DELLA SOVVENZIONE DEL SISTEMA PENSIONISTICO

    VII.1.   Sussistenza di un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE

    (258)

    A norma dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, «[…] sono incompatibili con il mercato interno, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza». Per poter valutare se una misura costituisce un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, la Commissione deve verificare se sono soddisfatti i seguenti criteri: la misura è imputabile allo Stato e sono state impiegate risorse statali; viene accordato un vantaggio a talune imprese o talune produzioni che falsi la concorrenza; la misura falsa gli scambi tra gli Stati membri.

    (259)

    La sovvenzione del sistema pensionistico si fonda sull’articolo 16 del PostPersG 1994 e viene finanziata con risorse del bilancio dello Stato, quindi imputabili allo Stato, e concesse mediante risorse statali ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE. Inoltre la misura è selettiva, poiché è stata accordata solo in relazione al fondo pensione per sgravare Deutsche Post dei costi per le pensioni dei funzionari e, quindi, in definitiva avvantaggia Deutsche Post.

    VII.1.1.   Vantaggio finanziario in base alla riforma delle pensioni del 1995

    (260)

    Richiamandosi alla sentenza Combus, la Germania sostiene che la sovvenzione del sistema pensionistico non ha conferito alcun vantaggio finanziario, in quanto la sovvenzione ha sgravato Deutsche Post di costi sociali non di mercato.

    (261)

    Al fine di accertare se la sovvenzione del sistema pensionistico abbia comportato un vantaggio finanziario selettivo, occorre accertare se Deutsche Post sia stata sgravata di determinati costi che, di norma, un’impresa avrebbe dovuto sostenere, impedendo così alle forze presenti sul mercato di produrre i loro normali effetti (67).

    (262)

    La Commissione non può accettare le argomentazioni svolte dalla Germania sulla base della sentenza Combus: essa osserva che detta sentenza non è stata confermata dalla Corte. Diverse decisioni della Corte contraddicono la teoria secondo cui le misure volte a compensare uno svantaggio strutturale non devono essere considerate aiuti. Secondo una giurisprudenza costante della Corte in materia, la sussistenza di un aiuto deve essere valutata in base agli effetti e non alla causa o allo scopo della misura statale (68). Secondo la giurisprudenza della Corte, la nozione di aiuti comprende anche i vantaggi accordati dallo Stato che, in varie forme, alleviano gli oneri normalmente gravanti sul bilancio di un’impresa (69). La Corte ritiene inoltre che i costi legati alla retribuzione dei dipendenti gravano, per loro natura, sul bilancio delle imprese, indipendentemente dal fatto che detti costi derivino o meno da obblighi di legge, da accordi o contratti collettivi (70). A tal proposito, la Corte ha sentenziato che il fatto che gli aiuti di Stato vadano a compensare costi aggiuntivi, non è sufficiente per escludere a priori la sussistenza di un aiuto (71).

    (263)

    La Commissione ritiene che i pagamenti che un’impresa è tenuta ad assumersi in forza della legislazione sul lavoro o dei contratti collettivi conclusi con i sindacati, ad esempio i costi per le pensioni, rientrino nei normali costi dell’attività imprenditoriale, che l’impresa deve sostenere con le proprie risorse (72). Questi costi sono da considerarsi parte costitutiva dell’attività economica dell’impresa (73). A tal fine, è irrilevante se l’impresa sostenga gli oneri pensionistici mediante finanziamento diretto delle pensioni dei suoi vecchi dipendenti (come nel caso dei funzionari impiegati presso Deutsche Post) o, invece, tramite versamento di un contributo per l’assicurazione pensionistica dei dipendenti privati che, a sua volta, impiega i contributi riscossi per finanziare le pensioni di tutti i dipendenti privati. Determinante è piuttosto se l’impresa, in un modo o nell’altro, si accolli integralmente gli oneri pensionistici.

    (264)

    La Commissione osserva inoltre che Deutsche Bundespost, dalla sua costituzione nel 1950, ha la forma giuridica di un patrimonio separato. Un patrimonio separato non ha personalità giuridica distinta, ma dispone di una propria gestione finanziaria e di bilancio [articolo 3 del PostVwG 1953 e articolo 48 del HGrG (74)]. In base alle disposizioni amministrative vigenti per gli enti pubblici, il loro bilancio preventivo deve contenere i costi del personale, tra i quali rientrano anche i costi per le pensioni per i funzionari degli enti pubblici in stato di quiescenza (articolo 10 del HGrG). Ne consegue che dal 1950 Deutsche Post deve finanziare questi costi con ricavi propri. L’articolo 15 del PostVwG 1953 vieta espressamente la concessione di sovvenzioni a favore di Deutsche Post mediante risorse provenienti dalle casse dello Stato. Questa norma è stata ripresa nell’articolo 37, paragrafo 1, del PostVerfG 1989.

    (265)

    Il PostVerfG 1989 ribadisce questo obbligo nella sezione dedicata al personale e all’assistenza sociale. Ai sensi dell’articolo 54, paragrafo 2, del PostVerfG 1989, Deutsche Post era tenuta a finanziare con mezzi propri tutti i costi, compresi quelli per le pensioni dei suoi funzionari.

    (266)

    A seguito della seconda riforma del settore postale del 1995, l’obbligo di sostenere pagamenti e costi per i diritti patrimoniali dei funzionari ha continuato a incombere su Deutsche Post in base all’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994; tuttavia, Deutsche Post è stata in parte sgravata dai costi del pagamento delle pensioni dei funzionari. A norma dell’articolo 16, paragrafo 1, del PostPersRG 1994, per il periodo 1995-1999, Deutsche Post ha versato al fondo pensione un importo annuo forfettario di 2,045 miliardi di EUR. In base all’articolo 16, paragrafo 2, del PostPersRG 1994, a partire dal 2000 gli importi forfettari annuali sono stati sostituiti da un importo che corrisponde al 33 % della massa salariale dei funzionari. L’articolo 16, paragrafo 2, del Post PersRG 1994 stabilisce poi che dal 1995 lo Stato federale si assume gli oneri pensionistici residui. Il grafico 1 mostra i pagamenti annuali dello Stato federale per i singoli anni dal 1995, a partire dai 151 milioni di EUR del 1995.

    (267)

    Ne consegue che le argomentazioni addotte dalla Germania, secondo cui DPAG avrebbe dovuto farsi carico di costi pensionistici più alti rispetto ai suoi concorrenti privati, sono irrilevanti per valutare se la sovvenzione del sistema pensionistico costituisca aiuto di Stato. Tali argomentazioni vanno tuttavia considerate nel valutare la compatibilità dell’aiuto.

    (268)

    In particolare la Germania ha sostenuto che per determinare se Deutsche Post abbia conseguito un vantaggio dalla sovvenzione del sistema pensionistico, il contributo versato da Deutsche Post al fondo pensione deve essere confrontato con la quota dei contributi previdenziali a carico di un datore di lavoro privato, detratta la quota a carico del lavoratore. Questa argomentazione riguarda la compatibilità della misura con il mercato interno, ma per completezza la Commissione osserva in questa sede che spetta al datore di lavoro versare all’assicurazione sociale la quota a carico del lavoratore compresa nella retribuzione complessiva, trattenendola dalla retribuzione lorda. Inoltre, aspetto ancora più importante, quando uno Stato esonera i lavoratori di una determinata impresa da un onere che altrimenti detta impresa sarebbe chiamata a sostenere, ne deriva un vantaggio per il relativo datore di lavoro, dal momento che una misura simile va a ridurre la forbice tra retribuzione lorda e retribuzione netta. Così per il datore di lavoro diventa possibile impiegare o mantenere dipendenti con retribuzioni lorde più basse. I vantaggi relativi alla quota di contributi sociali a carico del lavoratore comportano così anche un vantaggio per il datore di lavoro.

    (269)

    Inoltre, secondo la Germania, Deutsche Post ha beneficiato di un vantaggio finanziario dalla compensazione dei costi sociali non di mercato, solo nei casi in cui le compensazioni accordate a Deutsche Post erano superiori ai costi sociali complessivi non di mercato di cui Deutsche Post si è dovuta far carico per i suoi funzionari nel settore regolamento e non regolamentato. La Commissione ricorda che la natura compensatoria di una misura non esclude a priori che questa costituisca un aiuto di Stato e rimanda al punto 260.

    (270)

    La Germania ribadisce che il soggetto effettivamente tenuto al finanziamento delle pensioni dei funzionari continuava ad essere lo Stato federale. Poiché la riforma delle pensioni del 1995 non ha inciso in alcun modo sulla responsabilità dello Stato federale nei confronti dei funzionari, la sovvenzione del sistema pensionistico non ha conferito alcun vantaggio finanziario a Deutsche Post.

    (271)

    Non viene contestato che prima e dopo il 1995 lo Stato federale fosse in definitiva il garante del finanziamento delle pensioni dei funzionari, anche se, come intende osservare la Commissione, dall’articolo 3 del PostVwG 1953 e dall’articolo 2 del PostVerfG 1989 si evince chiaramente che solo il patrimonio separato, e non lo Stato, risponde per i debiti del patrimonio separato. Tuttavia, conformemente alla legislazione applicabile al settore postale nonché a norma delle disposizioni generali vigenti, fino al 1995 le prestazioni pensionistiche figuravano nel bilancio del patrimonio separato di Deutsche Bundespost. Detti pagamenti dovevano essere integralmente coperti con i ricavi realizzati dal patrimonio separato. Ai fini della valutazione non è decisivo determinare chi in fin dei conti si renda garante del finanziamento delle pensioni dei funzionari. Per contro è fondamentale sapere chi, in base alla normativa vigente, fosse di norma tenuto a finanziarle. In base al VwG 1953, al HGrG e al PostVerfG 1989, detto obbligo grava chiaramente e integralmente su Deutsche Post.

    (272)

    Per ogni impresa, inoltre, gli oneri pensionistici rappresentano normali costi di gestione, a prescindere che si tratti di un’impresa pubblica o privata, dotata o priva di personalità giuridica. I meccanismi di finanziamento delle pensioni variano enormemente da uno Stato membro all’altro nonché all’interno di uno stesso Stato membro. Spesso trovano applicazione sistemi diversi a seconda del momento in cui è avvenuta l’assunzione. Ne consegue che Deutsche Post è chiamata a farsi carico degli oneri pensionistici per i suoi dipendenti, ivi compresi i funzionari, come qualsiasi altra impresa. Il fatto che le modalità di finanziamento delle pensioni dei funzionari differiscano da quelle attuate per i dipendenti privati non influisce sull’obbligo di Deutsche Post di includere il finanziamento degli oneri pensionistici tra i costi di gestione ordinari. Accettare le considerazioni della Germania significherebbe ammettere che lo Stato possa sgravare le imprese pubbliche da un importante fattore di costo collegato alla loro gestione ordinaria.

    (273)

    Da ultimo, affermando che Deutsche Post non ha mai disposto di risorse proprie sufficienti a finanziare le pensioni dei suoi funzionari, la Germania perde di vista il fatto che la valutazione dell’esistenza di un vantaggio finanziario non dipende dalla capacità economica di un’impresa.

    (274)

    Poiché la riforma delle pensioni del 1995 ha in parte esonerato Deutsche Post dall’obbligo di finanziare le pensioni dei funzionari, la sovvenzione del sistema pensionistico ha comportato per Deutsche Post un vantaggio finanziario.

    VII.1.2.   Distorsione della concorrenza ed effetti sugli scambi

    (275)

    Un aiuto accordato da uno Stato membro incide sugli scambi all’interno dell’Unione se rafforza la posizione di un’impresa nei confronti di altre imprese concorrenti negli scambi intraunionale. Secondo una giurisprudenza costante (75), affinché una misura falsi la concorrenza e incida sugli scambi tra gli Stati membri è sufficiente che il destinatario dell’aiuto sia in concorrenza con altre imprese su mercati aperti alla concorrenza.

    (276)

    In Germania i mercati nel settore del recapito di pacchi, giornali e riviste sono sempre stati liberalizzati. Su tali mercati POSTDIENST ha operato sempre in concorrenza con altre imprese, provenienti anche da altri Stati membri (come, ad esempio, UPS, FedEx, TNT Express, GLS o DPD). Tra il 1998 e il 2007 DPAG ha gradualmente perso la sua licenza in esclusiva per il servizio di recapito della corrispondenza. Con l’apertura del mercato alla concorrenza, nuove imprese vi hanno fatto il loro ingresso. L’aiuto incide pertanto sugli scambi tra gli Stati membri e può falsare la concorrenza.

    (277)

    Al riguardo la Commissione osserva inoltre che Deutsche Post e la sua holding DPWN hanno iniziato nel 1997 ad offrire servizi di consegna pacchi sui mercati europei e internazionali: nel 1999 DPWN era già leader sui mercati europei dei servizi recapito pacchi e servizi espresso con ricavi annui di circa 4,6 miliardi di EUR. Con l’acquisizione di DHL nel 1998, DPWN ha esteso il proprio settore di attività all’Asia e all’America settentrionale. Grazie ad altre acquisizioni di società di logistica (ad esempio Danzas, Nedlloyd, ASG, Air Express International) DPWN è diventata uno dei principali operatori nel settore dei servizi aerei e navali di trasporto merci, nonché di servizi di logistica globale. Nel frattempo, DPWN è rappresentata anche sui mercati postali al di fuori della Germania (ad esempio, con l’acquisizione di Unipost in Spagna e di Williams Lee nel Regno Unito). Tra il 1998 e il 2007 DPWN ha effettuato acquisizioni di società per un valore di circa 21 miliardi di EUR (76).

    (278)

    La Commissione è giunta pertanto alla conclusione che la sovvenzione del sistema pensionistico costituisce un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.

    VII.2.   Valutazione degli aiuti esistenti ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 1, TFUE

    (279)

    Secondo la Germania, se mai la sovvenzione del sistema pensionistico costituisse un aiuto di Stato, essa dovrebbe essere considerata un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 1, lettera b), punto i, del regolamento (CE) n. 659/1999. La Germania afferma che lo Stato, a partire dall’entrata in vigore della disposizione in materia nella Costituzione tedesca, nel 1953, è il debitore ultimo nonché il soggetto responsabile del finanziamento delle pensioni dei funzionari. La Germania sostiene che la creazione di un fondo pensione non ha affatto inciso su questo obbligo.

    (280)

    Ai sensi dell’articolo 1, lettera b), punto i, del regolamento (CE) n. 659/1999, la nozione di aiuti esistenti comprende tutte le misure di aiuto esistenti in uno Stato membro prima dell’entrata in vigore del trattato, ossia tutti i regimi di aiuti e gli aiuti individuali ai quali è stata data esecuzione prima dell’entrata in vigore del trattato e che sono ancora applicabili dopo tale entrata in vigore.

    (281)

    Fino al 1995, conformemente alla normativa applicabile al settore postale e alle disposizioni generali di legge, le prestazioni pensionistiche rientravano nel bilancio del patrimonio separato di Deutsche Bundespost e dovevano essere integralmente coperte con i ricavi conseguiti con il patrimonio separato (una valutazione dettagliata di tali disposizioni è contenuta ai punti 262 e 263). Prima della seconda riforma del sistema postale del 1995, Deutsche Post era quindi tenuta a finanziare con risorse proprie le spese pensionistiche per i suoi funzionari e non riceveva alcun aiuto volto a sgravarla da tali oneri.

    (282)

    La costituzione di DPAG e la creazione di un fondo pensione nel 1995 hanno portato a una ristrutturazione completa del regime di finanziamento delle pensioni dei funzionari. A seguito della seconda riforma del settore postale del 1995, Deutsche Post si è fatta carico degli obblighi essenziali di pagamento e di sostegno dei costi per i diritti patrimoniali dei funzionari in base all’articolo 2, paragrafo 3, del PostPersRG 1994, ma è stata in parte liberata dagli oneri pensionistici dovuti per i funzionari. A norma dell’articolo 16, paragrafi 1 e 2, del PostPersRG 1994, Deutsche Post non era più tenuta a finanziare gli oneri pensionistici nella parte eccedente i pagamenti forfettari (periodo 1995-1999) o gli importi fissi stabiliti (dal 2000). Il disavanzo è stato successivamente coperto dalla sovvenzione del sistema pensionistico.

    (283)

    La sovvenzione del sistema pensionistico costituisce pertanto un nuovo aiuto di Stato, introdotto nel 1995.

    (284)

    Per quanto riguarda il richiamo della Germania alla dichiarazione della Commissione nella causa T-266/02, la Commissione osserva innanzitutto che il punto di vista riportato dal Tribunale al punto 54 della sentenza rappresenta il punto di vista della Germania (e non, come sostenuto dalla Germania, quello della Commissione). Anche la Germania concorda nel ritenere che dal punto 54 della sentenza si evince che la sovvenzione del sistema pensionistico non è stata oggetto di valutazione nella decisione negativa del 2002. Il punto 61 della sentenza riporta il punto di vista della Commissione:

    «In primo luogo, la Commissione replica che, in quanto ha ritenuto, nel contesto della decisione impugnata, che fossero pertinenti solo i trasferimenti operati dalla DB-Telekom […]».

    (285)

    Di conseguenza, la sentenza non conferma il parere della Germania, secondo cui la dichiarazione dell’agente della Commissione avrebbero implicitamente autorizzato la sovvenzione del sistema pensionistico. In ogni caso è evidente che una tale dichiarazione non può produrre un simile effetto.

    (286)

    Nella causa T-421/07 (77) il Tribunale ha inoltre accertato che la decisione di avvio del procedimento del 1999 riguardava anche la sovvenzione del sistema pensionistico e che il procedimento relativo a tale misura non si è concluso con la decisione negativa del 2002.

    (287)

    Poiché la Commissione non ha mai emesso una decisione che valuti se la sovvenzione del sistema pensionistico costituisca o meno un aiuto di Stato compatibile con il mercato interno, essa giunge alla conclusione che la sovvenzione del sistema pensionistico costituisce una nuova misura d’aiuto.

    VII.3.   Valutazione della compatibilità con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE

    (288)

    Le deroghe di cui all’articolo 107, paragrafo 2, e paragrafo 3, lettere a) e b), TFUE, sono manifestamente inapplicabili.

    (289)

    Nella decisione di estensione del 2007 la Commissione ha fatto riferimento alla possibilità che la sovvenzione del sistema pensionistico, in quanto compensazione per gli obblighi di servizio pubblico, potesse essere almeno in parte compatibile con il mercato interno, ai sensi dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE. Nella sua risposta alla decisione di estensione del 2007, la Germania ha ribadito che la sovvenzione del sistema pensionistico, qualora avesse costituito un aiuto pubblico, doveva essere valutata sulla base dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE e non dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE. Nella decisione di estensione del 2011 la Commissione ha descritto inoltre un metodo atto a valutare la compatibilità della sovvenzione del sistema pensionistico a norma dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE e la Germania ha preso posizione al riguardo.

    (290)

    Stando alla giurisprudenza della Corte (78), spetta allo Stato membro indicare i possibili motivi che giustificano la compatibilità con il mercato interno e dimostrare che sussistono le condizioni per una tale compatibilità. Da tale sentenza consegue innanzitutto che, nel caso di specie, la Commissione non è tenuta a verificare la compatibilità della sovvenzione del sistema pensionistico con il mercato interno sulla base dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE, se lo Stato membro e il destinatario della sovvenzione rifiutano espressamente un possibile esame della compatibilità su detta base.

    (291)

    Pertanto, la Commissione procederà ad esaminare se la sovvenzione del sistema pensionistico costituisca un aiuto di Stato compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE. In virtù dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE, possono considerarsi compatibili con il mercato interno gli aiuti destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune regioni economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse.

    (292)

    In base alla giurisprudenza, la Commissione può dichiarare gli aiuti di Stato compatibili con il mercato interno se essi contribuiscono al conseguimento di un obiettivo di comune interesse (79), sono necessari per il conseguimento di detto obiettivo (80) e non alterano le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse (proporzionalità).

    VII.3.1.   Apertura alla concorrenza del mercato dei servizi postali come obiettivo di interesse comune

    (293)

    I servizi postali contribuiscono alla coesione sociale, economica e territoriale all’interno dell’Unione. L’apertura alla concorrenza dei servizi postali, avviata a livello di UE nel 1998, ha determinato un miglioramento della qualità, un grado più elevato di efficienza e una maggiore attenzione per gli utenti (81). L’apertura del mercato ha reso possibile la creazione di un mercato interno per i servizi postali. Pertanto, essa contribuisce all’obiettivo dell’istituzione del mercato interno sancito all’articolo 3, paragrafo 3, TFUE.

    (294)

    A partire dalla trasformazione in società per azioni avvenuta nel 1995, Deutsche Post non ha più assunto funzionari. Le obbligazioni relative alle prestazioni sociali per i funzionari si riferiscono così al periodo precedente all’apertura del mercato postale alla concorrenza. Esse sono equiparabili ai cosiddetti «costi non recuperabili (stranded cost)», che si basano su obbligazioni assunte prima dell’apertura del mercato e che in un contesto di mercato concorrenziale non possono più essere soddisfatte alle stesse condizioni, dal momento che l’operatore storico non è più nella posizione di poter addebitare i relativi costi a carico dell’utente. Se non fosse stata sgravata almeno in parte di detti «oneri pregressi», Deutsche Post avrebbe dovuto ritirarsi dal mercato.

    (295)

    La Commissione ha riconosciuto che la transizione progressiva da una situazione in cui la concorrenza era alquanto ristretta a una situazione di concorrenza aperta a livello di Unione deve compiersi a condizioni economiche accettabili (82). Per questo motivo, in una serie di decisioni ha autorizzato gli Stati membri a concedere aiuti di Stato per liberare gli operatori storici da parte dei loro oneri pregressi nel settore delle obbligazioni pensionistiche (83).

    VII.3.2.   Necessità e proporzionalità della sovvenzione del sistema pensionistico

    (296)

    Nella sua prassi decisionale la Commissione ha sostenuto che lo sgravio degli oneri pensionistici deve essere limitato al minimo necessario per allineare l’aliquota dei contributi sociali gravante come costo sull’operatore storico a quella applicata ai suoi concorrenti (84).

    (297)

    Nel caso di specie, la Commissione riconosce che Deutsche Post, senza un intervento statale volto a liberarla di parte delle obbligazioni pensionistiche nei confronti dei suoi funzionari, non sarebbe in grado di affermare la propria posizione rispetto ai concorrenti. A causa degli oneri sociali derivanti dal passato, cui i concorrenti non sottostanno, essa si troverebbe esclusa dai settori concorrenziali del mercato dei servizi postali.

    (298)

    Nella decisione relativa a La Poste, la Commissione ha valutato per la prima volta il requisito di necessità e proporzionalità in relazione ad una misura di aiuto accordante uno sgravio dagli oneri pensionistici per funzionari assunti prima dell’apertura del mercato. In questa decisione, la Commissione ha verificato se le sovvenzioni accordate per il sistema pensionistico allineavano il livello dei contributi sociali obbligatori dell’operatore storico a quello delle altre imprese del settore «recapito corrispondenza e pacchi» (85).

    (299)

    Nella presente decisione la Commissione intende adottare il medesimo approccio. Il suo esame sarà effettuato in tre fasi:

    1)

    in primo luogo la Commissione verificherà l’entità dei contributi sociali a carico delle altre imprese del settore «recapito corrispondenza e pacchi»;

    2)

    successivamente determinerà l’entità dei contributi sociali sostenuti da Deutsche Post per i suoi funzionari;

    3)

    infine esaminerà se i contributi così quantificati si equivalgono.

    VII.3.2.1.   Entità dei contributi sociali di altre imprese del settore «recapito corrispondenza e pacchi»

    (300)

    L’entità dei contributi sociali viene determinata da due fattori: l’aliquota contributiva e la base retributiva, cui detta aliquota viene applicata.

    a)   Calcolo dell’aliquota di riferimento

    (301)

    I concorrenti privati devono finanziare con i loro ricavi sia la quota a carico del datore di lavoro, sia la quota a carico del lavoratore. Come si evince dal grafico 2, a partire dal 1995, l’aliquota contributiva complessiva si collocava tra il 38 % e il 42 % della retribuzione lorda di un dipendente privato (retribuzione lorda = retribuzione netta + quota a carico del lavoratore). La quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro e del lavoratore si collocavano rispettivamente tra il 19 % e il 21 % della retribuzione lorda (un elenco dettagliato suddiviso per anni figura in allegato).

    (302)

    Diversamente da quanto accade per la quota di contributi sociali dei dipendenti privati, la quota a carico dei funzionari copre solo una percentuale compresa tra il 30 % e il 50 % delle loro spese sanitarie, ma non copre nessun altro contributo per i costi per le pensioni, l’assistenza medica, l’assistenza in caso di non autosufficienza. Pertanto, il contributo di Deutsche Post è superiore alla quota dei datori di lavoro privati, inglobando tutti gli oneri pensionistici e la parte residua delle spese mediche ed assistenziali.

    (303)

    Nel determinare un tasso di riferimento equivalente per Deutsche Post, occorre quindi tener conto del fatto che il contributo dei funzionari è più ridotto rispetto a quello dei dipendenti privati.

    (304)

    Si può ritenere che, quanto ai suoi effetti economici, il contributo compreso tra il 30 % e il 50 % delle spese sanitarie e assistenziali a carico dei funzionari corrisponda in larga misura al contributo versato dai dipendenti privati all’assicurazione sanitaria e all’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza obbligatorie (che nel 2006, ad esempio, ammontava a circa l’8,50 % della retribuzione lorda dei dipendenti privati).

    (305)

    Dal momento che i funzionari non versano contributi obbligatori per la pensione e per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione, Deutsche Post deve farsi carico di un importo corrispondente, per sostenere così i contributi sociali effettivi in misura pari ai contributi sociali obbligatori che un’impresa privata è tenuta a finanziare con i propri ricavi.

    (306)

    L’aliquota di riferimento per i contributi sociali di Deutsche Post (in appresso: l’ «aliquota di riferimento») deve quindi comprendere, come esposto nella tabella, l’aliquota contributiva complessiva (= quota a carico del datore di lavoro + quota a carico del lavoratore) prevista per le pensioni e l’assicurazione contro il rischio disoccupazione, oltre alla quota a carico del datore di lavoro dell’assicurazione sanitaria e dell’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza.

    Grafico 7

    Calcolo dell’aliquota di riferimento per i contributi sociali di Deutsche Post

    Image

    (307)

    Come si evince dal grafico 8, nel periodo 2003-2010, l’aliquota di riferimento si collocava tra il 30 % e il 34,1 % della retribuzione lorda dei dipendenti privati (86).

    (308)

    La Germania obietta che un parametro posto al di sopra dell’aliquota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro metterebbe Deutsche Post in posizione di svantaggio rispetto ai concorrenti che sono tenuti solo a versare i contributi a carico del datore di lavoro. Come mostra l’esempio semplificato che segue (basato sulle aliquote contributive del 2006), se il tasso di riferimento corrisponde soltanto alla quota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro, ne deriva tuttavia un chiaro vantaggio a favore di Deutsche Post rispetto ai concorrenti privati.

    1)

    Deutsche Post e un concorrente privato riconoscono a un funzionario o a un dipendente privato la stessa retribuzione netta di 79,5 EUR.

    2)

    La quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro e del lavoratore ammonta, rispettivamente, al 20,5 % della retribuzione lorda di un dipendente privato. Sommando la retribuzione netta di 79,5 EUR e la quota a carico del lavoratore di 20,5 EUR si giunge a una retribuzione lorda di 100 EUR. I contributi sociali complessivi ammontano così a 41 EUR (= 41 % della retribuzione lorda di un dipendente privato).

    3)

    La Germania sostiene invece che Deutsche Post dovrebbe farsi carico unicamente della quota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro, che va ad aggiungersi al contributo del funzionario alle spese sanitarie (quantificato in 7,5 EUR, risultando, così, parificato al contributo all’assicurazione sanitaria e all’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza a carico del dipendente privato).

    4)

    La Germania calcola la quota a carico del datore di lavoro sulla base della retribuzione maturata dal funzionario pari a di 87 EUR (somma della retribuzione netta di 79,5 EUR e del contributo del funzionario alle spese sanitarie di 7,5 EUR). I costi sociali sono così la somma di 17,8 EUR (quota a carico del datore di lavoro, pari al 20,5 % della retribuzione maturata del funzionario di 87 EUR) e del contributo del funzionario alle spese sanitarie pari a 7,5 EUR.

    5)

    Sulla base dei calcoli effettuati dalla Germania, i costi sociali del funzionario ammonterebbero solo a 25,3 EUR a fronte dei 41 EUR dei dipendenti privati.

    (309)

    Quand’anche Deutsche Post e il concorrente privato corrispondessero la medesima retribuzione netta, Deutsche Post si troverebbe a dover sostenere costi sociali che rappresentano solo il 62 % dei contributi sociali obbligatori previsti per il dipendente privato, qualora la quota di contributi sociali a carico del lavoratore fosse compresa nel parametro.

    (310)

    In aggiunta, occorre considerare che la quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro (a partire dal 1995 compresa tra il 19 % e il 21 %) si colloca anche nettamente al di sotto dell’aliquota del 33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari, fissata nel Pensionsgesetz del 1995 quale parametro per il contributo di Deutsche Post al fondo pensione. Il legislatore tedesco non intendeva, quindi, far sì che Deutsche Post finanziasse solo la quota a carico del datore di lavoro, ma ha posto a carico di Deutsche Post un contributo agli oneri pensionistici dei funzionari nettamente più alto, oltre all’accollo di tutti i costi sociali residui (ad esempio il contributo alle spese sanitarie dei funzionari).

    (311)

    Pertanto, la Commissione nega che si possa ricorrere all’aliquota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro come aliquota di riferimento, dal momento che per i funzionari, diversamente dai dipendenti privati, non sono previsti contributi pensionistici obbligatori né contributi per l’assicurazione obbligatoria contro il rischio di disoccupazione. In ogni caso, questi contributi devono essere presi in considerazione nel determinare l’aliquota di riferimento per garantire che sia Deutsche Post che i concorrenti privati si facciano carico di contributi diretti e indiretti in egual misura.

    b)   Calcolo della base retributiva

    (312)

    Poiché l’entità dei contributi sociali a carico di Deutsche Post per i propri funzionari deve essere equiparata a quella dei contributi sociali obbligatori a carico dei concorrenti privati, non solo è importante che Deutsche Post sia assoggettata ad una stessa aliquota contributiva, ma anche che detta aliquota sia applicata a una stessa base retributiva. Come mostrato nell’esempio precedente, il calcolo della quota a carico del datore di lavoro del 20,5 % basato sulla retribuzione maturata del funzionario determina un contributo di 17,8 EUR, mentre il concorrente privato deve sostenere un costo pari a 20,5 EUR (20,5 % calcolato sulla base della retribuzione lorda di 100 EUR).

    (313)

    Occorre quindi definire una retribuzione lorda dei funzionari (in appresso: la «retribuzione lorda dei funzionari») che rappresenti una base retributiva corrispondente alla retribuzione lorda dei dipendenti privati. Si ipotizza che il contributo dei funzionari alle spese mediche corrisponda al contributo versato dai dipendenti privati per l’assicurazione sanitaria e l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza. La differenza residua tra la retribuzione lorda e la retribuzione maturata corrisponde pertanto alla quota dei contributi pensionistici e dei contributi dovuti per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione a carico del lavoratore. La formula di seguito indicata permette di convertire la retribuzione maturata in una retribuzione lorda corrispondente alla retribuzione lorda del dipendente privato.

    Tabella 6

    Calcolo della retribuzione lorda dei funzionari (sulla base delle aliquote contributive del 2006)

    Retribuzione lorda dei funzionari =

    Formula

    Formula

    (314)

    Se si considerano ad esempio le aliquote contributive del 2006, la retribuzione lorda dei funzionari è del 15 % più alta rispetto alla retribuzione maturata. Questa percentuale individua quindi il margine di errore cui si perviene se si calcolano i contributi sociali di Deutsche Post rispetto ai contributi obbligatori a carico del concorrente privato sulla base della retribuzione maturata invece che sulla base della retribuzione lorda. Ciò appare evidente alla luce dell’esempio riportato al punto 308, dal momento che la quota a carico del datore di lavoro di 20,5 EUR, calcolata correttamente sulla base della retribuzione lorda, supera del 15 % una quota del datore di lavoro pari a 17,8 EUR, che risulta utilizzando erroneamente quale base di calcolo la retribuzione maturata.

    (315)

    La Commissione sostiene inoltre che l’aliquota di riferimento per i contributi sociali di Deutsche Post deve essere calcolata sulla base dei contributi sociali e sui contributi per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione a carico del datore di lavoro e del lavoratore nonché sul contributo per l’assicurazione sanitaria e per l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza a carico del datore di lavoro. L’aliquota di riferimento deve essere applicata alla retribuzione lorda dei funzionari (come stabilito alla tabella 6).

    VII.3.2.2.   Contributi sociali a carico di Deutsche Post per i suoi funzionari

    (316)

    Ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, del PostPersRG 1994, nel periodo 1995-1999 Deutsche Post ha dovuto versare al fondo pensione un contributo annuale di 2,045 miliardi di EUR, vale a dire, complessivamente 10,225 miliardi di EUR. A norma dell’articolo 16, paragrafo 2, del PostPersRG 1994, dal 2000 Deutsche Post versa un’aliquota del 33 %, applicata alla retribuzione maturata dai funzionari.

    (317)

    Tuttavia, l’esame della necessità e proporzionalità dell’aiuto di Stato deve tener conto anche del fatto che Deutsche Post, dal punto di vista economico, non è tenuta a sostenere integralmente il contributo di 2,045 miliardi dovuto al fondo pensione, che corrisponde al 33 % delle retribuzioni maturate. A tal proposito, la Commissione ritiene che occorra distinguere tra il periodo compreso tra il 1995 e il 2002 e il periodo che va dal 2003 ad oggi.

    a)   Il contributo di Deutsche Post nel periodo 1995-2002

    (318)

    La Germania sostiene che Deutsche Post, in particolare per quanto concerne i pagamenti forfettari annuali effettuati nel periodo 1995-1999 a favore del fondo pensione per un importo complessivo di 2,045 miliardi di EUR, ha versato contributi sociali che superavano i contributi sociali obbligatori dovuti dai concorrenti privati. Pertanto, fino al 1999, ma anche durante tutto il periodo di verifica, Deutsche Post ha versato contributi in misura pari, se non superiore rispetto alle imprese private. Non si può dunque sostenere, grazie alla sovvenzione del sistema pensionistico, che Deutsche Post si sia trovata in una posizione più vantaggiosa rispetto ai suoi concorrenti. La Commissione deve respingere questa argomentazione, dal momento che non tiene conto delle norme regolamentari in materia emanate dalle autorità tedesche in relazione alla copertura dei costi dei servizi non soggetti a regolamentazione dei prezzi.

    (319)

    Nella presente decisione la Commissione constata che sui mercati non regolamentati Deutsche Post si è trovata in una posizione più vantaggiosa rispetto ai suoi concorrenti, poiché una parte dei costi sociali inerenti ai funzionari attivi in quei servizi non è stata sostenuta dai servizi stessi. Detta parte dei costi sociali è stata invece imputata ai servizi a tariffa regolamentata i cui ricavi sono stati mantenuti a un livello sufficientemente elevato in modo da assicurare che, oltre ai costi di questo settore, essi potessero finanziare anche altri costi.

    (320)

    Di fatto, la contabilità interna di Deutsche Post mostra che a partire dal 1995 Deutsche Post ha limitato la quota dei contributi sociali per i servizi non regolamentati all’aliquota contributiva REK. Il REK 2002 e i REK successivi confermano questa prassi. Il vantaggio economico per i servizi non regolamentati esisteva sia prima che dopo il 1999, dato che detti servizi sono stati chiaramente esentati da costi loro imputabili.

    (321)

    L’argomentazione della Germania secondo cui Deutsche Post avrebbe subíto uno svantaggio comparativo sui mercati a tariffa regolamentata in quanto avrebbe dovuto finanziare costi sociali superiori a causa dei pagamenti forfettari effettuati tra il 1995 e il 1999 non corrisponde al vero. In primo luogo Deutsche Post ha continuato a beneficiare per la maggior parte dei suoi servizi regolamentati di una licenza in esclusiva. In secondo luogo, aspetto questo ancora più importante, le tariffe per i servizi oggetto di licenza in esclusiva erano sufficientemente alte e hanno consentito di addebitare i costi sociali su un’utenza costretta a ricorrere ai servizi offerti.

    (322)

    Per il periodo fino al 1995, la regolamentazione delle tariffe si basava sulla Postdienstverordnung (87) del 24 giugno 1991, in base alla quale le tariffe per il monopolio dovevano essere equilibrate. Nella prassi amministrativa, ciò includeva anche gli oneri legati alle pensioni. Nel periodo 1995-1997 la regolamentazione delle tariffe si basava sul Gesetz über die Regulierung der Telekommunikation und des Postwesens (legge sulla regolamentazione del settore delle telecomunicazioni e del settore postale) del 14 settembre 1994 (BGBl. I pag. 2325, in particolare, pag. 2371). Ai sensi dell’articolo 4, in combinato disposto con gli articoli 2 e 7, di detta legge, i ricavi derivanti dal settore a tariffa regolamentata potevano essere impiegati per coprire non solo i costi relativi ai servizi soggetti a regolamentazione delle tariffe, compresi i contributi al fondo pensione, ma anche i costi di servizi non regolarizzati.

    (323)

    Come emerge dai bilanci di esercizio di Deutsche Post, con la riforma delle pensioni del 1995 le tariffe regolamentate sono rimaste sullo stesso livello vigente in precedenza, quando Deutsche Post doveva farsi carico di tutti gli oneri pensionistici. Mentre gli oneri pensionistici sono stati successivamente limitati (per il periodo 1995-1999) all’importo forfettario o fissati (dal 2000) al 33 % della massa salariale dei funzionari, di anno in anno sempre più ridotta, le tariffe regolamentate non sono state proporzionalmente ridotte così da coprire soltanto i contributi sociali corrispondenti ai contributi sociali obbligatori versati dai concorrenti. Poiché i contributi al fondo pensione fissati fino al 1999 (2,045 miliardi di EUR l’anno) sono rimasti su un livello analogo a quello degli oneri pensionistici del 1994, dal punto di vista economico nulla è cambiato per Deutsche Post quanto alla copertura degli oneri pensionistici inerenti ai servizi regolamentati. Sia l’entità dei ricavi di Deutsche Post, sia il contributo al fondo pensione sono rimasti stabili.

    (324)

    Nel PostG 1997 si afferma chiaramente che le tariffe regolamentate dovevano coprire non soltanto i costi «efficienti» di svolgimento del servizio, ma anche oneri, quali i costi sociali dei funzionari. Nel PostG 1997 viene pertanto espressamente riconosciuto che i ricavi derivanti dal settore soggetto a regolamentazione delle tariffe dovevano essere stabiliti in modo tale da garantire anche la copertura di tutti i pagamenti forfettari. Poiché il legislatore tedesco sembrava riconoscere che la misura allora prevista delle tariffe regolamentate soddisfacesse i criteri del PostG 1997, egli ha deciso di mantenere i prezzi del 1997 fino al 1999. Di conseguenza, il 27 marzo 2000, l’allora ministro dell’Economia e della tecnologia ha deciso che le tariffe autorizzate il 1o settembre 1997 dovevano restare in vigore fino al 31 dicembre 2002.

    (325)

    Così, le tariffe regolamentate sono state mantenute sul livello tradizionalmente alto e non sono state ridotte a un livello che avrebbe comportato uno svantaggio comparato per Deutsche Post.

    (326)

    A partire dal 2000 Deutsche Post è venuta a trovarsi in una situazione ancor più vantaggiosa rispetto ai suoi concorrenti, dal momento che i contributi al fondo pensione erano stati fissati al 33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari. In termini assoluti, questo importo corrisponde a una contrazione dei costi da 2,045 miliardi di EUR a 735 milioni di EUR (e a un importo ancora minore negli anni successivi, data la contrazione del numero di funzionari, tendenza controbilanciata solo in parte dall’aumento delle retribuzioni). Dal momento che le tariffe regolamentate sono state mantenute a un livello storicamente alto, dal 2000 Deutsche Post ha potuto conseguire utili importanti con i servizi a tariffa regolamentata.

    (327)

    Nel verificare la redditività di Deutsche Post nel settore dei servizi a tariffa regolamentata in tutto il periodo 1995-2002, la perizia WIK giunge alla conclusione che fino al 1999, ad esempio, Deutsche Post non ha registrato perdite in relazione ai servizi regolamentati malgrado i pagamenti forfettari al fondo pensione. Per il periodo successivo al 2000 la perizia WIK indica persino risultati chiaramente positivi.

    (328)

    Ne consegue che la Commissione deve respingere le affermazioni della Germania secondo cui, per quanto riguarda la copertura dei contributi sociali per i servizi a tariffa regolamentata, Deutsche Post sarebbe stata svantaggiata rispetto ai concorrenti e la sovvenzione del sistema pensionistico sarebbe stata necessaria e proporzionata nel periodo antecedente al 2002.

    (329)

    Ciononostante, la Commissione deve ammettere di non disporre di elementi di prova sufficienti atti a determinare l’esatta entità dei contributi sociali versati da Deutsche Post negli anni 1995-2002. A suo avviso, una simile quantificazione non può correttamente fondarsi sulla constatazione a posteriori che una determinata parte dei costi sociali relativi ai servizi non regolamentati è stata trasferita e finanziata mediante i ricavi del settore a tariffa regolamentata e che Deutsche Post, nel quadro della normativa sui fondi pensioni, non è stata nell’insieme svantaggiata dal momento che, di fatto, i ricavi derivanti dal settore regolamentato erano fissati a un livello tale da coprire i suoi contributi al fondo pensione, compresi gli oneri trasferiti. Analogamente, non è possibile individuare un metodo in base al quale lo Stato membro possa calcolare l’entità dei contributi per questo periodo. Dopo aver esaminato il quadro giuridico per le tariffe regolamentate valide nel periodo 1995-2002, la Commissione ha dichiarato che dalle norme di legge non è possibile evincere con certezza come le autorità competenti abbiano preventivamente deciso la composizione delle tariffe regolamentate. In questo caso, in particolare, non è possibile provare senza ombra di dubbio che le autorità competenti, al momento di definire le tariffe regolamentate in modo tale da coprire di fatto e in definitiva i costi trasferiti, abbiano destinato una quota determinata delle tariffe regolamentate a copertura dell’importo degli oneri addotti determinati dai servizi a tariffa non regolamentata.

    (330)

    Diversamente da quanto accaduto per le decisioni sugli indici di prezzo del 2002, 2007 e 2011, nelle quali detti oneri erano stati espressamente confermati e autorizzati dall’autorità di regolamentazione del settore postale, è possibile che la copertura di fatto accordata in precedenza sia il frutto di considerazioni delle autorità competenti relative allo sviluppo di altre componenti dei costi o di altre variabili d’impresa. Pertanto, in questo caso, tale precedente copertura di fatto non è sufficiente per stabilire con certezza e precisione in che misura le autorità competenti abbiano incrementato la tariffa regolamentata per coprire gli oneri relativi ai servizi a tariffa non regolamentata.

    (331)

    Per il periodo successivo al 1o gennaio 2003 le decisioni sugli indici di prezzo del 2002, 2007 e 2011 permettono invece di ricostruire con chiarezza come l’autorità di regolamentazione del settore postale abbia stabilito la composizione delle tariffe regolamentate, chiaramente fissate a un livello più alto per coprire i costi dei servizi non regolamentati con i ricavi provenienti dal settore dei servizi regolamentati.

    b)   Il contributo di Deutsche Post dal 2003

    (332)

    Conformemente al PostG 1997, Deutsche Post può esigere che, nel determinare il livello lecito dei ricavi derivanti dalla licenza in esclusiva e dai servizi a tariffa regolamentata, l’autorità di regolamentazione includa nei costi da addebitare all’utenza anche gli «oneri sociali non di mercato» oltre ai costi per la fornitura efficiente del servizio universale. Questo metodo è stato impiegato dall’autorità di regolamentazione del settore postale per la prima volta con la decisione sugli indici di prezzo del 2002. Anche nelle decisioni sugli indici di prezzo del 2007 e del 2011 l’autorità di regolamentazione ha autorizzato gli oneri collegati a un contributo sociale non di mercato. Il fatto che solo una parte dei servizi a tariffa regolamentata soggiaccia a un controllo preventivo dei prezzi non incide in alcun modo sulla valutazione della Commissione. Deutsche Post era autorizzata a recuperare l’onere nella sua interezza grazie alla sua posizione dominante sul mercato. In tal senso, non fa alcuna differenza se l’autorità di regolamentazione eserciti il suo controllo ex ante o ex post.

    (333)

    L’autorità di regolamentazione del settore postale ha sempre autorizzato la richiesta di Deutsche Post di rifinanziare l’onere # 2 (i costi sociali superiori sostenuti rispetto all’aliquota contributiva REK) mediante ricavi derivanti dal settore a tariffa regolamentata. Per determinare i costi sociali non di mercato (onere # 2) per l’esercizio 2001, l’autorità ha confrontato i contributi sociali a carico di Deutsche Post per i suoi funzionari, compresi tra il [40 % e il 45 %] delle retribuzioni maturate (88), con il parametro REK; tale parametro è composto dalla quota a carico del datore di lavoro per i contributi sociali, l’assicurazione infortuni e l’assicurazione pensionistica complementare, che insieme si attestano tra il [20 % e il 25 %] delle retribuzioni maturate.

    (334)

    La differenza tra le aliquote rimanenti, compresa tra il [15 % e il 20 %] della retribuzione maturata dai funzionari, è stata inserita nell’onere # 2 e coperta con i ricavi derivanti dal settore a tariffa regolamentata (cfr. tabella 2).

    (335)

    Dal punto di vista economico, l’aliquota dei contributi sociali a carico di Deutsche Post non equivale al 33 % delle retribuzioni maturate, ma solo a una percentuale compresa tra il [20 % e il 25 %]. A partire dal 2003 la parte rimanente grava su consumatori indipendenti tenuti a pagare tariffe che coprano i costi sociali di Deutsche Post per i servizi per i quali Deutsche Post, fino al 2007, aveva una licenza in esclusiva, o per i servizi universali in relazione ai quali Deutsche Post detiene una posizione dominante.

    (336)

    Al fine di confrontare l’aliquota contributiva gravante sulle retribuzioni maturate con l’entità dei contributi sociali versati da un concorrente, la retribuzione maturata deve essere convertita nella retribuzione lorda dei funzionari.

    (337)

    La retribuzione maturata corrisponde a un tasso compreso tra l’[85 % e il 90 %] della retribuzione lorda dei funzionari (89). Su tale base la percentuale il [20 % e il 25 %] della retribuzione maturata corrisponde a una percentuale compresa tra il [17,5 % e il 22,5 %] della retribuzione lorda.

    (338)

    A seguito della limitazione al 33 % del contributo dovuto da Deutsche Post al fondo pensione e dell’autorizzazione dell’onere # 2 da parte dell’autorità di regolamentazione del settore postale, Deutsche Post versa così contributi sociali compresi tra il [17,5 % e il 22,5 %] della retribuzione lorda dei funzionari.

    VII.3.2.3.   Confronto

    a)   Il periodo 1995-2002

    (339)

    Nel periodo 1995-2002 i ricavi dalle tariffe applicate da Deutsche Post nel settore riservato hanno notevolmente ridotto l’effettivo peso economico del suo contributo a copertura dei costi sociali. In assenza di una voce espressamente indicata nelle tariffe, la Commissione può tuttavia solo accertare che l’entità del contributo di Deutsche Post era al di sotto del parametro. La Commissione però non è in grado di calcolare l’esatta differenza tra questi due livelli e nemmeno di elaborare un metodo che permetta allo Stato membro di agire in tal senso.

    b)   Il periodo a partire dal 2003

    (340)

    Per quanto riguarda il confronto tra l’aliquota contributiva REK e l’aliquota di riferimento, occorre osservare che l’aliquota contributiva REK si riferisce alle retribuzioni maturate dai funzionari, le quali costituiscono una base retributiva troppo bassa rispetto alla retribuzione lorda dei dipendenti privati. Pertanto, l’aliquota contributiva REK deve essere ricalcolata quale percentuale delle retribuzioni lorde dei funzionari.

    (341)

    Dal confronto effettuato per l’anno 2006 emerge che i servizi a tariffa non regolamentata hanno determinato contributi sociali reali compresi tra il [17,5 e il 22,5] % delle retribuzioni lorde dei funzionari (ovvero tra il [20 e il 25] % delle retribuzioni maturate dai funzionari) rispetto a un’aliquota di riferimento del 33,5 %. In tal modo, relativamente alle aliquote dei contributi sociali, nel 2006 Deutsche Post ha beneficiato di un vantaggio competitivo compreso tra il [10 e il 15] % delle retribuzioni lorde dei funzionari.

    Tabella 7

    Confronto tra l’aliquota contributiva REK e l’aliquota di riferimento per i contributi sociali obbligatori a carico di Deutsche Post per l’anno 2006

     

    Aliquota dei contributi sociali obbligatori

    Aliquota contributiva REK

    Aliquota di riferimento per gli oneri contributivi a carico di Deutsche Post

    calcolata in percentuale su

    Retribuzione lorda dei dipendenti privati

    Retribuzione lorda dei funzionari

    Retribuzione lorda dei funzionari

    Quota a carico del datore di lavoro

    20,50 %

    17,84 %

    20,50 %

    Assicurazione sanitaria

    6,65 %

    5,79 %

    6,65 %

    Assicurazione contro il rischio di non autosufficienza

    0,85 %

    0,74 %

    0,85 %

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione

    3,25 %

    2,83 %

    3,25 %

    Assicurazione pensionistica

    9,75 %

    8,48 %

    9,75 %

    Quota a carico del lavoratore

    20,50 %

     

     

    Assicurazione sanitaria

    6,65 %

     

     

    Assicurazione contro il rischio di non autosufficienza

    0,85 %

     

     

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione

    3,25 %

     

    3,25 %

    Assicurazione pensionistica

    9,75 %

     

    9,75 %

    Assicurazione pensionistica complementare

     

    [dallo 0 % al 5 %]

     

    Assicurazione infortuni

     

    [dallo 0 % al 5 %]

     

    Aliquota

     

    [dal 17,5 % al 22,5 %]

    33,50 %

    (342)

    In base alla tabella 7, l’aliquota di riferimento per Deutsche Post è pari al 33,5 % della retribuzione lorda dei funzionari, attestandosi tra i [10 e i 15] punti percentuali al di sopra dell’aliquota effettivamente sostenuta su Deutsche Post.

    (343)

    Per il 2006 la differenza compresa tra [10 e 15] punti percentuali si colloca al di sopra della differenza nominale, posta tra l’[8 e il 13] %, tra l’aliquota di riferimento del 33,5 % e l’aliquota contributiva REK, compresa tra il [20 e il 25] %. La differenza include un pagamento aggiuntivo tra i [2 e 3] punti percentuali, che tiene conto del fatto che l’aliquota contributiva REK tra il [20 e il 25] % si basa erroneamente sulla retribuzione maturata dai funzionari e non sulla retribuzione lorda di questi ultimi, che corrisponde alla retribuzione lorda dei dipendenti privati.

    VII.3.2.4.   Conclusione provvisoria sulla necessità e proporzionalità

    (344)

    Per i motivi illustrati di seguito la sovvenzione del sistema pensionistico, con cui viene coperto il fabbisogno finanziario del fondo pensione eccedente il contributo per l’assicurazione sociale pari al 33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari di Deutsche Post, non è né necessaria, né proporzionata.

    1)

    Tra il 1995 e il 2002 Deutsche Post ha sostenuto effettivamente costi inferiori rispetto al parametro stabilito; tuttavia, la differenza esatta non può essere determinata.

    2)

    Dal 2003 Deutsche Post ha sostenuto, in media, costi compresi circa tra il [17,5 e il 22,5] % della retribuzione lorda dei suoi funzionari, mentre il parametro medio si colloca sul 32 % della retribuzione lorda dei funzionari; i costi residui sono stati sostenuti dagli utenti, poiché i ricavi autorizzati in base alla regolamentazione price-cap comprendevano gli oneri per i costi sociali non di mercato che coprono la quota residua del [10-15] % della retribuzione lorda dei funzionari.

    (345)

    Relativamente alle diverse aliquote a partire dal 2003, esistono due spiegazioni.

    1)

    I contributi sociali obbligatori pagati dalle imprese operanti nel settore del recapito della corrispondenza e della consegna pacchi ammontano circa al 41 % delle retribuzioni lorde. Rispetto ai contributi sociali versati da Deutsche Post per i suoi funzionari occorre effettuare una rettifica che tenga conto del fatto che i funzionari si fanno carico in proprio di una quota compresa tra il 30 % e il 50 % delle spese sanitarie ed assistenziali. Questa quota a carico dei funzionari è paragonabile alla quota per l’assicurazione sanitaria e per l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza posta a carico dei lavoratori per una percentuale pari al 7,5 % delle retribuzioni lorde.

    2)

    Il contributo di Deutsche Post viene calcolato sulla base della retribuzione maturata e non della retribuzione lorda dei funzionari. Il parametro applicabile ai funzionari di Deutsche Post ammonta pertanto al 33,5 % della retribuzione lorda. In linea di principio, lo sgravio eccedente non è né necessario, né proporzionato.

    (346)

    Per il periodo 1995-2002 non è possibile quantificare esattamente la quota di sgravio che eccede la misura ritenuta necessaria e proporzionata. A partire dal 2003 detta quota corrisponde al [10-15] % della retribuzione lorda.

    VII.3.2.5.   Effetti del particolare contesto concorrenziale e regolamentare sui criteri di necessità e proporzionalità

    (347)

    Nel valutare la necessità e la proporzionalità della sovvenzione del sistema pensionistico occorre tuttavia tener conto del particolare contesto concorrenziale e regolamentare in questione.

    (348)

    Come illustrato alla sezione II.2.1, fino al 31 dicembre 2007 Deutsche Post ha beneficiato di una licenza in esclusiva per lo svolgimento di determinati servizi postali. A norma dell’articolo 52 del PostG 1997, fino a tale data, essa era destinataria di un obbligo di servizio postale universale ai sensi del capo 2 della direttiva 97/67/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (90) e dell’articolo 11 del PostG 1997. Dal 1o gennaio 2008 Deutsche Post fornisce servizi postali universali su base volontaria.

    (349)

    Finché Deutsche Post ha detenuto la licenza in esclusiva per determinati servizi di consegna della corrispondenza, i suoi concorrenti non hanno potuto prestare i loro servizi in quello stesso segmento del mercato. È quindi probabile che non abbia alterato gli scambi in misura contraria all’interesse comune il fatto che l’autorità di regolamentazione del settore postale abbia autorizzato Deutsche Post a rifinanziare - integralmente e per importi superiori ai contributi sociali dei suoi concorrenti – mediante un aumento delle tariffe per i servizi a tariffa regolamentata la parte dei costi sociali per i suoi funzionari relativa alla fornitura dei servizi per cui deteneva la licenza in esclusiva.

    (350)

    L’obbligo di servizio universale si fonda sul fatto che gli operatori postali, nel quadro di un mercato concorrenziale, non offrono determinati servizi nelle zone rurali o isolate o li offrono a tariffe troppo elevate. Per questo motivo, conformemente all’articolo 4 della direttiva 97/67/CE, gli Stati membri garantiscono che gli utilizzatori godano del diritto a un servizio universale corrispondente ad un’offerta di servizi postali di qualità determinata, fornito permanentemente in tutti i punti del territorio a prezzi accessibili a tutti gli utenti.

    (351)

    A tal proposito, la normativa tedesca prevede uno specifico obbligo per tutti gli operatori postali che detengono una posizione dominante su un mercato che sottostà all’obbligo di servizio universale. In base all’articolo 2 della PDLV (91), tali prestatori di servizi postali devono fornire i servizi universali a tutti gli utenti in questo mercato a pari condizioni. Deutsche Post, che è il solo operatore che fino ad oggi detiene una posizione dominante su questo mercato, sottostava a tale obbligo.

    (352)

    Dopo la privatizzazione, Deutsche Post non ha più ricevuto aiuti di Stato quale compensazione per la fornitura del servizio universale. Dai ricavi dei servizi a tariffa regolamentata, relativi a settori in cui detiene una posizione dominante, Deutsche Post riceve tuttavia una compensazione per i costi sostenuti per garantire un servizio universale. La Commissione ritiene opportuno tener conto di tale circostanza nel valutare la proporzionalità e la necessità delle sovvenzioni per il sistema pensionistico.

    (353)

    Per quanto riguarda i costi sociali dei funzionari determinati dalla fornitura di servizi a tariffa regolamentata rientranti nell’obbligo di servizio universale e in relazione ai quali Deutsche Post detiene una posizione dominante, la Commissione giunge pertanto alla conclusione che il fatto che l’autorità di regolamentazione del settore postale abbia autorizzato il finanziamento integrale di tali costi sociali mediante tariffe maggiorate - anche laddove tali costi superino quelli generalmente sostenuti dai concorrenti - non ha alterato gli scambi in misura contraria al comune interesse. Questa conclusione si fonda sul particolare contesto concorrenziale e regolamentare in cui detti servizi vengono forniti. Pertanto, essa non può essere estesa ad altri settori.

    VII.3.3.   Conclusione

    (354)

    Si può pertanto concludere che a partire dal 2003 Deutsche Post ha versato per i funzionari impiegati nei servizi a tariffa non regolamentata contributi sociali in base ad un’aliquota che era tra gli 11 e i 14 punti percentuali inferiore rispetto alle aliquote contributive dei suoi concorrenti.

    Grafico 8

    Vantaggio comparativo riguardo all’aliquota dei contributi sociali rispetto ai servizi non regolamentati (aliquote contributive in percentuale rispetto alle retribuzioni lorde dei funzionari)

    […]

    (355)

    I contributi sociali ridotti non sono né necessari né proporzionati al fine di raggiungere l’obiettivo dell’apertura graduale del mercato dei servizi postali. Sui mercati interessati, Deutsche Post è in diretta concorrenza con altri operatori. Secondo la Commissione il ridotto volume dei contributi sociali ha alterato pertanto le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse e non può essere dichiarato compatibile con il mercato interno.

    (356)

    La parte della sovvenzione del sistema pensionistico non compatibile con il mercato interno per il periodo successivo al 1o gennaio 2003 viene calcolata in base alla seguente formula: differenza tra l’aliquota di riferimento e l’aliquota contributiva REK moltiplicata per la somma delle retribuzioni lorde dei funzionari impiegati nei servizi a tariffa non regolamentata.

    Tabella 8

    Formula per la quantificazione degli aiuti di Stato non compatibili con il mercato interno a partire dal 1o gennaio 2003

     

    Aiuti di Stato non compatibili con il mercato interno =

     

     

    =

    (Aliquota di riferimento – aliquota contributiva REK)

    ×

    Somma delle retribuzioni lorde dei funzionari impiegati nei servizi non regolamentati

    (357)

    Alla luce dei dati disponibili, per il periodo 2003-2010 si perviene complessivamente a un vantaggio comparativo tra [500 e 1 000] milioni di EUR (cfr. allegato). Durante questo periodo l’importo annuo degli aiuti di Stato non compatibili con il mercato interno è diminuito, a causa della riduzione del numero di funzionari impiegati, da […] milioni di EUR (2003) a […] milioni di EUR (2010).

    VII.3.4.   Repliche alle osservazioni della Germania

    (358)

    Nella decisione di estensione del 2011 la Commissione ha manifestato alcune riserve circa la necessità e la proporzionalità delle sovvenzioni per il sistema pensionistico, dato che per i servizi non regolamentati sono state applicate aliquote dei contributi sociali inferiori dell’11-14 % rispetto a quelle dei concorrenti privati. Nella decisione di estensione del 2011 il conseguente vantaggio annuo è stato quantificato tra i 100 milioni di EUR e i 200 milioni di EUR.

    (359)

    Nelle sue osservazioni sulla decisione di estensione del 2011, la Germania ha sollevato principalmente due obiezioni:

    1)

    la Germania afferma che l’aliquota di riferimento può basarsi unicamente sulla quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro, dal momento che le imprese private non sono tenute per legge a pagare la quota a carico del lavoratore. Nel parametro, inoltre, si deve considerare che il livello delle retribuzioni riconosciute da Deutsche Post è sempre stato superiore rispetto al livello «di mercato»;

    2)

    secondo la Germania la Commissione non ha dimostrato che i ricavi ottenuti dai servizi universali a tariffa regolamentata erano sufficienti a finanziare gli oneri addotti per i costi sociali non di mercato.

    VII.3.4.1.   L’inclusione da parte della Commissione dei contributi a carico dei lavoratori nell’aliquota di riferimento e la rinuncia a rettificare il livello delle retribuzioni sulla base della «retribuzione di mercato» sono corrette

    (360)

    La Germania sostiene che un parametro superiore dell’aliquota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro danneggerebbe Deutsche Post rispetto ai concorrenti tenuti a versare solo la quota a carico del datore di lavoro.

    (361)

    Con riferimento a questa prima argomentazione, la Commissione ribadisce che i funzionari, diversamente dai dipendenti privati, non sono obbligati a versare i contributi per l’assicurazione pensionistica e per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione. Pertanto, detti contributi devono essere necessariamente inclusi nell’aliquota di riferimento al fine di garantire che Deutsche Post e i concorrenti privati si facciano carico, in modo diretto o indiretto, di contributi equivalenti.

    (362)

    La Germania sostiene altresì che l’aliquota di riferimento non deve essere applicata né alla retribuzione lorda dei funzionari, né alle retribuzioni maturate dai funzionari, ma solo alle retribuzioni «di mercato». Nei REK 2002, 2007 e 2011, secondo Deutsche Post, la «retribuzione di mercato» deve essere individuata sulla base della retribuzione stabilita nell’ETV o nei contratti collettivi del settore postale per l’anno 2003.

    (363)

    Il REK 2009 utilizza, quale retribuzione «di mercato», il salario minimo 2007 che è addirittura inferiore rispetto alla retribuzione stabilita nell’ETV.

    (364)

    Secondo la Germania, è necessario basare i calcoli su siffatte retribuzioni «di mercato» per mantenere i contributi sociali di Deutsche Post allo stesso livello di quelli dei suoi concorrenti.

    (365)

    La Commissione non può condividere questa argomentazione, poiché l’aiuto deve essere limitato al minimo necessario per garantire che la transizione progressiva da una situazione in cui la concorrenza è alquanto ristretta a una situazione di concorrenza aperta a livello di Unione avvenga a condizioni economiche accettabili.

    (366)

    Non è pertanto proporzionato aumentare l’aiuto in modo tale che Deutsche Post, a partire dal 1995, debba finanziare soltanto i contributi sociali calcolati sulla base di retribuzioni «di mercato» che non tengono conto delle condizioni del mercato del lavoro negli anni precedenti. Nel mondo economico è normale che le retribuzioni dei dipendenti assunti in momenti diversi da imprese storiche o da nuovi soggetti attivi sul mercato differiscano tra loro.

    (367)

    Analogamente, nel caso France Telecom (92), la Commissione ha rigettato le argomentazioni della Francia, secondo cui le aliquote dei contributi sociali dovrebbero tener conto del fatto che i funzionari percepivano retribuzioni superiori rispetto al personale impiegato dai concorrenti. In tale occasione la Commissione ha sottolineato che l’operatore storico, al momento dell’apertura dei mercati, grazie ai funzionari, disponeva di collaboratori qualificati e competenti senza i quali non avrebbe potuto affermare la propria posizione sul mercato. Si tratta di una forzatura voler in ogni caso mettere in luce i singoli svantaggi a carico dell’impresa storicamente attiva nel settore postale, senza considerarne i vantaggi in relazione a quota di mercato, grado di riconoscibilità e clientela.

    (368)

    I calcoli presentati da Deutsche Post non permettono inoltre di affermare in modo convincente che questa, se non fosse stata obbligata ad impiegare funzionari, avrebbe ridotto gli oneri salariali come indicato. Pur ammettendo che i funzionari sarebbero effettivamente passati nel 1995 a un rapporto di lavoro da dipendente privato, non viene determinato né in che misura i funzionari nel 1995 sarebbero stati sostituiti con dipendenti privati, né a quale livello di retribuzione ciò sarebbe avvenuto. Il numero elevato di funzionari impiegati da Deutsche Post nel 1995 (93) fa apparire improbabile che a partire dal 1995 sarebbe stato giuridicamente ed economicamente possibile sostituire tutti i funzionari con dipendenti privati con retribuzioni minori, ma altrettanto produttivi.

    (369)

    Pertanto, la Commissione respinge entrambe le obiezioni sollevate dalla Germania in relazione all’aliquota di riferimento e alle retribuzioni.

    VII.3.4.2.   Sulle considerazioni della Germania circa l’insufficienza dei ricavi ottenuti dai servizi a tariffa regolamentata per finanziare gli oneri addotti.

    (370)

    La Germania afferma che la Commissione ha valutato solo l’entità dei contributi sociali per i servizi a tariffa non regolamentata senza esaminare se gli utili derivanti dai servizi universali regolamentati fossero sufficienti a finanziare gli oneri addotti.

    (371)

    La Germania si avvale di due argomentazioni: in primo luogo, la Commissione non ha dimostrato se l’autorità di regolamentazione tedesca abbia effettivamente autorizzato gli oneri addotti da Deutsche Post; in secondo luogo, quand’anche l’autorità di regolamentazione avesse autorizzato detti oneri, gli utili derivanti dai servizi universali regolamentati non erano sufficienti a finanziare detti oneri. La Germania ha trasmesso due perizie, una del prof. Weber e l’altra di CTcon, volte a comprovare che i ricavi derivanti dai servizi regolamentati non erano sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato addotti e che quindi tali costi sostenuti da Deutsche Post erano stati sottocompensati.

    a)   Le decisioni sugli indici di prezzo del 2002, 2007 e 2011 si basano sul REK presentato da Deutsche Post e autorizzano tutti gli oneri addotti

    (372)

    Diversi documenti dimostrano che, a partire dalla decisione sugli indici di prezzo del 2002, l’autorità di regolamentazione del settore postale ha riconosciuto gli oneri di Deutsche Post e ha fissato le tariffe regolamentate ad un livello tale da coprire detti oneri. Le decisioni sugli indici di prezzo del 2007 e del 2011 confermano inoltre che l’autorità di regolamentazione ha accolto la richiesta di Deutsche Post e ha autorizzato il finanziamento dei costi sociali non di mercato da essa sostenuti mediante i ricavi dei servizi a tariffa regolamentata.

    b)   La perizia del professor Weber non comprova l’affermazione secondo cui i ricavi ottenuti da servizi universali a tariffa regolamentata non erano sufficienti a coprire gli oneri addotti da Deutsche Post

    (373)

    La perizia del professor Weber si riferisce al periodo 1995-2010 e afferma non solo che Deutsche Post ha beneficiato di sovvenzioni per il sistema pensionistico, ma anche che l’onere # 2 è stato integralmente finanziato da ricavi derivanti da servizi a tariffa regolamentata [una descrizione dettagliata della perizia è contenuta nella sezione VI.1.4.2(a)].

    (374)

    Nel valutare la perizia occorre innanzitutto richiamare i criteri di autorizzazione delle tariffe di cui all’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997. In base a questi criteri, gli indici di prezzo devono tener adeguatamente conto dei costi di una prestazione efficiente dei servizi, oltre che degli oneri dovuti ai costi per la prestazione di servizi postali su tutto il territorio e dei costi relativi all’accollo degli oneri sociali dei dipendenti derivanti dal subentro nella posizione giuridica di Deutsche Bundespost.

    Tabella 9

    Determinazione delle tariffe ai sensi dell’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997

     

    Indici di prezzo per i servizi regolamentati =

    =

    Costi della prestazione efficiente di servizi regolamentati + oneri

    =

    Costi complessivi dei servizi regolamentati + oneri derivanti da servizi non regolamentati

    (375)

    L’autorità di regolamentazione del settore postale deve fissare le tariffe regolamentate in modo tale che esse coprano i costi della «prestazione efficiente» dei servizi a tariffa regolamentata e gli oneri autorizzati. In altri termini, le tariffe regolamentate devono coprire integralmente non solo i costi complessivi dei servizi a tariffa regolamentata - a prescindere che questi siano calcolati come «oneri» o come «costi dell’efficiente prestazione di servizi»- bensì anche la parte degli oneri determinati dai servizi a tariffa non regolamentata. L’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997 prevede che i costi autorizzati siano integralmente coperti con i ricavi derivanti dai servizi a tariffa regolamentata. Contrariamente a quanto affermato dalla Germania, è quindi escluso per legge che i servizi a tariffa regolamentata possano essere sottocompensati in seguito al trasferimento di costi sociali non di mercato relativi al personale operante nei servizi a tariffa non regolamentata.

    (376)

    Innanzitutto, nella perizia suddetta i costi sociali non di mercato per i funzionari vengono definiti come la differenza tra tutti i costi sociali di Deutsche Post per i propri funzionari (pagamenti al fondo pensione, oltre a spese sanitarie, assicurazione infortuni e altre prestazioni assicurative) e i contributi per l’assicurazione pensionistica, l’assicurazione sanitaria e l’assicurazione sociale contro il rischio di non autosufficienza a carico del datore di lavoro e calcolati sulla base del salario minimo 2007. In un passaggio successivo questa differenza viene confrontata con l’onere # 2.

    (377)

    La perizia del professor Weber può essere contestata sotto due punti di vista: in primo luogo, sono stati indicati costi non di mercato troppo alti; in secondo luogo, si ignora che, per tale motivo, i costi non di mercato contengono anche costi per i quali Deutsche Post ha ricevuto compensazioni, che non sono indicate in relazione all’onere # 2, ma sotto altre posizioni. Nel dettaglio, si evidenziano i seguenti punti deboli.

    (378)

    In primo luogo, nella perizia i costi sociali non di mercato vengono determinati sulla base della quota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro, mentre l’onere # 2 viene stabilito sulla base dell’aliquota contributiva REK. Poiché l’aliquota contributiva REK è più alta della quota dei contributi sociali a carico del datore di lavoro, i costi sociali non di mercato determinati nella perizia sono superiori rispetto all’onere # 2. La perizia tiene quindi conto di costi sociali non di mercato che secondo l’autorità di regolamentazione del settore postale sono costi della «prestazione efficiente».

    (379)

    In secondo luogo, la perizia non tiene conto del fatto che l’onere # 1 (oneri retributivi di mercato) comprende anche una parte dei costi sociali non di mercato (a causa, ad esempio, delle differenze esistenti tra le retribuzioni maturate e il parametro per i livelli retributivi «di mercato») e che questi in tal modo vengono finanziati attraverso l’onere # 1. Ulteriori costi sociali, considerati nella perizia, vengono coperti mediante altri oneri (i pagamenti a favore della BAnstPT rientrano, ad esempio, nell’onere # 6) e vengono pertanto compensati. Mentre viene dedotta la somma di tutti i costi sociali inerenti ai funzionari, non viene indicato che i costi non di mercato sono coperti anche attraverso oneri diversi dall’onere # 2.

    (380)

    In terzo luogo, occorre considerare che nell’onere # 2 sono contenuti i costi sociali non di mercato per i funzionari e anche per i dipendenti privati. Prima del 2003 i contributi sociali per i dipendenti privati erano superiori rispetto al parametro REK, dal momento che detti costi comprendevano anche interessi per circa […] milioni di EUR per l’assicurazione pensionistica complementare dei dipendenti privati. A partire dal 2003 questi costi per interessi sono imputati ai costi finanziari e i costi sociali maturati per i dipendenti privati scendono al di sotto del parametro REK.

    (381)

    Poiché nella perizia l’intero onere # 2 viene impiegato come compensazione per i costi sociali non di mercato, per il periodo anteriore al 2003 ne deriva uno sgravio eccessivo e, per il periodo successivo al 2003, uno sgravio insufficiente dei costi sociali dei funzionari. Per poter determinare la corretta compensazione dovuta all’onere # 2 per i costi sociali non di mercato per i funzionari, nel valutare detto onere, occorre di conseguenza considerare separatamente funzionari e dipendenti privati.

    (382)

    Pertanto, la sottocompensazione individuata nella perizia è fuorviante, poiché non si è tenuto conto del fatto che i costi sociali non di mercato non sono coperti solo mediante l’onere # 2 e del fatto che l’autorità di regolamentazione del settore postale ha considerato come costi della «prestazione efficiente» una parte maggiore dei costi sociali. Correggendo opportunamente gli errori compiuti nella perizia in relazione alla compensazione, gli oneri e i costi sociali non di mercato si equivalgono esattamente, come previsto dall’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997.

    (383)

    L’obiezione sollevata dalla Germania, secondo cui la Commissione nella sua decisione di estensione del 2011 avrebbe commesso l’errore di verificare soltanto il vantaggio comparativo per il settore non regolamentato deve pertanto essere respinta, dato che a norma dell’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997, l’autorità di regolamentazione del settore postale deve stabilire gli indici di prezzo in modo tale che i ricavi ottenuti dai servizi regolamentati coprano i costi della prestazione efficiente dei servizi regolamentati e degli oneri autorizzati.

    c)   Assenza di prove sulla sottocompensazione dei costi non di mercato sulla base della perizia WIK

    (384)

    Richiamandosi al REK 2009, la Germania afferma che Deutsche Post, a partire dal 1990, ha subito perdite importanti per i suoi servizi a tariffa regolamentata, in quanto i ricavi derivanti da tali servizi venivano completamente assorbiti dai costi relativi a questo settore e dai costi netti per l’adempimento dell’obbligo di servizio universale (94). Anche per questo motivo la Germania ha respinto l’argomentazione della Commissione secondo cui gli utili derivanti dai servizi a tariffa regolamenta erano stati sufficienti a finanziare i costi sociali non di mercato per i servizi non soggetti a regolamentazione delle tariffe.

    (385)

    A tal riguardo la Commissione ribadisce, in primo luogo, che dalle decisioni dell’autorità di regolamentazione del settore postale a partire dal 2003 si evince chiaramente che essa ha indicato parte dei ricavi derivanti dai servizi soggetti a regolamentazione delle tariffe come compensazione per l’onere # 2. L’esistenza di detto contributo tratto dai ricavi ottenuti da servizi regolamentati consegue quindi chiaramente dalle decisioni dell’autorità di regolamentazione del settore postale.

    (386)

    In secondo luogo, contrariamente al REK 2009, la perizia WIK indica che a partire dal 2000 i servizi a tariffa regolamentata hanno conseguito margini di utile considerevoli, superiori al [6,5-8,5] % del fatturato.

    Grafico 9

    Calcolo del ROS per i servizi a tariffa regolamentata sulla base della perizia WIK

    […]

    Spiegazione:

    i calcoli si basano sugli adeguamenti apportati con la perizia WIK al REK 2009. Si presume inoltre che i servizi a tariffa regolamentata coprano tutte le perdite derivanti dai servizi universali a tariffa non regolamentata. L’utile più ridotto nell’anno 2007 si spiega in gran parte alla luce degli ammortamenti eccezionalmente alti in relazione al portafoglio immobiliare.

    (387)

    I maggiori utili a partire dal 2000 sono direttamente collegati alla riduzione dei contributi per l’assicurazione pensionistica stabiliti in base al Pensionsgesetz del 1995: mentre Deutsche Post nel 1999 effettuava un pagamento forfettario annuo per 2,045 miliardi di EUR, il contributo corrispondente si attestava nel 2000 solo a 735 milioni di EUR (33 % delle retribuzioni maturate dai funzionari). Poiché nel 2000 l’autorità di regolamentazione del settore postale non ha rivisto verso il basso le tariffe regolamentate, in linea con i ridotti contributi pensionistici, gli utili di Deutsche Post sono aumentati considerevolmente. L’utile conseguito si è mantenuto su livelli alti anche dopo la decisione sugli indici di prezzo del 2002, in quanto le tariffe regolamentate non sono state sufficientemente ridotte in modo da corrispondere ai costi dei servizi a tariffa regolamentata.

    (388)

    Relativamente alla critica mossa dalla Germania alla perizia WIK, la Commissione sostiene che la perizia rispecchia la situazione economica di Deutsche Post, in generale, e gli utili conseguiti con i servizi a tariffa regolamentata, in particolare, in maniera più corretta rispetto al REK 2009. Questa valutazione può essere motivata come segue.

    i)   Imputazione più corretta dei costi a carico dei servizi commerciali

    (389)

    In base alla sentenza Chronopost i servizi commerciali devono sostenere in proprio i loro costi diretti e contribuire in maniera adeguata ai costi generali. La corretta imputazione dei costi ai vari servizi può essere provata o sulla base di parametri esterni (ad esempio, i prezzi di mercato) o dei costi interni (95).

    (390)

    Il REK 2009 si basa sul principio sancito all’articolo 20, paragrafo 2, del PostG 1997, in base al quale ai servizi non regolamentati possono essere imputati unicamente i costi di una prestazione efficiente del servizio, mentre tutti gli oneri (ad esempio, i costi aggiuntivi determinati dal trasferimento degli oneri sociali per i dipendenti di POSTDIENST e i costi netti derivanti dall’obbligo di servizio universale) devono essere finanziati mediante i ricavi ottenuti dai servizi a tariffa regolamentata. Tuttavia, dopo aver esaminato il REK 2009 rispetto alla redditività di un concorrente privato, nella perizia WIK, viene accertato che Deutsche Post imputa ai servizi a tariffa regolamentata una quota troppo alta degli oneri, mentre non carica costi sufficienti sui servizi commerciali.

    (391)

    Un esame dei parametri «di mercato» applicati, di cui si è avvalsa Deutsche Post per calcolare i singoli oneri, conferma i risultati della perizia WIK: come già osservato, l’aliquota contributiva REK per il calcolo dell’onere # 2 (costi sociali non di mercato) è un parametro troppo basso rispetto ai contributi sociali che i concorrenti privati sono tenuti a versare. L’onere da infrastrutture, in riferimento alle filiali ad esempio, è poi un parametro puramente ipotetico, dal momento che non può essere provato che Deutsche Post, in assenza dell’obbligo di servizio universale, non avrebbe più gestito filiali proprie a partire dal 1990. Allo stesso modo, non è possibile provare che Deutsche Post a partire dal 1990 sarebbe stata nelle condizioni di lavorare solo con collaboratori retribuiti unicamente in base al salario minimo 2007.

    (392)

    La Commissione giunge quindi alla conclusione che la perizia WIK è uno strumento più adeguato come base per il calcolo dei costi da imputare ai servizi commerciali.

    (393)

    A norma delle direttive 97/67/CE e 2006/111/CE, la valutazione dei costi deve inoltre conformarsi ai principi contabili generali. Né gli ammortamenti incrementati, né gli oneri pensionistici maggiorati sono indicati nei bilanci di Deutsche Post. Normalmente detti costi – e questo vale sia per Deutsche Post che per i suoi concorrenti – vengono finanziati mediante l’utile di esercizio di un’impresa. Pertanto, una valutazione nuova e più alta avvantaggerebbe Deutsche Post rispetto ai suoi concorrenti.

    ii)   Comparazione al fine di individuare il margine di utile ragionevole tenuto conto della posizione di rischio di Deutsche Post

    (394)

    Gli utili conseguiti da Deutsche Post a partire dal 2000 si collocano nettamente al di sopra della mediana del ROS del 3,48 % indicata nella perizia WIK e del valore minimo del ROS del 6,1 % indicato nella seconda perizia Deloitte. L’affermazione della Germania, secondo cui Deutsche Post ha subito perdite tanto alte da non poter sostenere i costi degli oneri derivanti dai servizi a tariffa regolamentata, non può pertanto essere condivisa.

    (395)

    La seconda perizia Deloitte, basata su un gruppo di confronto limitato composto prevalentemente da multinazionali attive nel settore della consegna internazione di pacchi espressi (tra le altre, UPS, FedEx, TNT Express), deve inoltre essere valutata in modo critico. L’indicazione contenuta nella seconda perizia Deloitte di impiegare, ai fini della determinazione di un margine di utile ragionevole, un valore minimo del ROS del 6,1 % e una mediana del ROS del 7,4 % non tengono conto del fatto che l’attività di Deutsche Post, non soltanto richiede un impiego molto più ridotto di capitale, ma è anche esposta a rischi molto più contenuti.

    1)

    I servizi internazionali di consegna pacchi espressi non vengono effettuati dalla stessa Deutsche Post, ma dalla sua controllata DHL.

    2)

    I servizi di recapito della corrispondenza, grazie ai quali Deutsche Post realizza il 75 % dei suoi ricavi, necessitano di investimenti di capitale molto più contenuti rispetto ai servizi di consegna pacchi internazionali, dato che la voce di spesa principale è costituita dalle retribuzioni dei portalettere. I servizi di consegna pacchi espressi devono sostenere investimenti molto maggiori in attrezzature costose (96).

    3)

    Deutsche Post ha acquisito e consolidato la sua posizione dominante sul mercato del recapito della corrispondenza grazie alla licenza in esclusiva che le ha permesso di contare su una clientela sicura senza dover compiere grandi investimenti nel marketing o nel marchio. Le società operanti nel settore consegna pacchi internazionali, invece, hanno dovuto conquistare la propria posizione su ciascun mercato nazionale partendo da zero e, sostenendo rischi e costi, sono riuscite a creare alcuni dei marchi più conosciuti (97).

    4)

    I rischi per Deutsche Post legati al mercato e ai costi sono stati garantiti mediante misure di Stato (98). La regolamentazione dei prezzi, in particolare, ha fatto in modo che tutti gli oneri determinati dai servizi a tariffa non regolamentata (99) fossero coperti.

    (396)

    Così, le perizia WIK impiega correttamente un parametro per la determinazione del margine di utile inferiore rispetto alla forbice indicata nella seconda perizia Deloitte, per tener adeguatamente conto della minore intensità di capitale e dei rischi più contenuti legati all’attività di Deutsche Post rispetto ai servizi espressi internazionali. Tuttavia, l’individuazione dell’esatto livello del parametro per la determinazione dell’utile non risulta più necessaria, dato che i margini ROS medi conseguiti, pari all’8,3 %, sono comunque superiori rispetto al valore minimo del ROS stimato nella seconda perizia Deloitte al 6,1 %. Anche basandosi sulla perizia presentata dalla stessa Germania non si è potuto accertare che Deutsche Post abbia ricevuto dal 2000 una compensazione troppo contenuta.

    (397)

    In ogni caso la critica mossa dalla Germania alla perizia WIK risulta poco comprensibile dal momento che la mediana del ROS del 3,48 % non si colloca al di sopra del livello di utile che l’autorità di regolamentazione del settore postale e la stessa Deutsche Post hanno qualificato come adeguato. Da un lato, dal parametro ROS del 3,48 % risulta in termini assoluti un utile superiore rispetto al costo del capitale fatto valere da Deutsche Post nel suo REK e autorizzato dall’autorità di regolamentazione (ad esempio, costi per […] e […]) (cfr. sezione IV.4.3). Dall’altro, nella perizia WIK la citata mediana del ROA del 7,66 % si posiziona in una fascia analoga all’utile sul capitale, che Deutsche Post […].

    (398)

    Il rimando della Germania ai margini di utile considerati adeguati nel settore del trasporto ferroviario o mediante autobus (utile sulle vendite pari al 7 %-8 %) non ha alcun rilievo ai fini delle conclusioni sulla comparazione volta alla determinazione del margine di utile ragionevole. Detti settori economici presentano un’intensità di capitale superiore e pertanto, al fine di coprire i costi di capitale, necessitano di utili sulle vendite superiori. Alla luce di questi dati risulta invece chiaro che il parametro per l’utile ragionevole indicato nella seconda perizia Deloitte corrisponde più al ROS medio di un settore ad alta intensità di capitale che a quello di un settore economico ad alta intensità di lavoro.

    d)   Conclusioni

    (399)

    La Commissione deve respingere le argomentazioni della Germania, secondo cui i ricavi derivanti dal settore a tariffa regolamentata non erano sufficienti a coprire i costi sociali non di mercato addotti. Le argomentazioni della Germania non vengono avvalorate né dalla perizia inviata dalla Germania né dal REK 2009.

    (400)

    Di contro, le decisioni sugli indici di prezzo del 2002, 2007 e 2011 documentano in modo inequivocabile che l’autorità di regolamentazione del settore postale ha sempre autorizzato la compensazione degli oneri addotti mediante i ricavi derivanti dai servizi a tariffa regolamentata.

    VII.3.5.   Abolizione degli aiuti non compatibili con il mercato interno a partire dal 1o gennaio 2003

    (401)

    Secondo una giurisprudenza costante, la Commissione, se accerta l’incompatibilità di un aiuto con il mercato interno, dispone delle competenze per adottare una decisione con la quale impone allo Stato interessato di sopprimere o modificare detto aiuto (100). Secondo detta giurisprudenza, tale obbligo mira a ripristinare lo status quo ante (101). A tale riguardo, la Corte ha dichiarato che questo obiettivo viene raggiunto quando il destinatario ha rimborsato gli aiuti illeciti perdendo così il vantaggio di cui beneficiava sul mercato rispetto ai suoi concorrenti, ripristinando la situazione precedente all’autorizzazione dell’aiuto.

    (402)

    Ai sensi di detta giurisprudenza, l’articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 659/1999 stabilisce quanto segue: «Nel caso di decisioni negative relative a casi di aiuti illegali la Commissione adotta una decisione con la quale impone allo Stato membro interessato di adottare tutte le misure necessarie per recuperare l’aiuto dal beneficiario […]. La Commissione non impone il recupero dell’aiuto qualora ciò sia in contrasto con un principio generale del diritto comunitario».

    (403)

    La Commissione osserva altresì che la decisione di estensione del 2007 e quella del 2011 si riferiscono al periodo 1990-2007. La sovvenzione del sistema pensionistico costituisce tuttavia una misura continuativa, successiva anche al 2007, in quanto la compensazione per gli oneri derivanti dai ricavi dei servizi a tariffa regolamentata non è cessata nel 2007. Conformemente, la comunicazione della Germania del 2 gennaio 2012 contiene informazioni relative alla sovvenzione del sistema pensionistico e ai ricavi a tariffa non regolamentata conseguiti anche nel 2010. Pertanto, la Commissione giunge alla conclusione che la restituzione delle sovvenzioni a favore del sistema pensionistico non compatibili con il mercato interno non debba interrompersi nel 2007, ma debba estendersi fino alla data della pubblicazione della presente decisione.

    (404)

    Riguardo alla determinazione dell’elemento di aiuto a favore di Deutsche Post, occorre evidenziare che, in base alla giurisprudenza della Corte, nessuna norma di diritto dell’Unione impone che la Commissione, all’atto di ordinare la restituzione di un aiuto dichiarato incompatibile con il mercato interno, determini l’importo esatto dell’aiuto da restituire. È sufficiente che la decisione della Commissione contenga elementi che permettano al suo destinatario di determinare senza difficoltà eccessive tale importo (102).

    (405)

    Gli aiuti di Stato non compatibili con il mercato interno devono essere quantificati mediante la formula indicata alla tabella 8 sulla base dell’aliquota contributiva REK e dell’aliquota di riferimento (cfr. definizione in allegato e alla tabella 7), nonché sulla base della retribuzione lorda dei funzionari (cfr. definizione alla tabella 6). Sugli aiuti illegali accordati ogni singolo anno devono essere riscossi interessi sino alla data della restituzione. Gli interessi vanno calcolati a norma del capo V del regolamento (CE) n. 794/2004 della Commissione, del 21 aprile 2004, recante disposizioni di esecuzione del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio, recante modalità di applicazione dell’articolo 93 del trattato CE (103).

    (406)

    I calcoli contenuti in allegato, con i quali sono stati quantificati gli aiuti illeciti per gli anni compresi tra il 2003 e il 2010 (al netto di interessi), si basano sull’ipotesi che il settore dei servizi a tariffa regolamentata e quello dei servizi a tariffa non regolamentata impiegassero lo stesso numero di funzionari. I dati a disposizione non offrono alcuna indicazione circa il numero preciso di funzionari impiegati nell’uno o nell’altro settore. Si ipotizza pertanto che le quote dei ricavi imputabili a ciascun dei due settori suddetti rappresentino un primo indice approssimativo affidabile della suddivisione degli oneri salariali.

    (407)

    Dati più esatti potrebbero portare a calcoli più precisi e quindi a modificare i risultati attuali. Recentemente la Germania ha messo a disposizione nuovi dati sulla somma delle retribuzioni dei funzionari impiegati nei servizi a tariffa non regolamentata tra il 1995 e il 2007. Tali dati indicano che la somma delle retribuzioni dei funzionari andrebbe stimata attraverso una suddivisione basata sui costi di personale di Deutsche Post contenuti nei REK. Un simile approccio potrebbe portare, rispetto alla stime effettuate sulla base della suddivisione dei ricavi, a una somma inferiore per le retribuzioni dei funzionari. Il 2 gennaio e il 19 gennaio 2012 la Germania ha trasmesso osservazioni indicanti che la ripartizione relativa degli oneri all’interno dei servizi a tariffa regolamentata, nonché quella tra i servizi regolamentati e quelli non regolamentati è cambiata, almeno per quanto riguarda la decisione sugli indici di prezzo del 2011. Secondo tali indicazioni, a partire dal 2008, una parte degli oneri deve essere imputata ai servizi a tariffa non regolamentata. In sede di esecuzione della presente decisione, l’importo esatto degli aiuti illeciti sarà determinato insieme alla Germania tenendo conto delle considerazioni che precedono.

    (408)

    Malgrado gli sforzi compiuti, la Commissione non ha potuto determinare importi attendibili in relazione agli aiuti di Stato accordati tra il 1995 e il 2002. Non sembra neppure possibile, con la presente decisione, indicare parametri di calcolo tanto esatti da permettere allo Stato membro, in fase di esecuzione della decisione (da solo o in collaborazione con la Commissione) di effettuare i calcoli definitivi. In tali circostanze particolari, a norma dell’articolo 14, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 659/1999, i diritti alla difesa dello Stato membro e il principio della certezza del diritto, ostano a un recupero, dal momento che, in base a tale disposizione, «la Commissione non impone il recupero dell’aiuto qualora ciò sia in contrasto con un principio generale del diritto comunitario».

    (409)

    Per tale motivo il recupero si applicherà al periodo a partire dal 1o gennaio 2003 fino alla data alla quale cesserà il vantaggio comparativo di cui beneficiano i servizi a tariffa non regolamentata.

    (410)

    Per il periodo a decorrere dalla notifica della presente decisione occorre garantire che il livello dei contributi sociali collegati alle retribuzioni che Deutsche Post versa per i suoi funzionari non sia inferiore al livello contributivo vigente per i suoi concorrenti riguardo ai dipendenti privati. Nell’effettuare tale confronto occorre tener conto di ogni compensazione di cui Deutsche Post beneficia ai sensi dell’articolo 20 del PostG.

    VIII.   VALUTAZIONE DELLE COMPENSAZIONI

    VIII.1.   Esistenza di un aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo, 1 TFUE

    (411)

    In virtù dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, «sono incompatibili con il mercato interno, nella misura in cui incidano sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la concorrenza». Per valutare se una misura costituisce un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, la Commissione deve verificare se sono soddisfatti i seguenti requisiti: la misura è imputabile allo Stato e sono state impiegate risorse statali; viene accordato un vantaggio a talune imprese o talune produzioni che falsa la concorrenza; la misura incide sugli scambi tra gli Stati membri.

    (412)

    Le compensazioni statali sono risorse dello Stato, essendo accordate a norma degli articoli 37 e 40 del PostVerfG 1989 e dell’articolo 2 del PostUmwG 1994 e finanziate con mezzi della società pubblica TELEKOM.

    VIII.1.1.   Vantaggio finanziario derivante dalle compensazioni statali

    VIII.1.1.1.   Argomentazione della Germania secondo cui le retrocessioni devono essere considerate oneri speciali

    (413)

    La Germania sostiene che le compensazioni statali hanno costituito unicamente una compensazione per le retrocessioni, che rappresentavano costi che i concorrenti privati non erano normalmente tenuti a sostenere. A suo avviso, le retrocessioni sono un contributo «sui generis», che non può essere qualificato né come imposta, né come dividendo.

    (414)

    Dal 1924 e fino al 1995, Deutsche Post ha dovuto versare retrocessioni comprese tra il 6,6 % e il 10 %. In base alla perizia KPMG, nella sua decisione del 22 marzo 1984, il Bundesverfassungsgericht (Corte costituzionale federale) non si è pronunciato in modo definitivo sulla natura giuridica delle retrocessioni, annoverandole comunque tra le «fonti di entrata del Bund». Le retrocessioni sono state inoltre qualificate come «costi della prestazione», che Deutsche Post doveva sostenere per lo svolgimento delle sue prestazioni.

    (415)

    Benché il Bundesverfassungsgericht non abbia stabilito esattamente in che misura le retrocessioni vadano considerate come un sostituto di imposte o di dividendi, è chiaro che le retrocessioni hanno generato entrate per il bilancio del Bund.

    (416)

    In primo luogo, in passato numerosi Stati membri hanno utilizzato i ricavi del monopolio postale e delle telecomunicazioni – come fonte di entrata per il bilancio statale. Poiché BUNDESPOST e le imprese che l’avevano preceduta fino al 1995, in quanto imprese pubbliche, non erano soggette alla fiscalità generale, è stata prevista un contributo «sui generis» per garantire al Bund entrate anche da tali settori. Da un punto di vista economico, inoltre, era ragionevole prevedere una tassa a carico di tali monopoli. Dal momento che gli utenti erano disponibili ad accettare tariffe più alte, senza limitare fortemente il loro ricorso alle prestazioni, il Bund ha potuto conseguire maggiori entrate di bilancio.

    (417)

    In secondo luogo, Deutsche Post, diversamente dalle imprese private, non era né direttamente né indirettamente soggetta a imposizione fiscale e non doveva distribuire dividendi a fronte del capitale proprio messo a disposizione. Pertanto per il Bund le retrocessioni costituivano l’unica possibilità, nel suo ruolo di autorità fiscale o in quello di azionista, di beneficiare di entrate provenienti da Deutsche Post. A tale proposito, il fatto che le retrocessioni corrispondano esattamente alle definizioni in uso per determinati regimi fiscali o di dividendi, appare del tutto irrilevante. In ogni caso, le retrocessioni costituiscono pagamenti che Deutsche Post era tenuta ad effettuare a partire dal 1924 e che hanno generato entrate per il Bund.

    (418)

    In conclusione si può riconoscere che l’obbligo di effettuare le retrocessioni era conforme alla finalità pubblica di garantire entrate per il Bund da un monopolio statale sotto forma di imposte o di dividendi. Pertanto le retrocessioni rappresentavano normali costi che Deutsche Post doveva finanziare mediante risorse proprie.

    VIII.1.1.2.   Argomentazione della Germania secondo cui le compensazioni statali sono compatibili con il comportamento di un investitore privato

    (419)

    Nel concedere le compensazioni, la Germania sostiene di aver agito come un investitore privato nella misura in cui le compensazioni hanno finanziato investimenti redditizi nella rete di Deutsche Post.

    (420)

    Tuttavia, poiché il motivo delle compensazioni non erano i piani di investimento, ma le perdite cumulate, è evidente che una simile strategia di investimento non sarebbe stata perseguita da nessun investitore privato.

    (421)

    Di conseguenza, grazie alle compensazioni, Deutsche Post ha beneficiato di un vantaggio finanziario.

    VIII.1.1.3.   Argomentazione della Germania secondo cui le compensazioni statali sono una compensazione per i costi netti dell’obbligo di servizio universale

    (422)

    La Germania sostiene che le compensazioni non costituiscono un aiuto di Stato in quanto compensano i costi netti determinati dall’obbligo di servizio universale.

    (423)

    Con la sentenza Altmark (104), la Corte ha stabilito che le compensazioni, quale contropartita di obblighi di servizio pubblico, non costituiscono un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107 TFUE se sono soddisfatte le quattro condizioni indicate di seguito. In primo luogo, l’impresa beneficiaria deve essere effettivamente incaricata dell’adempimento di obblighi di servizio pubblico e detti obblighi devono essere definiti in modo chiaro. In secondo luogo, i parametri sulla base dei quali viene calcolata la compensazione devono essere previamente definiti in modo obiettivo e trasparente. In terzo luogo, la compensazione non può eccedere quanto necessario per coprire interamente o in parte i costi originati dall’adempimento degli obblighi di servizio pubblico, tenendo conto dei relativi introiti nonché di un margine di utile ragionevole per il suddetto adempimento. In quarto luogo, quando la scelta dell’impresa da incaricare dell’adempimento di determinati obblighi di servizio pubblico non venga effettuata nell’ambito di una procedura di appalto pubblico che consenta di selezionare il candidato in grado di fornire tali servizi al costo minore per la collettività, il livello della necessaria compensazione deve essere determinato sulla base di un’analisi dei costi di un’impresa media, gestita in modo efficiente e adeguatamente dotata di mezzi di trasporto.

    (424)

    Dato che Deutsche Post non è stata selezionata nell’ambito di una procedura di appalto pubblico e la Germania non ha dimostrato che Deutsche Post era un’impresa gestita in modo efficiente, non viene soddisfatta la quarta delle sopraindicate condizioni della sentenza Altmark.

    VIII.1.2.   Conclusioni circa la presenza di aiuto

    (425)

    Le compensazioni sono state accordate con mezzi statali e sollevano Deutsche Post da costi che un’impresa privata deve normalmente sostenere. La Germania non è stata in grado di provare che le compensazioni soddisfino i criteri della sentenza Altmark e che, di conseguenza, non costituiscano aiuti di Stato.

    (426)

    Alla luce dei motivi illustrati alla sezione VII.1.2, le compensazioni possono falsare la concorrenza e incidere sugli scambi.

    (427)

    Pertanto, la Commissione perviene alla conclusione che le compensazioni costituiscono un aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE.

    VIII.2.   Valutazione dell’esistenza di aiuti ai sensi dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE

    (428)

    Le compensazioni sono state introdotte con l’articolo 37, paragrafi 2 e 3, del PostVerfG 1989 e costituiscono pertanto una nuova misura d’aiuto.

    VIII.3.   Valutazione della compatibilità con il mercato interno ai sensi dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE

    (429)

    Per le imprese incaricate della gestione di servizi di interesse economico generale o aventi carattere di monopolio fiscale, vigono, in forza dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE, le norme del trattato, in particolare le regole relative alla concorrenza. Tuttavia, il trattato prevede una deroga alle sue stesse disposizioni purché sia soddisfatta una serie di criteri: in primo luogo, deve esservi un atto d’incarico mediante il quale lo Stato conferisce ad un’impresa la responsabilità dell’esecuzione di un determinato compito. In secondo luogo, il conferimento dell’incarico deve essere relativo ad un servizio d’interesse economico generale. In terzo luogo, la deroga deve essere necessaria per l’esecuzione dei compiti assegnati e proporzionale a tale scopo. Lo sviluppo degli scambi, infine, non deve essere compromesso in misura contraria agli interessi dell’Unione.

    (430)

    Nella comunicazione del 1996 (105) e del 2001 (106) nonché nella disciplina comunitaria del 2005, la Commissione ha chiarito come vanno applicati i criteri della necessità e della proporzionalità in relazione a una deroga, a norma dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE. Infine, nella sezione 2.4 della disciplina comunitaria del 2005 sono state codificate norme sul significato e la portata di questi criteri che, in passato, erano stati coerentemente applicati dalla Corte, dal Tribunale e dalla Commissione.

    (431)

    Conformemente alla sezione 2.4 della disciplina comunitaria del 2005, in relazione alla necessità e alla proporzionalità della compensazione accordata, occorre tener conto dei seguenti principi:

    1)

    l’importo della compensazione non può eccedere quanto necessario per coprire i costi determinati dall’adempimento degli obblighi di servizio pubblico, tenendo conto degli introiti relativi agli stessi, nonché di un margine di utile ragionevole per l’adempimento di detti obblighi;

    2)

    tale importo comprende tutti i vantaggi accordati dallo Stato o mediante risorse statali sotto qualsiasi forma, a prescindere dalla loro qualificazione ai fini dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE;

    3)

    la compensazione deve essere effettivamente utilizzata solo per garantire il funzionamento del servizio di interesse economico generale. La compensazione degli obblighi di servizio pubblico concessa per il funzionamento di un servizio di interesse economico generale, ma utilizzata per operare su altri mercati, non è giustificata e costituisce dunque un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno.

    (432)

    Nella sua prassi decisionale, la Commissione ha ritenuto che le compensazioni statali sono compatibili con il mercato interno (e non costituivano aiuto di Stato) nella misura in cui sono inferiori ai costi netti derivanti dal servizio universale (107).

    VIII.3.1.   Conferimento di un servizio d’interesse economico generale

    (433)

    Nelle direttive sulle poste che si sono susseguite, così come nella giurisprudenza della Corte (108), la fornitura di servizi postali su tutto il territorio è sempre stata riconosciuta come servizio di interesse economico generale.

    (434)

    Con leggi successivamente adottate in materia di servizi postali, Deutsche Post è stata incaricata, fino al 31 dicembre 2007, di fornire i servizi postali universali.

    VIII.3.2.   Necessità e proporzionalità delle compensazioni

    (435)

    La Germania sostiene che le compensazioni statali rappresentino una compensazione adeguata, dal momento che, in base al REK 2009, nel periodo compreso tra il 1990 e il 1995 esse si collocavano ampiamente al di sotto dei costi netti determinati dagli obblighi di servizio universale. Malgrado le compensazioni, nel 1995 il REK 2009 mostra una sottocompensazione di Deutsche Post per un importo di […] miliardi di EUR (valore attuale capitalizzato) dei costi netti cumulati determinati dagli obblighi di servizio universale per il periodo 1990-1995.

    (436)

    Dopo aver rettificato la ripartizione e il calcolo dei costi effettuati nel REK 2009, la perizia WIK perviene alla conclusione che le compensazioni hanno compensato i costi netti determinati dagli obblighi di servizio universale nel periodo 1990-1995.

    (437)

    I calcoli WIK mostrano che nel 1995 la compensazione eccedeva i costi netti cumulati per un importo ricompreso tra [0 e 20] milioni di EUR. Tuttavia, la Commissione riconosce che i dati per la determinazione dei costi per tali anni sono insufficienti. Nella perizia WIK inoltre sono state considerate solo le retrocessioni come costi del capitale senza tener conto di un ulteriore margine di utile ragionevole.

    (438)

    Per queste ragioni la Commissione osserva che, sulla base della perizia WIK, non è possibile respingere l’argomentazione della Germania, secondo cui le compensazioni statali hanno costituito un’adeguata compensazione dei costi del servizio universale di Deutsche Post.

    Tabella 10

    Calcolo dei costi netti cumulati determinati dall’obbligo di servizio universale e dei pagamenti statali compensativi (valore attuale capitalizzato 1995)

     

    REK 2009

    Perizia WIK

    Costi netti cumulati

    – […] Mrd EUR

    – […] Mrd EUR

    Pagamenti statali compensativi

    +6,707 Mrd EUR

    +6,707 Mrd EUR

    Sovra- o sottocompensazione

    – […] Mrd EUR

    + [0 fino a 20] milioni di EUR

    (439)

    Pertanto, le compensazioni statali sono compatibili con il mercato interno ai sensi dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE, dal momento che essi non superano i costi netti sostenuti da Deutsche Post per l’adempimento dei propri obblighi di servizio universale.

    IX.   LA GARANZIA DI STATO PER I TITOLI DI DEBITO EMESSI PRIMA DEL 1995 COSTITUISCE UN AIUTO DI STATO ESISTENTE AI SENSI DELL’ARTICOLO 108, PARAGRAFO 3, TFUE

    (440)

    La Commissione osserva che le norme sulla garanzia di Stato per i titoli di debito sono state introdotte nel 1953 con l’articolo 22, paragrafo 4, del PostVwG 1953. Al momento dell’abrogazione del PostVwG 1953 mediante il PostVerfG 1989, detta norma è stata recepita senza modifiche nell’articolo 40 del PostVerfG 1989.

    (441)

    Poiché la garanzia di Stato per i titoli di debito è stata introdotta nel 1953 e quindi prima dell’entrata in vigore del trattato CEE nel 1958, essa costituisce un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 1, lettera b, punto i), del regolamento (CE) n. 659/1999 del Consiglio.

    (442)

    L’articolo 2, paragrafo 4, del PostUmwG 1995 ha messo fine a questo aiuto esistente. Il fatto che il Bund abbia continuato a garantire i titoli di debito emessi prima della privatizzazione non costituisce un nuovo aiuto, in quanto il vantaggio è stato accordato a Deutsche Post all’atto dell’emissione dei titoli di debito.

    X.   CONCLUSIONI

    (443)

    La Commissione constata che le sovvenzioni relative al sistema pensionistico e le compensazioni statali sono misure di aiuto ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE, poiché hanno sollevato Deutsche Post da determinati costi che gravano normalmente sul bilancio delle imprese.

    (444)

    La Commissione constata inoltre che la Germania ha illegalmente concesso le sovvenzioni relative al sistema pensionistico e le compensazioni statali, in violazione dell’articolo 108, paragrafo 2, TFUE. La garanzia di Stato per i titoli di debito emessi da Deutsche Post prima della sua privatizzazione costituiscono un aiuto esistente, soppresso nel 1995.

    (445)

    Pertanto, ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), TFUE, le sovvenzioni relative al sistema pensionistico non sono compatibili con il mercato interno, avendo comportato un vantaggio comparativo per i servizi a tariffa non regolamentata, in considerazione dell’autorizzazione, concessa dall’autorità di regolamentazione del settore postale, di finanziare gli oneri di tali servizi con i ricavi derivanti dai servizi a tariffa regolamentata. La Germania ha sollevato eccessivamente Deutsche Post AG dai contributi sociali poiché, nel quadro delle misure di sgravio previste per le pensioni dei funzionari, essa ha non solo accordato sovvenzioni al sistema pensionistico, ma ha anche autorizzato Deutsche Post AG ad addebitare a carico degli utenti dei servizi a tariffa regolamentata una parte dei costi sociali relativi ai servizi non regolamentati che Deutsche Post AG avrebbe dovuto sostenere in proprio alla stregua di un concorrente privato.

    (446)

    In conclusione, grazie alle misure di sgravio relative alle pensioni, Deutsche Post AG viene a trovarsi in una posizione più vantaggiosa rispetto ai concorrenti privati, in quanto gli oneri sociali, che Deutsche Post AG ha dovuto sostenere per i suoi servizi a tariffa non regolamentata sono inferiori ai costi stabiliti per legge, necessariamente a carico dei concorrenti privati.

    (447)

    Di conseguenza, l’aiuto non compatibile con il mercato interno deve essere individuato nella differenza esistente tra l’aliquota di riferimento, che equipara i contributi sociali di Deutsche Post AG per i servizi a tariffa non regolamentata a quelli dei concorrenti, e l’aliquota contributiva REK, di cui Deutsche Post AG doveva effettivamente farsi carico per i propri servizi non soggetti a regolamentazione delle tariffe, moltiplicata per le retribuzioni lorde dei funzionari impiegati nei servizi a non tariffa regolamentata. In particolare, l’aiuto non compatibile con il mercato interno deve essere calcolato sulla base delle definizioni dell’aliquota contributiva REK e dell’aliquota di riferimento REK contenuta alla tabella 7 e nell’allegato nonché sulla base della retribuzione lorda dei funzionari di cui alla tabella 6 secondo la formula indicata alla tabella 8.

    (448)

    Il recupero dell’aiuto non compatibile con il mercato interno, accordato a Deutsche Post dal 1o gennaio 2003 deve esser chiesto a partire da tale data e sino al venir meno di qualsiasi vantaggio comparativo. La Germania deve inoltre adottare tutte le misure necessarie per modificare gli sgravi dei costi pensionistici derivanti dalle sovvenzione accordate e dalla disciplina tariffaria, al fine di eliminare qualsiasi vantaggio comparativo.

    (449)

    La Commissione constata che le compensazioni statali costituiscono un aiuto compatibile con il mercato interno ai sensi dell’articolo 106, paragrafo 2, TFUE, dal momento che sono state impiegate per compensare i costi netti cumulati sostenuti da Deutsche Post per espletare l’obbligo di servizio universale,

    HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

    Articolo 1

    1.   Le sovvenzioni relative al sistema pensionistico a favore di Deutsche Post AG costituiscono un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE e sono state accordate illegalmente dalla Germania in violazione dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE.

    2.   Le sovvenzioni relative al sistema pensionistico non sono compatibili con il mercato interno, nella misura in cui la Germania ha contribuito al finanziamento delle pensioni dei funzionari in quiescenza di Deutsche Post AG in misura sproporzionata.

    Articolo 2

    Le compensazioni statali che costituiscono un aiuto di Stato ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, TFUE accordato illegalmente dalla Germania a favore di Deutsche Post in violazione dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE, sono compatibili con il mercato interno.

    Articolo 3

    La garanzia di Stato a favore di Deutsche Post AG costituisce un aiuto di Stato esistente ai sensi dell’articolo 107, paragrafo 1, e dell’articolo 108, paragrafo 3, TFUE.

    Articolo 4

    1.   La Germania procede al recupero presso Deutsche Post degli aiuti non compatibili con il mercato interno di cui all’articolo 1, accordati a Deutsche Post AG dal 1o gennaio 2003, fino al momento in cui sarà completamente eliminato il vantaggio comparativo.

    2.   L’importo da recuperare in base al paragrafo 1 comprende gli interessi calcolati a decorrere dal momento in cui l’aiuto è stato accordato al beneficiario fino al momento della sua effettiva restituzione.

    3.   Gli interessi vengono calcolati su base composta a norma del capo V del regolamento (CE) n. 794/2004 e a norma del regolamento (CE) n. 271/2008 della Commissione (109) che modifica il regolamento (CE) n. 794/2004.

    4.   La Germania garantisce che, dalla data della notifica della presente decisione, Deutsche Post AG, tenuto conto del finanziamento degli oneri mediante ricavi dai servizi postali a tariffa regolamentata autorizzato dall’autorità di regolamentazione del settore postale, non beneficerà più di vantaggi comparativi per i servizi non soggetti a regolamentazione delle tariffe.

    Articolo 5

    1.   Il recupero dell’aiuto di cui all’articolo 1, come previsto all’articolo 4, è immediato ed effettivo.

    2.   La Germania attua la decisione entro quattro mesi dalla data della sua notifica.

    Articolo 6

    1.   Entro due mesi dalla notifica della presente decisione, la Germania trasmette alla Commissione le seguenti informazioni:

    a)

    l’importo complessivo (capitale e interessi) che deve essere recuperato presso Deutsche Post AG;

    b)

    una descrizione dettagliata delle misure già adottate e di quelle previste per conformarsi alla presente decisione;

    c)

    documenti attestanti che a Deutsche Post AG è stato imposto di rimborsare l’aiuto non compatibile con il mercato interno.

    2.   La Germania informa regolarmente la Commissione sui progressi delle misure nazionali adottate per l’esecuzione della presente decisione fino al completo recupero dell’aiuto non compatibile con il mercato interno di cui all’articolo 1. Su richiesta della Commissione, lo Stato membro trasmette immediatamente le informazioni relative alle misure già adottate e previste per conformarsi alla presente decisione, oltre a fornire dettagli sull’importo dell’aiuto e degli interessi già recuperati presso Deutsche Post AG.

    Articolo 7

    La Repubblica federale tedesca è destinataria della presente decisione.

    Bruxelles, il 25 gennaio 2012

    Per la Commissione

    Joaquín ALMUNIA

    Vicepresidente


    (1)  A decorrere dal 1o dicembre 2009, gli articoli 87 e 88 del trattato CE sono sostituiti, rispettivamente, dagli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), ma non cambiano nella sostanza. Ai fini della presente decisione, i riferimenti agli articoli 107 e 108 vanno intesi, ove necessario, agli articoli 87 e 88 del trattato CE.

    (2)  Invito a presentare osservazioni a norma dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, del 17 agosto 1999, in merito all’aiuto C 61/99 (ex NN 153/96) – Aiuto di Stato a favore di Deutsche Post AG (GU C 306 del 23.10.1999, pag. 25); invito a presentare osservazioni a norma dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, del 19 ottobre 2007, in merito all’aiuto C 36/07 (ex NN 25/07) – Aiuto di Stato a favore di Deutsche Post AG (GU C 245 del 19.10.2007, pag. 21), e invito a presentare osservazioni a norma dell’articolo 108, paragrafo 2, del TFUE, dell’11 maggio 2011, in merito all’aiuto C 36/07 – Aiuto di Stato a favore di Deutsche Post AG (GU C 263 del 7.9.2011, pag. 4).

    (3)  Decisione della Commissione 2002/753/CE, del 19 giugno 2002, relativa a misure adottate dalla Repubblica federale di Germania a favore di Deutsche Post AG (GU L 247 del 14.9.2002, pag. 27).

    (4)  Sentenza del Tribunale del 1o luglio 2008, Deutsche Post AG/Commissione, causa T-266/02, Racc. 2008, pag. II-1233.

    (5)  Sentenza della Corte del 2 settembre 2010, Commissione/Deutsche Post AG, causa C-399/08 P, non ancora pubblicata nella Raccolta.

    (6)  Invito a presentare osservazioni a norma dell’articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, del 12 settembre 2007, sull’aiuto C 36/07 (ex NN 25/07) – Aiuti di stato a Deutsche Post AG (GU C 245 del 19.10.2007, pag. 21).

    (7)  Bando di gara 2008/S 15-018228 del 23 gennaio 2008 (GU S 15 del 23.1.2008, pag. 15).

    (8)  GU C 297 del 29.11.2005, pag. 4.

    (9)  Perizia del prof. Ehlermann, WilmerHale (16 giugno 2008), Die Verpflichtung der Europäischen Kommission zur Einzelprüfung angeblicher Beihilfen an die Deutsche Post AG (L’onere a carico della Commissione europea di controllare singolarmente un presunto aiuto nei confronti di Deutsche Post AG).

    (10)  GU L 83 del 27.3.1999, pag. 1.

    (11)  Perizia del prof. Ehlermann, WilmerHale (10 ottobre 2008), Die Periodizität der Überkompensationsrechnung gemäß Articolo 86 Abs. 2 EG (La periodicità del calcolo della sovracompensazione ai sensi dell’articolo 86, paragrafo 2, CE).

    (12)  Spiegazioni dettagliate sulle retrocessioni sono contenute nella sezione VI.2.1.

    (13)  Perizia KPMG (11 febbraio 2010), Deutsche Post AG – Rechtliche Qualifikation der Ablieferungen nach § 63 PverfG (Deutsche Post AG – Qualificazione giuridica delle retrocessioni ai sensi dell’articolo 63 del PverfG); perizia Deloitte (9 febbraio 2010), Assessment of the WIK Consult report for the European Commission – A report for Deutsche Post AG.

    (14)  Perizia del prof. Ehlermann, WilmerHale (5 novembre 2010), Bedeutung des Urteils des Gerichtshofes in der Rs. C-399/08 P Kommission/Deutsche Post AG für das laufende Beihilfeprüfverfahren im Fall C 36/2007 (Deutsche Post AG) [Significato della sentenza della Corte di giustizia nella causa C-399/08 P Commissione/Deutsche Post AG per il procedimento d’indagine pendente nel caso C 36/2007 (Deutsche Post AG)].

    (15)  Perizia del prof. Ehlermann, WilmerHale (19 luglio 2011), Die Verpflichtung der Europäischen Kommission zum Nachweis einer Überkompensation bei der beihilferechtlichen Beanstandung angeblicher Quersubventionierungen (L’onere a carico della Commissione europea di provare l’esistenza di una sovracompensazione in caso di contestazione di pretese sovvenzioni incrociate in base alla normativa in materia di aiuti).

    (16)  Perizia del prof. Ehlermann, WilmerHale (19 luglio 2011), Der Vergleich der effektiv getragenen Sozialkosten mit den marktüblichen Sozialkosten im laufenden Beihilfeprüfverfahren im Fall C 36/07 (Deutsche Post AG) [Confronto tra i costi sociali effettivamente sostenuti e i costi sociali di mercato nel procedimento d’indagine pendente nel caso C 36/07 (Deutsche Post AG)].

    (17)  Perizia del prof. Weber, WHU – Otto Beisheim School of Management Vallendar (luglio 2011), Gutachten zur Ermittlung der Höhe der über das Marktniveau hinausgehenden Sozialkosten der DPAG (Perizia sulla determinazione dell’entità dei costi sociali di DPAG che eccedono il livello di mercato); una versione aggiornata della perizia è stata inviata il 2 gennaio 2012.

    (18)  Perizia di Charles River Associates (marzo 2011), Estimating a reasonable profit margin for provision of letter services; questa perizia è stata prodotta dal Belgio nel caso SA.14588 – Aiuti di Stato a bpost.

    (19)  Decisione della Commissione 2001/354/CE, del 20 marzo 2001, in un procedimento a norma dell’articolo 82 del trattato CE – Deutsche Post AG (GU L 125 del 5.5.2001, pag. 27).

    (20)  Decisione della Commissione del 25 marzo 2008 nel caso COMP/37.821 – UPS e DVPT/DPAG, punti 6, 63, 66 e 70-72.

    (21)  Sentenza del Tribunale dell’8 dicembre 2011, Deutsche Post AG/Commissione, causa T-421/07, non ancora pubblicata nella Raccolta.

    (22)  Sentenza della Corte del 13 ottobre 2011, Deutsche Post AG/Commissione, cause riunite C-463/10 P e C-475/10 P, non ancora pubblicata nella Raccolta.

    (23)  Gesetz zum Personalrecht der Beschäftigten der früheren Deutschen Bundespost (legge relativa al personale della ex Deutsche Bundespost) del 14 settembre 1994 (BGBl. I, pag. 2325).

    (24)  Gesetz über die Unternehmensverfassung der Deutschen Bundespost (legge sull’organizzazione di Deutsche Bundespost) dell’8 giugno 1989 (BGBl. I, pag. 1026).

    (25)  Gesetz zur Umwandlung von Unternehmen der Deutschen Bundespost in die Rechtsform der Aktiengesellschaft (legge sulla trasformazione di Deutsche Bundespost in una società per azioni) del 14 settembre 1994 (BGBl. I, pag. 2325).

    (26)  Gesetz über das Postwesen (legge sul settore postale) del 3 luglio 1989 (BGBl. I, pag. 1450).

    (27)  Gesetz über die Versorgung der Beamten und Richter des Bundes (legge sulla pensione dei funzionari pubblici e dei giudici federali) del 24 agosto 1976 (BGBl. I, pag. 322).

    (28)  Il sesto codice della previdenza sociale (SGB VI) disciplina l’assicurazione pensionistica, il terzo codice della previdenza sociale (SGB III) l’assicurazione contro il rischio di disoccupazione e il quinto codice della previdenza sociale (SGB V) l’assicurazione sanitaria; la Pflegeversicherungsgesetz (legge sull’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza, PflegeVG) e l’undicesimo codice della previdenza sociale (SGB XI) disciplinano l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza.

    (29)  Statuto del Versorgungsanstalt der Deutschen Bundespost (nella versione del 1969).

    (30)  Segreto aziendale.

    (31)  Gesetz über die Regulierung der Telekommunikation und des Postwesens (legge sulla regolamentazione del settore delle telecomunicazioni e del settore postale) del 14 settembre 1994 (BGBl. I, pag. 1509).

    (32)  Verordnung zur Regelung der Pflichtleistungen der Deutschen Bundespost POSTDIENST (regolamento di disciplina delle prestazioni obbligatorie di Deutsche Bundespost POSTDIENST) del 12 gennaio 1994 (BGBI. I, pag. 86).

    (33)  Post-Universaldienstleistungsverordnung (regolamento in materia di servizi universali) del 15 dicembre 1999 (BGBl. I, pag. 2418).

    (34)  Gesetz über die Verwaltung der Deutschen Bundespost (legge sull’amministrazione di Deutsche Bundspost), BGBl. I, pag. 676.

    (35)  Bundesnetzagentur, Zwölfte Marktuntersuchung (dodicesima analisi di mercato), settembre 2009.

    (36)  A tali servizi si riferiva, nel periodo 1990-2007, circa il 38 % dei ricavi complessivi di Deutsche Post e nel periodo 2008-2010, circa il 44 % di detti ricavi complessivi.

    (37)  L’articolo 53 del PostG 1997 prevede che, scaduta la licenza in esclusiva, l’invio di almeno cinquanta lettere non sia più soggetto a un controllo delle tariffe ex ante, bensì a un controllo ex post.

    (38)  Sentenza del Tribunale dell’8 dicembre 2011, Deutsche Post AG/Commissione, causa T-421/07, non ancora pubblicata nella Raccolta, punti 74 e segg.

    (39)  Sentenza del Tribunale del 16 marzo 2004, Danske Busvognmænd/Commissione, causa T-157/01, Racc. 2004, pag. II-917, punto 57.

    (40)  Decisione della Commissione, del 10 ottobre 2007, relativa agli aiuti di Stato concessi dalla Francia relativamente alla riforma del metodo di finanziamento delle pensioni dei dipendenti pubblici di La Poste (GU L 63 del 7.3.2008, pag. 16).

    (41)  Sentenza della Corte del 24 luglio 2003, Altmark Trans GmbH, causa C-280/00, Racc. 2003, pag. I-7747.

    (42)  Il REK 2009 mostra i ricavi ottenuti nel corso del tempo con i servizi regolamentati di recapito della corrispondenza nei singoli settori di attività. La definizione comprende, per ogni anno, la somma di tutti i ricavi regolamentati, a prescindere dal settore di attività nel quale sono stati conseguiti.

    (43)  I codici NACE (Nomenclature statistique des activités économiques dans la Communauté européenne) costituiscono la classificazione statistica delle attività economiche nell’Unione europea.

    (44)  Per fondare i risultati, ottenuti sulla base di prove a campione riferite a pochi concorrenti comparabili, nella perizia WIK è stato individuato un gruppo di confronto più grande che ricomprende circa 1 160 imprese dal settore economico del trasporto su strada di merci (codice NACE 60), dato che si tratta di un settore economico altamente concorrenziale, nel quale le prestazioni sono rese spesso da imprese che svolgono attività di trasporto simili a quelle degli operatori postali. Sulla base del secondo gruppo di confronto si arriva ad una mediana del ROS del 2,59 % e a un terzo quartile ROS del 5,57 %, dati questi che confermano il risultato raggiunto con la prova a campione più ridotta.

    (45)  La mediana ROS è pari al 3,48 % e il livello massimo ROS al 6,77 %.

    (46)  Deutsche Post ha prodotto la perizia redatta da Ctcon nel 2005, dal titolo «Rentabilität der Schalterleistungen der Postfilialen für die Postbank 2002 bis 2004» (Redditività delle prestazioni allo sportello degli uffici postali tra il 2002 e il 2004), in cui i costi diretti e i costi comuni della rete di filiali vengono imputati ai servizi commerciali e ai servizi universali sulla base di una valutazione dei costi collegata all’attività. Il compenso versato da Postbank sembra coprire, in base ad una valutazione complessiva, una parte ragionevole dei costi totali della rete di uffici postali (ivi compresa, ad esempio, una parte adeguata degli oneri da infrastrutture # 3 per la rete postale).

    (47)  (GU L 318 del 17.11.2006, pag. 17).

    (48)  Componente del margine di utile indicato nel grafico 5 che eccede l’utile sulle vendite del 3,48 %, valutato come un margine di utile ragionevole.

    (49)  Spiegazioni dettagliate in merito alle retrocessioni sono esposte nella sezione VI.2.1.

    (50)  National Economic Research Associates (NERA), The Profitability of the Mail Segment of Deutsche Post – An Update, novembre 2007.

    (51)  National Economic Research Associates (NERA), The Profitability of the Mail Division of Deutsche Post – A Final Report, ottobre 2006.

    (52)  Il settore recapito corrispondenza di DPWN è più ampio rispetto alle attività della DPAG in Germania e comprende tutte le prestazioni postali a livello mondiale. L’attività interna rappresenta tuttavia la parte principale del settore recapito corrispondenza di DPWN.

    (53)  Sentenza della Corte del 3 luglio 2003, Chronopost SA, La Poste e Repubblica francese/Union française de l’express (Ufex), DHL International, Federal express international (France) Snc e CRIE SA, cause riunite C-83/01 P, C 93/01 P e C 94/01 P, Racc. 2003, pag. I-6993.

    (54)  Sentenza del Tribunale del 16 marzo 2004, Danske Busvognmænd/Commissione, causa T-157/01, Racc. 2004, pag. II-917, punto 57.

    (55)  Sentenza del Tribunale del 1o luglio 2008, Deutsche Post AG/Commissione, causa T-266/02, Racc. 2008, pag. II-1233, punto 54.

    (56)  Decisione della Commissione del 29 luglio 2011 nel caso C-265/02 sulle misure di aiuto di Stato a favore di Royal Mail (GU C 265 del 9.9.2011, pag. 2).

    (57)  Cfr. punto 41.

    (58)  Il salario minimo 2007 è stato preso in considerazione nel REK 2009 ai fini della determinazione dell’onere # 1 — retribuzioni base non di mercato.

    (59)  Cfr.. punto 41.

    (60)  Cfr.. paragrafo 41.

    (61)  Decisione 2005/145/CE della Commissione, del 16 dicembre 2003, relativa agli aiuti di Stato cui la Francia ha dato esecuzione in favore di Electricité de France (EDF) e del settore delle industrie dell’elettricità e del gas (GU L 49 del 22.2.2005, pag. 9).

    (62)  Sentenza della Corte del 13 marzo 2001, PreussenElektra AG/Schhleswag AG, causa C-379/98, Racc. 2001, pag. I-2099.

    (63)  La Germania afferma che i risultati della perizia Deloitte trovano conferma nella perizia CRA, trasmessa dal Belgio nel caso SA 14588 (cfr. punto 44).

    (64)  Decisione 2008/C 35/10 della Commissione – Contratto di servizio pubblico tra Deutsche Bahn Regio e i Länder Berlino e Brandeburgo (GU C 35 dell’8.2.2008, pag. 13); decisione 2009/325/CE della Commissione, del 26 novembre 2008, relativa all’aiuto di Stato C 3/08 (ex NN 102/05) – Repubblica ceca riguardante le compensazioni degli obblighi di servizio pubblico per società di autobus della Moravia meridionale (GU L 97 del 16.4.2009, pag. 14).

    (65)  GU L 15 del 21.1.1998, pag. 14.

    (66)  Decisione 2002/782/CE della Commissione, del 12 marzo 2001, relativa agli aiuti di Stato cui l’Italia ha dato esecuzione in favore di Poste Italiane SpA (ex Ente Poste Italiane) (GU L 282 del 19.10.2002, pag. 29).

    (67)  Sentenza della Corte del 14 febbraio 2002, Repubblica francese/Commissione, causa C-301/87, Racc. 1990, pag. I-307, punto 41.

    (68)  Sentenze della Corte del 2 luglio 1974, Repubblica italiana/Commissione, causa 173-73, Racc. 1974, pag. 709, punto 13; del 24 febbraio 1987, Deufil GmbH & Co. KG/Commissione, causa 310/85, Racc. 1987, pag. 901, punto 8; del 26 settembre 1996, Repubblica francese/Commissione, causa C-241/94, Racc. 1996, pag. I-4551, punto 20.

    (69)  Sentenze della Corte del 15 marzo 1994, Banco Exterior, causa C-387/92, Racc. 1994, pag. I-877, punto 13; Repubblica francese/Commissione, cit., causa C-241/94, punto 34.

    (70)  Sentenza della Corte del 12 dicembre 2002, Regno del Belgio/Commissione, causa C-5/01, Racc. 2002, pag. I-1191, punto 39.

    (71)  Sentenze della Corte del 23 febbraio 1961, Gezamenlijke Steenkolenmijnen in Limburg/Alta Autorità della Comunità europea del Carbone e dell’Acciaio, causa 30/59, Racc. 1961, pag. 3, punti 29 e 30; Repubblica italiana/Commissione, cit., causa C-173/73, punti 12 e 13; Repubblica francese/Commissione, cit., causa C-241/94, punti 29 e 35; del 16 maggio 2002, Repubblica francese/Commissione, causa C-251/97, Racc. 1999, pag. I-6639, punti 40, 46 e 47, e del 9 giugno 2011, Comitato Venezia vuole vivere/Commissione, cause riunite C-71/09 P, C 73/09 P e C 76/09, Raccolta 2011, punti 90-96.

    (72)  Decisione La Poste, punto 141, e Orientamenti comunitari sugli aiuti di Stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà (GU C 244 dell’1.10.2004, pag. 2, punto 63).

    (73)  Sentenza del Tribunale del 24 settembre 2008, Kahla/Commissione, causa T-20/02, Racc. 2008, pag. II-2305, punti 194-197.

    (74)  Haushaltsgrundsätzegesetz (legge sui principi dei bilanci) del 19 agosto 1969 (BGBl. I, pag. 1273), come modificata da ultimo dall’articolo 1 della legge del 27 maggio 2010 (BGBl. I, pag. 671).

    (75)  Sentenza del Tribunale del 30 aprile 1998, Het Vlaamse Gewest/Commissione, causa T-214/95, Racc. 1998, pag. II-717.

    (76)  Cfr. anche perizia WIK, sezione 2.

    (77)  Sentenza del Tribunale dell’8 dicembre 2011, Deutsche Post/Commissione, causa T-421/07, non ancora pubblicata nella Raccolta, punti 52 e 75.

    (78)  Sentenza della Corte del 28 aprile 1993, Italia/Commissione, causa C-364/90, Racc. 1993, pag. I-2097, punto 20.

    (79)  Sentenza del Tribunale del 14 gennaio 2009, Kronoply/Commissione, causa T-162/06, Racc. 2009, pag. II-1, in particolare, punti 65, 66, 74 e 75.

    (80)  Sentenze del Tribunale del 7 giugno 2001, Agrana Zucker und Stärke/Commissione, causa T-187/99, Racc. 2001, pag. II-1587, punto 74, e del 14 maggio 2002, Graphischer Maschinenbau/Commissione, causa T-126/99, Racc. 2002, pag. II-2427, punti 41-43; sentenza della Corte del 15 aprile 2008, Nuova Agricast/Ministero delle Attività Produttive, causa C-390/06, Racc. 2008, pag. I-2577, punti 68 e 69.

    (81)  Cfr. la direttiva 2008/6/CE delParlamento europeo e del Consiglio, del 20 febbraio 2008, che modifica la direttiva 97/67/CE per quanto riguarda il pieno completamento del mercato interno dei servizi postali comunitari, nono considerando e segg. (GU L 52 del 27.2.2008, pag. 3).

    (82)  Cfr. la comunicazione della Commissione relativa al metodo per l’analisi degli aiuti di Stato connessi a taluni costi non recuperabili così, lettera della Commissione SG (2001) D/290869 del 6.8.2001.

    (83)  Decisione 2005/145/CE, relativa agli aiuti di Stato cui la Francia ha dato esecuzione in favore di Electricité de France (EDF) e del settore delle industrie dell’elettricità e del gas; decisione 2008/204/CE della Commissione relativa agli aiuti di Stato concessi dalla Francia relativamente alla riforma del metodo di finanziamento delle pensioni dei dipendenti pubblici di La Poste (GU L 65 del 8.3.2008, pag. 11); decisione della Commissione 2009/945/CE relativa alla riforma delle modalità di finanziamento del regime pensionistico della RATP [aiuto di Stato C 42/07 (ex N 428/06)] al quale la Francia intende dare esecuzione a favore della RATP (GU L 327 del 12.12.2009, pag. 6); decisione della Commissione del 20 dicembre 2011 nel caso C 25/2008 sulla riforma del metodo di finanziamento delle pensioni dei funzionari dello Stato distaccati presso France Télécom (non ancora pubblicata nella Raccolta).

    (84)  Decisione della Commissione 2008/204/CE relativa agli aiuti di Stato concessi dalla Francia relativamente alla riforma del metodo di finanziamento delle pensioni dei dipendenti pubblici di La Poste; decisione della Commissione 2009/945/CE relativa alla riforma delle modalità di finanziamento del regime pensionistico della RATP [aiuto di Stato C 42/07 (ex N 428/06)] al quale la Francia intende dare esecuzione a favore della RATP; decisione della Commissione del 20 dicembre 2011 nel caso C 25/2008 sulla riforma del metodo di finanziamento delle pensioni dei funzionari dello Stato distaccati presso France Télécom (non ancora pubblicata nella Raccolta).

    (85)  Decisione La Poste, punto 166.

    (86)  Per una descrizione dettagliata cfr. l’allegato.

    (87)  Bundesgesetzblatt 1994, parte I, pag. 336.

    (88)  La somma del contributo al fondo pensione (33 %) e dei costi sanitari e assistenziali [tra il 7 % e il 12 %] in percentuale sulla retribuzione maturata dai funzionari.

    (89)  Per ulteriori dettagli cfr. l’allegato.

    (90)  GU L 15 del 21.1.1998, pag. 14.

    (91)  Postdienstleistungsverordnung (regolamento in materia di servizi postali) del 21 agosto 2001 (BGBl., I, pag. 2178).

    (92)  Decisione della Commissione del 20 dicembre 2011 nel caso C 25/2008, punti 110 e 111, non ancora pubblicata nella Raccolta.

    (93)  Circa 140 000 funzionari nel 1995.

    (94)  Ad esempio, il mantenimento della rete di uffici postali e il sesto giorno settimanale di consegna.

    (95)  Sentenza Chronopost, punto 38; conclusioni dell’avvocato generale Tizzano nella causa Chronopost, punto 54; decisione della Commissione, del 21 dicembre 2005, relativa alle misure di aiuto N 531/05, La Banque Postale, punti 75 e segg.

    (96)  Ad esempio, nel trasporto aereo a livello globale e in una rete di spedizione integrata.

    (97)  Ad esempio, UPS o TNT.

    (98)  Ad esempio, mediante l’incremento delle tariffe regolamentate, i pagamenti statali compensativi, le garanzie statali e la sovvenzione del sistema pensionistico.

    (99)  Ad esempio, i costi sociali non di mercato, che si collocavano sopra il parametro «di mercato».

    (100)  Sentenza della Corte del 12 luglio 1973, Commissione/Repubblica federale di Germania, causa 70/72, Racc. 1973, pag. 813, punto 13.

    (101)  Sentenza della Corte del 14 settembre 1994, cause riunite C-278/92, C-279/92 e C-280/92, Regno di Spagna/Commissione, Racc. 1994, pag. I-4103, punto 75.

    (102)  Cfr.., in particolare, sentenze della Corte del 12 ottobre 2000, Regno di Spagna/Commissione, causa C-480/98, Racc. 2000, pag. I-8717, punto 25, e del 12 maggio 2005, Commissione/Repubblica ellenica, causa C-415/03, Racc. 2005, pag. I-3875, punto 39.

    (103)  GU L 140 del 30.4.2004., pag. 1

    (104)  Sentenza della Corte del 24 luglio 2003, Altmark Trans GmbH, causa C-280/00, Racc. 2003, pag. I-7747, punti 89 e segg.

    (105)  I servizi di interesse generale in Europa (GU C 281 del 26.9.1996, pag. 3).

    (106)  I servizi di interesse generale in Europa (GU C 17 del 19.1.2001, pag. 4).

    (107)  Decisione della Commissione, del 12 marzo 2002, caso N 50/01– Repubblica d’Irlanda – Equity injection to An Post for the purpose of restructuring the counter network [C(2002) 941 def.]; decisione 2002/782/CE relativa agli aiuti di Stato cui l’Italia ha dato esecuzione in favore di Poste Italiane SpA.

    (108)  Sentenza della Corte del 19 maggio 1993, Corbeau, causa C-320/91, Racc. 1993, pag. I-2533, punti 15 e 19.

    (109)  GU L 82 del 25.3.2008, pag. 1.


    ANHANG

    Allegato – Metodo di calcolo dell’aiuto non compatibile con il mercato interno (in milioni di EUR); calcolo provvisorio sulla base dei dati disponibili al 31 dicembre 2011 per il periodo 2003-2010  (1)

     

    2003

    2004

    2005

    2006

    2007

    2008

    2009

    2010

    Aliquote contributive per l'assicurazione sociale

    (1)

    Aliquota contributiva sociale complessiva

     

    42,20 %

    42,00 %

    41,54 %

    41,00 %

    39,70 %

    38,93 %

    39,25 %

    39,55 %

    (2)

    Assicurazione sanitaria

     

    14,50 %

    14,30 %

    13,84 %

    13,30 %

    13,90 %

    13,90 %

    14,60 %

    14,90 %

    (3)

    autosufficienza

     

    1,70 %

    1,70 %

    1,70 %

    1,70 %

    1,70 %

    1,83 %

    1,95 %

    1,95 %

    (4)

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione

     

    6,50 %

    6,50 %

    6,50 %

    6,50 %

    4,20 %

    3,30 %

    2,80 %

    2,80 %

    (5)

    Assicurazione pensionistica

     

    19,50 %

    19,50 %

    19,50 %

    19,50 %

    19,90 %

    19,90 %

    19,90 %

    19,90 %

    (6)

    Quota a carico del datore di lavoro

     

    21,10 %

    21,00 %

    20,77 %

    20,50 %

    19,85 %

    19,46 %

    19,48 %

    19,33 %

    (7)

    Assicurazione sanitaria

     

    7,25 %

    7,15 %

    6,92 %

    6,65 %

    6,95 %

    6,95 %

    7,15 %

    7,00 %

    (8)

    autosufficienza

     

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,91 %

    0,98 %

    0,98 %

    (9)

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione

     

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    2,10 %

    1,65 %

    1,40 %

    1,40 %

    (10)

    Assicurazione pensionistica

     

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    (11)

    Quota a carico del lavoratore

     

    21,10 %

    21,00 %

    20,77 %

    20,50 %

    19,85 %

    19,47 %

    19,77 %

    20,22 %

    (12)

    Assicurazione sanitaria

     

    7,25 %

    7,15 %

    6,92 %

    6,65 %

    6,95 %

    6,95 %

    7,45 %

    7,90 %

    (13)

    autosufficienza

     

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,85 %

    0,92 %

    0,97 %

    0,97 %

    (14)

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione

     

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    2,10 %

    1,65 %

    1,40 %

    1,40 %

    (15)

    Assicurazione pensionistica

     

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    (16)

    Assicurazione pensionistica complementare

     

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (17)

    Assicurazione infortuni

     

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    Retribuzione lorda dei funzionari

    (18)

    Retribuzione lorda

     

    100 %

    100 %

    100 %

    100 %

    100 %

    100 %

    100 %

    100 %

    (19)

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione (lavoratore)

     

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    2,10 %

    1,65 %

    1,40 %

    1,40 %

    (20)

    Assicurazione pensionistica (lavoratore)

     

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    (21)

    Retribuzione lorda maturata in %

    = (18) - (19) - (20)

    87,00 %

    87,00 %

    87,00 %

    87,00 %

    87,95 %

    88,40 %

    88,65 %

    88,65 %

    (22)

    Somma delle retribuzioni dei funzionari

     

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (23)

    Somma delle retribuzioni lorde dei funzionari

    = (22)/(21)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    Aliquota contributiva REK (ricalcolata sulla base delle retribuzioni lorde dei funzionari)

    (24)

    Quota a carico del datore di lavoro

    = (6)*(21)

    18,36 %

    18,27 %

    18,07 %

    17,84 %

    17,46 %

    17,20 %

    17,27 %

    17,14 %

    (25)

    Assicurazione pensionistica complementare

    = (16)*(21)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (26)

    Assicurazione infortuni

    = (17)*(21)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (27)

    Aliquota REK

     

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    Parametro per l'assicurazione sociale

    (28)

    Quota a carico del datore di lavoro

     

    21,10 %

    21,00 %

    20,77 %

    20,50 %

    19,85 %

    19,46 %

    19,48 %

    19,33 %

    (29)

    Assicurazione contro il rischio disoccupazione (lavoratore)

     

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    3,25 %

    2,10 %

    1,65 %

    1,40 %

    1,40 %

    (30)

    Assicurazione pensionistica (lavoratore)

     

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,75 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    9,95 %

    (31)

    Parametro per l'assicurazione sociale

     

    34,10 %

    34,00 %

    33,77 %

    33,50 %

    31,90 %

    31,06 %

    30,83 %

    30,68 %

    Quota dei ricavi per servizi non soggetti a regolamentazione del prezzo

    (32)

    Ricavi complessivi

     

    14 683,21

    14 726,82

    14 479,35

    13 773,79

    13 479,96

    13 392,81

    12 846,17

    12 656,75

    (33)

    Ricavi da servizi non soggetti a regolamentazione del prezzo

     

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (34)

    Quota dei servizi non soggetti a regolamentazione del prezzo

    = (33)/(32)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    Aiuti non compatibili con il mercato interno

    (35)

    Differenza nelle aliquote contributive

    = (31) - (27)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (36)

    Aiuti non compatibili con il mercato interno

    = (23)*(34)*(35)

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    […]

    (37)

    Somma 2003-2010

     

     

     

     

     

     

     

     

    […]

    Spiegazioni

    Righe 1-17: dati sulle aliquote dei contributi sociali

    Sono indicate le aliquote dei contributi sociali che i datori di lavoro privati sono tenuti a versare alle assicurazioni di previdenza sociale (suddivise in base alla quota a carico del datore di lavoro e del lavoratore). Le ultime due righe contengono le aliquote contributive relative all’assicurazione pensionistica complementare e all’assicurazione contro il rischio infortuni contenute nell’aliquota REK di Deutsche Post.

    Righe 18-23: calcolo dello stipendio lordo dei funzionari

    In vista di un minimo comune denominatore per le aliquote di riferimento, si presume che la retribuzione lorda dei dipendenti privati si componga di regola della retribuzione netta e della quota di contributi sociali a carico del lavoratore. Poiché i funzionari devono sostenere in proprio una percentuale compresa tra il 30 e il 50 % delle loro spese sanitarie, benché non versino alcun contributo all’assicurazione pensionistica obbligatoria e all’assicurazione obbligatoria contro il rischio disoccupazione, la retribuzione maturata dei funzionari corrisponde alla retribuzione lorda dei dipendenti privati (100 %) detratta la quota a carico del lavoratore dei contributi sociali per l’assicurazione pensionistica e l’assicurazione contro il rischio disoccupazione. A tal riguardo, si presume che i funzionari si facciano carico in proprio del 50 % dei contributi previsti per l’assicurazione sanitaria.

    La riga 21 indica la retribuzione maturata dai funzionari in percentuale rispetto alla retribuzione lorda dei dipendenti privati. Ai fini del calcolo della somma delle retribuzioni lorde dei funzionari, la loro retribuzione maturata viene incrementata di 100/(100 – quota di contributi previsti per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione e per l’assicurazione pensionistica a carico del lavoratore) (cfr. riga 23).

    Righe 24-27: aliquota contributiva REK

    L’aliquota contributiva REK comprende la quota di contributi sociali a carico del datore di lavoro oltre all’aliquota contributiva prevista per l’assicurazione pensionistica complementare e per l’assicurazione infortuni. In vista di una base comune per confrontare l’aliquota contributiva REK con il parametro per l’assicurazione sociale, le aliquote REK sono espresse in percentuale sulla base della retribuzione lorda dei funzionari. Attraverso questa modifica della base, le aliquote contributive REK sono più basse rispetto alle corrispondenti aliquote contributive di legge.

    Righe 28-31: parametro per l’assicurazione sociale

    Presumendo che i funzionari si facciano carico del 50 % dei contributi previsti a loro carico per l’assicurazione sanitaria, il parametro per l’assicurazione sociale contiene l’intero contributo previsto per l’assicurazione pensionistica e per l’assicurazione contro il rischio disoccupazione, ma solo la quota a carico del datore di lavoro dei contributi per l’assicurazione sanitaria e per l’assicurazione contro il rischio di non autosufficienza.

    Righe 32-34: calcolo della somma delle retribuzioni lorde dei funzionari per i servizi a tariffa non regolamentata

    La somma delle retribuzioni lorde dei funzionari impiegati nei servizi a tariffa non regolamentata costituisce un valore indicativo determinato sulla base della quota di fatturato riconducibile ai servizi a tariffa non regolamentata, poiché dal calcolo dei costi di Deutsche Post non è possibile evincere il numero esatto di funzionari che erano impiegati in tali servizi.

    Righe 35-37: calcolo dell’aiuto non compatibile con il mercato interno

    Il vantaggio comparativo relativo all’aliquota contributiva viene fissato nella differenza tra l’aliquota contributiva di riferimento e l’aliquota contributiva REK. L’aiuto non compatibile con il mercato interno viene calcolato sulla base della somma delle retribuzioni lorde dei funzionari impiegati nei servizi a tariffa non regolamentata.


    (1)  Questa tabella si basa sull’ipotesi che l’autorità di regolamentazione abbia imputato l’onere # 2 al 100 % ai servizi a tariffa regolamentata. Questa ipotesi deve essere modificata qualora la Germania, nella fase di recupero, dovesse dimostrare che l’autorità di regolamentazione del settore postale ha imputato una certa quota percentuale dell’onere # 2 ai servizi a tariffa non regolamentata.


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