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Document 32002D0865

2002/865/CE: Decisione della Commissione del 30 ottobre 2001 relativa all'aiuto di Stato accordato dalla Germania a favore della Graf von Henneberg Porzellan GmbH, Ilmenau (Testo rilevante ai fini del SEE.) [notificata con il numero C(2001) 3303]

GU L 307 del 8.11.2002, p. 1–27 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

Legal status of the document In force

ELI: http://data.europa.eu/eli/dec/2002/865/oj

32002D0865

2002/865/CE: Decisione della Commissione del 30 ottobre 2001 relativa all'aiuto di Stato accordato dalla Germania a favore della Graf von Henneberg Porzellan GmbH, Ilmenau (Testo rilevante ai fini del SEE.) [notificata con il numero C(2001) 3303]

Gazzetta ufficiale n. L 307 del 08/11/2002 pag. 0001 - 0027


Decisione della Commissione

del 30 ottobre 2001

relativa all'aiuto di Stato accordato dalla Germania a favore della Graf von Henneberg Porzellan GmbH, Ilmenau

[notificata con il numero C(2001) 3303]

(Il testo in lingua tedesca è il solo facente fede)

(Testo rilevante ai fini del SEE)

(2002/865/CE)

LA COMMISSIONE DELL COMUNITÀ EUROPEE,

visto il trattato che istituisce la Comunità europea, e in particolare il suo articolo 88, paragrafo 2,

visto l'accordo sullo Spazio economico europeo, e in particolare il suo articolo 62, paragrafo 1, lettera a),

dopo aver invitato gli interessati a manifestare le loro posizioni(1) conformemente alle disposizioni succitatee preso atto di tali osservazioni,

considerando quanto segue:

I. PROCEDIMENTO

(1) Tramite lettere datate 16 novembre 1998 e 24 marzo 1999, ditte concorrenti della Graf von Henneberg Porzellan GmbH, con sede a Ilmenau, Turingia hanno presentato presso la Commissione ricorso contro la stessa per uso illecito di presunti aiuti dello Stato in suo favore.

(2) Le risposte della Germania alla richiesta di informazioni della Commissione del 6 gennaio 1999 sono datate 3 e 25 maggio. Sulla base delle informazioni messe a disposizione successivamente dai ricorrenti e in seguito all'incontro del 23 settembre 1999 tra rappresentanti della Commissionee autorità tedesche, il 30 settembre 1999 la Commissione ha richiesto la notifica dei fatti. Su sollecito della Commissione del 9 novembre 1999, la Germania ha fornito ulteriori informazioni, ma ha rifiutato di dare notifica dell'aiuto. La questione è stata pertanto registrata il 10 novembre 1999 come aiuto non notificato, n. NN 135/99.

(3) Tramite lettera del 13 luglio 2000, la Commissione ha informato la Germania dell'avvio, nei suoi confronti, di un procedimento di indagine, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE, con ingiunzione di trasmetterle al contempo tutti i dati necessari per valutare la conformità di talune misure di aiuto a regimi di aiuto approvati, nei cui termini tali misure sono state presumibilmente accordate.

(4) La decisione della Commissione di avviare la procedura è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee(2). Su richiesta avanzata dalla Commissione agli interessati di pronunciarsi in merito alla causa suddetta, il Verband der Europäischen Keramikindustrie (Cerame-Unie) e l'impresa in questione hanno formulato delle osservazioni, trasmesse successivamente alla Germania in data 18 dicembre 2000.

(5) Il 18 settembre 2000, la Germania ha risposto all'ingiunzione della Commissione di fornire informazioni e l'ha messa al corrente di ulteriori misure in favore dell'impresa che non leerano state precedentemente notificate. Il 13 novembre 2000 ha posto precise domande, ottenendo risposta il 19 dicembre 2000. Il 9 gennaio 2001 ha avuto luogo un incontro con i rappresentanti delle autorità tedesche. Tramite suo scritto del 24 gennaio 2001, la Commissione ha chiesto ulteriori delucidazioni, ottenendo risposta il 6 marzo.

(6) Tramite sua lettera del 25 aprile 2001, la Commissione ha informato la Germania di aver esteso la procedura di cui all'articolo 88, paragrafo 2, del trattato CE agli aiuti che non rispettano le condizioni dei regimi di aiuto in base alle quali sono stati presumibilmente accordati, nonché agli aiuti non precedentemente notificati alla Commissione.

(7) La decisione della Commissione relativa all'estensione della procedura è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale delle Comunità europee(3). Sollecitati dalla Commissione a presentare le loro osservazioni in merito all'aiuto in oggetto, uno dei ricorrenti e il beneficiario dell'aiuto hanno inoltrato i loro commenti, trasmessi quindi alla Germania, alle date del 28 e 30 agosto 2001, per consentire a quest'ultima di pronunciarsi a sua volta.

(8) In data 28 giugno 2001 la Germania ha risposto alla decisione di procedimento di indagine formale, fornedo informazioni esaurienti circa le misure finanziarie in oggetto.

II. DESCRIZIONE DETTAGLIATA DELL'AIUTO

A. L'impresa

(9) La Graf von Henneberg Porzellan GmbH fabbrica piatti e vasellame di porcellana, d'uso comunee decorativo. L'impresa è situata in una regione ammissibile agli aiuti ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera a), del trattato CE. Le cifre in appresso concordano con le relazioni annuali presentate alla Commissione:

>SPAZIO PER TABELLA>

(10) L'impresa, costituita il 1o marzo 1990, a seguito della privatizzazione della Henneberg Porzellan Ilmenau ha cambiato denominazione in Graf von Henneberg Porzellan GmbH (in appresso GvH1), divenendo società di capitali di diritto privato. Il 23 agosto 1990 è stata iscritta al registro del commercio del tribunale amministrativo di Meiningen con il numero HRB 327.

(11) Il 23 agosto 1991, mediante asta pubblica, la GvH1 è stata privatizzata dalla Treuhandanstalt (in appresso "THA") e ceduta al sig. Jamalian, al prezzo di vendita di 7,5 milioni di DEM. Tale cessioneera subordinata alla condizione sospensiva del pagamento del prezzo di acquisto, alla quale la THA ha rinunciato, tuttavia, il 7 settembre 1992. Il 18 settembre 1992, la gestione dell'impresa è passata al sig. Jamalian, socio unico.

(12) Il 7 gennaio 1993, la THA ha rivisto il contratto di privatizzazione, rinunciando al pagamento del prezzo di acquisto e ad altri obblighi concordati all'atto della privatizzazione. Il sig. Jamalian ha accettato di effettuare un apporto di capitale pari a 7,5 milioni di DEM, ma tale aumento di capitale non è mai stato realizzato.

(13) L'11 luglio 1995, la GvH1 ha presentato istanza di fallimento. Alla fine dello stesso mese, la Landesentwicklungsgesellschaft (in appresso LEG) della Turingia ha chiesto alla società di consulenza Projekt Management Eschbach (in appresso società PME), di ricercare una soluzione alla situazione dell'impresa, affidandosi ad una partecipazione statale. Il 17 agosto 1995, il tribunale amministrativo di Meiningen ha dato il via alla procedura di fallimento, e l'impresa è divenuta Graf von Henneberg Porzellan in Abwicklung (in appresso GvHiA). Il 24 agosto 1995, la società PME ha presentato le sue proposte alle autorità locali e ai rappresentanti della società Thüringer Industriebeteiligungs GmbH & Co. KG (in appresso TIB), proprietà del Land Turingia - tra i quali vi era anche il sig. Frowein, allora dipendente della TIB. Sulla base dei dati forniti dalla Germania, l'amministratore esecutorio ha portato avanti l'attività commerciale alla ricerca di un acquirente. Benché fosse stato manifestato un interesse da parte di alcuni investitori potenziali, non venne presentata alcuna offerta. Il 30 novembre 1995 l'intero personale è stato licenziato.

(14) Il 18 dicembre 1995 è stata costituita una nuova società con la stessa denominazione Graf von Henneberg Porzellan GmbH (in appresso GvH2), di cui la GvHiA ha acquisito il 51 % e la TIB il 49 %. Il capitale sociale della GvH2 ammontava a 1 milione di DEM, di cui 0,51 milioni della GvHiA e 0,49 milioni della TIB. Secondo la Germania, la nuova impresa non era più in situazione di difficoltà. Il 1o gennaio 1996, la GvH2 ha riassunto la maggior parte degli ex dipendenti della GvHiA e l'8 gennaio 1996 ha rilevato tutti gli attivi della GvH1 in stato di fallimento per una somma pari a 8,5 milioni di DEM(4). L'acquisizione è stata finanziata per intero tramite un prestito della Thüringer Aufbaubank (TAB). Il prezzo è indicato in una relazione della società PME, ma non viene fornita alcuna indicazione circa le modalità del calcolo. Il 18 gennaio 1996 la società è stata iscritta nel registro di commercio del tribunale amministrativo di Meiningen con il numero HRB 3738.

(15) Secondo le informazioni fornite dalla Germania, dal momento della costituzione della GvH2 si è cercato un investitore, che si è trovato solo il 28 agosto 1998, quando l'intero capitale della GvH2 è stato ceduto al sig. Frowein per 0,2 milioni di DEM. Non si sa con esattezza come sia stato calcolato tale importo. Dopo tale acquisizione, la Germania ha dato una nuova denominazione all'impresa, indicandola con la sigla GvH3. In base a comunicati stampa, nel settembre 1999 il sig. Frowein ha acquisito il capitale della ditta concorrente fallimentare Glashütte Schmiedefeld GmbH con 30 dipendenti, che è divenuta la filiale della GvH2/3.

B. La ristrutturazione

a) Piani di ristrutturazione della GvH1

(16) Il primo piano di ristrutturazione, messo a punto dalla THA e adattata dal sig. Jamalian, riguardava il periodo compreso tra il secondo semestre 1990 e il 1993 e i seguenti aspetti: politica commerciale incentrata sui nuovi Länder e sui mercati dell'Europa orientale; posizionamento del marchio "Graf von Henneberg" nel segmento di produzione di bassa e media gamma; contenimento dei costi (personale, materialeed energia); miglioramento del rendimento (formazione, informatizzazione, nuovo sistema di ordinazioni e vendita, riciclaggio, riorganizzazione della gestione degli stock); crescita della produttività. Tale piano prevedeva investimenti per un importo pari a 22,259 milioni di DEM, destinati al riassorbimento delle perdite che ammontavano a 44,410 milioni di DEM e al pagamento di interessi per 8,927 milioni di DEM. Il finanziamento doveva avvenire tramite crediti per circa 60 milioni di DEM e il rimborso dei debiti. Quadro sinottico:

>SPAZIO PER TABELLA>

(17) Fino alla fine del 1992, la GvH1 perse ordini provenienti dalla Russia e dall'Iran e dovette affrontare dei problemi tecnici con un impianto, con la conseguenza di gravi difficoltà economichee revisione del piano di ristrutturazione per il periodo 1993-1996 soprattutto riguardo ai seguenti aspetti: riorganizzazione della GvH1; riduzione dei costi, del personale fisso e della superficie; vendita diretta dei prodotti e marketing per telefono sul territorio tedesco; messa a punto di una nuova strategia commerciale per i mercati dell'Europa meridionale. Venne rilevato inoltre che, senza nuova liquidità, non si sarebbe potuto evitare il fallimento. Fondamentale ai fini dell'attuazione del piano sarebbe stato l'apporto di capitale del sig. Jamalian per un importo pari a 7,5 milioni di DEM, apporto peraltro mai effettuato. Quadro sinottico:

>SPAZIO PER TABELLA>

b) Piani di ristrutturazione per la GvH2/3

(18) Il primo piano di ristrutturazione della GvH2 consisteva in tre relazioni della società PMI. La prima di queste presentava diversi scenari, ivi inclusa una soluzione complessa per diversi fabbricanti di porcellane della Turingia, di cui non si è tenuto tuttavia conto. In una parte della seconda relazione veniva presentato un modello per il prosieguo dell'attività dell'impresa, che veniva concretizzato nella terza relazione, unitamente ad un'analisi dei costi ed un anticipo dei risultati per il periodo 1996-1997. Si teneva conto in tale pronostico della partecipazione della TIB. I principali punti erano: la vendita degli attivi per 8,5 milioni di DEM; un organico di 317-329 dipendenti (di cui 8 apprendisti); il trasferimento, nel 1997, della fabbricazione di articoli di porcellana in serie; l'aumento dei prezzi del 4 %; le misure di riorganizzazione (concentrazione della produzione con sgombero di diversi settori e riduzione della superficie, risparmi di energia, investimenti per 4,685 milioni di DEM e riparazioni). Partendo da diversi volumi d'affari, si è giunti a pronosticare tre potenziali risultati per il 1996 e il 1997. Quadro sinottico (importi in milioni di DEM):

>SPAZIO PER TABELLA>

(19) Con l'acquisizione da parte del sig. Frowein, il piano è stato rielaborato. Per spiegare la mancata riuscita delle precedenti ristrutturazioni, sono state addotte cause diverse: problemi di direzione, previsioni troppo ottimistee la mancata esecuzione del piano di ristrutturazione. Per la stabilizzazione a breve termine dell'impresa, si è pensato a varie misure, tra cui la riduzione del personale, soprattutto tra i dirigenti, e la creazione di un centro di profitto per la logistica. Per il consolidamento a breve termine dell'impresa, sono state attuate le seguenti azioni: allargamento della gamma di prodotti, vendita diretta, collaborazione con altri produttori di porcellanee investimenti per un importo pari a 3 milioni di DEM.

(20) Con il piano rielaborato, le perdite cumulate fino al giugno 1998 ammontavano a 0,8 milioni di DEM. Due mesi più tardi esseerano aumentate già a 3,169 milioni e non era stato ancora dato il via alla collaborazione con altri fabbricanti. Nuovamente modificato, il piano prevedeva una crescita moderata, partendo dalla creazione di porcellane per il settore alberghiero, l'aumento della produzione in Germania e la stabilizzazione delleesportazioni, nonché da investimenti per un importo pari a 1,750 milioni di DEM. Quadro sinottico:

>SPAZIO PER TABELLA>

C. Le misure finanziarie

(21) Le tabelle in appresso presentano in sintesi tutte le misure finanziarie adottate in favore della GvH1, GvHiA e GvH2/3. Va rilevato che gli importi e le date indicate corrispondono alle informazioni più recenti comunicate dalla Germania.

a) Misure finanziarie a favore della GvH1((Non sono state indicate le garanzie costituite per i crediti il cui intero importo è indicato nell'importo totale per evitare un doppio pagamento. Nel calcolo si è tenuto conto della garanzia relativa alla misura 10 in quanto apparentemente nessuno dei crediti interessati figura nella tabella.)):

>SPAZIO PER TABELLA>

Misure della THA

(22) Misure 1-3: La THA ha rilevato tre debiti diversi, vale a dire debiti anteriori al 1o luglio 1990 e crediti della Deutsche Bank di Ilmenau.

(23) Misura 9: Ritardato in diverse riprese, il pagamento del prezzo di cessione è stato infine annullato, nel quadro della revisione del contratto di privatizzazione.

(24) Misura 10: Cauzione per 8,629 milioni di DM, interessi e spese di dossier compresi.

(25) Misura 11: Secondo le informazioni fornite dalla Germania, tali sovvenzioni sono state accordate per compensare perdite pari a 17,5 milioni di DEM, imputabili alla perdita degli ordini provenienti dalla Russia, nonché perdite pari a 26,337 milioni di DEM, a seguito di un impianto di cottura difettoso. Inizialmente la THA era d'accordo per il pagamento di 25 milioni di DEM, ma dopo le dichiarazioni della Germania, ne sono stati pagati solo 13,871 e il saldo è stato computato nella garanzia menzionata al punto 24.

Misure dello Stato libero di Turingia

(26) Misura 4: Aiuti all'investimento pari a 6,812 milioni di DEM.

(27) Misura 13: Sovvenzione per un importo pari a 5 milioni di DEM.

(28) Misure 15, 16 e 19: garanzia fino al 90 % per i crediti delle misure 12, 17 e 21.

(29) Misura 25: Premi fiscali all'investimento per un importo pari a 1,7 milioni di DEM.

Misure di istituti finanziari pubblici

(30) Misure 5, 20 e 21: Crediti della Hessischen Landesbank ("HeLaBa").

(31) Misura 6: Garanzia pari all'80 % della Berliner Industriebank, oggi Deutsche Ausgleichsbank ("DtA"), per un importo pari a 7,68 milioni di DEM.

(32) Misure 7, 8, 12, 17 e 18: Crediti della Bayerische Landesbank. Quanto alla misura 12, si trattava di un prefinanziamento delle sovvenzioni previste dalla THA nel quadro della misura 11.

(33) Misure 22 e 23: Crediti delle Sparkassen Ilmenau eErfurt.

(34) Misura 24: Anticipo di 2 milioni di DEM su un bene fondiario di un valore presunto di 4,6 milioni di DEM, che doveva essere rilevato dal ministero delle Finanze della Turingia. Il prezzo è stato determinato da un'agenzia immobiliare pubblica.

Misure varie

(35) Misura 14: Sovvenzione non rimborsabile per liquidità a breve termine. A seguito della segnalazione della Germania del mancato versamento di tale sovvenzione, la somma corrispondente non è stata riportata nella tabella precedente.

(36) Misura 26: Sovvenzione alla ricerca e allo sviluppo (R & S) del ministero federale dell'Economia.

(37) Misura 27: Sovvenzione accordata nel quadro della legge sulla promozione del lavoro (Arbeitsförderungsgesetz, "AFG"), un programma destinato a favorire l'occupazione.

Garanzie

(38) I crediti, oggetto delle misure 5, 7, 8, 18, 20 e 22, erano garantiti da un contratto di garanzie collettive (pool di garanzie), concluso dalle banche creditarie. Sono state costituite le seguenti garanzie: diritti di pegno immobiliare su tre terreni della GvH1 del valore rispettivo di 5 milioni, 16 milioni e 17,2 milioni di DEM, una garanzia solidale fino all'80 % per la misura 6 e cessione in garanzia di macchinari e impianti della GvH1 (per un valore pari a 2,280 milioni di DEM, secondo il parere dell'esperto). Inoltre, il sig. Jamalian ha costituito presso ogni banca depositi cauzionali per un importo non precisato.

(39) I crediti oggetto delle misure 12(5), 17 e 21 erano coperti da garanzie solidali fino al 90 %, accordate dallo Stato.

b) Crediti dichiarati nel quadro del fallimento e misure finanziarie a favore della GvHiA

(40) La Bayerische Landesbank ha dichiarato crediti per un importo pari a circa 47 milioni di DEM, interessi inclusi.

(41) La Bundesanstalt für vereinigungsbedingte Sonderaufgaben (BvS) ha dichiarato crediti per circa 1,430 milioni di DEM. Secondo quanto dichiarato dalla Germania, tale somma comprende 0,942 milioni, ricavati dalla vendita di un bene fondiario (vedasi misura 30), e 0,4 milioni a titolo di indennizzo (danni e interessi), convenuti nel corso della revisione del contratto di privatizzazione.

(42) Il ministero federale dell'Economia ha dichiarato crediti per un importo pari a 0,467 milioni di DEM, a cui vanno aggiunti gli interessi (cfr. misura finanziaria 26).

(43) La HeLaBa ha dichiarato crediti per un importo approssimativo di 31,707 milioni di DEM. La Germania ha precisato che tale somma comprendeva le misure 5, 20 e 21, più gli interessi di mora.

(44) La Sparkasse Ilmenau ha presentato il suo titolo di credito (misura 22), interessi compresi.

(45) La SparkasseErfurt ha presentato crediti per un importo approssimativo di 1,995 milioni di DEM, più interessi. Nei dati comunicati figura unicamente il credito di 1,5 milioni di DEM. Sembra che tale istituto abbia accordato alla GvH1 un credito supplementare pari a 0,4 milioni, ma la Germania non ha fornito alcuna spiegazione riguardo alla differenza.

(46) La TAB ha dichiarato crediti per un importo pari a 8,824 milioni di DEM, di cui 2 milioni circa corrispondevano alla misura finanziaria 24, più gli interessi. Secondo i dati forniti dalla Germania, il saldo riguarda gli aiuti agli investimenti accordati nel quadro della misura 4, che la TAB ha accordato allo Stato libero di Turingia.

(47) La Commissione constata inoltre che la città di Ilmenau ha dichiarato crediti fiscali per un importo di circa 0,557 milioni di DEM per il periodo 1991-1995 come parte della massa fallimentare.

(48) Secondo le informazioni disponibili, lo Stato era il creditore principale della GvH1. Sembra che una parte delle somme sia stata recuperata nel quadro della procedura di fallimento, ma sulla base delle informazioni a sua disposizione, la Commissione non è in grado di determinare con esattezza le somme che i finanziatori interessati sono riusciti a recuperare.

c) Misura finanziaria a favore della GvHiA((Non è stato tenuto conto della garanzia prodotta per la misura 29, in quanto riguarda il prestito della misura 28, a sua volta considerato interamente.)):

>SPAZIO PER TABELLA>

(49) Misura 28: Prestito per un importo pari a 2 milioni di DEM che, secondo le indicazioni fornite dalla Germania, è stato rimborsato il 30 giugno 1996.

(50) Misura 29: Il prestito citato al punto 49 è stato garantito per il 50 % dalla TAB.

(51) Misura 30: Secondo il contratto di privatizzazione, nella sua versione modificata nel 1993, una proprietà fondiaria della GvH1 doveva essere venduta e il ricavato delle vendita doveva essere versato alla THA. Su tale base, è stato dichiarato un credito pari a 0,942 milioni di DEM come parte della massa fallimentare - presumibilmente il 9 % del ricavato della vendita della proprietà fondiaria non rilevata dal GvH2. Nel corso del procedimento fallimentare, la BvS ha rinunciato a tale credito.

d) Misura finanziaria a favore della GvH2/GvH3((L'importo della misura 43 non è stato computato nel totale, in quanto riguarda i crediti considerati interamente in tale totale.)):

>SPAZIO PER TABELLA>

Misure degli istituti finanziari pubblici

(52) Misura 31: Partecipazione della TIB al capitale iniziale della GvH2.

(53) Misura 32: Prestito della TIB per un importo pari a 0,5 milioni di DEM. Secondo le indicazioni fornite dalla Germania, il prestito è stato rimborsato, completo di interessi, nel corso del mese in cui è stato concesso.

(54) Misura 33: Prestito della TAB per l'acquisizione degli attivi. La Germania ha dichiarato che una parte del prestito era stato rimborsato sotto forma di aiuti all'investimento (cfr. misura 36 in appresso).

(55) Misure 34, 35, 37 e 38: Crediti della TAB.

(56) Il 27 agosto 1998, la TAB ha proposto di rinunciare a crediti per un ammontare pari a 11,467 milioni di DEM, nel caso in cui i futuri benefici per il periodo 1998-2002 si limitassero a 2 milioni (Besserungsschein, buono di recupero in caso di benefici futuri). Dal momento che non è stato dato alcun seguito a tale offerta, essa resta esclusa dalla stima.

(57) Misura 41: Per evitare l'insolvibilità, la TAB rinuncia al suo diritto di credito per i crediti corrispondenti alle misure 33 e 35.

Misure dello Stato libero di Turingia

(58) Misura 36: Aiuti all'investimento.

(59) Misura 40: Agevolazioni fiscali all'investimento per un importo pari a 0,090 milioni di DEM fino al 1998. La Commissione non dispone di informazioni relative al pagamento o meno di altri 0,023 milioni, cheerano stati richiesti per il 1999.

Misure varie

(60) Misura 39: In qualità di successore della GvH1, la GvH2 ha ottenuto sovvenzioni per un importo pari a 2,044 milioni di DEM nel quadro del programma AFG volto a favorire l'occupazione.

(61) Misura 42: Serie di sovvenzioni accordate per il periodo 1996-2000.

(62) Misura 43: Sovvenzioni alla ricerca e allo sviluppo, accordate per il periodo 1997-2000.

D. Il mercato

(63) La società von Henneberg GmbH fabbrica articoli in porcellana per uso domestico e professionale, in particolare per il settore alberghiero, nonché per uso ornamentale (NACE 26.21). I prodotti sono destinati anche all'esportazione.

(64) Nel settore delle stovigliee della ceramica ornamentale, è in atto tra gli Stati membri un intenso scambio dei prodotti. La ceramica ad uso ornamentale è prodotta un po' ovunque in Europa, mentre la produzione di vasellamee di stoviglie è più concentrata, a livello regionale, soprattutto nel nord della Baviera (Germania), nello Staffordshire (Gran Bretagna) e nel Limousin (Francia). Oltre ad un gran numero di piccolee medie imprese che producono ceramiche, vi è una serie di grandi produttori, tra cui la Villeroy & Boch (Germania/Lussemburgo), Hutschenreuther e Rosenthal (Germania) e Royal Doulton e Wedgewood (Gran Bretagna) che, rappresentano, insieme, più di un terzo della produzione totale della Comunità. I bisogni particolari del settore alberghiero e della ristorazione hanno portato alla creazione del ramo "vasellamee piatti per hotel e alberghi", una merce speciale, assai resistente. Ne sono principali produttori e clienti la Gran Bretagna, la Germania e l'Italia. Tale ramo, particolarmente ricco di manodopera, con la sua ampia gamma di prodotti, si caratterizza soprattutto per gli stretti legami con il cliente finalee la concorrenza sul piano del design. Se, in termini di valore, le vendite ai paesi terzi sono superiori alle importazioni europee, sul piano quantitativo, invece, le importazioni sono in testa, a motivo soprattutto dei prezzi estremamente bassi dei prodotti cinesi(6).

(65) Il settore della porcellana è caratterizzato da eccesso di capacità produttiva. Dal 1984 al 1991, la fabbricazionee il consumo hanno registrato una crescita sostenuta, seguita da una flessione nel 1992 e nel 1993. La ripresa, attesa per il 1994, non vi è stata. Benché la bilancia commerciale degli ultimi anni sia stata positiva, la quota delle importazioni è tuttavia aumentata sensibilmente, soprattutto nel settore degli articoli casalinghi. La crescita delleesportazioni non riesce a compensare la pressione concorrenziale in tale settore. Al contrario: con le sovracapacità produttiveesistenti, la situazione tesa della concorrenza rischia di aggravarsi con l'arrivo dei nuovi produttori del sud-est asiatico e dell'Europa orientale (soprattutto della Repubblica ceca e dell'Ungheria), avvantaggiati dagli accordi commerciali stipulati con la Comunità(7).

III. MOTIVI DELL'AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI INDAGINE FORMALE

(66) All'atto dell'avvio del procedimento di indagine formale, la Commissione ha esaminato le misure finanziarie a favore della GvH1, GvHiA e GvH2, alla luce del disposto dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE e dell'articolo 61, paragrafo 1, dell'accordo sul SEE. Essa ha constatato che tali aiuti provengono da risorse di Stato ed ha quindi nutrito seri dubbi riguardo alla compatibilità delle misure finanziarie con il mercato comune.

(67) Altri dubbi riguardavano la conformità di determinate misure finanziarie con le condizioni dei regimi d'aiuto approvati, a titolo dei quali esseerano state presumibilmente accordate. Per tale ragione la Commissione ha emesso, nel quadro del procedimento di indagine formale, l'ingiunzione di fornire informazioni.

(68) Sulla base delle indicazioni fornite dalla Germania, una volta avviato il procedimento, la Commissione ha constatato che talune modalità di numerose misure finanziarie non erano ancora state notificate. Inoltre, le informazioni disponibili non hanno consentito di rimuovere i dubbi della Commissione circa la compatibilità degli aiuti con i regimi d'aiuto in base ai quali erano stati presumibilmente accordati. La Commissione ha di conseguenza esteso la procedura di indagine formale alle misure finanziarie su indicate.

IV. OSSERVAZIONI DEGLI INTERESSATI

(69) Nel quadro dell'avvio del procedimento di indagine formale, sono pervenute alla Commissione osservazioni da parte del Verband der Europäischen Keramikindustrie (Cerame-Unie) e della GvH3. Tramite lettera del 18 dicembre 2000, tali osservazioni sono state inoltrate alla Germania, la quale ha avuto pertanto la possibilità di pronunciarsi in merito alla questione.

(70) Nel quadro della decisione di estensione della procedura formale, è pervenuta alla Commissione la segnalazione da parte di un ricorrente che gli era stata rifiutata la consegna di un'offerta per gli attivi della GvH1. Essa ha ricevuto inoltre osservazioni da parte del beneficiario dell'aiuto. Tali pareri sono stati trasmessi alla Germania in data 28 e 30 agosto 2000.

V. COMMENTI DELLA GERMANIA

(71) La Germania ha espresso il suo parere riguardo all'avvio della procedura di indagine formalee alla sua estensione, precisando che nel caso della GvH1 e GvH2 si trattava di due imprese diverse, non del prosieguo dell'attività commerciale, e cheesse andavano quindi sottoposte a due procedimenti separati. Inoltre, le misure finanziarie a favore della GvH1 non costituivano un aiuto o un aiuto esistente. Quanto alla GvH2, la Germania segnalava che tale impresa non risultava in difficoltà, in quanto le misure finanziarie in suo favore non costituivano né un aiuto, né un aiuto esistente, né andavano considerate come aiuti "de-minimis".

(72) La Germania non si è espressa riguardo ai commenti formulati dagli interessati nel quadro dell'avvio della procedura formale. Quanto ai commenti riguardanti l'estensione della procedura, la Germania, nelle sue risposte dei giorni 5 e 21 settembre 2001, ha confermato le informazioni ricevute dall'impresa ed ha negato l'esclusione dall'operazione di cessione di taluni concorrenti.

VI. VALUTAZIONE

A. Aiuti ai sensi dell'articolo 87, paragrafo 1, del trattato CE

(73) La GvH1, GvHiV e GvH2/3 hanno ottenuto aiuti finanziari da fondi pubblici che le hanno favorite nei confronti dei loro concorrenti. Dal momento che il mercato della porcellana è un mercato di prodotti caratterizzato da una forte concorrenza in Europa e da un eccesso di capacità produttiva, gli aiuti finanziari in favore di un'impresa minacciano di alterare la concorrenza e compromettono gli scambi tra gli Stati membri.

(74) Nell'estendere la procedura la Commissione ha concluso che la misura finanziaria 1 non costituisce un aiuto. Le altre misure sono invece considerate come aiuti di Stato. La Germania non ha contestato la tesi della Commissione all'avvio e all'estensione della procedura, secondo la quale la GvH1 e la GvHiA costituivano imprese in difficoltà. Essa ha sostenuto tuttavia che una parte delle misure finanziarie a favore di tali imprese non rappresentavano aiuti. Tramite il presente documento, la Commissione ribadisce le argomentazioni a sostegno della sua tesi iniziale.

(75) Misure 9 e 11: In un primo momento la Germania ha sostenuto che tali misure rientravano nel regime THA corrispondente. Allorché la Commissione constatava cheesse non rientravano ovviamente nel campo d'applicazione di tale regime, la Germania ha obiettato cheesse non costituivano degli aiuti. Secondo informazioni fornite dalla Germania, la THA avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di perdite causate dall'annullamento di ordini provenienti dalla Russia e da un forno difettoso. La Germania ritiene che la THA rischiava perdite ancor più consistenti se si fosse confrontata con il sig. Jamalian in sede giudiziaria, in quanto questi minacciava di far annullare il contratto di privatizzazione invece di dare atto alla sua revisione. La Germania ha sostenuto che l'adozione di tali misure finanziarieera assimilabile al comportamento di un investitore privato.

(76) Il contratto di privatizzazione non prevedeva l'obbligo di risarcimento in caso di perdita di ordini. Alla fine del 1992, vale a dire quando è stata constatata la perdita di ordini, la privatizzazione in favore del sig. Jamalian era già un affare concluso. Di conseguenza, era ovvio che la THA doveva assumersi la responsabilità di tali perdite o che il sig. Jamalian avrebbe potuto a motivo di ciò annullare il contratto di privatizzazione. Quanto al risarcimento per il forno difettoso, il contratto di privatizzazione prevedeva che la garanzia si limitasse al 10 % del prezzo d'acquisto e che la responsabilità della THA scadesseentro i tre mesi successivi alla constatazione del guasto, entro e non oltre il 31 dicembre 1992. Alla Commissione non è stata comunicata la data alla quale è stato constatato il guasto, né quella di avvio dell'azione giudiziaria nei confronti del sig. Jamalian. Non esistevano né calcoli, né relazioni che dimostrassero in maniera credibile che la somma effettivamente pagata riguardasse una clausola di risarcimento equo. Infine, l'accordo è stato concluso una volta scaduta la garanzia a carico della THA e l'indennizzo è risultato superiore alla soglia massima prevista dal contratto di privatizzazione. La Commissione non ha pertanto potuto concludere che le misure summenzionate non costituissero un aiuto.

(77) Per quanto riguarda la misura 9, dal momento che ha avuto luogo la rinuncia al pagamento del prezzo di cessione in favore del sig. Jamalian, la Commissione non considera tale misura come un aiuto in favore della GvH1.

(78) Misura 10: Per quanto riguarda la cauzione rilasciata dalla THA, le autorità tedesche hanno sostenuto innanzitutto cheessa rientrava nel regime THA corrispondente. Quando la Commissione ha constatato che le misure non rientravano palesemente nel campo d'applicazione di tale regime, la Germania ha obiettato cheesse non costituivano degli aiuti ma che la solvibilità dell'impresa doveva essere garantita dalle banche tramite le proprietà immobiliari della GvH1. Tuttavia, a causa delle imprevedibili lentezze delle pratiche amministrative nel trasferimento della proprietà, i beni immobiliari esenti da oneri non sono stati resi immediatamente disponibili e la THA ha pertanto rilasciato una cauzione a garanzia della solvibilità della GvH1.

(79) La Commissione constata tuttavia che il contratto di privatizzazione non obbligava la THA a garantire la solvibilità della GvH1 e che non rientrava tra le responsabilità della THA il risarcimento in caso di lentezze amministrative. La Commissione constatava inoltre la mancanza di un fondamento contrattuale per la costituzione della cauzione, il che rende impossibile la verifica del suo scopo o della sua portata. Inoltre, tale cauzione non può essere realizzata prima dello sblocco dei beni fondiari, comunqueentro e non oltre il 1994. La Commissione ha ritenuto pertanto che tale misura finanziaria costituisca per la GvH1 un vantaggio supplementare che non si basa su alcun obbligo giuridico, non è destinato allo scopo previsto inizialmentee non è assimilabile al comportamento di un investitore privato.

(80) Misure 5, 7, 12, 17, 18, e 20-23, accordate da istituti finanziari pubblici: La Germania constata che tali misure finanziarie non costituiscono degli aiuti. Come già sostenuto nella sua decisione relativa all'avvio e all'estensione della procedura di indagine formale, la Commissione ritiene che la GvH1 era in difficoltà e aveva seri problemi di indebitamento. È pertanto estremamente dubbio che un investitore privato avrebbe accordato un tale sostegno finanziario, persino alle normali condizioni di mercato. Inoltre, dalle informazioni a disposizione risulta che tali crediti non sono stati accordati alle condizioni di mercato.

(81) I crediti delle misure 17, 18, 20 e 21 sono stati concessi con una franchigia di rimborso biennale. Come risulta dalla tabella in appresso, alcuni di essi sono stati accordati ad un tasso inferiore a quello di riferimento, che, in applicazione della comunicazione della Commissione, del 9 settembre 1997, relativa al metodo di fissazione dei tassi di riferimento e di attualizzazione(8), avrebbe dovuto essere maggiorato almeno del 4 % nel caso di impresa in difficoltà. Pertanto, nessun credito è stato accordato ai tassi di mercato.

>SPAZIO PER TABELLA>

(82) I crediti delle misure 5, 7, 8, 18, 20 e 22 sono stati garantiti nel quadro del pool di garanzie citato al considerando 38. Quanto a tale garanzia, la Commissione constata che lo stesso bene immobile è stato successivamente gravato da diversi valori che non sono stati confermati da una perizia indipendente. Inoltre, tali ipoteche immobiliari sono state accese unicamente per la HeLaBa. Il valore stabilito per i macchinari e gli impianti è insufficiente per essere considerato una garanzia adeguata. Inoltre, va segnalato che le immobilizzazioni indicate sono state finanziate direttamente o indirettamente tramite aiuti concessi dopo la privatizzazione. Le cauzioni personali del sig. Jamalian per un importo non precisato potevano essere prese in considerazione unicamente nel caso in cui non potesseessere utilizzata nessun altra garanzia. Secondo le indicazioni fornite dalla Germania, dopo la cessione degli attivi della GvH1 alla GvH2, gli istituti finanziari hanno ottenuto circa 7 milioni di DEM (17 % dei crediti). Tale somma corrisponde ad una parte del credito della TAB secondo la misura 33. La Commissione reputa che l'importo inferiore recuperato costituisce solo un indizio del valore inferiore delle garanzie accese da un'impresa in difficoltà e che non cambia nulla al fatto che la GvH1 ha beneficiato di un vantaggio che non sarebbe stato accordato ad un altro investitore.

(83) I crediti corrispondenti alle misure 12, 17 e 21 erano coperti da una garanzia solidale fino al 90 % accordata dallo Stato. In altri termini, lo Stato ha assunto il 90 % del rischio di inadempimento per tali crediti per le imprese in difficoltà. La Commissione sostiene che l'esistenza di tali garanzie costituisca un fattore decisivo che può incitare le banche a concedere tali crediti. Il saldo del rischio di inadempimento di un'impresa, gravemente indebitata, è stato assunto da istituti finanziari di diritto pubblico, senza la costituzione di altre garanzie. La Commissione non può pertanto concludere che istituti finanziari di diritto pubblico hanno agito come investitori privati.

(84) Dal momento che la Commissione non ha ricevuto alcuna precisazione riguardo alle condizioni di assegnazione del prestito della misura 23, ne deduce cheesso non è stato assegnato ai tassi di mercato. In un primo tempo il prestito non era stato accordato senza la costituzione di garanzie, il che non corrisponde al comportamento di un investitore privato, data soprattutto la situazione finanziaria dell'impresa in quel momento. Su richiesta della Sparkasse del 17 agosto 1994, l'impresa ha costituito un'ipoteca immobiliare per un importo pari a 1,6 milioni di DEM. La Commissione, non disponendo di informazioni più esatte riguardo alla costituzione di tale ipoteca, non può escludere cheessa riguardi gli stessi attivi di quelli già coperti nel quadro del pool di garanzie. La Commissione reputa che l'accensione dell'ipoteca immobiliare non cambi nulla al fatto che il prestito è stato accordato ad un'impresa in difficoltà, a condizioni sconosciutee per la durata di un anno, senza la costituizione di garanzie. A conclusione della procedura di fallimento, la Sparkasse ha recuperato 0,75 milioni di DEM. Come già detto, l'ipoteca immobiliare copriva gli attivi finanziati direttamente o indirettamente tramite aiuti dello Stato a favore della GvH1. Il rimborso parziale durante la procedura esecutiva, non modifica a posteriori l'importanza del credito.

(85) Tenuto conto delle gravi difficoltà in cui versava l'impresa, i tassi d'interessee la mancanza di garanzie private accettabili, la Commissione ha concluso che tali crediti costituiscono, probabilmente nella loro totalità, un aiuto dello Stato. Per evitare un doppio computo, l'importo delle cauzioni pubbliche non è considerato come un nuovo aiuto.

(86) Misura 24: La Germania sostiene che l'acconto versato dalla TAB per una proprietà immobiliare che doveva essere acquisita da un organismo pubblico, non costituisce un aiuto. Tuttavia, per analogia con la sua comunicazione del 10 luglio 1997, relativa agli elementi d'aiuto di Stato connessi alle vendite di terreni e fabbricati da parte di pubbliche autorità(9), la Commissione ritiene che il prezzo della proprietà immobiliare non è stato determinato da un esperto indipendente. Inoltre, essa non può pensare che un investitore che opera alle condizioni del mercato possa versare ad un'impresa sull'orlo del fallimento, il cui patrimonio è già impegnato interamente, un acconto di tale importo senza firmare un contratto o pretendere il rilascio di una garanzia. Pertanto, la Commissione non può escludere che tale acconto costituisca un aiuto.

(87) Misura 28: Come già sottolineato nella decisione d'avvio della procedura d'indagine formale, tale credito di una banca pubblica ad un'impresa in fallimento è considerato per l'intero importo un aiuto. La Commissione ritiene che nessun investitore privato avrebbe accordato un credito ad un'impresa in fallimento senza pretendere altre garanzie oltre a quella rilasciata dallo Stato. Il fatto che il credito è stato rimborsato per l'intera somma, interessi compresi, non cambia nulla a tale valutazione, in quanto l'impresa ne ha ricavato un vantaggio che non avrebbe ottenuto da investitori privati alle condizioni di mercato.

(88) Misura 30: Secondo le indicazioni della Germania, l'amministratore giudiziario ha ammesso tale debito come credito chirografario. La Germania non ha presentato ricorso contro tale decisione, dal momento che l'amministratore giudiziario aveva precisato che per tali crediti non sono previste delle quote. La Commissione ha tuttavia constatato che i crediti chirografari avevano partecipato agli utili. La Germania non ha potuto dimostrare che i costi previsionali di un ricorso sarebbero stati più elevati della quota che avrebbe ottenuto la Germania se tale credito fosse stato classificato come credito privilegiato. Inoltre, la Germania non ha previsto l'eventualità di un successo del ricorso. La Commissione non può pertanto giungere alla conclusione che tale rinuncia sia stata basata sul principio del creditore privato. Tale somma è pertanto considerata come un aiuto.

(89) La Germania sostiene che la GvH2/3 non è mai stata un'impresa in difficoltà e che le diverse misure finanziarie in suo favore non costituivano pertanto degli aiuti. Sia nella decisione d'avvio della procedura formale d'esame che nella decisione di estensione di tale procedura, la GvH2 è considerata come un'impresa in difficoltà fin dal momento della sua costituzione. Riguardo alla questione, la Commissione rinvia alla sua analisi dettagliata in occasione dell'avvio dell'estinzione della procedura e segnala che dalla relazione annuale in suo possesso risulta chiaramente che la GvH2/3 è sovraindebitata e che produce in perdita fin dalla sua creazione, nonostante una revisione del debito e gli apporti in capitaleeffettuati in seguito dallo Stato. Di conseguenza, le misure finanziarie accordate all'impresa tramite risorse statali sono considerate ancora come un aiuto. La Commissione rinvia a questo proposito alla sua valutazione delle singole misure finanziarie in causa.

(90) Misure 31 e 32: La Germania ha presentato dei rapporti redatti dalla società PME a riprova del fatto che la GvH2 non è in difficoltà da quando è stata fondata e che la TIB ha pertanto agito in qualità di investitore privato allo scopo di ricavare un utile. Come già spiegato, la relazione del 15 dicembre 1995 considera unicamente, per i risultati previsionali dell'impresa per il 1996 e il 1997, la partecipazione del 49 % della TIB. Le previsioni contenute in tale rapporto sono già stateesposte dianzi.

(91) Secondo la Commissione, il volume d'affari stimato non è realista, in quanto non è basato su uno studio di mercato appropriato. Alla luce dei precedenti risultati dell'impresa e tenuto conto del fatto che dal 1992 il settore della porcellana è affetto da sovracapacità produttiva, non è realista pensare di raggiungere neppure le cifre d'affari ipotizzate nel caso più sfavorevole. Inoltre, la ristrutturazione della GvH1 non avuto successo; pertanto avrebbe dovuto essere chiaro che, in caso di prosecuzione dell'attività, sarebbe stata necessaria una radicale ristrutturazione per consentire un'attività più redditizia. Una tale operazione sarebbe durata sicuramente più di due anni e, inoltre, sarebbe stata necessaria una considerevole partecipazione finanziaria da parte dei soci. Anche nella previsione più ottimista dei risultati non vi sarebbero stati benefici per lo Stato. La Commissione non può pertanto concludere che la TIB ha agito da investitore operante alle condizioni di mercato.

(92) Misure 33-35, 37 e 38 elargite da banche pubbliche: Nonostante le dichiarazioni della Germania, la Commissione constata che i risultati finanziari della GvH2 rivelano che l'impresa era in difficoltà al momento della concessione delle misure. È oltremodo dubbio che un investitore privato possa accordare all'impresa un sostegno finanziario di tale portata, anche alle condizioni di mercato. Inoltre, come risulta dalla tabella in appresso, nessuno dei crediti è stato accordato al tasso di mercato.

>SPAZIO PER TABELLA>

(93) Tali crediti della TAB sono stati garantiti da diversi diritti ipotecari sugli attivi dell'impresa. La Commissione ricorda che gli attivi immobilizzati della GvH1 non sono stati acquisiti nel quadro di un'asta pubblica aperta, trasparentee incondizionata. Direttamente finanziati da un aiuto, tali attivi non possono essere considerati come garanzie private. Inoltre, nel 1998 gli esperti hanno stimato che il valore dei terreni, dei fabbricati e delle installazioni ammontava a 3,560 milioni di DEM. Tenuto conto dell'importo dei crediti, tale somma non può essere considerata come una garanzia sufficiente. A ciò si aggiunge il fatto che la rinuncia della TAB alla sua posizione nella tabella dei creditori (misura 41) dimostra che la costituzione della garanzia aveva un carattere puramente formale, senza la minima intenzione di esecuzione.

(94) Tenuto conto delle gravi difficoltà dell'impresa, del tasso d'interessee dell'assenza di garanzie private accettabili, la Commissione conclude che tali crediti hanno costituito un aiuto, anche nella loro interezza.

(95) Misura 41: Rinuncia della TAB alla sua posizione nella tabella dei creditori. Tale misura procura un vantaggio all'impresa, in quanto essa non era costretta a rimborsare immediatamente tali crediti, e andava pertanto considerato come un aiuto. Non è tenuto conto del suo importo per evitare conteggi ripetuti.

B. Aiuti presumibilmente coperti da regimi di aiuto approvati

(96) Una parte degli aiuti concessi alla GvH1, GvHiA e GvH2/3 è stata accordata presumibilmente nel quadro di regimi di aiuto autorizzati. Dal momento che la Commissione aveva nutrito seri dubbi riguardo alla conformità delle misure finanziarie con le condizioni dei regimi d'aiuto in virtù dei quali esseerano state presumibilmente accordate, ha emesso un'ingiunzione di informazione in virtù dell'articolo 10, paragrafo 3, del regolamento (CEE) n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo 1999, riguardanti le modalità d'applicazione dell'articolo 93 del trattato CE(10), in cui chiedeva di trasmetterle ogni documento, elemento e dato giustificativo.

(97) Nell'allargare la procedura formale d'esame, la Commissione ha constatato, secondo le informazioni a sua disposizione, che le misure 2, 3 e 4 rispettavano le condizioni dei regimi d'aiuto autorizzati, in forza dei quali esseerano state accordate. Tali misure sono state di conseguenza considerate come un aiuto esistente che non andavano rivalutate dalla Commissione. La Commissione constata inoltre che secondo le sue informazioni non si può concludere che le misure 6, 8, 13, 15, 16, 19, 25, 26, 36, 40 e 43 rispondevano alle condizioni dei regimi d'aiuto autorizzati sulla cui baseesseerano state presumibilmente accordate. Tale valutazione è parzialmente rivista sulla base delle informazioni comunicate dopo l'estensione della procedura d'indagine formale.

(98) Misura 6: Una cauzione della DtA per 7,68 milioni di DEM, presumibilmente accordata nel quadro di un regime d'aiuto autorizzato(11). Malgrado le asserzioni della Germania, la Commissione conferma la sua valutazione secondo la quale la cauzione supera la soglia di 1 milione di DEM previsto nel quadro del regime d'aiuto autorizzato e non rispetta le norme relative al cumulo. Di conseguenza, la Commissione ritiene che tale cauzione non rientra palesemente nel regime d'aiuto e va pertanto qualificata come aiuto ad hoc.

(99) Misura 8: Prestito di 1 milione di DEM accordato nel quadro di un regime d'aiuto autorizzato(12). Sulla base delle informazioni disponibili, la Commissione reputa che tale prestito rientrava notoriamente nel regime d'aiuto sulla cui baseesso era stato accordato e andava pertanto qualificato come aiuto esistente.

(100) Misura 13: La Commissione ricorda che tale misura è accordata nel quadro di un regime d'aiuto nei confronti del quale la Commissione ha avviato la procedura formale d'esame per uso improprio(13). La Commissione ricorda inoltre che tale regimeera destinato esclusivamente alle PMI non in difficoltà(14). Gli elementi comunicati rivelano che la GvH1 non andava classificata come PMI e che al momento della concessione della sovvenzioneessa risultava in difficoltà. Ne consegue che, secondo la Commissione, la sovvenzione non rientra manifestamente nel regime d'aiuto in virtù del qualeessa è stata presumibilmente accordata e va pertanto qualificata come aiuto ad hoc.

(101) Misure 15, 16 e 19: La Germania sostiene che la Commissioneera a conoscenza del regime di aiuto in virtù del quale tali garanzieerano state accordatee cheesse andavano pertanto considerate come un aiuto esistente(15). Tuttavia, la Commissione ricorda che dalla registrazione di un aiuto come aiuto non notificato non si può concludere che il regime d'aiuto è stato approvato. Tali cauzioni vanno pertanto classificate come aiuti ad hoc.

(102) Misura 25: Agevolazioni fiscali all'investimento elargite nel quadro dei regimi regionali autorizzati(16). Dopo aver esaminato le informazioni fornite dalla Germania, la Commissione conclude che le misure hanno rispettato i massimali previsti nei regimi d'aiuto in base ai quali sono stati accordati vantaggi fiscali all'investimento e che detti vantaggi costituiscono pertanto un aiuto esistente.

(103) Misura 26: La Commissione ha verificato che le sovvenzioni alla ricerca e allo sviluppo soddisfano, conformemente alle indicazioni fornite, le condizioni del regime d'aiuto in virtù del qualeesse sono stateelargite(17), e in particolare le condizioni relative al massimale annuo e all'intensità d'aiuto ammissibili. Esse costituiscono pertanto un aiuto esistente.

(104) Misura 27: Come rilevato nell'estensione della procedura formale d'esame, le sovvenzioni per la promozione dell'occupazione non soddisfavano palesemente le condizioni del regime d'aiuto in virtù del qualeesseerano state accordate(18). La Commissione ricorda che in tale regime le misure finanziarie di questo tipo non possono valere come aiuti in quanto non favoriscono una determinata impresa. Le imprese privatizzate non possono pertanto avvalersi di misure finanziarie di questo tipo in quanto, dopo la privatizzazione, i progetti messi a punto avvantaggiano l'impresa, non l'interesse generale. Le informazioni disponibili rivelano che il progetto consisteva essenzialmente nello sgombero di una parte delle installazioni della GvH1 dai loro vecchi impianti e macchinari, nell'interesse dell'impresa stessa. Pertanto, la Commissione non può concludere che il progetto non abbia presentato un vantaggio economico per la GvH1. Essa precisa inoltre che le imprese privatizzate non sono autorizzate a partecipare ai progetti di tale natura e che le sovvenzioni sono state accordate in parte dal Land della Turingia, benché la Bundesanstalt für Arbeit sia l'unico organismo autorizzato a elargire questo tipo di sovvenzioni. La Commissione si attiene pertanto al suo giudizio secondo il quale tali sovvenzioni costituiscono un aiuto che va classificato come aiuto ad hoc.

(105) Misura 36: Sovvenzioni dirette all'investimento presumibilmente concesse nel quadro di un regime d'aiuto regionale(19) entro il massimale previsto per le sovvenzioni all'investimento accordate alle PMI, in applicazione della raccomandazione 96/280/CE della Commissione, del 3 aprile 1996, relativa alla definizione delle piccolee medie imprese(20). Comeera già stato segnalato dalla Commissione al momento dell'estensione della procedura formale d'esame, la GvH2 non era una PMI al momento dell'erogazione delle sovvenzioni. Di conseguenza, nonostante la Germania abbia obiettato che vale come momento determinante la data di deposito della domanda, la Commissione persiste nel considerare che l'aiuto non soddisfa manifestamente le condizioni del regime d'aiuto e costituisce pertanto un aiuto ad hoc(21).

(106) Misura 39: La Commissione riconsidera in parte il suo giudizio sulle sovvenzioni concesse dopo il 1997. Tali sovvenzioni pari a circa 0,686 milioni di DEM, erano state accordate nel 1996 sulla base dello stesso regime d'aiuto della misura 27, e per le stesse ragioni, non rispettavano le condizioni del suddetto regime. D'altro canto, le sovvenzioni pari a circa 1,358 milioni di DEM, concesse nel 1997, rientravano in un altro regime di aiuto autorizzato(22) e, secondo i dati disponibili, corrispondevano alle condizioni previste da tale regime. Di conseguenza, quest'ultima somma costituisce un aiuto esistente.

(107) Misura 40: A seguito della verifica delle informazioni comunicate dalla Germania, la Commissione conclude che i massimali fissati nel regime d'aiuto sono stati rispettati con tali vantaggi fiscali all'investimento(23), che costituiscono pertanto un aiuto esistente.

(108) Misura 43: Sovvenzioni alla ricerca e allo sviluppo accordate dal 1997 al 2000 e considerate, nella decisione di estensione della procedura, come non manifestamente pertinenti al regime d'aiuto per le PMI(24). Secondo le relazioni annuali, nel 2000 la GvH2 risultava al di sotto delle soglie fissate per le PMI; ciononostante, va precisato che tali relazioni non tengono conto dell'organico della vetreria di Schmiedenfeld. Dal momento che un'impresa può essere classificata come PMI solo se tale fenomeno si presenta per due anni di seguito, tali sovvenzioni costituiscono pertanto un aiuto nuovo.

(109) Tenuto conto dei fatti su esposti e sulla base delle informazioni disponibili, le misure 2, 3, 4, 8, 25, 26 e parte delle misure 39 e 40 costituiscono un aiuto esistente. Il loro importo deveessere pertanto preso in considerazione nella valutazione della proporzionalità.

C. Aiuti di importanza minore (de minimis)

(110) La Germania sostiene che le misure 15, 16, 21 e 42 rientrano nel regime degli aiuti de minimis. Secondo tale regime, l'importo totale dell'aiuto de minimis non può eccedere i 100000 EUR nell'arco di un periodo di tre anni, a partire dal momento della prima erogazione. Tale importo copre l'intero aiuto pubblico erogato come aiuto de minimis e non pregiudica la possibilità per il beneficiario di ottenere altri aiuti sulla base dei regimi approvati dalla Commissione.

(111) Per quanto riguarda le garanzie rilasciate nel quadro delle misure 15, 16 e 21, la Commissione reputa che dal momento che il loro importo non viene considerato al fine di evitare doppi conteggi, essa non può concludere che tali garanzie non costituiscano un aiuto. Nella comunicazione della Commissione dell'11 marzo 2000 sull'applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE agli aiuti di Stato, concessi sotto forma di garanzie(25), si legge: "Qualora l'inadempimento del mutuatario appaia assai probabile al momento in cui viene concessa la garanzia, ad esempio poiché il medesimo versa in difficoltà finanziaria, il valore della garanzia potrà addirittura coincidere con l'importo da essa effettivamente assistito". In altri termini, l'elemento di aiuto contenuto in tali garanzie rappresenta il 90 % dei crediti per i quali tali garanzie sono state costituite. Con ciò risulta largamente superato l'importo massimo previsto dal regime de minimis.

(112) Per quanto riguarda la misura 42, nei periodi 1996-2000 e 1999/2000 sono state concesse sovvenzioni che rientrano nel campo d'applicazione del regime de minimis. Dal momento che la Germania ha segnalato che le condizioni d'applicazione del regimeerano soddisfatte, la Commissione ritiene che le somme in causa rientrano nel suddetto regime.

D. Deroga prevista all'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato CE

(113) Secondo tali precisazioni, la Commissione deve considerare l'aiuto che ammonta a circa 139,399 milioni di DEM come un aiuto ad hoc. L'articolo 87, paragrafi 2 e 3, del trattato CE stabilisce possibili deroghe all'incompatibilità del principio enunciato al paragrafo 1 dello stesso articolo.

(114) Le deroghe previste all'articolo 87, paragrafo 2, del trattato CE non si applicano alla fattispecie, in quanto le misure finanziarie non sono aiuti a carattere sociale concessi ai singoli consumatori, né aiuti destinati a ovviare ai danni arrecati da calamità naturali oppure da altri eventi eccezionali, né aiuti all'economia di determinate regioni della Repubblica federale di Germania.

(115) Altre deroghe sono indicate nell'articolo 87, paragrafo 3, lettere a) e c), del trattato CE. Dal momento che l'obiettivo principale degli aiuti non è lo sviluppo regionale, bensì la ricostituzione della redditività a lungo termine di un'impresa che versa in difficoltà finanziarie, sono applicabili alla fattispecie solo le disposizioni derogatorie di cui all'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato CE. Tale comma prevede infatti l'approvazione di aiuti di Stato destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività, sempre cheesse non alterino le condizioni degli scambi in misura contraria al comune interesse. Per la valutazione degli aiuti al salvataggio e alla ristrutturazione, la Commissione ha stabilito linee direttive specifiche. Dopo un loro esame, essa ritiene che nessun altro dispositivo comunitario, ad esempio per gli aiuti alla ricerca e allo sviluppo, gli aiuti alla protezione dell'ambiente, gli aiuti alle PMI o all'occupazionee alla formazione, sia applicabile al caso in oggetto.

(116) Dal momento che, secondo i dati disponibili l'aiuto è stato concesso prima del 30 aprile 2000, vanno applicate(26) le linee direttive comunitarie per gli aiuti di Stato al salvataggio e alla ristrutturazione delle imprese in difficoltà, del 23 dicembre 1994(27) (in appresso linee direttive). La Commissione ricorda che tali direttive stanno ad indicare il metodo applicato dalla Commissione per la valutazione della compatibilità con il mercato comune degli aiuti al salvataggio e alla ristrutturazione. Dal momento che si tratta di una prassi applicata ormai da lunga data, tali linee direttive sono applicabili pertanto anche agli aiuti accordati prima del 1999.

a) Ripristino della redditività

(117) La concessione di aiuti alla ristrutturazione richiede un piano di ristrutturazione realistico, coerentee di grande portata che consenta di ristabilire, entro un termine ragionevole, la redditività a lungo termine dell'impresa, sulla base di ipotesti realistiche. In genere gli aiuti alla ristrutturazione dovrebbero essere concessi una sola volta.

(118) Nella fattispecie, la GvH1, GvHiA e GvH2/3 hanno beneficiato costantemente di aiuti accordati presumibilmente a fini di ristrutturazione, sulla base di una serie di piani sottoposti alla Commissione. Tali piani, nessuno escluso, sono falliti ed è difficile stabilire le misure che sono state realmente adottate. La Commissione distingue due grandi periodi di ristrutturazione: il primo, dal 1990-1995, e il secondo, a partire dal 1995. Il fallimento della GvH1 e il cambio di investitori sono stati decisivi ai fini dell'operazione di ristrutturazione. Ciononostante, nei due periodi suddetti hanno avuto luogo importanti cambiamenti.

Primo periodo di ristrutturazione

(119) Il primo piano di ristrutturazione confermava la saturazione del mercato e prevedeva la soppressione del 50-70 % delle capacità nella Turingia e nella Sassonia. Nonostante ciò, la GvH1 pronosticava il raddoppio delle vendite nell'arco dei due anni, puntando sugli effetti positivi del mercato comune. Per la Commissione tali cifreerano troppo ottimistichee questo primo piano di ristrutturazione, finanziato integralmente tramite risorse dello Stato e misure contabili, non si basava su misure interne, bensì su fattori esterni sui quali l'impresa non aveva alcuna influenza.

(120) Il piano rivisto per il periodo 1993-1996 prevedeva una nuova erogazione di aiuti. Secondo la Commissione, la perdita di ordini dalla Russia e dall'Iran non è imputabile a causeesterne, imprevedibili da parte dell'impresa, bensì a errate previsioni di mercato. La sostituzione di un forno difettoso non era condizionato da causeesternee, dal momento che l'investitore si è avvalso del diritto alla garanzia nei confronti della THA, si è portati a concludere che tale situazioneera pienamente prevedibile al momento della privatizzazione. Inoltre, è possibile derogare al principio della concessione unica di aiuti alla ristrutturazione solo nel caso in cui un piano di ristrutturazione garantisca il ripristino della redditività a lungo termine. Tenuto conto quindi dei risultati ottenuti fino a quel momento dalla GvH1, dell'ammontare del suo debito, della saturazione del mercato e del crollo dei mercati tradizionali dell'impresa, la Commissione dubita del realismo del piano di ristrutturazione rivisto. Ancora una volta le previsioni di vendita sembrano troppo ottimiste(28) e non si basano su uno studio di mercato. Infine, benché il piano sottolinei l'urgenza assoluta della rinegoziazione del debito, esso non presenta, tuttavia, nessuna misura concreta in tal senso. I dubbi della Commissione sono corroborati dal fatto che nel 1995 la GvH1 ha presentato istanza di fallimento.

(121) Per quanto riguarda la GvHiA, al momento della concessione degli aiuti in suo favore, non esisteva per la massa fallimentare nessun piano di ristrutturazione o di liquidazione. Come già sottolineato nella decisione di estensione della procedura di indagine formale, i crediti, oggetto delle misure finanziarie 28 e 29, non rispondevano alle condizioni previste per gli aiuti destinati al salvataggio. Infatti, il periodo generalmente accettato di sei mesi è stato in questo caso largamente superato senza la minima giustificazione. La Germania non ha fornito alcuna prova del fatto che i crediti fossero stati accordati alle condizioni di mercato. La rinuncia ai crediti della misura 30 non contiene alcun elemento di solvibilità e non esiste alcuna prova che l'ammontare dei crediti fosse limitato all'importo necessario alla prosecuzione dell'attività dell'impresa. Infine, tenuto conto dell'eccesso di capacità produttive generalizzate nel settore della porcellana, è pressocché improbabile che tale misura finanziaria non abbia inciso in maniera insosenibile sullo squilibrio della situazione industriale in altri Stati membri. Dal momento che non esiste un piano di ristrutturazione per la GvHiA, tali misure finanziarie non soddisfano le condizioni di compatibilità con il mercato comune previste per gli aiuti alla ristrutturazione.

Secondo periodo di ristrutturazione

(122) Considerata l'evoluzione della GvH1, è lecito dubitare che il fallimento dell'impresa possa essere qualificato come imprevedibile. La costituzione della GvH2 era correlata con la consecutiva concessione di aiuti alla ristrutturazione che non erano giustificati. Inoltre, attenendosi alle relazioni presentate, si può dubitare del ripristino della redditività a lungo termine. Nella relazione del 15 dicembre 1995, in cui viene analizzata la situazione nel contesto della partecipazione della TIB, mancava uno studio di mercato, una distinta dei costi di ristrutturazione (indipendentemente dagli investimenti) e ogni chiarimento circa il finanziamento previsto per tali costi. Il previsto ritorno alla produttività veniva presentato nel quadro di tre possibili scenari con volumi di vendita ogni volta diversi, che non sembravano basarsi affatto su ipotesi realistiche. Tenendo conto del fatto che dal 1992 il settore della porcellana è caratterizzato da sovracapacità, anche le cifre d'affari previste nel peggiore dei casi risultavano difficilmente realizzabili. Mai prima di allora si era ottenuto un volume d'affari tanto elevato ed era molto improbabile che un'impresa nata da una procedura di fallimento, potesse riuscirci. Inoltre, la ristrutturazione della GvH1 non aveva avuto successo e, di conseguenza, era ovvio che in caso di prosecuzione dell'attività dell'impresa, sarebbe stata necessaria una radicale ristrutturazione per consentire un'efficace attività produttiva. Un processo di questo tipo sarebbe durato sicuramente più di due anni.

(123) Tali dubbi sono stati confermati dalla perizia stilata per l'esercizio 1997 da un controllore contabile indipendente. Nel suo rapporto del 3 luglio 1998 era giunto alla conclusione che non si poteva determinare se un'eventuale ristrutturazione della GvH2 avrebbe avuto successo, a motivo soprattutto della stima troppo ottimistica dell'evoluzione del volume d'affari rispetto ad un portafoglio di ordini più vuoto che pieno.

(124) Il piano di ristrutturazione è stato rivisitato nel 1998 al momento dell'acquisizione dell'impresa da parte del sig. Frowein che per il 1999 contava su un risultato positivo di 0,195 milioni di DEM e per il 2000 su 0,655 milioni, mentre nel giugno 1998 la società aveva registrato perdite pari a 0,8 milioni. Due mesi più tardi, tali perditeerano già quadruplicate. Si è proceduto pertanto ad una nuova revisione del piano. Il calcolo dei risultati previsti si basava su una remissione dei debiti cheera stata evidentemente promessa al sig. Frowein al momento dell'acquisizione dell'impresa(29), ma che, evidentemente, non è stata ancora effettuata. Inoltre, l'impresa era in attesa di nuovi crediti bancari, neppure questi accordati. Evidentemente le banche hanno ritirato il loro sostegno, ad eccezione della TAB, che nel 1999 ha ancora acconsentito a rinunciare alla sua posizione nella tabella dei creditori, per evitare il fallimento. Anche in questo caso si tratta di un aiuto alla ristrutturazione, che, dopo quelli cheerano stati già accordati, era assai difficile da giustificare in nome del principio dell'"unicità".

(125) La seconda revisione di questo piano di ristrutturazione è stata verificata nel 1999 da una società di consulenza. Nella sua perizia, essa è giunta alla conclusione che, fino al 31 dicembre 1998, non erano state coperte da capitale perdite per un importo pari a 8,166 milioni di DEM e che, per la sopravvivenza dell'impresa, era indispensabile procedere ad una remissione dei debiti, a nuove iniezioni di capitalee a investimenti. In tale rapporto si specificava che la solvibilità dell'impresa non era stata presa in considerazione. Secondo il bilancio, la Commissione constata che l'impresa ha realizzato un risultato d'esercizio pari a 24000 DEM nel 2000, ma il rapporto d'esercizio per lo stesso anno cita un sovraindebitamento pari a 9,298 milioni di DEM. Ciò conferma i dubbi della Commissione riguardo al ripristino della produttività della GvH2/3, dubbi espressi sia nel momento dell'avvio che dell'estensione della procedura formale di indagine.

(126) Sulla base di quanto sopra, la Commissione ritiene che la concessione reiterata d'aiuti non è giustificata da causeesternee imprevedibili. L'aiuto non è stato accordato neppure sulla base di un piano di ristrutturazione fondato, che consenta di ristabilire la sostenibilità a lungo termine dell'impresa.

b) Prevenzione di inammissibili distorsioni della concorrenza

(127) Il piano di ristrutturazione deve contenere misure intese a compensare le conseguenze sfavorevoli per i concorrenti; in caso contrario, l'aiuto contrasta con l'interesse comunee non può beneficiare di una deroga sulla base dell'articolo 87, paragrafo 3, lettera c), del trattato CE. Se ad una valutazione obiettiva della situazione della domanda e dell'offerta risulta una sovracapacità strutturale di un determinato mercato della Comunità europea sul quale è attivo il beneficiario dell'aiuto, il piano di ristrutturazione deve contribuire, in proporzione all'aiuto percepito, alla ristrutturazione del settore che interessa tale mercato tramite una riduzione o l'arresto definitivo delle capacità di produzione.

(128) Il mercato della porcellana è saturo e soffre di sovracapacità. Di conseguenza, gli aiuti accordati ad un'impresa di tale settore alterano gravemente la concorrenza e pregiudicano gli scambi tra gli Stati membri. Data la notevole portata degli aiuti nel caso in oggetto, assume particolare importanza il contributo del beneficiario alla riduzione della capacità di produzione.

(129) I diversi piani di ristrutturazione presentati prevedono riduzioni della capacità, sia sul piano dell'organico che del volume di produzione. Dopo il primo piano di ristrutturazione, la GvH1 impiegava 626 lavoratori nel dicembre 1991 e 269 nel dicembre 1999. Per quanto riguarda la produzione, la Germania segnala che nel corso del primo periodo di ristrutturazione, il volume di produzioneera stato ridotto da 8000-6500 t all'anno a 4000 t all'anno. La Germania aggiunge inoltre che la sostituzione di una batteria di forni con un forno unico ha consentito di ridurre ulteriormente il volume di produzione a circa 2300 t all'anno. Essa precisa inoltre che i forni sono stati distrutti e la superficie di produzione è stata ridotta.

(130) Alla luce delle informazioni fornite dalla Germania, la Commissione riconosce che si è proceduto effettivamente ad una riduzione sostenibile della capacità di produzione.

c) Aiuto proporzionato ai costi e ai vantaggi della ristrutturazione

(131) L'importo e l'intensità dell'aiuto devono essere limitati al minimo ammissibile necessario per consentire la ristrutturazionee devono essere in rapporto con i vantaggi previsti da un'ottica comunitaria. I beneficiari dell'aiuto devono pertanto contribuire al piano di ristrutturazione con risorse proprie. Inoltre, va evitato che l'aiuto sia accordato in una forma che impedisca all'impresa di disporre di liquidità eccedenti da impiegare in azioni aggressive suscettibili di provocare distorsioni del mercato in settori non interessati dal processo di ristrutturazione.

(132) Come già sottolineato nella decisione di estensione della procedura formale di indagine, alcuni piani di ristrutturazione presentati nel frattempo non contengono alcun calcolo esatto dei costi di ristrutturazione. I piani sono stati modificati di continuo ed è difficile determinare pertanto il costo delle misure di ristrutturazioneeffettivamente applicate. In mancanza di un calcolo globale di tali costi, è impossibile stabilire se gli aiuti siano stati limitati allo stretto necessario e sapereesattamente il fine a cui sono stati destinati.

(133) Nell'avvio e nell'estensione della procedura formale di indagine, la Commissione ha osservato che non era stata fornita alcuna indicazione circa il contributo dell'investitore. Nel caso della GvH1, questi non ha pagato il prezzo d'acquisto della società, né ha contribuito al capitale della GvH1 comeera stato concordato con la THA al momento della revisione del contratto di privatizzazione. Non si è potuto far ricorso a nessuna delle garanzie costituite nel quadro del pool di garanzie accanto ad altre garanzie. Nel caso della GvH2/3, il sig. Frowein ha versato solo 0,2 milioni di DEM per l'acquisto della società. La Germania pretende ora che vengano versati come contributo privato 6 milioni di DEM non appena conclusa la procedura formale di indagine. La Commissione ricorda tuttavia che dalla decisione della Commissione dipende l'erogazione dell'aiuto, non il contributo dell'investitore, e che su tale punto non si constata un sostegno dell'impresa da parte del suo acquirente. Inoltre, non è stata fornita alcuna prova riguardo all'effettivo apporto della suddetta somma. Alla luce della recente dichiarazione di fallimento della GvH2/3, si presume che nessuno degli importi previsti sarà versato.

(134) Di conseguenza, la Commissione non può stabilire che gli aiuti concessi siano proporzionati ai costi e ai vantaggi della ristrutturazione. Il fatto che una parte sostanziale di tali aiuti serva da liquidità, lascia intravedere la possibilità che l'aiuto consenta all'impresa di disporre di liquidità supplementari, destinabili ad attività agressive, suscettibili di provocare distorsioni sul mercato, ad esempio a fini di spodestamento o l'acquisizione del pacchetto di controllo in imprese concorrenti. La Commissione insiste sul fatto che i ricorrenti hanno segnalato in particolare queste due possibilità.

(135) Le informazioni a disposizione della Commissione non le consentono di accertare se tale concorrenza di evizione sia stata praticata. In caso di assunzione di quote nella società Glashütte Schmiedefeld GmbH, tuttavia la Commissione non può escludere che gli aiuti concessi alla GvH2/3 siano stati impiegati a tal fine.

d) Attuazione definitiva del piano di ristrutturazione

(136) Tenuto conto della moltitudine di piani di ristrutturazione, la maggior parte dei quali è fallita, nonché della loro incessante modifica, la Commissione non è in grado di affermare che tali condizioni delle linee direttive sia stata soddisfatta.

VII. CONCLUSIONI

(137) La Commissione constata che la Germania ha accordato illecitamente l'aiuto in oggetto, violando le disposizioni dell'articolo 83, paragrafo 3, del trattato CE. Inoltre, l'aiuto è incompatibile con il mercato comunee va pertanto restituito dal beneficiario. Conformemente alla pratica corrente della Commissione e alla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, all'impresa che ha effettivamente beneficiato dell'aiuto va imposta la restituzione dello stesso. Tenuto conto dei cambiamenti riguardanti il beneficiario dell'aiuto, la Commissione giudica opportuno definire l'ampiezza dell'obbligo di restituzione dell'aiuto.

(138) Nella sua decisione di avvio e di estensione della procedura formale d'indagine, la Commissione constatava che la GvH2 portava avanti l'attività della GvH1. Le due società possedevano gli stessi attivi, erano presenti sugli stessi mercati di prodotti della stessa marca e fabbricavano gli stessi prodotti con le stesse installazioni e lo stesso personale (anche dopo la riduzione del personale). Inoltre, nulla stava ad indicare che terzi avessero preso atto della nuova configurazione.

(139) La Commissione riconosce che la GvH1 e la GvH2 sono persone giuridiche distinte. Tuttavia, l'attività della GvH1 è stata portata avanti durante la procedura di fallimento e alla GvH2 sono state vendute immobilizzazioni nel quadro della prosecuzione delle attività. Oltre a ciò, la Commissione ha constatato che la cessione degli attivi della GvHiA alla GvH2 non era avvenuta nel quadro di una gara d'appalto aperta e senza condizioni. La presunta ricerca di un investitore è durata solo 4 mesi. Secondo le ultime informazioni comunicate prima dell'avvio della procedura formale di indagine, il Land Turingia ha cercato ancora prima dell'avvio della procedura di fallimento, tramite l'intermediazione della LEG, una soluzione per la GvHiA, che includesse una partecipazione dello Stato, cosa che si è peraltro avverata. Per tale ragione, la Commissione non è in grado di sostenere che i nuovi acquirenti della GvH2 - GvHiA e TIB - fossero stati selezionati come miglior offerenti in seguito ad un'asta pubblica e incondizionata. Benché la Germania avesse dichiarato cheerano state avviate trattative con diversi acquirenti potenziali, la Commissione è in possesso della risposta di un concorrente nella qualeegli sostiene di essere stato scartato dall'offerta.

(140) Per quanto riguarda in particolare il controllo del capitale, la Commissione ha constatato una concordanza tra GvH1 e GvH2, con il 51 % del capitale detenuto ufficialmente dalla GvHiA, vale a dire la massa fallimentare della GvH1. Inoltre, il capitale iniziale della GvH2 era stato finanziato tramite fondi provenienti dal patrimonio fallimentare della GvH1. Il saldo di 0,49 milioni di DEM e il prezzo di 8,5 milioni di DEM cheera stato pagato per gli attivi, sono stati messi a disposizione dallo Stato, creditore principale della GvH1. Dopo la cessionee il trasferimento degli attivi, il denaro, le immobilizzazioni e il controllo della nuova persona giuridica sono rimasti nelle stesse mani.

(141) In forza della pratica corrente della Commissione, allorché un'impresa destinataria di un aiuto sia venduta al suo valore quotato, il cedente conserva il beneficio di tale aiuto. Dal momento che nella fattispecie non ha avuto luogo alcuna asta senza condizioni, la Commissione non può concludere a contrario che il prezzo pagato per l'acquisto degli attivi della GvH1 corrisponda al suo valore corrente. L'acquirente, la GvH2, ha quindi beneficiato anch'esso dell'aiuto cheera stato accordato alla GvH1.

(142) Inoltre, nella sua qualità di creditore principale dell'impresa in liquidazione, lo Stato avrebbe dovuto comportarsi come un creditore privato, al fine di escludere che fossero in gioco aiuti statali a motivo del suo intervento. Un creditore privato avrebbe probabilmente proceduto alla liquidazione dell'impresa perché fossero soddisfatti i suoi diritti, qualora la costituzione di una nuova società e il trasferimento successivo degli attivi non servissero a vendere la società al miglior offerente, al fine di ottenere il miglior prezzo e la soddisfazione dei suoi diritti. La Commissione non può concludere che fosse questo il caso, in quanto lo Stato ha ripreso il 49 % dell'impresa, ha finanziato l'acquisto degli attivi e ha rivenduto solo due anni dopo la sua quota ad un prezzo nettamente inferiore a quello da lui stesso pagato.

(143) Infine, nella sua decisione di estendere la procedura formale di indagine nei confronti della GvH3, la Commissione segnala cheeventuali modifiche nella composizione del capitale non portano all'esistenza di una nuova persona giuridica esente da crediti. Gli acquirenti possono tutelarsi procedendo con la necessaria prudenza. Ciò vale in particolare per il sig. Frowein, che conosceva la situazione dell'impresa, fin dall'avvio della procedura di fallimento. Pertanto, la GvH3 va considerata la stessa impresa della GvH2(30). Va inoltre osservato che il sig. Frowein non è stato selezionato in seguito ad una procedura di bando di gara pubblica, trasparentee senza condizioni.

(144) La Commissione conclude che, per la corretta applicazione della presente decisione, la Germania deve comportarsi come un creditore privato che agisce con prudenza. Il diritto nazionale non deveessere applicato in termini svantaggiosi, al punto che il recupero diventi oltremodo difficile o addirittura impossibile. Ciò significa sostanzialmente che la Germania deve cercare di recuperare i crediti quanto prima, utilizzando allo scopo tutti i mezzi disponibili. Nessun principio di diritto nazionale può opporsi all'applicazione integrale del diritto europeo(31).

(145) Per evitare che la presente decisione perda effetto e che la distorsione della concorrenza continui, la Commissione può essere costretta a pretendere che il recupero non si limiti unicamente all'impresa originaria, bensì che si estenda anche all'impresa che ne garantisce la sopravvivenza, grazie a mezzi di produzione che le vengono trasferiti, qualora determinati elementi di tale trasferimento indichino una certa continuità economica tra le due entità(32).

(146) La Commissione ritiene che oltre all'aiuto concesso direttamente in loro favore, la GvH2/3 beneficino anche dell'aiuto accordato ai loro predecessori. Di conseguenza, al fine di dare un seguito adeguato alla presente decisione, la Germania deve agire non solo nei confronti del beneficiario diretto dell'aiuto, ma anche contro i suoi successori. Pertanto, la GvH2/3 deve rimborsare non solo l'aiuto ottenuto illegalmente a proprio nome, ma anche congiuntamente l'aiuto illegale concesso a favore della GvH1, ivi compreso quello accordato nel corso della procedura di fallimento. Inoltre, la Germania deve agire nei confronti di altre imprese, che potrebbero trarre vantaggio dal trasferimento degli attivi in causa ed eludere in tal modo le conseguenze della presente decisione(33),

HA ADOTTATO LA PRESENTE DECISIONE:

Articolo 1

1. L'aiuto di Stato al quale la Germania ha dato esecuzione in favore della società Graf von Henneberg Porzellan GmbH è incompatibile con il mercato comune.

2. L'aiuto incompatibile di cui al paragrafo 1 comprende le misure finanziarie seguenti in favore della società Graf von Henneberg Porzellan GmbH, costituita nel 1990, e successivamente denominata Graf von Henneberg in Abwicklung:

a) prestito della Hessischen Landesbank (HeLaBa) accordato nel quadro delle misure 5, 20 e 21, che ammontava inizialmente a complessivi 28,530 milioni di DEM;

b) prestito della Bayerischen Landesbank accordato nel quadro delle misure 7, 12, 17 e 18, che ammontava inizialmente a complessivi 43,023 milioni di DEM;

c) garanzia della Treuhandanstalt (THA) nel quadro della misura 10 per un importo pari a 8,629 milioni di DEM;

d) sovvenzioni della THA nel quadro della misura 11 per un importo pari a 13,871 milioni di DEM;

e) sovvenzione nel quadro delle misura 13 per un importo pari a 5 milioni di DEM;

f) prestito della Sparkasse di Ilmenau nel quadro della misura 22, che ammontava inizialmente a 3,2 milioni di DEM;

g) prestito della Sparkasse di Erfurt nel quadro della misura 23, che ammontava inizialmente a 1,5 milioni di DEM;

h) acconto versato dalla Thüringer Aufbaubank (TAB) nel quadro della misura 24 per un importo pari a 2 milioni di DEM;

i) sovvenzioni pari a 2,077 milioni di DEM nel quadro della misura 27, relativo alla promozione dell'impiego.

L'aiuto incompatibile comprende anche le seguenti misure finanziarie concesse in favore della società Graf von Henneberg Porzellan GmbH, costituita nel 1995 e tuttora presente sul mercato:

a) prestito della HeLaBa per un importo pari a 2 milioni di DEM nel quadro della misura 28;

b) remissione dei debiti da parte della Bundesanstalt für vereinigungsbedingte Sonderaufgaben nel quadro della misura 30, per un importo pari a 0,940 milioni di DEM;

c) compartecipazione della società Thüringer Industriebeteiligungs GmbH & Co. KG (TIB) nel capitale iniziale della GvH2 per un importo pari a 0,490 milioni, nel quadro della misura 31;

d) prestito partecipativo per un importo pari a 0,490 milioni di DEM accordato dalla TIB nel quadro della misura 32;

e) prestito della TAB, per un importo totale iniziale di 20,521 milioni di DEM, accordato nel quadro delle misure 33, 34, 35, 37 e 38;

f) sovvenzioni dirette all'investimento, per un importo pari a 5,981 milioni di DEM, nel quadro della misura 36;

g) somma pari a 0,686 milioni di DEM, versata fino al 1996 tramite sovvenzioni per la promozione dell'occupazione, nel quadro della misura 39;

h) sovvenzioni alla ricerca e allo sviluppo per un importo pari a 0,451 milioni di DEM, accordate nel quadro della misura 43.

Articolo 2

1. La Germania prende tutti i provvedimenti necessari per recuperare dal beneficiario l'aiuto di cui all'articolo 1, già posto illegalmente a sua disposizione, eccezion fatta per aiuti già rimborsati, interessi compresi, dalla data della loro erogazione.

2. Il recupero vieneeseguito senza indugio e secondo le procedure del diritto interno a condizione che queste consentano l'esecuzione immediata ed effettiva della presente decisione. L'aiuto da recuperare comprende gli interessi che decorrono dalla data in cui l'aiuto è divenuto disponibile per il beneficiario fino al suo effettivo rimborso. Gli interessi sono calcolati sulla base del tasso di riferimento utilizzato per il calcolo dell'equivalente sovvenzione nell'ambito degli aiuti a finalità regionale.

3. Ai fini del paragrafo 2, il termine "beneficiario" designa la società Graf von Henneberg Porzellan GmbH, costituita nel 1990, e attualmente in fallimento, la società Graf von Henneberg Porzellan GmbH, costituita nel 1995, anch'essa responsabile dell'aiuto concesso ai suoi predecessori, nonché tutte le altre imprese alle quali gli attivi delle persone giuridiche precitate saranno trasferite in maniera tale da eludere il seguito della presente decisione.

Articolo 3

Entro due mesi dalla notifica della presente decisione la Germania informa la Commissione circa i provvedimenti presi per conformarvisi.

Articolo 4

La Repubblica federale di Germania è destinataria della presente decisione.

Fatto a Bruxelles, il 30 ottobre 2001.

Per la Commissione

Mario Monti

Membro della Commissione

(1) GU C 272 del 23.9.2000, pag. 30.

(2) Cfr. nota 1.

(3) GU C 211 del 28.7.2001, pag. 27.

(4) Ad eccezione di un terreno che, secondo le informazioni fornite dalla Germania, era stato venduto.

(5) Per tale credito, si trattava di un anticipo sulle sovvenzioni della THA nel quadro della misura 11, che è stato versato interamente. Apparentemente non sono state avanzate richieste di rimborso a causa della riduzione delle sovvenzioni, neppure alla scadenza dei due mesi per i quali era stato accordato il credito. D'altro canto, il credito è stato prolungato per ulteriori 6 mesi.

(6) Informazioni disponibili sul sito internet della Cerame-Unie (http://www.cerameunie.org).

(7) Panorama dell'Industria europea 1997, 9-20; NACE (Revisione 1). Cfr. anche la decisione 1999/157/CE della Commissione nella causa C 35/97, Triptis Porzellan GmbH (GU L 52 del 27.2.1999, pag. 48).

(8) GU C 273 del 9.9.1997, pag. 3.

(9) GU C 209 del 10.7.1997, pag. 3.

(10) GU L 83 del 27.3.1999, pag. 1.

(11) N 591/90, SG (90) D/91620 del 20 dicembre 1990.

(12) N 318/90, SG (90) D/ 27178 del 14 novembre 1990.

(13) C 69/98, ex N 408/1993.

(14) Secondo tale regime d'aiuto, le PMI dispongono di un effettivo massimo di 250 dipendenti e realizzano un volume d'affari pari a 40 milioni di DEM o dispongono di attivi immobilizzati per un valore pari a 20 milioni di DEM.

(15) NN 25/95.

(16) Leggi sui vantaggi fiscali all'investimento del 1991 [C 59/91, SG (92) D/8068 del 18 giugno 1993] e del 1993 [N 561/92, SG (92) D/16623 del 24 novembre 1992]. Tali regimi prevedono entità d'aiuto diverse per le grandi e le piccole impresee contengono disposizioni relative al cumulo con altri aiuti a finalità regionale.

(17) N 477/91, SG (91) D/ 22704, del 25 novembre 1991.

(18) NN 117/92, SG (95) D/341 del 13 gennaio 1995.

(19) 24o Piano quadro del compito di interesse comune "Miglioramento delle struttureeconomiche regionali", N 531/95, GU C 291 del 4.10.1996, pag. 4.

(20) GU L 107 del 30.4.1996, pag. 4.

(21) Cfr. regolamento (CE) n. 69/2001 della Commissione: "L'aiuto de minimis si deve considerareerogato nel momento in cui sorge per il beneficiario il diritto a ricevere l'aiuto stesso" (GU L 10 del 13.1.2001, pag. 30). Cfr. anche l'allegato II del regolamento (CE) n. 70/2001 della Commissione, in cui si fa costantemente riferimento all'erogazione dell'aiuto (GU L 10 del 13.1.2001, pag. 33). Cfr. anche regolamento (CE) n. 659/1999, in cui si parla sempre di "concessione" dell'aiuto (nota 16).

(22) NN 107/97, in vigore dal 1o aprile 1997, autorizzato tramite lettera SG (98) 1049 del 6 febbraio 1993.

(23) La legge del 1996 sulle agevolazioni fiscali all'investimento prevede intensità d'aiuto diverse per piccolee grandi imprese [N 494/95, SG (95) D/17154 del 27 dicembre 1995].

(24) N 331/96, SG (97) D/482 del 23 gennaio 1997.

(25) GU C 71 dell'11.3.2000, pag. 14, paragrafo 3.2.

(26) GU C 368 del 23.12.1994, pag. 12.

(27) Il punto 7.5 delle linee direttive del 1999 afferma che: "La Commissioneesaminerà la compatibilità con il mercato comune di ogni aiuto destinato al salvataggio e alla ristrutturazione concesso senza l'autorizzazione della Commissione [...]: [...] sulla base delle linee direttive in vigore nel momento in cui l'aiuto è concesso [...]" (GU C 288 del 9.10.1999, pag. 2).

(28) Senza alcuna motivazione, il piano prevedeva un aumento del volume d'affari da 14 milioni di DEM a oltre 40 milioni di DEM nello spazio di un anno.

(29) Secondo una lettera del sig. Frowein del 3.1.1998, in possesso della Commissione.

(30) In caso di acquisto di una quota, l'impresa mantiene l'obbligo di rimborsare l'aiuto. Cfr. ad esempio la sentenza del 21 marzo 1991 nella causa C-303/88, Italia/Commissione, Racc. 1991, pag. I-1433.

(31) Cfr. nota 33, considerando 60.

(32) Decisione 2000/536/CE della Commissione, Seleco SpA (GU L 227 del 7.9.2000, pag. 24).

(33) Cfr. decisioni 2000/567/CE della Commissione, SMI (GU L 238 del 22.9.2000, pag. 50) e 2000/796/CE della Commissione, CDA (GU L 318 del 16.12.2000, pag. 62).

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