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Document 52022JC0028

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Definire la rotta verso un pianeta blu sostenibile - Comunicazione congiunta sull'agenda dell'UE per la governance internazionale degli oceani

JOIN/2022/28 final

Bruxelles, 24.6.2022

JOIN(2022) 28 final

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Definire la rotta verso un pianeta blu sostenibile - Comunicazione congiunta sull'agenda dell'UE per la governance internazionale degli oceani

{SWD(2022) 174 final}


Introduzione

Gli oceani sono indispensabili per la vita sulla Terra, apportano benefici e svolgono funzioni preziose per le persone e per l'intero pianeta. Hanno un ruolo cruciale nella regolazione del clima, forniscono più ossigeno di tutte le foreste messe insieme e sono essenziali per affrontare sfide globali urgenti quali la sicurezza alimentare, l'energia e la transizione verde. Fanno parte del patrimonio sociale e culturale delle comunità costiere e sono fondamentali per il commercio internazionale, in quanto oltre l'80 % degli scambi mondiali avviene via mare e circa due terzi dell'approvvigionamento mondiale di petrolio e gas provengono dal mare o sono trasportati via mare. Tuttavia l'oceano è ancora spesso trascurato e utilizzato per scopi illeciti quali la pirateria, il terrorismo o le rapine a mano armata in mare, la tratta di esseri umani, il traffico illecito di sostanze e il contrabbando di armi.

La governance internazionale degli oceani mira ad affrontare le numerose sfide derivanti dal ruolo pluridimensionale e interconnesso degli oceani. Nel 2016 l'Unione europea è stata la prima economia leader ad avviare un'agenda sulla governance internazionale degli oceani 1 e a impegnarsi a favore di oceani sicuri, puliti, sani e gestiti in modo sostenibile. Se la risolutezza dell'UE è invariata, diversi sviluppi intervenuti da allora giustificano un aggiornamento dell'agenda.

In primo luogo la lotta ai cambiamenti climatici e al degrado ambientale è una delle principali priorità politiche dell'UE. Gli oceani sono parte integrante del Green Deal europeo e della visione di un'Europa più forte nel mondo e rappresentano una questione globale che richiede una risposta multilaterale 2 .

In secondo luogo il declino degli oceani sta accelerando in quanto le attività umane non sostenibili e i loro effetti dannosi continuano a degradare gli oceani, causando profondi cambiamenti con il rischio di raggiungere punti di non ritorno. Lo stato di emergenza degli oceani si riflette nel limitato mantenimento dei pertinenti impegni globali, in particolare degli obiettivi di Aichi nel quadro della convenzione sulla diversità biologica (CBD) e dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile con il relativo obiettivo di sviluppo sostenibile 14 (OSS 14 - Vita sott'acqua).

In terzo luogo gli oceani costituiscono uno dei principali scenari geopolitici mondiali, come dimostrato dal recente aumento delle tensioni nel Mediterraneo orientale e nel Mar cinese meridionale, con gli Stati membri che chiedono il rispetto dell'integrità territoriale e dei diritti di navigazione nonché una risoluzione pacifica delle controversie. L'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina sta compromettendo la stabilità globale e la sicurezza della regione del Mar Nero, destando preoccupazioni circa le sue implicazioni marittime.

In quarto luogo gli oceani hanno acquisito forza politica a livello mondiale: il 2022 sarà un anno decisivo, in cui si svolgeranno diversi negoziati cruciali 3 e conferenze sugli oceani 4 . È un tema che ha acquisito maggiore importanza nei dibattiti internazionali sul clima e la biodiversità. La crisi dei marittimi, aggravata dalla pandemia di COVID-19, ha evidenziato l'importanza della dimensione sociale, vale a dire di condizioni di lavoro e di vita dignitose per i marittimi 5 . La questione del mancato rispetto delle disposizioni e delle norme concordate a livello internazionale da parte di alcuni Stati, che si traduce in una concorrenza sleale e distorce la parità di condizioni a scapito dei portatori di interessi dell'UE, ha assunto rilevanza anche a livello internazionale. I registri aperti sono un caso esemplare.

Trattandosi della più grande zona economica esclusiva integrata al mondo e tenuto conto degli sviluppi di cui sopra, è essenziale che l'UE e i suoi Stati membri riaffermino e aggiornino il loro impegno a favore di una migliore governance degli oceani.

Minacce agli oceani 6

A causa del riscaldamento, il ritmo a cui stanno scomparendo le specie marine è il doppio di quello a cui scompaiono le specie terrestri.

Il 34,2 % delle attività di pesca in mare a livello mondiale comportano uno sfruttamento eccessivo.

Negli ultimi quarant'anni l'Artico ha perso una zona ghiacciata pari a sei volte le dimensioni della Germania.

Con un riscaldamento di 2ºC oltre il 99 % delle barriere coralline andrebbe perduto.

Ogni anno vengono prodotti 300 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma solo il 9 % viene riciclato.

Il livello medio del mare continuerà a salire di circa 0,3 metri entro il 2050 e di 2 metri entro il 2100 nello scenario ad altissime emissioni di gas a effetto serra, con un rischio di sfollamenti forzati che coinvolgerebbero fino a 340 milioni di persone entro il 2050 e 630 milioni di persone entro il 2100.

Obiettivi

Grazie all'agenda sulla governance internazionale degli oceani del 2016 e del processo di consultazione dei portatori di interessi nel settore degli oceani 7 , l'UE assumerà un ruolo ancora più attivo nella governance internazionale degli oceani e nell'attuazione dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite e del relativo OSS 14:

·rafforzando il quadro internazionale di governance degli oceani a livello globale, regionale e bilaterale;

·trasformando in realtà la sostenibilità degli oceani entro il 2030 mediante l'adozione di un approccio coordinato e complementare alle sfide comuni e agli effetti cumulativi;

·rendendo gli oceani uno spazio sicuro e protetto in un contesto in cui la concorrenza nelle acque internazionali e le sfide all'ordine multilaterale basato su regole sono in continuo aumento;

·sviluppando le conoscenze sugli oceani a livello internazionale per poter prendere decisioni basate su dati concreti che si traducano in azioni volte a proteggere gli oceani e a gestirli in modo sostenibile.

PRINCIPALI PRIORITÀ DELL'UE IN MATERIA DI GOVERNANCE INTERNAZIONALE DEGLI OCEANI 8

Arrestare la perdita di biodiversità marina e invertirne la tendenza:

-concludere quanto prima un ambizioso trattato delle Nazioni Unite sull'alto mare (Biodiversità nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale);

-raggiungere un ambizioso quadro globale post-2020 in materia di biodiversità con il 30 % delle zone marine protette entro il 2030;

-designare nuove zone marine protette su larga scala nell'Oceano Australe.

Proteggere i fondali marini:

-vietare le attività estrattive in acque profonde fino a quando le lacune scientifiche non siano adeguatamente colmate, le attività estrattive non producano effetti nocivi e l'ambiente marino non sia protetto in modo efficace;

-regolamentare, ove necessario, l'uso degli attrezzi da pesca più dannosi per la biodiversità.

Garantire attività di pesca e di acquacoltura sostenibili:

-perseguire un approccio di tolleranza zero nei confronti della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN);

-sviluppare l'accordo globale dell'OMC sulle sovvenzioni dannose alla pesca concluso nel giugno 2022 e sollecitarne il rafforzamento con gli elementi non ancora concordati;

-rivedere le norme di commercializzazione dell'UE per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura.

Garantire il rispetto delle norme e degli standard internazionali:

-promuovere l'adempimento delle responsabilità degli Stati di bandiera da parte di quelli che fungono da registri aperti.

Combattere i cambiamenti climatici per un oceano sano:

- raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, anche mediante la decarbonizzazione della pesca e delle altre attività marittime;

- preservare il ruolo di "carbonio blu" degli oceani;

- prima di sviluppare nuove applicazioni di geoingegneria per la rimozione dell'anidride carbonica, garantire una base scientifica adeguata che giustifichi tali attività e un'adeguata valutazione dei rischi e degli effetti associati.

Combattere l'inquinamento marino:

-concludere un ambizioso accordo globale sulla plastica giuridicamente vincolante entro il 2024.

Sviluppare la conoscenza degli oceani:

-incoraggiare la creazione di un'interfaccia scientifico-politica intergovernativa per la sostenibilità degli oceani, con l'obiettivo di istituire un gruppo intergovernativo per la sostenibilità degli oceani (IPOS).

Investire negli oceani:

-investire fino a un miliardo di EUR per la biodiversità oceanica e costiera e per il clima, anche nelle acque d'altura (2021-2027);

-stanziare 350 milioni di EUR all'anno per la ricerca oceanica (Orizzonte Europa 2021-2027).

Gli strumenti dell'UE per la governance internazionale degli oceani

A livello globale l'UE ha reputazione di promotrice di risposte multilaterali coordinate ai problemi globali e sostenitrice del sistema internazionale basato su regole. Gli oceani necessitano di un approccio collettivo basato sulle disposizioni del diritto internazionale e incentrato sulla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) 9 . Attraverso la sua influenza politica e diplomatica radicata nella difesa dei diritti e dei valori fondamentali e nella promozione dello sviluppo sostenibile in linea con l'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), l'UE assume un ruolo di mediatore onesto, ponte e volano nei negoziati, nei consessi e nei processi internazionali, sostenendo in tal modo le decisioni e le azioni essenziali per una governance sostenibile degli oceani.

In linea con il Green Deal europeo, la comunicazione congiunta sul multilateralismo, la bussola strategica dell'UE, la politica dell'UE per un Artico pacifico, sostenibile e prospero e la strategia dell'UE per la cooperazione nella regione indo-pacifica 10 , l'UE persegue partenariati e alleanze con paesi terzi, organizzazioni multilaterali e regionali, comprese le organizzazioni internazionali incaricate di definire le norme, sfruttando il suo potere finanziario e normativo, e con attori non statali quali le ONG, gli operatori economici, la comunità scientifica e la società civile in generale. Ciò avviene attraverso dialoghi regionali e bilaterali, la cooperazione allo sviluppo in materia di oceani 11 , attività di sensibilizzazione e iniziative mirate, la formazione di alleanze sulle priorità fondamentali e la (co)organizzazione di eventi globali con molteplici portatori di interessi volti a mobilitare ulteriormente l'azione globale e a darle slancio.

Attraverso la strategia per la sicurezza marittima dell'Unione europea (EUMSS) e il suo piano d'azione riveduto 12 , elaborato per garantire la sicurezza in mare, l'UE affronta le sfide che riguardano la sicurezza degli oceani, quali la criminalità transfrontaliera e organizzata, le minacce alla libertà di navigazione e alla biodiversità, le sfide per la sicurezza climatica o il degrado ambientale dovuto a scarichi illegali o accidentali.

L'UE ritiene che dare l'esempio possa ispirare progressi e contribuire a creare una visione condivisa per lo sviluppo di un approccio sostenibile alla gestione degli oceani in tutto il mondo e riconosce che la vera leadership inizia a casa. Ciò si riflette in particolare nella politica della pesca dell'UE, che si basa su una politica comune della pesca riformata e sulle azioni contro la pesca illegale non dichiarata (INN); sull'approccio dell'UE per un'economia blu sostenibile; sulla direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo; sui quadri di cooperazione macroregionali e per i bacini marittimi; sulla politica ambientale, che fa riferimento in particolare alla direttiva quadro dell'UE sulla strategia per l'ambiente marino, alla strategia sulla biodiversità per il 2030, al piano d'azione per l'inquinamento zero e alla proposta di legge sul ripristino dell'ambiente naturale; sulla politica climatica, incentrata in particolare sulla normativa dell'UE sul clima, sul pacchetto Pronti per il 55 % (Fit for 55) e sulla strategia di adattamento; sulla normativa in materia di sicurezza dei trasporti marittimi; e sulle azioni in materia di dati, osservazione e ricerca, in particolare nell'ambito della componente Copernicus del programma spaziale dell'UE, del programma di finanziamento della ricerca e dell'innovazione "Orizzonte Europa 2021-2027" e della missione europea "Far rivivere i nostri oceani e i nostri mari entro il 2030" 13 .

1.Rafforzare il quadro internazionale di governance degli oceani

La protezione e la conservazione della biodiversità marina sono priorità fondamentali dell'azione esterna dell'UE in vista del futuro strumento internazionale giuridicamente vincolante sulla biodiversità marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale (BBNJ) nel quadro dell'UNCLOS e del futuro quadro globale post-2020 in materia di biodiversità, compreso l'obiettivo di protezione del 30 % entro il 2030 proposto nell'ambito della convenzione sulla diversità biologica. L'UE mira a raggiungere un accordo vincolante a livello internazionale sulla biodiversità marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale entro il 2022 e garantirne l'effettiva ratifica e attuazione. Oltre al suo impegno attivo nei negoziati, l'UE ha guidato, adoperandosi nell'ambito della diplomazia degli oceani, l'istituzione di una coalizione di ambizione elevata in materia di biodiversità marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale 14 per promuovere un accordo ambizioso, equo ed efficace. Inoltre, grazie alla sua influenza diplomatica e alle sue capacità di sensibilizzazione, continua ad aiutare a mediare un accordo sulla designazione di nuove zone marine protette nell'Oceano australe quale importante contributo all'obiettivo di protezione del 30 % entro il 2030.

Per quanto riguarda le attività estrattive nei fondali marini, vi è un ampio consenso nella comunità scientifica e tra gli Stati 15 sul fatto che le conoscenze relative all'ambiente delle acque d'altura e agli effetti delle attività estrattive non siano sufficientemente complete per poter disporre di un processo decisionale basato su dati concreti che consenta uno sfruttamento sicuro 16 . L'UE continuerà a sostenere il divieto di attività estrattive in acque profonde fino a quando tali lacune scientifiche non saranno adeguatamente colmate, non si possa dimostrare che le attività estrattive non producono effetti nocivi e, come richiesto dall'UNCLOS, non saranno in vigore le disposizioni necessarie nella normativa in materia di sfruttamento per un'efficace protezione dell'ambiente marino. L'UE continuerà a contribuire ai negoziati sulla normativa in materia di sfruttamento presso l'Autorità internazionale dei fondi marini (ISA) al fine di conseguire un solido quadro per la protezione dell'ambiente marino, che comprenda norme e orientamenti per i valori di soglia e le disposizioni normative. Analogamente l'UE sostiene la ricerca per migliorare le conoscenze sugli ecosistemi delle acque profonde e sulle tecnologie di monitoraggio e sorveglianza.

L'UE chiede ed è pronta a sostenere i più elevati standard internazionali in materia di trasparenza, buona governance e inclusione dei portatori di interessi nelle organizzazioni internazionali, quali l'ISA e l'OMC.

Le attività di pesca dovrebbero rispettare i principi della conservazione a lungo termine e dell'uso sostenibile delle risorse marine vive e degli ecosistemi marini.

Adottando un approccio di tolleranza zero nei confronti della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), l'UE mira a creare condizioni di parità per gli operatori onesti e sostenere il rispetto delle norme di conservazione e di gestione finalizzate all'uso sostenibile delle risorse alieutiche. Attraverso i dialoghi sulla pesca INN con i paesi terzi sulla base del regolamento INN, l'UE garantisce inoltre che i paesi rispettino gli obblighi internazionali.

Gli accordi di partenariato per una pesca sostenibile (APPS) forniscono un quadro solido per la cooperazione bilaterale con paesi terzi partner selezionati e contribuiscono a rafforzare le politiche marine, marittime e della pesca, compresi gli aspetti ambientali, sociali e commerciali.

In occasione della 12a conferenza ministeriale dell'OMC l'UE ha assunto un ruolo guida nella conclusione di un accordo volto a vietare le sovvenzioni dannose alla pesca, in linea con l'obiettivo di sviluppo sostenibile 14.6 delle Nazioni Unite (OSS 14.6). In particolare l'UE è riuscita a sollecitare il riconoscimento di un legame tra la gestione sostenibile della pesca e la capacità di sovvenzionare la pesca degli stock sovrasfruttati, il divieto assoluto di sovvenzioni che contribuiscono alla pesca INN, disposizioni specifiche per le acque d'altura che non sono gestite da un'organizzazione regionale di gestione della pesca (ORGP) e rigorosi requisiti di trasparenza. L'UE continuerà a svolgere un ruolo di primo piano nel proseguimento dei negoziati per norme supplementari dell'OMC relative alle sovvenzioni che contribuiscono alla sovraccapacità e alla pesca eccessiva, in linea con l'OSS 14.6.

L'UE è il principale attore delle organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP) e degli organismi per la pesca a livello mondiale. Al loro interno l'UE promuove la sostenibilità degli stock ittici e un processo decisionale trasparente basato su solidi pareri scientifici, favorisce la ricerca scientifica e rafforza il rispetto degli obblighi.

Anche la conservazione e l'uso sostenibile delle risorse marine vive dell'Artico, compresi gli stock ittici, sono fondamentali. In quanto parte dell'accordo volto a impedire la pesca non regolamentata nelle acque d'altura del Mar Glaciale Artico centrale, l'UE si è impegnata a garantirne la piena attuazione 17 .

Nell'ambito della sua strategia sulla biodiversità per il 2030 l'UE sta elaborando un "piano d'azione" per la conservazione delle risorse alieutiche e la protezione degli ecosistemi marini, oltre a misure volte a limitare l'impatto della pesca, anche sui fondali marini, e a contribuire agli obiettivi ambientali.

La protezione dell'ambiente marino è coordinata a livello regionale attraverso l'impegno dell'UE nell'ambito delle convenzioni marittime regionali, in particolare attraverso i forti legami con l'attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino dell'UE, garantendo così un livello di ambizione equivalente tra gli Stati membri dell'UE e i paesi terzi con riguardo alla protezione dei mari e degli oceani.

L'UE intrattiene strette relazioni con diversi partner, come il partenariato a lungo termine con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, e intende rafforzarle attraverso l'accordo di partenariato con l'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OACPS), che subentrerà all'accordo di Cotonou. Insieme agli accordi di partenariato e di cooperazione (APC) dell'UE e agli accordi commerciali con molti partner terzi, costituirà il fondamento di un maggiore impegno politico e strategico basato su valori e obiettivi comuni.

La cooperazione per gli oceani sotto la guida dell'UE

Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN)

·La Commissione collabora regolarmente con 93 paesi terzi nel quadro della cooperazione amministrativa per l'attuazione del sistema di certificazione delle catture previsto dal regolamento INN.

·Dal 2010, a 27 paesi terzi è stata notificata la possibilità di essere identificati come paesi non cooperanti nella lotta contro la pesca INN.

·17 paesi hanno attuato con successo le azioni necessarie e la notifica di cui erano oggetto è stata ritirata.

·L'UE è parte dell'accordo FAO sulle misure di competenza dello Stato di approdo, il primo accordo internazionale vincolante contro la pesca INN.

Accordi di partenariato per una pesca sostenibile (APPS)

·Attualmente sono 13 i protocolli APPS in vigore tra l'UE e paesi terzi:

onove accordi per i tonnidi: Cabo Verde, Costa d'Avorio, Sao Tomé e Principe, Gabon, Isole Cook, Seychelles, Maurizio, Senegal e Gambia (con una componente relativa al nasello per gli ultimi due paesi);

oquattro accordi misti: Groenlandia, Marocco, Mauritania e Guinea-Bissau.

Organizzazioni regionali di gestione della pesca (ORGP)

·Le ORGP sono le organizzazioni internazionali che disciplinano le attività di pesca regionali nelle acque d'altura.

·L'UE è la parte principale di ORGP a livello mondiale e partecipa a cinque ORGP che gestiscono la pesca tonniera e a 13 ORGP che gestiscono altre specie.

·L'UE e i suoi Stati membri hanno presentato due proposte di zone marine protette alla CCAMLR, una nell'Antartide orientale (nel 2012) e un'altra nel Mare di Weddell (nel 2016). Una volta approvate, queste zone marine protette tuteleranno un'area di 3 207 milioni di chilometri quadrati, dando un contributo essenziale alla lotta contro i cambiamenti climatici e alla protezione della biodiversità marina dell'Antartide.

Convenzioni marittime regionali

·Le convenzioni marittime regionali e i piani d'azione forniscono quadri intergovernativi per far fronte al degrado degli oceani e dei mari a livello regionale.

·L'UE è parte contraente di tre convenzioni marittime regionali che riguardano le acque marine dell'UE:

ola convenzione di Helsinki – HELCOM (Mar Baltico),

ola convenzione OSPAR – OSPAR (Atlantico nordorientale),

ola convenzione di Barcellona – UNEP-MAP (Mediterraneo).

Altri strumenti

·L'UE intrattiene diversi dialoghi ad alto livello e partenariati con partner importanti, oltre ai due partenariati oceanici sulle questioni relative agli oceani con il Canada e la Cina.

·L'UE garantisce la cooperazione attraverso i suoi strumenti finanziari, tra cui:

olo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI) – Europa globale;

oil Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (FEAMPA).

2.Verso la sostenibilità degli oceani entro il 2030

2.1 Gli oceani e i cambiamenti climatici

Gli oceani e i cambiamenti climatici sono strettamente interconnessi: gli oceani e i loro ecosistemi sono fondamentali per regolare il clima e nel contempo subiscono il forte impatto dei cambiamenti climatici. Le azioni per gli oceani e quelle per il clima devono pertanto andare di pari passo. Un progresso in questo senso è la decisione dell'UNFCCC adottata in occasione della COP 26 di portare avanti un dialogo annuale sugli oceani e sui cambiamenti climatici per rafforzare l'azione di mitigazione dei cambiamenti climatici e di adattamento a questi ultimi 18 .

Il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite 19 ha lanciato un allarme sugli effetti dei cambiamenti climatici sugli oceani 20 . L'IPCC ha sottolineato la necessità di ridurre drasticamente le emissioni di gas a effetto serra e di intraprendere azioni di adattamento durature e solide. È essenziale combinare azioni in tutti i settori, negli oceani e sulla terra, adottando nel contempo un approccio coordinato per affrontare le questioni interconnesse dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e dell'inquinamento.

L'UE ha sancito nella sua normativa la neutralità climatica entro il 2050, in linea con l'accordo di Parigi, e si è impegnata a ridurre le emissioni di gas a effetto serra derivanti dalle attività marittime e a compiere progressi continui nell'adattamento ai cambiamenti climatici. La Commissione europea ha proposto una serie di misure per garantire che il trasporto marittimo dell'UE contribuisca al raggiungimento di tale obiettivo, tra cui una nuova norma sull'intensità dei gas a effetto serra dell'energia utilizzata a bordo delle navi (FuelEU Maritime), l'estensione del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) al trasporto marittimo e una revisione delle direttive esistenti in materia di tassazione dell'energia, infrastrutture per i combustibili alternativi ed energie rinnovabili.

A livello mondiale è in vigore un quadro normativo sull'efficienza energetica delle nuove navi e le misure di efficienza energetica per le navi esistenti entreranno in vigore nel novembre 2022. È inoltre in corso l'elaborazione di orientamenti in materia di sicurezza per le navi che utilizzano carburanti alternativi e una nuova serie di misure concrete ("a medio termine"). L'UE ha proposto all'IMO i principi per una misura internazionale di fissazione del prezzo del carbonio e raccomanda che questa azione sia combinata con una norma sui gas a effetto serra a livello mondiale. L'IMO ha inoltre avviato una revisione della sua strategia iniziale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra delle navi, al fine di rafforzarne i livelli di ambizione.

Nella stessa ottica l'UE continuerà la sua azione per decarbonizzare il settore della pesca e ridurre anche la dipendenza dai combustibili fossili (in particolare il diesel) 21 , esplorando ad esempio misure di mitigazione, strategie di pesca e attrezzi da pesca che riducano le emissioni 22 e migliorino l'efficienza dell'uso dell'energia. Analogamente sta analizzando i progressi scientifici e tecnologici, in particolare nell'ambito dei programmi quadro di ricerca dell'UE, al fine di elaborare entro la fase iniziale del 2023, in stretta collaborazione con tutti i portatori di interessi, un piano d'azione che fornisca consulenza e migliori pratiche su come modificare un peschereccio per renderlo più efficiente sotto il profilo energetico e ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra. Tale analisi comprenderà anche l'acquacoltura.

L'UE ritiene che l'energia eolica e oceanica offshore rientri nella soluzione per conseguire l'obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, in linea con la strategia dell'UE per le energie rinnovabili offshore 23 . Vanta un'esperienza unica nello sviluppo delle energie rinnovabili offshore e si impegna a sostenere tale sviluppo in tutto il mondo, come è avvenuto finora 24 .

Le soluzioni basate sulla natura 25 possono contribuire anche alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento a questi ultimi, aumentando l'assorbimento e lo stoccaggio del carbonio, riducendo i rischi nelle zone costiere e apportando numerosi altri benefici, quali una migliore qualità dell'acqua e una maggiore resilienza degli ecosistemi e delle comunità.

Il nesso tra cambiamenti climatici, prevenzione del degrado degli ecosistemi e perdita della biodiversità

·Tutti gli scenari di emissioni per il XXI secolo prevedono una riduzione della biomassa globale delle comunità di animali marini e del potenziale di cattura della pesca e un cambiamento nella composizione delle specie.

·Ciò costituirà una sfida per la governance internazionale e nazionale degli oceani e della pesca. Lo spostamento nella distribuzione degli stock ittici tra giurisdizioni soggette alla governance potrebbe destabilizzare gli accordi internazionali esistenti in materia di pesca e aumentare il rischio di conflitti internazionali.

·La domanda di gestione della pesca transfrontaliera potrebbe aumentare, con particolare attenzione all'adattamento e alla resilienza delle risorse alieutiche.

·Per rafforzare gli approcci precauzionali, l'UE continuerà a ricostituire le attività di pesca sovrasfruttate o depauperate e ad applicare strategie di gestione della pesca 26 .

Comprendere i punti di non ritorno degli ecosistemi

·Occorre migliorare la quantificazione dello stoccaggio e dei flussi di carbonio negli ecosistemi marini e comprendere i punti di non ritorno degli ecosistemi dettati dal clima.

·È inoltre necessario quantificare meglio i costi e i benefici delle risposte all'innalzamento del livello del mare, che può incidere anche sulle linee di base a partire da cui sono stabiliti diversi diritti marittimi, in linea con l'UNCLOS.

Vi è un crescente interesse per le attività di rimozione del biossido di carbonio che sfruttano gli oceani. Il protocollo della convenzione di Londra consente e disciplina la cattura e il sequestro del carbonio nelle formazioni geologiche sottomarine e vieta la fertilizzazione degli oceani, ad eccezione delle attività di ricerca 27 .

L'UE è parte della convenzione sulla biodiversità, che chiede di garantire che non si svolgano attività geo-ingegneristiche legate al clima che possano incidere sulla biodiversità fino a quando non vi sia una base scientifica adeguata che giustifichi tali attività e una valutazione adeguata dei rischi associati per l'ambiente e la biodiversità e degli effetti sociali, economici e culturali che ne conseguono 28 .

2.2 Lotta contro l'inquinamento marino

L'UE si è impegnata a fermare tutti i tipi di inquinamento, in particolare quelli che dalle fonti terrestri arrivano al mare. L'inquinamento marino da plastica è decuplicato dal 1980 e necessita di una risposta globale. Dall'adozione della strategia sulla plastica nel 2018, l'UE ha avuto un ruolo trainante nella lotta contro l'inquinamento da plastica sia a livello internazionale attraverso i suoi sforzi diplomatici sia all'interno dell'Unione. È attivamente impegnata nei negoziati internazionali per stipulare un ambizioso accordo globale sulla plastica giuridicamente vincolante entro il 2024, come convenuto in occasione dell'UNEA5. È inoltre determinata a ridurre drasticamente l'inquinamento di origine terrestre di nutrienti e pesticidi chimici, provenienti anche dall'agricoltura, e ad adottare misure decisive delineate nel piano d'azione dell'UE per l'inquinamento zero. La storica decisione della convenzione di Barcellona di presentare all'IMO una proposta per designare il Mar Mediterraneo come zona di controllo delle emissioni di ossidi di zolfo ridurrà drasticamente l'inquinamento causato dalle navi.

Il rischio di inquinamento dovuto alle munizioni scaricate in mare deve essere affrontato in cooperazione con i paesi terzi e le organizzazioni internazionali. Si prevede che nei prossimi 5-10 anni le fuoriuscite di sostanze tossiche dalle munizioni scaricate durante la prima e la seconda guerra mondiale aumenteranno, minacciando l'ambiente marino e la sicurezza dei pescatori e di altri marittimi.

2.3 Promuovere l'adempimento delle responsabilità degli Stati di bandiera da parte di quelli che fungono da registri aperti

L'UE sta intensificando gli sforzi per affrontare i problemi connessi agli Stati di bandiera che agiscono come "registri aperti", scelti da alcuni operatori di navi per approfittare dello scarso rispetto degli obblighi internazionali di alcuni Stati o dello scarso controllo sulle navi (pesca e trasporto marittimo) battenti la loro bandiera.

La sfida dei "registri aperti" e le responsabilità degli Stati di bandiera

·Per quanto riguarda la pesca, la mancanza di un controllo adeguato sui propri pescherecci da parte di alcuni Stati di bandiera è uno dei principali fattori che contribuiscono alla pesca INN. L'UE deve garantire che tutti gli Stati di bandiera rispettino i loro obblighi internazionali in materia di lotta contro la pesca INN.

·La scarsa sorveglianza intenzionale da parte dei governi di questi Stati di bandiera, unitamente al fatto che tali Stati tendono a disporre di scarse capacità di regolamentazione, costituiscono validi motivi che spingono le imprese a registrarsi lontano dal loro paese di origine.

·Alcuni registri aperti noti per la loro scarsa attuazione del diritto marittimo sono comunemente utilizzati da alcuni proprietari di navi per sfuggire agli obblighi per il riciclaggio sostenibile e sicuro delle navi al termine del loro ciclo di vita. Cambiare bandiera prima della demolizione è una pratica comune che ostacola gravemente l'efficacia della pertinente normativa dell'UE in materia di riciclaggio delle navi al termine del loro ciclo di vita 29 . 

In tale contesto è essenziale che l'UE continui a promuovere la trasparenza della titolarità effettiva delle strutture societarie, che detengono navi registrate all'interno e all'esterno dell'UE, per essere in grado di individuare i responsabili di eventuali attività illegali o della scarsa attuazione degli obblighi internazionali e di altro tipo in materia di affari marittimi, pesca, ambiente, fiscalità, condizioni di lavoro e diritti dei lavoratori e di adottare le misure necessarie.

Nel contesto della lotta contro l'inquinamento marino è altresì importante che i proprietari delle navi che inquinano deliberatamente possano essere identificati in modo rapido ed efficace. Nonostante le norme dell'UE in materia di prevenzione dell'inquinamento provocato dalle navi e di conferimento dei rifiuti delle navi e nonostante i maggiori sforzi di sorveglianza e di applicazione 30 , gli scarichi illegali di petrolio e di altre sostanze inquinanti continuano a verificarsi regolarmente nelle acque europee e il rilevamento, e quindi il numero di procedimenti giudiziari, rimane basso. Sono state riscontrate difficoltà legate all'applicazione delle norme nel contesto transnazionale del trasporto marittimo, con differenze nei tipi e nei livelli di sanzioni tra gli Stati membri dell'UE.

2.4 Realizzare la transizione verso un'economia blu sostenibile globale

L'economia blu 31 è destinata a crescere nei prossimi anni 32 . In linea con il suo approccio all'economia blu, l'UE cercherà di promuovere la crescita economica e migliorare i mezzi di sussistenza, garantendo nel contempo l'uso sostenibile delle risorse marine e il benessere delle comunità costiere.

Inoltre i prodotti ittici apportano un importante contributo alla sicurezza alimentare e nutrizionale. Come principale mercato mondiale di importazione di prodotti ittici, l'UE si sta adoperando per garantire l'ingresso sul mercato solo a prodotti di provenienza e produzione sostenibili. Una gestione efficace della pesca e un'acquacoltura sostenibile sono infatti condizioni preliminari per una trasformazione positiva del sistema alimentare.

Per questo motivo con il suo regolamento INN l'UE mira a garantire che nessun prodotto della pesca catturato illegalmente arrivi sul mercato dell'Unione. L'UE continuerà a rafforzare la sua politica sviluppando strumenti informatici adeguati in tale contesto, tra cui un sistema digitalizzato di certificazione delle catture.

In linea con la strategia "Dal produttore al consumatore" 33 la Commissione presenterà una proposta legislativa per un quadro dei sistemi alimentari sostenibili al fine di integrare la sostenibilità in tutte le politiche relative all'alimentazione e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari, compresi i prodotti della pesca e dell'acquacoltura. Prenderà in considerazione requisiti adeguati in materia di sostenibilità per le importazioni di prodotti alimentari, nel rispetto degli impegni internazionali dell'UE, in particolare in seno all'OMC. Il quadro comprenderà anche norme sulla fornitura di informazioni sui risultati in termini di sostenibilità alimentare (etichettatura della sostenibilità).

Un'economia blu sostenibile deve essere sostenuta da una finanza sostenibile. L'UE sta incrementando gli investimenti nella salute degli oceani e nella transizione verso un'economia blu sostenibile. La piattaforma di investimento "BlueInvest" dell'UE canalizza il finanziamento di un'economia blu sostenibile all'interno e all'esterno dell'UE.

Il regolamento dell'UE sulla tassonomia delle attività sostenibili 34 definisce il finanziamento e gli investimenti sostenibili elaborando un elenco di attività economiche ecosostenibili e sancisce inoltre il principio del "non arrecare un danno significativo" per le attività economiche. La tassonomia contribuirà a spostare gli investimenti verso usi sostenibili e verso la protezione delle risorse marine e orienterà le imprese garantendo che le loro operazioni siano in linea con tale obiettivo.

2.5 Gestione integrata degli oceani attraverso le zone marine protette e la pianificazione dello spazio marittimo

Il costante aumento della domanda di utilizzo degli oceani richiede una pianificazione integrata dello spazio marittimo che tenga debitamente conto degli interessi di tutti i settori marittimi e del loro impatto sull'ambiente marino, nonché del loro contributo ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità. Sulla base di un approccio ecosistemico, la pianificazione dello spazio marittimo può sostenere il conseguimento degli obiettivi di conservazione e ripristino e contribuire a un'economia blu sostenibile. L'UE ha acquisito una notevole esperienza in questo settore e collabora con la COI dell'UNESCO per promuoverla a livello internazionale attraverso l'iniziativa globale della pianificazione dello spazio marittimo 35 . L'uso della pianificazione dello spazio marittimo promuove la cooperazione transfrontaliera e contribuisce a ridurre al minimo i conflitti territoriali e a gestire gli effetti cumulativi a livello mondiale.

L'UE promuove una rete rappresentativa ed ecologicamente coerente di zone marine protette ben gestite e altre efficaci misure di conservazione (OECM), con l'obiettivo di coprire il 30 % dello spazio marino entro il 2030. Si tratta di strumenti collaudati per ripristinare la biodiversità e conservare gli stock, conseguire il sequestro naturale del carbonio e promuovere pratiche sostenibili.

3.Garantire la sicurezza in mare

3.1 Sicurezza in mare

L'UE come garante della sicurezza marittima

·La sicurezza marittima è una condizione preliminare per un'economia blu sostenibile e per la pace e la stabilità in generale. Protegge le attività legittime da minacce effettive o potenziali legate a operazioni ostili, illegali e pericolose in mare. Consente il libero flusso degli scambi lungo le linee di comunicazione via mare. Costituisce parte integrante di un approccio globale alla governance degli oceani.

·La concorrenza nelle acque internazionali e le sfide per l'ordine multilaterale basato su regole sono in aumento.

·In qualità di attore riconosciuto della sicurezza marittima a livello internazionale l'UE si oppone fermamente a qualsiasi azione unilaterale che metta in pericolo la pace, la sicurezza e la stabilità in mare e che violi il diritto internazionale.

·In linea con l'UNCLOS, l'UE è impegnata a favore dello Stato di diritto e a garantire la pace e la sicurezza in mare attraverso il multilateralismo, architetture di sicurezza marittima regionali basate su regole e la collaborazione con i suoi partner della cooperazione.

In linea con la strategia per la sicurezza marittima, l'UE continua a rafforzare il suo ruolo di garante della sicurezza marittima all'interno e all'esterno delle sue frontiere. A tal fine adotta un approccio intersettoriale al carattere evolutivo delle sfide e delle minacce alla sicurezza marittima, tra cui gli attacchi informatici e ibridi, i crescenti effetti dei cambiamenti climatici, il deterioramento ambientale e i rischi che comportano per la stabilità e la sicurezza. Presterà particolare attenzione alle esigenze delle sue regioni ultraperiferiche, che sono particolarmente esposte a tali minacce.

La bussola strategica conferma inoltre la determinazione dell'UE a investire nella sicurezza marittima e nella sua presenza a livello internazionale per garantire il libero accesso ai corridoi marittimi di comunicazione e sostenere il diritto internazionale del mare. Essa illustra l'intenzione dell'UE di sfruttare appieno la politica di partenariato marittimo, ad esempio attraverso scali portuali, esercitazioni congiunte e lo sviluppo di capacità.

L'UE continuerà a collaborare con i suoi partner regionali in materia di sicurezza marittima per far fronte alla maggiore presenza di attori globali e regionali, alcuni dei quali non esitano a utilizzare forze irregolari in zone di instabilità, compromettendo in tal modo gli sforzi internazionali a favore della pace e della stabilità, destabilizzando i paesi e le loro economie e rendendosi complici di violazioni dei diritti umani.

L'UE continuerà a monitorare attentamente gli sviluppi e a rispondere rapidamente a eventuali minacce alla sicurezza marittima, cooperando con i suoi partner, tra cui la NATO. Sulla base della sua esperienza nella lotta contro le attività criminali transnazionali in mare, come la pirateria nell'Oceano Indiano occidentale e il contrabbando e la tratta nel Mediterraneo, l'UE continuerà ad adoperarsi per contribuire a mantenere un accesso aperto e sicuro alle acque d'altura. A tal fine l'UE ha deciso di prorogare di altri due anni l'attuazione delle presenze marittime coordinate nel Golfo di Guinea e di avviare una nuova attuazione delle presenze marittime coordinate nell'Oceano Indiano nordoccidentale. L'UE valuterà inoltre la possibilità di applicare il concetto di presenze marittime coordinate ad altre potenziali zone marittime di interesse. Continuerà inoltre a contribuire a sviluppare le capacità dei paesi terzi di monitorare il loro settore marittimo e garantire la sicurezza marittima e le capacità di contrasto.

3.2 Sicurezza in mare e promozione di condizioni di lavoro dignitose in tutto il mondo

I settori della pesca e della navigazione marittima sono caratterizzati da condizioni di lavoro difficili, pericolose e ad alto rischio, che sono state esacerbate dalla pandemia di COVID-19. Il numero di morti e feriti rimane inaccettabilmente elevato. I lavoratori migranti sono particolarmente vulnerabili a condizioni precarie, pratiche abusive e disparità di trattamento.

Con l'agenda sulla governance internazionale degli oceani e la politica comune della pesca l'UE promuove il lavoro dignitoso nel settore della pesca in linea con gli obiettivi dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) e dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) e in collaborazione con i paesi partner. L'UE continuerà a promuovere la ratifica e l'effettiva attuazione della convenzione n. 188 dell'OIL sul lavoro nel settore della pesca e di altre norme internazionali pertinenti 36 , in particolare quelle stabilite nelle convenzioni dell'OIL 37 . A tal fine si avvarrà degli APPS, in particolare attraverso l'attuazione di un insieme coerente di disposizioni in materia di governance sociale, e, ove opportuno, delle ORGP. Nei dialoghi bilaterali e nei consessi regionali e internazionali l'UE affronterà la questione del lavoro forzato e delle altre forme di lavoro che violano i diritti umani nel settore della pesca, anche individuate nel contesto della lotta contro la pesca INN. La comunicazione sul lavoro dignitoso in tutto il mondo 38 rafforza la strategia dell'UE per la promozione del lavoro dignitoso a livello mondiale, individuando gli strumenti chiave attraverso le politiche dell'UE.

L'UE e i suoi Stati membri sono inoltre in prima linea nel migliorare la normativa in materia di sicurezza marittima e nel promuovere norme di elevata qualità a livello mondiale anche nell'ambito dell'IMO e a livello dell'UE. L'obiettivo è eliminare il trasporto marittimo non conforme alle norme minime, aumentare la protezione dei passeggeri e degli equipaggi, ridurre il rischio di inquinamento ambientale, per cause tecniche o accidentale (ad esempio fuoriuscite di petrolio, perdite di container), e garantire che gli operatori che seguono le buone pratiche non siano penalizzati sul piano commerciale rispetto a quelli disposti a scendere a compromessi sulla sicurezza delle navi. La Commissione e gli Stati membri possono avvalersi dell'assistenza tecnica e scientifica dell'Agenzia europea per la sicurezza marittima.

La sicurezza del sistema dei trasporti è fondamentale e l'UE rimane un leader mondiale al riguardo. La normativa dell'UE in materia di responsabilità dello Stato di bandiera, controllo da parte dello Stato di approdo e indagini sugli incidenti contribuisce a un trasporto marittimo sicuro ed efficiente. È fondamentale mantenere un impegno costante con le autorità internazionali, nazionali e locali, i portatori di interessi e i cittadini.

4. Sviluppare la conoscenza degli oceani

Le scienze oceaniche, l'osservazione, il monitoraggio ambientale e le previsioni sono essenziali per un'azione basata su dati concreti volta a proteggere e gestire in modo sostenibile gli oceani. Vi sono ancora troppe lacune nella nostra conoscenza degli oceani. Le azioni e le soluzioni alla crisi sanitaria degli oceani e lo sviluppo di un'economia blu sostenibile dipendono dal nostro livello di conoscenza e comprensione e dalla nostra capacità di innovazione.

L'UE si è impegnata a favore del decennio delle Nazioni Unite delle Scienze del mare per lo sviluppo sostenibile 2021-2030. La politica europea in materia di ricerca e innovazione alimenta, guida e accelera l'agenda trasformativa del Green Deal europeo.

Orizzonte Europa: il principale programma di finanziamento dell'UE per la ricerca e l'innovazione (2021-2027)

Orizzonte Europa mette a disposizione finanziamenti di circa 350 milioni di EUR all'anno per le questioni marittime e marine. Il programma sostiene la creazione di conoscenze oceanografiche e stimola nuove idee e iniziative per affrontare le sfide legate agli oceani.

Orizzonte Europa stanzia altri 110 milioni di EUR all'anno per la missione europea "Far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030" per il periodo 2021-2023, il cui obiettivo è dare prova di soluzioni pratiche per la pulizia delle acque, il ripristino degli ecosistemi degradati e la transizione dell'economia blu verso la neutralità climatica.

L'UE è un modello di buone pratiche nella condivisione dei dati marini e delle osservazioni relative agli oceani. L'obbligo per i paesi dell'UE di condividere i dati marini e di cooperare a livello dell'UE e regionale per migliorare la raccolta e il monitoraggio dei dati è consolidato nella direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e potrebbe essere integrato da un'iniziativa di osservazione degli oceani volta a strutturare e armonizzare la raccolta di dati marini in Europa. Le informazioni e i dati sullo stato dei mari europei sono disponibili nel sistema di informazione sulle acque per l'Europa WISE 39 e su EMODnet. Il servizio marino di Copernicus 40 fornisce dati marini gratuiti e aperti e il monitoraggio, le previsioni e, insieme al servizio sui cambiamenti climatici di Copernicus 41 , i servizi di monitoraggio e previsione del clima degli oceani, sia per i bacini marittimi dell'UE che per gli oceani mondiali. L'UE è un solido partner dell'iniziativa "Futuro dei mari e degli oceani" nell'ambito del G7 e dell'iniziativa GEO Blue Planet per fornire al pubblico informazioni sugli oceani e sulle coste. La digitalizzazione e gli strumenti avanzati possono ottimizzare e coadiuvare la sostenibilità delle operazioni in mare.

I programmi di ricerca dell'UE sosterranno la raccolta di prove utilizzate dagli organismi scientifici mondiali, compresi i gruppi scientifici indipendenti, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) e la piattaforma intergovernativa di politica scientifica per la biodiversità e i servizi ecosistemici (IPBES), che forniscono un sostegno mirato al processo decisionale. Una nuova o rinnovata interfaccia internazionale bidirezionale scienza-esperti politici potrebbe apportare un valore aggiunto, promuovendo la salute e la sostenibilità degli oceani, valutando le conoscenze e sostenendo l'elaborazione delle politiche.

L'UE si sta adoperando per promuovere la conoscenza degli oceani e continuerà a sostenere le azioni di coinvolgimento dei cittadini per promuovere cambiamenti nella percezione, nei valori, negli atteggiamenti e nei comportamenti personali che favoriscono pratiche sostenibili. L'UE ha inoltre avviato una collaborazione con la commissione oceanografica intergovernativa dell'UNESCO per intensificare i lavori sulla conoscenza degli oceani.

La diplomazia scientifica rafforza la comprensione reciproca e le visioni e le azioni condivise. L'UE si rivolge a paesi e organizzazioni non appartenenti all'UE attraverso i suoi partenariati, progetti e finanziamenti nel settore della ricerca nell'ambito di Orizzonte Europa e dello strumento Europa globale. Le organizzazioni marittime regionali sono importanti motori della conoscenza marina regionale e della comprensione reciproca dello stato dell'ambiente marino.

Conclusione

Con la presente comunicazione congiunta l'UE e i suoi Stati membri sono invitati a intensificare l'impegno per salvaguardare oceani puliti, sani, produttivi e resilienti, utilizzati in modo sostenibile in condizioni di lavoro sicure ed eque, garantendo nel contempo la stabilità e la sicurezza in mare. La comunicazione congiunta si basa non solo sul ruolo internazionale dell'UE e dei suoi Stati membri quali partner affidabili e paladini della sostenibilità, ma anche quali leader che danno l'esempio e attori responsabili con l'ambizione di innalzare le norme internazionali in modo inclusivo e su vasta scala, insieme ai partner internazionali e attraverso tutti i canali di cooperazione, con un'azione congiunta per conseguire obiettivi comuni.

La Commissione e l'alto rappresentante collaboreranno con il Parlamento europeo, il Consiglio, gli Stati membri dell'UE e le altre istituzioni dell'UE e internazionali interessate per attuare tali azioni.

(1)    JOIN(2016) 49 final.
(2)    COM(2019) 640 final; JOIN(2021) 3 final.
(3)    Negoziati per un trattato sull'alto mare (BBNJ), un quadro globale post-2020 in materia di biodiversità e il divieto di sovvenzioni dannose alla pesca nell'ambito dell'OMC, conclusi il 16 giugno 2022.
(4)    One Ocean Summit (9-11 febbraio 2022, Brest), 7a conferenza "Il nostro oceano" (13-14 aprile 2022, Palau), 2a conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani (27 giugno-1o luglio 2022, Lisbona).
(5)     wcms_760649.pdf (ilo.org)
(6)    Pinsky, M.L., Eikeset, A.M., McCauley, D.J. et al. Greater vulnerability to warming of marine versus terrestrial ectotherms (Maggiore vulnerabilità al riscaldamento degli ectotermi marini rispetto a quelli terrestri). Nature 569, 108–111 (2019); FAO. 2020. The State of World Fisheries and Aquaculture 2020Sustainability in action (Lo stato delle attività di pesca e acquacoltura nel mondo 2020). Roma; IPCC AR6 WG1; New elevation data triple estimates of global vulnerability to sea-level rise and coastal flooding (Nuovi dati sull'elevazione triplicano le stime relative alla vulnerabilità globale all'innalzamento del livello del mare e alle inondazioni costiere) | Comunicazioni Nature .
(7)    Attraverso una consultazione online mirata ; un invito a presentare contributi – cfr. "Synopsis of consultation activities on updating the International Ocean Governance Agenda; the EU's International Ocean Governance Forum".
(8)    Altre azioni sono elencate nell'allegato della presente comunicazione congiunta.
(9)    La governance internazionale degli oceani si basa sull'UNCLOS, il quadro giuridico generale nell'ambito del quale devono essere svolte tutte le attività connesse agli oceani, e sui due relativi accordi di attuazione: i) l'accordo relativo all'attuazione della parte XI della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 10 dicembre 1982; ii) l'accordo delle Nazioni Unite ai fini dell'applicazione delle disposizioni dell'UNCLOS, del 10 dicembre 1982, relative alla conservazione e alla gestione degli stock ittici transzonali e degli stock ittici altamente migratori.
(10)    JOIN(2021) 3 final;  strategic_compass_en3_web.pdf (europa.eu) ; JOIN(2021) 27 final; JOIN(2021) 24 final.
(11)    Attraverso NDICI. L'UE e i suoi Stati membri sono tra i principali donatori di aiuti allo sviluppo nell'ambito degli oceani e finanziatori volontari di organizzazioni/processi internazionali: dal 2014 al 2020 oltre un miliardo di EUR nel quadro della politica di sviluppo dell'UE è stato destinato alla promozione della governance degli oceani nei paesi terzi.
(12)    11205/14.
(13)    Regolamento (UE) n. 1380/2013; regolamento (CE) n. 1005/2008; COM(2021) 240; direttiva 2014/89/UE; 2008/56/CE; COM(2020) 380; COM(2021) 400; regolamento (UE) 2021/1119; COM(2021) 550; COM(2021) 82; regolamento (CE) n. 725/2004; direttiva 2005/65/CE.
(14)     Protecting the ocean, time for action (Proteggere gli oceani, è tempo di agire) (europa.eu) .
(15)     https://www.iucncongress2020.org/motion/069
(16)     World Economic forum, Decision-Making on Deep-Sea Mineral Stewardship: A Supply Chain Perspective, WHITE PAPER, APRIL 2022 ; D. Amon et al, 2022. Assessment of scientific gaps related to the effective environmental management of deep-seabed mining, 138 Marine Policy ; Miller et al., 2018. An Overview of Seabed Mining Including the Current State of Development, Environmental Impacts, and Knowledge Gaps .
(17)    Decisione (UE) 2019/407 del Consiglio.
(18)    Il patto di Glasgow per il clima riconosce gli oceani nell'ambito dell'UNFCCC (convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), invitando gli attori nei diversi filoni di intervento e gli organi costituiti a prendere in considerazione l'integrazione e il rafforzamento dell'azione basata sugli oceani.
(19)    Special Report on the Ocean and the Cryosphere in a Changing Climate (Relazione speciale sugli oceani e la criosfera), integrata dalla 6a relazione di valutazione dell'IPCC, la cui pubblicazione è prevista per il 2022.
(20)    L'assorbimento di anidride carbonica (25 % delle emissioni umane di CO2) e di calore supplementare (90 % del calore supplementare mondiale derivante dall'azione dei gas a effetto serra) provoca l'acidificazione e il riscaldamento degli oceani e di conseguenza l'innalzamento del livello del mare, condizioni meteorologiche estreme, lo sbiancamento dei coralli, la stratificazione, la deossigenazione, zone morte e cambiamenti nella produttività biologica e nella distribuzione di specie e habitat.
(21)    Questa misura è diventata ancora più urgente a seguito dell'aggressione militare della Russia nei confronti dell'Ucraina e delle misure anticrisi introdotte a sostegno della flotta da pesca dell'UE, cfr. il secondo pacchetto di misure anticrisi a sostegno dei settori della pesca e dell'acquacoltura (europa.eu) .
(22)    Ad esempio l'UE esaminerà alcune tecniche di pesca che notoriamente perturbano i serbatoi di carbonio nei sedimenti.
(23)    COM(2020) 741.
(24)    Ad esempio con gli Stati Uniti, l'India, il Giappone, il Vietnam e il Sud Africa.
(25)    UNEP/EA.5/Res.5.
(26)    IPCC, 2019: Special Report on the Ocean and Cryosphere in a Changing Climate dell'IPCC.
(27)     Convenzione sulla prevenzione dell'inquinamento marino provocato dallo scarico di rifiuti e di altre sostanze (imo.org).
(28)    Decisione della convezione sulla biodiversità X/33 UNEP/CBD/COP/DEC/X/33 .
(29)    Regolamento (UE) n. 1257/2013.
(30)    Direttiva 2005/35/CE; Direttiva (UE) 2019/883; https://portal.emsa.europa.eu/web/csn
(31)    Per "economia blu" si intende l'utilizzo sostenibile del mare e delle sue risorse e una visione coerente che tenga sotto controllo l'impatto cumulativo sugli ecosistemi marini e garantisca un'adeguata consultazione di tutte le parti interessate.
(32)    I settori consolidati dell'economia blu generano 4,5 milioni di posti di lavoro diretti e un fatturato di circa 650 miliardi di EUR. The EU blue economy report 2020 - Publications Office of the EU (Relazione sull'economia blu dell'UE 2020 - Ufficio delle pubblicazioni dell'UE) (europa.eu) .  
(33)    COM(2020) 381 final.
(34)    Regolamento (UE) 2020/852.
(35)    https://www.mspglobal2030.org/unesco-and-european-commission-launch-new-flagship-guide-on-msp/
(36)    Le norme internazionali esistenti in materia di condizioni di lavoro e diritti dei lavoratori dovrebbero essere efficacemente promosse e attuate per garantire la sicurezza in mare per tutti. È di fondamentale importanza promuovere una più ampia ratifica e un'attuazione efficace della convenzione sul lavoro marittimo dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) del 2006 modificata (CLM, 2006). Attraverso la politica comune della pesca e la sua dimensione esterna l'UE promuove il lavoro dignitoso nel settore della pesca in linea con gli obiettivi dell'OIL, dell'Organizzazione marittima internazionale (IMO) e della FAO e in collaborazione con i paesi partner.
(37)    Compresa la Convenzione dell'IMO sulle norme relative alla formazione della gente di mare, al rilascio dei brevetti e alla guardia (STCW-F).
(38)    COM(2022) 66 final.
(39)     WISE Marine — sistema di informazione sulle acque per l'Europa (europa.eu) .
(40)     https://www.copernicus.eu/it/servizi/ambiente-marino
(41)    https://www.copernicus.eu/it/servizi/cambiamenti-climatici
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Bruxelles, 24.6.2022

JOIN(2022) 28 final

ALLEGATO

della

COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO SOCIALE E ECONOMICO EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Definire la rotta verso un pianeta blu sostenibile - Comunicazione congiunta sull'agenda dell'UE per la governance internazionale degli oceani











{SWD(2022) 174 final}


1.Rafforzare il quadro internazionale di governance degli oceani 1

Protezione e conservazione della biodiversità marina

L'UE intende:

-insistere per un ambizioso quadro globale post-2020 in materia di biodiversità nell'ambito della convenzione sulla diversità biologica (CBD) e per un accordo ambizioso, giusto ed equo sulla biodiversità nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale (BBNJ);

-fare pressione affinché lo sfruttamento dei minerali marini presenti nell'area 2 non abbia inizio prima che i tre criteri seguenti siano tutti soddisfatti: i) siano disponibili conoscenze scientifiche sufficienti sugli ecosistemi di acque profonde e sugli effetti potenziali dell'estrazione mineraria sugli ecosistemi marini e le loro funzioni ii) siano attuate disposizioni adeguate per l'efficace protezione dell'ambiente marino dagli effetti nocivi delle attività estrattive nell'area, in linea con il principio di precauzione e l'UNCLOS e iii) possa essere dimostrato che non vi saranno effetti nocivi derivanti dalle tecnologie estrattive e dalle pratiche operative;

-promuovere attivamente l'istituzione di zone marine protette (ZMP) nell'Antartico nella zona della convenzione della commissione per la conservazione delle risorse marine viventi dell'Antartico (CCAMLR);

-conservare le risorse alieutiche e proteggere gli ecosistemi marini nel prossimo piano d'azione, basandosi sull'obbligo giuridico dell'UE di conseguire un buono stato ecologico, anche per quanto riguarda l'integrità dei fondali marini, e introdurre, ove necessario, misure volte a regolamentare l'uso degli attrezzi da pesca più dannosi per la biodiversità.

Attività di pesca e di acquacoltura sostenibili

L'UE intende:

-basarsi sull'accordo globale dell'OMC, concluso nel giugno 2022, per vietare alcune forme di sovvenzioni alla pesca e sollecitarne il rafforzamento il prima possibile con gli elementi non ancora concordati; 

-continuare a promuovere il rispetto e l'effettiva attuazione delle norme internazionali per combattere la pesca INN, in particolare dell'accordo FAO sulle misure di competenza dello Stato di approdo 3 , e svolgere un ruolo guida nella definizione di orientamenti volontari della FAO in materia di trasbordo;

-continuare a promuovere meccanismi contro la pesca INN in tutte le ORGP e sollecitare l'aggiornamento degli organismi regionali della pesca nelle ORGP, in particolare il comitato per la pesca nell'Atlantico centro-orientale e la commissione per la pesca nell'Atlantico centro-occidentale;

-facilitare la comunicazione e il coordinamento tra le ORGP sulle migliori pratiche in materia di gestione della pesca e su altre questioni di interesse comune ("comunità di pratiche"), basandosi il più possibile sui processi esistenti;

-contribuire all'efficace attuazione dell'accordo volto a impedire la pesca non regolamentata nelle acque d'altura del Mar Glaciale Artico centrale e sostenere la designazione di zone marine protette nel Mar Glaciale Artico, anche attraverso la convenzione per la protezione dell'ambiente marino dell'Atlantico nordorientale;

-ridefinire gli accordi di partenariato per una pesca sostenibile (APPS) in modo che contribuiscano più efficacemente a migliorare la governance degli oceani 4 ;

-continuare a monitorare attentamente l'attività della sua flotta al di fuori delle acque dell'UE attraverso il regolamento relativo alla gestione sostenibile delle flotte da pesca esterne 5 e promuovere lo stesso livello di standard elevati sulla scena internazionale;

-sollecitare l'espansione del commercio di pesca sostenibile dando seguito agli impegni assunti negli accordi commerciali bilaterali con terzi e rafforzare la governance degli oceani attraverso accordi di partenariato e di cooperazione.

Protezione regionale dell'ambiente marino

L'UE intende:

-intensificare gli sforzi per aderire alla convenzione sulla protezione del Mar Nero dall'inquinamento;

-sostenere il coinvolgimento delle convenzioni marittime regionali, dei piani d'azione e di accordi regionali analoghi in tutto il mondo nell'ambito del programma delle Nazioni Unite per l'ambiente relativo ai mari regionali nell'attuazione degli impegni internazionali in materia di conservazione e uso sostenibile della biodiversità, comprese le zone non soggette a giurisdizione nazionale (ABNJ) e nella lotta contro l'inquinamento da plastica.

Partenariati strategici

L'UE intende:

-utilizzare, se del caso, i dialoghi e i formati di cooperazione esistenti per integrare la cooperazione in materia di governance degli oceani 6 ;

-intensificare la cooperazione in materia di governance degli oceani nell'ambito del nuovo accordo di partenariato tra l'UE e l'Organizzazione degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (OSACP);

-aiutare le regioni e i paesi partner nel quadro dell'Europa globale a rafforzare le loro capacità di migliorare la governance degli oceani, anche a sostegno dell'attuazione efficace dei principali strumenti di governance globale degli oceani, della conservazione e dell'uso sostenibile delle risorse marine, dello sviluppo di un'economia blu sostenibile, della promozione di un'azione a livello degli oceani per la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e dell'eliminazione delle minacce alla sicurezza marittima 7 ;

- avviare nel periodo 2023-2024 azioni a sostegno di una migliore governance degli oceani, compreso lo sviluppo di economie blu sostenibili in Africa, in linea con la programmazione Europa globale per l'Africa. Nel 2022 sarà istituito un gruppo strategico Africa-UE sulla governance degli oceani per suggerire priorità strategiche;

-co-ospitare nel 2023 il 2º Forum delle regioni marine nell'Oceano Indiano occidentale, insieme alle regioni ultraperiferiche dell'UE situate in questo bacino marittimo.

2.Verso la sostenibilità degli oceani entro il 2030

Gli oceani e i cambiamenti climatici

L'UE intende:

-sostenere i paesi terzi nell'attuazione delle loro azioni relative agli oceani nel follow-up nazionale degli impegni assunti nel quadro dell'accordo di Parigi e promuovere soluzioni basate sulla natura;

-svolgere un ruolo guida nell'accordo su obiettivi ambiziosi e vincolati a scadenze precise di riduzione delle emissioni globali di gas a effetto serra e su norme e misure per il trasporto marittimo internazionale nell'ambito dell'IMO;

-ridurre le emissioni di gas a effetto serra prodotte dal trasporto marittimo dell'UE aumentando l'uso di combustibili rinnovabili e a basse emissioni di carbonio (FuelEU Maritime) e introducendo la fissazione del prezzo del carbonio (estendendo il sistema ETS dell'UE al settore marittimo);

-sostenere lo sviluppo delle energie rinnovabili offshore condividendo le competenze dell'UE con i paesi terzi e sostenendo la ricerca e lo sviluppo di nuovi mercati. In linea con il Global Gateway 8 , l'UE sosterrà anche gli investimenti nelle energie rinnovabili offshore;

-intensificare gli sforzi per preservare il ruolo di "carbonio blu" naturale degli oceani proteggendo e ripristinando gli ecosistemi marini e costieri e sancendo per legge gli obiettivi di ripristino degli ecosistemi 9 ;

-integrare le considerazioni relative ai cambiamenti climatici nei lavori dei comitati scientifici delle ORGP, delle RSC e di altri organismi e strumenti che si occupano della conservazione e della gestione delle risorse marine vive, come il futuro accordo BBNJ, e promuovere attivamente la designazione di ulteriori zone marine protette, anche da parte della CCAMLR;

-promuovere ulteriori ricerche sui punti di non ritorno degli ecosistemi riconducibili al clima, cercare di migliorare la comprensione delle implicazioni cumulative per gli ecosistemi derivanti da una combinazione di fattori, in particolare il riscaldamento, la deossigenazione e l'acidificazione, promuovere la ricerca sul carbonio degli oceani e sull'innalzamento del livello del mare e sulle relative soluzioni basate sulla natura, nonché aumentare l'innovazione connessa alla mitigazione e all'adattamento sostenibili basati sugli oceani;

-promuovere la ratifica e l'effettiva attuazione del protocollo di Londra e della decisione X/33 della CBD e perseguire una migliore comprensione del modo in cui i loro principi di base scientifica adeguata, valutazione dei rischi e precauzione si applicano alle attività CDR basate sugli oceani.

Lotta contro l'inquinamento marino

L'UE intende:

-impegnarsi attivamente nei negoziati per un accordo globale sulla plastica giuridicamente vincolante;

-sostenere lo sviluppo delle capacità attraverso partenariati e la cooperazione allo sviluppo per combattere e prevenire l'inquinamento marino proveniente da terra e mare, compreso il rischio di inquinamento da munizioni scaricate in mare, e promuovere la gestione dei rifiuti, il consumo e la produzione sostenibili e gli approcci all'economia circolare;

-sostenere gli sforzi a livello mondiale e regionale, anche integrando la protezione dell'ambiente marino e costiero nelle relazioni bilaterali al fine di preservare e ripristinare la qualità dell'ambiente marino e della biodiversità;

-rafforzare gli impianti portuali di raccolta dell'UE per raccogliere rifiuti e altre sostanze inquinanti dalle navi che effettuano viaggi interni e internazionali e gestirli conformemente ai principi dell'economia circolare, nonché investire ulteriormente nell'individuazione degli scarichi illeciti delle navi e migliorare il perseguimento dei trasgressori.

Promuovere l'adempimento delle responsabilità degli Stati di bandiera da parte di quelli che fungono da registri aperti

L'UE intende:

-adottare un approccio proattivo nel garantire che i paesi rispettino i loro obblighi internazionali in quanto Stati di bandiera stabiliti nelle convenzioni internazionali (quali l'IMO, l'OIL, l'UNCLOS) ed esercitino piena responsabilità sovrana sui loro registri per poter dimostrare il controllo delle attività delle navi battenti la loro bandiera, includendo tale questione nei rispettivi dialoghi bilaterali settoriali dell'UE con gli Stati interessati (nei settori della pesca, della sicurezza marittima, dell'ambiente o dei diritti dei lavoratori);

-intensificare gli sforzi per garantire che i paesi rispettino i loro obblighi internazionali in qualità di Stati di bandiera attraverso dialoghi sulla pesca INN o, in ultima istanza, ricorrere a misure commerciali associate all'identificazione dei paesi terzi come paesi non cooperanti nel quadro del regolamento INN;

-includere nei pertinenti consessi internazionali le questioni sollevate dall'uso diffuso di registri aperti da parte dei proprietari delle navi per eludere le norme e gli standard esistenti, nonché la possibilità di chiamare i proprietari effettivi a rispondere di tali attività illecite. A sostegno di questi lavori la Commissione avvierà uno studio che illustri i modelli imprenditoriali degli operatori che utilizzano registri aperti e i vari attori coinvolti nel funzionamento di tali registri e proporrà soluzioni per affrontare i problemi individuati;

-coordinare le rispettive politiche pertinenti al fine di affrontare più efficacemente i punti deboli dei registri aperti e subordinare gli aiuti allo sviluppo dell'UE a una migliore attuazione, da parte di questi paesi, delle principali convenzioni internazionali sulla governance degli oceani (ad esempio UNCLOS, IMO e OIL).

Realizzare la transizione verso un'economia blu sostenibile globale

L'UE intende:

-adoperarsi per aumentare la sostenibilità delle importazioni di prodotti della pesca che beneficiano di contingenti tariffari autonomi sulla base dello studio dell'UE in corso in questo ambito 10 ;

-avviare i lavori su un quadro di sviluppo dell'economia blu in sede di G20 per individuare e garantire fonti di finanziamento a lungo termine per la transizione globale verso un'economia blu sostenibile;

-portare avanti la discussione su una serie completa e ambiziosa di orientamenti per un'acquacoltura sostenibile nell'ambito della FAO sulla base degli orientamenti strategici per un'acquacoltura dell'UE sostenibile e competitiva 11 ;

-sperimentare soluzioni per un'acquacoltura sostenibile e per una pesca sostenibile, anche riducendo l'impatto degli attrezzi da pesca sugli ecosistemi marini, nell'ambito della missione "Far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030";

-rivedere le norme di commercializzazione dell'UE per i prodotti della pesca e dell'acquacoltura al fine di fornire informazioni ai consumatori e agli operatori della catena di approvvigionamento sugli aspetti fondamentali della sostenibilità dei prodotti dell'UE e dei prodotti importati;

-sostenere le attività a favore di iniziative innovative promosse dalle imprese, iniziando con un primo evento "BlueInvest Africa 12 ".

Gestione integrata degli oceani attraverso le zone marine protette e la pianificazione dello spazio marittimo

L'UE intende:

-intensificare la cooperazione con la COI dell'UNESCO per promuovere la pianificazione dello spazio marittimo (PSM) in tutto il mondo attraverso un nuovo partenariato basato su una tabella di marcia comune quinquennale, da avviare alla 3a conferenza internazionale sulla PSM alla fine del 2022;

-collaborare con i partner internazionali per integrare le zone marine protette e altre efficaci misure di conservazione in una strategia globale di conservazione degli oceani volta a ridurre la pressione umana e il degrado degli oceani al di fuori delle zone protette;

-sostenere il coordinamento regionale e i progetti congiunti per la gestione comune al fine di designare reti ecologicamente rappresentative e coerenti di zone marine protette ben gestite e di altre efficaci misure di conservazione.

3.Garantire la sicurezza in mare

Sicurezza in mare

L'UE intende:

-investire ulteriormente nella sicurezza marittima e nella presenza globale, in particolare aumentando le esercitazioni reali, gli scali portuali europei, i pattugliamenti congiunti e lo sviluppo di capacità (ad esempio, condurre esercitazioni marittime reali con partner nella regione indo-pacifica entro il 2023);

-consolidare ed estendere le operazioni navali dell'UE nel Mediterraneo e al largo delle coste somale;

-rafforzare i partenariati regionali nelle zone marittime di interesse e, sulla base degli insegnamenti tratti dai programmi esistenti (ad esempio SWAIMS, PASSMAR, GoGIN, MASE, programma PSP, CRIMARIO 13 ), migliorare la conoscenza situazionale e la sicurezza marittima globali;

-attuare le presenze marittime coordinate in altre zone marittime di interesse;

-sviluppare e rafforzare i meccanismi di sensibilizzazione alla sicurezza marittima dell'UE, come l'ambiente comune per la condivisione delle informazioni per la sorveglianza marittima (CISE), entro il 2025 14 ;

-facilitare, se del caso, la comunicazione e il coordinamento tra le iniziative marittime civili e militari regionali al fine di migliorare la consapevolezza situazionale.

Sicurezza in mare e promozione di condizioni di lavoro dignitose in tutto il mondo

L'UE intende:

-promuovere la ratifica e l'effettiva attuazione della convenzione sul lavoro marittimo dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) del 2006 e della convenzione n. 188 dell'OIL sul lavoro nel settore della pesca;

-valutare il recepimento negli Stati membri della direttiva 2017/159, che recepisce nel diritto dell'UE la convenzione n. 188, e adottare tutte le misure appropriate qualora uno Stato membro non recepisca correttamente la direttiva nel proprio ordinamento giuridico nazionale;

-affrontare le sfide connesse alla pesca, quali il lavoro forzato e altre forme di violazione dei diritti dei lavoratori nell'ambito dei pertinenti dialoghi bilaterali e nei consessi regionali e internazionali, anche se individuati nel contesto della lotta contro la pesca INN 15 ;

-sostenere le iniziative dell'IMO volte a ridurre i rischi ambientali derivanti dal trasporto marittimo (rifiuti marini, rumore sottomarino, inquinamento dell'aria e dell'acqua) e dalle attività di pesca;

-rivedere le direttive relative agli obblighi dello Stato di bandiera, al controllo da parte dello Stato di approdo e alle inchieste sugli incidenti marittimi 16 per tenere conto dei cambiamenti del contesto normativo internazionale e della tecnologia e garantire che gli insegnamenti tratti nell'ultimo decennio nell'attuazione dell'acquis dell'UE in questo settore siano integrati nel diritto dell'UE.

4. Sviluppare la conoscenza degli oceani

L'UE intende:

-incoraggiare la creazione di un'interfaccia scientifico-politica intergovernativa transdisciplinare per la sostenibilità degli oceani, un gruppo intergovernativo per la sostenibilità degli oceani (IPOS), sulla base delle competenze globali applicabili e degli organismi scientifici esistenti;

-ampliare il servizio marino di Copernicus quale punto di riferimento dell'UE per servizi oceanici mediante la fornitura di servizi di monitoraggio degli oceani e di previsione, anche del clima, in tempo reale;

-unire le forze con i partner per istituire sistemi di osservazione e monitoraggio degli oceani a lungo termine nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale e sostenere le osservazioni degli oceani a lungo termine nel sud del mondo offrendo corsi di formazione;

-attuare la missione europea "Far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030" con i suoi centri faro in ciascun bacino marittimo europeo per promuovere la ricerca e l'innovazione per soluzioni adeguate ad affrontare le sfide legate agli oceani sia all'interno che all'esterno dell'UE;

-sviluppare la piattaforma Digital Twin Ocean (EU DTO) per contribuire a integrare la catena del valore della conoscenza, dalla raccolta delle osservazioni alla generazione di applicazioni per gli utenti finali, presentare un approccio unificato al dibattito internazionale e contribuire a iniziative internazionali quali i gemellaggi digitali dell'oceano (DITTO) 17 ;

-proseguire i lavori nell'ambito dell'Alleanza transatlantica per la ricerca oceanografica e della Sinergia del Mar Nero.

(1)    Le azioni in grassetto sono quelle sottolineate nella comunicazione congiunta sulla governance internazionale degli oceani.
(2)      In conformità dell'UNCLOS, per "area" si intende il fondo del mare, il fondo degli oceani e il relativo sottosuolo, al di là dei limiti della giurisdizione nazionale.
(3)

     Anche attraverso lo sviluppo di strumenti abilitanti (sistema globale di scambio di informazioni, registro globale delle navi da pesca, navi frigorifere e navi da rifornimento) e assistenza ai paesi in via di sviluppo.

(4)    La Commissione sta attualmente effettuando una valutazione degli APPS al fine di renderli più efficienti ed efficaci e meglio mirati all'attuazione degli obiettivi di cooperazione bilaterale e della dimensione esterna della PCP.
(5)    Regolamento (UE) 2017/2403.
(6)    L'UE intrattiene diversi dialoghi ad alto livello con partner importanti, oltre ai due partenariati oceanici sulle questioni relative agli oceani con la Cina e il Canada.
(7)    Nel programma indicativo regionale per l'Africa subsahariana è stato stanziato un importo indicativo di 180 milioni di EUR per cinque programmi regionali per gli oceani, che sono stati individuati e sono in preparazione.
(8)    JOIN(2020) 30 final.
(9)    COM(2020) 380 final.
(10)     In fase di preparazione.
(11)     COM/2021/236 final.
(12)  7-8 settembre 2022, Seychelles.
(13)     SWAIMS - Sostegno alla sicurezza marittima integrata dell'Africa occidentale, PASSMAR - Programma di sostegno della strategia per la sicurezza marittima in Africa centrale, GoGIN - Rete interregionale del Golfo di Guinea, MASE - Programma regionale di sicurezza marittima, PSP - Programma per la sicurezza dei porti, CRIMARIO - Progetto di rotte marittime a rischio nell'Oceano indiano.
(14)     Il CISE dovrebbe essere operativo a partire dall'inizio del 2024. È stato sviluppato per facilitare lo scambio di informazioni tra le autorità di sorveglianza marittima in tutta l'UE, compresa la cooperazione civile-militare.
(15)     COM(2022) 66 final.
(16)     Direttive 2009/21/CE, e 2009/18/CE.
(17) https://www.oceandecade.org/actions/digital-twins-of-the-ocean-ditto/
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