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Document 52022DC0600

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI Semestre europeo 2022 - Pacchetto di primavera

COM/2022/600 final

Bruxelles, 23.5.2022

COM(2022) 600 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, ALLA BANCA CENTRALE EUROPEA, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO, AL COMITATO DELLE REGIONI E ALLA BANCA EUROPEA PER GLI INVESTIMENTI

Semestre europeo 2022 - Pacchetto di primavera

{SWD(2022) 628 final} - {SWD(2022) 629 final} - {SWD(2022) 630 final} - {SWD(2022) 631 final} - {SWD(2022) 632 final} - {SWD(2022) 633 final} - {SWD(2022) 634 final} - {SWD(2022) 635 final} - {SWD(2022) 636 final} - {SWD(2022) 637 final} - {SWD(2022) 638 final} - {SWD(2022) 639 final}


1. INTRODUZIONE

La decisa risposta strategica dell'UE alla pandemia di COVID-19 ha sostenuto la resilienza dell'Unione, come dimostrato anche nell'attuale contesto geopolitico ed economico senza precedenti. L'azione strategica coordinata a livello di UE e nazionale ha attenuato l'impatto della pandemia sulle economie degli Stati membri e ha aperto la strada a una forte ripresa. Nell'autunno del 2021 il prodotto dell'economia dell'UE aveva raggiunto i livelli prepandemici e, prima che la Russia invadesse l'Ucraina, le previsioni delineavano una fase di solida e prolungata espansione. La guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina ha tuttavia creato un nuovo contesto, esacerbando i venti contrari alla crescita che in precedenza si prevedeva si sarebbero attenuati. Ulteriori aumenti dei prezzi delle materie prime, nuove perturbazioni dell'approvvigionamento e l'aumento dell'incertezza stanno intaccando la crescita e comportano significativi rischi di revisione al ribasso. Le economie dell'UE devono anche affrontare ulteriori sfide legate alla sicurezza dell'approvvigionamento energetico e alla dipendenza dai combustibili fossili forniti dalla Russia. Le crescenti pressioni inflazionistiche al di là dei prezzi dell'energia, unitamente al forte afflusso di persone in fuga dalla guerra, producono conseguenze dirette sulle società europee. Ciononostante l'economia dell'UE sta dimostrando la propria resilienza e si prevede che nel 2022-2023 manterrà la sua espansione. La crescita è ancora sospinta dalle dinamiche di riapertura, da un mercato del lavoro tuttora in miglioramento e dalla forte risposta strategica allo shock pandemico. Le azioni a breve termine, tra cui il sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione nello stato di emergenza (SURE), l'Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus, REACT-EU o il quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato e le erogazioni in corso nell'ambito di NextGenerationEU, il cui elemento centrale è il dispositivo per la ripresa e la resilienza, hanno chiaramente dato i loro frutti. In concomitanza, le proiezioni di crescita sono caratterizzate da un'eccezionale incertezza e soggette a forti rischi di revisione al ribasso.

REPowerEU è il piano dell'UE per ridurre la dipendenza dell'Europa dai combustibili fossili russi il prima possibile e ben prima del 2030, accelerando il Green Deal europeo. Basato sul pacchetto della Commissione del 18 maggio 1 , REPowerEU accelera le misure a favore di un'energia sicura, più sostenibile e a prezzi più accessibili nel contesto delle sfide emergenti. La necessità di ridurre la dipendenza dell'UE dai combustibili fossili provenienti dalla Russia non è mai stata così evidente. Tale riduzione dovrebbe basarsi su un rapido abbandono di tutti i combustibili fossili e sul rafforzamento della resilienza sociale ed economica dell'Unione. Il piano REPowerEU prevede misure concrete per ridurre la dipendenza energetica dell'Unione da tutti i combustibili russi e per accelerare l'attuazione del Green Deal europeo con nuove azioni, sulla base del pacchetto "Pronti per il 55 %". Il piano mobilita altri finanziamenti per accelerare ulteriormente la decarbonizzazione della nostra economia e colmare le restanti lacune infrastrutturali nell'UE, compresi importanti collegamenti transfrontalieri. Include anche misure per attenuare l'impatto delle perturbazioni dell'approvvigionamento energetico legate all'invasione russa su imprese e famiglie. Le misure per accelerare le procedure autorizzative, accompagnate da azioni per affrontare la carenza di competenze verdi, permetteranno di sfruttare appieno le potenzialità dell'UE nel settore delle energie rinnovabili.

Il semestre europeo e il dispositivo per la ripresa e la resilienza rappresentano quadri solidi a garanzia di un coordinamento strategico efficace per affrontare le sfide attuali. L'azione strategica a livello europeo e nazionale continuerà a essere guidata dalle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva dell'UE (sostenibilità ambientale, produttività, equità e stabilità macroeconomica). Le raccomandazioni specifiche per paese adottate nel contesto del semestre europeo forniscono orientamenti agli Stati membri perché possano rispondere adeguatamente alle sfide persistenti e a quelle nuove e conseguire i principali obiettivi strategici comuni. Quest'anno includono anche indicazioni per i nuovi capitoli dedicati al piano REPowerEU inseriti nei piani per la ripresa e la resilienza per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili attraverso riforme e investimenti adeguati alle priorità di REPowerEU 2 . Il dispositivo per la ripresa e la resilienza, oltre a continuare a guidare i programmi di riforme e investimenti degli Stati membri per gli anni a venire, è lo strumento principale per accelerare la duplice transizione verde e digitale e rafforzare la resilienza degli Stati membri, anche attraverso l'attuazione di misure nazionali e transfrontaliere nell'ambito di REPowerEU. Il dispositivo sostiene anche progetti multinazionali e rafforza la cooperazione tra gli Stati membri; inoltre a esso si aggiungono i fondi della politica di coesione e altri programmi 3 , che facilitano la realizzazione delle priorità chiave dell'Unione per gli investimenti a livello nazionale e regionale, in modo che nessuna regione e nessuno sia lasciato indietro. Il ciclo del semestre europeo 2022 prevede anche una rendicontazione aggiornata e coerente dei progressi compiuti dagli Stati membri verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. A livello dell'Unione, sebbene negli anni passati si siano osservati progressi rispetto a quasi tutti gli obiettivi, resta ancora molto da fare, anche nel contesto delle conseguenze della pandemia di COVID-19 e dell'attuale situazione geopolitica ed economica 4 .

2. PROSPETTIVE ECONOMICHE E OCCUPAZIONALI

Dopo il periodo sottotono a cavallo del 2021, l'economia dell'UE è entrata nel nuovo anno con la prospettiva di una vigorosa espansione nel corso del 2022 e dell'anno successivo. Dopo la robusta ripresa dell'attività economica iniziata nella primavera dello scorso anno e proseguita senza sosta fino all'inizio dell'autunno, lo slancio della crescita nell'UE ha subito un rallentamento a causa dell'intensificarsi di venti contrari. La recrudescenza della pandemia nell'autunno scorso e la rapida diffusione della nuova variante Omicron hanno messo nuovamente a dura prova i sistemi sanitari e hanno richiesto il ripristino delle restrizioni, anche se in genere di natura più blanda o più mirata rispetto alle ondate precedenti. In molti paesi europei le persistenti strozzature logistiche e di approvvigionamento, tra cui la carenza di semiconduttori, di alcune materie prime e di prodotti metallici, così come i prezzi elevati dell'energia e la carenza di manodopera, hanno pesato sulla produzione. Le pressioni inflazionistiche hanno iniziato a ridurre il potere d'acquisto delle famiglie. Tuttavia, poiché si prevedeva una normalizzazione delle condizioni dell'offerta e una moderazione delle pressioni inflazionistiche, l'attività economica sembrava destinata a riprendersi. Il mercato del lavoro in continuo miglioramento, l'ampio risparmio accumulato dalle famiglie, le condizioni di finanziamento ancora favorevoli e le erogazioni a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza erano tutti fattori destinati a sostenere una solida e prolungata fase espansiva.

L'invasione russa dell'Ucraina ha intaccato le aspettative economiche mondiali. Gli effetti negativi sulle prospettive economiche agiscono attraverso molteplici canali, tra cui gli effetti negativi sulla fiducia, la riduzione degli scambi commerciali, l'inasprimento delle condizioni di finanziamento e soprattutto l'aumento dei prezzi delle materie prime, che a loro volta comportano nuove perturbazioni delle catene di approvvigionamento ed esercitano ulteriori pressioni sulla logistica mondiale. Al di là di queste conseguenze immediate, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha portato a un distacco dalla Russia, anche per quanto riguarda le relazioni commerciali e finanziarie, la cui portata è difficile da valutare appieno in questa fase. Parallelamente, le drastiche misure di contenimento della pandemia recentemente applicate in alcune zone della Cina potrebbero, se protratte nel tempo, aggravare le strozzature esistenti. Il nuovo contesto geopolitico richiede azioni per raggiungere l'autonomia strategica aperta dell'UE e ridurre la sua dipendenza dall'energia e da altri prodotti e tecnologie strategici.

Sebbene l'invasione russa dell'Ucraina abbia accentuato l'incertezza, le prospettive economiche indicano ancora un proseguimento dell'espansione nel 2022 e 2023, a dimostrazione della resilienza dell'economia dell'UE. Tale situazione riflette la favorevole posizione di partenza raggiunta prima dello scoppio della guerra e il sostegno cruciale fornito dalla piena applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Secondo le previsioni economiche europee di primavera 2022, la crescita del PIL reale nell'UE dovrebbe rallentare, passando da una stima del 5,4 % nel 2021 al 2,7 % nel 2022 e al 2,3 % nel 2023. Il tasso di occupazione delle persone di età compresa tra i 15 e i 74 anni dovrebbe aumentare dal 72,5 % nel 2021 al 73,5 % nel 2022 e al 74,2 % nel 2023. L'inflazione dovrebbe essere più alta e rimanere elevata più a lungo rispetto alle previsioni precedenti, a causa degli aumenti dei prezzi delle materie prime indotti dalla guerra e delle crescenti pressioni sui prezzi. Per il 2022 è prevista al 6,8 % e per il 2023 al 3,2 %. Le nuove prospettive di crescita sono molto meno brillanti rispetto a quelle previste prima dell'invasione russa dell'Ucraina, a causa dei rischi di ridimensionamento delle prospettive economiche nel contesto dell'aggressione russa, degli aumenti senza precedenti dei prezzi dell'energia e delle continue perturbazioni della catena di approvvigionamento. Al contempo, la natura e la portata senza precedenti dei nuovi shock sottopongono tutte le proiezioni a una notevole incertezza.

La riduzione delle prospettive di crescita e l'intensificarsi delle pressioni sui prezzi sollevano dilemmi strategici. Per buona parte degli ultimi due anni, la combinazione di una politica monetaria accomodante e di un forte sostegno di bilancio ha permesso agli Stati membri dell'UE di stabilizzare l'economia nel contesto della pandemia. Gli shock innescati dalla guerra pesano sull'economia soprattutto sul lato dell'offerta, frenando la crescita del prodotto e spingendo l'inflazione a tassi mai visti dopo l'introduzione della moneta unica. La politica di bilancio, dal canto suo, è chiamata ad attenuare l'incidenza dell'aumento dei prezzi dell'energia, in particolare per le famiglie vulnerabili, tenendo conto del potenziale impatto delle misure sull'inflazione, della coerenza con l'obiettivo a lungo termine di ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e di non ricorrere più alle importazioni di combustibili fossili dalla Russia e della necessità di agire con prudenza per mantenere la sostenibilità di bilancio.

3. COLLEGARE IL SEMESTRE EUROPEO, IL DISPOSITIVO PER LA RIPRESA E LA RESILIENZA E REPOWEREU: OBIETTIVI CHIAVE PER LE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE DEL 2022

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è lo strumento centrale per realizzare le priorità strategiche dell'UE nell'ambito del semestre europeo e, in combinazione con REPowerEU, per affrontare le sfide emerse di recente. Il dispositivo, con il suo solido sistema di monitoraggio basato sui risultati, apporta un notevole sostegno finanziario per l'attuazione di riforme e investimenti chiave, dando al bilancio e alle riforme un impulso finanziato dall'Unione. A un anno dalla sua introduzione sono stati compiuti importanti progressi, in quanto ha prodotto ricadute positive in tutta l'UE e ha sostenuto la convergenza, in particolare nella zona euro. L'attuazione degli ambiziosi piani per la ripresa e la resilienza è fondamentale per favorire la duplice transizione e aumentare la resilienza degli Stati membri. In conformità del regolamento sul dispositivo per la ripresa e la resilienza, i piani nazionali per la ripresa e la resilienza affrontano tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese. Il semestre europeo e il dispositivo per la ripresa e la resilienza continueranno quindi a essere strettamente interconnessi per garantire la complementarità delle priorità strategiche che si prefiggono di raggiungere, evitando sovrapposizioni e riducendo al minimo gli oneri amministrativi. L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha modificato il contesto geopolitico ed economico. La dichiarazione di Versailles 5 ha invitato a compiere ulteriori passi decisivi verso la costruzione della sovranità europea, riducendo le dipendenze strategiche dell'UE, aumentando la sicurezza dell'approvvigionamento, in particolare nel settore delle materie prime critiche, ed eliminando gradualmente la dipendenza dalla Russia per quanto riguarda i combustibili fossili. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza svolgerà un ruolo centrale nel mobilitare e indirizzare le risorse disponibili a livello europeo per raggiungere questi obiettivi, come indicato anche nell'ambito di REPowerEU.

Come annunciato nell'analisi annuale della crescita sostenibile 2022, il pacchetto di primavera di quest'anno reintroduce le relazioni per paese e le raccomandazioni specifiche per paese. Le relazioni per paese forniscono un'istantanea non solo delle sfide esistenti ed emergenti nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva, ma anche della resilienza dei singoli Stati membri di fronte a tali sfide, come risulta altresì dai quadri operativi della resilienza messi a punto dalla Commissione 6 . Tali relazioni fanno il punto sull'attuazione delle precedenti raccomandazioni specifiche per paese e sulle misure incluse nei piani per la ripresa e la resilienza che guideranno in larga misura i programmi di riforma e investimento degli Stati membri fino al 2026 7 . Esse individuano le principali sfide, ancora esistenti o emergenti, non sufficientemente affrontate dagli impegni assunti nel quadro dei piani per la ripresa e la resilienza, che costituiscono la base delle raccomandazioni specifiche per paese di quest'anno. Questa "analisi delle lacune" e le relative raccomandazioni tengono conto in particolare della necessità di ridurre la nostra dipendenza energetica in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, in conformità delle priorità di REPowerEU, e della necessità di affrontare le relative implicazioni socioeconomiche.

Dato il carattere globale dei piani per la ripresa e la resilienza, le nuove e mirate raccomandazioni specifiche per paese affrontano un numero limitato di ulteriori sfide in materia di riforme e investimenti 8 . Gli Stati membri dovrebbero concentrarsi principalmente sull'attuazione tempestiva dei piani per la ripresa e la resilienza. La Commissione propone pertanto al Consiglio di rivolgere a tutti gli Stati membri il cui piano per la ripresa e la resilienza sia stato approvato: una raccomandazione sulla politica di bilancio, comprese se del caso le riforme strutturali di bilancio; una raccomandazione sull'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza e dei programmi della politica di coesione; una raccomandazione sulla politica energetica conforme agli obiettivi di REPowerEU; se pertinente, un'ulteriore raccomandazione sulle sfide strutturali in sospeso e/o emergenti, sulla base dell'analisi delle lacune. La portata delle raccomandazioni è più ampia per gli Stati membri il cui piano per la ripresa e la resilienza non è stato approvato.

Il dispositivo per la ripresa e la resilienza è un potente strumento per conseguire gli obiettivi di REPowerEU. Il dispositivo per la ripresa e la resilienza rappresenta un quadro di monitoraggio e rendicontazione esistente in base al quale gli Stati membri possono riferire anche in merito ai progressi compiuti nel conseguimento degli obiettivi di REPowerEU, in piena sinergia con l'attuazione dei piani nazionali per l'energia e il clima esistenti e aggiornati 9 e con il semestre europeo. Gli Stati membri sono fortemente incoraggiati a proporre ulteriori investimenti e riforme e a rafforzare le misure esistenti per promuovere la sicurezza energetica dell'UE e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi. A tal fine sono invitati a dedicare un capitolo a REPowerEU nei loro piani per la ripresa e la resilienza, conformemente agli orientamenti pubblicati in merito il 18 maggio 10 . In tale contesto, le nuove raccomandazioni specifiche per paese del 2022 nel settore dell'energia diventeranno particolarmente rilevanti per le riforme e gli investimenti inclusi nei capitoli dedicati a REPowerEU. Nel valutare il capitolo aggiuntivo e qualsiasi altra modifica tesa ad affrontare le nuove raccomandazioni specifiche per paese, la Commissione terrà conto di tutte le informazioni analitiche sullo Stato membro disponibili nel contesto del semestre europeo e considererà le misure già incluse nei piani per la ripresa e la resilienza e nei programmi della politica di coesione per il periodo 2021-2027.

4. OLTRE I PIANI PER LA RIPRESA E LA RESILIENZA: PANORAMICA DELLE SFIDE COMUNI INDIVIDUATE

Mentre gli Stati membri dovrebbero procedere con l'attuazione dei loro piani per la ripresa e la resilienza, persistono vari problemi e altri se ne sono presentati, anche a seguito dell'invasione dell'Ucraina, che si ripercuotono sulle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva. Gli Stati membri si trovano quindi ad affrontare sfide, sia comuni sia specifiche per paese, che richiedono un'azione strategica, come indicato nelle raccomandazioni specifiche per paese.

4.1 Sostenibilità energetica e ambientale

L'accelerazione della decarbonizzazione ridurrà la nostra dipendenza dai combustibili fossili, contribuendo al contempo al conseguimento degli obiettivi climatici per il 2030, come stabilito nella normativa europea sul clima 11 . L'invasione dell'Ucraina ha messo in luce la dipendenza dell'UE dalle importazioni di combustibili fossili, rafforzando le argomentazioni ambientali, economiche e di sicurezza a favore dell'aumento delle energie rinnovabili e della riduzione del consumo energetico. Con una quota del 22 % del consumo finale lordo di energia proveniente da fonti rinnovabili, in base ai dati più recenti, l'UE ha superato di 2 punti percentuali il suo obiettivo per il 2020, ma ora sono necessari ulteriori sforzi. Nel suo pacchetto "Pronti per il 55 %" del luglio 2021, la Commissione ha proposto di aumentare l'obiettivo delle energie rinnovabili per il 2030 da almeno il 32 % ad almeno il 40 % del mix energetico complessivo dell'UE e di aumentare l'obiettivo di efficienza energetica per ottenere una riduzione del 9 % del consumo di energia entro il 2030 rispetto alle proiezioni di riferimento. Data l'urgente necessità di rendere l'UE meno dipendente dai combustibili fossili russi, nell'ambito del piano REPowerEU la Commissione ha presentato alcune modifiche legislative volte ad aumentare l'obiettivo 2030 in materia di energie rinnovabili ad almeno il 45 % e l'obiettivo 2030 in materia di efficienza energetica ad almeno -13 %.

La riduzione dei consumi energetici e l'aumento della quota di energie rinnovabili richiedono la mobilitazione di livelli più elevati di investimenti pubblici e privati. Le precedenti stime sul fabbisogno di investimenti aggiuntivi per la transizione verde, pari a 520 miliardi di EUR all'anno 12 , rischiano di essere ben al di sotto del fabbisogno effettivo, data la necessità di anticipare la transizione energetica in seguito all'invasione russa dell'Ucraina. Gli investimenti pubblici e privati nell'energia dovrebbero concentrarsi sulla riduzione dei consumi energetici, nel rispetto del principio "l'efficienza energetica al primo posto" 13 , sul sostegno alle famiglie in condizioni di povertà energetica, sulla realizzazione di una partecipazione attiva dei consumatori alla transizione energetica, sull'aumento della quota di energie rinnovabili e sulla promozione della mobilità sostenibile e della decarbonizzazione dell'industria, mentre le sovvenzioni dirette e indirette alle energie fossili dovrebbero essere gradualmente eliminate in via prioritaria. Gli investimenti in ricerca e innovazione saranno fondamentali per accelerare la transizione verde. Saranno inoltre necessari investimenti in infrastrutture energetiche, anche in un contesto transfrontaliero, per diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, con particolare attenzione alle energie pulite, e per garantire la sicurezza energetica. In particolare, lo sviluppo di interconnessioni transfrontaliere contribuirà ad aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento, in quanto darà agli Stati membri l'accesso a fonti energetiche aggiuntive e più diversificate e aumenterà la flessibilità e la resilienza dei loro mercati energetici. Gli Stati membri devono mobilitare tutte le fonti di finanziamento pubbliche e private disponibili per finanziare questi investimenti, anche destinandovi una quota maggiore dei proventi del sistema ETS. Gli investimenti in nuove infrastrutture e reti relative al gas, che possono contribuire a diversificare le forniture energetiche e ad aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento, dovrebbero essere, se possibile, adeguati alle esigenze future al fine di agevolarne la sostenibilità sul lungo periodo mediante una futura riconversione per i combustibili sostenibili.

Procedure amministrative farraginose ostacolano la realizzazione di progetti di energie rinnovabili. I portatori di interessi hanno ripetutamente segnalato che in diversi Stati membri le procedure amministrative sono un ostacolo fondamentale per la realizzazione dei progetti di energie rinnovabili e delle relative infrastrutture e che tale aspetto influisce sulla certezza degli investitori, sulla pianificazione dei progetti e sui tassi complessivi di approvazione di questi ultimi. Sarebbe opportuno concentrare gli sforzi in particolare sul completo recepimento della direttiva sulle energie rinnovabili e sulla rigorosa applicazione della raccomandazione sull'accelerazione delle procedure autorizzative adottata il 18 maggio. Gli Stati membri dovrebbero inoltre individuare senza indugio le "zone di riferimento per le rinnovabili", come indicato nella proposta di modifica della direttiva sulle energie rinnovabili, e affrontare le barriere che ancora si frappongono alla diffusione delle energie rinnovabili e delle relative infrastrutture. I nuovi progetti riguardanti le energie rinnovabili e le infrastrutture energetiche dovrebbero beneficiare di procedure semplificate di pianificazione e autorizzazione. A questo proposito, dal marzo 2022 la Commissione collabora con le autorità degli Stati membri nell'ambito della task force per l'applicazione delle norme sul mercato unico per affrontare gli ostacoli legati alle autorizzazioni. Gli Stati membri dovranno inoltre concentrarsi sull'eliminazione delle strozzature legate alla carenza di manodopera e rendere disponibili ulteriori opportunità per il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionali, anche per le autorità competenti in materia di autorizzazioni a livello nazionale, regionale e locale, nell'ambito del loro più vasto impegno per garantire la disponibilità delle competenze necessarie al conseguimento degli obiettivi del Green Deal, compresa l'ondata di ristrutturazioni.

Le preoccupazioni circa la disponibilità di materie prime sottolineano la necessità e l'urgenza di far progredire la transizione verso un'economia circolare. Insieme a un ripensamento strategico dell'approvvigionamento di materie prime, in particolare di terre rare necessarie alla duplice transizione, ad esempio considerando anche l'estrazione e la lavorazione sostenibili delle materie prime nell'UE, lo sviluppo di soluzioni circolari e innovative migliorerà la disponibilità di materie prime e contribuirà a ridurre la domanda di energia 14 . Le misure in materia di economia circolare, efficienza delle risorse e gestione dei rifiuti presentano vantaggi a livello ambientale, climatico ed economico. Esse dovrebbero essere privilegiate dagli Stati membri le cui politiche attuali in questi settori non raggiungono ancora il pieno potenziale. A tal fine occorre creare quadri normativi più solidi volti a promuovere l'economia circolare, con incentivi a favore di pratiche innovative.

4.2 Produttività

La garanzia di un mercato unico ben funzionante rimane l'elemento fondamentale per la crescita della produttività, la prosperità economica e la convergenza. L'effetto combinato della crisi COVID-19 e dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha aggravato le perturbazioni della catena di approvvigionamento, la quale dovrà essere diversificata affinché le imprese possano gestire i rischi che gravano sui prezzi, sulla qualità e sull'offerta delle materie prime. Anche le misure di contenimento in corso e le prolungate carenze di manodopera possono frenare l'attività economica e intaccare il funzionamento delle catene di approvvigionamento critiche più a lungo del previsto. Poiché un mercato unico ben funzionante è la principale fonte di crescita della produttività, di creazione di posti di lavoro e di resilienza dell'UE, è necessario affrontare tutte le distorsioni del mercato unico e gli ostacoli che ad esso si frappongono e limitano la libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali. Ciò richiede uno sforzo costante da parte degli Stati membri per affrontare le strozzature, promuovere gli investimenti, anche in infrastrutture di trasporto, e favorire la stabilità delle catene di approvvigionamento in tutti gli ecosistemi. Sono necessarie azioni per attenuare l'incidenza, sulle imprese dell'UE economicamente sostenibili, dell'aumento dei prezzi dell'energia e dei rischi derivanti dall'invasione russa dell'Ucraina in termini di perturbazione della catena di approvvigionamento, logistica e investimenti. Sfruttare la diversità delle regioni dell'UE e aiutare tutte le regioni a fare pieno uso delle loro potenzialità contribuirà a rendere il mercato unico più integrato, dinamico e resiliente. Un mercato unico più integrato migliorerà la capacità delle imprese dell'UE di raccogliere capitali in tutta l'Unione, incoraggiando così gli investimenti a lungo termine per sostenere l'innovazione e finanziare le transizioni verde e digitale. A questo proposito è importante compiere anche ulteriori progressi nel completamento dell'unione dei mercati dei capitali e dell'unione bancaria.

È necessario accompagnare ulteriori investimenti con riforme ambiziose volte a migliorare il contesto imprenditoriale, le capacità amministrative e la resilienza istituzionale. Per attuare riforme strutturali e investimenti su larga scala favorevoli alla produttività, è necessario un approccio strategico globale, orientato al miglioramento delle capacità amministrative e delle opportune condizioni quadro a livello nazionale e subnazionale. In alcuni Stati membri il miglioramento del contesto imprenditoriale è ancora una sfida in corso che riguarda tra l'altro le professioni regolamentate, l'efficienza della pubblica amministrazione, gli appalti pubblici, l'accesso ai finanziamenti e la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI). Inoltre i continui sforzi per rafforzare lo Stato di diritto, in particolare l'indipendenza, la qualità e l'efficienza dei sistemi giudiziari e l'efficacia dei quadri anticorruzione, sono essenziali per la solidità istituzionale degli Stati membri e per un contesto favorevole alle imprese.

La ricerca e l'innovazione (R&I) rimangono uno strumento cruciale per stimolare la competitività degli Stati membri e sono essenziali per la duplice transizione e per l'autonomia strategica aperta dell'UE. Nell'attuale contesto strumenti di ricerca e innovazione efficaci e ben coordinati, abbinati a ulteriori sforzi per colmare il divario tra innovazione e mercato, sono fondamentali per accelerare le transizioni verde e digitale e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili in tutti i paesi e le regioni dell'UE. Sebbene la serie sostanziale di riforme e investimenti in materia di R&I inclusa nei piani per la ripresa e la resilienza dovrebbe contribuire in modo significativo a rafforzare i sistemi di R&I degli Stati membri, diversi paesi dovranno intraprendere ulteriori azioni per rafforzare il loro panorama innovativo e affrontare le sfide poste dal settore della ricerca e dell'innovazione. In particolare dovranno migliorare i legami tra scienza e impresa, facilitare il trasferimento delle conoscenze, produrre eccellenza, promuovere l'innovazione imprenditoriale anche sostenendo le PMI, le start-up e le imprese sociali, espandere la base regionale del loro ecosistema nazionale pubblico e privato di R&I e attrarre talenti. A tal fine è fondamentale un'adeguata dotazione finanziaria, unita a obiettivi di ricerca e innovazione e a obiettivi di finanziamento chiaramente articolati.

Gli investimenti nelle tecnologie digitali, nelle persone e nelle loro competenze sono il motore della trasformazione digitale. Secondo l'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI), i progressi degli Stati membri nell'installazione di reti 5G e nella digitalizzazione del settore dei servizi pubblici e privati sono eterogenei. I progressi nel settore digitale sono tuttavia strettamente collegati ad altri fattori chiave, come le riforme della R&I, della finanza, del mercato del lavoro e dell'istruzione e formazione, come pure alla necessità di chiari segnali di investimento per facilitare l'integrazione di soluzioni digitali nei settori pertinenti (ad esempio, energia, mobilità, salute). Gli investimenti in infrastrutture e tecnologie digitali sono validi strumenti per la trasformazione verde e digitale delle economie e delle società dell'Unione; essi devono essere integrati da investimenti nell'istruzione digitale, nelle persone e nelle loro competenze, anche a sostegno del miglioramento delle competenze e della riqualificazione professionali, ponendo un forte accento sulle disparità regionali e affrontando il fenomeno della fuga dei cervelli, la sfida del divario urbano-rurale e lo spopolamento che interessano talune regioni. In questo modo si contribuirà anche a stimolare gli aumenti di produttività delle imprese europee e si incentiveranno le imprese, in particolare le PMI, a passare a una maggiore digitalizzazione delle loro attività e a contribuire alla ripresa economica in generale.

4.3 Equità

Il pilastro europeo dei diritti sociali è il quadro generale di riferimento per garantire l'equità nell'UE; la sua piena attuazione è fondamentale per raggiungere una convergenza sociale ed economica verso l'alto. I piani per la ripresa e la resilienza comprendono un'ampia gamma di riforme e investimenti che contribuiranno a sostenere una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e una maggiore produttività mediante l'istruzione, il miglioramento delle competenze e la riqualificazione professionali, l'inclusione sociale e la resilienza. Insieme ai fondi della politica di coesione e al meccanismo per una transizione giusta, il dispositivo per la ripresa e la resilienza sostiene una ripresa equa e inclusiva nell'UE in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali. Il piano d'azione della Commissione per l'ulteriore attuazione del pilastro ha proposto nuovi obiettivi principali dell'UE in materia di occupazione, competenze e riduzione della povertà entro il 2030 15 , nonché un quadro di valutazione della situazione sociale riveduto, tutti accolti con favore al vertice sociale di Porto del 2021. Gli Stati membri stanno definendo obiettivi nazionali conformi al livello di ambizione di tali obiettivi principali dell'UE. L'attuazione del pilastro e il suo monitoraggio mediante il quadro di valutazione della situazione sociale sono stati integrati nel ciclo del semestre europeo e si riflettono nelle analisi alla base delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese.

La pandemia di COVID-19 ha colpito in modo disomogeneo regioni e gruppi di popolazione diversi e ha portato alla luce vulnerabilità e disuguaglianze sottostanti. Grazie alla tempestiva risposta strategica, in generale nella maggior parte degli Stati membri le disuguaglianze a livello di reddito e il rischio di povertà o esclusione sociale sono rimasti sostanzialmente stabili tra il 2019 e il 2020. Tuttavia gli effetti a medio termine della pandemia sulla povertà e sulle disuguaglianze rimangono incerti. La crisi COVID-19 ha colpito in modo sproporzionato alcune regioni e alcuni settori e gruppi di popolazione che già si trovavano ad affrontare condizioni occupazionali e sociali più critiche, in particolare: ti giovani, i lavoratori poco qualificati e temporanei, e persone con disabilità, le persone provenienti da un contesto migratorio e i rom. Ha inoltre esacerbato le disuguaglianze a livello di istruzione e i divari di competenze e ha dimostrato l'importanza di garantire l'accesso a un'istruzione di qualità a tutti i livelli, come pure a un'adeguata copertura mediante reti di sicurezza sociale e regimi di disoccupazione parziale, compresi quelli sostenuti dal Fondo sociale europeo e dallo strumento SURE, che hanno contribuito a mantenere l'occupazione. L'accesso alle prestazioni sociali e la relativa adeguatezza ed efficacia variano gli tra Stati membri, a dimostrazione delle inefficienze dei sistemi di protezione sociale. In diversi Stati membri è necessario aumentare la disponibilità di alloggi sociali e a prezzi accessibili. La pandemia ha anche evidenziato quanto sia essenziale disporre di sistemi sanitari efficaci, resilienti e sostenibili. Diversi Stati membri devono migliorare ulteriormente la resilienza, la qualità e l'accessibilità dei loro sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine, compresa la necessità di affrontare le carenze di personale sanitario, garantendo al contempo la sostenibilità di bilancio a lungo termine.

I recenti aumenti dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari hanno colpito maggiormente le famiglie più povere. Gli aumenti dei prezzi dei combustibili fossili, dell'energia elettrica e delle materie prime, già evidenti nella seconda metà del 2021, si sono ulteriormente aggravati con l'invasione dell'Ucraina. Essi pesano in particolare sulle famiglie più vulnerabili, che devono spendere una quota maggiore del loro reddito disponibile per beni di base come l'energia e gli alimenti. La comunicazione della Commissione sui prezzi dell'energia 16 propone un pacchetto di misure che l'UE e gli Stati membri possono utilizzare per affrontare le ripercussioni immediate degli aumenti dei prezzi dell'energia e per rafforzare ulteriormente la resilienza agli shock futuri. Le misure nazionali a breve termine comprendono un sostegno di emergenza al reddito delle famiglie, un sostegno statale alle imprese e sgravi fiscali. Nella comunicazione REPowerEU il pacchetto di misure è stato integrato con ulteriori indicazioni sugli interventi nella definizione dei prezzi. L'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, del piano REPowerEU, dei programmi di coesione e delle politiche di accompagnamento che tengono conto degli effetti a livello distributivo e sociale sono attualmente ancora più necessari per garantire una transizione verde equa per tutti i cittadini e i territori 17 . Per garantire la massima efficacia, le politiche di sostegno dovrebbero essere temporanee e mirate ai soggetti più vulnerabili e al contempo mantenere gli incentivi a ridurre il consumo di combustibili fossili e limitare la loro incidenza sul bilancio.

Man mano che i mercati del lavoro si riprendono, si osservano modificazioni degli assetti occupazionali, dovuti alle trasformazioni digitale, verde, geopolitica e demografica, che portano a carenze di manodopera. Secondo molti datori di lavoro, le trasformazioni digitale, verde e geopolitica che si sovrappongono porteranno probabilmente a profondi cambiamenti delle attività e dei modelli imprenditoriali. La carenza di manodopera si sta manifestando in molti Stati membri, in particolare in settori come l'edilizia, la sanità e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Dotare la forza lavoro delle giuste competenze rimane una sfida importante non solo per affrontare la carenza di manodopera, ma anche per mobilitare gli investimenti delle imprese e consentire le transizioni verde e digitale. Tale quadro mette ulteriormente in evidenza il ruolo di misure efficaci nell'ambito di politiche attive del mercato del lavoro e di servizi pubblici per l'impiego efficienti, di un'istruzione e una formazione pertinenti al mercato del lavoro e di insegnanti e formatori qualificati in mercati del lavoro e società sempre più caratterizzati da un'alta intensità di conoscenze, come evidenziato nella raccomandazione relativa a un sostegno attivo ed efficace all'occupazione (EASE). In un contesto di carenza di manodopera e di divari occupazionali persistenti, l'aumento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, grazie anche al miglioramento dell'accesso all'istruzione e alla cura della prima infanzia, e dei gruppi sottorappresentati, come le persone con disabilità, i migranti e i rom, rappresenta ancora una grande opportunità per una crescita e una parità inclusive e sostenibili.

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha costretto milioni di persone a fuggire dal proprio paese in cerca di maggior sicurezza. Queste persone, soprattutto donne e bambini, hanno bisogno di sostegno da parte dei sistemi sociali, di istruzione e sanitari degli Stati membri 18 . L'enorme flusso di profughi dall'Ucraina ha sollevato un'ondata di solidarietà senza precedenti in tutta Europa. Il 4 marzo 2022 per la prima volta è stata attivata la direttiva sulla protezione temporanea, che garantisce agli sfollati ucraini il diritto di soggiornare legalmente nell'UE, di accedere all'istruzione e alla cura della prima infanzia, all'istruzione e alla formazione, al mercato del lavoro, all'assistenza sanitaria, agli alloggi e all'assistenza sociale 19 . È essenziale che il normale corso della vita degli sfollati non sia sospeso durante la guerra e che queste persone possano continuare la loro istruzione e siano in grado di lavorare e acquisire nuove competenze. Per questo è necessario che gli Stati membri non solo forniscano assistenza per rispondere alle esigenze immediate delle persone che fuggono dall'Ucraina, ma che attrezzino anche le amministrazioni nazionali affinché siano in grado di sostenere gli sfollati nell'accesso all'assistenza sanitaria, all'assistenza all'infanzia, all'alloggio, alla protezione sociale, all'istruzione e alla formazione e alla ricerca di un lavoro. Per sostenere finanziariamente gli Stati membri nell'accoglienza delle persone che fuggono dall'Ucraina, la Commissione ha intrapreso una serie di iniziative a partire dal marzo 2022 20 e continuerà a fornire assistenza nell'ambito di uno sforzo coordinato dell'UE.

Come evidenziato nella proposta della Commissione sugli orientamenti in materia di occupazione, il proseguimento delle riforme e degli investimenti da parte degli Stati membri sarà fondamentale per sostenere la creazione di posti di lavoro di qualità, per lo sviluppo delle competenze e per transizioni armoniose nel mercato del lavoro. Tali orientamenti forniscono indicazioni su come modernizzare le istituzioni del mercato del lavoro, l'istruzione e la formazione, nonché i sistemi di protezione sociale e sanitari, al fine di renderli più inclusivi e più equi. Integrano inoltre orientamenti specifici volti ad affrontare la crescente carenza di competenze e di manodopera e a realizzare le transizioni verde e digitale in modo socialmente equo. Nel 2022 la Commissione propone di adattare gli orientamenti in materia di occupazione affinché riflettano meglio il contesto post-COVID, le iniziative politiche più recenti e gli elementi strategici pertinenti in relazione all'aggressione della Russia contro l'Ucraina.

4.4 Stabilità macroeconomica

L'azione strategica coordinata ha attenuato l'impatto della pandemia sulle economie dell'UE e ha aperto la strada a una solida ripresa nel 2021. La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita, abbinata al quadro temporaneo per gli aiuti di Stato, ha permesso di offrire un ampio sostegno di bilancio a tutti gli Stati membri. Parallelamente, l'UE ha mobilitato il proprio bilancio, in particolare con lo strumento SURE, per contenere gli effetti della crisi su lavoratori e imprese. Le erogazioni in corso nell'ambito di NextGenerationEU, compreso il dispositivo per la ripresa e la resilienza, danno forte slancio alla ripresa. Si stima che l'orientamento della politica di bilancio dell'UE nel suo complesso, compresa la spesa pubblica finanziata dalle sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza e di altri fondi dell'UE 21 , sia stato sostanzialmente neutro nel 2020 ed espansivo in misura prossima all'1 % del PIL nel 2021.

Gli interventi strategici discrezionali, tra cui l'aumento degli investimenti, contribuiscono a un orientamento di bilancio espansivo nel 2022 per l'UE nel suo complesso. Tale orientamento espansivo nel 2022 è stimato pari a circa 1¾ % di PIL. La composizione degli interventi discrezionali si è modificata nel tempo a fronte di sfide emergenti, tra cui in particolare le strategie per contenere l'incidenza dell'aumento dei prezzi dell'energia su imprese e famiglie e le misure di sostegno a coloro che fuggono dall'aggressione della Russia contro l'Ucraina. Gli interventi discrezionali in materia di bilancio adottati dall'autunno 2021 per ridurre l'incidenza dei prezzi elevati dell'energia sono attualmente stimati allo 0,6 % del PIL dell'UE nel 2022. Tra essi figurano riduzioni temporanee delle imposte indirette sui prodotti energetici, sovvenzioni alla produzione di energia, sovvenzioni ai consumatori di energia, trasferimenti sociali (direttamente collegati al consumo di energia) alle famiglie vulnerabili e prezzi al dettaglio regolamentati. La maggior parte di tali interventi è stata presentata come temporanea, ma se fossero prorogati o ampliati, in assenza di misure di compensazione, i costi associati aumenterebbero di conseguenza. Inoltre è importante notare che l'incidenza sulle finanze pubbliche dell'aumento dei prezzi dell'energia supera gli interventi discrezionali adottati. La decelerazione dell'attività economica dovuta allo shock dei prezzi dell'energia porterà a una riduzione del gettito fiscale e dei contributi sociali, il che, unitamente al possibile aumento della spesa pubblica derivante dall'adeguamento all'inflazione di retribuzioni, prestazioni sociali e altre spese, incide sul disavanzo e sul debito pubblici. Onde contenere i costi di bilancio, massimizzarne gli effetti economici e sociali e mantenere gli incentivi per la transizione verde, le misure strategiche volte ad affrontare l'aumento dei prezzi dell'energia dovrebbero essere temporanee e mirate alle famiglie vulnerabili, per le quali la bolletta energetica rappresenta una parte significativa del paniere di consumo, e alle industrie particolarmente esposte. Tali misure dovrebbero essere accompagnate da incentivi per aumentare l'efficienza energetica e ridurre il consumo di energia fossile.

Nel 2023 la politica di bilancio dovrà essere prudente ma pronta a reagire all'evoluzione della situazione economica. Data la natura specifica dello shock macroeconomico provocato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e le sue implicazioni a lungo termine per le esigenze di sicurezza energetica dell'UE, la politica di bilancio per il 2023 dovrà essere definita con molta attenzione. Sulla base delle previsioni di primavera 2022, secondo le quali la crescita del PIL dovrebbe mantenersi in territorio positivo per tutto il periodo, seppure in presenza di un'elevata incertezza e di rischi di revisione al ribasso, non sembra giustificato imporre un forte impulso di bilancio all'economia nel 2023. La politica di bilancio dovrebbe combinare l'aumento degli investimenti e il controllo dell'incremento della spesa corrente primaria finanziata a livello nazionale, consentendo al contempo il funzionamento degli stabilizzatori automatici e prevedendo misure temporanee e mirate per ridurre gli effetti della crisi energetica e offrire assistenza umanitaria alle persone in fuga dall'invasione russa dell'Ucraina. L'attuazione completa e tempestiva dei piani per la ripresa e la resilienza è fondamentale per raggiungere livelli di investimento più elevati. Inoltre i piani di bilancio degli Stati membri per il prossimo anno dovrebbero essere ancorati a percorsi di aggiustamento prudenti a medio termine che tengano conto delle sfide di sostenibilità di bilancio associate agli elevati livelli di debito in proporzione al PIL, che sono aumentati ancor di più a causa della pandemia. Per ridurre i rischi legati ai cambiamenti climatici, gli Stati membri sono incoraggiati a considerarne sistematicamente le implicazioni nella pianificazione di bilancio, insieme a politiche e strumenti che aiutino a prevenire e ridurre gli impatti legati al clima e a prepararvisi in modo equo. Le pratiche di bilancio verde adottate negli Stati membri dovrebbero essere portate avanti e incoraggiate per garantire la coerenza delle spese e delle entrate pubbliche con gli obiettivi ambientali.

Le politiche di bilancio dovrebbero continuare a essere idoneamente differenziate tra gli Stati membri (cfr. anche il riquadro 1). Gli Stati membri con un debito elevato dovrebbero garantire una politica di bilancio prudente, in particolare limitando la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale a un livello inferiore alla crescita del prodotto potenziale a medio termine, tenendo conto del mantenimento di un sostegno temporaneo e mirato (subordinato alle norme sugli aiuti di Stato) alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia e alle persone in fuga dall'Ucraina. Gli Stati membri con un debito medio-basso dovrebbero garantire specificamente che la crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale sia in linea con un orientamento della politica complessivamente neutro, tenendo conto del mantenimento di un sostegno temporaneo e mirato (subordinato alle norme sugli aiuti di Stato) alle famiglie e alle imprese più vulnerabili agli aumenti dei prezzi dell'energia e alle persone in fuga dall'Ucraina. Tutti gli Stati membri dovrebbero espandere gli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica, ricorrendo anche al dispositivo per la ripresa e la resilienza, ad altri fondi dell'UE e a REPowerEU.

La maggiore incertezza e i forti rischi di revisione al ribasso per le prospettive economiche nel contesto della guerra in Europa, gli aumenti senza precedenti dei prezzi dell'energia e le continue perturbazioni della catena di approvvigionamento giustificano la proroga della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita fino al 2023. Il 3 marzo 2021 la Commissione ha concluso che la disattivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita dovrebbe essere subordinata allo stato dell'economia nell'UE e nella zona euro, riconoscendo che ci vorrà del tempo prima che l'economia torni a condizioni più vicine alla normalità, e che la decisione sulla disattivazione o sul mantenimento della clausola di salvaguardia generale dovrebbe essere presa nel quadro di una valutazione globale dello stato dell'economia adottando come principale criterio quantitativo il livello dell'attività economica nell'UE o nella zona euro rispetto ai livelli precedenti la crisi 22 . In un contesto di guerra in Europa, di aumenti senza precedenti dei prezzi dell'energia e di continue perturbazioni della catena di approvvigionamento, lo stato dell'economia dell'UE e della zona euro non è tornato in condizioni più vicine alla normalità. Inoltre la decisione di mantenere o disattivare la clausola di salvaguardia generale dovrebbe considerare anche la necessità che la politica di bilancio sia in grado di rispondere in modo appropriato alle ripercussioni economiche dell'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina, comprese le perturbazioni dell'approvvigionamento energetico. Il mantenimento della clausola di salvaguardia generale nel 2023 fornirà alla politica di bilancio nazionale lo spazio necessario per reagire prontamente in caso di necessità, garantendo al contempo una transizione graduale dall'ampio sostegno all'economia durante i periodi di pandemia verso una crescente enfasi su misure temporanee e mirate e sulla prudenza di bilancio necessaria per garantire la sostenibilità a medio termine. La clausola di salvaguardia generale non sospende il patto di stabilità e crescita, ma consente una deroga temporanea ai normali requisiti di bilancio, a condizione che ciò non metta a repentaglio la sostenibilità di bilancio a medio termine. Nell'autunno del 2022 la Commissione valuterà nuovamente l'opportunità di proporre l'avvio di procedure per i disavanzi eccessivi sulla base dei dati di consuntivo del 2021. Nella primavera del 2023 la Commissione valuterà l'opportunità di proporre l'avvio di procedure per i disavanzi eccessivi sulla base dei dati di consuntivo del 2022, tenendo conto in particolare del rispetto delle raccomandazioni di bilancio specifiche per paese rivolte agli Stati membri dal Consiglio. Sulla base delle considerazioni di cui sopra, e date le implicazioni di una maggiore incertezza e dei forti rischi di revisione al ribasso delle prospettive economiche dell'UE e della zona euro nel suo complesso, la Commissione ritiene che l'Unione non sia ancora uscita da un periodo di grave recessione economica. Le condizioni per mantenere la clausola generale di salvaguardia nel 2023 e per disattivarla a partire dal 2024 sono quindi soddisfatte. La Commissione invita il Consiglio ad avallare questa conclusione per fornire chiarezza agli Stati membri. La Commissione fornirà orientamenti sulle possibili modifiche del quadro di governance economica dopo la pausa estiva e in largo anticipo per il 2023.

Continuare a garantire la sostenibilità del debito pubblico rimane un aspetto importante per molti Stati membri. Le sfide della sostenibilità di bilancio a medio e lungo termine riflettono in gran parte il significativo deterioramento delle posizioni di bilancio strutturali, che in diversi paesi si è aggiunto alle vulnerabilità in termini di indebitamento già presenti prima della crisi. Il problema dell'aumento della spesa pensionistica, per l'assistenza sanitaria e per l'assistenza a lungo termine a causa dell'invecchiamento della popolazione deve affiancarsi alla garanzia dell'adeguatezza delle pensioni e di altre prestazioni sociali. Per rendere i sistemi pensionistici sostenibili sia dal punto di vista del bilancio sia da quello sociale, saranno necessarie ulteriori riforme per allungare la vita lavorativa e rendere i mercati del lavoro più inclusivi. Per migliorare la sostenibilità di bilancio dell'assistenza sanitaria e dell'assistenza a lungo termine è necessario migliorarne l'efficienza, garantendone al contempo l'adeguatezza e l'accessibilità.

Gli sforzi concertati per intensificare la lotta alla pianificazione fiscale aggressiva e all'evasione fiscale 23 dovrebbero continuare. Tali sforzi, abbinati al trasferimento dell'onere fiscale dal lavoro verso il sostegno della duplice transizione, sono rappresentati da politiche che evitano le distorsioni della concorrenza, trattano i contribuenti in modo equo, salvaguardano le finanze pubbliche e assicurano una crescita sostenibile e creatrice di posti di lavoro. Gli effetti di ricaduta tra Stati membri delle strategie di pianificazione fiscale aggressiva dei contribuenti impongono un'azione coordinata delle politiche nazionali a integrazione della normativa dell'UE. Le ore lavorative dei lavoratori a basso reddito e delle persone che costituiscono la seconda fonte di reddito familiare sono particolarmente sensibili alle variazioni delle retribuzioni al netto delle imposte. Al contrario, alcune altre imposte, in particolare le imposte ricorrenti sulla proprietà e sui consumi, sono meno distorsive e consentirebbero di alleviare l'imposizione fiscale sul lavoro, tenendo conto al contempo dell'effetto distributivo. Inoltre le imposte ambientali riducono le esternalità negative come l'inquinamento, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi ambientali dell'UE.

Riquadro 1: aggiornamento sulla sorveglianza nell'ambito del patto di stabilità e crescita

Nell'ambito del pacchetto del semestre europeo di primavera 2022, la Commissione ha adottato una relazione conformemente all'articolo 126, paragrafo 3, TFUE per 18 Stati membri. Si tratta di Austria, Belgio, Bulgaria, Cechia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Ungheria. Per tutti questi Stati membri, a eccezione della Finlandia, la relazione valuta il rispetto del criterio del disavanzo. Nel caso dell'Estonia, della Lituania, e della Polonia, la relazione è stata preparata perché nel 2022 era previsto un disavanzo superiore al valore di riferimento del 3 % del PIL stabilito dal trattato, mentre il disavanzo pubblico degli altri Stati membri era superiore al 3 % del PIL nel 2021. Inoltre per Belgio, Finlandia, Francia, Italia, Slovacchia e Ungheria la relazione valuta la conformità al criterio del debito nel 2021 sulla base dei dati di consuntivo.

La Commissione non propone di avviare nuove procedure per i disavanzi eccessivi nella primavera del 2022. La pandemia di COVID-19 continua ad avere un impatto macroeconomico e di bilancio straordinario che, unitamente all'attuale situazione geopolitica, provoca un eccezionale clima di incertezza, anche per quanto riguarda la definizione di un percorso dettagliato per la politica di bilancio. Per questi motivi la Commissione ritiene che non sia opportuno decidere di assoggettare gli Stati membri alla procedura per i disavanzi eccessivi. Per quanto riguarda gli Stati membri con un rapporto debito/PIL superiore al valore di riferimento del 60 %, la Commissione considera, nella sua valutazione di tutti i fattori significativi, che il rispetto del parametro per la riduzione del debito implicherebbe uno sforzo di bilancio troppo impegnativo e incentrato sul periodo iniziale, il che rischierebbe a sua volta di compromettere la crescita. La Commissione ritiene pertanto che il rispetto del parametro per la riduzione del debito non sia giustificato dalle attuali condizioni economiche eccezionali.

La Romania è l'unico Stato membro oggetto di una procedura per i disavanzi eccessivi basata sull'evoluzione della sua situazione precedente alla pandemia. In base al disavanzo eccessivo previsto nel 2019, il 3 aprile 2020 il Consiglio ha stabilito che la Romania presentava un disavanzo eccessivo. Nella sua ultima raccomandazione del 18 giugno 2021, il Consiglio ha chiesto alla Romania di porre fine alla situazione di disavanzo eccessivo entro il 2024. Il disavanzo pubblico della Romania nel 2021 e lo sforzo di bilancio nel 2021 sono coerenti con quelli raccomandati dal Consiglio. Pertanto la procedura è sospesa.

La Commissione rivaluterà la situazione di bilancio degli Stati membri nell'autunno del 2022. Essa continuerà a monitorare l'evoluzione del debito e del disavanzo degli Stati membri in base alle previsioni economiche d'autunno 2022 e ai documenti programmatici di bilancio 2023 che gli Stati membri della zona euro devono presentare entro il 15 ottobre 2022. Nell'autunno del 2022 la Commissione valuterà nuovamente l'opportunità di proporre l'avvio di procedure per i disavanzi eccessivi.

Con la ripresa registrata nel corso del 2021, gli squilibri macroeconomici hanno complessivamente ricominciato a ridursi. La crescita economica, coniugata a misure strategiche adeguate e ambiziose, dovrebbe ridurre ulteriormente le vulnerabilità macroeconomiche. In particolare, una rapida attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza e del piano REPowerEU rafforzerà le potenzialità di crescita, aumenterà la resilienza delle economie dell'UE e contribuirà quindi ad affrontare le vulnerabilità negli anni a venire. Nell'ambito della procedura per gli squilibri macroeconomici, la Commissione ha individuato vulnerabilità macroeconomiche legate a squilibri o squilibri eccessivi in 10 dei 12 Stati membri per i quali è stato condotto un esame approfondito. Il riquadro 2 riassume i risultati relativi agli squilibri macroeconomici negli Stati membri; l'appendice 4 fornisce maggiori dettagli in merito.

Riquadro 2: squilibri macroeconomici negli Stati membri

La Commissione ha valutato l'esistenza di squilibri macroeconomici nei 12 Stati membri selezionati per un esame approfondito nella relazione sul meccanismo di allerta per il 2022. In tutti questi Stati membri erano stati individuati squilibri o squilibri eccessivi nell'ultimo ciclo annuale di sorveglianza della procedura per gli squilibri macroeconomici.

La valutazione delle vulnerabilità macroeconomiche è caratterizzata da una forte ripresa economica dopo la crisi COVID-19 in un contesto di crescente incertezza a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime e di altre conseguenze dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina. I livelli di debito pubblico e privato si riducono man mano che l'economia si riprende dalla crisi. Ciononostante, in molti casi rimangono superiori a quelli precedenti la crisi COVID-19 e ciò riflette da un lato la gravità della contrazione economica nel 2020 e dall'altro l'ampiezza delle misure adottate per sostenere l'economia. Il riequilibrio esterno rimane incompleto: le partite correnti dei grandi paesi debitori netti con settori turistici transfrontalieri significativi sono migliorate, ma rimangono al di sotto dei livelli precedenti la crisi COVID-19, mentre in alcuni Stati membri, nonostante una temporanea riduzione registrata durante la pandemia, persistono ampi avanzi delle partite correnti. Il ritmo di aumento dei prezzi delle abitazioni è il più veloce in oltre un decennio. Il settore bancario ha superato bene la crisi pandemica, anche se potrebbero emergere alcuni rischi con la fine delle moratorie sui rimborsi del debito e la revoca delle misure di sostegno temporanee.

Nel complesso le vulnerabilità si stanno riducendo e stanno scendendo sotto i livelli prepandemici in vari Stati membri, il che giustifica una revisione della classificazione degli squilibri in due casi. Il programma politico integrato nei piani per la ripresa e la resilienza e le misure strategiche adottate in passato sostengono un ulteriore aggiustamento e il rafforzamento dei fondamentali delle economie interessate, offrendo prospettive di persistenza della riduzione delle vulnerabilità. La crescita economica sosterrà l'ulteriore aggiustamento, ma i paesi caratterizzati da scarse potenzialità di crescita potrebbero trovarsi ad affrontare dinamiche difficili. Le pressioni inflazionistiche sono in aumento e l'inasprimento delle condizioni di finanziamento, come pure la volatilità del tasso di cambio, potrebbero pesare sul servizio del debito. Si tratta di un rischio particolarmente elevato quando il debito pubblico o privato è detenuto in valuta estera e le esigenze di rifinanziamento sono sostanziali.

- Irlanda e Croazia non presentano più squilibri. In Irlanda il rapporto debito/PIL è diminuito significativamente nel corso degli anni e continua a mostrare una forte dinamica discendente. In Croazia il rapporto debito/PIL è diminuito significativamente nel corso degli anni e continua a mostrare una forte dinamica discendente.

- Grecia, Italia e Cipro presentano ancora squilibri eccessivi.

- Germania, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano ancora squilibri.

L'appendice 4 illustra gli aspetti specifici per paese dei 12 Stati membri interessati.

5. UNO SFORZO CONGIUNTO TRA ISTITUZIONI DELL'UE, STATI MEMBRI E PORTATORI DI INTERESSI

Il dialogo costruttivo con gli Stati membri e il rafforzamento del dialogo interistituzionale a livello europeo proseguiranno durante l'intero processo del semestre europeo. L'intenso dialogo politico sui piani per la ripresa e la resilienza ha permesso alla Commissione e agli Stati membri di rafforzare e approfondire la cooperazione, garantendo un'ampia adesione. Tale cooperazione è destinata a proseguire durante la fase di attuazione dei piani. La ripresa delle relazioni per paese e delle raccomandazioni specifiche per paese offre un'ulteriore opportunità per ampliare il dialogo interistituzionale e bilaterale, creando una comprensione comune dell'evoluzione delle sfide e delle priorità politiche. Uno scambio continuo sugli sviluppi sociali ed economici nell'Unione europea è garantito dal dialogo macroeconomico semestrale a livello politico e tecnico tra il Consiglio, la Commissione e i rappresentanti delle parti sociali europee. La Commissione proseguirà inoltre il suo stretto dialogo con il Parlamento europeo sui principali sviluppi sociali ed economici e continuerà a confrontarsi con esso prima di ogni fase chiave del ciclo annuale di coordinamento.

Il successo dell'attuazione del semestre europeo e del dispositivo per la ripresa e la resilienza si basa sul coinvolgimento sistematico delle parti sociali e degli altri portatori di interessi a livello sia di UE sia nazionale. Il coinvolgimento attivo dei portatori di interessi grazie a incontri periodici dedicati è importante in tutte le fasi del semestre europeo e del processo di attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza. La Commissione invita tutti gli Stati membri a impegnarsi attivamente con le parti sociali, le autorità locali e regionali e gli altri portatori di interessi, in particolare i rappresentanti delle organizzazioni della società civile, mediante scambi periodici, basandosi sull'efficace applicazione del principio di partenariato nella programmazione e nell'attuazione della politica di coesione. In tal modo si possono identificare congiuntamente le sfide, si possono migliorare le soluzioni strategiche e si può garantire una più ampia adesione al programma di politica economica e sociale, compresa l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. La Commissione utilizzerà i consessi esistenti nell'ambito del semestre europeo per informare e coinvolgere le parti sociali anche sull'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Nel corso dell'anno la Commissione adotterà anche una comunicazione e una proposta di raccomandazione del Consiglio sul rafforzamento del dialogo sociale a livello dell'UE e nazionale.

6. Conclusioni

Affrontare le sfide persistenti e quelle emergenti sarà fondamentale per garantire la resilienza delle economie e delle società europee e una crescita inclusiva e sostenibile. Con la reintroduzione delle relazioni per paese e delle raccomandazioni specifiche per paese, il nuovo ciclo del semestre europeo 2022 si focalizza su una ripresa sostenibile e inclusiva basata sull'attuazione di ambiziosi piani per la ripresa e la resilienza e sulle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva, che costituiscono la bussola per l'azione politica in adesione agli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Al contempo, l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e le ripercussioni sulle economie degli Stati membri rammentano con forza le sfide strategiche dell'Europa. La necessità di una transizione energetica rapida che abbandoni i combustibili fossili non è mai stata così perentoria. Sono necessari ulteriori passi decisivi per promuovere la resilienza economica e sociale, garantire la sicurezza dell'approvvigionamento energetico dell'UE e ridurre la dipendenza dell'Unione dai combustibili fossili provenienti dalla Russia ben prima del 2030.

Oltre a proseguire l'attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, gli Stati membri dovrebbero agire per attuare le raccomandazioni specifiche per paese del 2022, che riflettono le sfide esistenti ed emergenti, tenendo conto del piano REPowerEU. Le relazioni per paese semplificate di quest'anno individuano le sfide che sono state affrontate solo parzialmente o non sono state affrontate nei piani per la ripresa e la resilienza nelle quattro dimensioni della sostenibilità competitiva, comprese le ulteriori esigenze in materia di riforme e investimenti che possono favorire l'attuazione del piano REPowerEU. La valutazione delle sfide ancora da affrontare e di quelle emergenti costituisce quindi la base della proposta di raccomandazioni specifiche per paese della Commissione per il 2022. Una volta adottate dal Consiglio, le raccomandazioni svolgeranno un ruolo centrale per i nuovi capitoli dedicati a REPowerEU inseriti nei piani per la ripresa e la resilienza degli Stati membri, in conformità degli orientamenti pertinenti, e forniranno indicazioni sulle ulteriori misure necessarie nel contesto del piano REPowerEU.

La Commissione invita il Consiglio europeo ad avallare e il Consiglio ad adottare le proposte di raccomandazioni specifiche per paese della Commissione per il 2022. La Commissione invita inoltre gli Stati membri ad attuarle pienamente e tempestivamente nell'ambito di un dialogo con le parti sociali, le organizzazioni della società civile e gli altri portatori di interessi a tutti i livelli.

APPENDICE 1 - PANORAMICA DEI SETTORI TEMATICI AFFRONTATI NELLE RELAZIONI SPECIFICHE PER PAESE

APPENDICE 2 - PROGRESSI NELL'ATTUAZIONE DELLE RACCOMANDAZIONI SPECIFICHE PER PAESE

Il ciclo del semestre europeo 2022 fa il punto delle misure strategiche adottate dagli Stati membri al fine di affrontare le sfide strutturali individuate nelle raccomandazioni specifiche per paese adottate dal 2019. A seguito dell'istituzione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, considerato uno strumento centrale per realizzare le priorità strategiche dell'UE e nazionali, la valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese del 2022 tiene conto delle misure strategiche adottate finora dagli Stati membri( 24 ) e degli impegni assunti nei piani per la ripresa e la resilienza, in funzione del loro grado di attuazione. La valutazione riflette pertanto solo le attuali fasi iniziali di attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza, non il livello di progressi che potrebbe essere raggiunto ipotizzando una piena attuazione dei piani ( 25 ). Conformemente all'ambito di applicazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza, la valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese del 2022 si concentra sulle raccomandazioni specifiche per paese del periodo 2019-2020 (valutazione pluriennale). Essa comprende anche la valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese del 2021, che riguardano solo la politica di bilancio (valutazione annuale).

Figura 1: livello corrente di attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020

Figura 2: attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2021: valutazione annuale in ogni anno consecutivo rispetto allo stato di attuazione corrente

Nota: la valutazione pluriennale esamina l'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020 dall'adozione delle prime raccomandazioni fino alla pubblicazione della presente comunicazione. Le raccomandazioni specifiche per paese per il 2021 riguardano solo la politica di bilancio.

In una prospettiva pluriennale, sono stati conseguiti almeno "alcuni progressi" per quanto riguarda l'attuazione del 63 % delle raccomandazioni specifiche per paese per il periodo 2019-2020 (cfr. figura 1). Rispetto alla valutazione dello scorso anno, sono stati compiuti altri notevoli progressi sia per quanto riguarda le raccomandazioni specifiche per paese per il 2019 di natura strutturale sia per quanto riguarda le raccomandazioni per il 2020 più orientate alla crisi, ma la realizzazione delle riforme differisce notevolmente a seconda dei settori. In particolare, negli ultimi anni gli Stati membri hanno compiuto i maggiori progressi nell'accesso ai finanziamenti e ai servizi finanziari, seguiti dall'antiriciclaggio e dal contesto imprenditoriale. D'altro canto i progressi sono stati particolarmente lenti per quanto riguarda i sistemi pensionistici, il mercato unico, la concorrenza, gli aiuti di Stato e gli alloggi.

Nel complesso i progressi compiuti nell'attuazione delle raccomandazioni adottate nel 2021 sono notevoli. Gli Stati membri hanno compiuto almeno "alcuni progressi" rispetto a circa l'80 % delle raccomandazioni rivolte loro nel luglio 2021, che riguardavano solo problemi nell'ambito delle politiche di bilancio (figura 2).

I risultati della valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese per il 2022, insieme a quelli degli anni passati, saranno disponibili a giugno sul sito web della Commissione.



APPENDICE 3 - PROGRESSI A LIVELLO DI UE NELL'ATTUAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE (OSS)

Nota: la figura precedente mostra il ritmo al quale l'UE ha progredito verso ciascuno dei 17 obiettivi nell'ultimo quinquennio, secondo gli indicatori selezionati. Il metodo di valutazione delle tendenze degli indicatori, la loro aggregazione a livello di obiettivi e un'analisi più dettagliata sono disponibili sul sito web di Eurostat: "Obiettivi di sviluppo sostenibile - Panoramica" (disponibile in EN, DE e FR) (europa.eu) .

Come negli anni precedenti, nel periodo osservato (ultimo quinquennio, fino al 2021) i maggiori progressi compiuti dall'UE hanno riguardato l'OSS 16, ossia la promozione della pace e della sicurezza personale nel proprio territorio, il miglioramento dell'accesso alla giustizia e la fiducia nelle istituzioni. L'UE ha conseguito notevoli miglioramenti anche per quanto riguarda l'OSS 8, ossia la crescita economica e il mercato del lavoro, il quale ha registrato una ripresa nel 2021 dopo la pandemia di COVID-19, e per quanto riguarda l'OSS 9, ossia l'innovazione e le infrastrutture. Anche per quanto riguarda l'OSS 1, ossia la riduzione della povertà e dell'esclusione sociale, i progressi sono stati notevoli, ma i dati disponibili si riferiscono in parte solo al periodo fino al 2019 e quindi non riflettono pienamente le conseguenze della pandemia di COVID-19. Sono stati registrati progressi anche per l'OSS 7, ossia un'energia pulita e a prezzi accessibili, sebbene questo settore sia stato fortemente influenzato dalla notevole riduzione del consumo energetico nel 2020 a causa delle restrizioni alla vita pubblica legate alla pandemia di COVID-19 e alla conseguente diminuzione dell'attività economica. I dati inoltre non tengono ancora conto degli ultimi sviluppi nel settore legati all'invasione russa dell'Ucraina.

L'UE ha compiuto buoni progressi anche verso gli obiettivi relativi alla salute e al benessere (OSS 3), alla vita sottomarina (OSS 14) e alla parità di genere (OSS 5). Progressi minori sono stati registrati per quanto riguarda le città sostenibili (OSS 11), la riduzione delle disuguaglianze (OSS 10), il consumo e la produzione responsabili (OSS 12), l'istruzione di qualità (OSS 4), l'azione per il clima (OSS 13) e la fine della fame e l'agricoltura sostenibile (OSS 2). Per quanto riguarda l'acqua pulita e i servizi igienico-sanitari (OSS 6) e i partenariati globali per gli obiettivi e la governance (OSS 17), negli ultimi anni per i quali i dati sono disponibili l'UE ha seguito un percorso neutro, in cui gli sviluppi sostenibili sono pressoché pari a quelli non sostenibili. Un leggero peggioramento invece si è registrato per l'OSS 15, la vita sulla terra, poiché gli ecosistemi e la biodiversità rimangono sotto pressione a causa delle attività umane.

APPENDICE 4 - RISULTATI DEGLI ESAMI APPROFONDITI DEGLI SQUILIBRI MACROECONOMICI NEI PAESI DELL'UE

Sono stati individuati squilibri o squilibri eccessivi in 10 dei 12 Stati membri per i quali è stato effettuato un esame approfondito. L'analisi dell'esame approfondito indaga la gravità degli squilibri, la loro evoluzione recente e prospettica e le relative risposte politiche. Sono presi in considerazione anche i pertinenti effetti di ricaduta e le implicazioni sistemiche transfrontaliere degli squilibri.

Dopo i netti aumenti registrati nel 2020, nella maggior parte dei casi i rapporti debito/PIL del settore privato e delle amministrazioni pubbliche riprendono il loro percorso di graduale riduzione. Gli aumenti dell'indebitamento del settore privato e delle amministrazioni pubbliche, determinati dal forte calo del PIL e dalle misure necessarie per contrastare gli effetti della pandemia di COVID-19, sono stati nel complesso limitati al 2020 e ora i livelli di indebitamento si stanno riducendo grazie alla ripresa dell'economia. Le riduzioni tuttavia sono state finora di entità limitata e in alcuni casi il debito rimane nettamente al di sopra dei livelli precedenti la crisi COVID-19. Le riduzioni dei rapporti debito pubblico/PIL sono state minime e riflettono il forte sostegno che le politiche di bilancio hanno continuato a elargire all'economia nel 2021. Il debito privato presenta un andamento più differenziato tra gli Stati membri, con alcune diminuzioni evidenti.

In prospettiva la crescita economica stimolata da una rapida attuazione dei piani di ripresa e resilienza sosterrà un'ulteriore riduzione dell'indebitamento, ma vi sono comunque dei rischi. L'incertezza circa le prospettive economiche è elevata, in particolare a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. Le pressioni inflazionistiche sono in aumento e l'inasprimento delle condizioni di finanziamento, come pure la volatilità del tasso di cambio, potrebbero pesare sul servizio del debito da parte di imprese, famiglie e amministrazioni pubbliche, rischio questo particolarmente accentuato quando il debito è denominato in valuta estera, con tassi di interesse variabili e fabbisogno finanziario più elevato. Al contempo, un'inflazione più elevata riduce il rapporto debito/PIL mediante gli effetti del denominatore. I cambiamenti strutturali e la carenza di manodopera possono determinare un'accelerazione delle retribuzioni, fenomeno che può sollevare problemi di competitività. Una rapida attuazione dei piani per la ripresa e la resilienza e del piano REPowerEU rafforzerà le potenzialità di crescita e aumenterà la resilienza delle economie dell'UE. Questa prospettiva è particolarmente importante per i paesi caratterizzati da scarse potenzialità di crescita, dato che la suddetta attuazione può contribuire ad affrontare le loro vulnerabilità negli anni a venire, comprese quelle relative all'elevato indebitamento.

Le posizioni esterne sono di nuovo in miglioramento. Le partite correnti dei grandi paesi debitori netti con settori turistici transfrontalieri significativi hanno iniziato a migliorare, ma rimangono al di sotto dei livelli precedenti la crisi. Il proseguimento previsto della ripresa dei viaggi internazionali dovrebbe favorire un ulteriore rafforzamento, ma vi sono rischi di perturbazioni a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. In alcuni Stati membri persistono ampi avanzi delle partite correnti, con variazioni marginali, dovuti all'eccesso di risparmio rispetto agli investimenti, mentre l'aumento dei prezzi delle importazioni di energia dovrebbe ridurre le partite correnti di quasi tutti gli Stati membri. La maggior parte delle posizioni patrimoniali nette sull'estero negative ha iniziato a migliorare nel 2021, sostenuta dalla crescita del PIL e dal miglioramento delle partite correnti, e se ne prevede un ulteriore miglioramento durante quest'anno e il prossimo. In diversi casi l'afflusso di fondi erogati a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza sosterrà le posizioni esterne nei prossimi anni.

I prezzi delle abitazioni continuano a essere caratterizzati da una forte crescita, con una domanda in forte espansione a fronte di un'offerta limitata. Nel 2021 i prezzi reali delle abitazioni hanno subito un'ulteriore accelerazione nella maggior parte degli Stati membri, registrando in alcuni casi la crescita più rapida dell'ultimo decennio. Secondo le previsioni le limitazioni dell'offerta, già presenti prima della pandemia, dovrebbero persistere nei prossimi anni. Le recenti previsioni di inasprimento delle condizioni di finanziamento possono aver anticipato le decisioni di acquisto determinando un ulteriore aumento dei prezzi. Se tali aumenti si sono verificati in concomitanza di un elevato e crescente indebitamento delle famiglie, queste ultime e gli istituti di credito potrebbero presentare una maggiore vulnerabilità alle correzioni al ribasso dei prezzi delle abitazioni.

Il settore bancario ha superato bene la crisi pandemica e ora mostra una maggiore solidità grazie alle riforme passate. Gli Stati membri con un elevato numero di crediti deteriorati hanno continuato a ridurli, a volte in modo sostanziale. Ciononostante i crediti deteriorati potrebbero ancora aumentare allorché diventeranno visibili gli effetti della fine delle moratorie sui rimborsi del debito e della revoca delle misure temporanee di sostegno connesse alla pandemia di COVID-19. Infine un peggioramento delle prospettive economiche può sollevare problemi anche per i bilanci delle banche, sebbene l'aumento dei tassi di interesse dovrebbe migliorarne i margini di profitto. Negli Stati membri con un forte legame tra banche e amministrazione pubblica, l'aumento dei costi di finanziamento del debito sovrano può rappresentare un rischio anche per le banche.

Tabella 1: conclusioni degli esami approfonditi per Stato membro

Esito degli esami approfonditi 2021

Esito degli esami approfonditi 2022

Nessuno squilibrio

Squilibri

-

DE, ES, FR, HR, IE, NL, PT, RO, SE

HR, IE

DE, ES, FR, NL, PT, RO, SE

Squilibri eccessivi

CY, EL, IT

CY, EL, IT

 

Stati membri che non presentano più squilibri

La Croazia, in cui erano emersi squilibri nel 2021, non ne presenta più. Sono stati compiuti importanti progressi nella riduzione dell'indebitamento privato e delle passività nette verso l'estero. Il debito pubblico rimane elevato, ma ha ripreso un andamento discendente che ha fatto registrare notevoli miglioramenti prima della pandemia. Il settore bancario rimane stabile e liquido, con un'incidenza dei crediti deteriorati in diminuzione. La crescita del prodotto potenziale è aumentata grazie a importanti interventi strategici, e un ulteriore rafforzamento basato su una solida attuazione del piano per la ripresa e la resilienza può risolvere le vulnerabilità ancora presenti 26 . In base alle attuali previsioni, sia l'indebitamento privato che quello pubblico dovrebbero continuare a diminuire, con un ulteriore rafforzamento delle posizioni esterne che beneficiano dei fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza.

L'Irlanda, in cui erano emersi squilibri nel 2021, non ne presenta più. Sono stati compiuti importanti progressi nella riduzione dell'indebitamento pubblico e privato e delle passività nette verso l'estero, sia prima che dopo lo scoppio della pandemia. In un contesto in cui il prodotto nazionale è corretto tenendo conto degli effetti delle operazioni delle imprese multinazionali registrate in Irlanda, le riduzioni dei rapporti debito/PIL rimangono significative, anche se più contenute. Si prevede che sia l'indebitamento privato che quello pubblico continueranno a diminuire, con un ulteriore rafforzamento delle posizioni esterne. Le banche irlandesi hanno continuato a ridurre l'incidenza dei crediti deteriorati. L'elevata crescita dei prezzi delle abitazioni continua a costituire un problema per la relativa accessibilità economica, ma per il momento i rischi per la stabilità macroeconomica sembrano contenuti. Per quanto riguarda il piano per la ripresa e la resilienza, sebbene i suoi effetti possano essere limitati dalle sue dimensioni relativamente ridotte, esso può potenzialmente contribuire a rafforzare ulteriormente i fondamentali dell'economia.

Stati membri che presentano squilibri

La Francia presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito pubblico e la scarsa competitività, che hanno rilevanza transfrontaliera, in un contesto di bassa crescita della produttività. La crisi COVID-19 ha comportato un aumento considerevole del debito pubblico, già elevato, ma con la ripresa economica il rapporto debito pubblico/PIL è sceso nel 2021 e si prevede che continuerà a scendere quest'anno e il prossimo, pur rimanendo nettamente superiore al livello precedente la pandemia L'indebitamento privato ha continuato a crescere negli ultimi anni e supera la soglia prudenziale, anche se i rischi legati all'aumento dell'indebitamento delle imprese sono in qualche modo attenuati dalla parallela costituzione di riserve di liquidità. La dinamica della produttività soggiacente è rimasta stabile nel tempo. Le quote di mercato delle esportazioni, che si erano ampiamente stabilizzate negli anni precedenti, sono diminuite bruscamente durante la pandemia, che ha colpito duramente alcuni settori chiave per le esportazioni, ma si prevede una ripresa consistente per il 2022 e il 2023. La competitività dei costi e la produttività sono destinate a beneficiare delle riforme recenti e imminenti, come pure del proseguimento di una solida attuazione del piano per la ripresa e la resilienza.

La Germania presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano il persistente e ampio avanzo delle partite correnti, che riflette investimenti inferiori rispetto ai risparmi e ha rilevanza transfrontaliera. L'avanzo delle partite correnti è diminuito solo lentamente fino al 2020, per poi aumentare nel 2021, e ora è nettamente superiore ai livelli suggeriti per i fondamentali del paese, a dimostrazione della compressione dei consumi e della persistenza di investimenti sottotono. Gli investimenti delle imprese sono rimasti a livelli inferiori a quelli prepandemici e le aziende hanno continuato a registrare un forte risparmio netto. Gli investimenti residenziali sono aumentati gradualmente da un livello basso, ma l'offerta abitativa resta inferiore alla domanda. Le barriere esistenti, comprese quelle amministrative, limitano gli investimenti pubblici e privati. L'avanzo delle partite correnti rimarrà probabilmente elevato, anche se si prevede un leggero calo nel 2022 a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime. I recenti annunci di promozione degli investimenti sono promettenti e il piano per la ripresa e la resilienza è orientato verso l'eliminazione delle strozzature che scoraggiano gli investimenti. Resta il fatto che per promuovere ulteriormente gli investimenti occorrono sforzi e risorse aggiuntivi che eliminino le strozzature nonché un'attuazione rigorosa.

I Paesi Bassi presentano squilibri. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito privato e l'ampio avanzo delle partite correnti, che hanno rilevanza transfrontaliera. Da un punto di vista settoriale, l'elevato risparmio e i bassi investimenti interni delle società non finanziarie sono i principali fattori strutturali dell'elevato e persistente avanzo delle partite correnti, che si attesta a un livello nettamente superiore a quello suggerito per i fondamentali del paese e che è aumentato ulteriormente nel 2021. Parte dell'avanzo estero e le sue recenti dinamiche sono legate a operazioni di alcune grandi imprese multinazionali. In futuro l'avanzo rimarrà probabilmente elevato, data la persistenza dei suoi principali fattori determinanti. L'indebitamento del settore privato rimane elevato, trainato da quello delle famiglie e quello delle imprese. Quest'ultimo è in parte spiegabile a titolo del debito transfrontaliero infragruppo delle imprese multinazionali. Le famiglie sono più vulnerabili agli shock a causa dell'elevato indebitamento, dato che i forti aumenti dei prezzi delle abitazioni, che sembrano essere sopravvalutati, contribuiscono all'aumento del debito. Si prevede che tale indebitamento rimarrà elevato in un contesto di persistente crescita dei prezzi delle abitazioni e di distorsione del mercato immobiliare, che favoriscono gli alloggi di proprietà finanziati mediante debiti, unitamente a una carenza dell'offerta. Sono state adottate alcune misure strategiche, ma occorre fare di più.

Il Portogallo presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito pubblico, privato ed estero, in un contesto di bassa crescita della produttività. I crediti deteriorati, che si attestavano a livelli elevati, sono diminuiti notevolmente. Dopo una temporanea inversione di tendenza nel 2020 a causa della crisi COVID-19, le suddette vulnerabilità hanno ripreso un andamento discendente nel 2021. Il saldo delle partite correnti è diventato negativo nel 2020 e nel 2021, soprattutto a causa dello shock nel settore del turismo provocato dalla pandemia, mentre la posizione patrimoniale netta sull'estero è migliorata notevolmente già nel 2021, superando addirittura il livello prepandemico. I rapporti debito/PIL del settore privato e delle amministrazioni pubbliche hanno ripreso a scendere nel 2021, ma rimangono a livelli superiori di quelli prepandemici e per il settore privato sono superiori a quelli prudenziali. In prospettiva il debito privato, pubblico ed estero dovrebbe continuare a ridursi grazie alla crescita economica. Anche la posizione esterna beneficerà direttamente dei fondi a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Sono stati compiuti progressi in senso strategico per correggere gli squilibri che un'efficace attuazione del piano per la ripresa e la resilienza potrà ridurre ulteriormente, ma persistono sfide al riguardo.

La Romania presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano la bilancia dei pagamenti e sono legate a un importante disavanzo di bilancio e a problemi di competitività che stanno riemergendo. L'elevato disavanzo delle partite correnti è ulteriormente peggiorato nel 2021 e non si prevede un miglioramento né quest'anno né il prossimo. Gli elevati disavanzi di bilancio, precedenti la crisi COVID-19, hanno trainato il disavanzo delle partite correnti, mettendo a rischio la sostenibilità del debito estero. I costi del debito sovrano sono aumentati dall'inizio del 2021. La prevista accelerazione delle retribuzioni potrebbe pesare ulteriormente sulla competitività di costo. Il deprezzamento nominale potrebbe da un lato attenuare le perdite di competitività, ma dall'altro aggiungere pressioni inflazionistiche e aumentare l'onere del servizio del debito in valuta estera, già alquanto elevato per l'amministrazione pubblica e il settore privato. La posizione patrimoniale netta sull'estero dovrebbe rimanere al di sotto dei livelli precedenti la pandemia. La posizione esterna dovrebbe beneficiare di ingenti fondi a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza, ma il finanziamento esterno potrebbe diventare più difficile in presenza di condizioni di finanziamento mondiali più rigide. Le recenti iniziative strategiche, tra cui il successo dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza della Romania, possono correggere alcune vulnerabilità, ma sono necessarie ulteriori azioni per migliorare la competitività e le potenzialità di crescita.

La Spagna presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito estero, pubblico e privato, in un contesto di elevata disoccupazione, e hanno rilevanza transfrontaliera. Nel 2021 il rapporto debito/PIL ha ripreso la tendenza al ribasso osservata prima della pandemia e si prevede che si ridurrà ulteriormente quest'anno e il prossimo. Le partite correnti registrano un leggero avanzo e la posizione patrimoniale netta sull'estero ha raggiunto il suo miglior livello dalla metà degli anni 2000. Il debito privato rimane tuttavia a un livello più elevato rispetto al periodo precedente la crisi COVID-19 e supera ancora i livelli prudenziali, mentre l'elevato rapporto debito pubblico/PIL rimane ben al di sopra di quello prepandemico. I crediti deteriorati hanno continuato a diminuire, ma permangono alcuni rischi, soprattutto nei settori ad alta intensità energetica e in quelli duramente colpiti dalla crisi COVID-19. La disoccupazione ha ricominciato a diminuire nel 2021, ma la segmentazione del mercato del lavoro e la disoccupazione giovanile rimangono elevate, anche se le riforme passate e recenti in tale settore e il proseguimento dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza contribuiranno a correggere le persistenti vulnerabilità della Spagna.

La Svezia presenta squilibri. Le vulnerabilità riguardano i prezzi degli alloggi, che sono elevati e in aumento, e il forte indebitamento delle famiglie. Nel 2021 i prezzi delle abitazioni si sono allontanati ulteriormente dai valori fondamentali e le condizioni finanziarie favorevoli continuano ad alimentare la domanda. L'elevato indebitamento delle famiglie espone la Svezia al rischio di shock negativi e di una correzione disordinata dei prezzi delle abitazioni, con potenziali implicazioni avverse per l'economia reale e il settore bancario. L'indebitamento privato è aumentato ulteriormente, in gran parte concentrato nel settore immobiliare, sia commerciale che abitativo, e la maggior parte del debito ipotecario delle famiglie è a tasso variabile. Le misure strategiche non hanno corretto a sufficienza le vulnerabilità legate al debito immobiliare e alla potenziale sopravvalutazione dei prezzi delle abitazioni. Permangono incentivi fiscali a favore degli alloggi finanziati mediante debiti, unitamente a un'offerta insufficiente e a carenze del funzionamento del mercato locativo. Le misure previste nel piano per la ripresa e la resilienza correggono le vulnerabilità solo in modo parzialmente soddisfacente.

Stati membri che presentano squilibri eccessivi

Cipro presenta squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano l'elevato debito pubblico e privato, i forti disavanzi delle partite correnti e lo stock ancora elevato di crediti deteriorati. I rapporti debito pubblico e privato/PIL sono nuovamente diminuiti grazie alla forte ripresa economica del 2021. I crediti deteriorati del settore bancario sono diminuiti in modo sostanziale grazie alle importanti vendite di tali crediti a relative società di acquisizione, ma rimangono elevati. Il disavanzo delle partite correnti è elevato nonostante un miglioramento nel 2021 e inoltre si prevede che aumenterà nel 2022 e si ridurrà solo lentamente in seguito, non garantendo quindi una posizione patrimoniale netta sull'estero prudente nel medio termine. I rapporti debito pubblico e privato/PIL dovrebbero migliorare ulteriormente, in parte grazie alla crescita economica. Tuttavia le prospettive economiche per il 2022 sono caratterizzate da una maggiore incertezza legata agli effetti dell'invasione russa dell'Ucraina, in considerazione delle esposizioni particolarmente consistenti degli scambi nel settore dei servizi. Se attuato tempestivamente ed efficacemente, il piano per la ripresa e la resilienza può contribuire a correggere significativamente le vulnerabilità, ma sono necessari ulteriori interventi strategici.

La Grecia presenta squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano un elevato debito pubblico, un riequilibrio esterno incompleto e un elevato livello di crediti deteriorati, in un contesto di elevata disoccupazione e ridotte potenzialità di crescita. Il rapporto debito pubblico/PIL ha ripreso a scendere e si prevede che tale andamento continui grazie al miglioramento dei risultati di bilancio e alla crescita economica. Il disavanzo delle partite correnti riflette ancora l'incompleta ripresa dal drastico calo del turismo estero nel 2020 e si prevede che rimanga nettamente negativo quest'anno e il prossimo. Anche la posizione patrimoniale netta sull'estero rimane ampiamente negativa, riflettendo in larga misura il debito pubblico detenuto per lo più da creditori del settore pubblico. Tuttavia potrebbe migliorare in termini di quota del PIL grazie alla crescita economica e all'afflusso di ingenti fondi a titolo del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Nonostante i progressi significativi, la quota di crediti deteriorati rimane elevata e ostacola la capacità delle banche di fornire credito alle imprese e alle famiglie. Sono state adottate misure pertinenti per facilitare l'aggiustamento economico e correggere le vulnerabilità. Il successo dell'attuazione del piano per la ripresa e la resilienza rappresenta un'importante opportunità per correggere le vulnerabilità e aumentare le potenzialità di crescita.

L'Italia presenta squilibri eccessivi. Le vulnerabilità riguardano un elevato debito pubblico e la scarsa crescita della produttività, in un contesto di fragilità del mercato del lavoro e di alcune debolezze dei mercati finanziari, che hanno rilevanza transfrontaliera. La crescita della produttività continua a essere esigua e rimane un fattore chiave della persistente debolezza della crescita del PIL italiano, che ha frenato la riduzione dell'indebitamento pubblico, ridotto le opportunità di occupazione e inciso sui bilanci delle banche. Il rapporto debito pubblico/PIL ha iniziato a diminuire nel 2021 e tale andamento si manterrà, ma la sostenibilità di bilancio, il settore finanziario e la crescita economica continuano a essere a rischio. Nonostante i miglioramenti del mercato del lavoro, persistono bassi tassi di partecipazione. Sono stati ottenuti miglioramenti significativi nella riduzione dei crediti deteriorati, anche se l'interdipendenza tra prestito sovrano e banche si è rafforzata durante la crisi COVID-19 e rimane un problema. Inoltre il settore bancario potrebbe trovarsi in difficoltà man mano che si produrranno gli effetti dell'eliminazione delle misure temporanee di sostegno adottate in risposta alla crisi pandemica. Il piano per la ripresa e la resilienza affronta le vulnerabilità, in particolare stimolando la competitività e la produttività. Ciononostante probabilmente ci vorrà del tempo perché l'effetto stimolante degli investimenti e delle riforme sulla crescita si manifesti e molto dipenderà dalla rapidità e dalla rigorosità dell'attuazione del piano.

(1)      COM(2022) 230 final.
(2)      COM(2022) 231 final. 
(3)      Come il meccanismo per collegare l'Europa, il meccanismo per una transizione giusta, Orizzonte Europa e i fondi per l'innovazione e la modernizzazione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) dell'UE.
(4)      Cfr. l'appendice 3 sui progressi dell'UE nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e l'edizione 2022 della relazione di Eurostat sul monitoraggio degli obiettivi di sviluppo sostenibile: https://ec.europa.eu/eurostat/product?code=KS-09-22-019 .
(5)      https://www.consilium.europa.eu/media/54773/20220311-versailles-declaration-en.pdf
(6)      I quadri operativi della resilienza messi a punto dalla Commissione mirano a fornire una valutazione complessiva della resilienza nell'UE e nei suoi Stati membri. Essi valutano la resilienza come capacità di compiere progressi verso gli obiettivi strategici in un contesto problematico. Cfr.: https://ec.europa.eu/info/strategy/strategic-planning/strategic-foresight/2020-strategic-foresight-report/resilience-dashboards_en
(7)      Cfr. l'appendice 2 sui progressi compiuti a livello di UE nell'attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese.
(8)      Cfr. l'appendice 1 relativa alla panoramica dei settori tematici trattati nelle proposte di raccomandazioni specifiche per paese di quest'anno.
(9)      Gli Stati membri aggiorneranno i piani nazionali per l'energia e il clima nel 2023 in conformità del piano REPowerEU, delle pertinenti raccomandazioni specifiche per paese e delle eventuali modifiche dei piani per la ripresa e la resilienza.
(10)      C(2022) 3300.
(11)      Regolamento (UE) 2021/1119.
(12)      Riquadro 2 nella comunicazione della Commissione europea "L'economia dell'UE dopo la COVID-19: implicazioni per la governance economica", COM(2021) 662 final. 
(13)      Il principio "l'efficienza energetica al primo posto", oltre a essere uno dei pilastri fondamentali per il conseguimento degli obiettivi climatici dell'UE, è anche essenziale ai fini della riduzione della dipendenza dai combustibili fossili provenienti dall'estero, di una maggiore sicurezza dell'approvvigionamento e di un più ampio uso di energie rinnovabili. Nel definire la politica energetica e nel prendere le relative decisioni di investimento, tale principio dovrebbe essere applicato tenendo in massima considerazione le misure di efficienza energetica che sono economicamente convenienti.
(14)      Nel settore delle materie prime critiche sono in corso sforzi importanti che saranno intensificati, come annunciato nel piano REPowerEU (COM(2022) 230).
(15)      Entro il 2030: un tasso di occupazione di almeno il 78 % della popolazione di età compresa tra i 20 e i 64 anni; ogni anno partecipazione di almeno il 60 % di tutti gli adulti ad attività di apprendimento; almeno 15 milioni di persone in meno a rischio di povertà o di esclusione sociale.
(16)      COM(2021) 660 final.
(17)      Cfr.: proposta di raccomandazione del Consiglio, presentata dalla Commissione, relativa alla garanzia di una transizione equa verso la neutralità climatica (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_6795).
(18)      Il numero di arrivi più elevato si registra in Polonia, seguita da altri Stati membri dell'UE confinanti con l'Ucraina, ma si prevede un reinsediamento verso altri Paesi dell'UE. Cfr.: comunicazione "Accoglienza delle persone in fuga dalla guerra in Ucraina" del 23 marzo 2022.
(19)      Cfr.: decisione di esecuzione (UE) 2022/382 del Consiglio, del 4 marzo 2022, che accerta l'esistenza di un afflusso massiccio di sfollati dall'Ucraina ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE e che ha come effetto l'introduzione di una protezione temporanea (GU L 71 del 4.3.2022, pag. 1). 
(20)      L'8 marzo la Commissione ha adottato la proposta di azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE), che consente la rapida riassegnazione dei fondi disponibili della politica di coesione 2014-2020 (FSE, FESR) e del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD). Anche la dotazione 2022 dell'assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d'Europa (REACT-EU) può essere utilizzata dagli Stati membri per rispondere alle esigenze delle persone in fuga dall'Ucraina. La Commissione ha proposto di aumentare di 3,4 miliardi di EUR il prefinanziamento totale di REACT-UE per gli Stati membri che accolgono sfollati provenienti dall'Ucraina. Tali fondi integreranno i fondi tematici esistenti, come il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF) e lo Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (BMVI). Il 13 aprile la Commissione ha introdotto una nuova procedura di finanziamento semplificata nell'ambito della politica di coesione 2014-2020 per rispondere alle esigenze di base delle persone a cui è stata concessa una protezione temporanea a seguito della guerra in Ucraina.
(21)      Sono escluse le misure di emergenza temporanee adottate nel contesto della pandemia di COVID-19.
(22)      COM(2021) 105 final.
(23)      Nel dicembre 2021 la Commissione ha presentato un'iniziativa chiave per fermare l'uso di entità di comodo a fini fiscali. L'obiettivo della proposta ("UNSHELL") è garantire che le entità dell'Unione europea con un'attività economica minima o nulla non possano beneficiare di alcun vantaggio fiscale. Nel dicembre 2021 la Commissione ha inoltre adottato una proposta di direttiva per l'attuazione di un livello di imposizione fiscale minimo globale (secondo pilastro) nell'UE. La proposta stabilisce regole per garantire un livello di imposizione fiscale minimo per le grandi imprese multinazionali e i gruppi nazionali su larga scala, contribuendo così a una fiscalità equa e a un contesto imprenditoriale sano. Una volta adottata dal Consiglio, la direttiva avrà lo scopo di porre un freno all'eccessiva concorrenza fiscale tra le giurisdizioni.
(24)      Comprese le misure strategiche riportate nei programmi nazionali di riforma e nelle relazioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza (relazioni semestrali sui progressi compiuti nell'attuazione di traguardi e obiettivi e risultanti dalla valutazione delle richieste di pagamento), a eccezione degli Stati membri che, alla data di scadenza della presente comunicazione, non hanno ancora presentato un piano di ripresa e resilienza o il cui piano non è stato approvato (Ungheria, Polonia, Paesi Bassi).
(25)      Agli Stati membri è stato chiesto di affrontare con efficacia nei loro piani per la ripresa e la resilienza tutte o un sottoinsieme significativo delle raccomandazioni specifiche per paese pertinenti. Per i piani per la ripresa e la resilienza adottati entro la data limite della presente comunicazione, le raccomandazioni specifiche per paese pertinenti sono quelle adottate dal Consiglio nel 2019 e nel 2020. La valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese qui presentata tiene conto del grado di attuazione delle misure incluse nei piani per la ripresa e la resilienza e di quelle realizzate al di fuori di tali piani al momento della valutazione. Con riferimento agli allegati delle decisioni di esecuzione del Consiglio adottate relativamente all'approvazione della valutazione dei piani per la ripresa e la resilienza, le misure ivi previste che non sono ancora state adottate o attuate, ma che si ritiene siano state annunciate in modo credibile, conformemente alla metodologia di valutazione delle raccomandazioni specifiche per paese, garantiscono "progressi limitati". Una volta attuate, queste misure possono permettere di ottenere "alcuni progressi/progressi significativi" o la "piena attuazione", a seconda della loro rilevanza.
(26)      Commissione e BCE valuteranno a tempo debito, nei rispettivi settori di competenza, gli impegni della Croazia nel contesto della partecipazione all'ERM II.
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