COMMISSIONE EUROPEA
Bruxelles,15.5.2018
COM(2018) 306 final
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE
Una nuova agenda europea per la ricerca e l’innovazione – l’opportunità dell'Europa di plasmare il proprio futuro
Contributo della Commissione europea alla riunione informale sull'innovazione dei leader dell'UE, tenutasi a Sofia il 16-17 maggio 2018
“Il nostro futuro non può restare un mero scenario, uno schizzo, un’idea tra le altre. L’Unione di domani dobbiamo prepararla oggi.”
Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione
Discorso sullo stato dell’Unione, Strasburgo, 13 settembre 2017
“La ricerca e l'innovazione sono cruciali per il nostro futuro. Rappresentano l'unico modo di affrontare, simultaneamente e in modo sostenibile, i problemi legati alla ridotta crescita economica, alla scarsa creazione di posti di lavoro e alle sfide globali in ambiti quali sanità e sicurezza, alimenti e oceani, clima ed energia.”
Contributo della Commissione europea alla riunione informale dei leader del 23 febbraio 2018
“Lasceremo ai diversi livelli decisionali sufficiente margine di manovra per rafforzare il potenziale di innovazione e crescita dell'Europa.”
Dichiarazione di Roma, Roma, 25 marzo 2017
La Commissione europea accoglie con favore la decisione del Presidente del Consiglio europeo di programmare una discussione tra i leader in materia di ricerca e innovazione e sulle misure necessarie per garantire la competitività globale dell’Europa. La presente comunicazione illustra una serie di azioni concrete volte a rilanciare l’agenda dell’UE per la ricerca e l’innovazione e ad alimentare la discussione informale dei capi di Stato o di governo che si riuniranno a Sofia il 16 maggio 2018.
1. L’Europa ha l’opportunità di investire nel futuro
Investire nella ricerca e nell’innovazione significa investire nel futuro dell’Europa. Significa continuare a competere sulla scena mondiale e a preservare il nostro modello sociale unico, migliorare la vita quotidiana di milioni di cittadini in Europa e nel resto del mondo, contribuendo a risolvere alcune delle nostri più grandi sfide sociali e generazionali. La ricerca e l’innovazione permeano ogni aspetto della nostra realtà: hanno reso disponibili 1,6 milioni di dosi di vaccino contro il virus Ebola, messo a punto una pila 100 volte più potente di quelle comuni, progettato autobus alimentati con batterie ad idrogeno per il trasporto urbano.
Ciò riflette il fatto che il progresso di una società va di pari passo con la sua capacità di innovare. La società può conseguire una prosperità durevole solo se sa mettere pienamente a frutto le conoscenze, lo spirito imprenditoriale e la produttività dei propri cittadini. E dimostra che qualsiasi economia può mantenere una posizione concorrenziale di primo piano solo se rimane alla frontiera della ricerca di punta e dell’innovazione.
Questa è la sfida che la nostra Unione deve affrontare oggi se vogliamo cercare di mantenere e migliorare lo stile di vita europeo. È ora di investire nel futuro. Le innovazioni basate sulle nuove tecnologie, la digitalizzazione crescente in tutti i settori e le grandi tendenze globali stanno cambiando il nostro modo di vivere, offrendo, certo, enormi opportunità, ma creando anche nuove problematiche. Con l’accelerare di questa tendenza, la necessità di innovare diventerà sempre più acuta. I paesi di tutto il mondo stanno investendo massicciamente nella ricerca e nell’innovazione in tutti i settori dell’economia. Ciò significa che la concorrenza globale si sta intensificando e che la posizione concorrenziale di primo piano dell’Europa in settori industriali chiave è minacciata. Rafforzare la capacità di innovazione dell’Europa, assicurare congrui investimenti e accelerare la diffusione dell’innovazione in tutta l’UE è pertanto necessario per la nostra prosperità futura.
La posta in gioco è alta, ma altrettanto grande è il potenziale dell’Europa. La prossima ondata di innovazione, che vedrà una combinazione tra la fisica e il digitale, avrà le sue radici nella scienza, nella tecnologia e nell’ingegneria, in cui l’Europa ha un vantaggio competitivo che deve mantenere. Con il 7% della popolazione mondiale, l’Europa rappresenta il 20% degli investimenti nella ricerca e sviluppo a livello mondiale e circa un terzo di tutte le pubblicazioni scientifiche di alta qualità. L’Europa vanta anche una forte base industriale.
L’Europa deve sfruttare tale patrimonio e poggiare sui suoi valori per sviluppare il proprio modello di innovazione. Dovrebbe trarre il maggior profitto possibile dalla sua cultura basata sulla collaborazione e sul partenariato, il che contribuisce a promuovere l’innovazione in tutta l’Unione. E nel far questo, deve garantire che l’alto livello di protezione dei dati e della vita privata dei cittadini europei - che è attualmente il parametro di riferimento a livello mondiale - diventi una fonte di vantaggio competitivo con riferimento alle nuove tecnologie, quali le tecnologie dell’intelligenza artificiale o dei big data.
L’UE è la regione del mondo più aperta alla ricerca e all’innovazione; non solo accoglie la partecipazione delle organizzazioni di ricerca di tutto il mondo nei suoi progetti, ma collabora anche intensamente con partner internazionali su programmi comuni. Al fine di promuovere condizioni di parità, dovrebbe incoraggiare nuove opportunità di mercato per i beni e i servizi innovativi. Essa dovrebbe inoltre incoraggiare le sinergie e gli investimenti transfrontalieri in ricerca e innovazione che apportano reciproci vantaggi per i cittadini e le imprese, garantendo nel contempo che l’UE possa difendere i propri interessi in settori strategici.
In altri settori, tuttavia, l’Europa sta registrando un deficit di innovazione. Non si tratta di una mancanza di idee o start-up iniziali: il problema è piuttosto la mancanza di espansione e di diffusione, con le innovazioni che non si traducono in nuove opportunità di crescita e di mercato. Inoltre, l’industria deve aumentare gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione. L’UE è superata da Cina e Stati Uniti nel livello di investimenti nelle tecnologie destinate a essere dominanti nel futuro.
Per sfruttare al meglio il suo potenziale e superare gli ostacoli che le si presentano, l’Europa deve incentrare la sua azione su tre livelli. In primo luogo, sono necessari considerevoli investimenti nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, con una speciale attenzione alle principali sfide industriali e sociali quali la sicurezza, i cambiamenti climatici e l’impatto dell’invecchiamento demografico. In secondo luogo, il contesto in cui operano le imprese deve essere reso più favorevole all’innovazione e mostrare una minore avversione al rischio. In terzo luogo, i cittadini europei devono essere sostenuti nel corso dell’intera transizione, che si prospetta veloce e, per alcuni, turbolenta.
La possibilità che l’Europa diventi leader della prossima ondata di innovazione dipenderà dalla nostra capacità di adottare la giusta combinazione di politiche e strumenti. È fondamentale che l’Europa sostenga lo sviluppo competitivo delle catene di valore strategiche del futuro. Il mercato unico digitale, l’Unione dell’energia, le strategie industriali e la nostra politica in materia di concorrenza ci forniscono un quadro solido. Strumenti come il piano di investimenti, il programma “Orizzonte 2020” per la ricerca e l’innovazione e i Fondi strutturali e d’investimento europei possono vantare comprovati successi. Poggiando su tali fondamenta l’Europa è riuscita a conseguire l’avanguardia a livello mondiale in numerosi settori scientifici e tecnologici e ha creato le condizioni migliori per l’innovazione e la concorrenza tra le imprese.
È giunto il momento di passare allo stadio successivo. Ciò è possibile solo adottando un approccio autenticamente europeo, collaborando a livello transfrontaliero e agendo su una scala a livello dell’Unione. Il successo dipenderà dalla nostra capacità di utilizzare, insieme ed efficacemente, il capitale privato e gli investimenti pubblici; dipenderà da quadri normativi nazionali ed europei capaci di accompagnare l’evoluzione futura e di favorire l’innovazione; dipenderà da un mercato unico nel quale un’effettiva ed equa concorrenza premia e incentiva gli investimenti privati nell’innovazione; dipenderà dalla capacità di promuovere la dimensione imprenditoriale delle università europee; dipenderà dall’assicurare il contributo di ogni Stato membro e ogni singola regione in Europa ad una crescente ondata di eccellenza nell’ambito della scienza e dell’innovazione. Tutti questi fattori si trovano sotto il controllo collettivo della nostra Unione; è ora di prendere il nostro futuro nelle nostre mani.
2.
Un’agenda rinnovata per un più forte ecosistema europeo della ricerca e dell’innovazione
La ricerca e l’innovazione sono trasversali a tutta la nostra società e implicano il coinvolgimento di diversi operatori, strumenti e politiche a livello locale, nazionale ed europeo. L’Europa deve far dialogare tali diversi elementi trainanti e i diversi livelli di governance per creare un ambiente favorevole alla ricerca e all’innovazione. Ciò significa collegare anche i vari ecosistemi di ricerca e innovazione locali e regionali per promuovere l’innovazione lungo le catene di valore dell’UE.
A livello europeo, la normativa, la cooperazione transfrontaliera e il bilancio dell’UE possono costituire leve politiche efficaci. Le politiche applicate in settori quali l’energia, i trasporti e l’industria contribuiscono a un’economia sostenibile, a basse emissioni di carbonio. Lo sviluppo economico grazie all’innovazione è una componente fortemente radicata nella politica agricola e nella politica di coesione. Programmi specifici sono stati istituiti per stimolare la rivoluzione digitale nell’UE. La ricerca e l’innovazione sono al centro dell’intera gamma di politiche in materia di istruzione e formazione. Il mercato interno e le politiche di concorrenza sono intese a sostenere e rendere autonome le imprese innovative, in particolare le piccole e medie imprese, aiutandole a espandersi e a sviluppare nuovi mercati.
Esistono tuttavia lacune e problemi emergenti nei confronti dei quali l’Europa può e deve migliorare. La presente comunicazione evidenzia i progressi compiuti e propone nuove azioni in cui l’Unione europea può fare la differenza.
2.1 Assicurare i fondamentali investimenti pubblici e stimolare gli investimenti privati
È comprovato che l’entità degli investimenti pubblici e privati destinati alla ricerca e all’innovazione incide direttamente sul miglioramento della produttività e della competitività a livello mondiale. Tuttavia, l’UE è ben lungi dall’obiettivo totale del 3% del prodotto interno lordo destinato a investimenti in attività di ricerca e sviluppo.
Intensità delle attività di R&S nel 2016
Investimenti pubblici
La maggior parte degli investimenti pubblici nella ricerca e nell’innovazione nell’UE — circa l’85% — proviene da finanziamenti nazionali. Benché i finanziamenti pubblici per la ricerca e sviluppo nell’UE e nei suoi Stati membri siano sostanzialmente paragonabili a quelli degli Stati Uniti, vi sono grandi differenze tra gli Stati membri. Stimolare gli investimenti pubblici nella ricerca e nell’innovazione negli Stati membri che dedicano poche risorse a tal fine è essenziale per massimizzare il potenziale di innovazione dell’UE.
A livello europeo, l’attuale programma di ricerca e innovazione dell’UE, “Orizzonte 2020”, ha portato a grandi risultati — facendo dell’UE un leader mondiale in molti ambiti della scienza e della tecnologia. Con un bilancio totale di oltre 13,1 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020, il Consiglio europeo della ricerca ha contribuito a stimolare l’eccellenza scientifica nella ricerca di frontiera e attirare alcuni dei migliori talenti in Europa, mentre, grazie a un bilancio di 6,2 miliardi di EUR, le azioni Marie Skłodowska Curie hanno sostenuto ricercatori di altissimo livello nel corso dell’intera loro carriera.
Il piano di investimenti per l’Europa ha sostenuto progetti innovativi e, in particolare, le piccole e medie imprese. I Fondi strutturali e d’investimento europei sono stati fondamentali per gli investimenti pubblici nella ricerca e nell’innovazione e per la sua diffusione a livello regionale.
Nella sua proposta sul quadro finanziario pluriennale 2021-2027, del 2 maggio 2018, la Commissione ha messo in chiaro che la ricerca e l’innovazione devono continuare ad essere una priorità fondamentale dell’UE. La Commissione propone di aumentare gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, stanziando 100 miliardi di EUR per il futuro programma Orizzonte Europa e il programma Euratom di ricerca e formazione. Allo stesso modo, la Commissione ha proposto di mobilitare circa 11 miliardi di EUR per gli strumenti basati sul mercato, compresi gli strumenti finanziari e le garanzie di bilancio in un’apposita sezione nell’ambito del Fondo InvestEU, che consentirà di mobilitare 200 miliardi di EUR di investimenti privati a favore della ricerca e dell’innovazione. Ciò riflette il consenso sul fatto che gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione non sono solo fondamentali per la crescita e l’occupazione dell’UE; costituiscono anche un settore con un elevato valore aggiunto europeo.
L’innovazione deve essere il motore principale delle politiche e dei programmi dell’UE per il periodo 2021-2027. Saranno pienamente sfruttate le complementarità e le sinergie con i programmi di finanziamento dell’UE, in modo che i fondi siano razionalizzati e coordinati a vantaggio di una maggiore attività di ricerca e innovazione. In tal modo, oltre a Orizzonte Europa, anche altri principali programmi di finanziamento, come il Meccanismo per collegare l’Europa, il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione, il programma Europa digitale, il Fondo europeo per la difesa, la politica agricola comune e il programma spaziale forniranno un notevole impulso all’innovazione.
Investimenti privati
La modesta entità degli investimenti privati destinati all’innovazione è una persistente debolezza dell’Europa. Il livello di investimenti nella ricerca e innovazione da parte delle industrie nell’UE è pari all’1,3% del prodotto interno lordo. Fa impallidire il confronto con la Cina (1,6%), gli Stati Uniti (2%), il Giappone (2,6%), e la Corea del Sud (3,3%).
Le imprese dell’Unione spendono meno in ricerca e sviluppo rispetto ai loro concorrenti
Evoluzione dell’intensità delle attività di R&S delle imprese, 2000-2016
L’Europa ha bisogno di un’industria innovatrice e che investa in innovazione. Per stimolare gli investimenti privati, l’Europa ha bisogno di un ambiente più favorevole per le imprese basato su un quadro normativo semplice, chiaro ed efficace. È necessario fornire a mercati aperti e competitivi i giusti incentivi per gli investimenti e un accesso più agevole ai finanziamenti, soprattutto per le piccole e medie imprese. I finanziamenti per la ricerca industriale, in particolare attraverso partenariati pubblico-privato, è particolarmente importante anche per tenere il passo con la concorrenza mondiale.
La strategia di politica industriale dell’UE mira a migliorare le condizioni complessive delle imprese a favore degli investimenti privati per l’innovazione, anche agevolando gli appalti pubblici delle soluzioni innovative. Ciò avviene attraversoun’ampia serie di azioni che vanno dalla modernizzazione del quadro relativo alla proprietà intellettuale all’adozione di iniziative del mercato unico digitale quali la cibersicurezza e la regolamentazione dei flussi di dati. La strategia integra il programma «Legiferare meglio» dell’UE, che mira a rendere le politiche e le leggi dell’UE quanto più efficaci e efficienti possibile grazie alla sistematica consultazione dei portatori di interessi, a valutazioni retrospettive e a valutazioni d’impatto. Le recenti iniziative sul calcolo ad alte prestazioni, l’intelligenza artificiale e l’economia dei dati, tra l’altro, aiuteranno l’Europa a essere all’avanguardia della prossima ondata di innovazione
. Il piano di investimenti per l’Europa è inteso a rimuovere gli ostacoli agli investimenti, a fornire visibilità e assistenza tecnica ai progetti di investimento e a usare in modo più intelligente le risorse finanziarie.
Un particolare punto debole europeo è la disponibilità di capitale di rischio — una fonte essenziale di finanziamento per le start-up innovative. Nel complesso gli investimenti nel capitale di rischio sono pari a un quinto del livello degli Stati Uniti. L’entità media di tali fondi in Europa è troppo limitata per attirare grandi investitori istituzionali e privati. Ciò porta a un deficit di finanziamento delle imprese durante la loro crescita nonché a un eccessivo affidamento sul sostegno pubblico.
Fondi di capitale di rischio raccolti (in miliardi di EUR) nell’UE e negli Stati Uniti, 2007-2016
Il Fondo europeo per gli investimenti strategici ha rivitalizzato gli investimenti in progetti strategici: un terzo della dotazione complessiva stimata in oltre 500 miliardi di EUR dovrebbe andare ad investimenti per la ricerca e l’innovazione.
La Commissione persegue fortemente l’obiettivo di agevolare l’accesso delle imprese, nelle loro fasi iniziali e di crescita, ai finanziamenti per l’innovazione. Ciò avviene attraverso gli strumenti finanziari InnovFin nell’ambito “Orizzonte 2020” (investimenti stimati pari a 30 miliardi di EUR), il programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (investimenti stimati pari a 40 miliardi di EUR). Anche le piccole e le medie imprese possono accedere ai finanziamenti per l’innovazione attraverso gli strumenti finanziari sostenuti dal Fondo europeo di sviluppo regionale.
In futuro dovremo “fare di più con meno”, avvalendoci degli strumenti finanziari in modo intelligente ed efficiente per attirare una massa critica di investimenti privati e destinarla a specifiche priorità. Di pari passo, abbiamo anche bisogno di un sistema fiscale che sostenga l’innovazione, che permetta di dedurre fiscalmente i costi degli investimenti in ricerca e innovazione e preveda agevolazioni supplementari per le giovani imprese. La proposta della Commissione relativa a una base imponibile consolidata comune per l’imposta sulle società mira proprio a questo. È ora essenziale che il Parlamento europeo e il Consiglio adottino rapidamente la proposta per permettere agli Stati membri di avvalersi appieno di questo strumento fondamentale finalizzato a facilitare gli investimenti privati nella ricerca e nell’innovazione.
Un’importante nuova iniziativa ha combinato “Orizzonte 2020”, il Fondo europeo per gli investimenti strategici e il programma per la competitività delle imprese e le piccole e medie imprese per dare vita all’iniziativa VentureEU, intesa a stimolare la raccolta di capitale di rischio in Europa con l’intermediazione di gestori di fondi privati e che sarà, per la maggior parte, finanziata da investimenti privati. “VentureEU” dovrebbe stimolare gli investitori istituzionali e incoraggiare un numero maggiore di gestori di fondi a entrare nel mercato europeo e operare a livello transfrontaliero nell’intento di superare gli attuali deficit di finanziamento a lungo termine. Con investimenti per un importo complessivo di 410 milioni di EUR da parte dell’UE, il suo obiettivo iniziale è raccogliere oltre 2,1 miliardi di EUR nei prossimi 12 mesi in vista di stimolare investimenti per un importo stimato di 6,5 miliardi di EUR in circa 1 500 imprese start-up e in rapida espansione dell’UE. L’iniziativa VentureEU ha le potenzialità per raddoppiare gli investimenti in capitale di rischio in Europa. Oltre a ciò, la Commissione sta attualmente sviluppando l’iniziativa “ESCALAR”, il cui obiettivo consiste nell’aiutare i fondi di capitali di rischio a raggiungere più rapidamente dimensioni maggiori, grazie alla mobilitazione di fondi privati, come i fondi pensionistici o assicurativi.
A sostegno sono state avviate iniziative nel quadro dell’Unione dei mercati dei capitali per semplificare i quadri normativi finalizzati a raccogliere e gestire i fondi di capitale di rischio in Europa. Ciò contribuirà, in ultima istanza, a rendere il capitale di rischio più prontamente disponibile. Sono tuttavia necessari ulteriori sforzi per raggiungere una dimensione adeguata al peso economico dell’Europa.
Tappe fondamentali
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Adottare in tempi rapidi il prossimo quadro finanziario pluriennale al fine di garantire che il settore della ricerca e dell’innovazione continui ad essere una politica fondamentale dell’UE e di mantenere la priorità di finanziamento in futuro, attraverso diversi strumenti di bilancio.
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Gli Stati membri sono tenuti ad adottare tutte le misure necessarie per massimizzare i loro investimenti nella ricerca e nell’innovazione in modo da raggiungere l’obiettivo del 3% del prodotto interno lordo.
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Aumentare gli investimenti privati nella ricerca e nell’innovazione e potenziare le iniziative quali “VentureEU” per stimolare gli investimenti privati e il “capitale paziente”.
2.2 Rendere i quadri normativi idonei all’innovazione
Mercati funzionanti che incentivino la concorrenza e l’innovazione creano occupazione e crescita. L’economia europea ha bisogno di un quadro normativo orientato all’innovazione, sufficientemente flessibile per adattarsi alla rapida evoluzione dell’industria e della società. La legislazione e l’applicazione delle norme in materia di concorrenza svolgono un ruolo fondamentale per creare condizioni di parità per i nuovi operatori del mercato e fornire incentivi all’innovazione. Le norme comuni e le norme di interoperabilità facilitano l’adozione e la diffusione sul mercato di soluzioni innovative. La normativa, sia a livello europeo che a livello degli Stati membri, dovrebbe pertanto raggiungere un equilibrio tra prevedibilità e flessibilità e garantire una concorrenza leale senza sanzionare l’insuccesso o l’assunzione di rischi.
Nel contesto del nuovo quadro finanziario pluriennale, la Commissione continuerà a semplificare le norme sugli aiuti di Stato per aumentare le sinergie e sostenere il finanziamento pubblico di progetti innovativi. Ciò faciliterà la combinazione di fondi nazionali e dell’UE e assicurerà che i progetti “Orizzonte Europa” dotati del «marchio di eccellenza» siano più facilmente finanziati a livello regionale nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei.
Gli organismi di regolamentazione sono soggetti fondamentali nel settore dell’innovazione, sia nel creare le giuste condizioni sia nel garantire che la legislazione si innovi con la stessa rapidità dei prodotti e servizi. Per garantire che le politiche europee siano elaborate nell’ottica dell’innovazione, la Commissione europea applica già il “principio di innovazione” quando prepara importanti iniziative legislative. Gli Stati membri dovrebbero intensificare gli sforzi nella stessa direzione. I quadri normativi devono consentire più sperimentazione, apprendimento e adattamento, e le politiche pubbliche devono fare un uso migliore di tutti i dati e le tecniche di analisi esistenti.
Per chiarire in che modo i requisiti normativi esistenti si applicano alle idee innovative, la Commissione sta sperimentando patti per l’innovazione, per aiutare gli innovatori ad affrontare quelli che percepiscono come ostacoli nella normazione dell’UE. I primi risultati nei progetti pilota relativi a pile e al riutilizzo dell’acqua suggeriscono che tali esperienze possono fornire un utile feedback per migliorare la legislazione e promuovere l’innovazione.
Per stimolare una cultura della sperimentazione e dell’assunzione di rischi, è anche di fondamentale importanza una efficace normativa a livello nazionale. In quest’ottica, la Commissione ha proposto un nuovo diritto fallimentare che consentirà alle imprese in difficoltà di intraprendere precocemente una ristrutturazione ed evitare il fallimento. Le nuove norme offrirebbero agli innovatori e agli imprenditori onesti una seconda occasione, liberandoli integralmente dai debiti di precedenti iniziative imprenditoriali a rischio dopo un periodo di 3 anni, con appropriate limitazioni a salvaguardia di interessi generali debitamente giustificati.
Per contribuire a creare e stimolare la domanda di soluzioni innovative da parte delle autorità pubbliche, la Commissione ha pubblicato oggi gli orientamenti in materia di appalti pubblici per l’innovazione che illustrano come gli appalti nel settore dell’innovazione possono essere attuati, corredati di numerosi esempi concreti di buone pratiche
.
Tappe fondamentali
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Elaborare quadri normativi, nazionali e dell’UE, adatti alle sfide del futuro e informati al principio di innovazione. Ciò garantirà un’adeguata valutazione dell’impatto sull’innovazione in occasione di ogni revisione, elaborazione o attuazione delle politiche e della legislazione.
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Dare priorità al recepimento della direttiva riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, la seconda opportunità e misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza e liberazione dai debiti.
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La Commissione continuerà a semplificare le norme sugli aiuti di Stato. Ciò contribuirà a facilitare la combinazione senza intoppi di fondi diversi, e a migliorare l’uso di standard di valutazione comuni per progetti di ricerca e innovazione.
2.3 Rendere l’Europa leader nell’innovazione creatrice di nuovi mercati
L’Europa è leader mondiale nel campo della scienza. Ospita alcune delle menti più creative e imprenditoriali e alcune delle idee più innovative del mondo. Ci adoperiamo per portare tali innovazioni sul mercato, ben consapevoli del lungo percorso che ciò richiede.
L’Europa riesce con discreto successo ad aumentare o mantenere il valore di prodotti, servizi e processi esistenti, processo noto come “innovazione incrementale”. Ne abbiamo esempi in una varietà di settori quali lo spazio, l’aeronautica, i prodotti farmaceutici, l’elettronica, l’energia rinnovabile, le bioindustrie e le tecnologie produttive avanzate. Considerevole sostegno all’innovazione proviene anche dalle tecnologie abilitanti fondamentali, quali la robotica, la fotonica e le biotecnologie. Tali tecnologie possono essere utilizzate e applicate in molti settori, generare conoscenza e nuove forme di partecipazione e sono essenziali per affrontare sfide fondamentali per la società, e nel contempo contribuiscono al mantenimento della leadership industriale dell’UE.
Ma l’Europa deve fare di meglio e generare anche innovazioni rivoluzionarie.
Un’innovazione rivoluzionaria crea prodotti, servizi o processi completamente nuovi o porta a sostanziali miglioramenti della qualità di quelli esistenti. Si citi, ad esempio, il raddoppiamento della densità di energia in una batteria per un’auto elettrica. Tutto ciò apre nuovi modelli di business e opportunità di mercato. Rispetto all’innovazione incrementale le innovazioni rivoluzionarie tendono a provenire da nuovi operatori (spesso start-up che non dispongono di attivi né di flussi di cassa). Tali innovazioni tendono a comportare rischi più elevati in termini di tecnologia, di mercato e di regolamentazione. Un’innovazione dirompente è quella che rischia di rendere obsoleta una soluzione o un’industria esistente. Classici esempi includono gli smart phone e i servizi di streaming di video e musica on line. Le innovazioni dirompenti creano prodotti e servizi completamente nuovi, nonché nuovi modelli di business o in alcuni casi anche nuovi mercati.
Le innovazioni rivoluzionarie e dirompenti sono ancora troppo rare in Europa. Il motivo è da ricercare in una serie di fattori, tra cui la mancanza di capitali di rischio, una radicata avversione al rischio, il mancato trasferimento di nuove tecnologie dalla base di ricerca e l’incapacità di sfruttare la dimensione di scala dell’Unione. Sono troppo poche le start-up europee che sopravvivono oltre la prima fase critica dei 2-3 anni. Di quelle che superano tale fase, un numero troppo esiguo di imprese riesce a crescere ed espandersi a livello mondiale. Meno del 5% delle piccole medie imprese europee cresce a livello internazionale.
Per contribuire a sviluppare rapidamente le principali innovazioni rivoluzionarie in Europa, la Commissione propone di creare un Consiglio europeo per l’innovazione. Il Consiglio europeo per l’innovazione costituirà il referente unico per le tecnologie rivoluzionarie e ad alto potenziale e per le imprese innovative con le potenzialità per espandersi. Sosterrà il percorso commerciale di idee promettenti dalla ricerca all’industria attraverso start-up, spin-out o trasferimenti all’industria. Il nuovo organismo sosterrà l’aumento graduale dell’innovazione nella fase di avvio per assicurarsi che si traduca in una maggiore crescita e occupazione
. A tal fine ottimizzerà, razionalizzerà e semplificherà le strutture esistenti, operando di concerto con l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia.
Un progetto pilota già avviato raggruppa i pertinenti regimi esistenti e introduce le prime riforme nel programma “Orizzonte 2020”. A tal fine sono stati stanziati 2,7 miliardi di EUR tra il 2018 e il 2020. Il futuro Consiglio europeo per l’innovazione, una volta divenuto un’istituzione a pieno titolo, sarà gestito in modo tale da consentire investimenti nei progetti a rischio più elevato. Sulla base di consulenze strategiche fornite da importanti innovatori, darà priorità all’eccellenza e alla scala dell’impatto. Ciò dovrebbe accelerare la commercializzazione e l’espansione delle innovazioni di start-up che emergono da progetti condotti nell’ambito di “Orizzonte Europa”. Il futuro organismo dovrebbe inoltre fornire consulenza su meccanismi di finanziamento per la ricerca e l’innovazione in modo da garantire la centralità, le dimensioni e i risultati delle priorità politiche europee.
La Commissione intende integrare tale iniziativa con l’Innovation Radar, uno strumento che permette di individuare le innovazioni con potenziale di mercato finanziate dal bilancio dell’UE.
Tappe fondamentali
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Istituire un Consiglio europeo per l’innovazione per individuare e potenziare le innovazioni rivoluzionarie e dirompenti. L’accento sarà posto sulla rapida evoluzione, le innovazioni ad alto rischio che presentano un forte potenziale in termini di creazione di mercati interamente nuovi.
2.4 Istituire missioni di ricerca e innovazione a livello dell’UE
Il sostegno europeo per la ricerca e l’innovazione aiuta l’UE a realizzare le sue priorità, rende un po’ più facile la vita quotidiana dei cittadini e contribuisce a realizzare importanti progressi che incideranno su milioni di persone in tutto il mondo. I finanziamenti dell’UE hanno un valore aggiunto reale e dimostrabile - dal mantenimento dei nostri impegni assunti con l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici al conseguimento di grandi progressi sul trattamento del cancro. In un futuro prossimo potranno anche aiutarvi a stampare una versione in 3D della casa dei vostri sogni.
L’Europa può aumentare il suo valore aggiunto e l’impatto conseguito istituendo missioni di ricerca e innovazione a livello dell’UE. Tali missioni dovrebbero fissare obiettivi ambiziosi al limite della frontiera della ricerca e dell’innovazione, trainerebbero l’occupazione, la crescita economica e la competitività e contribuirebbero a risolvere alcune delle maggiori sfide della società. Tali missioni saranno definite in stretta cooperazione con gli Stati membri, i portatori di interessi e i cittadini. Potrebbero vertere su temi quali la lotta contro il cancro, la mobilità pulita e l’eliminazione della plastica dagli oceani.
Riconoscendo che “misurare è fare”, tali missioni dovrebbero fissare obiettivi ambiziosi, mirati e circoscritti nel tempo. Prendendo l’esempio della plastica negli oceani, questi obiettivi potrebbero comprendere, ad esempio, la riduzione del 90% della quantità di materie plastiche che finiscono nell’ambiente marino e la raccolta di oltre la metà delle materie plastiche presenti nei nostri oceani entro il 2025.
Le missioni incoraggeranno gli investimenti, la partecipazione in molteplici settori lungo la rispettiva catena di valore e le politiche (ad esempio in materia di energia e clima, trasporti, tecnologie produttive avanzate, salute e nutrizione, digitale) in varie discipline scientifiche (comprese le scienze sociali e umanistiche), nonché il coinvolgimento di diversi operatori e portatori di interessi. Ciò richiede un processo inclusivo che, da un lato, individui i settori con maggiori potenzialità in termini di scala dell’impatto economico e, dall’altro, affronti le sfide sociali. Le missioni potrebbero vertere su questioni scientifiche, tecnologiche o sociali e dovrebbero creare sinergie con le strategie di ricerca e innovazione a livello nazionale, regionale e locale.
Le missioni dovrebbero incoraggiare e persino prescrivere la sperimentazione e l’assunzione di rischi. Esse potranno proseguire e sviluppare l’esperienza maturata con i progetti faro "Graphene" e "Human Brain”, e, più di recente, il progetto “Quantum”, che hanno mostrato ambizione e un forte approccio tecnologico basato sulla ricerca multidisciplinare.
Tappe fondamentali
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Avviare una prima serie di missioni di ricerca e innovazione a livello dell’UE con obiettivi audaci, ambiziosi e dal forte valore aggiunto europeo.
2.5
Sostenere la rapida diffusione e realizzazione pratica dell’innovazione in tutta l’Unione
Il divario in materia di innovazione in Europa tra Nord e Sud, e tra Est e Ovest era evidente. Tale divario è ora molto più sfumato, in quanto alcuni paesi hanno compiuto progressi significativi, segnatamente in termini di livelli di investimento. Sacche di eccellenza scientifica e tecnologica sono emerse in tutte le parti dell’Unione. Ma il divario in materia di innovazione tra le regioni permane, con ancora diverse zone in netto ritardo in termini di investimenti, capacità di innovazione e prestazioni. Carenze nella diffusione dell’innovazione spiegano in gran parte la lenta crescita della produttività aggregata dell’Europa.
Prestazione delle regioni dell’UE in materia di innovazione
Sono pertanto necessari ulteriori sforzi per accelerare la diffusione dell’innovazione nelle regioni meno sviluppate e in settori più tradizionali. Gli investimenti devono essere resi più efficienti, efficaci e più rispondenti alle esigenze regionali e locali. I finanziamenti dell’UE hanno svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo di ecosistemi regionali dell’innovazione, compresi i “poli di innovazione” che danno alle piccole e medie imprese un accesso agevole alle infrastrutture e alle competenze per sperimentare nuove tecnologie. Al fine di sostenere questi sforzi, le strategie di specializzazione intelligente sono essenziali per garantire che tutte le regioni dell’UE possano sfruttare il loro potenziale e attuare con successo la transizione industriale basata sull’innovazione.
Dal 2014 l’accento posto sull’innovazione nell’ambito dei Fondi strutturali e di investimento europei è stato rafforzato grazie a 120 strategie di specializzazione intelligente che promuovono l’innovazione basandosi sui punti di forza di ciascuna regione. Sono disponibili circa 80 miliardi di EUR provenienti dal Fondo europeo di sviluppo regionale per promuovere l’imprenditorialità, la digitalizzazione e le attività di ricerca, in particolare nelle regioni meno sviluppate. Il Fondo sociale europeo e il programma Erasmus + sostengono gli investimenti nello sviluppo delle competenze dei cittadini e la politica agricola comune rafforza la capacità di innovazione nelle zone rurali grazie al sostegno a coloro che desiderano cogliere le opportunità connesse alle tecnologie digitali.
Affinché l’Europa costruisca una capacità di innovazione più forte e più efficace e una più rapida diffusione dell’innovazione in tutta l’Unione, abbiamo bisogno di un coordinamento più forte e più strategico tra diversi regimi di finanziamento dell’UE, con un migliore allineamento delle priorità a livello europeo, comprese le strategie di specializzazione intelligente e il programma Orizzonte Europa. Le collaborazioni transfrontaliere e transregionali lungo tutta la catena di valore e a livello europeo e internazionale devono ricevere maggiore sostegno. Anche la capacità istituzionale a livello regionale e locale deve essere rafforzata al fine di sostenere le riforme dei sistemi di innovazione e contribuire a sviluppare le nuove competenze necessarie.
Tappe fondamentali
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Utilizzare i Fondi strutturali e di investimento europei per portare le regioni nell’economia dell’innovazione. Le strategie di specializzazione intelligente dovrebbero essere rafforzate e razionalizzate per permettere un sostegno interregionale all’innovazione. Occorre creare sinergie, tra l’altro, con il programma Orizzonte Europa, InvestEU, il Fondo sociale europeo, il programma Erasmus +, il programma Europa digitale e la politica agricola comune.
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2.6
Investire nelle competenze a tutti i livelli e consentire alle università europee di diventare più imprenditoriali e interdisciplinari
Sviluppare una società dell’apprendimento e dell’imprenditorialità in Europa è fondamentale per stimolare l’innovazione in tutti i settori dell’economia e in tutti i segmenti della popolazione. Ciò rende necessari importanti cambiamenti nel sistema di istruzione, formazione e ricerca e sul posto di lavoro affinché l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita e il miglioramento delle competenze diventi una realtà per tutti, al fine di affrontare le lacune di competenze e gli squilibri tra domanda e offerta di competenze esistenti in Europa. Si stima che circa il 40% della forza lavoro in Europa avrebbe bisogno di aggiornare le competenze digitali, mentre 70 milioni di europei non possiedono competenze alfabetiche e matematiche di base.
Oltre la metà di tutti i cittadini ha modeste competenze digitali di base o non ne ha alcuna
All’altro capo dello spettro delle competenze, le università europee devono sfruttare meglio il loro potenziale di innovazione e imprenditorialità. Ciò contribuirà a generare idee e nuovi modelli di business che possono tradursi in start-up e spin-off. Le università dovrebbero anche essere più inclini ad abbattere le barriere disciplinari e collaborare con le imprese e la società civile. Inoltre, i sistemi di istruzione - sia tecnica che generale - dovrebbero corrispondere di più alle emergenti esigenze sociali e imprenditoriali offrendo programmi di apprendimento più agili che aiutino a colmare i divari di competenze e facilitino la diffusione, il riutilizzo e l’accesso più rapidi alla conoscenza.
Al vertice di Göteborg nel novembre 2017 i leader europei hanno riconosciuto il ruolo fondamentale dell’istruzione superiore nel fornire le abilità e competenze orientate al futuro per riuscire a innovare. Il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri, il Consiglio e la Commissione a portare avanti i lavori su diverse iniziative, anche incoraggiando la creazione, entro il 2024, di una ventina di “Università europee” costituite da reti accademiche create in tutta l’UE secondo un approccio dal basso verso l’alto. Le “Università europee” porteranno a un nuovo livello di cooperazione transfrontaliera, superiore a quello esistente attraverso lo sviluppo di strategie a lungo termine per l’istruzione, la ricerca e l’innovazione di qualità, una maggiore mobilità degli studenti, del personale e dei ricercatori, e la costituzione di autentici gruppi europei transnazionali creatori di conoscenza. Esse dovrebbero diventare motori fondamentali dello Spazio europeo dell’istruzione e contribuire alla competitività internazionale delle università europee.
L’adozione di pratiche di scienza aperta nelle varie fasi della carriera dei ricercatori può inoltre stimolare ambienti lavorativi interessanti per tutti, dare maggiore riconoscimento e ricompensare la mobilità internazionale e tra scienza e impresa. La modernizzazione delle università e degli istituti pubblici di ricerca dovrebbe pertanto essere sostenuta con un marchio di “scienza aperta”. Un tale marchio di qualità potrebbe essere concesso alle singole università e a partenariati transnazionali, e sarebbe riconosciuto nel futuro sostegno dell’UE per progetti transnazionali che coinvolgono le università.
A livello europeo, si dovrebbero perseguire e migliorare ulteriormente le iniziative che hanno dato risultati positivi, come l’Istituto europeo di innovazione e tecnologia, le azioni Marie Skłodowska-Curie e l’HigherEducation Innovate Initiative. Esse collegano imprese e organismi di istruzione e di ricerca, promuovono l’imprenditorialità e rafforzano gli scambi di conoscenze in tutta la catena di valore.
Per rafforzare il trasferimento di conoscenze, è necessario un collegamento più stretto tra l’istruzione e la formazione professionale e i sistemi di innovazione, al fine di contribuire al fabbisogno di competenze e a una migliore corrispondenza tra domanda e offerta di competenze in linea con l’agenda per le competenze per l’Europa.
Inoltre, per soddisfare le esigenze della nuova economia e contribuire a sviluppare una forza lavoro più agile e imprenditoriale, il Fondo sociale europeo continuerà ad aiutare gli europei a riqualificarsi e ad aumentare le competenze professionali, mentre il piano per la cooperazione settoriale sulle competenze può contribuire ad adeguare la formazione alle nuove professioni in determinati settori. Il piano d’azione per l’istruzione digitale e la strategia per le competenze digitali operano per individuare e sviluppare le future esigenze in termini di competenze.
Tappe fondamentali
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Contribuire alla modernizzazione delle università e degli organismi pubblici di ricerca dotandoli di un marchio di “Scienza aperta”.
3. Conclusioni
La prosperità economica e sociale dell’Europa dipende dalla nostra capacità di innovare. Sostenere il modello sociale ed economico dell’Europa, modernizzare l’industria e costruire un’Unione europea coesa e inclusiva significa garantire che l’innovazione permei tutte le politiche e le decisioni di ordine sociale, economico e industriale.
La natura mutevole dell’innovazione offrirà nuove opportunità per stimolare la creazione di occupazione e la crescita in Europa. Dobbiamo essere in grado di cogliere queste opportunità, affrontando nel contempo le sfide e le incertezze. Allo stesso tempo dobbiamo vigilare affinché i benefici siano distribuiti equamente all’interno della nostra società.
Questa trasformazione richiede un’ambizione condivisa e un cambiamento di mentalità per quanto riguarda l’innovazione e la scienza in Europa. Un programma condiviso tra le regioni, gli Stati membri e la Commissione europea è essenziale. Dobbiamo costruire sui punti di forza dell’Europa e offrire una nuova direzione e un nuovo slancio affinché l’Europa diventi un autentico leader mondiale nell’innovazione per tutti.
La Commissione invita i leader a discutere e a fornire un orientamento strategico al fine di:
1.Adottare in tempi rapidi il prossimo quadro finanziario pluriennale con i finanziamenti proposti finalizzati all’innovazione, al fine di garantire che il settore della ricerca e dell’innovazione continui ad essere una politica fondamentale dell’UE e una priorità di finanziamento in futuro, trasversalmente a diversi strumenti di bilancio.
2.Gli Stati membri adottano tutte le misure necessarie per massimizzare i loro investimenti nella ricerca e nell’innovazione in modo da raggiungere l’obiettivo del 3% del prodotto interno lordo.
3.Aumentare gli investimenti privati nella ricerca e nell’innovazione e potenziare iniziative quali “VentureEU” per stimolare gli investimenti privati e il “capitale paziente”.
4.Elaborare quadri normativi dell’UE e nazionali adatti alle sfide del futuro e informati al principio dell’innovazione, assicurando che la politica e la legislazione siano rivedute, sviluppate o attuate, e l’impatto sull’innovazione sia pienamente valutato.
5.Dare priorità al recepimento della direttiva riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, la seconda opportunità e misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza e liberazione dai debiti.
6.Semplificare ulteriormente le norme sugli aiuti di Stato per agevolare la combinazione senza intoppi di diversi fondi e un uso migliore delle norme di valutazione comuni per progetti di ricerca e innovazione.
7.Istituire un Consiglio europeo per l’innovazione per individuare e potenziare l’innovazione rivoluzionaria e dirompente e concentrarsi sulle innovazioni in rapida evoluzione, ad alto rischio, che hanno un forte potenziale in termini di creazione di mercati interamente nuovi.
8.Avviare una serie di missioni europee di ricerca e innovazione con obiettivi audaci, ambiziosi e dal forte valore aggiunto europeo.
9.Utilizzare i Fondi strutturali e di investimento europei per portare le regioni nell’economia dell’innovazione. Le strategie di specializzazione intelligente dovrebbero essere rafforzate e razionalizzate per permettere un sostegno interregionale all’innovazione. Occorre creare sinergie, tra l’altro, con il programma Orizzonte Europa, InvestEU, il Fondo sociale europeo, il programma Erasmus +, il programma Europa digitale e la politica agricola comune.
10.Contribuire alla modernizzazione delle università e degli organismi pubblici di ricerca dotandoli di un marchio di “Scienza aperta”.