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Addressing the consequences of disenfranchisement of Union citizens exercising their right to free movement
Affrontare le conseguenze della privazione del diritto di voto dei cittadini dell'Unione che esercitano il loro diritto alla libera circolazione
Affrontare le conseguenze della privazione del diritto di voto dei cittadini dell'Unione che esercitano il loro diritto alla libera circolazione
Affrontare le conseguenze della privazione del diritto di voto dei cittadini dell'Unione che esercitano il loro diritto alla libera circolazione
Nella presente comunicazione, la Commissione affronta la situazione dei cittadini europei che perdono il loro diritto di voto alle elezioni nazionali nel loro paese d'origine, perché risiedono in un altro Stato membro per un determinato periodo di tempo.
ATTO
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni che affronta le conseguenze della privazione del diritto di voto dei cittadini dell’Unione che esercitano il diritto alla libera circolazione [COM(2014)33 final del 29 gennaio 2014].
SINTESI
I cittadini dell'UE provenienti da taluni Stati membri perdono il diritto di voto (sono «privati del diritto di voto» ) alle elezioni nazionali del loro paese d'origine, quando risiedono all'estero per un determinato periodo di tempo, anche in un altro paese dell'Unione europea (UE). Pertanto non sono in grado di partecipare a nessuna elezione nazionale, sia nel proprio paese che nel loro paese di residenza.
Sono interessati dalla comunicazione cinque Stati membri (Cipro, Danimarca, Irlanda, Malta e Regno Unito (1)), i cui cittadini possono perdere il loro diritto di voto per il solo fatto che essi sono stati residenti all'estero per un certo periodo di tempo. Altri due paesi (Austria e Germania) impongono determinate condizioni per il mantenimento del diritto di voto alle elezioni nazionali.
I cittadini privati del diritto di voto possono essere considerati come limitati dei propri diritti fondamentali connessi alla cittadinanza dell'Unione, quali il diritto di circolare e di soggiornare liberamente all'interno dell'Unione europea. Inoltre, si crea una lacuna nei diritti politici dei cittadini dell'UE interessati, in contrasto con gli sforzi per promuovere la partecipazione dei cittadini alla vita democratica dell'Unione.
Da un lato, la Commissione propone soluzioni a breve termine a questa situazione. I paesi dell'UE dovrebbero almeno consentire ai loro cittadini che risiedono in un altro paese dell'UE di mantenere il loro diritto di voto se dimostrano un interesse costante per la vita politica del loro paese. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, attraverso la presentazione di una domanda per restare iscritti nelle liste elettorali. Tali domande possono essere ripresentate a intervalli opportuni e se possibile per via elettronica.
D'altra parte, la comunicazione raccomanda una riflessione a lungo termine su come porre rimedio alla lacuna nella partecipazione dei cittadini dell'UE che vivono in un altro Stato membro, tenendo conto anche del dibattito attuale sulla concessione del diritto di voto nel paese ospitante.
Ultimo aggiornamento: 18.06.2014
(1) Il Regno Unito esce dall’Unione europea e diventa un paese terzo (un paese extra UE) a partire dal 1° febbraio 2020.