EUR-Lex Access to European Union law

Back to EUR-Lex homepage

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52013IP0076

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2013 sulla preparazione del quadro finanziario pluriennale relativo al finanziamento della cooperazione dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e i paesi e territori d'oltremare per il periodo 2014-2020 (11° Fondo europeo di sviluppo) (2012/2222(INI))

GU C 36 del 29.1.2016, p. 36–42 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

29.1.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 36/36


P7_TA(2013)0076

Finanziamento della cooperazione dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e i paesi e territori d'oltremare 2014-2020

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2013 sulla preparazione del quadro finanziario pluriennale relativo al finanziamento della cooperazione dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e i paesi e territori d'oltremare per il periodo 2014-2020 (11o Fondo europeo di sviluppo) (2012/2222(INI))

(2016/C 036/05)

Il Parlamento europeo,

visto l'accordo di Cotonou, tra gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP), da un lato, e la Comunità europea (CE) e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato il 23 giugno 2000 (1),

vista la parte IV del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) e la decisione sull'associazione d'oltremare (DAO) del 27 novembre 2001 (2) che associa l'Unione europea (ex CE) a un certo numero di paesi e territori d'oltremare (PTOM),

vista la proposta di decisione del Consiglio relativa all'associazione dei paesi e territori d'oltremare all'Unione europea («Decisione sull'associazione d'oltremare») (COM(2012)0362), adottata dalla Commissione il 16 luglio 2012 e in corso di negoziazione al Consiglio,

vista la comunicazione della Commissione del 7 dicembre 2011 dal titolo «Preparazione del quadro finanziario pluriennale relativo al finanziamento della cooperazione dell'UE con gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico e i paesi e territori d'oltremare per il periodo 2014-2020 (11o Fondo europeo di sviluppo)» (COM(2011)0837),

vista la comunicazione della Commissione del 13 ottobre 2011 dal titolo «Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento» (COM(2011)0637),

vista la comunicazione della Commissione del 21 giugno 2001 dal titolo «Programma d'azione per l'integrazione della parità tra i generi nella cooperazione allo sviluppo della Comunità» (COM(2001)0295),

vista la comunicazione della Commissione del 12 settembre 2012 dal titolo «Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa verso la società civile nell'ambito delle relazioni esterne» (COM(2012)0492),

vista la comunicazione della Commissione del 29 giugno 2011 dal titolo «Un bilancio per la strategia 2020» (COM(2011)0500),

visto il Consenso europeo per lo sviluppo del 20 dicembre 2005 e la tabella di marcia europea per lo sviluppo e gli orientamenti che ne derivano,

visto il consenso europeo sull'aiuto umanitario del 18 dicembre 2007,

viste le conclusioni del Consiglio del 29 giugno 2012 e del 15 ottobre 2012,

visto l'articolo 32 della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Unione europea il 23 dicembre 2010,

vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sull'inclusione delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo (ACP-UE/100.954/11),

visto il piano d'azione dell'Unione europea sulla parità tra uomini e donne e l'emancipazione femminile nello sviluppo (2010-2015),

visti gli orientamenti dell'Unione europea sulle violenze contro le donne e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti,

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per lo sviluppo e i pareri della commissione per i bilanci e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0049/2013),

A.

considerando che l'accordo interno che istituisce il 10o FES scadrà il 31 dicembre 2013 e che la Commissione ha incluso nella sua comunicazione (COM(2011)0837) un progetto di accordo interno che lo sostituirà a partire dal 1o gennaio 2014;

B.

considerando che il progetto di accordo interno per il periodo 2014-2020 è in corso di negoziazione al Consiglio senza che il Parlamento vi partecipi, ma che niente gli impedisce però di elaborare una relazione di iniziativa riguardo all'11o FES sulla base della comunicazione della Commissione contenente il progetto di accordo interno;

C.

considerando che la Commissione non prevede l'«iscrizione in bilancio» del FES nel 2014, bensì a partire dal 2021, il che è molto deplorevole; considerando tuttavia che occorre prepararla sin da ora affinché non implichi una riduzione dei fondi destinati al partenariato ACP-UE e all'aiuto allo sviluppo in generale;

D.

considerando la necessità di assegnare all'11o FES una dotazione sufficiente affinché l'Unione rispetti gli impegni fissati a livello internazionale in materia di sviluppo e consacri lo 0,7 % del suo PIL all'aiuto allo sviluppo, contribuendo in tal modo alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio (OMS);

E.

considerando che le relazioni sull'avanzamento degli OMS evidenziano progressi disomogenei e che, in particolare, gli obiettivi relativi alla salute materna e infantile non saranno raggiunti nel 2015 nella maggior parte dei paesi ACP;

F.

considerando che le proposte finanziarie per il periodo 2014-2020 attualmente in discussione al Consiglio sono preoccupanti per il futuro della politica europea di sviluppo, ma anche per l'associazione che lega i PTOM all'UE;

G.

considerando che, nonostante importanti progressi restino da compiere, l'aiuto UE è sempre più efficace e che l'azione dell'Unione a favore della solidarietà internazionale è sostenuta da più di tre quarti dei cittadini europei;

H.

considerando che sono indispensabili finanziamenti innovativi per aumentare l'aiuto pubblico allo sviluppo, facendo contribuire in modo più equo il mondo economico e finanziario;

I.

considerando che i donatori devono smettere di sostenere il principio della titolarità dei paesi partner, privandoli al tempo stesso delle risorse finanziarie necessarie al consolidamento delle loro istituzioni e dei servizi alla popolazione;

J.

considerando l'urgenza che i paesi in via di sviluppo si dotino di un sistema fiscale basato sulla capacità contributiva dei cittadini;

K.

considerando che nella sua comunicazione sul programma di cambiamento la Commissione intende applicare il principio della differenziazione nell'assegnazione dei fondi della politica europea di sviluppo, di cui l'11o FES fa parte, e introduce i principi della concentrazione tematica nonché il ricorso a una combinazione di sovvenzioni e di prestiti e al sostegno del settore privato;

L.

considerando che il consenso europeo per lo sviluppo e l'accordo di Cotonou riconoscono il ruolo centrale delle organizzazioni della società civile (OSC) e delle autorità locali e regionali nell'azione contro la povertà e negli sforzi in materia di buon governo;

M.

considerando che la proposta di decisione sull'associazione d'oltremare riconosce la specificità dei PTOM che devono far fronte a problematiche diverse da quelle degli Stati ACP; che è pertanto necessario che questi ultimi non siano più collegati al FES, ma a uno strumento finanziario ad hoc iscritto nel bilancio dell'UE;

N.

considerando che l'accordo di partenariato 2000/483/CE tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro, firmato a Cotonou il 23 giugno 2000, prevede che si tenga conto sistematicamente in tutti i campi — politico, economico e sociale — della situazione delle donne e delle questioni di genere;

O.

considerando che il piano d'azione dell'Unione europea riconosce l'importanza della partecipazione delle donne e della prospettiva della parità di genere per lo sviluppo dei paesi partner e il conseguimento degli OSM; che, nel «programma di cambiamento», la parità tra i generi costituisce un asse prioritario dell'azione dell'UE;

Obiettivi dell'11o FES

1.

rileva che i principali obiettivi della politica europea di sviluppo (a norma dell'articolo 208 del TFUE), dell'accordo di Cotonou e del consenso europeo in materia di sviluppo sono la riduzione e, a termine, l'eliminazione della povertà; insiste pertanto affinché almeno il 90 % dei fondi concessi a titolo dell'11o FES per gli Stati ACP rispetti i criteri dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS) stabiliti dal Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE;

2.

ritiene che per raggiungere tale obiettivo occorra raddoppiare gli sforzi a favore degli obiettivi di sviluppo del Millennio meno avanzati, in particolare quelli relativi ai settori sociali di base e alla parità tra donne e uomini, come previsto dagli articoli 22, 25 e 31 dell'accordo di Cotonou; ribadisce il suo sostegno all'iniziativa e ai contratti OSM e chiede alla Commissione e agli Stati membri, di concerto con gli Stati ACP, di destinare una quota del 20 % dell'11o FES alla fornitura di servizi sociali di base, in particolare nei settori della salute e dell'istruzione di base, onde assicurare la realizzazione degli obiettivi di sviluppo del Millennio 2, 3, 4, 5 e 6 nonché di altri obblighi in materia di sviluppo decisi a livello internazionale; chiede, in questo contesto, che gli indicatori di risultato relativi alla parità tra uomini e donne proposti nel Programma d'azione per l'integrazione della parità tra uomini e donne nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione siano applicati all'11o FES e alla sua programmazione, nell'ottica di garantire l'attuazione e il seguito adeguati di azioni puntuali e della promozione della parità di genere in tutti i programmi;

3.

esorta la Commissione e i paesi partner ad attribuire la priorità al sostegno finalizzato a rafforzare i sistemi sanitari onde assicurare l'accesso alle cure di base nell'ambito della salute materna, riproduttiva e infantile, ponendo l'accento, in particolare, sulle fasce più povere della popolazione e sulla lotta all'HIV/AIDS, e ricorda che questi obiettivi rientrano tra gli OSM che hanno registrato progressi deludenti in molti paesi ACP;

4.

ritiene che per raggiungere il suddetto obiettivo sia essenziale includere i gruppi più vulnerabili della società tra cui, a titolo di esempio, donne, bambini e persone con disabilità, in tutti i progetti finalizzati all'eliminazione della povertà, sia nella fase di programmazione e attuazione che in quella di valutazione;

5.

si compiace della volontà della Commissione di agire in modo maggiormente strategico e coordinato riguardo alle questioni di protezione sociale nei paesi in via di sviluppo e chiede che vengano elaborate, in partenariato con i paesi ACP, politiche di protezione sociale integrate che prendano in considerazione anche il sostegno a favore di meccanismi di base quali la creazione di livelli minimi di sicurezza sociale nel quadro dell'11o FES;

Promozione dello sviluppo economico e sociale dei PTOM

6.

ricorda che il FES finanzia non solo il partenariato ACP-UE ma anche l'associazione PTOM/UE, che include 26 PTOM;

7.

plaude al fatto che la proposta di decisione dell'associazione d'oltremare riconosca l'esigenza di realizzare un nuovo partenariato a lungo termine con i PTOM, incentrato su quattro nuovi obiettivi:

accrescimento della competitività dei PTOM;

rafforzamento della loro capacità di adattamento;

riduzione della loro vulnerabilità;

promozione della loro cooperazione con altri partner;

8.

deplora l'assenza di uno strumento finanziario dedicato ai PTOM che venga integrato nel bilancio dell'Unione per consentire un controllo democratico e trasparente dei fondi così stanziati;

9.

chiede una migliore cooperazione tra le regioni ultraperiferiche, gli Stati ACP e i paesi terzi vicini dei PTOM, un utilizzo combinato dei diversi strumenti finanziari applicabili a tali regioni, Stati e paesi, nonché un migliore accesso dei PTOM e delle regioni ultraperiferiche, a titolo di osservatori, alle sessioni plenarie dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE nel rispetto del regolamento interno della stessa;

Iscrizione in bilancio e dotazione finanziaria

10.

chiede nuovamente l'iscrizione in bilancio del Fondo europeo di sviluppo (FES) nel prossimo periodo di programmazione o, se non fosse possibile, dal 2021, con il trasferimento integrale alla sezione 4 del CPS («Europa nel mondo»), in quanto ciò contribuirebbe a promuovere più efficacemente le priorità e il sostegno tematico dell'Unione e migliorerebbe il controllo democratico, la visibilità, la prevedibilità e la coerenza delle azioni dell'UE quale principale donatore di aiuti allo sviluppo a livello mondiale;

11.

invita la Commissione a preparare l'iscrizione in bilancio del FES nelle migliori condizioni, informando regolarmente il Parlamento europeo e assicurando una stretta collaborazione con gli Stati ACP, al fine di garantire la loro partecipazione futura all'attuazione del FES;

12.

valuta positivamente il fatto che i criteri di contribuzione degli Stati membri all'11o FES si avvicinino a quelli del bilancio dell'Unione e si compiace dell'allineamento del periodo di programmazione dell'11o FES sul periodo di esecuzione del QFP;

13.

appoggia la proposta della Commissione di destinare un importo globale di 30 319 000 000 EUR (prezzi 2011) all'11o FES e chiede che gli importi destinati all'11o FES e agli altri strumenti di cooperazione, compreso lo strumento di cooperazione allo sviluppo, consentano di mantenere l'aiuto pubblico allo sviluppo dell'Unione all'attuale livello, ovvero di aumentarlo, in modo da aiutare gli Stati membri a raggiungere l'obiettivo comune di riservare lo 0,7 % del loro PIL all'aiuto pubblico allo sviluppo;

14.

sottolinea la necessità, considerata la notevole vulnerabilità di alcuni paesi ACP al rischio di catastrofi, di includere investimenti sostanziali per la riduzione del rischio di catastrofi nei programmi di sviluppo finanziati dal FES; osserva che tali investimenti sono essenziali per ridurre le esigenze legate alle situazioni di emergenza e per aumentare la resilienza dei paesi ACP;

15.

esprime profondo rammarico per l'accordo concluso dagli Stati membri l'8 febbraio 2013, che prevede una riduzione dell'11 % del bilancio proposto nel luglio 2012 dalla Commissione per l'11o FES; sottolinea la profonda contraddizione esistente tra gli impegni più volte ripetuti dal Consiglio di raggiungere entro il 2015 gli obiettivi in materia di aiuti allo sviluppo e i tagli sostanziali apportati agli stanziamenti per lo sviluppo internazionale tanto nei bilanci nazionali quanto nel bilancio dell'Unione;

16.

ritiene che, procedendo a siffatti tagli finanziari, l'Unione e i suoi Stati membri, quali primi fornitori dell'aiuto pubblico allo sviluppo, si assumeranno gran parte di responsabilità se l'obiettivo di dimezzare la povertà nel mondo non sarà raggiunto nel 2015;

17.

sottolinea l'importanza di assicurare che il bilancio dell'Unione sia all'altezza delle sfide da affrontare, specie in tempo di crisi, in quanto esso permette finanziamenti che non potrebbero essere assunti sul piano nazionale, soprattutto in materia di sviluppo; chiede con forza, a tale riguardo, la creazione di risorse proprie, ad esempio per mezzo di una tassa sulle transazioni finanziarie, affinché il bilancio dell'Unione non sia più ostaggio della sola questione del livello degli stanziamenti di pagamento;

18.

chiede che la proporzione del bilancio del FES riservata ai PTOM sia identica a quella proposta dalla Commissione, indipendentemente dai criteri di contribuzione e dal livello degli stanziamenti previsti per l'11o FES;

19.

auspica che nell'11o FES la quota di risorse destinate al programma intra-ACP e ai programmi regionali sia identica a quella del 10o FES, garantendo nel contempo una dotazione di fondi non impegnata e flessibile e assicurando la massima complementarità con il programma panafricano previsto nel quadro del futuro strumento di cooperazione allo sviluppo, poiché tale dotazione servirà in parte a finanziare il nuovo dispositivo di assorbimento degli shock esterni di portata internazionale (in particolare crisi finanziaria, alimentare o umanitaria) che possono colpire un paese ACP, oltre a fornire un aiuto umanitario di emergenza; sottolinea l'importanza di tali programmi, che contribuiscono a rafforzare la capacità di preparazione dei paesi ACP in caso di shock, la loro capacità di resilienza e il coordinamento tra le azioni di emergenza, il risanamento e lo sviluppo;

20.

ritiene necessario destinare il 5 % circa delle risorse dell'11o FES alle spese di supporto della Commissione, onde assicurare una gestione efficace di tale strumento;

Riforma della politica europea di sviluppo e 11o FES

21.

sottolinea che l'accordo di Cotonou deve continuare a essere il principale quadro di riferimento per l'11o FES;

22.

ritiene che l'applicazione del principio di differenziazione all'ammissibilità al finanziamento dell'11o FES possa essere positiva solo se tale principio è ponderato da un indice di vulnerabilità che integri il criterio del PIL, che compili un indice nazionale di misura della povertà e della disuguaglianza, e che tenga conto della situazione particolare dei piccoli Stati insulari in via di sviluppo, conformemente all'articolo 2, ultimo trattino, dell'accordo di Cotonou; ricorda che il mantenimento di un dialogo politico stretto condizionerà l'accettazione di tale principio da parte dei nostri partner ACP;

23.

riconosce nondimeno che l'applicazione del principio di differenziazione è uno strumento politico indispensabile che può essere utilizzato per incoraggiare i paesi ACP con redditi medi e medio-superiori a sviluppare uno Stato sociale e a concepire politiche nazionali di ridistribuzione delle ricchezze e di lotta contro la povertà e la disuguaglianza;

24.

insiste sull'importanza di mantenere al livello attuale tutte le dotazioni nazionali a titolo dell'11o FES, dal momento che l'aiuto europeo allo sviluppo può ancora avere un impatto decisivo in taluni paesi ACP con redditi medi e medio-superiori nell'accompagnare le riforme volte a ridurre le disparità;

25.

è del parere che la differenziazione debba tenere altresì conto della situazione particolare degli Stati fragili, partendo dal principio che le conseguenze per le popolazioni di uno Stato fallito sono molto negative e annullano i progressi realizzati in materia di sviluppo; sottolinea che il ripristino dello Stato di diritto in uno Stato fallito è un processo ben più oneroso e più lungo di un sostegno rafforzato agli Stati individuati come fragili e insiste quindi affinché la zona del Sahel e il Corno d'Africa beneficino di un'attenzione particolare nell'ambito della programmazione dell'11o FES;

26.

constata che il programma per il cambiamento contiene diverse proposte nuove, in particolare l'abbinamento di sovvenzioni e prestiti e il sostegno al settore privato; afferma che il ricorso a questi nuovi meccanismi dovrà mirare in primo luogo a far uscire i cittadini dei paesi in via di sviluppo dalla povertà e dalla dipendenza dagli aiuti e contribuire al rafforzamento del settore privato negli Stati ACP, perché, in caso contrario, si rischierebbe di favorire uno sviluppo e una crescita squilibrati; chiede alla Commissione di informare il Parlamento europeo dei risultati dello studio che ha recentemente commissionato sulla partecipazione del settore privato allo sviluppo e all'ampliamento delle attività riguardanti la combinazione di sovvenzioni e prestiti dell'Unione;

27.

riconosce che le nuove modalità di finanziamento, come la combinazione di sovvenzioni e prestiti, comportano vantaggi certi in un contesto di rarefazione delle risorse pubbliche; chiede cionondimeno alla Commissione e alla BEI di realizzare studi di impatto approfonditi e indipendenti al fine di misurare l'incidenza di queste nuove modalità di finanziamento sulla riduzione della povertà, l'ambiente ecc; si compiace, a questo proposito, della recente introduzione del «Result Measurement Framework» (REM), un indice che consente alla BEI di misurare l'impatto sullo sviluppo di tutte le sue operazioni condotte al di fuori dell'Unione; chiede alla Commissione di pubblicare orientamenti e criteri precisi che chiariscano i principi guida per la selezione dei progetti nel quadro dell'attuazione di questi nuovi tipi di strumenti; chiede altresì un rafforzamento delle sinergie e delle complementarità tra le attività della Commissione, della BEI e delle altre istituzioni finanziarie bilaterali europee, quali le banche di sviluppo;

28.

riconosce inoltre l'importanza di sostenere il settore privato, in particolare le microimprese e le PMI nei paesi ACP, per favorire la creazione di ricchezza e di ambienti favorevoli alle imprese, al fine di consentire una crescita più inclusiva e sostenibile che abbia un impatto sulla riduzione della povertà;

29.

prende atto dell'introduzione della «piattaforma dell'UE per la cooperazione esterna e lo sviluppo», in cui il Parlamento è osservatore, e che è destinata a fornire orientamenti per i meccanismi misti che uniscono sovvenzioni e prestiti esistenti; è del parere che né la società civile, né la BEI siano adeguatamente coinvolte in questa nuova struttura; invita pertanto la Commissione ad associare direttamente la società civile ai lavori della piattaforma e a riconoscere, nella governance di quest'ultima, il ruolo unico della BEI in quanto istituzione finanziaria dell'UE;

30.

prende atto della concentrazione tematica proposta dalla Commissione nel suo programma per il cambiamento; sottolinea che la concentrazione non deve mascherare specifici bisogni di taluni paesi; ricorda che l'appropriazione democratica è alla base dell'efficacia dell'aiuto e sottolinea che le decisioni concernenti i settori di concentrazione finanziaria che saranno scelti nei programmi indicativi nazionali devono essere prese su base flessibile e attraverso il dialogo con tutti gli attori dello sviluppo, in particolare i rappresentanti della società civile e le autorità locali;

31.

chiede che si attui senza indugi la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE sull'inclusione delle persone con disabilità nei paesi in via di sviluppo, in particolare i suoi articoli 19, 20, 21 e 22, al fine di garantire che l'11o FES sia inclusivo e accessibile a tutti;

32.

valuta positivamente il fatto che l'iniziativa «Energia sostenibile per tutti» sviluppata dalle Nazioni Unite benefici di un forte sostegno da parte dell'Unione, pari a 500 milioni di EUR a titolo del 10o FES, e chiede che tale sforzo prosegua con l'11o FES;

33.

accoglie con favore il fatto che l'agricoltura, in particolare il sostegno alle aziende familiari, faccia parte delle priorità tematiche della futura politica di sviluppo dell'UE; ricorda l'impegno, scarsamente seguito, che gli Stati ACP hanno assunto con la dichiarazione di Maputo di destinare il 10 % degli introiti di bilancio nazionali all'agricoltura e allo sviluppo rurale;

34.

insiste sul fatto che la concentrazione tematica non deve mettere a repentaglio il sostegno di bilancio generale, che dovrebbe consentire di rafforzare la buona gestione delle finanze pubbliche dei beneficiari; auspica che tale strumento conservi un ruolo importante nell'11o FES, rafforzando nel contempo il dialogo sui diritti umani portato avanti dalla Commissione e dagli Stati ACP;

Controllo democratico

35.

prende atto dell'impegno volontario della Commissione di informare il Parlamento europeo riguardo ai documenti di strategia dell'11o FES, ma si rammarica che il Parlamento non abbia un potere concreto sulle misure adottate dalla Commissione; rammenta inoltre il ruolo ugualmente centrale che l'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE può svolgere nel controllo democratico di tutti i documenti di strategia del FES, e ciò in conformità dell'articolo 17 dell'accordo di Cotonou, in particolare del paragrafo 2, terzo trattino;

36.

ricorda che è importante rispettare il principio dell'«appropriazione democratica», quale definito dal programma per l'efficacia dell'aiuto; chiede a tal fine alla Commissione di continuare a sostenere il rafforzamento delle capacità dei parlamenti nazionali e delle corti dei conti degli Stati ACP come anche l'informazione della società civile, e invita detti Stati ad associare più attivamente i loro parlamenti nazionali, affinché il versamento dei fondi previsti nei documenti di strategia per paese sia soggetto a controllo parlamentare a posteriori; plaude, a questo proposito, all'inestimabile lavoro svolto dall'Ufficio di promozione della democrazia parlamentare; raccomanda, onde far sì che tali documenti forniscano una diagnosi completa delle esigenze di sviluppo a livello nazionale, che tutti i ministeri partecipino alle discussioni tra l'ordinatore nazionale e la delegazione dell'Unione interessata;

37.

ritiene che la trasparenza e la rendicondazione siano fondamentali quando si tratta di assegnare risorse del FES e di monitorare i progetti finanziati, anche per quanto riguarda gli aiuti diretti ai bilanci nazionali;

38.

insiste sull'indispensabile contributo delle organizzazioni della società civile (OSC) e delle associazioni locali e regionali (ALR) alla fornitura di servizi di base, al controllo democratico, al sostegno dei gruppi emarginati e alla promozione dei diritti umani e della parità donne-uomini; invita la Commissione e i paesi ACP a consultare le OSC e le ALR all'atto della programmazione e a collaborare strettamente con esse nell'attuazione e nella valutazione dell'11o FES, conformemente agli articoli 2, 6 e 70 dell'accordo di Cotonou; chiede alla Commissione di includere nelle relazioni sullo stato di avanzamento previste per il monitoraggio dell'11o FES una parte che dettagli lo stato delle consultazioni delle OSC e delle ALR condotte dalle delegazioni dell'Unione a livello nazionale;

Efficacia dello sviluppo

39.

ribadisce i meriti della programmazione congiunta dell'aiuto tra l'Unione e i suoi Stati membri, che consente di accrescere la visibilità, l'impatto e l'efficacia della politica europea di sviluppo, evitando doppioni e sprechi; sottolinea nondimeno la necessità di approfondire e chiarire le regole contenute nel quadro comune per la programmazione pluriennale; sottolinea tuttavia la necessità di approfondire e chiarire le regole contenute nel quadro comune per la programmazione pluriennale; insiste sul ruolo di primo piano che potrebbero svolgere le delegazioni dell'UE, le quali dovrebbero apportare maggiore trasparenza al processo, in particolare coinvolgendo non solo le amministrazioni, ma anche gli attori non statali dei paesi beneficiari interessati;

40.

chiede alla Commissione di rispettare scrupolosamente l'articolo 19c, paragrafo 1, dell'allegato IV dell'accordo di Cotonou, il quale fa del rispetto delle norme sociali e ambientali una condizione per l'aggiudicazione degli appalti pubblici finanziati a titolo dell'11o FES nei paesi ACP, al fine di far progredire i principi dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale delle imprese;

41.

sottolinea che il buon esito degli sforzi compiuti per lottare contro la povertà e garantire l'efficacia dell'aiuto dipende particolare dalla capacità di mobilitare i redditi a livello nazionale, il che implica che la predisposizione di dispositivi efficienti ed equi di raccolta delle imposte costituisca una priorità del partenariato ACP-UE, al fine di migliorare il gettito fiscale e di prevenire l'evasione e il ricorso ai paradisi fiscali;

42.

si compiace della comunicazione della Commissione su «Il futuro approccio al sostegno dell'Unione europea al bilancio dei paesi terzi»; evidenzia l'importanza dell'articolo 96 dell'accordo di Cotonou, il quale permette di sospendere gli aiuti a uno Stato che violi i principi dell'accordo;

43.

ricorda che il sostegno di bilancio presenta numerosi vantaggi, quali la responsabilizzazione, una valutazione più precisa dei risultati, una maggiore coerenza delle politiche poste in atto, una migliore prevedibilità e un utilizzo ottimale dei mezzi direttamente a vantaggio delle popolazioni;

44.

sottolinea l'importanza di considerare le donne non soltanto come categoria vulnerabile della popolazione, ma come promotrici attive delle politiche di sviluppo; evidenzia, a tale proposito, che il ruolo delle donne è fondamentale per quanto attiene alla nutrizione e alla sicurezza alimentare — anche in considerazione del fatto che sono responsabili dell'80 % dell'agricoltura in Africa — sebbene continuino a non avere quasi accesso alla proprietà dei terreni che coltivano; sottolinea inoltre le comprovate competenze delle donne nell'ambito della risoluzione dei problemi e dei conflitti, ed esorta pertanto la Commissione e i paesi ACP a rafforzare il ruolo delle donne nei gruppi di azione e nei gruppi di lavoro;

45.

chiede alla Commissione di applicare gli indicatori di rendimento stabiliti nel piano di azione dell'UE sulla parità di genere e sull'emancipazione femminile nello sviluppo;

46.

chiede alla Commissione di fornire al Parlamento una relazione sui progressi compiuti nell'attuazione del piano di azione dell'UE sulla parità di genere e sull'emancipazione femminile nello sviluppo;

o

o o

47.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al SEAE nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'UE e, all'occorrenza, dei paesi ACP e dei PTOM.


(1)  GU L 317 del 15.12.2000, pag. 3. Accordo rivisto a Lussemburgo il 25 giugno 2005 (GU L 287 del 28.10.2005, pag. 4) e a Ouagadougou il 22 giugno 2010 (GU L 287 del 4.11.2010, pag. 3).

(2)  GU L 314 del 30.11.2001, pag. 1. Decisione modificata dalla decisione 2007/249/CE (GU L 109 del 26.4.2007, pag. 33).


Top