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Document 52022DC0060

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Contributo della Commissione alla difesa europea

COM/2022/60 final

Strasburgo, 15.2.2022

COM(2022) 60 final

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

Contributo della Commissione alla difesa europea


1.Introduzione

Nel mondo di oggi l'Unione europea è confrontata a un aumento dell'instabilità globale e degli attriti geopolitici, come conferma la prima analisi esauriente della minaccia a livello dell'UE effettuata nel novembre 2020 in preparazione dell'imminente bussola strategica dell'UE. I conflitti e le crisi in corso nel vicinato dell'Unione e oltre si ripercuotono direttamente sulla nostra sicurezza, mentre le nostre società ed economie subiscono sofisticate minacce ibride, tra cui attacchi informatici e campagne di disinformazione provenienti dall'estero. Nel contempo la crisi climatica e la perdita di biodiversità sono all'origine di sfide per la sicurezza mondiale in generale e per le operazioni di carattere civile-militare in particolare.

Gli avvenimenti che sono accaduti e tuttora accadono alle nostre frontiere terrestri, aeree e marittime e nelle loro immediate vicinanze, così come nel ciberspazio, lungo importanti rotte marittime e nello spazio extraatmosferico, concorrono tutti a rilevare la necessità che l'Unione si prepari meglio e accumuli maggiori capacità e resilienza. Sullo sfondo della gara tecnologica sempre più frenetica tra gli Stati Uniti d'America e la Cina, l'Unione europea deve consolidare il proprio vantaggio tecnologico e difenderlo. Via via che le relazioni geopolitiche si trasformano e il contesto le muta intorno, l'Unione deve accompagnare l'evoluzione intensificando e accelerando le capacità di cui dispone collettivamente per tutelare e difendere i valori fondamentali su cui si basa e i suoi cittadini. Un salto di qualità nella difesa europea costituisce un passo integrante e imprescindibile per mettere al sicuro l'Unione e i suoi cittadini negli anni e nei decenni a venire.

Gli avvenimenti presenti e passati sono un campanello d'allarme: l'Europa deve collaborare più strettamente nel settore della difesa per garantire la propria sicurezza e per affermarsi con più forza come garante della sicurezza per gli altri, ricorrendo alla gamma straordinariamente ricca di strumenti a disposizione dell'Unione. L'UE è già impegnata per il superamento dei molteplici conflitti aperti e congelati nel vicinato orientale e meridionale, così come in diverse regioni del limitrofo continente africano. Sull'ordine internazionale basato su regole incombono le ombre del recente ammassamento di truppe russe al confine orientale dell'Ucraina, in Bielorussia e nella regione del Mar Nero, e dei tentativi di Mosca di turbare, dividere e ridefinire l'architettura di sicurezza in Europa, ombre che peraltro ci rammentano l'esigenza di concretare una difesa europea più forte, in un partenariato stretto con l'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO). La brusca conclusione della missione militare internazionale in Afghanistan nell'agosto 2021 ci ha insegnato che l'Europa deve prepararsi meglio ad affrontare da sola complessi compiti di stabilizzazione ed emergenze. Abbiamo visto come l'instabilità possa trasformarsi in terreno fertile per il terrorismo e sradicare le persone e come le potenze mondiali e regionali possano strumentalizzare questo tipo di situazione per guadagnare capacità d'influenza e accesso alle risorse. La situazione è complicata ulteriormente dall'effetto moltiplicatore che i cambiamenti climatici producono in termini di potenzialità di conflitto fra Stati e al loro interno.

Per proteggere meglio i propri cittadini l'UE deve nel contempo rafforzarsi in termini di preparazione, capacità e resilienza. Sempre più spesso le minacce alla sicurezza dell'UE non sono di carattere militare: attacchi informatici sempre più dannosi prendono di mira i nostri soggetti critici, paralizzando impianti industriali, reti di approvvigionamento energetico, amministrazioni delle città e ospedali, mentre la manipolazione delle informazioni e le ingerenze straniere mirano al cuore stesso delle nostre democrazie. L'attacco ibrido a sponsorizzazione statale con cui il regime di Lukashenko ha strumentalizzato i migranti per finalità politiche è un chiaro esempio del carattere evolutivo delle campagne ibride con cui si tenta di sovvertire l'Unione, imporle una linea d'azione e manipolarla senza sconfinare nell'aggressione armata. A quest'attacco l'UE ha risposto con il sostegno umanitario, l'azione diplomatica con i paesi terzi, il sostegno agli Stati membri e l'adozione di sanzioni nei confronti dei responsabili. La pandemia di COVID 19 ha sottolineato invece la necessità di aumentare la resilienza, poiché nelle sue prime fasi del 2020 le forze armate sono state impiegate per il supporto logistico e per l'assistenza medica e di sicurezza alle autorità civili. In questo contesto in rapido mutamento l'Unione europea deve rafforzarsi ulteriormente in termini di preparazione, capacità e resilienza, in particolare irrobustendo i meccanismi di assorbimento degli shock e consolidando lo strumentario in tutti i settori pertinenti. 

Gli Stati membri si adoperano per poter resistere più saldamente a tutte le minacce e le sfide grazie alla nuova bussola strategica dell'UE per la sicurezza e la difesa ("bussola strategica"), la cui adozione è fissata per marzo 2022. La bussola strategica definirà una visione strategica comune per il prossimo decennio e delineerà il modo in cui l'UE potenzierà la propria capacità di agire in risposta alle diverse crisi e sfide, di tutelare i propri interessi e proteggere i propri cittadini, d'investire e innovare per sviluppare assieme le capacità e le tecnologie necessarie e di approfondire i partenariati in base ai propri valori e interessi. Con la presente comunicazione la Commissione europea offre un ulteriore contributo a tal fine.

L'Unione europea deve intervenire ora, per potenziare le proprie capacità di difesa nel contesto attuale ma anche per dotarsi dei mezzi che le permettano di posizionarsi nei campi di battaglia del futuro, vale a dire di una nuova generazione di tecnologie d'avanguardia in grado di opporsi alle minacce in termini di sistemi informatici, ibridi, collaborativi spaziali e autonomi basati sulla connettività e sull'intelligenza artificiale. Insieme al settore aerospaziale e a quello della sicurezza, la difesa compone anche un ecosistema industriale ad alta tecnologia che costituisce non soltanto un motore essenziale dell'autonomia strategica aperta e della sovranità tecnologica dell'Europa, ma anche un importante fattore di crescita e innovazione. Oltre a concorrere alla sicurezza dei cittadini dell'Unione europea, il settore europeo della difesa può contribuire a una ripresa economica sostenibile dopo la pandemia e in generale alla connotazione innovativa di un ecosistema potenzialmente in grado di aiutare considerevolmente la transizione verde e di generare ricadute positive per gli impieghi civili.

Riusciremo a conseguire gli obiettivi che ci prefiggiamo soltanto se opereremo insieme per lo sviluppo, l'approvvigionamento e l'operatività dei materiali militari. L'UE ha predisposto strumenti e meccanismi nuovi 1 , atti a superare le annose frammentazioni che ostacolano l'efficienza del settore europeo della difesa e riducono la capacità dell'Unione e degli Stati membri di costruire quella prossima generazione di capacità di difesa che sarà fondamentale per la sicurezza futura dell'Europa e per la sua capacità di diffondere sicurezza nel proprio vicinato e oltre.

Il Fondo europeo per la difesa (FED) 2 , dotato di quasi 8 miliardi di EUR per il periodo 20212027, si è in particolare già rivelato determinante per la creazione di un ecosistema europeo della difesa capace di mettere a disposizione tecnologie e materiali di difesa interoperabili e d'avanguardia che rafforzeranno la libertà d'azione dell'Unione, la sua sovranità tecnologica e la sua competitività.

Sullo sfondo di queste sfide la Commissione europea continuerà a collaborare strettamente con l'alto rappresentante e gli Stati membri per:

odare attuazione efficace e mirata agli strumenti e alle iniziative innovativi predisposti, quali il FED e il piano d'azione sulla mobilità militare, anche mediante le diverse misure supplementari esposte nella presente comunicazione;

osostenere una più stretta cooperazione in materia di difesa tra gli Stati membri e tra i settori industriali, che possa contare sulle necessarie risorse finanziarie e su un'intensificazione della spesa collaborativa, in linea con gli impegni esistenti, al fine di migliorare l'efficacia in termini di costi, rafforzare l'interoperabilità, promuovere l'innovazione e migliorare la competitività dell'industria e la resilienza;

orafforzare la capacità dell'Unione di rispondere alle fasi acute di crisi, compresi gli attacchi informatici e le campagne ibride, così come alle sfide a lungo termine e alle contese geopolitiche nei settori strategici, seguendo un approccio esteso a tutta l'amministrazione e aumentando le sinergie del duplice uso e fra componenti civile e militare in un'ampia gamma di politiche, strumenti e meccanismi gestiti dalla Commissione;

omantenere e rafforzare la stretta interazione con la NATO, nel rispetto degli impegni assunti e dei principi che presiedono alla cooperazione UE-NATO concordati nelle dichiarazioni congiunte, così come con altri partner internazionali fondamentali quali le Nazioni Unite (ONU) e i partner bilaterali che condividono gli stessi principi, fra cui Stati Uniti d'America, Norvegia 3 e Canada.

In questo contesto geopolitico e tecnologico in continua evoluzione, e in vista del prossimo vertice informale che si terrà a Parigi il 10 e 11 marzo 2022, la presente comunicazione espone nuove misure e iniziative concrete rientranti in diversi settori critici e indica i fattori essenziali per migliorare l'armonizzazione e aumentare la competitività del mercato europeo della difesa, tra cui:

-aumentare gli investimenti nella ricerca e nelle capacità di difesa sviluppate nei quadri di cooperazione dell'UE;

-favorire le sinergie fra dimensione civile e componente di difesa nella ricerca e innovazione e ridurre le dipendenze strategiche;

-incentivare l'acquisizione congiunta di capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE;

-esortare gli Stati membri a continuare a convergere verso pratiche di controllo delle esportazioni simili e semplificate, in particolare per quanto riguarda le capacità di difesa sviluppate in ambito UE;

-rafforzare la dimensione di sicurezza e di difesa nell'ambito spaziale a livello di UE;

-rafforzare la resilienza europea, tra l'altro potenziando la cibersicurezza e contrastando le minacce informatiche e qualsiasi altra minaccia ibrida, aumentando la mobilità militare e facendo fronte alle sfide che i cambiamenti climatici rappresentano in termini di difesa.

Lavorando su queste basi e attingendo alle sinergie tra le politiche interne ed esterne, comprese quelle promosse nell'ambito della strategia per l'Unione della sicurezza del 2020, nei prossimi anni la Commissione continuerà a contribuire attivamente alla costruzione di un'Unione europea della difesa con iniziative e progetti mirati, mobilitando l'intera gamma degli strumenti di cui dispone per contrastare più incisivamente le minacce cui l'Unione è confrontata, con le loro stratificazioni e la loro rapida evoluzione.

2.Aumentare gli investimenti nella ricerca e nelle capacità di difesa sviluppate nei quadri di cooperazione dell'UE

Il FED è un programma ambizioso, equilibrato e inclusivo che garantisce un forte coinvolgimento degli Stati membri affinché i progetti finanziati rispondano alle esigenze operative delle forze armate, aprendo la via a produzione e acquisizione. Prevede criteri di ammissibilità che preservano l'apertura del mercato rafforzando nel contempo la competitività dell'industria europea della difesa e tutelando la sicurezza e gli interessi strategici dell'UE.

A fine 2022 la Commissione europea avrà investito 1,9 miliardi di EUR in progetti di ricerca e sviluppo delle capacità nel settore della difesa atti a rispondere alle esigenze degli Stati membri in termini di capacità. In tal modo darà avvio a progetti collaborativi fondamentali di sviluppo delle capacità su vasta scala, volti a colmare le carenze critiche, stimolando nel contempo l'innovazione nel settore della difesa, in particolare nei comparti di nicchia. Il FED comprende progetti più piccoli e inviti aperti che ampliano la partecipazione transfrontaliera delle start-up e delle piccole e medie imprese (PMI), grazie anche alla destinazione di una percentuale fino all'8 % del bilancio 2021 al finanziamento di tecnologie di rottura per la difesa e di circa il 6 % agli inviti aperti per le PMI. Queste rappresentano il 48 % dei 1100 soggetti che hanno presentato proposte e il 20 % della domanda complessiva di finanziamento 4 per gli inviti del FED del 2021 5 . La Commissione continuerà a promuovere la partecipazione delle PMI in tutta l'UE, anche incoraggiando l'integrazione di quelle più innovative e competitive nelle catene di approvvigionamento.

I primi inviti a presentare proposte pubblicati nel 2021 prevedono già di destinare circa 700 milioni di EUR a progetti riguardanti piattaforme e sistemi di difesa complessi e su vasta scala, quali sistemi di caccia e parchi di veicoli terrestri di prossima generazione, pattugliatori d'altura polivalenti e modulari e sistemi balistici di difesa.

Nel programma precursore di sviluppo 6  due grandi progetti di sviluppo delle capacità di notevole rilevanza strategica hanno ricevuto una sovvenzione complessiva di circa 140 milioni di EUR. Sostenendo lo sviluppo di un drone a media quota e lunga autonomia, MALE RPAS concorre a conseguire la sovranità tecnologica nei droni, risorsa d'importanza critica per le forze armate degli Stati membri. Il sistema radio sicuro europeo definito da software (ESSOR) promuoverà l'interoperabilità instaurando una normazione europea per le tecnologie di comunicazione sicura nel settore della difesa. Fra gli altri progetti significativi finanziati si annoverano, tra l'altro, progetti su comando e controllo, processo decisionale basato sull'intelligenza artificiale, combattimento collaborativo, ciberdifesa, osservazione spaziale.

Lo sviluppo delle capacità di difesa è un processo a lungo termine, che richiede una pianificazione coordinata e concentrata sulle fasi iniziale. L'orientamento strategico del FED è dettato dalle priorità in materia di capacità di difesa concordate dagli Stati membri nel quadro della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), in particolare nel contesto del piano di sviluppo delle capacità, e coerentemente con altre iniziative dell'UE nel settore della difesa, quali la revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD) e la cooperazione strutturata permanente (PESCO).

Ai fini della trasparenza e della prevedibilità, soprattutto in vista della pianificazione dei bilanci nazionali per la difesa, la Commissione ha preparato una prospettiva pluriennale indicativa e flessibile per i prossimi quattro anni, che dovrà essere riesaminata ogni anno alla luce dell'evoluzione. La prospettiva assicura la coerenza dei progetti collaborativi sulle capacità di difesa e la coerenza dei programmi di lavoro su tutta la durata del FED, garantendo nel contempo trasparenza e prevedibilità. In questo contesto la Commissione e gli Stati membri continueranno a rafforzare la prospettiva pluriennale annualmente, in considerazione delle capacità e dei fattori abilitanti fondamentali che gli Stati membri hanno indicato come prioritari a seguito dell'adozione della bussola strategica.

Grazie all'effetto catalizzatore che esercita, il FED continuerà pertanto a spianare la via agli investimenti mirati nel settore della difesa a sostegno della base industriale e tecnologica di difesa europea (EDTIB) e alle corrispondenti priorità concordate dagli Stati membri in ambito UE. Nel contesto della revisione intermedia del FED sarebbe opportuno vagliare la possibilità di stabilire programmi di lavoro pluriennali che consentano di sostenere meglio lo sviluppo di progetti su vasta scala in materia di capacità di difesa. Altrettanto importante è aver cura che le altre politiche trasversali, quali le iniziative nel campo della finanza sostenibile, si articolino sempre coerentemente con gli sforzi profusi dall'Unione europea per favorire un adeguato accesso ai finanziamenti e agli investimenti per l'industria europea della difesa.

Per rafforzare sia la cooperazione nell'ambito del FED sia l'integrazione del mercato interno della difesa, la Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per sfruttare le possibilità offerte dalla direttiva 2009/43/CE sui trasferimenti infraunionali di prodotti per la difesa 7 , così da agevolare i trasferimenti collegati ai progetti collaborativi finanziati dall'UE. Con la sua attività di consulenza sulle norme e procedure previste dalla direttiva 2009/43/CE e l'opera che svolge per arrivare a un consenso tra Stati membri, la Commissione mirerà a semplificare il trasferimento di prodotti per la difesa nel mercato interno, in particolare nel quadro di progetti collaborativi finanziati dall'UE, e a favorire lo scambio delle migliori pratiche.

Per migliorare l'efficienza generale delle spese per la difesa in ambito UE è essenziale migliorare il coordinamento, la destinazione e l'entità degli investimenti collaborativi nel settore della difesa, sempre tenendo conto degli impegni assunti, ad esempio di quello di aumentare regolarmente i bilanci destinati alla difesa assunto in ambito PESCO. La realizzazione collettiva di capacità strategiche di difesa può essere conseguita soltanto con una pianificazione coordinata e con investimenti pubblici nazionali e dell'UE mirati alle priorità comuni della ricerca e sviluppo nel settore della difesa.

La Commissione metterà a punto ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti collaborativi degli Stati membri nelle capacità strategiche di difesa, in particolare laddove il relativo sviluppo e/o la relativa acquisizione s'iscrivano nei quadri di cooperazione dell'Unione europea. Nella relazione annuale sul mercato unico, solitamente pubblicata contestualmente al pacchetto d'autunno del semestre europeo, la Commissione includerà un capitolo in cui tratterà degli sviluppi, ostacoli e possibilità collegati ai progetti multinazionali in materia di capacità di difesa. La Commissione potrebbe in quell'ambito vagliare anche il modo in cui si possa intensificare l'impegno collettivo per garantire e coordinare il cofinanziamento degli Stati membri attraverso il FED nell'intento di realizzare un miglior rapporto qualità/prezzo.

Azioni previste

ØCon il FED la Commissione continuerà a incoraggiare attivamente gli Stati membri a definire ulteriormente, mediante il piano di sviluppo delle capacità riveduto e gli esiti della CARD, le priorità in materia di capacità strategiche di difesa e i relativi fattori di attivazione a seguito dell'adozione della bussola strategica. Contribuirà ad allineare la pianificazione della difesa e la spesa collettiva per sostenere lo sviluppo in questo senso.

ØLa Commissione metterà a punto ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti collaborativi degli Stati membri nelle capacità strategiche di difesa, in particolare laddove il relativo sviluppo e/o la relativa acquisizione comune s'iscrivano nei quadri di cooperazione dell'Unione europea, e nella relazione annuale sul mercato unico riferirà sugli sviluppi, ostacoli e possibilità collegati ai progetti multinazionali in materia di capacità di difesa.

ØNel 2022 la Commissione continuerà a collaborare con gli Stati membri per agevolare ulteriormente il trasferimento dei prodotti per la difesa finanziati dall'UE nel mercato interno, in particolare sostenendo il pieno sfruttamento delle possibilità offerte dalla direttiva 2009/43/CE.

3.Favorire le sinergie fra dimensione civile e componente di difesa nella ricerca e innovazione e ridurre le dipendenze strategiche

Nella tabella di marcia relativa alle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa 8 , adottata contestualmente alla presente comunicazione, la Commissione traccia un percorso per promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione e ridurre le dipendenze strategiche dell'UE nelle tecnologie critiche e nelle catene del valore per la sicurezza e la difesa.

Sulla scorta della comunicazione "Aggiornamento della nuova strategia industriale 2020: costruire un mercato unico più forte per la ripresa dell'Europa" 9 e del piano d'azione sulle sinergie tra l'industria civile, della difesa e dello spazio 10 , la Commissione propone una serie di azioni che l'UE e gli Stati membri potrebbero attuare al fine di:

-individuare le tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa dell'UE;

-promuovere fin dall'inizio un approccio strategico e coordinato a livello di UE per tali tecnologie critiche, facendo leva sui programmi di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione;

-ridurre le dipendenze strategiche.

A tal fine occorrono una maggiore consapevolezza della criticità di talune tecnologie, come i semiconduttori, per i settori della sicurezza e della difesa, una migliore individuazione delle collegate dipendenze strategiche, e possibili misure di attenuazione, tenendo sempre conto della diversità delle fonti e della prospettiva che l'impiego operativo della tecnologia possa risultare compromesso o essere negato 11 . L'osservatorio sulle tecnologie critiche ("osservatorio") 12 istituirà un meccanismo specifico per individuare le valutazioni d'interesse, muovendo dai contributi degli Stati membri e del settore. Le constatazioni dell'osservatorio saranno determinanti per promuovere la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'innovazione dell'UE nel campo delle tecnologie d'interesse secondo un approccio coordinato a livello dell'UE. Questo filone di attività viene a integrare le iniziative di più ampio respiro attuate per la sicurezza dell'approvvigionamento di beni civili critici in settori quali la sanità e l'energia 13 .

La Commissione stabilirà un metodo per incoraggiare la dimensione del duplice uso nella ricerca e innovazione a livello di UE e applicherà un sistema di innovazione nel settore della difesa per sostenere l'innovazione e l'imprenditorialità nel campo delle tecnologie critiche, in stretto coordinamento con il polo di innovazione nel settore della difesa che sarà istituito dall'Agenzia europea per la difesa (AED).

Per ridurre le dipendenze strategiche la Commissione continuerà a considerare sistematicamente gli aspetti della sicurezza e della difesa nell'attuazione e nel riesame degli strumenti dell'Unione esistenti ovvero nella progettazione di strumenti dell'UE nuovi.

4.Incentivare l'acquisizione congiunta di capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE

Con l'acquisizione congiunta di capacità europee di difesa gli Stati membri aumentano sensibilmente l'interoperabilità delle forze armate nazionali europee e sostengono la competitività dell'EDTIB, in particolare grazie alle maggiori economie di scala.

Gli Stati membri sono tuttavia ancora lontani dal parametro collettivo europeo di riferimento per gli appalti collaborativi di materiali 14 , pari al 35 % della spesa per i materiali di difesa, che loro stessi hanno stabilito da tempo e confermato nel quadro della PESCO 15 . Stando all'AED, nel 2020 gli Stati membri 16 hanno speso circa 37 miliardi di EUR per l'acquisizione di materiali di difesa (ossia acquisizione di materiali di difesa nuovi). Di quest'importo, soltanto l'11 % circa (attorno a 4,1 miliardi di EUR) 17 è stato destinato alla spesa per l'acquisizione collaborativa di materiali di difesa a livello europeo (ossia l'acquisizione di materiali di difesa nuovi in collaborazione con altri Stati membri). Ne consegue che gli Stati membri hanno sostenuto la maggior parte della spesa per l'acquisizione di materiali di difesa (l'89 % circa) sul piano nazionale e/o in cooperazione con paesi terzi.

Il 2020 non costituisce un'eccezione; può anzi essere considerato in linea con una tendenza che negli ultimi anni è andata peggiorando. La percentuale dell'acquisizione collaborativa europea di materiali di difesa registra infatti una costante diminuzione dal 2016 e il dato del 2020 è il più basso da quando ne è cominciata la rilevazione (2005).

Due strumenti dell'UE aprono già la via all'acquisizione congiunta: il regolamento sul FED subordina il sostegno finanziario alle azioni di sviluppo all'intenzione degli Stati membri di acquistare il prodotto finale o di utilizzare la tecnologia in modo coordinato; la direttiva 2009/81/CE sugli appalti pubblici nel settore della difesa esclude specificamente dalle norme sugli appalti pubblici i progetti cooperativi basati su ricerca e sviluppo (R&S) 18 . L'esclusione vale anche per le fasi del ciclo di vita successive alla R&S se gli appalti sono aggiudicati nell'ambito dello stesso progetto cooperativo. Nel 2019 la Commissione ha pubblicato una comunicazione 19 che riporta orientamenti riguardo alla possibilità di acquisizione cooperativa offerta dalla direttiva. Gli Stati membri potranno contare su un ulteriore sostegno, in particolare per il tramite del gruppo di esperti in materia di appalti nel settore della difesa e della sicurezza.

La Commissione mira a incentivare ulteriormente gli Stati membri ad acquistare congiuntamente capacità di difesa europee, e a gestirne insieme anche il funzionamento e la manutenzione. A tal fine occorre tuttavia superare una serie di ostacoli pratici di carattere finanziario e fiscale.

La Commissione vaglierà l'ipotesi di un'esenzione dall'imposta sul valore aggiunto (IVA) per sostenere l'acquisizione congiunta e la comproprietà di capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE, capacità che saranno a disposizione degli Stati membri per l'impiego in missioni e operazioni condotte nel quadro della PSDC 20 o nel contesto di attività dell'ONU, della NATO e nazionali. Una misura di questo tipo potrebbe andare a beneficio, in particolare, delle capacità sviluppate nell'ambito dei quadri di cooperazione dell'UE (FED e/o PESCO e/o in ambito AED). In questo contesto si potrebbe vagliare l'ipotesi di instaurare un quadro giuridico ispirato al consorzio per un'infrastruttura europea di ricerca 21 che benefici di un'esenzione dall'IVA sul materiale acquistato e posseduto dai consorzi degli Stati membri.

Muovendo dagli insegnamenti tratti dalla valutazione intermedia del FED, la Commissione valuterà peraltro la possibilità di potenziare l'attuale regime dei bonus del FED, offrendo così agli Stati membri un incentivo finanziario subordinato all'impegno di assicurare l'acquisizione congiunta e/o la comproprietà delle capacità di difesa in fase di sviluppo 22 . In tal modo aumenterebbe l'incentivazione al proseguimento della collaborazione oltre le fasi di R&S, vale a dire per acquisizione, funzionamento e manutenzione.

Dai lavori del gruppo di esperti sul pacchetto di strumenti finanziari potrebbero emergere soluzioni di finanziamento nuove che inducano gli Stati membri a ricorrere più assiduamente agli enti appaltanti congiunti già esistenti, quali l'AED o l'Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR). La Commissione valuterà in particolare se le disposizioni del regolamento sul FED, quali le norme sugli appalti pre-commerciali 23 , permettano un sostegno finanziario alle amministrazioni aggiudicatrici e agli enti appaltanti congiunti per coordinare ulteriormente le procedure di appalto, anche coprendo i costi amministrativi/di transazione relativi agli appalti congiunti di servizi di ricerca e sviluppo nel settore della difesa.

Azioni previste

ØLa Commissione presenterà entro i primi mesi del 2023 una proposta che preveda un'esenzione dall'IVA a sostegno dell'acquisizione congiunta e della comproprietà delle capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE, fermo restando il rispetto delle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio.

ØMuovendo dai lavori del gruppo di esperti sul pacchetto di strumenti finanziari, la Commissione proporrà entro metà 2023 soluzioni di finanziamento nuove che agevolino gli Stati membri nell'acquisizione congiunta di capacità di difesa strategiche dell'UE in base alle competenze già disponibili.

ØIn esito alla valutazione intermedia del FED 24 la Commissione vaglierà l'ipotesi di modificare l'articolo 13 del regolamento (UE) 2021/697 che istituisce il Fondo europeo per la difesa per rafforzare il regime dei bonus del FED nei casi in cui gli Stati membri si impegnano all'acquisizione congiunta e/o alla comproprietà delle capacità di difesa in fase di sviluppo.

5.Esortare gli Stati membri a continuare a convergere verso pratiche di controllo delle esportazioni simili e semplificate

Del rilascio delle licenze di esportazione del materiale militare sono competenti gli Stati membri, i quali tuttavia ponderano le decisioni alla luce della posizione comune del Consiglio 25 che, oltre a definire norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, stabilisce meccanismi di notifica dei rifiuti e di consultazione, così che gli Stati membri evolvano verso una maggiore convergenza nell'applicazione delle politiche di esportazione dei prodotti per la difesa.

Poiché lo sviluppo congiunto delle capacità di difesa andrà via via affermandosi nell'UE come norma piuttosto che eccezione, agli Stati membri gioverebbe tuttavia una maggiore condivisione delle migliori pratiche che gradualmente sfoci in una maggiore convergenza del trattamento dei controlli delle esportazioni di armi. Muovendo dal lavoro già svolto e dalla constatazione che le esportazioni sono un fattore fondamentale di successo nel modello di business dell'industria europea della difesa, la Commissione assicura agli Stati membri sostegno nella transizione verso una graduale razionalizzazione e un'ulteriore convergenza delle pratiche di controllo delle esportazioni di armi, specie per quanto riguarda le capacità di difesa risultanti da uno sviluppo congiunto, in particolare nell'ambito del FED.

In questo contesto la Commissione accoglie con favore la riflessione sull'esportazione delle capacità sviluppate in ambito UE avviata in sede di Consiglio 26 ed esorta gli Stati membri a proseguire le discussioni volte a facilitare le procedure di controllo delle esportazioni dei prodotti in questione. Potrebbe risultare preziosa a tal fine l'esperienza maturata con gli accordi bilaterali e multilaterali conclusi fra Stati membri per lo sviluppo congiunto di capacità.

Per non ostacolare la cooperazione il lavoro in corso dovrebbe agevolare la definizione di procedure chiare e di facile attuazione. Si dovrebbero stabilire misure efficaci di controllo delle esportazioni che assicurino un accesso adeguato e competitivo ai mercati internazionali per i prodotti finanziati dal FED, sempre salvaguardando la sovranità decisionale degli Stati membri, nel totale rispetto degli obblighi giuridici da essi assunti e tenuto conto dei rispettivi interessi di sicurezza nazionale. Per preservare l'attrattiva dei progetti congiunti in materia di capacità di difesa, la Commissione invita gli Stati membri a stabilire in via di principio che nessuno di essi impedisca ad un altro di esportare in un paese terzo i materiali e le tecnologie militari sviluppati in cooperazione. Il principio potrebbe applicarsi alle previste esportazioni di materiali o tecnologie che inglobano componenti provenienti da un altro Stato membro in quantità superiore a una determinata soglia minima.

Azioni previste

ØLa Commissione invita gli Stati membri a vagliare i possibili modi in cui razionalizzare le pratiche di controllo delle esportazioni di armi ed evolvere gradualmente verso una loro maggiore convergenza, specie per quanto riguarda le capacità di difesa risultanti da uno sviluppo congiunto, in particolare in ambito UE, così da assicurare un accesso adeguato e competitivo ai mercati internazionali per i prodotti finanziati dal FED, ferma restando la sovranità decisionale degli Stati membri.

6.Rafforzare la dimensione di difesa nell'ambito spaziale a livello di UE

Lo spazio ha rilevanza strategica per la libertà d'azione e la sicurezza dell'UE, ma nel contempo è anche sempre più congestionato e conteso, e sempre più teatro di una lotta di potere.

Le sfide che si pongono in quest'ambito richiedono un intervento urgente. La nuova strategia spaziale dell'UE per la sicurezza e la difesa, attualmente all'esame degli Stati membri nel contesto della bussola strategica, dovrebbe concorrere ad un'interpretazione comune dei rischi e delle minacce collegati allo spazio, definire risposte adeguate per reagire meglio e più rapidamente alle crisi, rafforzare la nostra resilienza e sfruttare appieno i vantaggi e le possibilità che si presentano nel settore spaziale. Fatto salvo il tenore della futura strategia congiunta, saranno prese in considerazione le azioni illustrate qui di seguito.

In primo luogo, occorre irrobustire la resilienza dell'Unione nello spazio e dallo spazio proteggendone maggiormente le risorse spaziali 27 .

Nella comunicazione congiunta sulla gestione del traffico spaziale 28 la Commissione e l'alto rappresentante formulano orientamenti concreti sul modo in cui proteggere maggiormente le risorse spaziali dell'UE e promuovere un uso più sostenibile dello spazio. La Commissione rafforzerà in particolare le proprie risorse di sorveglianza dello spazio mediante servizi potenziati di sorveglianza dello spazio e tracciamento e lo sviluppo delle relative tecnologie, quali sistemi anticollisione automatici o intelligenza artificiale.

La Commissione continuerà a sostenere lo sviluppo di progetti relativi alla conoscenza dell'ambiente spaziale e alle capacità di allarme rapido per la difesa. Tali progetti contribuiranno alle capacità avanzate di comando e controllo spaziale, ai sensori avanzati per la conoscenza dell'ambiente spaziale e al sistema di allarme rapido contro le minacce balistiche e le nuove minacce ipersoniche 29 .

In secondo luogo, la Commissione potenzierà, in cooperazione con l'alto rappresentante, la dimensione della sicurezza e della difesa nelle infrastrutture spaziali dell'UE presenti e future.

Il servizio pubblico regolamentato di Galileo 30 offre un servizio di navigazione limitato agli utenti autorizzati dai governi e destinato ad applicazioni sensibili che richiedono un elevato livello di continuità del servizio e l'utilizzo di segnali criptati e resistenti, in particolare nel settore della sicurezza e della difesa. Il servizio pubblico regolamentato, concepito per offrire un servizio illimitato e ininterrotto in tutto il mondo, dimostra chiaramente che un'infrastruttura comune sotto controllo civile è in grado di soddisfare le esigenze della difesa e della sicurezza.

La proposta di regolamento che istituisce il programma dell'Unione per una connettività sicura per il periodo 2022-2027 31 , adottata contestualmente alla presente comunicazione nell'ambito del pacchetto Spazio, rafforzerà la resilienza dell'UE in materia di connettività mettendo a disposizione una comunicazione governativa sicura. Saranno inclusi fin dall'inizio i bisogni in materia di difesa sotto il profilo della resilienza, mentre la costellazione in orbita terrestre bassa permetterà di accogliere carichi utili contribuendo ad altre componenti del programma spaziale dell'UE. Il sistema si baserà su GOVSATCOM e sulle sinergie con il Fondo europeo per la difesa.

Anche l'evoluzione di Copernicus dovrebbe tenere conto, per quanto possibile, dei bisogni in materia di difesa, prestando particolare attenzione ai livelli richiesti di sicurezza e prestazioni, e poggiare su un'adeguata struttura di governance fondata sulla fiducia. 

Ai fini dello sviluppo della dimensione di difesa delle infrastrutture spaziali dell'UE presenti e future, la Commissione sosterrà lo sviluppo delle capacità di difesa spaziale mediante il FED. Finora sono stati stanziati circa 130 milioni di EUR per finanziare mediante il FED e i programmi precursori azioni per lo spazio.

Poiché sostiene lo sviluppo di piattaforme di collaborazione per le future sfide in materia di difesa, la Commissione si adopera per migliorarne le prestazioni sfruttando al meglio le risorse spaziali europee presenti e future. Il progetto Galileo per la difesa dell'UE (GEODE), ad esempio, è cofinanziato con un importo di 44 milioni di EUR 32 e mira a sviluppare ricevitori di navigazione europei standardizzati per uso militare che siano compatibili con il servizio pubblico regolamentato di Galileo. Oltre 22 milioni di EUR saranno investiti invece per migliorare i sensori e i sistemi di comando e controllo, ai fini della conoscenza della sorveglianza spaziale militare dell'UE e per sviluppare una capacità di allarme rapido basata sulla tecnologia spaziale.

In base al programma di lavoro per il 2021 il FED destinerà 50 milioni di EUR alla sorveglianza della guerra della navigazione nello spazio e a terra (NAVWAR) e alle tecnologie europee per comunicazioni satellitari resilienti rispetto alle interferenze.

In terzo luogo, la Commissione si adopererà per ridurre le dipendenze strategiche dell'UE da tecnologie critiche, ad esempio nel settore dei semiconduttori, delle tecnologie quantistiche e dell'intelligenza artificiale. A tal fine massimizzerà le sinergie con le iniziative spaziali attuate nell'ambito degli strumenti esistenti di cui ha la gestione (tra cui FED, Orizzonte Europa 33 , programma spaziale, Consiglio europeo per l'innovazione e InvestEU) e si avvarrà dell'osservatorio sulle tecnologie critiche. La Commissione rafforzerà inoltre la resilienza delle catene di approvvigionamento europee per provvedere all'integrità, sicurezza e al funzionamento delle infrastrutture spaziali.

In quarto luogo, la Commissione realizzerà, in cooperazione con l'alto rappresentante secondo il rispettivo mandato, l'ampliamento dell'attuale meccanismo di risposta alle minacce nel quadro di Galileo 34 per estenderlo ai sistemi e ai servizi rientranti nelle altre componenti del programma spaziale dell'UE. Si rafforzerà così la governance della sicurezza nelle infrastrutture spaziali dell'UE in modo da poter rispondere meglio alle minacce e si promuoverà l'instaurazione di un adeguato assetto di governance da parte dei soggetti competenti. Si migliorerà la conoscenza situazionale a livello di UE utilizzando meglio i dati spaziali, in stretta cooperazione con gli Stati membri e in una cooperazione sistematica tra le agenzie/gli organi che gestiscono le infrastrutture dell'UE.

La Commissione e l'alto rappresentante contribuiranno alle iniziative degli Stati membri volte a rafforzare i meccanismi di assistenza reciproca e di risposta alle crisi, anche tramite la condotta di esercitazioni, il potenziamento della prontezza contro le minacce, la promozione dell'interoperabilità e il sostegno a una cultura strategica comune.

Azioni previste

ØNella scia dell'adozione della bussola strategica la Commissione e l'alto rappresentante proporranno una strategia spaziale comune dell'UE per la sicurezza e la difesa.

ØEntro fine 2022 la Commissione vaglierà il modo di rafforzare la protezione delle risorse spaziali dell'UE, in particolare grazie a servizi supplementari di sorveglianza dello spazio e tracciamento, un miglioramento delle prestazioni del sistema UE di sorveglianza dello spazio e tracciamento e il pieno sfruttamento delle potenzialità dell'industria dell'UE.

ØLa Commissione promuoverà a partire dal 2022 un approccio di "duplice uso fin dalla fase di progettazione" per le infrastrutture spaziali dell'UE, al fine di offrire servizi resilienti nuovi che rispondano alle esigenze delle amministrazioni pubbliche. In tale contesto la Commissione esorta i colegislatori a adottare in tempi brevi la proposta di regolamento che istituisce il programma dell'Unione per una connettività sicura per il periodo 2022-2027.

ØLa Commissione intensificherà i lavori per ridurre le dipendenze tecnologiche strategiche e rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento collegate alle infrastrutture spaziali, in particolare mediante gli strumenti di finanziamento dell'UE e l'osservatorio sulle tecnologie critiche.

ØIn stretta cooperazione con gli Stati membri la Commissione imposterà una governance adeguata per le infrastrutture spaziali dell'UE ispirandosi al modello del servizio pubblico regolamentato di Galileo. Valuterà la fattibilità dello sviluppo e della diffusione di un servizio di Copernicus più resiliente e sicuro a finalità pubblica 35 , che tenga conto per quanto possibile dei bisogni in materia di difesa.

ØLa Commissione e l'alto rappresentante vaglieranno entro fine 2022 l'ipotesi di attivare meccanismi di solidarietà, assistenza reciproca e risposta alle crisi in caso di attacco proveniente dallo spazio o di minaccia a risorse spaziali.

7.Rafforzare la resilienza europea 

L'Europa deve rafforzare la propria resilienza per prevenire gli shock futuri, proteggersi da essi e resistere loro. Dati i legami intrinseci con le politiche di sicurezza e di difesa nazionali, far fronte a questo tipo di minaccia è responsabilità principalmente degli Stati membri. Ciò non toglie che alcune vulnerabilità sono comuni a tutti gli Stati membri e che alcune minacce varcano le frontiere, ad esempio quelle che prendono di mira reti o infrastrutture transfrontaliere o la minaccia costituita dai cambiamenti climatici.

L'approccio dell'UE mira a incanalare armoniosamente le dimensioni esterna e interna in un unico flusso. Promuove soluzioni concrete che contemplino organicamente le considerazioni civili e quelle militari a livello nazionale e di UE, favorendo nel contempo l'aumento della resilienza e la continuità dell'efficienza operativa.

7.1.Contrasto alle minacce ibride

Nel 2020 la strategia dell'UE per l'Unione della sicurezza 36 ha ravvisato nelle minacce ibride uno dei settori prioritari in cui intervenire per rafforzare la sicurezza dell'UE. La strategia getta le basi di un approccio rinnovato con cui rispondere a queste minacce in continua evoluzione, che contempli l'intera gamma di azioni, dalle fasi di individuazione precoce, analisi, consapevolezza, costruzione della resilienza e prevenzione a quelle di risposta alla crisi e gestione delle conseguenze.

La mappatura delle misure 37 di rafforzamento della resilienza e di contrasto delle minacce ibride evidenzia oltre duecento strumenti e misure a livello di UE, la maggior parte dei quali fa capo alla Commissione o è da questa sostenuta. Questa gamma in crescita di strumenti dell'UE disponibili per contrastare le minacce ibride sarà ulteriormente arricchita dalle proposte presentate dalla Commissione in diversi settori, tra cui la legge sui servizi digitali 38 , la direttiva sulla resilienza dei soggetti critici 39 e la revisione del meccanismo unionale di protezione civile 40 .

La resilienza è una delle colonne portanti del contrasto alle minacce ibride. Nel gennaio 2022 un documento di lavoro congiunto dei servizi della Commissione 41 ha individuato 53 parametri di riferimento per la resilienza 42 a livello di UE. L'individuazione di tali parametri, annunciata nella strategia per l'Unione della sicurezza, ha segnato un primo passo fondamentale nel tracciamento e nella misurazione oggettiva dei progressi compiuti nel settore.

A novembre 2022 i servizi della Commissione, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e il Segretariato generale del Consiglio effettueranno l'esercitazione PACE Integrated Resolve dell'UE, che tra l'altro verterà anche sulle minacce ibride, dimensione informatica compresa. L'esercitazione si svolgerà sotto la responsabilità generale dell'alto rappresentante, con la partecipazione degli Stati membri e delle agenzie dell'UE, in formato parallelo e coordinato (PACE) con la NATO.

La Commissione si è adattata alla rapida mutabilità delle minacce. A seguito della crisi verificatasi alle frontiere dell'UE con la Bielorussia, ha proposto misure per contrastare la strumentalizzazione della migrazione, compreso l'inserimento in una lista nera degli operatori di trasporto implicati nel traffico o nella tratta di esseri umani verso l'UE 43 .

La pandemia di COVID-19 ha fatto emergere la necessità di potenziare l'azione coordinata a livello di UE per rispondere alle emergenze sanitarie. In un momento in cui le minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari potrebbero mettere a rischio la salute pubblica, l'Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA) rappresenta uno dei perni sui quali incentrare il rafforzamento della preparazione e della risposta dell'UE alle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, perché assicura la disponibilità, l'accesso e la distribuzione in tempi rapidi delle necessarie contromisure. Facendo tesoro degli insegnamenti tratti dalle prime fasi della pandemia, proseguiranno i lavori per rafforzare l'assistenza militare alle autorità civili in questo senso.

Azioni previste

ØEntro il 2023 la Commissione valuterà, in cooperazione con l'alto rappresentante e gli Stati membri, i parametri di riferimento settoriali per la resilienza al fine di individuare le lacune e i bisogni così come le misure atte a colmare le prime e soddisfare i secondi.

ØNella scia dell'adozione della bussola strategica la Commissione contribuirà al futuro pacchetto di strumenti ibridi dell'UE facendo sì che gli Stati membri dispongano di una panoramica completa degli strumenti e delle misure interni a disposizione per contrastare le minacce ibride che incombono sull'UE e sugli Stati membri. A tal fine si terrà conto delle misure indicate nella mappatura del 2020 sul contrasto alle minacce ibride e delle recenti proposte della Commissione e dell'alto rappresentante su temi quali le infrastrutture critiche e la disinformazione.

ØNella scia dell'adozione della bussola strategica la Commissione vaglierà l'ipotesi di individuare, nei settori politici d'interesse, esperti da dispiegare eventualmente, su richiesta, nel gruppo di risposta rapida alle minacce ibride, in sinergia con i proposti gruppi di risposta rapida dell'unità congiunta per il ciberspazio.

ØIn parallelo i servizi della Commissione e il SEAE riesamineranno insieme il protocollo operativo dell'UE per contrastare le minacce ibride.

ØEntro fine 2022 la Commissione delineerà, in cooperazione con l'alto rappresentante, una visione globale dei propri meccanismi di allarme rapido, soffermandosi in particolare sulla possibilità di comporre un quadro di conoscenza situazionale migliore, in coordinamento e complementarità con altri meccanismi già esistenti dell'UE. La capacità dell'Unione di monitorare le minacce ibride, individuarle tempestivamente, prevenirle e prepararsi a contrastarle, aspetto della resilienza compreso, ne risulterà rafforzata.

ØCon le competenze e gli strumenti di cui dispone, la Commissione contribuirà alle iniziative dell'UE volte a rafforzare la resilienza nei paesi partner.

7.2.Rafforzare la cibersicurezza e la ciberdifesa 

Contrastare le minacce alla cibersicurezza è oggi una delle sfide più complesse che si pongono per la sicurezza e la difesa, dati in particolare il numero sempre maggiore e l'impatto sempre più forte che hanno e visto il grado di sofisticazione delle capacità in tal senso sviluppate da attori statali.

L'UE deve proteggere le reti e i sistemi informativi critici e svolgere un ruolo guida nel garantire la sicurezza, la stabilità e la resilienza così come la libertà della rete internet globale. Deve rafforzare la cibersicurezza e la ciberdifesa in Europa intensificando la cooperazione, investendo più efficacemente nelle capacità avanzate e stabilendo norme adeguate che consentano di collegare meglio tutte le dimensioni della componente cibernetica. Le iniziative in questo senso dovrebbero concentrarsi sulla protezione dei cittadini, delle imprese e degli interessi dell'UE, sull'individuazione e la dissuasione delle attività informatiche malevole e sulla difesa dell'UE dagli attacchi informatici, contribuendo in tal modo alla sicurezza e alla stabilità internazionali e consolidando le potenzialità di deterrenza informatica dell'UE.

Nella strategia dell'UE per la cibersicurezza del dicembre 2020 44 la Commissione e l'alto rappresentante hanno già definito azioni ambiziose che contribuiscono al conseguimento di questi obiettivi. Una serie di importanti strumenti già in vigore permettono di aumentare la resilienza dell'UE, in particolare: direttiva recante misure per un livello comune elevato di sicurezza delle reti e dei sistemi informativi nell'Unione (NIS) 45 , regolamento sulla cibersicurezza 46 , direttiva relativa agli attacchi contro i sistemi di informazione 47 , attuazione del pacchetto di strumenti dell'UE sul 5G sicuro 48 , raccomandazione relativa al "programma" per una risposta coordinata agli incidenti e alle crisi di cibersicurezza su vasta scala 49 , quadro strategico dell'UE in materia di ciberdifesa [aggiornamento 2018] 50 . La Commissione ha inoltre adottato un atto delegato 51 , a norma della direttiva sulle apparecchiature radio 52 , che stabilisce i requisiti giuridici applicabili agli elementi di salvaguardia nella cibersicurezza di cui i fabbricanti dovranno tenere conto nella progettazione e nella produzione di apparecchiature radio. Ha infine presentato una raccomandazione sull'unità congiunta per il ciberspazio 53 e, nel dicembre 2020, una proposta di revisione della direttiva NIS 54 , attualmente all'esame dei colegislatori. In continuità con quest'obiettivo la Commissione presenterà a breve proposte volte a rafforzare la cibersicurezza e la sicurezza delle informazioni delle istituzioni, organi e organismi dell'UE.

Il programma di lavoro pluriennale 2021-2025 dell'Europa digitale e del meccanismo per collegare l'Europa (settore digitale) sosterrà la realizzazione di un'infrastruttura di comunicazione quantistica sicura per l'Europa (Euro QCI). Il meccanismo per collegare l'Europa sosterrà anche altre infrastrutture critiche di comunicazione, tra cui linee dorsali tra gli Stati membri e con i paesi terzi, dotate dei più elevati standard di sicurezza.

Per integrare questi strumenti e ridurre ulteriormente la superficie di attacco e l'esposizione al rischio, è opportuno rafforzare la sicurezza e la standardizzazione dei prodotti e servizi associati alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. Questo vale in particolare per la sicurezza dei componenti critici di hardware e di software. La Commissione sta pertanto elaborando proposte nuove che stabiliscono i requisiti di sicurezza orizzontali che costituiranno il fulcro della legge sulla ciberresilienza annunciata nel discorso sullo stato dell'Unione 55 . In tale contesto potrebbe essere presa in considerazione una dimensione di difesa, in particolare per quanto riguarda le potenzialità di sviluppo di norme comuni o ibride in materia di cibersicurezza.

Per rafforzare ulteriormente le capacità tecnologiche dell'UE e dei suoi attori della ciberdifesa (principalmente le forze di difesa degli Stati membri), si spingerà sulla cooperazione tra gli attori pertinenti nella pianificazione degli investimenti civili e della difesa per lo sviluppo delle tecnologie d'interesse e il relativo utilizzo. Il centro di competenza industriale, tecnologica e di ricerca sulla cibersicurezza e rete dei centri di coordinamento (CCCN) 56 adotterà nel 2022 l'agenda strategica sugli investimenti nella componente cibernetica. L'agenda potrebbe riguardare le possibili sinergie tra le tecnologie civili e di difesa e le potenziali applicazioni a duplice uso, cercando così un collegamento sinergico con altri programmi dell'UE, tra cui Orizzonte Europa, Europa digitale e FED, in modo coordinato e nel rispetto delle applicabili norme di governance.

La Commissione ha già destinato 38,6 milioni di EUR 57 a sei progetti di ciberdifesa, sostenendo, tra l'altro, lo sviluppo di una piattaforma europea di conoscenza situazionale cibernetica e un progetto sulle tecnologie per una comunicazione sicura e resiliente. Il FED continuerà a sostenere lo sviluppo di cibercapacità per la difesa. Nel 2021 sono stati pubblicati due inviti specifici nell'ambito del FED con una dotazione finanziaria di 33,5 milioni di EUR. Tutti i progetti relativi alle capacità di difesa comportano una dimensione cibernetica, ma nei prossimi anni la priorità del FED rimarrà la ciberdifesa.

Per prepararsi meglio a potenziali incidenti e crisi su vasta scala nell'Unione, è essenziale rafforzare il coordinamento per garantire la conoscenza situazionale, individuare rapidamente i potenziali bisogni e risorse di risposta e allineare la comunicazione efficace tra i diversi attori a livello di Stati membri e di UE, così da attutire i potenziali impatti nell'Unione.

Per migliorare l'individuazione delle attività informatiche malevole e la conoscenza situazionale, la Commissione collabora con gli Stati membri per l'istituzione di piattaforme transfrontaliere di condivisione delle informazioni sulle minacce alla cibersicurezza (SOC dell'UE), rafforzando nel contempo le capacità dei centri operativi di sicurezza (SOC) a livello nazionale in tutta l'UE. L'obiettivo di tali piattaforme transfrontaliere è consentire lo scambio, su larga scala e in un ambiente affidabile, dei dati sulle minacce alla cibersicurezza provenienti da varie fonti e degli strumenti e capacità. Le SOC dell'UE saranno dotate di strumenti e infrastrutture ultrasicuri di prossima generazione che consentano di migliorare le capacità collettive di rilevamento e le segnalazioni tempestive alle autorità e ai soggetti d'interesse. Per questi interventi si attingerà al programma Europa digitale, in particolare mediante un appalto congiunto per lo sviluppo e il funzionamento delle SOC dell'UE, compresi strumenti e infrastrutture avanzati, e un invito a presentare domanda di sovvenzionamento a sostegno delle capacità dei SOC negli Stati membri. Successivamente si potrebbe contemplare anche, insieme agli Stati membri, la promozione della cooperazione civile-militare a livello nazionale in questo settore.

Si dovrebbe innalzare il grado di cooperazione in materia di cibersicurezza tra gli Stati membri quanto alla risposta agli incidenti, eventualmente anche mediante la cooperazione tra le squadre di reazione civili e le omologhe della difesa. L'unità congiunta per il ciberspazio intende riunire tutte le pertinenti comunità della cibersicurezza (diplomatica, civile, di contrasto e di difesa) per garantire una risposta coordinata dell'UE agli incidenti e alle crisi informatiche su vasta scala e offrire assistenza nella fase di ripresa a seguito di attacchi. Nell'ambito di tale unità la componente militare potrebbe quindi interagire con le altre comunità di cibersicurezza in un quadro strutturato di cooperazione e coordinamento.

Fondamentale per un'efficace resilienza rispetto agli attacchi informatici, per il miglioramento delle capacità informatiche, per il conseguimento di un'interpretazione condivisa e per la creazione di una capacità di reazione comune è anche lo sviluppo delle competenze informatiche attraverso formazioni ed esercitazioni congiunte. Qualora decidano in tal senso, gli Stati membri potrebbero vagliare l'ipotesi di un potenziamento della cooperazione civile-militare nella formazione e nelle esercitazioni congiunte in informatica, sulla base dei programmi dell'Accademia europea per la sicurezza e la difesa e dell'AED in materia di istruzione, formazione ed esercitazioni informatiche.

Azioni previste

ØEntro il terzo trimestre 2022 la Commissione proporrà la legge sulla ciberresilienza, con l'obiettivo di aumentare la cibersicurezza dei prodotti e dei servizi associati nel mercato interno.

ØPer allestire le nuove piattaforme SOC dell'UE per la condivisione delle informazioni di intelligence e degli strumenti relativi alle minacce informatiche, entro il secondo trimestre 2022 la Commissione pubblicherà un invito a manifestare interesse finalizzato alla selezione dei soggetti ospitanti per le SOC dell'UE, corredato della relativa tabella di marcia. Si dovrebbe così aprire la via alla costruzione di una capacità strategica dell'UE ai fini dell'individuazione e condivisione di informazioni sulle minacce informatiche.

ØLa Commissione collaborerà con gli Stati membri per rafforzare la preparazione agli incidenti informatici su vasta scala tramite un maggiore coordinamento, che si esplicherà anche nell'individuazione dei potenziali bisogni e risorse per gestire la risposta.

ØNel 2022 sarà proposta un'agenda strategica per il centro di competenza per la cibersicurezza, anche per quanto riguarda la tecnologia a duplice uso e le sinergie civilimilitari da stabilire in modo coordinato con gli attori pertinenti.

ØInsieme all'alto rappresentante, la Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nella creazione dell'unità congiunta per il ciberspazio, in particolare per quanto riguarda il suo meccanismo di assistenza reciproca, e incoraggerà la cooperazione civile-militare per facilitare lo scambio di informazioni e il coordinamento tra gli esperti della difesa e altre comunità (civile, di contrasto e diplomatica).

ØLa Commissione chiederà alle organizzazioni europee di normazione di elaborare norme armonizzate a sostegno dell'atto delegato adottato di recente a norma della direttiva sulle apparecchiature radio per quanto riguarda la cibersicurezza e la vita privata.

ØLa Commissione collaborerà con l'alto rappresentante nella prosecuzione dei lavori di definizione della politica dell'UE in materia di ciberdifesa da presentare agli Stati membri entro fine 2022.

ØLa Commissione invita gli Stati membri a vagliare l'ipotesi di tenere formazioni ed esercitazioni congiunte in materia di ciberdifesa, in cooperazione con le esistenti strutture di formazione e di esercitazione civili e di difesa.

7.3.Rafforzare la mobilità militare

Con l'attuazione del piano d'azione sulla mobilità militare l'UE interviene già in modo incisivo per migliorare la mobilità del personale, del materiale e delle attrezzature militari all'interno e all'esterno dell'UE, rafforzando in tal modo la nostra capacità di reagire rapidamente in caso di crisi o in vista di attività di routine come le esercitazioni. La mobilità militare è parimenti uno dei progetti faro della cooperazione UE-NATO.

Grazie alla dotazione di 1,69 miliardi di EUR assegnata dall'UE a sostegno delle infrastrutture di trasporto a duplice uso per il periodo 2021-2027, la mobilità militare è una delle componenti fondamentali del nuovo meccanismo per collegare l'Europa 58 . Il programma di lavoro 2021-2023 prospetta un bilancio annuale specifico di 330 milioni di EUR; i primi inviti a presentare proposte sono stati pubblicati nel settembre 2021.

La mobilità militare è anche uno dei temi del programma di lavoro del FED per il 2021. Lo sviluppo di un sistema digitale per lo scambio sicuro e rapido di informazioni sulla mobilità militare è uno dei due temi dell'invito a presentare proposte vertente su truppe e sistemi logistici, dotato complessivamente di un importo indicativo di 50 milioni di EUR.

Il 14 dicembre 2021 la Commissione ha proposto una revisione del regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Tra le altre misure la proposta mira a rafforzare le norme per la mobilità civile e militare e ad ampliare le mappe della TEN-T includendovi nuove rotte importanti per la mobilità militare.

La Commissione continuerà ad adoperarsi per contribuire alla mobilità militare all'interno e all'esterno dell'UE, anche tenendone presente l'aspetto nelle pertinenti proposte e iniziative legislative, in particolare nel settore dei trasporti e delle procedure transfrontaliere.

Azioni previste

ØEntro fine 2022 la Commissione proporrà, insieme all'alto rappresentante, un aggiornamento del piano d'azione comune sulla mobilità militare, nel quale potrebbero essere contemplati i bisogni identificabili in termini di digitalizzazione dei trasporti, ciberresilienza delle infrastrutture di trasporto e intelligenza artificiale.

7.4.Far fronte alle sfide poste alla difesa dai cambiamenti climatici

I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità rappresentano minacce nuove per la sicurezza. Il mantenimento dell'efficacia operativa rimane prioritario, ma occorre che il settore della difesa raccolga la sfida dell'adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici sulla sicurezza, tra cui l'operatività in condizioni climatiche estreme, e contribuisca alla mitigazione nell'ambito delle politiche dell'UE in materia di cambiamenti climatici, in particolare del Green Deal europeo. Il miglioramento dell'efficienza energetica, l'aumento del ricorso alle energie rinnovabili laddove possibile e la riduzione delle emissioni in questo settore dovrebbero diventare parte integrante dei nostri sforzi collettivi finalizzati alla neutralità climatica entro il 2050, alla protezione della biodiversità e al rafforzamento dell'economia circolare.

La circolarità può apportare benefici considerevoli alle industrie della difesa e alle acquisizioni nel settore, in quanto aumenta sia l'efficienza delle risorse sia l'autonomia strategica aperta per taluni materiali critici e prolunga e ottimizza l'utilità dei materiali di difesa 59 . Saranno individuate e sostenute le soluzioni atte a migliorare la progettazione dei materiali di difesa per agevolare lo smontaggio, l'estrazione dei componenti, la riparazione, il ricondizionamento e la rifabbricazione. Nello stesso senso si procederà anche per le soluzioni atte a migliorare i materiali di difesa, affinché se ne possa garantire la continuità di funzionamento nei teatri operativi anche in condizioni ambientali difficili.

In questo contesto la Commissione è determinata ad attuare la tabella di marcia comune dell'UE sui cambiamenti climatici e la difesa del 2020 60 , che sarà oggetto di una prima relazione annuale presentata congiuntamente dalla Commissione, dal SEAE e dall'AED nel primo semestre 2022. Il programma di lavoro del FED 61 per il 2021 contempla già temi connessi alla gestione dell'energia e all'efficienza energetica e 133 milioni di EUR sono stati destinati a un invito specifico a sostegno della ricerca e sviluppo di tecnologie e prodotti per la difesa che li trattano. Poiché si registra un'accelerazione di attività analoghe in sede NATO e ONU, negli Stati Uniti d'America e presso altri partner, l'UE intensificherà i dialoghi a livello di personale sul nesso fra clima, sicurezza e difesa.

Azioni previste

ØNel primo semestre 2022 i servizi della Commissione, il SEAE e l'AED presenteranno la prima relazione sui progressi compiuti nell'attuazione della tabella di marcia sui cambiamenti climatici e la difesa.

ØAl fine di rafforzare le potenziali sinergie, nel corso del 2022 la Commissione valuterà le iniziative in materia di clima/difesa attuate nell'ambito degli strumenti esistenti di cui ha la gestione (tra cui FED, Orizzonte Europa, Orizzonte 2020, meccanismo per collegare l'Europa e LIFE).

ØEntro fine 2022 la Commissione predisporrà un quadro strategico basato sugli aspetti climatici/di difesa degli strumenti di cui ha la gestione, per contribuire alla riduzione della domanda energetica e all'aumento della resilienza energetica delle tecnologie critiche impiegate dagli attori civili della sicurezza e dalle forze armate, e in questo contesto metterà a punto soluzioni concrete resilienti rispetto ai cambiamenti climatici.

ØNel corso del 2022 la Commissione vaglierà le possibilità di rafforzamento dell'effetto delle direttive energetiche sulle infrastrutture militari (quali uffici, comandi, caserme, ospedali, accademie), considerando anche le soluzioni basate sugli appalti pubblici verdi nell'ambito del Green Deal europeo (ossia l'iniziativa nuova per l'efficienza energetica "ondata di ristrutturazioni" e la revisione delle direttive sull'efficienza energetica e sulla prestazione energetica nell'edilizia).

ØNel corso del 2022 la Commissione e l'alto rappresentante aumenteranno e intensificheranno la collaborazione operativa a livello di personale sul nesso fra clima, sicurezza e difesa con la NATO, le Nazioni Unite e partner bilaterali d'interesse quali Stati Uniti d'America e Canada.

8.Conclusioni

In un mondo complesso, conteso, competitivo e connesso come non mai, l'UE deve intensificare ulteriormente l'impegno per difendere i propri interessi e valori strategici. L'imminente bussola strategica dell'UE per la sicurezza e la difesa fisserà obiettivi ambiziosi per la sicurezza e la difesa a lungo termine dell'Europa, a cui la presente comunicazione contribuisce attivamente.

A tal fine la Commissione ha individuato, in particolare, i seguenti nuovi ambiti principali in cui rafforzare ulteriormente la competitività del mercato europeo della difesa:

-analisi delle modalità per stimolare ulteriormente gli investimenti degli Stati membri nelle capacità strategiche e nei fattori abilitanti fondamentali che sono sviluppati e/o acquisiti nell'ambito di quadri di cooperazione UE;

-ulteriore incentivazione dell'acquisizione congiunta di capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE, anche mediante l'esenzione dall'IVA e un eventuale potenziamento dei bonus del FED;

-appello agli Stati membri a continuare a orientarsi verso pratiche semplificate e più convergenti di controllo delle esportazioni di armi, in particolare per le capacità di difesa risultanti da uno sviluppo collaborativo in ambito UE.

La Commissione attuerà le iniziative già avviate che costituiscono fattori abilitanti fondamentali per la difesa europea, quali il FED e la mobilità militare, e quelle che svolgono un ruolo essenziale nel rafforzamento della resilienza europea, in particolare nello spazio, al fine di contrastare le minacce ibride, rafforzare la cibersicurezza e far fronte alle sfide poste alla difesa dai cambiamenti climatici.

La Commissione è pronta a prendere in considerazione ulteriori passi alla luce dei progressi compiuti e dell'evoluzione delle minacce e delle sfide che l'Unione si troverà ad affrontare in futuro.

(1)

     Fra cui: Fondo europeo per la difesa (FED), cooperazione strutturata permanente (PESCO) e revisione coordinata annuale sulla difesa (CARD).

(2)

     PE/11/2021/INIT

(3)

     In veste di membro dello Spazio economico europeo.

(4)

     Subappaltatori compresi.

(5)

     Nel programma precursore (programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP)) nel 2020 -anno per il quale sono disponibili i risultati- le PMI rappresentavano il 35 % dei soggetti e hanno fruito del 30 % del finanziamento complessivo dei 26 progetti; questo dato fa peraltro astrazione della partecipazione dei subappaltatori, che spesso sono PMI.

(6)

     Programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP).

(7)

     Direttiva 2009/43/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 6 maggio 2009, che semplifica le modalità e le condizioni dei trasferimenti all'interno delle Comunità di prodotti per la difesa.

(8)

     COM (2022) 61 final.

(9)

     COM (2021) 350 final.

(10)

     COM(2021) 70 final.

(11)

     Per quanto riguarda i semiconduttori, cfr. tabella di marcia relativa alle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa, parte 2.2, e comunicazione della Commissione su una legge europea sui semiconduttori (COM (2022) 45 final).

(12)

     In associazione con i servizi competenti della Commissione e con l'Agenzia europea per la difesa.

(13)

     In linea con le proposte della Commissione COM(2021) 577, del 16 settembre 2021, su un quadro di misure volte a garantire la fornitura di contromisure mediche di rilevanza per le crisi in caso di un'emergenza di sanità pubblica, COM(2021) 660, del 13 ottobre 2021, sulla risposta all'aumento dei prezzi dell'energia, COM(2021) 350 sull'aggiornamento della nuova strategia industriale.

(14)

     Nel novembre 2007 il comitato direttivo ministeriale dell'AED ha approvato quattro parametri di riferimento collettivi per gli investimenti, tra cui il 35 % di acquisizione collaborativa europea sulla spesa complessiva per i materiali di difesa.

(15)

      EUR-Lex - 32021H1117(01) - IT - EUR-Lex (europa.eu)

(16)

     Tranne DK.

(17)

     In base ai dati comunicati da undici Stati membri.

(18)

     Articolo 13 della direttiva 2009/81/CE.

(19)

     GU C 157/2019, pag. 1.

(20)

     In linea con le forze multinazionali previste all'articolo 42, paragrafo 3, del trattato sull'Unione europea.

(21)

     Il consorzio per un'infrastruttura europea di ricerca (ERIC) è una forma giuridica specifica che facilita la costituzione e il funzionamento di infrastrutture di ricerca d'interesse europeo.

(22)

     Al di là del requisito di ammissibilità stabilito all'articolo 21, paragrafo 3, lettera a), del regolamento sul FED, ossia l'intenzione di acquistare il prodotto finale o di utilizzare la tecnologia in modo coordinato.

(23)

     Articolo 17 del regolamento sul FED.

(24)

     A norma dell'articolo 29 del regolamento sul FED, la valutazione intermedia dev'essere effettuata a distanza di non oltre quattro anni dall'inizio del periodo di esecuzione del Fondo (ossia entro il 2025).

(25)

     Posizione comune 2008/944/PESC.

(26)

     Nel sottogruppo "Esportazioni di armi convenzionali" (COARM) del gruppo "Non proliferazione ed esportazione di armi". 

(27)

     Il programma spaziale dell'UE si articola in quattro componenti: Galileo/EGNOS per il posizionamento, la navigazione e la misurazione del tempo; Copernicus per l'osservazione della Terra; GOVSATCOM per le comunicazioni satellitari governative sicure; SSA per la conoscenza dell'ambiente spaziale.

(28)

     JOIN(2022) 4 final.

(29)

     Progetti sostenuti dal FED e dai suoi programmi precursori.

(30)

     Decisione n. 1104/2011/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, relativa alle regole di accesso al servizio pubblico regolamentato offerto dal sistema globale di navigazione satellitare istituito dal programma Galileo (GU L 287 del 4.11.2011, pag. 1).

(31)

     COM(2022) 57 final.

(32)

     Nell'ambito del programma europeo di sviluppo del settore industriale della difesa (EDIDP).

(33)

     Nel presente documento "Orizzonte Europa" fa riferimento al programma specifico di attuazione di Orizzonte Europa e all'Istituto europeo di innovazione e tecnologia; le attività svolte nel loro ambito si concentrano esclusivamente sulle applicazioni civili.

(34)

     Secondo quanto previsto nel regolamento (UE) 2021/696 sul programma spaziale dell'UE e nella decisione (PESC) 2021/698 del Consiglio, del 30 aprile 2021, sulla sicurezza dei sistemi e servizi dispiegati, in funzione e usati nell'ambito del programma spaziale dell'Unione che possono incidere sulla sicurezza dell'Unione.

(35)

     Servizio di Copernicus analogo al servizio pubblico regolamentato.

(36)

     COM (2020) 605.

(37)

     SWD(2020) 152 final.

(38)

     COM(2020) 825 final.

(39)

     COM(2020) 829 final.

(40)

     Regolamento (UE) 2021/836 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2021.

(41)

     SWD(2022) 21 final.

(42)

     Parametri riferiti o al punto di partenza di una situazione o a un traguardo previsto o ancora a un requisito minimo raccomandato.

(43)

     COM(2021) 753 final.

(44)

     JOIN(2020) 18 final.

(45)

     Direttiva (UE) 2016/1148 sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (NIS).

(46)

     Regolamento (UE) 2019/881 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativo all'ENISA, l'Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza, e alla certificazione della cibersicurezza per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, e che abroga il regolamento (UE) n. 526/2013.

(47)

     Direttiva 2013/40/UE del 12 agosto 2013.

(48)

     COM(2020) 50 final.

(49)

     Raccomandazione (UE) 2017/1584 della Commissione, del 13 settembre 2017, relativa alla risposta coordinata agli incidenti e alle crisi di cibersicurezza su vasta scala (C/2017/6100).

(50)

     Documento del Consiglio 14413/18 del 19 novembre 2018.

(51)

     C (2021) 7672.

(52)

     Direttiva 2014/53/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, concernente l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri relative alla messa a disposizione sul mercato di apparecchiature radio.

(53)

     C (2021) 4520 final.

(54)

     COM(2020) 823 final.

(55)

     Discorso sullo stato dell'Unione 2021 - Rafforzare l'anima della nostra Unione - 15 settembre 2021.

(56)

     PE/28/2021/INIT

(57)

     Nell'ambito dell'EDIDP.

(58)

     Regolamento (UE) 2021/1153 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che istituisce il meccanismo per collegare l'Europa e abroga i regolamenti (UE) n. 1316/2013 e (UE) n. 283/2014.

(59)

      IF CEED (europa.eu) Circular defence - News & insight - Cambridge Judge Business School

(60)

     Documento del Consiglio 12741/20.

(61)

     Il regolamento sul FED stabilisce che "il Fondo contribuisce all'integrazione delle azioni per il clima nelle politiche dell'Unione e al conseguimento dell'obiettivo generale di destinare il 30 % delle spese di bilancio dell'Unione a sostegno degli obiettivi climatici".

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