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Document 52014DC0254R(01)
COMMUNICATION FROM THE COMMISSION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS Innovation in the Blue Economy: realising the potential of our seas and oceans for jobs and growth
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani
/* COM/2014/0254 final/2 */
COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani /* COM/2014/0254 final/2 */
1.
Introduzione
Nel 2011 la Commissione ha adottato una
comunicazione sulla crescita blu[1]
in cui illustra il cospicuo potenziale delle coste, dei mari e degli oceani
europei in termini di crescita e di creazione di posti di lavoro[2] e la
loro capacità di contribuire alla strategia Europa 2020 e migliorare il modo in
cui mettiamo a frutto le risorse del pianeta. Nella comunicazione si
individuano specifici settori emergenti che meritano un’attenzione particolare.
Nel gennaio 2014 la Commissione ha presentato l’approccio adottato per
realizzare il potenziale dell’energia oceanica[3]
e successivamente ha lanciato il Forum sull’energia oceanica con l’obiettivo di
individuare le strozzature che ostacolano la crescita e proporre soluzioni per
eliminarle. L’innovazione in tutti i settori dell’economia blu
è essenziale per sfruttarne il potenziale in termini di crescita e di
occupazione. Inoltre l’innovazione può apportare notevoli vantaggi a livello
ambientale: si pensi ad “eco-innovazioni” destinate, ad esempio, a ridurre le
emissioni di zolfo delle navi[4]
grazie a sistemi perfezionati di depurazione dei gas di scarico a bordo, a
carburanti tradizionali meno inquinanti o a carburanti alternativi. L’innovazione
può altresì contribuire a definire misure di protezione dell’ambiente marino
efficaci in termini di costi, che possano facilitare l’attuazione della
direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD)[5]. L’iniziativa faro dell’UE “L’Unione dell’innovazione”[6]
apporta già un contributo alla creazione di un contesto favorevole all’innovazione.
Le piccole e medie imprese (PMI) hanno ricevuto sostegno dal programma quadro
per la competitività e l’innovazione, che ha mobilitato a loro favore oltre 15
miliardi di EUR nel periodo 2007-2012[7].
Il nuovo programma Orizzonte 2020 che, con una dotazione di 79 miliardi di
EUR, è il più vasto programma di ricerca e innovazione varato dall’UE, include
misure potenziate a sostegno delle PMI. All’innovazione è stata inoltre
destinata una parte significativa dei fondi strutturali e di investimento dell’UE. Tuttavia, l’iniziativa “L’Unione dell’innovazione”
ha individuato alcune lacune da colmare: insufficienti investimenti nelle
conoscenze, accesso limitato ai finanziamenti, costo elevato dei diritti di
proprietà intellettuale, scarsi progressi nella definizione di norme
interoperative, uso inefficace degli appalti pubblici e duplicazioni nella
ricerca. Nell’analisi annuale della crescita per il 2014 della Commissione[8] si
osserva altresì che la collaborazione tra settore pubblico e privato in materia
di innovazione è insufficiente e che l’incapacità di tradurre i risultati della
ricerca in beni e servizi e il crescente divario a livello di competenze sono
particolarmente risentiti nei settori ad alto contenuto di conoscenze. Per poter sviluppare il potenziale dell’economia
blu in Europa gli Stati membri devono mettere in atto politiche e soluzioni
locali che permettano di far fronte a tali ostacoli in modo efficace. Nell’ambito
del semestre europeo la Commissione assicurerà che le politiche generali dei
piani nazionali di riforma degli Stati membri rispecchino le priorità della
crescita blu. Tuttavia sono necessarie misure complementari.
Pertanto, la Commissione esaminerà come un’azione a livello di Unione possa
permettere di affrontare le seguenti questioni, specifiche dell’economia blu: –
lacune nelle conoscenze e nei dati riguardanti lo
stato dei nostri oceani, le risorse dei fondali marini, la vita marina e i
rischi per gli habitat e gli ecosistemi; –
dispersione delle attività di ricerca nel campo
delle scienze marine e marittime, che ostacola l’apprendimento
interdisciplinare e rallenta i progressi nelle tecnologie essenziali e nei
settori economici innovativi; –
penuria di scienziati, ingegneri e manodopera
qualificata in grado di applicare nuove tecnologie nell’ambiente marino. Il presente documento illustra i piani della
Commissione per affrontare queste tre questioni.
2.
Conoscenze oceanografiche e mappatura dei fondali
marini
L’innovazione nell’economia blu è ostacolata dalla
mancanza di informazioni relative ai mari, ai fondali marini e alle forme di
vita che ne dipendono. Conoscenze più approfondite sui nostri mari favoriranno
la crescita dell’economia blu, grazie a una migliore comprensione delle risorse
che la caratterizzano e del loro utilizzo, e contribuiranno altresì al
conseguimento dei nostri obiettivi ambientali[9]. Figura 1 - Percentuale di bacini marittimi europei
selezionati che non sono stati oggetto di rilevamento[10]. Negli ultimi decenni sono stati effettuati
notevoli investimenti nei sistemi di osservazione degli oceani, che hanno
portato a miglioramenti nei settori dell’oceanografia e delle previsioni
meteorologiche grazie alla modellazione dei dati raccolti. Sono stati inoltre
perfezionati i processi di messa a disposizione dei dati. Nei campi dell’idrografia, della geologia e della
biologia, invece, nonostante stiano muovendo i primi passi in questo senso, le
comunità di ricerca che si occupano dell’osservazione e dei rilevamenti dei
fondali marini in Europa non sono ancora riuscite a integrare in misura
sufficiente le loro attività. Di conseguenza, le conoscenze delle
caratteristiche di base dei fondali marini sono incomplete: sino al 50%
dei fondali marini non è stato oggetto di rilevamenti batimetrici ad alta
risoluzione (si veda la figura 1) e per una percentuale di gran lunga superiore
non è stata eseguita una mappatura degli habitat e delle popolazioni dei
fondali. Inoltre, i dati relativi alle zone dei fondali
marini in cui sono stati eseguiti rilevamenti non sono facilmente accessibili,
in quanto sono dispersi tra numerosi organismi. Risalire a chi li conserva e
ottenere l’autorizzazione per utilizzarli può essere dispendioso in termini di
tempo e di denaro. In base alle valutazioni, il fatto di agevolare l’accesso e
la consultazione dei dati per gli utenti del settore sia pubblico che privato
consentirà di promuovere l’innovazione e la concorrenza. Secondo alcune stime, una più ampia diffusione dei
dati marini di elevata qualità conservati dagli organismi pubblici nell’UE
aumenterebbe la produttività di oltre 1 miliardo di EUR l’anno[11] e favorirebbe inoltre l’innovazione nell’economia blu, agevolando la
consultazione delle informazioni sul comportamento dei mari e sulla geologia
dei fondali marini. Una maggiore innovazione dovrebbe generare utili dell’ordine
di 200-300 milioni di EUR l’anno. Inoltre, una più elevata qualità e una più
facile consultazione dei dati sull’ambiente marino semplificherebbero l’attuazione
della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[12] e aiuterebbero il settore pubblico e quello privato a gestire i rischi
e le incertezze legati al mare, quali le condizioni meteorologiche, gravi
incidenti di trasporto, l’inquinamento dell’ambiente marino o la perdita di infrastrutture
essenziali. Per tale motivo, la Commissione ha istituito un
processo sostenibile finalizzato a garantire che i dati sull’ambiente marino
siano facilmente accessibili, interoperabili e non soggetti a restrizioni d’uso,
con l’obiettivo specifico di elaborare entro il 2020, quale iniziativa faro,
una mappa multi-risoluzione di tutti i fondali marini e della colonna d’acqua
sovrastante delle acque europee[13]. A tal fine si prenderanno le seguenti misure: –
miglioramento della rete europea di osservazione e
di dati dell’ambiente marino (EMODnet). Questa attività rientra nell’iniziativa
dell’UE “Dati aperti”[14]
e, come la mappatura dei fondali marini, include informazioni sulle
caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche della colonna d’acqua sovrastante.
Oltre 100 organismi europei collaborano già per rendere i loro dati sull’ambiente
marino più accessibili, interoperativi e utili per gli utenti finali. I dati
sono ora consultabili a partire da un unico portale Web[15] e la
mappa a bassa risoluzione dei fondali marini di tutte le acque dell’UE,
disponibile entro il 2016, verrà progressivamente migliorata; –
integrazione dei sistemi di dati. Tre ulteriori
iniziative dell’UE, il servizio marino Copernicus, il quadro per la raccolta di
dati nel settore della pesca[16]
e il WISE per il mare, saranno integrate con l’EMODnet utilizzando norme
comuni, ad esempio INSPIRE[17],
e saranno conformi ai principi del sistema comune di informazioni ambientali[18].
Infrastrutture di ricerca comuni, quali Euro Argo[19] e l’Osservatorio
multidisciplinare europeo del fondo marino e della colonna d’acqua, attualmente
in fase di consolidamento nell’ambito del quadro giuridico del Consorzio per un’infrastruttura
europea di ricerca[20],
forniranno dati da integrare nell’EMODnet; –
facilitare l’introduzione nell’EMODnet di dati non
riservati raccolti da imprese private, in particolare i dati connessi ai
requisiti per il rilascio delle licenze e quelli che emergono dalle valutazioni
d’impatto ambientale; –
incoraggiare i consorzi di programmi di ricerca dell’UE
a garantire un accesso aperto ai dati sull’ambiente marino, anche mediante l’EMODnet; –
sviluppare un meccanismo per il coordinamento
strategico dei sistemi di osservazione, dei programmi di campionamento e delle
priorità di rilevamento per i bacini marittimi europei utilizzando i
finanziamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. In tal
modo si contribuirà anche allo sviluppo della politica dell’UE per l’Artico[21], ad
esempio individuando aree in cui l’incertezza sulla profondità delle acque
limita la navigazione in zone libere dai ghiacci da poco tempo. Nel complesso, tali misure accresceranno la
portata dell’innovazione e degli investimenti degli operatori pubblici e
privati nell’economia blu e rafforzeranno altresì la posizione dell’Unione
europea nelle iniziative internazionali, come ad esempio i sistemi per l’osservazione
globale della terra (GEOSS)[22]. La presente comunicazione è accompagnata da un
documento di lavoro dei servizi della Commissione che presenta in maggior
dettaglio le tappe e le scadenze dell’iniziativa “Conoscenze oceanografiche” e
dei processi di mappatura dei fondali marini, come richiesto dal Consiglio[23] e dal
Parlamento[24].
3.
Una piattaforma d’informazione per la ricerca
marina
Notevoli progressi sono stati compiuti dall’adozione
della strategia europea per la ricerca marina e marittima[25] da
parte della Commissione nel 2008. Nell’ambito del Settimo programma quadro di
ricerca (2007-2013) la Commissione ha sostenuto la ricerca marina e marittima
con un contributo medio di circa 350 milioni di EUR l’anno. Inoltre, come illustrato nella figura 2, buona
parte della ricerca marina è condotta nell’ambito dei programmi degli Stati
membri. Figura 2: stima della spesa destinata alla ricerca marina
dagli Stati membri selezionati e dall’UE (2011). Fonte: JPI Oceans Nell’ambito di Orizzonte 2020 la ricerca
sarà incentrata sul modo in cui le nuove tecnologie possono permettere un uso
produttivo delle risorse marine e creare una crescita e un’occupazione sostenibili,
garantendo al tempo stesso alle future generazioni di poter beneficiare di tali
risorse. Per sfruttare il
carattere trasversale della ricerca marina e la possibilità di applicare anche
in altri contesti le scoperte fatte in un determinato settore, l’iniziativa
“Oceani del futuro” ha finanziato 31 progetti, per un contributo totale dell’UE
di circa 195 milioni di EUR. L’approccio trasversale è proseguito nell’ambito
del settore di intervento prioritario “crescita blu” previsto da Orizzonte
2020, con una dotazione di 145 milioni di EUR per il 2014-2015, di cui 8
milioni assegnati alle PMI. Esistono altre
possibilità per la ricerca marina nell’ambito del programma Orizzonte 2020
in campi quali la sicurezza alimentare, l’energia, i trasporti, i materiali, le
tecnologie dell’informazione e le infrastrutture di ricerca. Per garantire la
complementarità tra i programmi strategici di ricerca e di innovazione degli
Stati membri da un lato e Orizzonte 2020 dall’altro, la Commissione opererà in
stretta collaborazione con l’iniziativa di programmazione congiunta “Mari e
oceani sani e produttivi”, istituita per permettere agli Stati membri di
allineare i loro programmi nazionali di ricerca marina. Ciò permetterà anche di
migliorare la base di conoscenze e di dati delle politiche ambientali, uno
degli obiettivi prioritari del Settimo programma d’azione per l’ambiente[26]. Anche il settore
privato ha un importante ruolo da svolgere per coadiuvare la Commissione nel
definire le esigenze in materia di ricerca nell’ambito di Orizzonte 2020
attraverso le iniziative settoriali esistenti, quali LeaderShip 2020, la
piattaforma Waterborne, la piattaforma per l’acquacoltura e il forum europeo
della navigazione sostenibile. Per esaminare ulteriori possibilità per uno
scambio proficuo delle idee e dei risultati della ricerca tra settori
industriali, ONG e altri interlocutori coinvolti nell’economia blu sarà
istituito un forum per l’economia e la scienza nell’ambito dell’economia blu
che si riunirà per la prima volta a latere della Giornata europea dei mari del
2015 del Pireo, in Grecia. Molte delle sfide poste alla crescita blu, come ad
esempio l’acidificazione degli oceani, hanno una dimensione planetaria e
possono essere affrontate meglio a livello internazionale. Inoltre, un coordinamento
internazionale può apportare benefici a determinate ricerche di base. La
cooperazione internazionale sarà rafforzata nell’ambito Orizzonte 2020, sulla
base della recente dichiarazione di Galway e del lancio dell’alleanza
Canada-UE-USA per la ricerca nell’oceano Atlantico. Per far sì che le nuove opportunità di ricerca
siano ampiamente accessibili e per accrescere le sinergie tra le attività di
ricerca finanziate a livello nazionale da un lato e Orizzonte 2020 dall’altro,
la Commissione utilizzerà e integrerà i sistemi di informazione esistenti[27]
al fine di creare una piattaforma di informazione sulla ricerca marina in tutto
il programma Orizzonte 2020. Collaborerà inoltre con gli Stati membri[28]
per includere informazioni sui progetti di ricerca marina finanziati a livello
nazionale. In tal modo sarà possibile accedere ai
risultati dei progetti di ricerca, che possono accelerare l’adozione di nuove
idee da parte dell’industria. Questo contribuirà anche a garantire che i
finanziamenti pubblici alla ricerca producano risultati in termini di
innovazione delle imprese.
4.
Competenze per l’economia blu
La crescita nell’economia blu richiederà
personale adeguatamente qualificato, in grado di applicare le ultime tecnologie
nell’ingegneria e in una serie di altre discipline[29]. Si dovrà colmare l’attuale divario a livello di competenze. Il grafico sottostante illustra tale divario nel
settore dell’energia eolica offshore sino al 2030. Figura 3 - Previsioni del divario a livello di competenze
nel settore dell’energia eolica offshore per il periodo 2013-2030 (fonte: TPWind survey). Le azioni Marie Sklodowska-Curie (MSCA)
costituiscono il principale meccanismo di sostegno previsto nell’ambito di
Orizzonte 2020 per le risorse umane in tutti i settori della ricerca e dell’innovazione.
Incentrate sul rafforzamento delle competenze dei ricercatori a lungo termine,
le MSCA uniscono l’eccellenza della ricerca a mobilità, formazione e
opportunità di carriera attraenti. Per sostenere l’occupabilità dei ricercatori
e far sì che le loro competenze rispondano maggiormente alle esigenze del
mercato del lavoro, le MSCA incoraggiano i ricercatori a entrare in contatto
con ambienti non accademici sin dagli inizi della carriera. Le azioni
sostengono una collaborazione costante tra il mondo accademico e l’industria,
anche garantendo il coinvolgimento di un’ampia gamma di imprese di piccole e
grandi dimensioni nell’evoluzione professionale dei ricercatori. Le MSCA hanno
una natura “bottom-up” (dal basso verso l’alto) e non presuppongono un ambito
scientifico specifico. Nel periodo 2007-2013 il programma che ha preceduto le
MSCA ha assegnato circa 165 milioni di EUR a 374 progetti di ricerca su
tematiche marine e marittime (tra cui la ricerca sull’Artico), di cui 39 includevano
il settore non accademico. È di particolare rilevanza il fatto che diversi
progetti abbiano implicato una cooperazione scientifica al di là dell’Europa. Per facilitare la mobilità, le misure dell’UE
volte ad aumentare il riconoscimento e la trasparenza di abilità, competenze e
qualifiche e dei relativi strumenti, quali il quadro europeo delle qualifiche[30], la
classificazione europea di abilità/competenze, qualifiche e occupazioni (ESCO),
Europass[31]
e i sistemi di garanzia della qualità e di trasferimento dei crediti, dovranno
tenere conto delle necessità dell’economia blu. Un’altra possibilità per sostenere lo sviluppo
delle competenze nell’economia blu e una più stretta cooperazione tra l’istruzione
superiore e il settore privato sono le “alleanze della conoscenza”, un nuovo
meccanismo previsto dal programma Erasmus. Le “alleanze della conoscenza”
rappresentano partenariati strutturati che riuniscono i soggetti pertinenti
dell’istruzione superiore e delle imprese, al fine di promuovere l’innovazione
nell’istruzione e per suo tramite. Anche un’“alleanza delle competenze settoriali”
potrebbe contribuire a colmare il divario tra istruzione/formazione e mercato
del lavoro. Nel 2013 l’UE ha sostenuto quattro iniziative pilota di questo tipo
per promuovere il dialogo tra i settori industriali e gli organismi che si
occupano di definire, accreditare, attuare e valutare i sistemi di istruzione e
di formazione. Le “alleanze delle competenze settoriali” mirano a definire e
proporre metodologie e programmi di studio congiunti che forniscano ai discenti
le competenze richieste dal mercato del lavoro. La Commissione incoraggia i
soggetti interessati dell’economia blu a presentare proposte per la creazione
di alleanze della conoscenza e alleanze delle competenze nel settore marino. L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia
(EIT) e le relative comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI)
riuniscono i principali soggetti dell’istruzione superiore, della ricerca e
delle imprese, al fine di promuovere l’innovazione mediante la piena
integrazione del triangolo della conoscenza. Sinora l’EIT ha istituito tre CCI,
che trattano di cambiamenti climatici, energia sostenibile e sfide connesse
alle TIC. Nell’ambito di Orizzonte 2020 sono previste cinque nuove CCI nei seguenti
settori: innovazione a favore di una vita sana e di un invecchiamento attivo,
materie prime, alimentazione per il futuro, industria manifatturiera a valore
aggiunto e mobilità urbana. Attualmente non è prevista la creazione di una CCI
dedicata specificatamente all’economia blu. Nel contesto dell’elaborazione dell’agenda
strategica per l’innovazione e della base giuridica modificata per l’EIT per il
periodo successivo al 2020, la Commissione valuterà l’utilità di istituire
una CCI in questo settore dopo il 2020.
5.
Conclusione
L’innovazione può contribuire all’economia blu in
modo tale da alimentare la crescita e la creazione di posti di lavoro, ma anche
da mantenere il sostegno pubblico per l’uso commerciale delle risorse marine,
garantendo al contempo la protezione dell’ambiente marino. Alle soglie di un
secolo che sarà ampiamente influenzato dalla nostra capacità di gestire gli
oceani e le loro risorse, è importante adottare misure concrete al fine di
approfondire le conoscenze sui mari e realizzare progressi tecnologici che ci
permettano di sviluppare in modo sostenibile il loro potenziale economico. Nella presente comunicazione si propongono le
seguenti azioni: Azione || Periodo di riferimento Istituzione di un processo sostenibile volto a garantire che i dati sull’ambiente marino siano di facile consultazione, interoperativi e non soggetti a restrizioni d’uso (elaborato a partire da EMODnet, dal quadro per la raccolta di dati, da Copernicus e dal WISE per il mare) || Dal 2014 in poi Creazione di una mappa digitale multi-risoluzione di tutti i fondali marini delle acque europee || Gennaio 2020 Creazione di una piattaforma di informazione sulla ricerca marina in tutto il programma Orizzonte 2020, nonché sui progetti di ricerca marina finanziati a livello nazionale || Prima del 31 dicembre 2015 Istituzione di un forum per l’economia e la scienza nell’ambito dell’economia blu || Prima riunione in occasione della Giornata europea dei mari 2015 Promozione dello sviluppo di un’alleanza delle competenze nel settore marino || 2014-2016 La Commissione attende con grande interesse i
pareri del Parlamento europeo, del Consiglio e delle altre istituzioni in
merito alla presente comunicazione. [1] Crescita blu. Opportunità per una crescita sostenibile
dei settori marino e marittimo, COM(2012) 494. [2] “Blue Growth Scenarios and drivers for Sustainable
Growth from the Oceans, Seas and Coasts” (La crescita blu - Scenari e fattori
di una crescita sostenibile legata agli oceani, ai mari e alle coste),
relazione finale, bando di gara MARE/2020/01, agosto 2012. [3] Energia blu. Realizzare il potenziale dell’energia
oceanica dei mari e degli oceani europei entro il 2020 e oltre, COM(2014) 8 [4] Direttiva 1999/32/CE modificata dalla direttiva 2012/33/UE.
Nell’area SECA (nell’UE: Mar Baltico e Mare del Nord) il contenuto di zolfo nei
carburanti per uso marittimo verrà ridotto dall’1,5% allo 0,10% dal 2015 e
in altre aree marittime dal 3,5% allo 0,5% dal 2020. [5] Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione
comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva quadro
sulla strategia per l’ambiente marino). [6] Iniziativa faro Europa 2020. L’Unione dell’innovazione
COM(2010) 546 definitivo. [7] Comunicato stampa della Commissione europea MEMO/13/393
del 2.5.2013. [8] Analisi annuale della crescita, COM(2013) 800. [9] Il conseguimento di un buono stato ecologico e la
realizzazione di altre politiche ambientali, come previsto dalla direttiva
quadro sulla strategia per l’ambiente marino (2008/56/CE). [10] Fonte: azioni preparatorie per la
rete europea per l’osservazione e la raccolta di dati sull’ambiente marino.
Contratto di servizio “MARE/2009/07 – Seabed Mapping – SI2.563144”, in base a 6 000 rilevamenti
dei fondali marini, di cui circa 1 000 effettuati con strumenti
multifascio ad alta risoluzione. [11] Il documento “Roadmap for Marine
Knowledge 2020” che accompagna la presente comunicazione
fornisce una stima dei benefici. [12] Nella relazione sulla prima fase di attuazione della
direttiva, intitolata “Prima fase di valutazione della direttiva quadro sulla
strategia per l’ambiente marino (2008/56/CE). Valutazione e orientamenti della
Commissione europea”– COM(2014) 097, la Commissione individua una serie di
lacune nelle valutazioni effettuate dagli Stati membri sullo stato delle loro
acque marine. [13] Libro verde “Conoscenze oceanografiche 2020: dalla
mappatura dei fondali marini alle previsioni oceanografiche”, 29 agosto, COM(2012)
473 [14] Dati aperti - Un motore per l’innovazione, la crescita e
una governance trasparente, COM(2011) 882. [15] http://emodnet.eu/. [16] Regolamento (CE) n. 199/2008 del Consiglio che istituisce
un quadro comunitario per la raccolta, la gestione e l’uso di dati nel settore
della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica
comune della pesca. [17] Direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio, del 14 marzo 2007, che istituisce un’Infrastruttura per l’informazione
territoriale nella Comunità europea (INSPIRE). [18] “EU Shared Environmental Information System Implementation
Outlook” (Prospettive riguardanti l’attuazione del sistema comune di
informazioni ambientali), SWD(2013) 18. [19] Flotta di sonde robotiche galleggianti posizionate in
tutto il mondo. [20] Regolamento (CE) n. 723/2009 del Consiglio del 25 giugno 2009. [21] Definire una politica dell’Unione europea per la regione
artica: progressi compiuti dal 2008 e prossime tappe, JOIN(2012) 19. [22] http://www.earthobservations.org/geoss.shtml. [23] Riunione del Consiglio “Affari generali” sulla politica
marittima integrata, Lussemburgo, 24 giugno 2013. [24] Relazione del Parlamento europeo sulle conoscenze
oceanografiche 2020: Migliorare la mappatura dei fondali marini per le attività
di pesca (2013/2101(INI)) - Commissione per la pesca (relatore: Maria do Céu
Patrão Neves). [25] Una strategia europea per la ricerca marina e marittima:
uno Spazio europeo della ricerca coerente per promuovere l’uso sostenibile
degli oceani e dei mari, COM(2008) 534 def. [26] Decisione n. 1386/2013. [27] Come i punti di contatto nazionali e la rete Enterprise
Europe. [28] Mediante l’iniziativa di programmazione congiunta relativa
a mari e oceani. [29] In base alla relazione Leadership 2020 degli operatori
dell’industria di costruzione navale dell’UE, la crescente complessità dei
prodotti ha comportato una domanda aggiuntiva di personale altamente
qualificato. Gran parte del settore è pertanto interessata da una penuria
considerevole di personale qualificato, fattore che ostacola la crescita. [30] Il quadro europeo delle qualifiche (EQF) funge da
meccanismo di traduzione che rende i titoli nazionali di più facile
comprensione in tutta Europa. [31] Un’iniziativa volta a rendere le competenze e le
qualifiche di più facile e chiara comprensione.