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Document 52014DC0254R(01)

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani

/* COM/2014/0254 final/2 */

52014DC0254R(01)

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI L’innovazione nell’economia blu: realizzare il potenziale di crescita e di occupazione dei nostri mari e dei nostri oceani /* COM/2014/0254 final/2 */


1. Introduzione

Nel 2011 la Commissione ha adottato una comunicazione sulla crescita blu[1] in cui illustra il cospicuo potenziale delle coste, dei mari e degli oceani europei in termini di crescita e di creazione di posti di lavoro[2] e la loro capacità di contribuire alla strategia Europa 2020 e migliorare il modo in cui mettiamo a frutto le risorse del pianeta. Nella comunicazione si individuano specifici settori emergenti che meritano un’attenzione particolare. Nel gennaio 2014 la Commissione ha presentato l’approccio adottato per realizzare il potenziale dell’energia oceanica[3] e successivamente ha lanciato il Forum sull’energia oceanica con l’obiettivo di individuare le strozzature che ostacolano la crescita e proporre soluzioni per eliminarle.

L’innovazione in tutti i settori dell’economia blu è essenziale per sfruttarne il potenziale in termini di crescita e di occupazione. Inoltre l’innovazione può apportare notevoli vantaggi a livello ambientale: si pensi ad “eco-innovazioni” destinate, ad esempio, a ridurre le emissioni di zolfo delle navi[4] grazie a sistemi perfezionati di depurazione dei gas di scarico a bordo, a carburanti tradizionali meno inquinanti o a carburanti alternativi. L’innovazione può altresì contribuire a definire misure di protezione dell’ambiente marino efficaci in termini di costi, che possano facilitare l’attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (MSFD)[5].

L’iniziativa faro dell’UE “L’Unione dell’innovazione”[6] apporta già un contributo alla creazione di un contesto favorevole all’innovazione. Le piccole e medie imprese (PMI) hanno ricevuto sostegno dal programma quadro per la competitività e l’innovazione, che ha mobilitato a loro favore oltre 15 miliardi di EUR nel periodo 2007-2012[7]. Il nuovo programma Orizzonte 2020 che, con una dotazione di 79 miliardi di EUR, è il più vasto programma di ricerca e innovazione varato dall’UE, include misure potenziate a sostegno delle PMI. All’innovazione è stata inoltre destinata una parte significativa dei fondi strutturali e di investimento dell’UE.

Tuttavia, l’iniziativa “L’Unione dell’innovazione” ha individuato alcune lacune da colmare: insufficienti investimenti nelle conoscenze, accesso limitato ai finanziamenti, costo elevato dei diritti di proprietà intellettuale, scarsi progressi nella definizione di norme interoperative, uso inefficace degli appalti pubblici e duplicazioni nella ricerca. Nell’analisi annuale della crescita per il 2014 della Commissione[8] si osserva altresì che la collaborazione tra settore pubblico e privato in materia di innovazione è insufficiente e che l’incapacità di tradurre i risultati della ricerca in beni e servizi e il crescente divario a livello di competenze sono particolarmente risentiti nei settori ad alto contenuto di conoscenze.

Per poter sviluppare il potenziale dell’economia blu in Europa gli Stati membri devono mettere in atto politiche e soluzioni locali che permettano di far fronte a tali ostacoli in modo efficace. Nell’ambito del semestre europeo la Commissione assicurerà che le politiche generali dei piani nazionali di riforma degli Stati membri rispecchino le priorità della crescita blu.

Tuttavia sono necessarie misure complementari. Pertanto, la Commissione esaminerà come un’azione a livello di Unione possa permettere di affrontare le seguenti questioni, specifiche dell’economia blu:

– lacune nelle conoscenze e nei dati riguardanti lo stato dei nostri oceani, le risorse dei fondali marini, la vita marina e i rischi per gli habitat e gli ecosistemi;

– dispersione delle attività di ricerca nel campo delle scienze marine e marittime, che ostacola l’apprendimento interdisciplinare e rallenta i progressi nelle tecnologie essenziali e nei settori economici innovativi;

– penuria di scienziati, ingegneri e manodopera qualificata in grado di applicare nuove tecnologie nell’ambiente marino.

Il presente documento illustra i piani della Commissione per affrontare queste tre questioni.

2. Conoscenze oceanografiche e mappatura dei fondali marini

L’innovazione nell’economia blu è ostacolata dalla mancanza di informazioni relative ai mari, ai fondali marini e alle forme di vita che ne dipendono. Conoscenze più approfondite sui nostri mari favoriranno la crescita dell’economia blu, grazie a una migliore comprensione delle risorse che la caratterizzano e del loro utilizzo, e contribuiranno altresì al conseguimento dei nostri obiettivi ambientali[9].

Figura 1 - Percentuale di bacini marittimi europei selezionati che non sono stati oggetto di rilevamento[10].

Negli ultimi decenni sono stati effettuati notevoli investimenti nei sistemi di osservazione degli oceani, che hanno portato a miglioramenti nei settori dell’oceanografia e delle previsioni meteorologiche grazie alla modellazione dei dati raccolti. Sono stati inoltre perfezionati i processi di messa a disposizione dei dati.

Nei campi dell’idrografia, della geologia e della biologia, invece, nonostante stiano muovendo i primi passi in questo senso, le comunità di ricerca che si occupano dell’osservazione e dei rilevamenti dei fondali marini in Europa non sono ancora riuscite a integrare in misura sufficiente le loro attività. Di conseguenza, le conoscenze delle caratteristiche di base dei fondali marini sono incomplete: sino al 50% dei fondali marini non è stato oggetto di rilevamenti batimetrici ad alta risoluzione (si veda la figura 1) e per una percentuale di gran lunga superiore non è stata eseguita una mappatura degli habitat e delle popolazioni dei fondali.

Inoltre, i dati relativi alle zone dei fondali marini in cui sono stati eseguiti rilevamenti non sono facilmente accessibili, in quanto sono dispersi tra numerosi organismi. Risalire a chi li conserva e ottenere l’autorizzazione per utilizzarli può essere dispendioso in termini di tempo e di denaro. In base alle valutazioni, il fatto di agevolare l’accesso e la consultazione dei dati per gli utenti del settore sia pubblico che privato consentirà di promuovere l’innovazione e la concorrenza.

Secondo alcune stime, una più ampia diffusione dei dati marini di elevata qualità conservati dagli organismi pubblici nell’UE aumenterebbe la produttività di oltre 1 miliardo di EUR l’anno[11] e favorirebbe inoltre l’innovazione nell’economia blu, agevolando la consultazione delle informazioni sul comportamento dei mari e sulla geologia dei fondali marini. Una maggiore innovazione dovrebbe generare utili dell’ordine di 200-300 milioni di EUR l’anno. Inoltre, una più elevata qualità e una più facile consultazione dei dati sull’ambiente marino semplificherebbero l’attuazione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino[12] e aiuterebbero il settore pubblico e quello privato a gestire i rischi e le incertezze legati al mare, quali le condizioni meteorologiche, gravi incidenti di trasporto, l’inquinamento dell’ambiente marino o la perdita di infrastrutture essenziali.

Per tale motivo, la Commissione ha istituito un processo sostenibile finalizzato a garantire che i dati sull’ambiente marino siano facilmente accessibili, interoperabili e non soggetti a restrizioni d’uso, con l’obiettivo specifico di elaborare entro il 2020, quale iniziativa faro, una mappa multi-risoluzione di tutti i fondali marini e della colonna d’acqua sovrastante delle acque europee[13]. A tal fine si prenderanno le seguenti misure:

– miglioramento della rete europea di osservazione e di dati dell’ambiente marino (EMODnet). Questa attività rientra nell’iniziativa dell’UE “Dati aperti”[14] e, come la mappatura dei fondali marini, include informazioni sulle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche della colonna d’acqua sovrastante. Oltre 100 organismi europei collaborano già per rendere i loro dati sull’ambiente marino più accessibili, interoperativi e utili per gli utenti finali. I dati sono ora consultabili a partire da un unico portale Web[15] e la mappa a bassa risoluzione dei fondali marini di tutte le acque dell’UE, disponibile entro il 2016, verrà progressivamente migliorata;

– integrazione dei sistemi di dati. Tre ulteriori iniziative dell’UE, il servizio marino Copernicus, il quadro per la raccolta di dati nel settore della pesca[16] e il WISE per il mare, saranno integrate con l’EMODnet utilizzando norme comuni, ad esempio INSPIRE[17], e saranno conformi ai principi del sistema comune di informazioni ambientali[18]. Infrastrutture di ricerca comuni, quali Euro Argo[19] e l’Osservatorio multidisciplinare europeo del fondo marino e della colonna d’acqua, attualmente in fase di consolidamento nell’ambito del quadro giuridico del Consorzio per un’infrastruttura europea di ricerca[20], forniranno dati da integrare nell’EMODnet;

– facilitare l’introduzione nell’EMODnet di dati non riservati raccolti da imprese private, in particolare i dati connessi ai requisiti per il rilascio delle licenze e quelli che emergono dalle valutazioni d’impatto ambientale;

– incoraggiare i consorzi di programmi di ricerca dell’UE a garantire un accesso aperto ai dati sull’ambiente marino, anche mediante l’EMODnet;

– sviluppare un meccanismo per il coordinamento strategico dei sistemi di osservazione, dei programmi di campionamento e delle priorità di rilevamento per i bacini marittimi europei utilizzando i finanziamenti del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. In tal modo si contribuirà anche allo sviluppo della politica dell’UE per l’Artico[21], ad esempio individuando aree in cui l’incertezza sulla profondità delle acque limita la navigazione in zone libere dai ghiacci da poco tempo.

Nel complesso, tali misure accresceranno la portata dell’innovazione e degli investimenti degli operatori pubblici e privati nell’economia blu e rafforzeranno altresì la posizione dell’Unione europea nelle iniziative internazionali, come ad esempio i sistemi per l’osservazione globale della terra (GEOSS)[22].

La presente comunicazione è accompagnata da un documento di lavoro dei servizi della Commissione che presenta in maggior dettaglio le tappe e le scadenze dell’iniziativa “Conoscenze oceanografiche” e dei processi di mappatura dei fondali marini, come richiesto dal Consiglio[23] e dal Parlamento[24].

3. Una piattaforma d’informazione per la ricerca marina

Notevoli progressi sono stati compiuti dall’adozione della strategia europea per la ricerca marina e marittima[25] da parte della Commissione nel 2008. Nell’ambito del Settimo programma quadro di ricerca (2007-2013) la Commissione ha sostenuto la ricerca marina e marittima con un contributo medio di circa 350 milioni di EUR l’anno.

Inoltre, come illustrato nella figura 2, buona parte della ricerca marina è condotta nell’ambito dei programmi degli Stati membri.

Figura 2: stima della spesa destinata alla ricerca marina dagli Stati membri selezionati e dall’UE (2011). Fonte: JPI Oceans

Nell’ambito di Orizzonte 2020 la ricerca sarà incentrata sul modo in cui le nuove tecnologie possono permettere un uso produttivo delle risorse marine e creare una crescita e un’occupazione sostenibili, garantendo al tempo stesso alle future generazioni di poter beneficiare di tali risorse.

Per sfruttare il carattere trasversale della ricerca marina e la possibilità di applicare anche in altri contesti le scoperte fatte in un determinato settore, l’iniziativa “Oceani del futuro” ha finanziato 31 progetti, per un contributo totale dell’UE di circa 195 milioni di EUR. L’approccio trasversale è proseguito nell’ambito del settore di intervento prioritario “crescita blu” previsto da Orizzonte 2020, con una dotazione di 145 milioni di EUR per il 2014-2015, di cui 8 milioni assegnati alle PMI.

Esistono altre possibilità per la ricerca marina nell’ambito del programma Orizzonte 2020 in campi quali la sicurezza alimentare, l’energia, i trasporti, i materiali, le tecnologie dell’informazione e le infrastrutture di ricerca.

Per garantire la complementarità tra i programmi strategici di ricerca e di innovazione degli Stati membri da un lato e Orizzonte 2020 dall’altro, la Commissione opererà in stretta collaborazione con l’iniziativa di programmazione congiunta “Mari e oceani sani e produttivi”, istituita per permettere agli Stati membri di allineare i loro programmi nazionali di ricerca marina. Ciò permetterà anche di migliorare la base di conoscenze e di dati delle politiche ambientali, uno degli obiettivi prioritari del Settimo programma d’azione per l’ambiente[26].

Anche il settore privato ha un importante ruolo da svolgere per coadiuvare la Commissione nel definire le esigenze in materia di ricerca nell’ambito di Orizzonte 2020 attraverso le iniziative settoriali esistenti, quali LeaderShip 2020, la piattaforma Waterborne, la piattaforma per l’acquacoltura e il forum europeo della navigazione sostenibile. Per esaminare ulteriori possibilità per uno scambio proficuo delle idee e dei risultati della ricerca tra settori industriali, ONG e altri interlocutori coinvolti nell’economia blu sarà istituito un forum per l’economia e la scienza nell’ambito dell’economia blu che si riunirà per la prima volta a latere della Giornata europea dei mari del 2015 del Pireo, in Grecia.

Molte delle sfide poste alla crescita blu, come ad esempio l’acidificazione degli oceani, hanno una dimensione planetaria e possono essere affrontate meglio a livello internazionale. Inoltre, un coordinamento internazionale può apportare benefici a determinate ricerche di base. La cooperazione internazionale sarà rafforzata nell’ambito Orizzonte 2020, sulla base della recente dichiarazione di Galway e del lancio dell’alleanza Canada-UE-USA per la ricerca nell’oceano Atlantico.

Per far sì che le nuove opportunità di ricerca siano ampiamente accessibili e per accrescere le sinergie tra le attività di ricerca finanziate a livello nazionale da un lato e Orizzonte 2020 dall’altro, la Commissione utilizzerà e integrerà i sistemi di informazione esistenti[27] al fine di creare una piattaforma di informazione sulla ricerca marina in tutto il programma Orizzonte 2020. Collaborerà inoltre con gli Stati membri[28] per includere informazioni sui progetti di ricerca marina finanziati a livello nazionale. In tal modo sarà possibile accedere ai risultati dei progetti di ricerca, che possono accelerare l’adozione di nuove idee da parte dell’industria. Questo contribuirà anche a garantire che i finanziamenti pubblici alla ricerca producano risultati in termini di innovazione delle imprese.

4. Competenze per l’economia blu

La crescita nell’economia blu richiederà personale adeguatamente qualificato, in grado di applicare le ultime tecnologie nell’ingegneria e in una serie di altre discipline[29]. Si dovrà colmare l’attuale divario a livello di competenze.

Il grafico sottostante illustra tale divario nel settore dell’energia eolica offshore sino al 2030.

Figura 3 - Previsioni del divario a livello di competenze nel settore dell’energia eolica offshore per il periodo 2013-2030 (fonte: TPWind survey).

Le azioni Marie Sklodowska-Curie (MSCA) costituiscono il principale meccanismo di sostegno previsto nell’ambito di Orizzonte 2020 per le risorse umane in tutti i settori della ricerca e dell’innovazione. Incentrate sul rafforzamento delle competenze dei ricercatori a lungo termine, le MSCA uniscono l’eccellenza della ricerca a mobilità, formazione e opportunità di carriera attraenti. Per sostenere l’occupabilità dei ricercatori e far sì che le loro competenze rispondano maggiormente alle esigenze del mercato del lavoro, le MSCA incoraggiano i ricercatori a entrare in contatto con ambienti non accademici sin dagli inizi della carriera. Le azioni sostengono una collaborazione costante tra il mondo accademico e l’industria, anche garantendo il coinvolgimento di un’ampia gamma di imprese di piccole e grandi dimensioni nell’evoluzione professionale dei ricercatori. Le MSCA hanno una natura “bottom-up” (dal basso verso l’alto) e non presuppongono un ambito scientifico specifico. Nel periodo 2007-2013 il programma che ha preceduto le MSCA ha assegnato circa 165 milioni di EUR a 374 progetti di ricerca su tematiche marine e marittime (tra cui la ricerca sull’Artico), di cui 39 includevano il settore non accademico. È di particolare rilevanza il fatto che diversi progetti abbiano implicato una cooperazione scientifica al di là dell’Europa.

Per facilitare la mobilità, le misure dell’UE volte ad aumentare il riconoscimento e la trasparenza di abilità, competenze e qualifiche e dei relativi strumenti, quali il quadro europeo delle qualifiche[30], la classificazione europea di abilità/competenze, qualifiche e occupazioni (ESCO), Europass[31] e i sistemi di garanzia della qualità e di trasferimento dei crediti, dovranno tenere conto delle necessità dell’economia blu.

Un’altra possibilità per sostenere lo sviluppo delle competenze nell’economia blu e una più stretta cooperazione tra l’istruzione superiore e il settore privato sono le “alleanze della conoscenza”, un nuovo meccanismo previsto dal programma Erasmus. Le “alleanze della conoscenza” rappresentano partenariati strutturati che riuniscono i soggetti pertinenti dell’istruzione superiore e delle imprese, al fine di promuovere l’innovazione nell’istruzione e per suo tramite.

Anche un’“alleanza delle competenze settoriali” potrebbe contribuire a colmare il divario tra istruzione/formazione e mercato del lavoro. Nel 2013 l’UE ha sostenuto quattro iniziative pilota di questo tipo per promuovere il dialogo tra i settori industriali e gli organismi che si occupano di definire, accreditare, attuare e valutare i sistemi di istruzione e di formazione. Le “alleanze delle competenze settoriali” mirano a definire e proporre metodologie e programmi di studio congiunti che forniscano ai discenti le competenze richieste dal mercato del lavoro. La Commissione incoraggia i soggetti interessati dell’economia blu a presentare proposte per la creazione di alleanze della conoscenza e alleanze delle competenze nel settore marino.

L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT) e le relative comunità della conoscenza e dell’innovazione (CCI) riuniscono i principali soggetti dell’istruzione superiore, della ricerca e delle imprese, al fine di promuovere l’innovazione mediante la piena integrazione del triangolo della conoscenza. Sinora l’EIT ha istituito tre CCI, che trattano di cambiamenti climatici, energia sostenibile e sfide connesse alle TIC. Nell’ambito di Orizzonte 2020 sono previste cinque nuove CCI nei seguenti settori: innovazione a favore di una vita sana e di un invecchiamento attivo, materie prime, alimentazione per il futuro, industria manifatturiera a valore aggiunto e mobilità urbana. Attualmente non è prevista la creazione di una CCI dedicata specificatamente all’economia blu. Nel contesto dell’elaborazione dell’agenda strategica per l’innovazione e della base giuridica modificata per l’EIT per il periodo successivo al 2020, la Commissione valuterà l’utilità di istituire una CCI in questo settore dopo il 2020.

5. Conclusione

L’innovazione può contribuire all’economia blu in modo tale da alimentare la crescita e la creazione di posti di lavoro, ma anche da mantenere il sostegno pubblico per l’uso commerciale delle risorse marine, garantendo al contempo la protezione dell’ambiente marino. Alle soglie di un secolo che sarà ampiamente influenzato dalla nostra capacità di gestire gli oceani e le loro risorse, è importante adottare misure concrete al fine di approfondire le conoscenze sui mari e realizzare progressi tecnologici che ci permettano di sviluppare in modo sostenibile il loro potenziale economico.

Nella presente comunicazione si propongono le seguenti azioni:

Azione || Periodo di riferimento

Istituzione di un processo sostenibile volto a garantire che i dati sull’ambiente marino siano di facile consultazione, interoperativi e non soggetti a restrizioni d’uso (elaborato a partire da EMODnet, dal quadro per la raccolta di dati, da Copernicus e dal WISE per il mare) || Dal 2014 in poi

Creazione di una mappa digitale multi-risoluzione di tutti i fondali marini delle acque europee || Gennaio 2020

Creazione di una piattaforma di informazione sulla ricerca marina in tutto il programma Orizzonte 2020, nonché sui progetti di ricerca marina finanziati a livello nazionale || Prima del 31 dicembre 2015

Istituzione di un forum per l’economia e la scienza nell’ambito dell’economia blu || Prima riunione in occasione della Giornata europea dei mari 2015

Promozione dello sviluppo di un’alleanza delle competenze nel settore marino || 2014-2016

La Commissione attende con grande interesse i pareri del Parlamento europeo, del Consiglio e delle altre istituzioni in merito alla presente comunicazione.

[1]               Crescita blu. Opportunità per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo, COM(2012) 494.

[2]               “Blue Growth Scenarios and drivers for Sustainable Growth from the Oceans, Seas and Coasts” (La crescita blu - Scenari e fattori di una crescita sostenibile legata agli oceani, ai mari e alle coste), relazione finale, bando di gara MARE/2020/01, agosto 2012.

[3]               Energia blu. Realizzare il potenziale dell’energia oceanica dei mari e degli oceani europei entro il 2020 e oltre, COM(2014) 8

[4]               Direttiva 1999/32/CE modificata dalla direttiva 2012/33/UE. Nell’area SECA (nell’UE: Mar Baltico e Mare del Nord) il contenuto di zolfo nei carburanti per uso marittimo verrà ridotto dall’1,5% allo 0,10% dal 2015 e in altre aree marittime dal 3,5% allo 0,5% dal 2020.

[5]               Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino).

[6]               Iniziativa faro Europa 2020. L’Unione dell’innovazione COM(2010) 546 definitivo.

[7]               Comunicato stampa della Commissione europea MEMO/13/393 del 2.5.2013.

[8]               Analisi annuale della crescita, COM(2013) 800.

[9]               Il conseguimento di un buono stato ecologico e la realizzazione di altre politiche ambientali, come previsto dalla direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (2008/56/CE).

[10]             Fonte: azioni preparatorie per la rete europea per l’osservazione e la raccolta di dati sull’ambiente marino. Contratto di servizio “MARE/2009/07 – Seabed Mapping – SI2.563144”, in base a 6 000 rilevamenti dei fondali marini, di cui circa 1 000 effettuati con strumenti multifascio ad alta risoluzione.

[11]             Il documento “Roadmap for Marine Knowledge 2020” che accompagna la presente comunicazione fornisce una stima dei benefici.

[12]             Nella relazione sulla prima fase di attuazione della direttiva, intitolata “Prima fase di valutazione della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (2008/56/CE). Valutazione e orientamenti della Commissione europea”– COM(2014) 097, la Commissione individua una serie di lacune nelle valutazioni effettuate dagli Stati membri sullo stato delle loro acque marine.

[13]             Libro verde “Conoscenze oceanografiche 2020: dalla mappatura dei fondali marini alle previsioni oceanografiche”, 29 agosto, COM(2012) 473

[14]             Dati aperti - Un motore per l’innovazione, la crescita e una governance trasparente, COM(2011) 882.

[15]             http://emodnet.eu/.

[16]             Regolamento (CE) n. 199/2008 del Consiglio che istituisce un quadro comunitario per la raccolta, la gestione e l’uso di dati nel settore della pesca e un sostegno alla consulenza scientifica relativa alla politica comune della pesca.

[17]             Direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 marzo 2007, che istituisce un’Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).

[18]             “EU Shared Environmental Information System Implementation Outlook” (Prospettive riguardanti l’attuazione del sistema comune di informazioni ambientali), SWD(2013) 18.

[19]             Flotta di sonde robotiche galleggianti posizionate in tutto il mondo.

[20]             Regolamento (CE) n. 723/2009 del Consiglio del 25 giugno 2009.

[21]             Definire una politica dell’Unione europea per la regione artica: progressi compiuti dal 2008 e prossime tappe, JOIN(2012) 19.

[22]             http://www.earthobservations.org/geoss.shtml.

[23]             Riunione del Consiglio “Affari generali” sulla politica marittima integrata, Lussemburgo, 24 giugno 2013.

[24]             Relazione del Parlamento europeo sulle conoscenze oceanografiche 2020: Migliorare la mappatura dei fondali marini per le attività di pesca (2013/2101(INI)) - Commissione per la pesca (relatore: Maria do Céu Patrão Neves).

[25]             Una strategia europea per la ricerca marina e marittima: uno Spazio europeo della ricerca coerente per promuovere l’uso sostenibile degli oceani e dei mari, COM(2008) 534 def.

[26]             Decisione n. 1386/2013.

[27]             Come i punti di contatto nazionali e la rete Enterprise Europe.

[28]             Mediante l’iniziativa di programmazione congiunta relativa a mari e oceani.

[29]             In base alla relazione Leadership 2020 degli operatori dell’industria di costruzione navale dell’UE, la crescente complessità dei prodotti ha comportato una domanda aggiuntiva di personale altamente qualificato. Gran parte del settore è pertanto interessata da una penuria considerevole di personale qualificato, fattore che ostacola la crescita.

[30]             Il quadro europeo delle qualifiche (EQF) funge da meccanismo di traduzione che rende i titoli nazionali di più facile comprensione in tutta Europa.

[31]             Un’iniziativa volta a rendere le competenze e le qualifiche di più facile e chiara comprensione.

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