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Document 52013DC0092

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI UN'ESISTENZA DIGNITOSA PER TUTTI:sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile

/* COM/2013/092 final */

52013DC0092

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI UN'ESISTENZA DIGNITOSA PER TUTTI:sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile /* COM/2013/092 final */


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI

UN'ESISTENZA DIGNITOSA PER TUTTI: sconfiggere la povertà e offrire al mondo un futuro sostenibile

1.           Introduzione

Eliminare la povertà e garantire prosperità e benessere duraturi sono tra le sfide più pressanti che il mondo si trova a affrontare. Ancora oggi la povertà di reddito estrema colpisce circa un miliardo e trecento milioni di persone e per un numero ancor maggiore i bisogni di sviluppo umano rimangono insoddisfatti. I due terzi dei servizi offerti dalla natura — terreni fertili, acqua potabile, aria pulita — sono in declino e i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità si approssimano a soglie oltre le quali le ricadute per la società e l'ambiente naturale sono irreversibili.

Queste sfide, universali e interconnesse, vanno necessariamente affrontate da tutti i paesi insieme. L'azione individuale non basta: è necessario un quadro di intervento comune e onnicomprensivo che tracci il cammino dalla povertà alla prosperità e al benessere, per tutti e ovunque nel mondo, nel rispetto dei limiti del pianeta. Un tale quadro non può peraltro prescindere da questioni di governance, diritti umani, pace e sicurezza: tutti fattori favorevoli al progresso. Secondo le stime un miliardo e mezzo di persone vive in paesi dilaniati da conflitti politici e violenze armate, in condizioni di insicurezza e fragilità.

Il prossimo autunno un evento speciale delle Nazioni Unite permetterà di fare il punto sugli sforzi fin qui compiuti verso il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del millennio (OSM), di discutere come accelerare i progressi fino al 2015, termine per il conseguimento degli OSM, e di cominciare lo scambio di proposte sul post 2015. Vanno inoltre onorati gli impegni assunti lo scorso giugno alla Conferenza di Rio+20, anche con azioni mirate a un'economia verde inclusiva; occorrerà realizzare ulteriori progressi nell'ambito del gruppo di lavoro aperto istituito a Rio e bisognerà infine fare in modo che tutti questi elementi concorrano all'elaborazione di un quadro globale post 2015.

La presente comunicazione, che propone un approccio comune dell'Unione in tal senso, individua le principali sfide e opportunità mondiali, valuta i successi dell'agenda internazionale per l'eliminazione della povertà e dell'esperienza degli OSM, delinea alcune tappe fondamentali verso lo sviluppo sostenibile, come concordate alla Conferenza di Rio+20, e individua una serie di azioni chiave. Basandosi sull'esperienza degli OSM e sugli esiti della Conferenza di Rio+20, in particolare sull'elaborazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), la comunicazione descrive poi le sfide e gli elementi costitutivi di un quadro futuro, mostrando come farli confluire nei pertinenti processi ONU.

Partendo da queste considerazioni, la comunicazione propone infine una serie di principi di base affinché il quadro globale post 2015 sia in grado di dare una risposta coerente e esaustiva alle sfide universali dell'eliminazione della povertà e dello sviluppo sostenibile, nella sua triplice dimensione, in modo da garantire, entro il 2030, un'esistenza dignitosa per tutti.

2.           Nuovi scenari mondiali, nuove sfide e nuove opportunità

Negli ultimi anni il mondo è stato teatro di profondi cambiamenti: grandi trasformazioni degli equilibri politici e economici, aumento degli scambi internazionali, cambiamenti climatici e impoverimento delle risorse naturali, trasformazioni tecnologiche e crisi economiche e finanziarie, aumento dei consumi e volatilità dei prezzi di prodotti alimentari e energetici, mutazioni demografiche e migrazioni, violenze e conflitti armati, catastrofi naturali o provocate dall'uomo, tutto sullo sfondo di crescenti disuguaglianze. Sulla scena mondiale sono andati affermandosi nuovi attori, tra cui soggetti privati e non governativi.

Sebbene buona parte del PIL mondiale venga prodotto nelle economie sviluppate e in quelle emergenti, la crescita mondiale è già fortemente trainata da queste ultime, le quali incidono in misura notevole sull'economia internazionale. Secondo le tendenze attuali la bilancia penderà sempre più dalla loro parte: entro il 2025 si prevede infatti che le economie emergenti determineranno in modo preponderante la crescita economica mondiale che, per oltre la metà, sarà imputabile a sei di loro insieme.

La disoccupazione rimane una sfida su scala mondiale. Al mondo si contano circa 200 milioni di disoccupati, di cui 75 milioni di giovani. Il tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro è spesso basso e i servizi sociali tuttora inadeguati. Nel mondo ci sono poi circa 621 milioni di giovani che non vanno a scuola né ricevono una formazione, che non hanno lavoro né lo cercano e che rischiano di essere definitivamente esclusi dal mercato del lavoro. Il lavoro sommerso o l'assenza delle condizioni di base per un lavoro dignitoso, tra cui i diritti dei lavoratori e il dialogo sociale, accomunano molti paesi. Nel terzo mondo i poveri sono in gran parte piccoli contadini o lavoratori in proprio; per molti lavoratori in queste regioni del pianeta non valgono regole di sicurezza né diritti di base, mentre solo il 20% della popolazione mondiale beneficia di una protezione sociale adeguata.

Contemporaneamente aumentano quasi ovunque le disuguaglianze all'interno dei paesi. La popolazione povera è attualmente concentrata per lo più nei paesi a reddito medio, nonostante la loro rapida crescita. Riuscire a eliminare la povertà in questi paesi sembra oggi una delle maggiori sfide. Tuttavia, stando alle proiezioni di lungo termine, entro il 2050 le più grandi sacche di povertà potrebbero concentrarsi di nuovo nei paesi più poveri e più vulnerabili.

Più di un miliardo e mezzo di persone vive in paesi colpiti da conflitti violenti. La violenza spazza via vite umane e mezzi di sussistenza e spesso a farne le spese sono le donne e i più deboli, tra cui bambini e disabili. Nel mondo in via di sviluppo va allargandosi il divario tra i paesi vulnerabili colpiti dalle violenze e gli altri paesi. A aprile 2011 nessun paese a basso reddito vulnerabile o teatro di conflitti aveva raggiunto uno solo degli OSM e saranno probabilmente pochi quelli che riusciranno a realizzare almeno un traguardo entro il 2015. La scarsa governance e l'assenza di democrazia, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani vanificano attualmente gli sforzi mirati a eliminare la povertà e a garantire lo sviluppo sostenibile.

Esiste inoltre ampio consenso, corroborato da schiaccianti prove scientifiche, sul fatto che lo sfruttamento insostenibile delle risorse naturali sarà nel lungo termine una delle più gravi minacce per l'umanità. Gli effetti del degrado ambientale e dei cambiamenti climatici, che rischiano di vanificare gran parte dei progressi già realizzati per eliminare la povertà, sono già sotto i nostri occhi. Lo stesso vale per le catastrofi naturali. Siamo in ritardo nel realizzare l'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura entro 2 °C rispetto ai livelli preindustriali, ovvero la soglia oltre la quale molto maggiore è il rischio di conseguenze catastrofiche per le risorse naturali, con ripercussioni negative su agricoltura, alimentazione, approvvigionamento idrico e sui risultati dello sviluppo raggiunti negli ultimi anni. A livello mondiale bisogna adattare e mitigare gli effetti, riducendo in particolare le emissioni di gas a effetto serra.

Già oggi i cambiamenti climatici, l'impoverimento delle risorse naturali e il degrado degli ecosistemi pesano gravemente sui mezzi di sussistenza: catastrofi naturali sempre più frequenti e violente stanno per esempio dilapidando il capitale naturale e le infrastrutture. Dal 1992 le catastrofi naturali hanno prodotto danni per 750 miliardi di euro e causato la morte di un milione e trecentomila persone. Gli effetti negativi degli attuali modelli di sviluppo economico insostenibili sono in buona parte imputabili ai paesi sviluppati e in misura crescente alle economie emergenti, mentre a pagarne lo scotto eccessivo sono i paesi più poveri che hanno meno risorse per farvi fronte[1]. Trattandosi di paesi spesso particolarmente dipendenti dalle risorse naturali, specie per l'agricoltura, la silvicoltura, l'energia e il turismo, il degrado e l'impoverimento delle risorse li pongono ancora di più in condizioni di vulnerabilità.

Se lo sviluppo e la crescita contribuiscono da un lato alla prosperità e al benessere umano, dall'altro pongono sfide ambientali, come l'esaurimento delle risorse e l'inquinamento, che rischiano di inasprirsi nel tempo. Questi effetti negativi sono per lo più imputabili ai cinque miliardi e sette milioni di persone che non vivono in condizioni di estrema povertà, ma che esercitano una pressione sulla domanda e sui consumi mondiali tale da compromettere ulteriormente le risorse naturali. Dobbiamo quindi imperativamente muoverci verso un'economia verde inclusiva adottando modelli di produzione e di consumo sostenibili, che garantiscano l'uso efficiente delle risorse, e dotandoci in particolare di sistemi energetici a basse emissioni di carbonio.

Si stima che, per soddisfare una domanda in costante crescita, nel 2050 la produzione agricola mondiale dovrà aumentare del 60% rispetto ai livelli del 2005, mettendo ulteriormente sotto pressione le già scarse risorse naturali, in particolare terreni, foreste, acque e oceani, mentre secondo alcuni dati va sprecata la metà della produzione alimentare mondiale. Alla luce dei ritmi di urbanizzazione e di crescita demografica, entro il 2025 lo sfruttamento delle acque dovrebbe aumentare del 50% e per quella data si prevede che circa cinque miliardi e mezzo di persone — ovvero i due terzi della popolazione mondiale — vivrà in aree soggette a problemi idrici da moderati a gravi.

Nel lungo termine queste sfide vanno inquadrate sullo sfondo delle tendenze demografiche: entro il 2050 gli abitanti del pianeta supereranno i nove miliardi e la popolazione dell'Africa subsahariana aumenterà di oltre il doppio. Sempre entro il 2050 in Africa e Asia si concentrerà circa l'80% della popolazione mondiale. Si prevede che l'aumento dell'età media mondiale interesserà soprattutto i paesi in via di sviluppo, con ripercussioni su sanità, pensioni e gettito fiscale.

È su questo sfondo che si inserisce l'evento speciale dell'ONU sul seguito della Conferenza di Rio+20 e sulla revisione degli OSM. Non dobbiamo dimenticare che le sfide con cui ci confrontiamo sono interconnesse e richiedono una risposta globale e coerente, in linea anche con altri processi internazionali, come i negoziati sul clima e sulla biodiversità.

3.           Costruire sui risultati degli OSM e della Conferenza di Rio+20

3.1.        Risultati degli OSM

L'Unione continuerà a fare il possibile per favorire la realizzazione degli OSM entro il 2015, in linea con il quadro d'intervento definito dal programma di cambiamento[2] e con il consenso europeo sulla politica di sviluppo[3].

Gli OSM costituiscono un accordo mondiale fondamentale per eliminare la povertà e favorire lo sviluppo umano. Nell'ultimo decennio gli OSM si sono dimostrati un strumento prezioso per sensibilizzare l'opinione pubblica, accrescere la volontà politica e mobilitare risorse contro la povertà. I progressi ottenuti sono considerevoli:

· secondo la Banca mondiale nel 2008 la percentuale di persone con un reddito inferiore a 1,25 USD al giorno (prezzi del 2005) era diminuita al 22% rispetto al 43% del 1990. Il traguardo consistente nel dimezzare la percentuale di persone in condizioni di povertà estrema è stato probabilmente raggiunto nel 2010;

· tra il 1990 e il 2010 l'accesso all'acqua potabile si è esteso a oltre due miliardi di persone permettendo di raggiungere, su scala mondiale, il traguardo mirante a dimezzare la percentuale di persone private di questa risorsa;

· a livello mondiale le iscrizioni alla scuola primaria sono aumentate in media dell'89%, con opportunità per le bambine attualmente quasi pari a quelle dei bambini;

· la mortalità infantile per malattia o malnutrizione si è notevolmente ridotta;

· la diffusione dell'HIV continua a diminuire mondialmente, mentre è notevolmente aumentata la disponibilità dei farmaci antiretrovirali.

Il partenariato mondiale per lo sviluppo ha completato gli sforzi nazionali verso il raggiungimento degli OSM. Dal 2000 gli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) annui sono aumentati di circa il 70% su scala mondiale, fino a raggiungere i 96 miliardi di EUR, e la percentuale di APS destinati ai paesi meno sviluppati (PMS) è più che raddoppiata. L'Unione e gli Stati membri insieme sono il maggiore donatore mondiale, con 53 miliardi di EUR l'anno (2011), cioè più della metà degli APS totali. Al tempo stesso è migliorato l'impatto degli APS grazie all'applicazione dei principi e degli obiettivi sull'efficacia degli aiuti allo sviluppo. Grande fattore di progresso è stata la crescita fenomenale degli scambi: tra il 2000 e il 2009 le esportazioni dai paesi in via di sviluppo sono infatti aumentate dell'80% rispetto al 40% nel resto del mondo. L'UE, principale partner commerciale dei paesi in via di sviluppo, è stata tra i primi a concedere importazioni in esenzione da dazi e contingenti a tutti i prodotti dei PMS nell'ambito dell'iniziativa "Tutto tranne le armi". Al raggiungimento degli OSM ha inoltre contribuito la ricerca finanziata dall'Unione, soprattutto nel quadro del partenariato Europa-Paesi in via di sviluppo per gli studi clinici.

Una serie di problemi continuano comunque a ostacolare il raggiungimento degli OSM, specie nei paesi dell'Africa subsahariana, che registrano notevoli ritardi. In tutto il mondo un miliardo e trecento milioni di persone vivono ancora in condizioni di estrema povertà di reddito, più di 850 milioni di persone non hanno alimenti a sufficienza e circa 61 milioni di bambini sono esclusi dai circuiti scolastici. Continuano le discriminazioni a danno delle donne e restano alti i rischi per la loro salute, soprattutto per la salute materna, la salute sessuale e riproduttiva e per i diritti ad essa connessi. La violenza colpisce una donna su tre nel corso della vita e pregiudica l'impegno anche verso gli altri OSM. Secondo le stime circa due miliardi e mezzo di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari decenti e 780 milioni di persone sono tuttora prive di acqua potabile. Sette milioni di persone colpite da HIV/AIDS non hanno accesso alle cure. L'obiettivo di un'occupazione piena e produttiva e di condizioni di lavoro dignitose per tutti è lungi dall'essere raggiunto. Appena il 20% della popolazione mondiale gode di una protezione sociale adeguata. Lo sfruttamento e la gestione insostenibili delle risorse limitate del pianeta gettano lunghe ombre sulla sopravvivenza e sul benessere delle generazioni future.

I progressi in fatto di OSM sono inoltre disomogenei, non solo da paese a paese — colpisce in particolare la mancanza di progressi negli Stati fragili o teatro di conflitti — ma anche all'interno dei paesi, anche in quelli che hanno già i mezzi per assicurare una vita e un futuro migliori ai propri cittadini.

Il quadro generale mostra però che la povertà può essere non solo ridotta ma anche eliminata nell'arco di una generazione, soprattutto se si considerano i progressi tecnologici e economici che molti paesi emergenti e in via di sviluppo hanno realizzato da quando sono stati elaborati gli OSM.

3.2.        Principali risultati e impegni della Conferenza di Rio+20

La Conferenza di Rio+20 ha confermato che un futuro sostenibile in termini economici, sociali e ecologici, a beneficio del pianeta e delle generazioni presenti e future, corrisponde a una visione mondialmente condivisa, anche se rimangono ancora numerosi problemi da risolvere. Rio+20, riconoscendo che l'economia verde e l'eliminazione della povertà tracciano il percorso verso lo sviluppo sostenibile, ha dato il via all'elaborazione di obiettivi di sviluppo sostenibile universali (OSS) e convenuto di adottare azioni per lo sviluppo sostenibile, che permetteranno peraltro di informare il processo di sviluppo degli OSS e di contribuire alla loro realizzazione nel più lungo termine. Alla Conferenza di Rio+20 è stato anche deciso di riformare il quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile, di creare una struttura che assicuri il follow-up della conferenza e di sviluppare ulteriormente gli strumenti di attuazione. È adesso fondamentale che l'Unione onori quanto prima gli impegni di Rio+20, svolga un ruolo attivo in questi processi e agisca di conseguenza al suo interno e a livello internazionale.

3.3.        Attuazione: azioni all'interno dell'Unione e a livello internazionale

L'Unione continuerà a perseguire lo sviluppo sostenibile e a onorare gli impegni assunti alla Conferenza di Rio+20 nel quadro di una serie di politiche globali, in particolare la strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Strategia globale, Europa 2020 abbraccia molteplici aspetti — efficienza delle risorse, economia a basse emissioni di carbonio, ricerca e innovazione, occupazione, inclusione sociale, giovani — secondo l'approccio integrato sperimentato con la precedente strategia dell'Unione europea per lo sviluppo sostenibile. L'attuazione e la revisione periodica di Europa 2020 saranno garanzia di maggiore coerenza, razionalizzando e integrando le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile nell'insieme delle politiche dell'Unione. A rendere operativi gli obiettivi dello sviluppo sostenibile concorreranno una serie di politiche chiave attualmente in fase di elaborazione: riforma della Politica agricola comune e della Politica comune della pesca, Settimo programma d'azione per l'ambiente, Unione dell'innovazione, Orizzonte 2020 e Pacchetto sugli investimenti sociali.

L'Unione ha contribuito sistematicamente alla piena attuazione degli OSM tramite la cooperazione allo sviluppo. Nell'ambito dell'azione esterna e, in particolare, dell'attuazione del programma di cambiamento, l'Unione continuerà a aiutare i paesi in via di sviluppo a realizzare gli OSM e a perseguire uno sviluppo sostenibile, dando sostegno in particolare ai paesi meno sviluppati e a quelli più bisognosi. Allo stesso tempo andranno condotte una serie di azioni per contribuire all'attuazione degli impegni di Rio+20.

L'allegato I riporta le principali attività dell'Unione in corso per dare attuazione a detti impegni.

3.4.        Quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile e mezzi di attuazione

La Conferenza di Rio+20 ha avviato un processo di rafforzamento del quadro istituzionale per lo sviluppo sostenibile, e soprattutto del ruolo dell'Assemblea generale (UNGA) e del Consiglio economico e sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite. A Rio+20 è stata inoltre presa l'importante decisione di creare un forum politico ad alto livello (HLPF) che sostituirà la Commissione delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Nel suo mandato rientrano il follow-up e la valutazione dei progressi sugli esiti della Conferenza di Rio+20 e il potenziamento dell'interfaccia scientifico-politica, di vitale importanza per attuare gli OSS. L'HLPF opererà in collegamento diretto con l'ECOSOC, attualmente in fase di riforma, e periodicamente interagirà a un livello politico più elevato (UNGA). Questi collegamenti serviranno a garantire maggiore coerenza con i lavori in corso sulla revisione degli OSM e con le discussioni sugli sviluppi post 2015.

Altro esito importante della Conferenza di Rio+20 è stata la decisione di rafforzare e dare centralità al programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP) e in particolare di assicurare una composizione universale al suo consiglio direttivo. Questa novità è stata recentemente confermata dalla decisione sul nuovo assetto istituzionale dell'UNEP adottata dal consiglio direttivo. La decisione di creare un'assemblea ONU per l'ambiente è un passo avanti importante, in linea con le intenzioni dell'UE di trasformarla nel lungo termine in agenzia delle Nazioni Unite. L'UE svolgerà un ruolo attivo nell'attuazione di questo nuovo assetto istituzionale e sarà quindi prioritario garantirne un'adeguata partecipazione all'HLPF e all'UNEP riformato.

Alla Conferenza di Rio+20 è stato infine deciso di promuovere le tecnologie pulite e rispettose dell'ambiente e di creare un comitato intergovernativo di esperti incaricato di individuare diverse opzioni per una strategia di finanziamento dello sviluppo sostenibile. Il comitato dovrà garantire coerenza e coordinamento e evitare l'inutile sovrapposizione degli sforzi mirati a finanziare il processo di sviluppo. L'Unione parteciperà a questo processo, in linea con l'approccio generale al finanziamento e con le altre modalità di attuazione, illustrati di seguito.

3.5.        Consultazione pubblica

La Commissione ha condotto una serie di dialoghi e consultazioni pubbliche sulle prospettive future circa l'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile, sui cui esiti sono in parte improntati vari aspetti delle proposte contenute nella presente comunicazione. L'allegato II riassume i risultati di queste consultazioni. La Commissione continuerà il dialogo attivo su questi temi con le parti interessate e la società civile.

4.           Integrare lo sviluppo sostenibile e l'eliminazione della povertà in un unico quadro globale post 2015

A livello internazionale e in ambito ONU i lavori sull'eliminazione della povertà e quelli sullo sviluppo sostenibile hanno seguito binari paralleli all'interno di gruppi diversi: uno nell'ambito della Dichiarazione del millennio, l'altro dei vertici delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Questi due binari sono però da sempre collegati; le tematiche ambientali sono infatti integrate negli OSM, nell'obiettivo 7, e l'eliminazione della povertà è da sempre riconosciuta un obiettivo prioritario dello sviluppo sostenibile.

L'eliminazione della povertà e lo sviluppo sostenibile sono grandi sfide mondiali interconnesse e per affrontarle efficacemente è necessario un quadro globale nel quale confluiscano il riesame degli OSM e l'elaborazione degli OSS e che individui sfide e obiettivi prioritari comuni, al fine di offrire un'esistenza dignitosa per tutti entro il 2030 e garantire al mondo un futuro sostenibile.

Il prossimo autunno un evento speciale delle Nazioni Unite permetterà di fare il punto sugli sforzi verso il conseguimento degli OSM, di discutere come accelerare i progressi fino al 2015, termine per il conseguimento degli OSM, e di cominciare lo scambio di proposte sul da farsi in seguito. Sempre a settembre si riunirà inoltre la prima sessione dell'HLPF, il forum politico ad alto livello istituito a Rio+20, che dovrà esaminare il follow-up degli impegni assunti a giugno 2012. In contemporanea procederanno i lavori del gruppo di lavoro aperto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) creato sempre a Rio+20. In tutte queste sedi si getteranno le basi per l'accordo su un quadro globale post 2015.

Per alimentare la riflessione sugli obiettivi, l'Unione proseguirà il dialogo aperto con tutte le parti interessate e ne farà confluire gli esiti nei lavori del gruppo di lavoro aperto sugli OSS, incaricato di proporre una serie di azioni all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.

La presente sezione passa in rassegna gli insegnamenti tratti dalla revisione degli OSM e dall'elaborazione degli OSS, e individua gli elementi prioritari che ne emergono. Si passa poi a illustrare in modo succinto come combinarli concretamente nei pertinenti processi delle Nazioni Unite. Infine, partendo da queste riflessioni, l'ultima sezione enuclea i principi chiave da ricomprendere nel quadro generale.

4.1.        Elementi prioritari del quadro globale

L'Unione europea ritiene che, alla luce dell'esperienza degli OSM, degli esiti della Conferenza di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile e delle tendenze attuali, sia possibile individuare una serie di sfide che andranno affrontate dal quadro globale post2015.

La sostenibilità ambientale e l'eliminazione della povertà mondiali sono intimamente interconnesse: non è possibile eliminare la povertà e garantire un'esistenza dignitosa a tutti senza assicurare al tempo stesso la sostenibilità ambientale mondiale, e vice versa. I cambiamenti climatici, le catastrofi naturali, la perdita di biodiversità e il degrado di oceani, fonti di acqua dolce, terreni e suoli sono fenomeni particolarmente dannosi per le popolazioni più povere del pianeta. Per affrontare queste problematiche il quadro globale dovrà favorire, nei singoli paesi e a livello internazionale, la buona governance, la trasparenza, la coesione sociale e l'empowerment delle donne, tutti fattori determinanti per lo sviluppo sostenibile e per l'eliminazione della povertà.

Il documento finale della Conferenza di Rio+20 indica che gli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dovranno essere applicabili universalmente a tutti i paesi (nel rispetto di realtà, capacità e livelli di sviluppo nazionali diversi e delle politiche e delle priorità dei singoli Stati), dovranno coprire le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile e dovranno essere orientati all'azione, concisi, facilmente divulgabili e numericamente limitati. La proposta lanciata dall'Unione in preparazione della Conferenza di Rio+20 precisa inoltre che gli OSS dovranno concentrarsi su risorse individuabili in quanto beni pubblici e "pilastri" della vita sul pianeta, come l'energia, l'acqua, la sicurezza alimentare, gli oceani, il consumo e la produzione sostenibili, ma anche l'inclusione sociale e le condizioni di lavoro dignitose. Gli OSS dovranno essere inoltre in linea con gli accordi internazionali in vigore, come gli obiettivi e i traguardi su cambiamenti climatici e biodiversità, e con le strategie per la protezione sociale di base.

Gli OSS dovranno ricomprendere i tre obiettivi generali dello sviluppo sostenibile: eliminazione della povertà, cambiamento dei modelli di produzione e consumo insostenibili e protezione e gestione delle risorse naturali alla base dello sviluppo socio-economico.

Gli obiettivi del dopo 2015 dovranno essere lungimiranti e puntare a gettare le basi per un futuro sostenibile: con una visione condivisa per il 2050, gli obiettivi e i traguardi dovranno mirare al 2030.

Il quadro globale, che perseguirà contemporaneamente l'obiettivo generale dell'eliminazione della povertà e quello dello sviluppo sostenibile, dovrà individuare sfide prioritarie valide per entrambi. Dati questi presupposti, il quadro potrebbe costruirsi a partire da una serie di tasselli principali: garantire standard di vita essenziali; favorire i motori della crescita inclusiva e sostenibile e assicurare la gestione sostenibile delle risorse naturali; promuovere l'uguaglianza, l'equità e la giustizia; garantire la pace e la sicurezza. Il problema dei limiti ambientali del pianeta richiederà, come si è detto, una risposta integrata in grado di incidere su tutti questi tasselli, e occorrerà quindi tenerne conto nell'affrontare alcuni di essi, ma saranno anche necessarie misure specifiche. In tal senso ciò potrà essere considerato un ulteriore elemento trasversale del quadro globale integrato post-2015.

4.1.1.     Standard di vita essenziali

Gli OSM hanno definito un quadro dello sviluppo umano in funzione di una serie di traguardi, come il reddito minimo, l'eliminazione della fame, un'occupazione piena e produttiva e condizioni di lavoro dignitose per tutti, l'accesso all'istruzione primaria, ai servizi sanitari di base, all'acqua e agli impianti igienici, ovvero tutti elementi imprescindibili per un'esistenza dignitosa.

Il lavoro in corso sugli OSM va portato a termine, colmando le lacune e traendone i dovuti insegnamenti. In materia di istruzione e sanità occorrerà allargare il campo e affrontare problemi legati anche alla protezione sociale. Le medie aggregate nascondono spesso divari nazionali dettati dalla povertà estrema, dalla posizione geografica o dall'emarginazione. Da puramente quantitativi, i nuovi obiettivi, soprattutto in materia di istruzione e sanità, dovranno tener conto anche della qualità. Entro e non oltre il 2030 nessuno — uomo, donna o bambino — dovrà trovarsi al di sotto di un livello di vita minimo e gli standard individuati dovranno permettere a tutti i cittadini di richiamare i governi alle proprie responsabilità. Dovremo fare in modo che i cittadini si approprino dei processi di uscita dalla povertà. Stabilendo obiettivi che stimolino interventi atti a garantire gli standard essenziali in materia di istruzione, nutrizione, acqua potabile e aria pulita, potremo contribuire a eliminare la fame e a rafforzare la sicurezza alimentare, la salute e il benessere. Gli obiettivi dovranno dare inoltre impulso a azioni mirate a un'occupazione produttiva e condizioni di lavoro dignitose per tutti, compresi giovani, donne e disabili, calibrate in funzione del grado di sviluppo dei singoli paesi. A differenza degli OSM, i nuovi obiettivi dovranno applicarsi a tutti i paesi e non limitarsi a esprimere un traguardo generico senza responsabilità specifiche per i singoli paesi. Garantire i progressi verso obiettivi internazionalmente concordati è una responsabilità che incombe a ciascun paese.

4.1.2.     I motori della crescita inclusiva e sostenibile

I principali motori della crescita inclusiva e sostenibile svolgono un ruolo vitale, soprattutto nel garantire i servizi essenziali per lo sviluppo umano, nel sostenere l'espansione e nel creare posti di lavoro dignitosi, come sottolineano la consultazione pubblica condotta dalla Commissione e le esperienze di paesi usciti autonomamente dalla povertà. Ciascun paese, indipendentemente dalla propria fase di sviluppo, deve intraprendere le trasformazioni strutturali necessarie a un'economia aperta e favorevole ai mercati, in grado di promuovere la crescita inclusiva e sostenibile, sviluppare la capacità produttiva, dare impulso al settore privato, agli investimenti, alla creazione di ricchezza, alla transizione verso un'economia verde inclusiva e assicurare che i benefici siano ampiamente condivisi. Gli obiettivi dovranno contribuire a creare opportunità per una crescita più inclusiva e sostenibile, che non venga misurata solo in termini di PIL. Molti paesi potranno servirsene per realizzare in particolare la coesione sociale e una gestione più sostenibile dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura, per garantire migliori condizioni alimentari, per far fronte a carenze idriche e per evitare sprechi alimentari. Altri invece potranno finalizzarli a processi produttivi più efficienti in termini di sfruttamento delle risorse, a risparmi idrici o alla riduzione e al riciclaggio dei rifiuti. La transizione verso città sostenibili e resilienti potrebbe essere un obiettivo in grado di apportare miglioramenti in termini di qualità dell'aria, risorse idriche, energia, infrastrutture accessibili, alloggi e trasporti e di offrire soluzioni favorevoli all'occupazione, alla salute, allo sviluppo economico, ma anche di agevolare la prevenzione e l'adattamento ai cambiamenti climatici e la preparazione alle catastrofi. Altri importanti motori della crescita sono le energie sostenibili, la scienza, la tecnologia, i servizi di telecomunicazioni, i servizi e le infrastrutture finanziarie (che facilitano per esempio l'accesso ai mercati), la migrazione e la mobilità. Tutti questi fattori richiedono un ambiente stabile favorevole alle imprese, all'imprenditorialità, all'innovazione e all'occupazione produttiva.

La trasformazione economica però, per quanto necessaria, rappresenta un'enorme sfida, per la quale occorrono miliardi in nuovi investimenti[4]. L'esperienza dei paesi che hanno fatto passi da gigante nella fornitura di questi servizi ai cittadini e le recenti iniziative mondiali — come Sustainable Energy for All e Scaling Up Nutrition — mostrano i risultati promettenti di questo tipo di approccio, in grado di sbloccare rapidamente la crescita e gli investimenti.

4.1.3.     Gestione sostenibile delle risorse naturali

La gestione e lo sfruttamento sostenibili delle risorse naturali sono un puntello indispensabile per la crescita economica e l'occupazione, in particolare nei settori primari come agricoltura, pesca e silvicoltura, o in quelli secondari come il turismo. Il 70% dei poveri del pianeta vivono in zone rurali e la loro sopravvivenza e il loro benessere dipendono direttamente dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici, il che li rende particolarmente vulnerabili a carestie e rischi climatici. Una gestione razionale delle risorse naturali, basata sulla trasparenza, sulla responsabilità pubblica e sulla buona governance, è essenziale per eliminare la povertà e avviarsi in maniera sostenibile verso un'economia verde inclusiva. Occorrono interventi atti a promuovere la rendicontazione della sostenibilità societaria, in modo da diffondere pratiche responsabili in una grande varietà d'imprese. Gli obiettivi dovranno mirare a porre fine al degrado dei suoli per favorire la crescita economica, tutelare la biodiversità, garantire una gestione sostenibile delle foreste, la mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare, migliorando al tempo stesso la qualità dei suoli, riducendo l'erosione, potenziando la resilienza ai rischi naturali e arrestando l'edificazione dei terreni. Gli obiettivi sui mezzi di sostentamento sostenibili dovranno tutelare o ripristinare ovunque la salute di oceani e ecosistemi marini, che rivestono un'importanza planetaria, in modo da favorire la sostenibilità degli stock ittici, anche ai fini della sicurezza alimentare, e ridurre altri rischi gravi, come lo scarico di rifiuti a mare. Per affrontare questi problemi, ciascun paese dovrà definire il proprio percorso verso una gestione sostenibile delle risorse naturali e creare strutture di governance aperte e trasparenti atte a garantire che i cittadini godano equamente e in modo sostenibile del loro utilizzo .

A questo fine ciascun paese dovrà assicurare un utilizzo delle risorse ecologicamente responsabile e, soprattutto per quanto riguarda terre, foreste, corsi d'acqua e oceani, con un occhio anche alle generazioni future. Analogamente lo sfruttamento di risorse limitate, come minerali e acque sorgive, dovrà essere inclusivo e responsabile e garantire massimi benefici per la società in termini di commercializzazione, tasso di esaurimento e impiego del reddito generato. La graduale soppressione delle sovvenzioni per lo sfruttamento di risorse limitate, come i combustibili fossili, è un fattore in grado di contribuire in modo essenziale e poco costoso all'efficienza delle risorse. I paesi dovranno inoltre cooperare di più per gestire risorse comuni, come gli stock ittici e la biodiversità marina, nelle zone esterne alla loro giurisdizione.

Occorrerà adottare inoltre una prospettiva integrata in modo che le soluzioni per far fronte alla limitatezza delle risorse in una data area non spostino la pressione su un'altra. L'agenda futura dovrà vedere tutti i paesi impegnati a gestire e sfruttare nei prossimi decenni le proprie risorse naturali in modo sostenibile, nel rispetto della trasparenza, della massimizzazione dei redditi, della protezione della proprietà, della resilienza[5], anche alle catastrofi naturali, e della tutela ambientale. La comunità internazionale deve unire gli sforzi garantendo in particolare che le imprese pubbliche e private impegnino la propria responsabilità e rispettino standard elevati di trasparenza e buona governance. Per realizzare un'economia a basse emissioni di carbonio basata su un uso efficiente delle risorse saranno inoltre necessari interventi e azioni di formazione per diffondere le competenze necessarie.

4.1.4.     Uguaglianza, equità e giustizia

Il benessere umano e la dignità per tutti sono obiettivi sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e dalla Dichiarazione del millennio, che riconosce esplicitamente il nesso tra diritti umani, buona governance e sviluppo sostenibile. Questi obiettivi e l'impegno verso valori fondamentali comuni sono stati ribaditi al vertice sugli OSM del 2010 e alla Conferenza di Rio+20 del 2012.

L'importanza della giustizia, dell'equità, dei diritti umani, della democrazia e di altri aspetti legati alla buona governance va ben oltre la loro capacità di favorire il raggiungimento dei traguardi su reddito, istruzione, sanità e altri bisogni essenziali. Si tratta di fattori di per se stessi importanti, in tutti i paesi. I recenti movimenti in Nord Africa e Medio Oriente mostrano l'importanza di sistemi politici inclusivi, della giustizia e dell'occupazione, soprattutto per i giovani, e ricordano che, sebbene fondamentali, i progressi verso la realizzazione degli OSM non bastano. La governance continuerà ad essere una sfida mondiale negli anni a venire.

È importante che il nuovo quadro globale post 2015 prenda in conto questa realtà. Il ruolo delle donne è particolarmente importante per dare avvio allo sviluppo sostenibile e occorre abbattere ogni barriera che intralcia la loro equa partecipazione. È quindi opportuno che il nuovo quadro insista sull'adozione di un approccio allo sviluppo basato sui diritti, sulla riduzione delle disuguaglianze, ma anche sulla promozione e la tutela dei diritti di donne e bambine, sull'uguaglianza di genere, sulla trasparenza e sulla lotta alla corruzione. Il quadro dovrà poi abbordare le questioni fondamentali riguardanti l'uguaglianza. Per riuscire in questo intento, gli obiettivi e i traguardi dovranno dare impulso agli interventi necessari a assicurare una maggiore copertura di una serie di garanzie sociali di base e a migliorarne l'attuazione.

4.1.5.     Pace e sicurezza

Quando prevalgono insicurezza fisica, elevati livelli di disuguaglianza, problemi di governance e una capacità istituzionale scarsa o inesistente, è estremamente difficile far progredire in modo duraturo i principali parametri degli OSM come povertà, sanità, istruzione e servizi igienico-sanitari. Occorre quindi risalire alle loro cause primarie e intervenire per evitare che tali condizioni si verifichino.

Questo si impone non solo negli Stati fragili ma in molti altri paesi alle prese con insicurezza e violenza. La tratta di esseri umani, il terrorismo transnazionale, le reti criminali, la violenza delle bande sono tutte minacce per la sicurezza dei cittadini che riducono le possibilità di un'esistenza dignitosa, a danno soprattutto di donne e bambini.

Le questioni riguardanti la pace e la sicurezza potrebbero essere affrontate nell'ambito del quadro globale post 2015 partendo dal lavoro già svolto a Busan a novembre 2011 tra alcuni Stati fragili e i paesi dell'OCSE, l'Unione europea, le Nazioni Unite e le banche di sviluppo, e approfondendo il New Deal per l'impegno negli Stati fragili che definisce una serie di obiettivi per il consolidamento della pace e delle istituzioni.

5.           Verso un quadro globale post 2015

5.1.        Far convergere i filoni per rispondere alle sfide future

Eliminare la povertà e garantire prosperità e benessere sostenibili rimangono le sfide più urgenti per il futuro. Affrontarle con successo significa affrontarle insieme, in un nuovo quadro globale che si vuole universale e direttamente applicabile in tutti i paesi, pur riconoscendo che paesi diversi sono interessati in misura diversa e che le loro risposte e i loro contributi agli obiettivi globali potranno essere varie. Anche se molti continueranno a uscire dalla povertà estrema, l'accento va posto soprattutto sulla riduzione della povertà, per assicurare che il processo sia irreversibile. Gli attuali modelli insostenibili di sviluppo economico, dannosi per l'ambiente e per il patrimonio naturale, sono ancora imputabili in larga misura ai paesi industrializzati e sempre più alle economie emergenti, mentre a farne le spese sono anche i paesi meno sviluppati. L'esclusione sociale, la disuguaglianza, la disoccupazione, la precarietà del lavoro e la mancanza di protezione sociale hanno anch'esse un'incidenza diretta sulla povertà e sullo sviluppo sostenibile.

È alla Dichiarazione del millennio, tuttora pertinente, che deve ispirarsi l'elaborazione del futuro quadro globale. Basandosi sul follow-up della Conferenza di Rio+20, sulla revisione degli OSM e su altri processi internazionali attinenti, il futuro quadro globale dovrà definire un percorso per eliminare la povertà e offrire a tutti prosperità e benessere, concentrandosi sui principali motori della crescita inclusiva e sostenibile e nel rispetto dei limiti del pianeta. Questo quadro dovrà quindi coprire le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile — economica, sociale e ambientale — e impegnare la responsabilità di ciascun paese.

In ultima istanza il nuovo quadro globale dovrà tradurre l'anelito di assicurare, entro il 2030, "un'esistenza dignitosa per tutti" e dovrà quindi rispondere alla necessità di eliminare la povertà e definire al tempo stesso una visione universale di sviluppo sostenibile in grado di garantire prosperità alle generazioni presenti e future.

Nelle precedenti sezioni abbiamo visto che gli ingredienti di un quadro globale comune necessari a realizzare l'obiettivo di un'esistenza dignitosa per tutti potranno provenire dai processi interconnessi in ambito ONU. L'esito finale dovrà riflettere i riscontri di interazioni costruttive con tutte le parti interessate e tra i partner internazionali. L'Unione ritiene comunque che esistano fin d'ora una serie di principi generali condivisibili.

5.2.        Principi per un quadro globale post 2015

La Commissione propone che l'Unione propugni i seguenti principi nelle discussioni sul quadro post 2015.

5.2.1.     Portata

Il quadro dovrà essere universale in quanto a aspirazioni e portata, con obiettivi rivolti a tutti i paesi, validi per tutta l'umanità, incentrati sull'eliminazione della povertà in tutte le sue dimensioni, ovunque la si constati, e mirati a promuovere la prosperità e il benessere di tutti i popoli, nel rispetto dei limiti del pianeta.

· Il quadro dovrà abbracciare la dimensione economica, sociale e ambientale dello sviluppo sostenibile, trarre insegnamento dalla revisione degli OSM e ispirarsi ai lavori di elaborazione degli OSS, che mirano all'eliminazione della povertà e allo sviluppo sostenibile. Gli obiettivi dovranno rappresentare un livello minimo di standard di vita sotto il quale, al massimo entro il 2030, nessuno dovrà più trovarsi e dovranno orientare i progressi verso la prosperità e il benessere, nel rispetto dei limiti del pianeta.

· Il quadro dovrà riconoscere che la povertà, la prosperità e il benessere, lungi dal ridursi all'aspetto finanziario, sono fattori multidimensionali che riflettono la capacità delle persone di crescere e svilupparsi.

· Il quadro dovrà coprire in modo integrato:

· lo sviluppo umano di base (partendo dagli OSM aggiornati e estendendosi anche a questioni come la protezione sociale),

· i motori della crescita sostenibile e inclusiva e dello sviluppo necessari a determinare trasformazioni economiche strutturali, a garantire la creazione di capacità produttiva e occupazione e ad assicurare la transizione verso un'economia verde inclusiva capace di fronteggiare i cambiamenti climatici,

· la gestione sostenibile delle risorse naturali.

· Il quadro dovrà poi trattare di giustizia, uguaglianza e equità, soffermandosi su questioni relative a diritti umani, democrazia e Stato di diritto, sull'empowerment delle donne e la parità di genere, che oltre a essere fattori vitali per lo sviluppo inclusivo e sostenibile sono valori di per se stessi importanti. Il quadro dovrà infine trattare di pace e sicurezza, ampliando quanto già realizzato in materia di obiettivi per il consolidamento della pace e delle istituzioni.

5.2.2.     Natura e numero degli obiettivi

· Gli obiettivi dovranno essere in numero limitato e universalmente applicabili a tutti i paesi, con traguardi che tengano conto della molteplicità dei contesti. Per far sì che i paesi li facciano propri e li ritengano pertinenti, dovranno essere concepiti su misura, operativi in ambito nazionale e particolarmente attenti alle esigenze degli Stati fragili.

· Gli obiettivi dovranno essere elaborati in modo da tener conto di dati e studi scientifici e prevedere traguardi e indicatori misurabili.

5.2.3.     Trasparenza, attuazione e responsabilità

· La responsabilità per il conseguimento dei risultati auspicati ricade in primo luogo sugli Stati. Occorrerà mobilitare tutte le risorse necessarie, nazionali e internazionali, pubbliche e private. I finanziamenti e gli altri strumenti di attuazione dovranno essere gestiti in modo globale e integrato, dato che la realizzazione dei vari obiettivi mondali farà appello alle stesse fonti potenziali.

· Il quadro dovrà essere elaborato e messo in atto in stretta collaborazione con i settori della società civile interessati, soprattutto il settore privato.

· Occorrerà stabilire un calendario per avviare a tutti i livelli gli interventi mirati a realizzare gli obiettivi: il termine ultimo potrebbe essere il 2050, con alcuni obiettivi e traguardi fissati per il 2030.

· La responsabilità dell'azione dovrà incombere ai singoli Stati, che potranno ricorrere a partenariati tra paesi e parti interessate. Gli obiettivi dovranno dare impulso alla cooperazione e ai partenariati tra governi, società civile, compreso il settore privato, e la comunità internazionale in generale. Ciascun paese dovrà fare la propria parte per raggiungere gli obiettivi. Gli obiettivi dovranno inoltre stimolare la responsabilizzazione.

· L'elaborazione del quadro dovrà essere accompagnato da sforzi intesi a migliorare la coerenza a livello istituzionale.

· Per poter monitorare adeguatamente i progressi, occorrerà rafforzare la base statistica.

5.2.4.     Coerenza

· Il quadro dovrà essere coerente con gli obiettivi e i traguardi in corso concordati a livello internazionale, come quelli su cambiamenti climatici, biodiversità, riduzione del rischio di catastrofi, e con le strategie per la protezione sociale di base.

5.3.        Attuazione del quadro: titolarità e responsabilità nazionali

Ciascun paese sarà responsabile per l'attuazione del futuro quadro coinvolgendo tutti gli interessati, parti sociali comprese. I principali motori dello sviluppo sono primariamente nazionali: si pensi in particolare alla governance democratica, allo Stato di diritto, alla presenza di istituzioni politiche stabili e di politiche rigorose, alla trasparenza delle finanze pubbliche e alla lotta contro le frodi e la corruzione. Perché questa ambizione sia realizzabile ovunque, ogni paese dovrà mobilitare risorse interne, adottare norme fiscali e giuridiche e dotarsi di istituzioni che sostengano lo sviluppo del settore privato, gli investimenti, la creazione di posti di lavoro dignitosi e la competitività delle esportazioni. In tal senso giocano un ruolo essenziale riforme interne che garantiscano una crescita economica sostenibile e realmente in grado di eliminare la povertà, ridurre le disuguaglianze e offrire a tutti maggior benessere. Questo vale per tutti i paesi e in ogni grado di sviluppo.

L'Unione riconosce comunque che alcuni paesi continueranno ad aver bisogno di sostegno e di assistenza allo sviluppo. In questo campo vanno affermandosi nuovi metodi, più efficienti e efficaci, di investire gli aiuti allo sviluppo, in grado di garantirne la funzione di stimolo per la crescita e gli investimenti, anche ricorrendo a fonti, strumenti e meccanismi finanziari innovativi, come il blending. Questo nuovo approccio è quello seguito dal programma di cambiamento dell'Unione. La cooperazione sud-sud può contribuire notevolmente a modellare i risultati dello sviluppo mondiale. I principi del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo, deciso nel 2011 al Forum ad alto livello di Busan sull'efficacia degli aiuti, dovranno essere universalmente applicati.

Al di là degli aiuti, la coerenza delle politiche per lo sviluppo riveste un ruolo importante per l'eliminazione della povertà e per lo sviluppo sostenibile. È quindi essenziale che il nuovo quadro prenda debitamente in considerazione il ruolo di queste politiche. In molti paesi in via di sviluppo, per esempio, la maggiore disponibilità di reddito derivante dagli scambi può essere utilizzata per combattere la povertà. Questa tendenza, destinata a continuare in molti paesi in via di sviluppo, è particolarmente importante nell'Africa subsahariana.

Per essere realizzabile, il nuovo quadro globale dovrà essere accompagnato da uno sforzo mirato a mobilitare e sfruttare al meglio tutte le risorse disponibili e dall'impegno di tutti i paesi a adottare un approccio globale sulle risorse e a dotarsi di politiche coerenti e pertinenti. Gli obiettivi e i traguardi contribuiranno a stimolare gli investimenti privati. Tutti i paesi dovranno riferire circa i progressi realizzati nel conseguire gli obiettivi futuri in modo aperto e trasparente.

L'Unione dovrà promuovere un approccio globale e integrato alle modalità di attuazione e alle questioni finanziarie in ambito mondiale. Attualmente le discussioni sul finanziamento delle azioni su clima, biodiversità, sviluppo e sviluppo sostenibile si svolgono in sedi diverse, anche se le fonti di finanziamento potenziali sono le stesse. Il finanziamento del processo di sviluppo richiede coerenza e coordinamento e pone la necessità di evitare sovrapposizioni inutili. Verso la metà del 2013 la Commissione intende presentare una comunicazione che proporrà un approccio integrato dell'Unione al finanziamento e altre modalità di attuazione dei vari processi globali.

6.           Prossime tappe

L'Unione deve impegnarsi a fondo nei prossimi processi internazionali, con contributi coerenti e coordinati, tanto in sede ONU che negli altri consessi pertinenti.

In tal senso si auspica che l'adozione della presente comunicazione avvii, nella prossima primavera, un dibattito con il Consiglio e il Parlamento che permetterà di definire l'approccio comune dell'Unione nelle prossime fasi dei processi in corso. Tale approccio dovrà:

· assicurare un follow-up completo della Conferenza di Rio+20 e orientare la posizione dell'UE nel gruppo di lavoro aperto dell'ONU sugli OSS, che riferirà regolarmente all'UNGA;

· contribuire alla preparazione dell'evento speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sugli OMS del prossimo autunno, alla relazione del Segretario generale delle Nazioni Unite e del gruppo ad alto livello post 2015 e alla prima riunione dell'HLPF.

È importante che l'Unione contribuisca al nuovo quadro globale post 2015: lanciando una discussione sulla base degli orientamenti qui illustrati, l'UE potrà definire una posizione comune sulle modalità per far convergere e integrare la revisione degli OSM e degli OSS in un unico processo che permetta di meglio delineare il quadro globale. In tal senso sarà inoltre necessario, per individuare una base comune, continuare il dialogo costruttivo con tutti i partner e tutte le parti interessate, anche tramite il dialogo politico con i paesi terzi.

ALLEGATO I

Principali azioni in corso o previste nell'UE e a livello internazionale per contribuire a onorare gli impegni Rio+20

Settore || UE || Internazionale

Acqua e impianti igienico-sanitari || Migliorare l'efficienza e la qualità dell'acqua tramite il Piano UE per le risorse idriche || In linea con il programma di cambiamento e con gli impegni internazionali, promuovere l'accesso all'acqua potabile e agli impianti igienico-sanitari, una migliore qualità delle risorse idriche e la riduzione dell'inquinamento; facilitare il dialogo politico sulle risorse idriche comuni e realizzare attività in campo idrico per la crescita economica e sostenibile

Energia e clima || Migliorare l'efficienza e la percentuale di energie rinnovabili e ridurre i gas a effetto serra. Strumenti: — pacchetto clima-energia e la tabella di marcia per le basse emissioni di carbonio per il 2050 — politica su clima e energia in vista del 2030 — direttiva sull'efficienza energetica — proposte legislative in corso sulle emissioni di autovetture e furgoni, riduzione dei gas serra fluorurati || Promuovere l'azione internazionale per il clima attraverso la piattaforma di Durban e l'UNFCCC Partenariato internazionale per la mitigazione e iniziative di cooperazione internazionali IRENA: diffusione delle energie rinnovabili su scala mondiale GEEREF: Fondo globale per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili Alleanza mondiale contro i cambiamenti climatici (GCCA) Iniziativa "Energia sostenibile per tutti" (SE4ALL) Strumento ACP-UE per l'energia e programma di cooperazione Africa-UE sulle energie rinnovabili (RECP)

Biodiversità, foreste e terre || Strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020, lavori sulla valutazione della biodiversità e servizi ecosistemici Piano d'azione per le foreste, revisione della strategie per le foreste Preparare la comunicazione sulla terra come risorsa Osservatorio digitale per le aree protette come una componente del Sistema di sistemi per l'osservazione globale della terra (GEOSS) || Piano strategico CBD e i 20 obiettivi di Aichi Sostenere l'economia degli ecosistemi e della biodiversità (TEEB) e al partenariato WAVES (Wealth Accounting and Valuation of Ecosystem Services) Realizzare il programma tematico per l'ambiente e la gestione sostenibile delle risorse naturali (ENRTP) Estendere e attuare l'iniziativa FLEGT (Applicazione delle normative, la governance e il commercio nel settore forestale) e contribuire a UN-REDD+ Eventuale protocollo in seno all'UNCCD, che individui l'UE come parte interessata Partenariato globale per il suolo (con la FAO) Elaborare un nuovo Atlante mondiale della desertificazione con l'UNEP

Oceani || Direttiva quadro sulla strategia marina; politica marittima integrata, inquinamento marino e rifiuti di plastica Politica comune della pesca: rendimento massimo sostenibile, piani di gestione basati su dati scientifici, rigetti in mare Osservare e modellizzare gli ecosistemi marini e costieri || Convenzioni marittime regionali Accordo di attuazione dell'UNCLOS per la conservazione e l'uso sostenibile della biodiversità marina in zone non soggette a giurisdizione nazionale Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata Follow-up dell'impegno di Honolulu sui rifiuti marini

Rifiuti e sostanze chimiche || Tabella di marcia verso un'Europa efficiente e legislazione UE sui rifiuti, attuazione di REACH || Diffondere le politiche internazionali sui rifiuti (RAEE, ROHS) Attuare le convenzioni di Basilea, Stoccolma e Rotterdam e l'approccio strategico alla gestione internazionale dei prodotti chimici (SAICM)

Prodotti alimentari, nutrizione e agricoltura || Preparare la comunicazione sull'alimentazione sostenibile Attuare la direttiva sui mercati degli strumenti finanziari (MiFID) e la direttiva sugli abusi di mercato (MAD) Riforma della politica agricola comune: proposte sulla promozione di una produzione agricola sostenibile, incentrate sulla capacità di produzione e sui cambiamenti climatici Partenariato europeo per l'innovazione: "Produttività e sostenibilità dell'agricoltura" Etichettatura dei prodotti alimentari biologici || Contributo al sistema di informazione sul mercato agricolo (AMIS) Attuare MARS (monitoraggio delle risorse agricole) e GEO-GLAM (osservazione della terra) Attuare gli orientamenti volontari sulla governance responsabile di terreni, pesca e foreste Strumento del programma tematico UE per la sicurezza alimentare (FSTP) Realizzare il prossimo piano di attuazione UE per rafforzare la sicurezza alimentare e nutrizionale tramite l'azione UE: onorare gli impegni assunti dall'UE Preparare la comunicazione sulla nutrizione Preparare il piano d'azione sulla resilienza Movimento Scaling-up Nutrition (SUN); nuova alleanza per la sicurezza alimentare e la nutrizione Attuare la convenzione sull'assistenza alimentare

Imposte e sovvenzioni || Attuare le pertinenti azioni della tabella di marcia verso un'Europa efficiente || Follow-up della riforma delle sovvenzioni tramite il G20

Industria pulita e ciclo di vita || Attuare la politica industriale UE in vista del 2020: tecnologie pulite, bioeconomia Preparare la comunicazione sul mercato unico per i prodotti verdi Banca dati europea sul ciclo di vita || Rete ILCD (sistema internazionale di riferimento per i dati relativi al ciclo di vita)

Produzione e consumo sostenibili e appalti pubblici verdi || Direttiva sugli appalti rivista, compresi gli appalti pubblici "verdi" Adottare l'atto europeo per l'accessibilità || Contribuire all'iniziativa UNEP sugli appalti pubblici sostenibili Contribuire all'attuazione del programma quadro decennale su consumo e produzione sostenibili

Resilienza || || Attuare la comunicazione "L'approccio dell'Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare" e il prossimo piano d'azione Attuare le iniziative SHARE e AGIR Promuovere la resilienza nei consessi internazionali e come tema di partenariati con organizzazioni quali FAO, IFAD, WFP, UNISDR, Banca Mondiale e organizzazioni della società civile

Gestione del rischio di catastrofi || Attuare il quadro UE per la prevenzione delle catastrofi Integrare la gestione del rischio di catastrofi (prevenzione, preparazione, risposta) e la valutazione del rischio di catastrofi nella programmazione UE e degli Stati membri Sistema europeo di sensibilizzazione sulle alluvioni, Osservatorio europeo sulla siccità Promuovere la protezione dalle catastrofi negli strumenti di finanziamento UE || Attuare il quadro d'azione di Hyogo e elaborare un nuovo quadro post 2015 per la riduzione del rischio di catastrofi Attendere alle principali priorità individuate nel piano di attuazione UE per la riduzione del rischio di catastrofi Sostenere le iniziative internazionali, quali il GFDRR (fondo mondiale per la riduzione del rischio di catastrofi) gestito dalla Banca mondiale

|| ||

Città, turismo e trasporti || Maggiore sostenibilità delle città dell'UE nel quadro del 7° PAA Realizzare azioni per promuovere il turismo sostenibile e accessibile Sicurezza stradale UE, direttiva sui carburanti puliti, promozione di trasporti sostenibili a prezzi abbordabili || Promuovere città sostenibili, resilienti e accessibili

Occupazione piena e produttiva e condizioni di lavoro dignitose || Europa 2020: orientamenti per l'occupazione, relazioni congiunte sull'occupazione, programmi di riforma nazionali, pacchetto sull'occupazione giovanile, analisi dell'occupazione e degli sviluppi sociali in Europa || Promuovere norme internazionali sul lavoro nell'ambito delle organizzazioni internazionali (in particolare l'OIL), nelle relazioni bilaterali UE e attraverso la politica commerciale e di sviluppo Follow-up della risoluzione della Conferenza internazionale del lavoro 2012 e della strategia del G20 per l'occupazione giovanile Attuare il programma tematico "Investire nelle persone"; sinergie con pertinenti programmi tematici UE, come "Attori non statali dello sviluppo", "Migrazione e asilo" e "Democraticizzazione e diritti umani"

Protezione e inclusione sociali e eliminazione della povertà || Promuovere la riduzione della povertà, l'inclusione sociale e politiche sociali più efficaci nell'ambito di Europa 2020 Assistere gli Stati membri nelle loro riforme strutturali tramite il pacchetto investimenti sociali La Piattaforma europea contro la povertà e l'esclusione sociale: un quadro europeo per la coesione sociale e territoriale Strategia europea sulla disabilità 2010-2020 || Promuovere la protezione sociale, ivi comprese le strategie per la protezione sociale di base (SPF), e attuare le raccomandazioni adottate dall'OIL in linea con piani e linee d'azione dei paesi partner Continuare, se necessario, a promuovere la protezione sociale e le SPF nelle relazioni bilaterali con i paesi partner, nei consessi internazionali (OIL, OCSE, G20, ASEM) e nella cooperazione allo sviluppo Attuare le azioni della comunicazione "La protezione sociale nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea" Integrare i diritti dei minori e delle popolazioni indigene, l'inclusione sociale e i diritti dei disabili nelle politiche di sviluppo UE Attuare la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità

Responsabilità sociale delle imprese || Attuare azioni sulla responsabilità sociale delle imprese || Contribuire alla redazione di documenti di orientamento sulla responsabilità sociale delle imprese rivolti a imprese e PMI (OIL, OCSE) e a orientamenti ONU

Salute || Strategia UE per la salute Indicatori sanitari europei Comunicazione "La lotta contro l'HIV/AIDS nell'Unione europea e nei paesi vicini" || Attuare la comunicazione "Il ruolo dell'Unione europea nella sanità mondiale" Potenziare ei sistemi e la sicurezza sanitari e la coerenza strategica tramite strumenti geografici e programmi tematici mirati a migliorare i risultati e ridurre le disuguaglianze in campo sanitario Sostenere il fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria, l'alleanza GAVI e il programma globale di miglioramento della sicurezza dei prodotti per la salute riproduttiva Osservatorio europeo dei sistemi sanitari Sviluppare indicatori di benessere nell'ambito della strategia Health2020

Istruzione || Quadro strategico per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione Istruzione e formazione nell'attuazione della strategia Europa 2020 Cooperazione europea sulle scuole per il XXI secolo || Promuovere la qualità dell'istruzione per tutti tramite i programmi geografici e tematici della Commissione Attuare ei programmi di cooperazione internazionale della Commissione sull'istruzione superiore e sulla formazione Sostenere le iniziative mondiali come il Partenariato globale per l'istruzione e i dialoghi politici come l'Associazione per lo sviluppo dell'istruzione in Africa

Uguaglianza di genere e empowerment delle donne                                   || Integrare l'uguaglianza di genere e i diritti delle donne tramite il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2010-2015 Follow-up della piattaforma d'azione di Pechino || Integrare l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne nelle politiche di sviluppo UE; attuare il piano d'azione dell'UE sulla parità di genere 2010-2015 nella cooperazione allo sviluppo; contribuire al programma ONU per aumentare la responsabilità dei finanziamenti per l'uguaglianza di genere Attuare azioni sull'empowerment economico delle donne nell'ambito del programma "Investire nelle persone" Attuare le azioni della comunicazione "La protezione sociale nella cooperazione allo sviluppo dell'Unione europea"

Giustizia, diritti umani, libertà fondamentali, democrazia, buona governance e Stato di diritto || Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea Attuare la convenzione di Aarhus || Attuare le azioni previste dalle comunicazioni "Sostegno dell'UE a un cambiamento sostenibile nelle società in fase di transizione" e "Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'UE", nonché dal quadro strategico e dal piano d'azione dell'Unione su diritti umani e democrazia Attuare il programma DCI "Attori non statali e autorità locali nello sviluppo" Promuovere l'attuazione della convenzione di Aarhus nelle istituzioni finanziarie, nella cooperazione allo sviluppo e negli accordi commerciali

Scienza, tecnologia, ricerca e innovazione || Attuare Orizzonte 2020 fornendo sostegno alla ricerca in settori quali acqua, energia, agricoltura, trasporti, ambiente e scienze sociali Lo sviluppo sostenibile sarà un obiettivo generale di Orizzonte 2020 cui verrà destinato almeno il 60% del bilancio complessivo Attuare le iniziative di Europa 2020: "L'Unione dell'innovazione" e "Piano d'azione per l'ecoinnovazione" || Rafforzare la cooperazione internazionale dell'UE su ricerca e innovazione Contribuire al Sistema di sistemi per l'osservazione globale della terra (GEOSS) Promuovere la ricerca nell'ambito del programma tematico per la sicurezza alimentare (2011-2013) e del partenariato Africa-UE

Statistiche || Mettere a punto indicatori basati non solo sul PIL e offrire consulenza sulle statistiche per il quadro globale || Cooperare con le organizzazioni internazionali e i paesi terzi, sotto la guida del UNSC, per migliorare la misurazione dei progressi compiuti e garantirne la comparabilità

Commercio || || Negoziare e attuare disposizioni sugli scambi e lo sviluppo sostenibile negli accordi commerciali; promuovere l'eliminazione di barriere tariffarie e non tariffarie su beni e servizi ambientali a tutti i livelli Continuare a sostenere l'iniziativa "Tutto tranne le armi" Continuare a sostenere l'iniziativa "Aiuto per il commercio"

ALLEGATO II

Consultazione pubblica

La Commissione ha condotto una consultazione pubblica[6] nell'estate del 2012 alla quale hanno partecipato circa 120 organizzazioni e rappresentanti delle autorità pubbliche e della società civile, compreso il settore privato e le università. Agli OSM viene riconosciuto il merito di aver orientato numerosi e molteplici attori verso un unico corpus di obiettivi di sviluppo e di essersi dimostrati uno strumento utile per sensibilizzare l'opinione pubblica, accrescere la volontà politica e mobilitare risorse per eliminare la povertà e per monitorare i risultati.

In prospettiva è emersa una visione comune sulle priorità future:

· inquadrare la povertà in un'ottica di sviluppo più globale e sostenibile;

· integrare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale);

· garantire che il processo di sviluppo del quadro post 2015 sia più inclusivo e assicuri una maggiore partecipazione dei paesi poveri e della società civile;

· definire un quadro universale, applicabile a tutti i paesi e che comporti responsabilità per tutti;

· promuovere i motori della crescita economica e dell'occupazione, anche coinvolgendo il settore privato;

· potenziare i finanziamenti per lo sviluppo e la coerenza delle politiche di sviluppo.

Successivamente, a ottobre 2012, la Commissione ha condotto una consultazione pubblica[7] sulla Conferenza Rio+20, alla quale il CESE ha partecipato raccogliendo contributi tramite una serie di dialoghi strutturati. La consultazione pubblica ha raccolto oltre 125 contributi di cittadini, autorità pubbliche, imprese e associazioni di imprese, ONG, sindacati e associazioni di tutela dei consumatori, in esito ai quali sono stati ritenuti una serie di suggerimenti. Numerosi contribuiti hanno messo l'accento su questioni connesse all'economia verde inclusiva, facendo presente in particolare che occorrono anche indicatori diversi dal PIL, mentre altri hanno sottolineato l'importanza di un clima favorevole alle attività commerciali e la necessità di eliminare sovvenzioni dannose per l'ambiente e le imposte ambientali.

Tra i settori che gli OSS dovrebbero coprire: efficienza energetica e delle risorse, rifiuti e prodotti chimici, biodiversità, produzione e consumi sostenibili, acqua, impianti igienico-sanitari, tutela degli oceani e della pesca, trasporti sostenibili, agricoltura sostenibile, parità di genere, eliminazione della povertà, adattamento ai cambiamenti climatici, salute e sicurezza alimentare. I partecipanti hanno inoltre sottolineato l'importanza di definire obiettivi chiari e di lungo termine basati sugli obiettivi e sugli accordi esistenti. Quanto al rapporto tra OSM e OSS, è emersa una visione condivisa circa la necessità di definire un quadro di sviluppo post 2015 che copra entrambi.

È stata inoltre condotta una campagna di divulgazione tramite le delegazioni dell'Unione nei paesi terzi che ha permesso di raccogliere oltre 50 risposte. La maggior parte dei paesi ha evidenziato la necessità di far convergere OSM e OSS secondo un approccio coerente e coordinato.

Altre consultazioni collegate a questi temi sono quelle condotte sulla tabella di marcia verso un'Europa efficiente e sul settimo programma d'azione per l'ambiente. La Commissione ha collaborato intensamente con la società civile, soprattutto nell'ambito di una consultazione pubblica lanciata prima della Conferenza di Rio+20, conferenza alla quale anche la società civile ha dato un importante contributo.

[1]               I paesi meno sviluppati hanno una popolazione superiore agli 880 milioni di abitanti (circa il 12% della popolazione mondiale), mentre producono meno del 2% del PIL mondiale.

[2]               COM(2011) 637 definitivo.

[3]               GU C 46 del 24.2.2006, pag. 1.

[4]               Stando alle stime dell'Agenzia internazionale per l'energia, per esempio, la fornitura di servizi energetici sostenibili per tutti entro il 2030 comporterebbe investimenti per circa 30 miliardi di EUR l'anno in aggiunta a quelli attuali. Secondo la FAO per liberare il mondo dalla fame entro il 2025 la spesa pubblica per l'agricoltura e le reti di sicurezza dovrebbe aumentare di oltre 50 miliardi di USD l'anno.

[5]               COM(2012) 586, L'approccio dell'Unione alla resilienza: imparare dalle crisi della sicurezza alimentare.

[6]               http://ec.europa.eu/europeaid/how/public-consultations/towards_post-2015-development-framework_en.htm

[7]               http://ec.europa.eu/environment/consultations/rio20_en.htm

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