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Document 52011DC0790

COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Prima relazione annuale sull'attuazione della Strategia di sicurezza interna dell'UE

/* COM/2011/0790 definitivo */

52011DC0790

/* COM/2011/0790 definitivo */ COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO Prima relazione annuale sull'attuazione della Strategia di sicurezza interna dell'UE


COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO

Prima relazione annuale sull'attuazione della Strategia di sicurezza interna dell'UE

I. Introduzione

Nel luglio di quest'anno, in Norvegia, un estremista di destra perpetra uno spaventoso attentato terroristico. In agosto, con un'impresa senza precedenti, le pubbliche autorità del Regno Unito sequestrano 1,2 tonnellate di cocaina. In tutta l'Unione europea, i ciberattacchi gettano progressivamente nel caos i sistemi informatici pubblici e privati. Tutti questi episodi ci additano con inesorabile chiarezza la necessità di contrastare le minacce che oggi incombono sulla sicurezza interna.

"La Strategia di sicurezza interna dell'UE in azione"[1], adottata nel novembre 2010, ha delineato le seguenti priorità, su cui l'Unione europea dovrà concentrarsi nei prossimi quattro anni: (1) smantellare le reti criminali internazionali, (2) prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento, (3) aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio, (4) rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere e (5) aumentare la resilienza dell'Europa alle crisi e alle calamità.

L'Unione deve attrezzarsi per reagire al progressivo emergere delle minacce alla sicurezza e alla loro evoluzione. È necessario che organizzazioni UE come Europol, Eurojust, Frontex e il Centro comune di situazione dell'Unione europea (SitCen) effettuino periodiche valutazioni delle minacce e dei rischi.

L'ultima relazione di Europol[2] individua tre minacce emergenti che suscitano timori particolarmente vivi:

In primo luogo, i problemi derivanti dai ritmi rapidissimi connaturati alla tecnologia Internet . Internet è ormai un elemento integrante e indispensabile della vita quotidiana dei cittadini dell'Unione europea, ma sta pure diventando uno dei fattori che agevolano più efficacemente tutta una serie di attività criminose, oltre che un veicolo della propaganda terroristica. Il ricorso sempre più frequente alla tecnologia Internet rende la nostra società più vulnerabile alle sofisticate incursioni degli hacker, che possono prendere di mira le amministrazioni, i sistemi di controllo industriali oppure le banche.

In secondo luogo, le potenziali implicazioni dell' attuale crisi economica . Le crescenti restrizioni finanziarie rischiano di ridurre le risorse a disposizione delle autorità pubbliche per contrastare le minacce alla sicurezza interna. Per tale problema non esiste una soluzione ovvia e immediata, ma tutti dobbiamo avere una chiara consapevolezza di queste limitazioni e delle loro conseguenze.

In terzo luogo, l'impatto sull'Unione europea della dimensione esterna della sicurezza . La sicurezza interna dell'Unione è strettamente legata alla situazione della sicurezza nei paesi limitrofi, come dimostrano gli avvenimenti cui abbiamo recentemente assistito nel mondo arabo. Questi incoraggianti sviluppi, che recano democrazia e prosperità a quella regione, hanno altresì innescato vasti spostamenti di popolazioni che a loro volta mettono a dura prova le capacità di gestione delle frontiere nei paesi vicini, compresa la frontiera esterna dell'Unione europea. Allo stesso modo, i continui spostamenti di popolazioni e le carenze di governance possono propiziare un incremento dell'attività criminale e terroristica nell'area del Sahel. A sud-est dell'Unione europea, i paesi dei Balcani occidentali rimangono una costante fonte di preoccupazione a causa delle persistenti attività della criminalità organizzata transnazionale, che gestisce ancora svariate forme di traffico illecito, tra cui la tratta di esseri umani, la vendita di merci contraffatte e il traffico di stupefacenti.

Non è mai stata così urgente l'esigenza di ricorrere alla cooperazione, all'interno dell'Unione europea, per far fronte a queste sfide. Nei prossimi anni sarà necessario attuare le azioni individuate; ma non basterà ancora. Bisogna tradurre questi obiettivi strategici in azioni e piani concreti. A tal proposito la Commissione apprezza la metodologia del ciclo programmatico Harmony dell'Unione europea, destinato a trasformare priorità politiche e valutazioni delle minacce in piani d'azione operativi, in particolare nei settori delle gravi forme di criminalità organizzata internazionale, della criminalità informatica e della gestione delle frontiere, grazie alla realizzazione delle otto priorità concordate dal Consiglio[3].

Nell'opera di attuazione della Strategia di sicurezza interna in azione, la Commissione garantirà costantemente il completo rispetto dello Stato di diritto e della Carta dei diritti fondamentali, compreso il diritto alla riservatezza delle singole persone.

La relazione seguente fornisce una valutazione dell'attuazione della SSI in azione nel 2011, esaminando lo stato della sicurezza interna dell'Unione europea per ciascuno dei cinque obiettivi della SSI in azione[4], e offre anche, in prospettiva, una riflessione sulle azioni da adottare nel 2012; una valutazione dettagliata delle principali misure applicate nel 2011 viene presentata nell'allegato.

II. Lo stato della sicurezza interna dell'Unione europea

1. Reti di criminalità internazionale/organizzata

Viene emergendo un nuovo paesaggio criminale, contraddistinto in modo sempre più marcato da gruppi flessibili e mobilissimi che operano in molteplici giurisdizioni e settori criminali, ricorrendo, in particolare, al sistematico utilizzo illegale di Internet. I gruppi più dotati di risorse si sono accaparrati svariati settori di interessi economici criminali, aumentando la propria resilienza in un periodo di austerità economica e dimostrandosi altresì sempre più capaci di individuare e sfruttare nuovi mercati illeciti. Attività in cui il rischio percepito è minimo, come le frodi nel campo dei crediti di carbonio o con carte di pagamento e la contraffazione di vari tipi di merci, attirano sempre più l'interesse di gruppi criminali già radicati.

Benché la criminalità organizzata e i gruppi terroristici si prefiggano obiettivi differenti, le connessioni tra questi due tipi di attività sembrano sempre più diffuse: si ricorre sistematicamente al crimine per finanziare attività terroristiche[5]. Talvolta i gruppi terroristici partecipano direttamente alla criminalità organizzata, oppure sono affiliati a singoli criminali o gruppi di criminali, in settori come il traffico di armi e stupefacenti, la tratta di esseri umani o le frodi finanziarie, il riciclaggio di denaro e l'estorsione.

La cooperazione transfrontaliera tra le autorità è un requisito essenziale per superare le sfide che incombono sulla sicurezza interna dell'Unione europea. Gli strumenti disponibili per lo scambio di informazioni – in particolare l'iniziativa svedese[6] e le decisioni di Prüm[7], – non sono stati però ancora applicati completamente negli Stati membri. Occorre rinsaldare e rendere più coerente lo scambio di informazioni relative all'attività di contrasto transfrontaliera.

È necessario dare ai cittadini europei la sicurezza che a un'energica attività di smantellamento delle reti criminali si affianca il coordinamento di azioni giudiziarie eque ed efficienti; ma vari strumenti di cooperazione in materia giudiziaria e nel campo dell'attività di contrasto attendono ancora la ratifica e l'attuazione da parte di tutti gli Stati membri.[8] Inoltre, i differenti requisiti vigenti negli Stati membri in materia di perquisizione e sequestro transfrontalieri possono ostacolare il coordinamento di azioni urgenti in differenti giurisdizioni. Un ordine europeo di indagine penale rafforzerebbe il principio del riconoscimento reciproco e permetterebbe di superare i problemi che attualmente ostacolano la raccolta di informazioni e prove nei casi transfrontalieri.

Il valore complessivo dei beni bloccati e confiscati nell'Unione europea rimane esiguo rispetto alla ricchezza stimata delle organizzazioni criminali: occorre quindi intensificare gli sforzi per rintracciare e sequestrare i beni di origine illecita con maggiore efficacia. La criminalità organizzata cerca di reinvestire in attività legali, e di conseguenza si rende necessario introdurre norme più severe contro il riciclaggio, nonché concentrare gli sforzi operativi sui mezzi utilizzati dai criminali per infiltrarsi nell'economia legale.

Nel 2011, per arricchire l'arsenale di cui l'Unione europea può disporre nella lotta contro la criminalità organizzata, la Commissione ha adottato tra l'altro un pacchetto di misure riguardanti la lotta contro la corruzione e ha proposto un intervento legislativo dell'Unione europea sulla raccolta dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri presenti sui voli in entrata o in uscita dal territorio dell'Unione europea.

Prospettive per il 2012

La Commissione intende:

- adottare un pacchetto sulla confisca e il recupero dei beni di origine illecita;

- presentare una proposta di riforma di Europol e CEPOL, insieme al Piano europeo di formazione;

- presentare una proposta di riforma di Eurojust;

- puntare alla conclusione di due nuovi accordi PNR con gli Stati Uniti e il Canada;

- lavorare all 'adozione della propria proposta di direttiva sulla raccolta dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri;

- presentare una comunicazione sul modello europeo di scambio delle informazioni;

- elaborare una strategia per il contrasto ai reati finanziari;

- presentare una proposta di revisione della direttiva antiriciclaggio/lotta al finanziamento del terrorismo; e

- emanare una strategia quinquennale per la tratta di esseri umani.

Gli Stati membri sono incoraggiati a:

- attuare le azioni previste dal ciclo programmatico dell'Unione europea;

- intensificare gli sforzi per sviluppare un approccio amministrativo che coinvolga tutti gli organismi del settore pubblico , e non solo le autorità di contrasto, nella protezione dell'economia dalla criminalità e dalla corruzione;

- compiere progressi verso l 'istituzione di validi uffici per il recupero dei beni, agevolando altresì lo scambio di informazioni e migliori prassi;

- ratificare e attuare gli strumenti esistenti per la cooperazione e lo scambio di informazioni nel settore giudiziario e dell 'attività di contrasto: in particolare l'iniziativa svedese, la direttiva sulla conservazione dei dati e le decisioni di Prüm, nonché le Convenzioni sul trasferimento delle procedure penali e sull'assistenza reciproca in materia penale; e

- recepire senza indugio la direttiva concernente la tratta di esseri umani.

2. Terrorismo e radicalizzazione

A dieci anni di distanza dagli avvenimenti dell'11 settembre, le statistiche relative agli individui sospetti di terrorismo indicano che il terrorismo islamico rimane la minaccia prevalente per l'Unione europea. La tragedia che si è abbattuta sulla Norvegia nel luglio di quest'anno ci ricorda però che la minaccia del terrorismo non scaturisce da un'unica costellazione di ideologie e motivazioni politiche e religiose. La rete di prima risposta, istituita sulla scia degli attentati terroristici che hanno colpito Londra nel 2005, è stata attivata per la prima volta in seguito all'attentato perpetrato in Norvegia e si è dimostrata utile.

Il terrorismo di matrice interna e la radicalizzazione dei cittadini dell'Unione costituiscono una crescente fonte di preoccupazione. L'Unione europea deve anticipare gli sviluppi sia del processo di radicalizzazione in sé, sia della tecnologia che viene utilizzata. La rete europea di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione, varata nel settembre 2011, è concepita per agevolare la condivisione delle conoscenze, migliorare la consapevolezza del problema e individuare soluzioni nuove e creative per contrastare l'estremismo violento. La Commissione garantirà l'adozione di un approccio coerente con il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e il coordinatore antiterrorismo, per contrastare l'estremismo violento sia all'interno che all'esterno dell'Unione europea.

Il rischio della radicalizzazione di singoli individui non si può eliminare del tutto; di conseguenza, nella lotta contro il terrorismo sarà essenziale adottare iniziative che da un lato impediscano ai terroristi di accedere a finanziamenti e materiali, e dall'altro migliorino la sicurezza dei trasporti. Nel 2010, la Commissione ha proposto un piano d'azione dell'Unione europea per rafforzare la sicurezza del trasporto aereo di merci, il quale contenga nuove norme e definisca i criteri per individuare le merci ad alto rischio, ed è giunta ora alla fase finale dell'elaborazione di una valutazione dei rischi per la sicurezza dell'aviazione. Inoltre, un miglior scambio di informazioni con Europol ed Eurojust renderebbe più facile prevenire e poi perseguire l'attività terroristica.

Prospettive per il 2012

La Commissione intende:

- organizzare una conferenza ad alto livello sulla lotta contro l'estremismo violento, con il sostegno della rete UE di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione;

- preparare una serie di proposte relative all 'utilizzo di Internet da parte dei terroristi, esplorando metodi che permettano di combattere la radicalizzazione online;

- proporre uno strumento legislativo sul blocco dei beni per combattere il terrorismo e le attività connesse;

- rivedere la direttiva sulla designazione e la protezione delle infrastrutture critiche europee;

- presentare una revisione di medio termine sull'attuazione del piano d'azione UE per le sostanze chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari (CBRN), nonché una revisione del piano d'azione UE per le sostanze esplosive; e

- proporre opzioni per l 'istituzione di un sistema dell'Unione europea per il controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi, sulla base delle discussioni tenute con il Consiglio e con il Parlamento europeo; e

- proporre opzioni per rafforzare ulteriormente la sicurezza dei trasporti, con particolare riguardo per le questioni relative ai trasporti terrestri.

Gli Stati membri sono incoraggiati a:

- attuare il piano d'azione per la sicurezza del trasporto aereo di merci; e

- intensificare gli sforzi per contrastare l 'estremismo violento.

3. Criminalità informatica e sicurezza informatica.

L'Unione europea è un bersaglio chiave della criminalità informatica, soprattutto a causa della sua infrastruttura Internet avanzata, dell'alto numero di utenti e del fatto che i circuiti economici e i sistemi di pagamento sono fondati su Internet in misura sempre crescente. I ritmi di uno sviluppo tecnologico sempre più sofisticato imprimono alla criminalità informatica un'evoluzione incessante. Le nuove tendenze della tecnologia, come la diffusione della nuvola informatica e il crescente utilizzo delle apparecchiature mobili, rappresentano un'ulteriore minaccia per gli utenti e pongono alle autorità di contrasto sfide più complesse e più ardue[9]. La diffusione della tecnologia Internet nell'Unione europea ha propiziato inoltre un'espansione senza precedenti del mercato di materiale pedopornografico e del furto di proprietà intellettuale.

Internet non conosce confini, ma le competenze a perseguire la criminalità informatica restano ancora di livello nazionale; di conseguenza, gli Stati membri devono unire gli sforzi a livello di Unione europea per fornire una risposta comune. Tale impostazione comporta pure un ricorso più sistematico alla capacità attuali delle agenzie dell'Unione europea. La cooperazione con i partner internazionali potenzierà pure la capacità dell'Unione di contrastare la criminalità informatica.

Nel 2011 sono stati compiuti alcuni passi in avanti verso l'istituzione del Centro europeo per la criminalità informatica, e si è portata avanti l'opera di sostegno agli Stati membri per la formazione di gruppi di pronto intervento informatico nazionali/governativi. Il gruppo di lavoro UE/USA sull'informatica ha ottenuto risultati positivi, dalla cooperazione nella lotta alla pornografia infantile alle esercitazioni congiunte sulla prevenzione degli attacchi informatici.

Prospettive per il 2012

La Commissione intende :

- sviluppare una strategia europea complessiva per la sicurezza di Internet;

- adottare tutte le disposizioni necessarie per completare la configurazione del Centro europeo per la criminalità informatica entro il 2013; e

- far tesoro dell'opera compiuta dal gruppo di lavoro UE/USA per la sicurezza e la criminalità informatica, e avviare la cooperazione con altri partner internazionali.

Gli Stati membri sono incoraggiati a :

- attuare le azioni previste dal ciclo programmatico dell'Unione europea;

- perseverare negli sforzi tesi a sviluppare le capacità nazionali in materia di sensibilizzazione e formazione contro la criminalità informatica e a istituire centri di ecce llenza;

- ratificare la Convenzione del Consiglio d 'Europa sulla criminalità informatica [10] ;

- istituire gruppi di pronto intervento informatico nazionali/governativi (CERT) e creare una rete efficiente;

- e migliorare i sistemi di segnalazione per la criminalità informatica.

4. Gestione delle frontiere

Nel corso del 2011 gli Stati membri e Frontex hanno dovuto intensificare gli sforzi per contrastare la crescente pressione che si registra alle frontiere esterne dell'Unione europea. Dall'avvio dell'operazione Hera nel 2006, Frontex è riuscita a chiudere il percorso di immigrazione irregolare che dall'Africa occidentale conduceva alle isole Canarie. Lungo la frontiera orientale dell'Unione europea si osserva sempre una vasta attività di contrabbando; quest'anno, però, la Commissione ha presentato un ventaglio di azioni da adottare per far fronte a questo fenomeno[11]. La frontiera marittima mediterranea e quella terrestre con la Turchia sono attualmente – e sono probabilmente destinate a rimanere – i punti nevralgici dei passaggi di frontiera irregolari verso l'Unione europea.

In seguito agli avvenimenti che hanno recentemente interessato l'Africa del nord, più di 50 000 migranti sono entrati nell'Unione europea attraverso la frontiera marittima mediterranea, spesso con l'ausilio di reti criminali. L'operazione congiunta Hermes , organizzata da Frontex nel febbraio 2011, è servita a sorvegliare questo percorso. Allo stesso modo, le squadre di intervento rapido alle frontiere (RABIT) di Frontex hanno fornito per la prima volta un sostegno alla gestione delle frontiere presso la frontiera terrestre fra Grecia e Turchia, contribuendo a ridurre, nel periodo in cui sono rimaste operative, il numero dei passaggi irregolari del 75%.

Nel gennaio del 2011 la Commissione ha presentato il quadro del sistema europeo di sorveglianza alle frontiere (EUROSUR). Lungo le frontiere esterne terrestri e marittime, FRONTEX ha avviato, in cooperazione con sei Stati membri, un progetto pilota il quale ha formato la base della proposta legislativa della Commissione su EUROSUR, che verrà presentata nel dicembre 2011, con l'intento di rendere il sistema operativo nel 2013.

La gestione delle frontiere esterne deve migliorare la sicurezza ma anche agevolare i viaggi. Tenendo presenti tali obiettivi, nel 2011 la Commissione ha presentato proposte per perfezionare il sistema Schengen di valutazione e monitoraggio e per analizzare la potenziale istituzione del sistema di registrazione ingressi/uscite e del programma per viaggiatori registrati richiesti dal Consiglio europeo.

Prospettive per il 2012

La Commissione intende:

- presentare proposte basate sui risultati delle discussioni sulla comunicazione "Frontiere intelligenti" (sistema ingressi/uscite e programma per viaggiatori registrati); e

- avanzare alcuni suggerimenti su possibili miglioramenti del coordinamento dei controlli di frontiera compiuti dalle differenti autorità nazionali (polizia, guardie di frontiera e autorità doganali).

Gli Stati membri sono incoraggiati a:

- attuare le azioni previste dal ciclo programmatico dell'Unione europea;

- continuare gli sforzi per l 'istituzione di EUROSUR; e

- partecipare attivamente ai dialoghi in materia di migrazione, mobilità e sicurezza con i nuovi governi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente.

5. Gestione delle crisi e delle catastrofi

Negli anni più recenti sui cittadini europei si sono abbattute catastrofi di vario genere, naturali o provocate dall'uomo. Permane la minaccia di atti deliberati come attentati terroristici o attacchi informatici, oppure della propagazione dolosa o accidentale di malattie e agenti patogeni. Il terremoto che ha colpito L'Aquila in Italia, la nube di ceneri eruttata da un vulcano in Islanda, l'attentato terroristico di luglio in Norvegia confermano la necessità che l'Unione europea migliori la propria capacità di gestione delle crisi e delle catastrofi. L'incidente di Fukushima, poi, ha messo in luce non solo le potenziali conseguenze di una catena causale di eventi – dal terremoto allo tsunami alla crisi nucleare – ma anche l'impatto globale di questi stessi eventi, per esempio sui trasporti internazionali, sulle dogane e sulla sicurezza alimentare: tutto questo esige complesse soluzioni in materia di gestione dei rischi.

La complessità e la portata di tali sfide impongono l'adozione di un approccio di ampio respiro alla valutazione dei rischi, alla preparazione delle previsioni e all'opera di prevenzione, preparazione e mitigazione. Ne deriva la necessità di coordinare il ventaglio di differenti politiche, strumenti e servizi di cui dispongono l'Unione europea e gli Stati membri.

Tramite Europol, Frontex, il Centro di situazione congiunto dell'Unione europea (SitCen) e il Centro di monitoraggio e informazione della Commissione europea, l'Unione è in grado di attingere a determinate capacità ed esperienze per la raccolta e l'analisi delle informazioni, la valutazione delle minacce e il pronto intervento nei differenti settori della sicurezza interna. Una delle sfide più importanti che si presenteranno nei prossimi anni è rappresentata in ogni caso dalla necessità di giungere gradualmente a una coerente politica di gestione dei rischi, che colleghi la valutazione delle minacce e dei rischi alla formulazione e all'attuazione delle politiche. Nel corso del 2011 sono stati compiuti i primi passi in questa direzione.

Prospettive per il 2012

La Commissione intende:

- contribuire all'ulteriore sviluppo di una politica dell'Unione europea per la valutazione delle minacce e dei rischi e preparare una sintesi dei principali rischi naturali e provocati dall'uomo che l'Unione europea può trovarsi ad affrontare in futuro;

- sviluppare ulteriormente la propria capacità di valutazione strategica, in primo luogo riunendo le esistenti competenze dei vari attori (Europol, Frontex e SitCen) nel campo della sicurezza inte rna; e

- presentare una proposta comune, insieme all 'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, per l'attuazione della clausola di solidarietà.

Gli Stati membri sono incoraggiati a:

- elaborare periodicamente valutazioni delle minacce e dei rischi; e

- sostenere gli sforzi per incrementare la capacità europea di risposta alle catastrofi.

III. Conclusione

La presente relazione sulla sicurezza interna dell'Unione europea pone in rilievo alcuni aspetti che dovranno essere oggetto di ulteriore riflessione da parte del Parlamento europeo, degli Stati membri, della Commissione e in generale dell'intera società.

Le minacce evidenziate dalla SSI in azione nel novembre 2010 hanno conservato in pieno la loro importanza nel 2011, e quindi devono sempre costituire il punto focale delle azioni dell'Unione europea nel campo della sicurezza interna.

Nella lotta contro la criminalità organizzata si sono registrati progressi cospicui, in particolare con la proposta di introdurre una legislazione europea sulla raccolta dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri presenti sui voli in entrata o in uscita dal territorio dell'Unione europea, nonché con l'adozione del pacchetto sulla lotta contro la corruzione. Occorre però compiere ulteriori passi in avanti in fatto di cooperazione giudiziaria e tra le autorità di contrasto, e di sviluppo dell'approccio amministrativo nella lotta contro le gravi forme di criminalità.

Per quanto riguarda il terrorismo e la radicalizzazione , fra i risultati ottenuti va ricordata in particolare l'istituzione della rete europea di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione. L'adozione di una comunicazione su un sistema di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi costituisce a sua volta un importante passo in avanti. Occorre comunque intensificare gli sforzi per quanto riguarda la creazione di un quadro per le misure amministrative sul blocco dei beni dei terroristi e il miglioramento della sicurezza dei trasporti terrestri.

Le azioni di lotta contro la criminalità informatica stanno registrando sviluppi positivi. Si sono compiuti progressi verso la formazione del Centro europeo per la criminalità informatica e l'istituzione di gruppi di pronto intervento informatico. Numerosi Stati membri devono attivarsi con urgenza per ratificare la Convenzione di Budapest.

Quanto alla gestione delle frontiere , l'istituzione di EUROSUR è già stata avviata, ma è ancora necessario discutere in maniera più approfondita la proposta "Frontiere intelligenti" e continuare a lavorare per migliorare la cooperazione tra le agenzie a livello nazionale.

Anche le azioni connesse alla gestione delle crisi e delle catastrofi hanno fatto registrare dei passi in avanti. Nel 2011, per esempio, si è lavorato nel campo della valutazione dei rischi. Tuttavia la gestione delle crisi è il settore in cui occorre intensificare gli sforzi, se si desidera raggiungere l'obiettivo prefissato. È essenziale che tra gli Stati membri, la Commissione e il SEAE regni un clima di piena collaborazione e di impegno senza riserve.

È stato svolto un lavoro assai cospicuo per sanare la frattura tra sicurezza interna ed esterna. Sono state sviluppate numerose iniziative per promuovere la cooperazione e il coordinamento: in questo quadro rientrano la cooperazione pratica in materia di terrorismo, criminalità transnazionale e immigrazione irregolare nei Balcani occidentali, nel Corno d'Africa e nel Sahel. Inoltre, il SEAE e la Commissione hanno elaborato un documento congiunto sul rafforzamento dei legami tra gli interlocutori dei settori della politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) e in quello della libertà, sicurezza e giustizia (GAI); rientrano in questo quadro anche le possibilità di cooperazione tra le missioni di polizia PSDC ed Europol.

Infine, il successo di qualsiasi strategia dipende dalla capacità di produrre risultati concreti. Per la SSI in azione il 2011 ha segnato un avvio promettente. Rimangono però ancora tre anni, nei quali dovremo svolgere un vasto lavoro per garantire la sicurezza dei cittadini europei. Per la prossima relazione annuale è necessario progredire in tutte le priorità, ma soprattutto nella lotta contro le gravi forme di criminalità organizzata e nel contrasto alla crescente minaccia informatica.

Allegato

Attuazione dei cinque obiettivi SSI nel 2011

Il presente allegato offre un aggiornamento sull'attuazione delle cinque priorità della Strategia di sicurezza interna in azione, insieme a un panorama informativo sui principali risultati del 2011 e a una tabella che illustra la situazione attuale delle misure previste nell'ambito di ciascun obiettivo.

Dopo l'adozione della SSI in azione nel 2010, il ciclo programmatico dell'UE 2011-2013 per contrastare la criminalità organizzata Harmony è stato a sua volta adottato dal Consiglio. Esso si articola su otto priorità dedicate alla lotta contro le gravi forme di criminalità organizzata e la criminalità informatica, nonché al rafforzamento della gestione delle frontiere[12]. Tale metodologia rappresenta un importante passo in avanti verso la traduzione delle priorità politiche e della strategia della SSI in operazioni che producano concreti risultati collettivi in materia di sicurezza interna.

Obiettivo 1 — Smantellare le reti criminali internazionali

Dati del codice di prenotazione (PNR)

Nel febbraio 2011 la Commissione ha presentato una proposta legislativa sulla raccolta dei dati del codice di prenotazione dei passeggeri presenti sui voli in entrata o in uscita dal territorio dell'Unione europea. Tale proposta, che intende consentire alle competenti autorità degli Stati membri di analizzare i dati per prevenire, individuare e perseguire i reati di terrorismo e altri reati gravi, è attualmente oggetto di discussione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Essa rientra in una politica PNR più vasta, che comprende la conclusione di accordi PNR con paesi terzi. Tali accordi consentono l'utilizzo di dati PNR provenienti dall'Unione europea da parte delle autorità di contrasto dei paesi in questione, per gli stessi scopi. Gli accordi vigenti con Canada e Stati Uniti sono attualmente in fase di rinegoziazione, mentre un nuovo accordo con l'Australia è stato firmato nel settembre 2011.

Nel programma di lavoro annuale per il 2012[13] del programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" (ISEC), la Commissione ha destinato opportunità di finanziamento per 25 milioni di euro all'istituzione di unità PNR negli Stati membri.

Squadre investigative comuni

A sostegno della formazione di squadre investigative comuni (SIC) – soprattutto in tempi brevi – e allo scopo di esercitare un impatto pratico positivo sulla lotta contro la criminalità transfrontaliera, la Commissione ha previsto una seconda tornata di finanziamenti, del valore di 2,1 milioni di euro, al progetto SIC di Eurojust "Sostenere un utilizzo più ampio delle squadre investigative comuni". Il progetto sostiene la formazione di nuove SIC e anche le SIC già esistenti garantendo loro un miglior accesso all'assistenza finanziaria nei prossimi anni. Nel primo anno, l'attuale progetto di Eurojust ha già offerto sostegno a 33 SIC incaricate di indagare su reati di vario genere, quali il traffico di stupefacenti, la tratta di esseri umani, l'immigrazione illegale, il traffico di autoveicoli rubati, la criminalità informatica e quella finanziaria. Grazie alla propria rete di comunicazione e scambio d'informazioni rapida e sicura e alle proprie capacità di analisi e di sostegno logistico e scientifico, Europol ha pure contribuito alla formazione e all'attività delle SIC.

Esempio 1: Eurojust ha contribuito, tra l'altro, al successo dell'azione di una squadra investigativa comune istituita fra Germania e Romania per indagare sull'attività di un'organizzazione criminale implicata nella tratta di esseri umani. Grazie ai risultati di tale indagine è stato possibile formulare accuse contro 50 persone per tratta di esseri umani e reati connessi, giungere finora alla condanna di 6 autori di reati, interrogare 148 testimoni e sequestrare 860 000 euro (in contanti e proprietà). In base al progetto di finanziamento delle SIC, Eurojust ha fornito un sostegno per le spese di viaggio e alloggio dei membri delle SIC, consentendo in tal modo una comunicazione diretta e la realizzazione stessa delle citate azioni investigative comuni. È stato fornito pure un sostegno finanziario per la traduzione dei materiali investigativi. Esempio 2: Una SIC multilaterale coordinata da Eurojust ha svolto un ruolo essenziale per condurre al successo le indagini e l'azione giudiziaria su un vasto traffico di cocaina diretto dall'America meridionale in Europa. L'accordo relativo alla SIC, firmato dapprima per un periodo di sei mesi, è stato successivamente prorogato più volte per consentire di portare avanti senza interruzioni un lavoro durato oltre due anni. Le autorità giudiziarie e di polizia partecipanti alla SIC si sono incontrate regolarmente per decidere le strategie comuni, e hanno potuto scambiarsi informazioni e prove senza i ritardi derivanti dalle tradizionali richieste di reciproca assistenza giuridica. Pubblici ministeri e autorità di contrasto del paese X erano presenti durante gli interrogatori dei sospetti effettuati nel paese Y. La nomina di capi della SIC, dotati del potere di guidare l'intera SIC allorché questa operava nel loro paese, ha agevolato la rapida esecuzione delle misure di contrasto e di cooperazione giudiziaria nelle diverse giurisdizioni. Eurojust ha coordinato l'operato della SIC nelle riunioni tenute all'Aia con l'attiva partecipazione e il contributo analitico di Europol. I finanziamenti erogati da Eurojust alla SIC sono stati utilizzati per contribuire per esempio alle spese di interpretazione, traduzione di documenti, viaggio e alloggio. Eurojust ha fornito altresì attrezzature per effettuare comunicazioni sicure tra i membri della SIC. La SIC ha contribuito all'arresto di una trentina di importanti individui sospetti nelle varie parti del mondo, al sequestro di oltre 1 000 chilogrammi di cocaina e di beni per un valore stimato di milioni di euro. |

A partire dal febbraio 2011, nell'ambito di Eurojust opera il segretariato della rete delle squadre investigative comuni[14], con il compito di sensibilizzare, risolvere problemi e scambiare buone prassi tra gli operatori. Le disposizioni della decisione Eurojust riveduta che condizionano il finanziamento comunitario delle SIC all'estensione a Eurojust dell'invito a partecipare (articolo 9 septies) e che invitano gli Stati membri a segnalare a Eurojust la formazione di una SIC (articolo 13, paragrafo 5) contribuiranno a offrire una panoramica più precisa di tutte le SIC operanti nell'Unione europea.

Lotta contro la corruzione

Per lungo tempo la corruzione è stata considerata un problema essenzialmente nazionale. Gradualmente è risultato però sempre più chiaro che essa comporta pure effetti transfrontalieri, e che perciò non è possibile combatterla con successo isolatamente. La criminalità organizzata transfrontaliera ricorre spesso alla corruzione per infiltrarsi più agevolmente nel sistema giuridico. Leggi e istituzioni necessarie per combattere la corruzione sono già ampiamente in vigore, ma all'interno dell'Unione europea l'attuazione delle politiche di lotta contro la corruzione rimane disuguale. Il programma di Stoccolma invita la Commissione a elaborare indicatori per misurare gli sforzi compiuti dagli Stati membri nella lotta contro la corruzione.

Nel giugno 2011 la Commissione ha adottato un pacchetto contro la corruzione che istituisce a livello di Unione europea un meccanismo di relazioni per la valutazione periodica degli sforzi degli Stati membri contro la corruzione ("relazione dell'Unione sulla lotta contro la corruzione"). Tale relazione valuterà risultati, carenze e punti vulnerabili degli Stati membri, allo scopo di potenziare la volontà politica di varare approcci di totale intransigenza nei confronti della corruzione, incoraggiare l'apprendimento tra pari e lo scambio delle migliori prassi. La Commissione pubblicherà la relazione a scadenza biennale, a partire dal 2013; dedicata a questioni trasversali, essa individuerà le tendenze a livello di Unione europea e offrirà analisi e raccomandazioni specifiche per ogni paese.

Nel quadro del pacchetto contro la corruzione, una relazione della Commissione sulle modalità di partecipazione dell'Unione europea al Gruppo di Stati del Consiglio d'Europa contro la corruzione (GRECO) analizza varie possibilità per rafforzare la cooperazione tra l'Unione europea e il GRECO, giungendo alla conclusione che l'adesione dell'Unione europea al GRECO rappresenta il percorso adeguato verso il raggiungimento degli obiettivi fissati dal programma di Stoccolma. In base a tali considerazioni, la Commissione chiederà al Consiglio l'autorizzazione ad aprire negoziati per l'adesione al GRECO; tale passo produrrebbe sinergie tra il sistema di valutazione del GRECO e la relazione dell'Unione sulla lotta contro la corruzione, garantendo così un approccio coerente nella lotta alla corruzione a livello europeo.

Con il sostegno finanziario del programma "Prevenzione e lotta contro la criminalità" (ISEC), Transparency International ha effettuato una ricerca comparativa in tutta l'Unione europea per valutare la rilevanza dei termini di prescrizione nella lotta contro la corruzione (il progetto si è concluso nel marzo 2011). Per individuare punti deboli e migliori prassi dei termini di prescrizione, la ricerca esamina la situazione dei 27 paesi dell'UE (un'analisi approfondita per 11 Stati membri e una sintesi complessiva delle condizioni attuali negli altri 16). Sulla base dei risultati della ricerca, Transparency International invocherà l'adozione, ove necessario, delle migliori prassi individuate[15]. |

Confisca e recupero di beni di origine illecita

Per recuperare i beni di origine illecita, la Commissione presenterà una proposta legislativa[16] mirante a rafforzare il quadro giuridico dell'Unione europea[17] sulla confisca e il recupero dei beni di origine illecita nell'Unione europea e sul potenziamento del mutuo riconoscimento del blocco e della confisca per quanto riguarda le gravi forme di criminalità.

Con l'aiuto dell'ISEC, l'Unione europea ha offerto assistenza agli Stati membri nell'istituzione e nel potenziamento degli uffici per il recupero dei beni. Per esempio, da un progetto ISEC è scaturita nel 2010 l'istituzione dell'ufficio ungherese per il recupero dei beni; in tale iniziativa è rientrata anche l'elaborazione di nuovi metodi di lavoro basati sulle migliori prassi di altri Stati membri[18]. Questo e altri progetti attualmente in corso, diretti a promuovere lo scambio di migliori prassi tra gli uffici per il recupero dei beni (per esempio CEART, FENIX) vengono regolarmente illustrati agli operatori nel corso delle riunioni della piattaforma degli uffici per il recupero dei beni dell'Unione europea. |

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Obiettivo 2 – Prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento

Rete europea di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione

La Commissione, in partenariato con il Comitato delle regioni, ha istituito la rete europea di sensibilizzazione al problema della radicalizzazione (RAN); inaugurata il 9 settembre 2011 dal Commissario Cecilia Malmström, la RAN è una rete di operatori estesa a tutta l'Unione europea, impegnata a combattere l'estremismo violento e composta da responsabili politici, funzionari dei servizi di contrasto e di sicurezza, autorità locali, universitari, esperti sul campo e organizzazioni della società civile, comprese le associazioni delle vittime. La rete si propone soprattutto di mettere in comune le esperienze, le conoscenze e le buone prassi; in particolare:

- consentire la comunicazione e il lavoro in rete tra i membri della RAN, per estendere la consapevolezza del fenomeno della radicalizzazione e migliorare le tecniche di comunicazione atte a contrastare la retorica dei terroristi;

- individuare, collaudare, valutare e comparare approcci e insegnamenti appresi nella lotta contro l'estremismo violento; e

- informare i responsabili politici, a livello sia di Unione europea che di Stati membri, e agire da canale di comunicazione tra la Commissione e gli operatori di prima linea.

Tramite l'ISEC la Commissione ha sostenuto l'operato della società civile e delle organizzazioni pubbliche che smascherano, traducono e contrastano la propaganda terroristica, comprese le sue manifestazioni su Internet. Per rafforzare la collaborazione operativa tesa a contrastare le attività terroristiche su Internet, la Commissione ha finanziato una serie di progetti, tra cui il progetto multilaterale guidato dalla Germania e intitolato "Esplorazione dell'estremismo islamico sul web in Europa" che esamina soprattutto i contenuti terroristici indirizzati ai giovani europei. I fondi erogati dall'ISEC sono stati utilizzati anche per finanziare un dialogo tra pubblico e privato mirante a sviluppare un Codice europeo di condotta volontario in materia di buone prassi per la cooperazione tra autorità di contrasto e operatori del settore privato, tra i quali fornitori di servizi Internet, operatori della rete e numeri verdi per la segnalazione di reclami Infine, la Commissione ha impiegato i finanziamenti ISEC anche a sostegno dei responsabili politici e per potenziare le capacità delle autorità di contrasto dell'Unione con una serie di studi, tra cui uno dedicato a metodologie e strumenti tecnologici che consentano di individuare efficacemente i contenuti violenti su Internet e rintracciarne gli autori; tale studio, che secondo le previsioni verrà presentato entro la fine del 2011, sarà di aiuto per indagare e perseguire i responsabili della produzione e diffusione di materiale illegale |

Estrazione e analisi dei dati di messaggistica finanziaria (UE TFTS)

L'Unione europea ha firmato con gli Stati Uniti l'accordo sul programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (USA TFTP) che fornisce il quadro giuridico per il trasferimento dei dati di messaggistica finanziaria dall'Unione europea agli Stati Uniti a fini di antiterrorismo; la revisione effettuata nel marzo 2011 ha dimostrato l'efficacia di tale accordo nella lotta al terrorismo. Nel luglio 2011 è stata adottata una comunicazione su un sistema dell'Unione europea per il controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (TFTS), nella quale si indicavano le principali opzioni disponibili per l'istituzione di tale sistema, insieme ai più gravi problemi ancora da risolvere prima di poter proporre formalmente il sistema stesso. La comunicazione intende stimolare il dibattito con il Consiglio e il Parlamento europeo, e la Commissione attenderà l'esito di tali discussioni prima di presentare una proposta legislativa.

Sicurezza dei trasporti

Il settore marittimo e quello dell'aviazione hanno già dimostrato il valore aggiunto che opportuni meccanismi di comunicazione e coordinamento, uniti a norme comuni in materia di sicurezza, possono produrre a livello europeo, in considerazione della natura transfrontaliera dell'industria dei trasporti. La prossima comunicazione della Commissione sulla sicurezza dei trasporti sarà dedicata in gran parte all'elaborazione di un approccio corrispondente per la sicurezza dei trasporti terrestri. Essa riguarderà altresì la necessità che il settore dei trasporti metta a punto sistemi adeguati: misure di prevenzione, una pianificazione d'emergenza per affrontare gli incidenti in materia di sicurezza, piani di recupero, formazione, eccetera. Verrà privilegiata l'indicazione di obiettivi da raggiungere nel campo della sicurezza, piuttosto che la definizione di requisiti di sicurezza vincolanti per i trasporti.

Per agevolare lo sviluppo di una politica in questo settore, nel 2012 verrà istituito un Gruppo consultivo per la sicurezza dei trasporti terrestri. Tra le questioni prioritarie che questo Gruppo dovrà analizzare, ricordiamo l'esigenza di fissare standard di sicurezza a livello di Unione europea per la rete ferroviaria ad alta velocità.

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Obiettivo 3 — Aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese nel ciberspazio

Centro europeo per la criminalità informatica

La Commissione ha ordinato uno studio di fattibilità sulle questioni della località e delle modalità di istituzione del Centro europeo per la criminalità informatica (ECC), concepito come futuro punto focale della lotta contro la criminalità informatica a livello europeo. Tale studio, varato nel maggio 2011, produrrà i primi risultati entro la fine di quest'anno; i risultati finali, corredati dalle raccomandazioni, saranno disponibili all'inizio del 2012. In attesa delle raccomandazioni che scaturiranno dallo studio, nel giugno 2011 Europol ha deciso di riorganizzare le proprie competenze di criminalità informatica e ha reindirizzato le risorse verso questo fenomeno criminale in rapida espansione.

L'ISEC finanzia vari progetti di formazione per organismi di contrasto incaricati di indagare sulla criminalità informatica. Per esempio, un progetto ISEC giunto a conclusione all'inizio del 2011 ha progettato e svolto corsi di formazione per indagini in campo informatico e di polizia scientifica. La formazione era destinata al personale di vari servizi di contrasto e di organismi europei e internazionali, con particolare riguardo allo sviluppo di una cooperazione più stretta con il settore privato; al progetto hanno partecipato partner di tutti gli Stati membri dell'Unione europea ed Europol.[19] A livello nazionale, la Commissione ha fornito un sostegno finanziario allo sviluppo di capacità nazionali in materia di sensibilizzazione e formazione contro la criminalità informatica, nonché all'istituzione di centri di eccellenza. Nel 2011 sono stati aperti quattro di questi centri: 2CENTRE (Francia e Irlanda), B-CCENTRE (Belgio) e 2CENTRE EST (Estonia). |

Gruppi di pronto intervento informatico (CERT)

Nel marzo 2011, la Commissione ha adottato una comunicazione relativa alla protezione delle infrastrutture critiche informatizzate (CIIP)[20] che tiene conto dell'attuazione del piano d'azione CIIP 2009[21] e descrive le prossime tappe dell'azione da adottare a livello europeo e internazionale. Nel maggio 2011 il Consiglio "Telecomunicazioni" ha adottato alcune conclusioni a tale proposito. È stata individuata una serie di settori in cui è necessario intensificare gli sforzi per rafforzare la capacità nazionale di sicurezza informatica, con particolare riguardo per: l'istituzione di CERT nazionali/governativi e la formazione di una rete efficiente di CERT nazionali/governativi in Europa entro il 2012; l'elaborazione di piani di emergenza nazionali in caso di incidenti informatici e di un piano di emergenza europeo in caso di incidenti informatici; l'organizzazione di esercitazioni nazionali e paneuropee periodiche in caso di incidenti informatici. Le istituzioni dell'Unione europea si sono mosse verso l'istituzione di un proprio CERT formando, il 1° giugno 2011, un gruppo per la preconfigurazione del CERT. Esso verrà sottoposto a valutazione nel giro di 12 mesi, così da giungere a una decisione sulle condizioni necessarie alla formazione di un CERT per le istituzioni dell'Unione europea.

Gruppo di lavoro UE/USA sulla sicurezza informatica e la criminalità informatica

Oltre alle misure specifiche delineate sopra, la Commissione ha continuato la stretta collaborazione all'interno del partenariato strategico nel gruppo di lavoro UE/USA sulla sicurezza informatica e la criminalità informatica, dedicandosi alla protezione di essenziali risorse Internet dagli abusi e cercando di prevenire e perseguire la pedopornografia in rete.

Comportamento su Internet

Insieme al Servizio europeo per l'azione esterna la Commissione sta elaborando una posizione europea sulle recenti iniziative riguardanti il comportamento raccomandato su Internet e l'aiuto a paesi terzi per lo sviluppo di una legislazione sulla criminalità informatica, la formazione di capacità investigative e il miglioramento della resilienza della rete sulla base delle disposizioni della Convenzione di Budapest contro la criminalità informatica.

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Obiettivo 4 — Rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere

Istituzione di EUROSUR

Nel corso del 2011 si sono registrati significativi passi in avanti nel processo di sviluppo e attuazione di EUROSUR. Nel gennaio del 2011 la Commissione ha presentato il quadro tecnico e operativo di EUROSUR, individuando le azioni da adottare per rendere EUROSUR operativo entro il 2013[22]. Di conseguenza, 16 dei 18 Stati membri siti alla frontiera marittima meridionale oppure a quella terrestre orientale dell'Unione europea hanno istituito i rispettivi centri nazionali di coordinamento nel corso del 2011. Parallelamente, Frontex sta allestendo la rete EUROSUR, che consentirà di effettuare in condizioni di sicurezza il reciproco scambio di informazioni tra i centri nazionali di coordinamento e Frontex. Dopo il positivo collaudo effettuato tra Frontex e il centro nazionale di coordinamento della Polonia nel corso dell'estate, Frontex prevede di estendere la rete EUROSUR ad altri cinque Stati membri entro il novembre del 2011. Attualmente, la Commissione sta portando a termine il lavoro relativo alla proposta legislativa su EUROSUR, che verrà presentata al Consiglio a metà dicembre del 2011.

Nel contesto di EUROSUR e in stretta collaborazione con il Comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna (COSI), numerosi Stati membri meridionali hanno iniziato a preparare l'istituzione della rete regionale "SEAHORSE Mediterraneo" insieme ad alcuni selezionati paesi africani limitrofi. Parallelamente, Frontex, l'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) e il Centro satellitare dell'Unione europea (EUSC) hanno elaborato insieme un indirizzo operativo per l'utilizzo comune di satelliti, sistemi di rapportazione navale e altri strumenti di sorveglianza. Nel corso del 2011, alcuni casi selezionati di tale prevista cooperazione interagenzia sono stati messi alla prova tra Frontex, EMSA, EUROPOL e CeCLAD-M[23] nel Mediterraneo occidentale, all'interno dell'operazione congiunta di Frontex Indalo. Infine, sono stati compiuti progressi per l'ulteriore sviluppo di un sistema comune per la condivisione delle informazioni (CISE) sul settore marittimo dell'UE. |

Istituzione del sistema di informazione visti (VIS)

Nel 2011 abbiamo assistito a significativi passi in avanti nel completamento dello sviluppo del VIS. Le due ultime fasi di collaudo del VIS centrale sono state effettuate con la partecipazione degli Stati membri. Le cosiddette verifiche operative del sistema e prove di accettazione provvisoria del sistema sono state portate a termine con successo, rispettivamente nel secondo e terzo trimestre del 2011. In seguito alla conclusione di questi test complessivi e dopo aver ricevuto segnalazione di disponibilità da tutti gli Stati membri partecipanti al VIS, l'11 ottobre 2011 il VIS è divenuto operativo nella prima regione in cui ne era prevista l'introduzione (Africa settentrionale). Nell'arco dei prossimi mesi e anni l'impiego del sistema verrà gradualmente esteso alle regioni successive. La gestione operativa del VIS sarà affidata al C-SIS, l'organismo responsabile della gestione operativa del SIS 1.

Gestione comune del rischio per la circolazione delle merci attraverso le frontiere

L'attuazione in tutta l'Unione europea delle modifiche del codice doganale relative alla sicurezza e del quadro comune di gestione dei rischi nel settore doganale (CRMF) è stata portata a termine il 1° gennaio 2011, anche per quanto riguarda la presentazione sistematica elettronica di dichiarazioni preliminari all'arrivo e alla partenza da parte degli operatori commerciali, l'analisi di rischio elettronica da parte delle dogane dell'Unione europea, lo scambio di messaggi attraverso il sistema comune doganale di gestione dei rischi (CRMS) e il programma di operatore economico autorizzato (AEO). Quest'attuazione generalizzata getta le basi delle iniziative tese ad aumentare le capacità di analisi e determinazione dei rischi.

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Obiettivo 5 —Aumentare la resilienza dell'Europa alle crisi e alle calamità

Applicazione della clausola di solidarietà

Con l'applicazione della clausola di solidarietà l'Unione europea intende dare espressione tangibile al principio di solidarietà sancito dal trattato di Lisbona (articolo 222). È stato avviato il lavoro sulla clausola di solidarietà.

Orientamenti per la valutazione e la mappatura dei rischi ai fini della gestione delle catastrofi e approcci nazionali alla gestione dei rischi

Alla luce della prevista elaborazione di una coerente politica di gestione dei rischi, che connetta la valutazione dei rischi e delle minacce al processo decisionale, la Commissione, insieme agli Stati membri, ha redatto orientamenti UE per la valutazione e la mappatura dei rischi ai fini della gestione delle catastrofi[24]; tali orientamenti saranno impostati in modo da contemplare tutti i pericoli e tutti i rischi, e verteranno in linea di massima su tutte le calamità naturali e provocate dall'uomo, comprese le conseguenze degli attentati terroristici. Entro la fine del 2011 gli Stati membri dovranno aver messo a punto approcci nazionali alla gestione dei rischi, comprese le analisi dei rischi.

Minacce alla salute

La Commissione europea sta elaborando un'iniziativa riguardante la sicurezza sanitaria nell'Unione europea, allo scopo di proteggere in maniera più efficace la salute dei cittadini dalle più gravi minacce transfrontaliere. La prevenzione e il controllo, a livello di Unione europea, di minacce derivanti da malattie trasmissibili sono problemi già affrontati nell'ambito della legislazione adottata nel 1998, che fornisce le basi per la sorveglianza epidemiologica e il coordinamento della reazione; questo sistema si dimostra efficace da oltre un decennio. Non esiste però una legislazione di questo tipo dedicata alle minacce alla salute provocate da agenti chimici e biologici diversi dalle malattie trasmissibili, o da eventi ambientali. Questa iniziativa si prefigge perciò di verificare la possibilità e la necessità di far sì che tutte le minacce alla salute pubblica vengano affrontate con metodi analoghi a quelli adottati per le malattie trasmissibili. Nell'ambito della procedura per la valutazione d'impatto, la Commissione ha varato una consultazione tra i soggetti interessati, rivolta agli operatori della sanità pubblica negli Stati membri. Gli esiti della consultazione serviranno a preparare un'iniziativa legislativa che verrà presentata entro la fine del 2011[25].

Protezione delle informazioni riservate

L'Unione europea deve elaborare un approccio integrato sulla base di una valutazione comune e condivisa delle situazioni di crisi. In questo processo alcune agenzie dell'Unione svolgono un ruolo essenziale, e la possibilità di condividere informazioni riservate, a un livello adeguato, costituisce il prerequisito che consentirà un migliore scambio di informazioni e, se del caso, l'elaborazione di relazioni di valutazione congiunte delle minacce e dei rischi nell'ambito dell'Unione europea. L'efficace coordinamento tra istituzioni, organi e agenzie dell'Unione europea richiede un quadro generale coerente per la protezione delle informazioni riservate. La Commissione sta lavorando per sviluppare un quadro generale coerente entro il quale scambiare le informazioni riservate con le agenzie dell'Unione europea, e garantire così alle informazioni riservate una protezione equivalente a quella di cui godono presso le altre istituzioni e negli altri Stati membri.

Capacità europea di reazione alle emergenze

La Commissione ha presentato una proposta per l'istituzione di una capacità europea di reazione alle emergenze[26] basata su risorse preimpegnate degli Stati membri messe a disposizione per le operazioni UE, e su piani di emergenza già concordati. L'Unione europea deve passare da un coordinamento ad hoc a un sistema prepianificato, preconcordato e prevedibile; in tal modo la reazione dell'Unione alle catastrofi acquisterebbe efficienza, efficacia, coerenza e visibilità. Tale obiettivo si può raggiungere tramite una serie di azioni, tra cui lo svolgimento di periodiche valutazioni dei rischi, lo sviluppo di scenari di riferimento, la mappatura dei mezzi esistenti e l'elaborazione di piani d'emergenza, l'istituzione di una capacità europea di reazione alle emergenze sotto forma di condivisione volontaria di mezzi dei paesi partecipanti, da mettere a disposizione delle operazioni dell'Unione europea, così da contribuire alla pianificazione e alla disponibilità di mezzi per la reazione europea alle emergenze. Un'esercitazione di valutazione d'impatto (che comprende una consultazione dei soggetti interessati) è stata avviata a sostegno della proposta, avanzata dalla Commissione, di aggiornare la legislazione di protezione civile dell'Unione europea entro la fine del 2011.

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Problemi trasversali

Coerenza tra la dimensione interna e quella esterna della sicurezza

Una serie di iniziative miranti a promuovere la cooperazione tra gli aspetti interni ed esterni delle politiche di sicurezza è attualmente in via di elaborazione. Per intensificare la cooperazione e il coordinamento nel campo della sicurezza dell'Unione europea si convocheranno regolari riunioni informative interistituzionali, così da migliorare la pianificazione e il flusso di informazioni in questo campo. La prima di queste riunioni tra il COSI e il Comitato politico e di sicurezza si è tenuta il 1° giugno 2011, ed è consistita in uno scambio di vedute sui metodi per migliorare la sinergia tra aspetti interni ed esterni della sicurezza dell'Unione europea. Inoltre, il SEAE e la Commissione hanno elaborato un documento congiunto sul rafforzamento dei legami tra gli interlocutori dei settori della politica di sicurezza e difesa comune (PSDC) e dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (GAI); tale documento propugna l'idea che una cooperazione più stretta fra le missioni civili della PSDC e gli attori del GAI potrebbe produrre miglioramenti tangibili dal punto di vista della sicurezza europea. Le specifiche raccomandazioni del documento congiunto sottolineano l'importanza della condivisione di informazioni, che è necessario perfezionare per riuscire ad anticipare gli eventi anziché reagirvi. In secondo luogo, occorre promuovere il coordinamento della pianificazione dell'azione esterna dell'Unione europea, in quanto è essenziale cooperare a monte nella pianificazione delle missioni.

Un altro settore in cui si possono raggiungere risultati concreti è quello della cooperazione tra le missioni di polizia della PSDC ed Europol. Il Consiglio ha riconosciuto in parecchie occasioni che la PSDC[27] e molte azioni esterne GAI hanno avuto obiettivi comuni o complementari. Le missioni della PSDC hanno pure recato un contributo importante alla sicurezza interna dell'Unione europea, in quanto hanno sostenuto la lotta contro le gravi forme di criminalità transnazionale nei paesi ospitanti e hanno cercato di diffondere il rispetto per lo Stato di diritto. Il Consiglio europeo ha incoraggiato una cooperazione più stretta fra GAI e PSDC, per portare avanti questi obiettivi comuni. Anche il Programma di Stoccolma, adottato dal Consiglio europeo, afferma che Europol dovrebbe lavorare a più stretto contatto con le missioni di polizia in ambito PSDC e contribuire a promuovere norme e buone pratiche per la cooperazione europea in materia di applicazione della legge nei paesi non appartenenti all'UE.

È assai importante associare lo spazio GAI al processo fin dall'inizio, soprattutto nell'individuazione e nella valutazione della necessità di un'azione dell'Unione europea in una situazione di crisi. In tal modo sarà possibile valutare in maniera adeguata e tempestiva le competenze necessarie, tenendo conto della situazione della criminalità organizzata nel paese terzo o nella regione rispettivi; e si potrà anche contribuire a migliorare le decisioni politiche e operative nonché la definizione dei compiti che la missione di polizia civile dovrà poi applicare. Le capacità analitiche di Europol e la sua rete protetta per lo scambio di informazioni (SIENA), che connette le autorità di contrasto dei 27 Stati membri dell'Unione europea, possono aiutare le missioni PSDC a calibrare i metodi e definire gli obiettivi alla luce del quadro paneuropeo della criminalità organizzata fornito da Europol mediante analisi e valutazioni delle minacce.

Un secondo fattore, lo scambio di informazioni tra le missioni di polizia PSDC ed Europol, rappresenta un aspetto importante della cooperazione reciproca. Il meccanismo di cooperazione, comprendente lo scambio di dati non personali, si è radicato in larga misura grazie a un accordo amministrativo tra Europol e il Segretariato generale del Consiglio. Il principale problema in gioco riguarda quindi il metodo per rendere possibile lo scambio diretto con Europol di dati personali raccolti dalle missioni di polizia PSDC o relativi a esse. Nel caso di EULEX Kosovo[28], il cui mandato comprende pure compiti esecutivi, sono stati varati accordi specifici per consentire lo scambio di dati personali con Europol. Tale meccanismo potrebbe fungere da esempio di migliore prassi e applicarsi ad altre missioni PSDC, a seconda dei casi. È necessario altresì istituire un quadro normativo in materia di protezione di dati applicabile anche alla PSDC.

La politica di allargamento dell'Unione europea continua a essere uno dei fattori principali che contribuiscono alla sicurezza interna dell'UE. Il processo di allargamento offre importanti incentivi ai paesi interessati per realizzare le riforme necessarie a rafforzare le attività di contrasto e le capacità giudiziarie. Inoltre, il dialogo avviato sulla liberalizzazione dei visti e il meccanismo per il periodo successivo alla liberalizzazione dei visti hanno contribuito in maniera significativa all'attuazione delle riforme nei paesi dei Balcani occidentali.

L'Unione europea si propone poi di accrescere la capacità dei paesi partner di svolgere un ruolo attivo nell'affrontare le minacce odierne alla sicurezza, alla pace e alla stabilità in tutto il mondo. A tale scopo, le priorità di lungo periodo definite dallo "Strumento per la stabilità (IfS)" prevedono lo sviluppo di una capacità innovativa che intrecci l'assistenza tecnica e finanziaria a livello nazionale, regionale e transregionale. La prima priorità di questo strumento è connessa al sostegno agli sforzi internazionali, tesi a mitigare i rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari (CBRN). Le misure finanziate mediante l'IfS mirano a mitigare i rischi CBRN, tra cui la proliferazione delle armi di distruzione di massa (WMD), in particolare mediante politiche volte a controllare efficacemente i materiali e gli agenti CBRN, i controlli sulle esportazioni a duplice uso, e il reimpiego degli scienziati, già impegnati nel settore degli armamenti, in attività di ricerca pacifica. Per il periodo 2007-13 sono stati destinati a tale obiettivo 300 milioni di euro, ed è stata varata un'iniziativa nota come Centri di eccellenza CBRN con stanziamenti in bilancio pari a quasi 100 milioni di euro. Tale iniziativa mira a sviluppare, a livello nazionale e regionale, la necessaria capacità istituzionale per sventare i rischi CBRN indipendentemente dalla loro origine: rischi legati alla criminalità (proliferazione, furto, sabotaggio e traffici illegali), a incidenti (catastrofi industriali, come quelle di Bhopal o Fukushima o associate ai trasporti) o rischi naturali (soprattutto pandemie).

Per quanto riguarda la criminalità organizzata, il terrorismo, il traffico illegale di stupefacenti, di esseri umani e di armi, nonché le minacce alle infrastrutture critiche, la seconda priorità dello Strumento per la stabilità è incentrata sullo sviluppo della capacità in stretta consultazione con i paesi beneficiari. Essenzialmente, le capacità in termini di sicurezza vengono consolidate a livello nazionale, regionale e in ultima analisi anche a livello transregionale. Per il periodo 2007-2013 sono stati stanziati a favore di queste misure 118 milioni di euro.

Sostegno finanziario

La Commissione intende garantire che le attività in materia di sicurezza, fra cui la ricerca nel settore della sicurezza, la politica industriale e i progetti finanziati dai programmi per la sicurezza interna, siano coerenti con gli obiettivi strategici della SSI. I finanziamenti dell'Unione europea che potrebbero rendersi necessari per il periodo 2012-2013 saranno resi disponibili nell'ambito dei programmi finanziari in corso: "Prevenzione e lotta contro la criminalità (ISEC)" e "Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo e di altri rischi correlati alla sicurezza (CIPS)". Sotto questo punto di vista, il Programma annuale di lavoro ISEC 2011 riflette le aree prioritarie della Strategia di sicurezza interna dell'UE in azione. La Commissione inoltre ha effettuato una valutazione[29] sui risultati ottenuti e sugli aspetti qualitativi e quantitativi del Programma quadro "Sicurezza e tutela delle libertà (2007-2013)", che è composto dei due programmi ISEC e CIPS.

Per il periodo successivo al 2013, i fondi per la sicurezza interna saranno esaminati nel contesto di una discussione a livello dell'intera Commissione su tutte le proposte da presentare per quel periodo. Nell'ambito di tale discussione la Commissione ha proposto di istituire un Fondo per la sicurezza interna (ISF), all'interno del prossimo quadro finanziario pluriennale, che rifletta obiettivi strategici e priorità della Strategia di sicurezza interna, renda più facile alle competenti autorità e agenzie nazionali applicare le azioni prioritarie nel miglior modo possibile e si mantenga abbastanza flessibile da potersi adeguare alle nuove sfide e minacce che si profilano nel campo della sicurezza. La Commissione ritiene che l'attuale frattura tra finanziamento della ricerca e finanziamenti operativi si possa sanare sostenendo attività specifiche di prova e convalida (per esempio prototipi di sistema) nel quadro dell'ISF proposto. Tale metodo renderà più facile alle autorità di contrasto trasporre i risultati della ricerca di alto livello in materia di sicurezza nell'applicazione in serie e nell'utilizzo operativo su vasta scala.

Ricerca nel campo della sicurezza e cooperazione con il settore privato

La ricerca nel settore della sicurezza viene finanziata nell'ambito di un tema specifico all'interno del settimo programma quadro per la ricerca (2007-13). La Commissione garantisce la stretta conformità della programmazione complessiva alle politiche di sicurezza dell'Unione europea, come risulta altresì da molti degli oltre 200 progetti di ricerca finanziati finora nell'ambito di questo programma. Gli obiettivi strategici della SSI si riflettono con precisione nei Programmi di lavoro per la ricerca nel settore della sicurezza 2011-12. Per il programma di lavoro 2013, che da solo fornirà circa 290 milioni di euro, attualmente è in corso di svolgimento un'analisi che contribuirà a individuare le più importanti carenze ed esigenze del settore della ricerca, tenendo conto anche delle priorità definite dalla Strategia di sicurezza interna dell'UE in azione.

Dopo il 2013 la ricerca nel settore della sicurezza continuerà a ricevere finanziamenti tramite il futuro strumento pluriennale per la ricerca e l'innovazione ("Orizzonte 2020"). La proposta della Commissione per il bilancio totale a favore della ricerca e dell'innovazione nel prossimo quadro finanziario pluriennale prevede un incremento del 46%, che dovrebbe riflettersi nella rispettiva quota destinata alla ricerca nel settore della sicurezza.

Per garantire una migliore corrispondenza tra politiche e finanziamenti connessi alla sicurezza, la Commissione ha intensificato anche il dialogo con il settore privato, e in particolare con l'industria. A tale scopo si è proposto di istituire una tavola rotonda periodica (annuale) ad alto livello tra pubblico e privato in cui organi e istituzioni dell'Unione europea, Stati membri e settore privato possano scambiarsi idee sui metodi migliori per portare avanti l'attuazione delle priorità della SSI. La prima tavola rotonda ad alto livello tra pubblico e privato per la sicurezza tra UE, settore pubblico degli Stati membri e rappresentanti del settore privato si è svolta nel febbraio del 2011. Inoltre, per sfruttare il potenziale ancora intatto di un mercato della sicurezza pienamente funzionante, la Commissione sta attualmente preparando una comunicazione sulla politica dell'UE per il settore della sicurezza.

[1] Comunicazione della Commissione: La strategia di sicurezza interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura — COM(2010) 673/3, (di seguito "la SSI in azione").

[2] Cfr. Europol: OCTA, Valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata nell'UE ( Organised Crime Threat Assessment ), 2011.

[3] Cfr. le conclusioni del Consiglio che fissano le priorità dell'UE nella lotta alla criminalità organizzata nel periodo 2011-2013; doc. 11050/11, JAI 396 COSI 46 ENFOPOL 184 CRIMORG 81 ENFOCUSTOM 52 PESC 718 RELEX 603. Cfr. anche l'allegato.

[4] Questo documento è stato preparato da Europol con i contributi di Eurojust, Frontex, Commissione/DG ECHO, anche sulla base dei documenti strategici — OCTA, Valutazione Europol della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata nell'UE ( Organised Crime Threat Assessment ), 2011, Relazione TE-SAT ( Terrorism Situation and Trend Report ), 2011, ARA, Valutazione dei rischi annuali, ( Frontex' Annual Risk Analysis ), 2011, e WB-ARA, Analisi annuale dei rischi nei Balcani occidentali ( Western Balkans Annual Risk Analysis ), 2011, — e sugli interventi di Eurojust sui casi, come risulta dalla Relazione annuale 2010.

[5] Cfr. Europol: Relazione TE-SAT ( EU Terrorism Situation and Trend Report ) 2011.

[6] Decisione quadro 2006/960/GAI del Consiglio del 18 dicembre 2006.

[7] Decisioni 2008/615/GAI e 2008/616/GAI del Consiglio (Decisioni Prüm).

[8] Come per esempio la Convenzione europea sul trasferimento delle procedure penali del 1972 e la Convenzione relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea del 2000.

[9] Cfr. Europol: (iOCTA) Valutazione della minaccia sul crimine organizzato a mezzo Internet ( Threat Assessment on Internet Facilitated Organised Crime ),2011.

[10] Belgio, Repubblica Ceca, Irlanda, Grecia, Lussemburgo, Malta, Austria, Polonia e Svezia non hanno ancora ratificato la Convenzione.

[11] http://ec.europa.eu/anti_fraud/documents/Working-paper.pdf

[12] Il ciclo programmatico Harmony dell'Unione europea abbraccia le otto seguenti priorità:

1. indebolire la capacità delle organizzazioni criminali attive nell'Africa occidentale di instradare cocaina ed eroina verso l'UE e all'interno di essa;

2. limitare il ruolo dei Balcani occidentali come area fondamentale di transito e immagazzinamento di prodotti illeciti destinati all'UE e centro logistico di organizzazioni criminali, comprese quelle di lingua albanese;

3. indebolire la capacità delle organizzazioni criminali di agevolare l'immigrazione illegale nell'UE, in particolare attraverso l'Europa meridionale, sudorientale e orientale e segnatamente alla frontiera greco-turca e nelle aree di crisi del Mediterraneo vicino all'Africa settentrionale;

4. ridurre la produzione e la distribuzione nell'UE di droghe sintetiche, comprese le nuove sostanze psicoattive;

5. contrastare il traffico verso l'UE, in particolare mediante container, di prodotti illeciti, tra cui cocaina, eroina, cannabis, merci contraffatte e sigarette di contrabbando;

6. lottare contro ogni forma di tratta e di traffico degli esseri umani, mediante azioni mirate contro le organizzazioni criminali che conducono tali attività criminose in particolare nei poli criminali meridionali, sudorientali e sudoccidentali dell'UE;

7. ridurre le capacità generali a delinquere delle organizzazioni criminali mobili (itineranti);

8. intensificare la lotta contro la criminalità informatica e l'utilizzo a fini criminosi di Internet da parte delle organizzazioni criminali.

[13] C (2011) 6306 definitivo; adottato il 19 settembre 2011.

[14] Decisione del Consiglio 2002/187/GAI del 28 febbraio 2002 che istituisce l'Eurojust per rafforzare la lotta contro le forme gravi di criminalità, modificata dalla decisione del Consiglio 2003/659/GAI e dalla decisione del Consiglio 2009/426/ GAI del 16 dicembre 2008 relativa al rafforzamento dell'Eurojust.

[15] Conto alla rovescia verso l'impunità: i termini di prescrizione per i reati di corruzione nell'Unione europea (UE) – JLS/2008/ISEC/100.

[16] Adozione prevista per il 2012.

[17] Decisioni quadro 2001/500/GAI concernente il riciclaggio di denaro, l'individuazione, il rintracciamento, il congelamento o sequestro e la confisca degli strumenti e dei proventi di reato, 2005/212/GAI relativa alla confisca di beni, strumenti e proventi di reato, 2003/577/GAI relativa all'esecuzione nell'Unione europea dei provvedimenti di blocco dei beni o di sequestro probatorio e 2006/783/GAI relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca.

[18] Sviluppo di tecniche e metodi investigativi nel campo del recupero dei beni – ( Development of investigation methods and techniques in the field of asset recovery ) – JLS/2008/ISEC/FPA/C1/018.

[19] Titolo e riferimento: Indagini sulla criminalità informatica – Sviluppo e diffusione di un programma internazionale accreditato di formazione per il futuro ( Cybercrime Investigation — Developing and disseminating an accredited international training programme for the future ) — JLS/2008/ISEC/FP/C4-077.

[20] COM(2011) 163, comunicazione della Commissione relativa alla protezione delle infrastrutture critiche informatizzate. "Realizzazioni e prossime tappe: verso una sicurezza informatica mondiale".

[21] COM(2009) 149, comunicazione della Commissione. Proteggere le infrastrutture critiche informatizzate. "Rafforzare la preparazione, la sicurezza e la resilienza per proteggere l'Europa dai ciberattacchi e dalle ciberperturbazioni".

[22] Documento di lavoro dei servizi della Commissione per istituire il quadro tecnico e operativo di EUROSUR e le relative azioni da adottare ( Commission staff working paper determining the technical and operational framework of EUROSUR and the actions to be taken for its establishment) , SEC(2011)145 definitivo del 28.1.2011. Cfr. anche COM(2008)68 definitivo del 13.2.2008 e SEC(2009)1265 definitivo del 24.9.2009.

[23] Centre de coordination pour la lutte antidrogue en Méditerranée.

[24] Documento di lavoro dei servizi della Commissione su Orientamenti per la valutazione e la mappatura dei rischi ai fini della gestione delle catastrofi ( Commission Staff Working Paper on Risk Assessment and Mapping Guidelines for Disaster Management, SEC(2010)1626 final ) del 21.12.2010.

[25] Approvazione prevista per il 7 dicembre 2011.

[26] Comunicazione della Commissione "Potenziare la reazione europea alle catastrofi: il ruolo della protezione civile e dell'assistenza umanitaria", del 26.10.2010, COM(2010) 600 definitivo.

[27] Il riferimento a "PESC" (Politica estera e di sicurezza comune) si dovrebbe leggere come "PSDC" (Politica di sicurezza e di difesa comune), in seguito all'entrata in vigore del trattato di Lisbona.

[28] In seguito all'adozione del progetto di conclusioni del Consiglio dell'Unione europea su eventuali meccanismi di cooperazione tra le missioni civili PESC ed EUROPOL in materia di reciproco scambio di informazioni il 17 novembre 2008, lo scambio di dati personali si è realizzato tra EUROPOL ed EULEX Kosovo: i dati personali vengono trasferiti tra EULEX (dall'EUOCI (Ufficio dell'Unione europea per l'intelligence penale) ed EUROPOL attraverso le unità nazionali di EUROPOL (ENU) ubicate nelle capitali di tre Stati membri (Finlandia, Svezia, Regno Unito).

[29] Comunicazione della Commissione sulla valutazione intermedia del programma quadro "Sicurezza e tutela delle libertà" (2007-2013), COM(2011) 318 definitivo.

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