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Document 52011DC0303
JOINT COMMUNICATION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS A new response to a changing Neighbourhood JOINT COMMUNICATION TO THE EUROPEAN PARLIAMENT, THE COUNCIL, THE EUROPEAN ECONOMIC AND SOCIAL COMMITTEE AND THE COMMITTEE OF THE REGIONS A new response to a changing Neighbourhood
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento
/* COM/2011/0303 def. */
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento /* COM/2011/0303 def. */
COMUNICAZIONE CONGIUNTA AL PARLAMENTO
EUROPEO, AL CONSIGLIO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO
DELLE REGIONI Una risposta nuova ad un vicinato in
mutamento Ad est e a sud dell’Unione europea (UE) si
trovano sedici paesi[1] le
cui speranze e il cui futuro si riflettono in maniera diretta e significativa
su di noi. Gli avvenimenti recenti hanno messo chiaramente in luce
questo aspetto, evidenziando le sfide che dobbiamo affrontare insieme. Il
rovesciamento di regimi repressivi di lungo corso in Egitto e Tunisia, il
conflitto militare in atto in Libia, il recente violento giro di vite
registrato in Siria, la repressione costante in Bielorussia e i conflitti
irrisolti che si protraggono nella regione, compreso in Medio Oriente, ci
chiedono di guardare con occhi nuovi alle relazioni dell’UE con i nostri vicini.
Occorre altresì sostenere i progressi incoraggianti di altri paesi vicini, come
la Repubblica di Moldova nel suo impegno di riforma, l’Ucraina nei negoziati
dell’accordo di associazione oppure il Marocco e la Giordania con il loro
annuncio di riforme costituzionali. Il trattato di Lisbona ha permesso all’UE
di rafforzare l’azione della sua politica estera: la cooperazione con i paesi
confinanti può adesso essere ampliata per abbracciare un’intera gamma di
questioni in maniera integrata e più efficace. Questo ha dato la spinta ad
avviare, nell’estate del 2010, un riesame della politica europea di vicinato
(PEV), di concerto con i paesi partner e con altre parti interessate. I recenti
avvenimenti nell’area del Mediterraneo meridionale hanno reso ancor più
pressante questo riesame. L’UE dev’essere all’altezza delle sfide storiche nel
nostro vicinato. Da quando è stata varata nel 2004, la PEV ha
promosso una serie di importanti iniziative, in particolare sul fronte
economico e commerciale, che hanno permesso all’UE e ai paesi vicini di
consolidare le relazioni reciproche praticamente in tutti i settori di
attività, dall’energia all’istruzione, dai trasporti alla ricerca. Queste
iniziative formano ora oggetto di scambi e di collaborazione tra l’UE e i suoi
vicini. L’assistenza fornita dall’UE è aumentata ed è più mirata, ma vi sono
margini di miglioramento a tutti i livelli delle relazioni. Gli avvenimenti
recenti e i risultati del riesame hanno dimostrato che il sostegno dell’UE alle
riforme politiche nei paesi vicini ha prodotto risultati limitati. Occorrono,
ad esempio, maggiore flessibilità e risposte più consone ai bisogni nel
trattare con partner ed esigenze di riforma in rapida evoluzione, che si tratti
di un repentino cambio di regime o di un processo di riforma e consolidamento
democratico che si protrae nel tempo. Il coordinamento tra l’UE, i suoi Stati
membri e i principali partner internazionali è fondamentale e può essere
migliorato. È necessaria un’impostazione nuova per
rafforzare il partenariato tra l’UE e i paesi e le società del vicinato: per
costruire e consolidare democrazie sane, realizzare una crescita economica
sostenibile e gestire i collegamenti transfrontalieri. La PEV dovrebbe essere una politica dell’Unione
in cui gli Stati membri fanno convergere i propri sforzi bilaterali a sostegno
di obiettivi politici generali. Nello stesso modo, il Parlamento europeo può
svolgere una funzione chiave contribuendo a concretizzare alcuni dei suoi
obiettivi essenziali. Inoltre la PEV dovrebbe catalizzare il sostegno di tutta
la comunità internazionale al cambiamento democratico e allo sviluppo economico
e sociale della regione. Questo partenariato con i nostri vicini è
reciprocamente proficuo. L’UE è il più importante partner commerciale per la
maggior parte dei suoi vicini. Lo sviluppo economico sostenibile e la creazione
di posti di lavoro nei paesi partner comportano vantaggi anche per l’UE.
Parimenti, la circolazione controllata delle persone è positiva per l’intero
vicinato, agevolando la mobilità di studenti, lavoratori e turisti,
scoraggiando al tempo stesso la migrazione irregolare e la tratta di esseri
umani. Un impegno attivo tra l’UE e i suoi vicini in ambiti come l’istruzione,
il rafforzamento e l’ammodernamento dei sistemi di tutela sociale e la
promozione dei diritti delle donne contribuiranno fortemente a sostenere i
nostri obiettivi condivisi di crescita inclusiva e occupazione. Questa nuova impostazione deve fondarsi sulla
responsabilità reciproca e su di un impegno condiviso a favore dei valori
universali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto.
Comporterà una differenziazione nettamente più accentuata, consentendo a
ciascun paese partner di sviluppare i propri legami con l’UE in modo
commisurato alle proprie aspirazioni, esigenze e capacità. Per i vicini delle
regioni mediterranee ed orientali che possono e vogliono partecipare, questa
visione prevede anche una più stretta integrazione economica e un’accresciuta
collaborazione politica sulle riforme della governance, la sicurezza e gli
aspetti relativi alla risoluzione dei conflitti, comprese le iniziative
congiunte nelle sedi internazionali su questioni d’interesse comune. Nel
contesto del Mediterraneo meridionale, la Commissione e l’Alto Rappresentante
hanno presentato la loro proposta relativa ad un partenariato per la democrazia
e la prosperità condivisa[2] con
questi partner. La nuova strategia descritta sopra è tesa a: (1)
fornire un sostegno maggiore ai partner impegnati a
dare vita ad una democrazia a tutti gli effetti, una democrazia durevole,
poiché il diritto al voto è accompagnato dal diritto di esercitare la libertà
di espressione, formare partiti politici concorrenti, accedere a una giustizia
imparziale esercitata da giudici indipendenti, una sicurezza garantita da forze
armate e di polizia responsabili, l’accesso ad un’amministrazione pubblica
competente e non corrotta e una serie di altri diritti civili e umani che molti
europei danno per scontati, quali la libertà di pensiero, di coscienza e di
culto; (2)
sostenere lo sviluppo economico inclusivo, affinché
i vicini dell’UE possano intraprendere scambi commerciali, investire e crescere
in maniera sostenibile, riducendo le diseguaglianze sociali e regionali,
creando occupazione e assicurando un tenore di vita più elevato per le loro
popolazioni; (3)
rafforzare le due dimensioni regionali della
politica europea di vicinato, inglobando rispettivamente il Partenariato
orientale e il Mediterraneo meridionale, consentendoci di elaborare iniziative
regionali omogenee in settori come gli scambi, l’energia, i trasporti, la
migrazione e la mobilità, arricchendo e consolidando la nostra cooperazione
bilaterale; (4)
mettere a disposizione gli strumenti e i meccanismi
atti a concretizzare questi obiettivi. Il partenariato si esplicherà, con ciascuno
dei paesi vicini, in base alle loro esigenze, capacità e obiettivi di riforma.
Alcuni partner potrebbero voler intensificare il loro sforzo d’integrazione, il
che comporta un grado maggiore di allineamento con le politiche e le norme dell’UE
per arrivare progressivamente all’integrazione economica nel mercato interno
dell’UE. L’UE non intende imporre un modello o
una formula preconfezionata di riforma politica, ma insisterà affinché il
processo di riforma di ciascun paese partner rifletta un impegno inequivocabile
sui valori universali che sono alla base della nostra impostazione riveduta. L’iniziativa
spetta al paese partner, e il sostegno dell’UE sarà modellato di conseguenza. L’aumento del sostegno dell’UE a favore dei
suoi vicini è condizionale e dipenderà dai progressi compiuti nell’istituire e
consolidare la democrazia, nonché dal rispetto dello Stato di diritto. Il
sostegno dell’UE ai singoli paesi sarà commisurato all’entità e alla rapidità
dei loro progressi in termini di riforme interne. Questo sostegno accresciuto
prenderà svariate forme, compreso un aumento dei finanziamenti a favore dello
sviluppo economico e sociale, l’ampliamento dei programmi di consolidamento
istituzionale generale, un migliore accesso al mercato, maggiori finanziamenti
della BEI per gli investimenti, nonché una più decisa agevolazione della
mobilità. Questi impegni preferenziali saranno adattati in funzione delle
esigenze di ciascun paese e del contesto regionale. Saranno il riconoscimento
concreto del fatto che una riforma significativa si accompagna a notevoli costi
iniziali. Nello stabilire le dotazioni finanziarie per paese per il 2014 e
oltre si terrà conto del percorso di riforma compiuto dai partner nel periodo 2010-2012
(sulla base delle relazioni annuali di attività). Per i paesi in cui non sono
state effettuate riforme, l’UE procederà a riesaminare o, se necessario,
ridurre i finanziamenti. L’UE si atterrà alla sua politica di ridurre
le relazioni con i governi coinvolti in violazioni dei diritti umani e delle
regole democratiche, eventualmente facendo ricorso a sanzioni mirate e ad altre
misure politiche. Laddove adotterà tali misure, non soltanto manterrà, ma
rafforzerà il suo sostegno alla società civile. Nell’applicazione di questo
approccio più differenziato, l’UE manterrà aperti i canali di dialogo con i
governi, la società civile e le altre parti interessate. Allo stesso tempo, e
in conformità con il principio della responsabilità comune, l’UE garantirà che
le sue risorse siano utilizzate a sostegno degli obiettivi fondamentali della
PEV. Le risorse che l’UE e i suoi partner
internazionali stanno attivando a sostegno delle transizioni alla democrazia
nel vicinato devono coprire sia le necessità immediate e urgenti che i bisogni
nel medio e lungo periodo. 1. sostenere i progressi verso la
democrazia a tutti gli effetti L’UE intende: · adeguare il livello del sostegno dell’UE a favore dei partner in base ai progressi compiuti relativamente alle riforme politiche e alla costruzione di una democrazia a tutti gli effetti 1.1. Sostenere la “democrazia a
tutti gli effetti” Una democrazia funzionante, il rispetto dei
diritti umani e lo Stato di diritto sono pilastri fondamentali del partenariato
dell’UE con i suoi vicini. Non vi è un modello precostituito, né una formula preconfezionata
di riforma politica. Se le modalità con cui le riforme vengono attuate nei
diversi paesi variano, la costruzione di una democrazia a tutti gli effetti
e sostenibile presenta diversi elementi comuni che richiedono un impegno
deciso e duraturo da parte dei governi. Tra questi: – elezioni libere ed eque; – la libertà di associazione, di espressione e di riunione nonché stampa
e mezzi d’informazione liberi; – lo Stato di diritto amministrato da una magistratura indipendente e il
diritto al giusto processo; – la lotta contro la corruzione; – la riforma del settore della sicurezza e dell’applicazione della legge
(compresa la polizia) e l’assunzione di un controllo democratico sulle forze
armate e di sicurezza. Una riforma basata su questi elementi non
soltanto rafforzerà la democrazia, ma contribuirà a creare le condizioni per
una crescita economica sostenibile e inclusiva, promuovendo gli scambi e gli
investimenti. Sono questi i punti di riferimento in base ai quali l’UE valuterà
i progressi e adatterà i livelli di sostegno. 1.2. Un partenariato con le
società L’UE intende: · istituire partenariati in ciascuno dei paesi vicini e rendere il sostegno dell’UE più accessibile alle organizzazioni della società civile attraverso un apposito strumento per la società civile · sostenere la creazione di un Fondo europeo per la democrazia per aiutare partiti politici, ONG non registrate, sindacati e altre parti sociali · promuovere la libertà dei mezzi d’informazione, sostenendo l’accesso senza restrizioni a Internet e all’uso delle tecnologie delle comunicazioni elettroniche da parte delle organizzazioni della società civile · potenziare i dialoghi sui diritti umani. Una società civile vivace consente ai
cittadini di esprimere le loro preoccupazioni, contribuire all’elaborazione
delle politiche e chiedere conto ai governi. Inoltre contribuisce ad assicurare
una crescita economica più inclusiva. L’elemento fondamentale per poter
concretizzare tutto ciò è la garanzia delle libertà di espressione,
associazione e riunione. Un’altra sfida è favorire l’emergere di partiti politici
democratici che riflettano la vasta gamma di pareri e posizioni presenti nella
società, affinché possano competere per conquistare peso politico e sostegno
popolare. Questa esigenza di sviluppare la società civile e il pluralismo è
presente in tutto il vicinato, ma è particolarmente sentita nei paesi impegnati
in un rapido cambiamento politico o dove i regimi politici repressivi continuano
a soffocare il pluralismo e la diversità. Per risolvere questa situazione e sostenere i
soggetti politici che lottano per il cambiamento democratico nei loro paesi (in
particolare i partiti politici, le ONG non registrate, i sindacati e le altre
parti sociali), l’Alto Rappresentante e la Commissione sostengono la creazione
di un Fondo europeo per la democrazia[3]
che avrà il compito di conferire maggiore peso e coerenza agli sforzi dell’UE,
degli Stati membri e di diverse altre grandi fondazioni politiche europee già
attive in questo settore. La società civile svolge un ruolo centrale nel
promuovere i diritti delle donne, maggiore giustizia sociale e rispetto per le
minoranze, nonché la tutela dell’ambiente e l’efficienza nell’impiego delle
risorse. L’UE promuoverà questo ruolo politico rafforzato per i soggetti non
statali attraverso un partenariato con le società, aiutando le OSC a sviluppare
la loro capacità di difesa dei diritti della popolazione e la loro facoltà di
monitorare le riforme, nonché il loro ruolo nell’attuazione e valutazione dei
programmi dell’UE. Le delegazioni dell’UE presenti nei diversi paesi si
sforzeranno di riunire i governi e la società civile dei paesi partner in un
dialogo strutturato su settori chiave della nostra cooperazione. I
finanziamenti dell’UE per tali azioni potrebbero essere assicurati istituendo
un apposito strumento della società civile per il vicinato. La libertà di stampa e il libero accesso
all’informazione sono elementi cardine di una
democrazia funzionante. Le reti sociali e le nuove tecnologie svolgono un ruolo
significativo nel promuovere il cambiamento democratico. Il sostegno dell’UE è
già accessibile attraverso lo strumento europeo per la democrazia e i diritti
umani (EIDHR). Altri strumenti possono essere elaborati per consentire all’UE,
nei casi opportuni, di aiutare le organizzazioni della società civile o i
singoli cittadini ad avere un accesso senza restrizioni ad Internet e ad altre
forme di tecnologie delle comunicazioni elettroniche, nonché ai mezzi d’informazione
indipendenti nella stampa, nella radio e nella televisione. Essenziale è l’impegno sui diritti umani e le
libertà fondamentali attraverso trattati multilaterali e accordi
bilaterali. Tuttavia, tali impegni non sempre vanno di pari passo con l’azione
concreta. Alla base del nostro partenariato dovrebbe esservi la ratifica di
tutti gli strumenti internazionali e regionali in materia, oltre che il pieno
rispetto di quanto ivi disposto. Ciò include anche un forte impegno a
promuovere la parità di genere, conformemente al ruolo accresciuto che ancora
una volta le donne hanno avuto nei recenti avvenimenti nel sud, la lotta contro
ogni forma di discriminazione, il rispetto della libertà religiosa e la tutela
dei diritti dei rifugiati e dei beneficiari di una protezione internazionale.
Il rafforzamento dei dialoghi sui diritti umani consentirà di verificare
l’osservanza degli impegni in questo ambito, anche per quanto attiene ai casi
di violazioni dei diritti umani. Per promuovere il rispetto degli impegni
potrebbe risultare utile anche potenziare la cooperazione con il Consiglio d’Europa. I parlamenti possono creare legami tra
le nostre società. L’assemblea parlamentare EuroNest (assemblea congiunta del
Parlamento europeo e delle controparti dai paesi del Partenariato orientale), l’Assemblea
parlamentare euromediterranea e i comitati parlamentari congiunti tra il
Parlamento europeo e i parlamenti dei paesi partner costituiscono altrettante
sedi importanti di dialogo e di comprensione reciproca tra i responsabili
politici. I parlamentari possono dare un contributo significativo per
intensificare gli sforzi di riforma e verificare gli impegni nei piani d’azione
PEV di ciascun paese, anche per quanto riguarda le principali questioni
politiche e quelle relative ai diritti umani. 1.3. Intensificare la nostra
cooperazione sulle politiche e la sicurezza L’UE intende: · rafforzare l’impegno dell’UE nella risoluzione dei conflitti di lungo periodo · fare un uso comune della politica estera e di sicurezza comune e degli altri strumenti dell’UE · promuovere un’azione congiunta con i partner della politica europea di vicinato nelle sedi internazionali sulle questioni fondamentali della sicurezza Il
trattato di Lisbona offre all’UE un’opportunità preziosa di diventare un attore
più efficace. Questo è fondamentale nel vicinato più che in qualsiasi altro
ambito. Tuttavia, per essere all’altezza della sfida, occorre che le politiche
dell’UE e degli Stati membri siano allineate ben più che in passato, per
trasmettere il messaggio comune e la coerenza che daranno efficacia alle nostre
azioni. Gli strumenti e le politiche dell’UE saranno efficaci soltanto se
adeguatamente sostenute dalle politiche degli Stati membri. La strada della “ordinaria
amministrazione” non è più percorribile, se vogliamo rendere il nostro vicinato
uno spazio sicuro e tutelare i nostri interessi. La persistenza dei conflitti protratti che
interessano diversi paesi partner è una grave minaccia alla sicurezza dell’intera
regione. Gli interessi geopolitici, economici e di sicurezza dell’UE sono
toccati direttamente dall’instabilità persistente. Il conflitto
israelo-palestinese e gli altri conflitti nel Medio Oriente, nel Caucaso
meridionale, nella Repubblica di Moldova e nel Sahara occidentale continuano a
gravare su ampie fasce di popolazione, alimentano la radicalizzazione e
assorbono considerevoli risorse locali e internazionali, oltre che fare da
freno alle riforme. L’UE si è già attivata per cercare di
risolvere un certo numero di questi conflitti. L’UE fa parte del Quartetto sul
Medio Oriente ed è copresidente dei “colloqui di Ginevra” per la pace e la
sicurezza in Georgia. Partecipa in veste di osservatore ai colloqui “5+2” sul
conflitto transnistriano nella Repubblica di Moldova. Sarebbe pronta ad intensificare
il suo impegno in quadri in cui non è ancora rappresentata, come nel Gruppo di
Minsk dell’OCSE sul conflitto nel Nagorno-Karabakh. L’UE intende dare un
sostegno accresciuto alle misure per la creazione di fiducia e l’assistenza sul
campo nei territori secessionisti, agli sforzi internazionali e alle strutture
relative ai conflitti e all’attuazione delle risoluzioni, quando si arriva a
quella fase. Continuerà inoltre ad opporsi ai cambiamenti di confine ottenuti
attraverso l’uso della forza militare. Molti degli strumenti che utilizziamo
nell’intero vicinato per promuovere l’integrazione economica e la cooperazione
settoriale potrebbero inoltre essere attivati per sostenere la creazione di
fiducia e gli obiettivi riguardanti la risoluzione dei conflitti. L’UE è
altresì pronta a delineare, insieme alle competenti organizzazioni
internazionali e ai principali partner, scenari di ricostruzione post-conflitto
che potrebbero incoraggiare la risoluzione dei conflitti indicando i vantaggi
tangibili delle risoluzioni pacifiche. Laddove l’UE è già operativa sul campo, ad
esempio con la missione UE di monitoraggio in Georgia, la missione UE di
assistenza alle frontiere nella Repubblica di Moldova/Ucraina o la missione di
polizia e la missione UE Rafah di assistenza alle frontiere nei territori
palestinesi occupati, saranno intrapresi ulteriori passi per sfruttare le
sinergie tra questa presenza operativa e gli sforzi per promuovere le riforme. In particolare, laddove opportuno, l’UE si offrirà
di sostenere gli sforzi dei paesi partner per riformare i loro settori della
giustizia e della sicurezza attraverso missioni sullo Stato di diritto o altri
strumenti della politica estera e di sicurezza comune (PESC) che riterranno
utili. In una prospettiva più ampia oltre alla
risoluzione dei conflitti, l’UE si avvarrà pienamente delle disposizioni del
trattato di Lisbona per affrontare altre preoccupazioni in materia di sicurezza
e interessi comuni specifici, ad esempio la sicurezza energetica e delle
risorse, il cambiamento climatico, la non proliferazione, la lotta contro il
terrorismo internazionale e la criminalità organizzata transfrontaliera, nonché
la lotta contro gli stupefacenti. Essa s’impegnerà con i paesi partner della
PEV a intraprendere azioni comuni nelle sedi internazionali (ONU, conferenze
internazionali) sulle questioni relative alla PESC, nonché su altre questioni
di portata globale. 2. Promuovere uno sviluppo economico e
sociale sostenibile L’UE intende: · sostenere l’adozione, da parte dei paesi partner, di politiche in grado di assicurare una crescita più solida, sostenibile e inclusiva, lo sviluppo di micro, piccole e medie imprese e la creazione di posti di lavoro · rafforzare la cooperazione industriale e sostenere il miglioramento del contesto imprenditoriale · aiutare ad organizzare eventi per promuovere gli investimenti · promuovere gli investimenti diretti delle PMI europee e il microcredito · basarsi sui programmi pilota di sviluppo regionale per affrontare le disparità economiche tra regioni · varare programmi pilota a sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale · intensificare il dialogo sulla politica macroeconomica con i partner che attuano le riforme economiche più avanzate · aumentare l’efficacia dell’assistenza macrofinanziaria razionalizzandone il processo decisionale · intensificare il dialogo sulle politiche occupazionali e sociali 2.1. Crescita economica
sostenibile e creazione di posti di lavoro Le sfide economiche e sociali nel nostro
vicinato sono immense. In diversi paesi della regione la povertà è diffusa, la
speranza di vita è spesso bassa, la disoccupazione giovanile è elevata e la
partecipazione delle donne alla vita politica ed economica è scarsa. Il
capitale naturale viene eroso, mentre il rialzo dei prezzi dei generi
alimentari e dell’energia ha ripercussioni serie in tutto il vicinato. La
maggior parte dei paesi partner presenta economie deboli e scarsamente
diversificate, che rimangono vulnerabili di fronte agli shock economici
esterni. Gli obiettivi immediati sono quindi la creazione di posti di lavoro,
il potenziamento della crescita, il miglioramento della protezione sociale e il
rilancio dei settori colpiti dalle crisi recenti (come il turismo). Affrontare
queste sfide è fondamentale per garantire la sostenibilità delle riforme politiche
e può contribuire altresì alla realizzazione degli obiettivi di sviluppo del
millennio. Scarsa crescita, disoccupazione in aumento e divario sempre più
grande tra ricchi e poveri sono elementi che rischiano di alimentare l’instabilità. La PEV continuerà a incoraggiare l’adozione,
da parte dei paesi partner, di politiche in grado di garantire una crescita più
solida e inclusiva, anche sostenendo gli sforzi per migliorare il contesto
imprenditoriale, come semplificare le procedure e venire incontro alle esigenze
delle piccole e medie imprese, e per promuovere l’occupabilità. Gli sforzi dei
paesi partner per rafforzare il rispetto dello Stato di diritto e contrastare la
corruzione avranno riflessi positivi sul clima imprenditoriale, agevolando gli
investimenti esteri diretti e il trasferimento di tecnologia, che a loro volta
stimolano l’innovazione e la creazione di posti di lavoro. L’UE accorderà un’attenzione
particolare alla sfida che si pone ai paesi che emergono dal cambiamento
politico, aiutando ad organizzare iniziative come le conferenze degli
investitori per chiarire le priorità nazionali d’investimento e indurre
fiducia negli investitori. Un segnale forte per gli investitori e gli operatori
commerciali consisterebbe nel rafforzare il regime di protezione degli
investimenti. La Commissione esaminerà le possibilità per garantire certezza
giuridica agli investitori nei paesi del vicinato. Onde fornire un sostegno aggiuntivo alle PMI,
la Commissione discuterà inoltre con la BEI e le altre parti interessate il
possibile ruolo del Fondo europeo per gli investimenti[4] nei paesi partner ed esaminerà
misure, comprese le garanzie, per promuovere gli investimenti diretti da
parte delle PMI dell’UE e il microcredito. La Commissione può contribuire anche ad
affrontare l’elevata disoccupazione e povertà attraverso programmi pilota a
sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale, nonché programmi pilota
di sviluppo regionale, sfruttando la vasta esperienza maturata dall’UE in
questo settore[5]. I programmi di sviluppo regionale
possono contribuire ad affrontare gli squilibri economici e le disparità tra
regioni, che compromettono la capacità dell’economia di un paese nel suo
insieme. I programmi pilota in corso aiuteranno i membri del Partenariato
orientale a individuare le strutture e attività adeguate per affrontare queste
sfide all’interno dei loro territori e, se del caso, in senso transfrontaliero
con i loro vicini della regione. Per il vicinato meridionale si esaminerà la
possibilità di adottare un’impostazione analoga. Il dialogo sulle politiche proseguirà e
verterà sulla governance macroeconomica e la sostenibilità di bilancio. Tale dialogo
macroeconomico sarà maggiore con i partner che più s’impegnano nella loro
integrazione economica con l’UE e si fonderà sul riesame delle politiche
macroeconomiche e delle riforme strutturali essenziali. A ciò si accompagnerà
un dialogo rafforzato sulle politiche occupazionali e sociali. Lo strumento di assistenza macrofinanziaria
(AMF) può essere attivato per aiutare i paesi partner ad affrontare le
difficoltà a breve termine relative alla bilancia dei pagamenti. A breve
termine, ciò interessa soprattutto quanti si occupano degli effetti economici e
sociali immediati dei recenti cambiamenti politici. La Commissione proporrà un regolamento
quadro per rendere più efficiente il processo decisionale relativo alle
dotazioni di AMF, rendere più trasparente la base giuridica di questo strumento
e precisare meglio alcuni dei suoi criteri. 2.2. Rinsaldare le relazioni
commerciali L’UE intende: · negoziare zone di libero scambio globali e approfondite con i partner che ne hanno la capacità e la volontà · sviluppare ulteriormente le concessioni commerciali, particolarmente nei settori che hanno maggiori probabilità di dare un impulso immediato alle economie dei paesi partner La maggior parte
dei nostri vicini fa affidamento sull’UE come principale mercato delle
esportazioni e fonte d’importazioni. Gli scambi di beni e servizi sono uno
strumento efficace per stimolare la crescita economica, migliorare la competitività
e sostenere la ripresa economica. È quindi fondamentale instaurare con ognuno
di essi regimi commerciali ambiziosi e reciprocamente vantaggiosi, ritagliati
sulle loro esigenze e capacità economiche. Lo strumento principale per sviluppare
relazioni commerciali più strette è la zona di libero scambio globale e approfondita
(DCFTA). Le DCFTA prevedono lo smantellamento graduale delle barriere
commerciali e mirano alla convergenza normativa nei settori che incidono sugli
scambi, in particolare le norme sanitarie e fitosanitarie, il benessere degli
animali, le procedure doganali e frontaliere, la concorrenza e gli appalti
pubblici. Esse sono volutamente dinamiche per tenersi al passo con gli sviluppi
normativi nel mercato interno dell’UE. Per i partner più avanzati, una DCFTA
può condurre ad una graduale integrazione economica con il mercato interno dell’UE.
Attraverso il progressivo ravvicinamento delle norme e delle prassi dell’UE, le
DCFTA comportano un forte impegno ad attuare riforme complesse e di ampia
portata, il che richiede una solida capacità istituzionale. Le riforme possono
essere politicamente delicate e comportano la partecipazione della comunità
imprenditoriale e di altre parti interessate. Per poter avviare negoziati, i paesi
partner devono essere membri dell’OMC e mettere in pratica le principali
raccomandazioni rivolte loro così da rispettare poi gli impegni che ne
conseguono. Inoltre, devono aver compiuto progressi sufficienti sul terreno dei
valori e dei principi comuni. Le relazioni commerciali si basano
prevalentemente su un’impostazione bilaterale tra l’UE e ciascun partner. In
questo modo i paesi più avanzati possono progredire più speditamente, in linea
anche con il principio della differenziazione. Questo principio è coerente
anche con la visione a lungo termine di una comunità economica emergente tra l’UE
e i suoi partner PEV[6]. L’integrazione
economica regionale è importante per stimolare gli scambi commerciali tra
partner e sviluppare reti commerciali più ampie. Nel lungo periodo, una simile
comunità si fonderebbe su un quadro normativo comune e su un migliore accesso
al mercato per beni e servizi tra i partner PEV e l’UE. Una simile impostazione
potrebbe prevedere l’ingresso nel settore non regolamentato del mercato
interno delle merci per i partner che hanno una magistratura indipendente
pienamente funzionante, un’amministrazione pubblica efficiente e hanno fatto
progressi significativi nell’eliminazione della corruzione. Questo passo
sarebbe possibile solo nei paesi partecipanti con un grado sufficiente di
affidabilità amministrativa e giuridica. Più a breve termine, per i partner che non
fossero disposti o pronti a impegnarsi in negoziati sulla DCFTA, possono essere
prese altre misure per incrementare e agevolare gli scambi. In considerazione
delle circostanze e del grado di ambizione di ciascun paese partner, l’UE
cercherà di ampliare le concessioni commerciali nel quadro degli accordi
esistenti o in corso, specie nei settori che meglio possono spingere le economie
dei partner, accettando anche un’asimmetria nel ritmo della liberalizzazione
per tener conto delle circostanze di ciascun paese partner. È possibile migliorare
l’accesso dei beni al mercato mediante accordi sulla valutazione della
conformità e l’accettazione dei prodotti industriali (PECA), che
permetteranno la libera circolazione dei prodotti industriali in specifici
settori grazie al riconoscimento reciproco dei certificati di conformità. I
PECA sono destinati a coprire tutti i settori in cui la legislazione è
armonizzata a livello dell’UE. Un partner giunto in quella fase entrerebbe in
realtà a far parte di una zona di libero scambio per i prodotti industriali tra
l’UE, il SEE e la Turchia. Una stretta collaborazione con gli enti e le
organizzazioni europei nei settori della standardizzazione, della valutazione della
conformità e della metrologia può facilitare l’attuazione dei PECA. Per
accelerare la preparazione dei PECA, la Commissione è disposta ad aumentare il
sostegno tecnico fornito ai partner. Dovrebbero essere firmati PECA con la
Tunisia e l’Egitto già nel 2011. Possono essere fatti ulteriori progressi per
incoraggiare i flussi commerciali tra paesi partner come pure con l’UE. La
rapida attuazione della nuova Convenzione regionale unica sulle norme di
origine preferenziali paneuromediterranee sarà un fattore importante per i
partner del sud. La Commissione esaminerà come estendere la Convenzione ad
altri partner PEV e formulerà opportune proposte. L’UE continuerà a sostenere le riforme per
aiutare i partner a costruire le loro capacità, fornendo competenze
specifiche nel settore pubblico, anche attraverso programmi globali di
sviluppo istituzionale o altri meccanismi quali i gemellaggi o il TAIEX[7]. Si aiuteranno in tal modo i partner a
rispettare le norme in materia di sicurezza alimentare, salute degli animali e
delle piante e benessere degli animali, aumentandone quindi il potenziale di
esportazione. Analogamente, per aiutare i settori agricoli ad ammodernarsi, l’UE
metterà a disposizione programmi di sviluppo rurale onde migliorare anche la
qualità dei prodotti agricoli e alimentari. 2.3. Intensificare la cooperazione
settoriale L’UE intende: · rafforzare la cooperazione settoriale, con particolare riguardo alla conoscenza e all’innovazione, al cambiamento climatico e all’ambiente, all’energia, ai trasporti e alla tecnologia · agevolare la partecipazione dei paesi partner alle attività di determinate agenzie e programmi dell’UE Una maggiore collaborazione è possibile in
tutti i settori attinenti al mercato interno: politica sociale, sanità
pubblica, protezione dei consumatori, statistiche, diritto societario, ricerca
e sviluppo tecnologico, politica marittima, turismo, spazio e altri ancora. La
cooperazione e lo scambio saranno accelerati significativamente, secondo il
concetto di “more for more”, nei seguenti settori: ·
L’UE proporrà ai partner vicini di attivarsi
insieme per sviluppare uno Spazio comune di conoscenza e innovazione.
Verrebbero così raggruppati diversi capitoli della cooperazione già in atto:
dialogo politico, sviluppo istituzionale nazionale e regionale, cooperazione
nella ricerca e nell’innovazione e maggiori opportunità di mobilità per
studenti, ricercatori e accademici. In parallelo, si procederà ad ampliare la
collaborazione nei settori dell’istruzione superiore, attraverso un
sostegno più deciso alla mobilità degli studenti e del personale accademico
nel quadro di partenariati universitari (nell’ambito di Erasmus Mundus) e una collaborazione
strutturata per la modernizzazione universitaria (nell’ambito di Tempus). ·
L’UE si unirà agli sforzi dei suoi vicini sul cambiamento
climatico, intensificando la collaborazione per affrontare lo sviluppo a
basse emissioni di carbonio e migliorare la resilienza all’impatto dei
cambiamenti climatici (adattamento) onde attuare l’accordo di Cancún e fare
passi avanti verso un regime mondiale generale in materia di clima. L’UE e i
paesi partner dovrebbero inoltre puntare ad innalzare il livello della protezione
ambientale[8] al
fine di applicare norme più rigorose in materia di qualità dell’aria e dell’acqua,
una migliore governance ambientale, una maggiore efficienza nell’impiego delle
risorse e la tutela della biodiversità e degli ecosistemi nonché sostenere i
necessari investimenti infrastrutturali. ·
La cooperazione nel settore dell’energia sarà
potenziata attraverso un più intenso dialogo politico in materia di energia,
nell’ottica di ampliare l’integrazione del mercato e migliorare la sicurezza in
campo energetico sulla base di quadri normativi convergenti, anche per
quanto riguarda le norme sulla sicurezza e l’ambiente, l’elaborazione di nuovi
partenariati sulle risorse energetiche rinnovabili e l’efficienza energetica,
nonché la sicurezza nucleare. Nel medio periodo, questa cooperazione potrebbe
portare ad un ampliamento del trattato che istituisce la Comunità dell’energia
per accogliervi i vicini che non ne fanno ancora parte oppure, basandosi su
questa esperienza, dare vita ad una nuova “Comunità UE-Mediterraneo meridionale
dell’energia”. ·
La Commissione proporrà un nuovo quadro per la
cooperazione nel settore dei trasporti ai fini di una più stretta
integrazione dei mercati del settore, in particolare allargando le reti
transeuropee dei trasporti (TEN-T) ai paesi partner, affrontando le strozzature
amministrative con particolare attenzione alle questioni relative alla
sicurezza (comprese la gestione del traffico aereo e ferroviario e i trasporti
marittimi) e migliorando la cooperazione con le diverse agenzie UE dei
trasporti. ·
La Commissione sostiene altresì un’impostazione e
una cooperazione più strategiche in tema di affari marittimi, onde
migliorare la cooperazione in tutti i settori marittimi e permettere uno
sviluppo economico sostenibile. ·
I recenti avvenimenti nei paesi del Mediterraneo
meridionale hanno messo in luce l’importanza delle tecnologie dell’informazione
e della comunicazione quali strumenti di cambiamento politico e sociale. La
cooperazione con i paesi partner sarà quindi intensificata per sostenere lo
sviluppo di un’economia digitale, utilizzando le TIC per fronteggiare le sfide
nazionali e globali. Infine, l’UE agevolerà ancora di più la
partecipazione dei paesi partner all’attività delle agenzie e dei programmi
dell’UE ai quali essi possono accedere[9].
Questa possibilità, disponibile da alcuni anni, ha portato ad un certo grado di
cooperazione in settori come il controllo sugli stupefacenti o la sicurezza
aerea. La Commissione elaborerà un elenco di programmi ai quali i partner
possono partecipare in via prioritaria, con particolare riguardo a quelli che
offrono opportunità per i giovani e i contatti interpersonali. Inoltre aiuterà
i paesi partner a rispettare i prerequisiti legislativi necessari per
partecipare alle agenzie dell’UE e presterà aiuto per coprire alcuni dei costi
connessi alla partecipazione. 2.4. Migrazione e mobilità L’UE intende: · portare avanti il processo di facilitazione del visto per partner PEV selezionati e il processo di liberalizzazione del visto per quelli più progrediti · sviluppare gli attuali partenariati per la mobilità e crearne di nuovi · aiutare gli Stati membri a sfruttare appieno le opportunità offerte dal codice UE dei visti La mobilità e i contatti interpersonali, di
fondamentale importanza per promuovere la comprensione reciproca e lo sviluppo
economico, sono indispensabili sia per il commercio, specialmente nel settore
dei servizi, che per gli scambi di idee, la diffusione dell’innovazione, la
gestione delle questioni occupazionali e sociali e la creazione di solide
relazioni tra imprese, università e organizzazioni della società civile. La mobilità dei lavoratori è uno dei settori
che possono trarre vantaggio dalla complementarità tra l’UE e i suoi vicini. L’invecchiamento
della popolazione attiva in atto nell’UE provocherà inevitabilmente una carenza
di manodopera in settori specifici, a cui è possibile ovviare ricorrendo ai
lavoratori giovani, capaci e con un buon livello di istruzione provenienti dai
paesi vicini. L’UE è consapevole che i suoi tentativi di attirare questi
talenti comportano il rischio di una fuga di cervelli che potrebbe richiedere l’adozione
di misure supplementari volte ad attenuare tale rischio. I paesi partner sono inoltre importanti paesi
di origine e di transito per i migranti irregolari. Collaborare per combattere
la migrazione irregolare è fondamentale per attenuare le sofferenze umane e la
diminuzione della sicurezza associate a tale fenomeno. La cooperazione in
questo campo sarà una delle condizioni alla base dei partenariati per la
mobilità. La PEV intende definire una strategia
reciprocamente vantaggiosa in cui lo sviluppo economico nei paesi partner e
nell’UE proceda di pari passo con una migrazione legale ben gestita, lo
sviluppo della capacità in materia di gestione delle frontiere e di asilo e una
cooperazione più efficace tra organi di contrasto. Questa strategia è in linea
con i tre pilastri dell’approccio globale dell’UE e con la comunicazione sulla
migrazione di recente adozione[10]:
organizzare meglio la migrazione legale, massimizzare gli effetti positivi
della migrazione sullo sviluppo e potenziare lo sviluppo delle capacità di
gestire le frontiere e la migrazione. La promozione e il rispetto dei diritti
dei migranti sono parte integrante di questo approccio. I partenariati per la mobilità
costituiscono quadri generali per garantire che la circolazione delle persone
tra l’UE e un paese terzo sia gestita correttamente e inglobano tutte le misure
atte a garantire che la mobilità sia reciprocamente vantaggiosa. Tali
partenariati agevolano l’accesso ai canali migratori legali e rafforzano la
capacità di gestire le frontiere e la migrazione irregolare. Nel loro ambito
possono essere prese iniziative volte ad aiutare i paesi partner a istituire o
migliorare la gestione della migrazione dei lavoratori, anche attraverso l’assunzione,
la formazione professionale e linguistica, lo sviluppo e il riconoscimento
delle competenze, il rientro dei migranti e il loro reinserimento[11]. Nell’intento di migliorare la mobilità dei
cittadini tra i paesi partner e l’UE, in particolare per studenti, ricercatori
e uomini d’affari, la Commissione invita gli Stati membri a sfruttare appieno
le opportunità offerte dal codice UE dei visti. La Commissione
rifletterà su come sostenerli in questo processo e monitorarne l’attuazione. In
tale contesto, va sottolineata la possibilità di rinunciare ai diritti di
rilascio e di rilasciare visti d’ingresso multipli alle suddette categorie di
richiedenti. Per quanto riguarda i nostri vicini, a tutt’oggi
sono stati instaurati partenariati per la mobilità con la Repubblica di Moldova
e la Georgia. La Commissione ritiene che diversi paesi del nostro vicinato
possano essere validi candidati per questo tipo di partenariati. La Commissione
si adopererà per portare a termine i negoziati con l’Armenia e preparare l’avvio
di negoziati, ad esempio, con il Marocco, la Tunisia e l’Egitto[12]. L’UE continuerà ad assistere l’Ucraina e la
Repubblica di Moldova nell’attuazione dei piani d’azione per la
liberalizzazione del visto. Oltre agli accordi di facilitazione del visto e di
riammissione in vigore o in fase di elaborazione con i paesi del Partenariato
orientale, l’UE dovrebbe cercare di concludere accordi di facilitazione del
visto, parallelamente ad accordi di riammissione, con i paesi partner del Sud.
Tutti questi accordi richiederanno una cooperazione con l’UE in materia di
migrazione, mobilità e sicurezza. Dovranno essere adottate misure specifiche
per prevenire la migrazione irregolare, gestire efficacemente le frontiere di
questi paesi, garantire la sicurezza dei documenti e lottare contro la
criminalità organizzata, compresi la tratta di esseri umani e il traffico di
migranti. In un’ottica a lungo termine dovrebbero essere prese in
considerazione, caso per caso, misure graduali verso la liberalizzazione del
visto laddove esistano i presupposti per una mobilità sicura e ben gestita. In materia di asilo, l’UE contribuirà a
rafforzare la protezione internazionale nella regione proseguendo l’attuazione
del programma di protezione regionale per la Bielorussia, la Repubblica di Moldova
e l’Ucraina e, se le circostanze lo consentiranno, darà inizio all’attuazione
del programma per l’Egitto, la Libia e la Tunisia. Saranno sostenute anche
altre iniziative in questo ambito attuate singolarmente dai partner PEV. Il
reinsediamento dei rifugiati nell’UE deve fare parte integrante dell’azione
dell’UE a sostegno dei paesi vicini che registrano flussi consistenti di
rifugiati. 3. Istituire partenariati regionali
efficaci nell’ambito della politica europea di vicinato Pur nella piena
consapevolezza della diversità dei paesi vicini, l’UE offre un partenariato a
ciascuno di essi nell’ambito di una politica unica, basata sulla responsabilità
reciproca. Le dimensioni orientale e meridionale della PEV mirano a completare
questa politica unica incentivando la cooperazione regionale, definendo
sinergie regionali e proponendo risposte agli specifici problemi geografici,
economici e sociali di ciascuna regione. A tale scopo ci si ispirerà alle
politiche attuate in passato dall’UE nei confronti di queste regioni. Per
quanto riguarda i paesi del sud, l’Unione per il Mediterraneo ha completato di
recente quindici anni di cooperazione euromediterranea in tutti gli ambiti
delle relazioni con questa regione. Negli ultimi due anni il Partenariato
orientale ha dato un notevole impulso alle relazioni tra l’UE e i suoi vicini
orientali. 3.1. Potenziamento del Partenariato
orientale L’UE intende: · attivarsi per la conclusione e l’attuazione degli accordi di associazione, anche per quanto riguarda le zone di libero scambio globali e approfondite (DCFTA) · far progredire la democratizzazione · portare avanti il processo di facilitazione e liberalizzazione del visto · intensificare la cooperazione settoriale, segnatamente nel settore dello sviluppo rurale · promuovere gli effetti positivi del Partenariato orientale per i cittadini · collaborare maggiormente con la società civile e le parti sociali. Oltre a rafforzare le relazioni reciproche con
i paesi partner dell’Europa orientale e del Caucaso meridionale, l’istituzione
del Partenariato orientale ha contribuito ad avviare e consolidare un difficile
processo di cambiamento. Nell’ultimo decennio la regione è globalmente progredita
in termini di democrazia, a volte con cambiamenti di regime, ma deve tuttora
affrontare sfide economiche considerevoli legate alla povertà, con forti
differenze tra un paese e l’altro, e alla vulnerabilità ai fattori e alle
influenze esterni. Il grado di realizzazione degli elementi
principali del Partenariato orientale (ad esempio, rispetto dei valori universali
della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto, impegno costante
a livello di riforme e maggiore attenzione alla risoluzione dei conflitti di
lunga durata) varia a seconda dei paesi partner. Alcuni di essi si stanno
adoperando con inequivocabile impegno per sfruttare appieno le potenzialità del
Partenariato, mentre altri hanno realizzato progressi limitati e discontinui. L’UE
farà in modo che il Partenariato orientale rechi i massimi vantaggi ai partner
i cui progressi e il cui impegno in termini di riforme democratiche raggiungono
i livelli più elevati. Al tempo stesso, occorre modulare meglio gli strumenti
del Partenariato orientale in funzione della situazione dei singoli paesi,
tenendo conto dell’esperienza maturata con la prima fase dell’attuazione e
individuando in particolare gli strumenti da utilizzare nel lungo periodo
necessario per negoziare accordi di associazione complessi e di vasta portata. Gli accordi di associazione, la maggior
parte dei quali prevede anche zone di libero scambio globali e approfondite,
offrono a ciascun paese del Partenariato orientale la possibilità di definire
il proprio grado di ambizione in termini di integrazione e di riforme. Un
impegno costante, integrato dal sostegno dell’UE, permetterà ai paesi partner di
utilizzare l’accordo per raggiungere la convergenza normativa e istituzionale, ivi
compreso l’allineamento con le leggi, le norme e gli standard dell’UE per
arrivare progressivamente all’integrazione economica nel mercato interno. I
negoziati sugli accordi di associazione iniziati con cinque paesi partner
costituiscono una solida base politica per far progredire le relazioni tra le
parti. Sono in corso i negoziati con l’Ucraina riguardanti una zona di libero
scambio globale e approfondita nell’ambito dell’accordo di associazione, che
verranno avviati anche con altri partner non appena soddisfatte le necessarie
condizioni. Malgrado le loro dimensioni relativamente modeste, che limitano il
volume degli scambi commerciali tra i paesi del Partenariato orientale e l’UE,
le DCFTA sono assolutamente prioritarie per l’UE in quanto strumenti efficaci
per rinsaldare i legami politici ed economici tra l’UE e i suoi vicini
orientali. Il Partenariato orientale prevede anche programmi globali di
sviluppo istituzionale per aiutare i paesi partner a dotarsi della capacità
amministrativa necessaria onde attuare riforme approfondite. Completano quanto
precede i programmi pilota di sviluppo regionale, lo strumento più recente
creato dall’UE per aiutare i partner ad ovviare agli squilibri economici,
sociali e regionali. Questi programmi aiuteranno i partner a porre in essere le
strutture e le attività necessarie per affrontare le sfide regionali. Alcuni paesi del Partenariato orientale
attribuiscono notevole importanza alla propria identità europea e la
popolazione è estremamente favorevole a un’intensificazione delle relazioni con
l’UE. I valori su cui si fonda l’Unione europea, cioè libertà, democrazia,
rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e Stato di diritto,
sono inoltre al centro del processo di associazione politica e di integrazione
economica che offre il Partenariato orientale. Sono questi i valori sanciti
dall’articolo 2 del trattato sull’Unione europea, su cui si basano anche gli
articoli 8 e 49 del trattato. I contatti interpersonali sono un elemento
importante del partenariato. L’UE continuerà ad assistere l’Ucraina e la
Repubblica di Moldova nell’attuazione dei loro piani d’azione per la
liberalizzazione del visto, che potrebbero fungere da modello per altri paesi
del Partenariato orientale. Nel frattempo, i paesi del Partenariato orientale
dovrebbero sfruttare appieno le opportunità offerte dalla facilitazione del
visto. I partner orientali hanno beneficiato di
cinque iniziative faro[13] in
materia di gestione delle frontiere, sviluppo delle PMI, cooperazione nel
settore dell’energia, protezione civile e governance ambientale. Ora questi
programmi verranno adattati perché contribuiscano in modo più efficace al
raggiungimento degli obiettivi bilaterali del partenariato. L’iniziativa faro
per la gestione integrata delle frontiere, ad esempio, mira sempre più ad
aiutare i partner a soddisfare le condizioni per la facilitazione e la
liberalizzazione del visto. È importante accentuare la visibilità delle
attività bilaterali e multilaterali del Partenariato orientale per illustrarne
i vantaggi al grande pubblico. Per contribuire a rafforzare la solidarietà
regionale, l’UE deve aumentare il proprio sostegno alla cooperazione
subregionale, incentrata su temi specifici che interessano un numero più
limitato di partner. Occorre utilizzare in modo più strategico il quadro
multilaterale per far progredire le relazioni bilaterali tra i nostri partner,
anche in materia di risoluzione dei conflitti. In linea con la nuova impostazione della PEV,
maggiormente incentrata sui collegamenti tra le società, l’UE promuoverà un
dialogo più intenso con le parti interessate, ivi compreso con i parlamenti
nell’ambito dell’assemblea EURONEST istituita dal Parlamento europeo, con i
soggetti regionali in collaborazione con il Comitato delle regioni, con i
dirigenti d’azienda in un forum imprenditoriale del Partenariato europeo e con
la società civile e le parti sociali, avvalendosi del forum della società
civile del Partenariato europeo e delle sue piattaforme nazionali. La cooperazione nell’ambito del Partenariato
orientale proseguirà con un dialogo strategico su temi quali: ·
istruzione, gioventù e cultura: ampliamento della
partecipazione a programmi quali Erasmus Mundus, Tempus, Gioventù in azione e
gemellaggio elettronico (eTwinning); apertura ai paesi del Partenariato
orientale dei futuri nuovi programmi dell’UE quali il programma per l’apprendimento
permanente; follow-up del programma d’azione speciale Cultura 2009-10 e del
programma Cultura del Partenariato orientale; ·
trasporti: collegare le reti infrastrutturali dell’UE
e dei suoi partner orientali; ·
energia, ambiente e cambiamento climatico: dialogo
più intenso, in seguito alla creazione del partenariato con l’Europa orientale per
l’efficienza energetica e l’ambiente (E5P), e adesione dell’Ucraina e della
Repubblica di Moldova al trattato che istituisce la Comunità europea dell’energia
onde rafforzare la cooperazione sulla sicurezza energetica; ·
condivisione delle conoscenze, ricerca e società
dell’informazione: piena integrazione degli istituti di ricerca e di istruzione
della regione nell’infrastruttura elettronica (ad esempio, la rete di dati
paneuropea GÉANT per la messa in rete e l’infrastruttura EGI per le griglie e
il calcolo distribuito); ·
dogane e questioni relative all’applicazione della
legge in base ai quadri strategici per la cooperazione doganale con l’Ucraina,
la Repubblica di Moldova e la Bielorussia e cooperazione per la lotta contro il
contrabbando; ·
misure di sviluppo rurale (in linea con il
programma europeo di vicinato per l’agricoltura e lo sviluppo rurale); ·
politiche occupazionali e sociali; ·
giustizia, libertà e sicurezza, sulla base del
piano d’azione del Partenariato orientale per la giustizia e gli affari interni
che sarà presentato quest’anno nell’ambito del programma di Stoccolma[14], compresi i partenariati per la mobilità; ·
politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC). Gli Stati membri dell’UE, i paesi terzi e le
istituzioni finanziarie internazionali (IFI) si sono detti interessati a
contribuire al conseguimento degli obiettivi del partenariato europeo e a
sostenere progetti di importanza strategica. Si stanno mobilitando risorse
supplementari provenienti dal Fondo investimenti per la politica di vicinato (NIF),
dai partner bilaterali e dalle IFI, in particolare la BEI, la BERS e la Banca
mondiale. Questo tipo di cooperazione va proseguita in modo dinamico,
avvalendosi della creazione dello strumento per le PMI, dello strumento BEI per
i partner orientali e del relativo fondo fiduciario per l’assistenza tecnica
del Partenariato orientale, a cui l’UE e gli Stati membri sono invitati a
contribuire. Il gruppo di informazione e coordinamento del
Partenariato orientale riunisce le IFI e i paesi terzi interessati al
coordinamento dei donatori e, più in generale, allo sviluppo del Partenariato
orientale, tra cui Canada, Giappone, Norvegia, Russia, Svizzera, Turchia e
Stati Uniti. Questa cooperazione informale verrà intensificata conformemente
agli interessi dei partner del Partenariato orientale. Dopo il secondo vertice del Partenariato
orientale, che si terrà a Varsavia nel settembre 2011, la Commissione
europea e l’Alto Rappresentante presenteranno una roadmap, basata sui risultati
del vertice, per la futura attuazione del Partenariato orientale. 3.2. Dar vita al partenariato per
la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale L’UE intende: · avviare programmi globali di sviluppo istituzionale simili a quelli attuati con i partner orientali · avviare un dialogo in materia di migrazione, mobilità e sicurezza con la Tunisia, il Marocco e l’Egitto (come primo passo verso un partenariato per la mobilità) · rafforzare la cooperazione euromediterranea nel settore industriale · varare programmi pilota a sostegno dell’agricoltura e dello sviluppo rurale · orientare l’Unione per il Mediterraneo verso progetti concreti che comportino chiari vantaggi per le popolazioni della regione mediterranea · far progredire la cooperazione subregionale · intensificare il dialogo sulle politiche occupazionali e sociali La PEV deve dare una risposta ambiziosa ai
cambiamenti fondamentali in atto nella regione del Mediterraneo meridionale. La
comunicazione congiunta dell’8 marzo relativa a un partenariato per la
democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale[15] contiene i primi elementi dell’offerta
dell’UE di istituire un nuovo partenariato con i partner impegnati nella
costruzione della democrazia e nell’attuazione di riforme ad ampio raggio. La
presente comunicazione indica i tre assi principali lungo i quali l’UE intende
sviluppare ulteriormente le relazioni con i partner mediterranei:
trasformazione democratica e sviluppo istituzionale, un partenariato rafforzato
con le persone, sviluppo economico sostenibile e inclusivo. Il partenariato,
che le diverse politiche e i diversi strumenti renderanno ampio e completo,
sarà però chiaramente differenziato in funzione delle esigenze specifiche e del
grado di ambizione di ciascun partner. L’UE ha già avviato un processo di
rafforzamento delle relazioni con una serie di partner, in particolare mediante
la concessione dello “status avanzato”[16]. I partner che intendono istituire un
partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa con l’UE devono fare
progressi per quanto riguarda gli elementi chiave indicati alla sezione 1.1.
La prospettiva a lungo termine per i nostri partner mediterranei più progrediti
è una stretta associazione politica con l’UE e un’integrazione economica nel
mercato interno. A breve termine, i partner che compiranno progressi in materia
di riforme potranno avvalersi delle opzioni seguenti. Per sostenere la
trasformazione democratica, saranno istituiti programmi globali di sviluppo
istituzionale simili a quelli attuati con i vicini orientali, che daranno
un contributo considerevole, sotto forma di consulenza e sostegno finanziario,
per sviluppare le capacità dei principali organi amministrativi (dogane,
autorità di contrasto, giustizia) e saranno destinati in via prioritaria alle
istituzioni più indispensabili per promuovere la democratizzazione. Per costruire un partenariato
rafforzato con le persone, la Commissione avvierà un dialogo in materia di
migrazione, mobilità e sicurezza, ad esempio con la Tunisia, il Marocco e l’Egitto
(come primo passo verso un partenariato per la mobilità). Queste proposte
vengono illustrate in modo più dettagliato nella comunicazione sul dialogo con
il Mediterraneo meridionale per la migrazione, la mobilità e la sicurezza[17]. Per fornire maggiore sostegno ai giovani,
saranno inoltre incentivate la cooperazione tra scuole (eTwinning), la mobilità
di studenti e personale accademico nell’ambito dei partenariati tra università
(Erasmus Mundus), la cooperazione strutturata per la modernizzazione delle
università (Tempus) e la mobilità dei giovani (Gioventù in azione). Potrebbero
anche essere promosse altre iniziative a livello culturale. A breve termine, per promuovere uno sviluppo
economico sostenibile e inclusivo l’UE intensificherà gli sforzi per
potenziare le disposizioni commerciali degli accordi di associazione esistenti
mediante la conclusione degli attuali negoziati sull’agricoltura, da un lato, e
sui servizi e sul diritto di stabilimento, dall’altro. A determinati
vicini del sud si darà inoltre la possibilità di avviare i preparativi per i
negoziati sulle future DCFTA. Per accompagnare gli adeguamenti strutturali
legati all’apertura del mercato e promuovere una crescita inclusiva, la
Commissione finanzierà programmi pilota di sviluppo agricolo e rurale nonché,
avvalendosi dell’esperienza del Partenariato orientale, programmi pilota di
sviluppo regionale. La Commissione promuoverà la cooperazione
industriale a livello euromediterraneo continuando ad applicare la Carta
euromediterranea per le imprese, adattando la Carta alle esigenze delle PMI in
linea con lo Small Business Act dell’UE, condividendo le buone pratiche e
aprendo attività e reti nei settori prioritari (tessile, turismo, materie
prime). Si intensificherà il dialogo sull’occupazione e sulla politica sociale
e si promuoverà un dialogo sociale efficace, anche attraverso il Forum
euromediterraneo per il dialogo sociale. La cooperazione normativa su scala
regionale potrebbe agevolare gli scambi commerciali e migliorare il clima per
gli investimenti. Anche lo sviluppo di una rete transmediterranea di
trasporto multimodale che sia efficiente, sicura e sostenibile contribuirà ad
uno sviluppo economico sostenibile e inclusivo. La Commissione sta già
lavorando con la BEI e con l’Organizzazione marittima internazionale per individuare
azioni pilota atte a migliorare la cooperazione tra i settori marittimi nel
Mediterraneo. L’Unione per il Mediterraneo (UpM), che
completa le relazioni bilaterali fra l’UE e i suoi partner, dovrebbe aumentare
il suo potenziale di organizzare una cooperazione regionale efficace e
orientata ai risultati. L’UpM garantisce inoltre il carattere inclusivo della
cooperazione regionale nel Mediterraneo includendo, ad esempio, la Turchia e i
paesi dei Balcani occidentali. L’Alto Rappresentante e la Commissione sono
pronti a svolgere un ruolo più incisivo all’interno dell’Unione per il
Mediterraneo, in linea con il trattato di Lisbona. Per rilanciare l’UpM occorre
passare a un approccio più pragmatico e basato su progetti. Il segretariato
dell’UpM deve fungere da catalizzatore per coinvolgere gli Stati, la BEI, le
istituzioni finanziarie internazionali e il settore privato in progetti
economici concreti di importanza strategica e fonte di occupazione, innovazione
e crescita in tutta la regione. La partecipazione dei paesi partner a tali
progetti potrebbe seguire il principio della geometria variabile, sulla base
dei rispettivi bisogni e interessi. I cofinanziamenti provenienti dal bilancio
dell’UE a favore di progetti infrastrutturali specifici potrebbero essere
erogati mediante il Fondo investimenti per la politica di vicinato. Nel
contesto economico e politico attuale, si conferma la totale pertinenza dei
progetti faro individuati in occasione del vertice di Parigi, in particolare il
Piano solare mediterraneo, il disinquinamento del Mediterraneo o lo sviluppo
delle autostrade marittime e terrestri e l’iniziativa per lo sviluppo delle
imprese mediterranee. Per promuovere lo sviluppo sostenibile occorre attribuire
maggiore priorità all’attuazione degli accordi regionali esistenti, come la
Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e del litorale
del Mediterraneo. Infine, la cooperazione subregionale, che
coinvolge un minor numero di paesi vicini e si concentra su temi specifici, può
recare vantaggi e creare maggiore solidarietà. Per far progredire la
cooperazione subregionale nel Maghreb, ad esempio, si potrebbero promuovere
ulteriormente le interconnessioni fisiche. Prossimamente l’UE presenterà
proposte specifiche riguardanti, tra l’altro, i diversi modi di favorire l’eventuale
apertura delle frontiere nella regione. 4. Un quadro strategico e programmatico
semplificato e coerente 4.1. Definizione più chiara delle
priorità mediante un orientamento politico più forte L’UE intende: · incentrare i piani d’azione PEV e l’assistenza dell’UE su un numero più limitato di priorità, sulla base di parametri di riferimento più precisi Negli ultimi anni le relazioni bilaterali tra
l’UE e ciascuno dei suoi vicini si sono andate rafforzando, con lo sviluppo di
un dialogo stretto e intenso non solo sulle questioni politiche generali, ma su
tutti gli aspetti specifici della nostra cooperazione. L’estrema intensità
delle relazioni e il livello di impegno più elevato impongono di rafforzare in
misura considerevole il dialogo politico e la cooperazione. Il trattato di
Lisbona offre all’Unione europea gli strumenti necessari per attuare politiche
e programmi coerenti, inglobando gli aspetti della politica estera e di
assistenza dell’UE che prima erano gestiti da istituzioni diverse. I paesi partner e
gli Stati membri concordano nel ritenere che il conferimento di una dimensione
più sostanziale ai consigli di associazione consentirebbe discussioni più
approfondite a livello politico. Il dialogo politico, tuttavia, non può
limitarsi a discutere una volta all’anno in sede di consiglio di associazione:
quando le circostanze lo richiedono, occorre prevedere occasioni d’incontro più
frequenti e ad hoc. Un dialogo politico più stretto e costante è fondamentale onde
far regnare la fiducia necessaria per affrontare le nostre sfide comuni. La
Commissione intende inoltre intensificare il dialogo sulle politiche settoriali
(energia, istruzione, giovani, migrazione, trasporti ecc.) con le controparti
ministeriali dei paesi partner. Pur mantenendo i piani d’azione PEV
come quadro della nostra cooperazione generale, l’UE suggerirà ai partner di
concentrarsi su un numero limitato di priorità a breve e medio termine, con
parametri di riferimento più precisi e un calendario di attuazione più chiaro.
L’UE adatterà di conseguenza le priorità della sua assistenza finanziaria.
Quest’elenco di priorità determinerà il ritmo politico e aiuterà l’UE e
ciascuno dei suoi vicini a ottenere risultati tangibili secondo un calendario
stabilito di comune accordo, il che permetterà di collegare meglio gli
obiettivi politici e la programmazione dell’assistenza. Su queste basi, sarà
possibile semplificare i documenti di programmazione e concentrarsi sull’identificazione
delle priorità del piano d’azione che richiedono un’assistenza particolare da
parte dell’UE. In sede di stesura del regolamento sul nuovo
strumento europeo di vicinato, nell’ambito del prossimo quadro finanziario
pluriennale, si cercherà di semplificare ulteriormente l’erogazione dell’assistenza
finanziaria onde renderla più flessibile e mirata. Parallelamente, l’UE continuerà a presentare
relazioni annuali sui progressi in conformità dei piani d’azione. Le relazioni
porranno maggiormente l’accento sulla democrazia. Col passare del tempo verrà
inoltre rafforzato il collegamento tra i risultati valutati nelle relazioni, l’assistenza
e l’entità del sostegno finanziario. 4.2. Finanziamenti L’UE intende: · riorientare i fondi previsti e programmati a titolo dell’ENPI e degli altri strumenti pertinenti di politica estera conferendo loro un carattere più mirato · mettere a disposizione risorse supplementari superiori a 1 miliardo di euro fino al 2013 per soddisfare le necessità più impellenti dei nostri vicini · mobilitare varie fonti per rafforzare il bilancio · presentare rapidamente opportune proposte all’autorità di bilancio (storni per il 2011, lettera rettificativa per il 2012, riprogrammazione per il 2013). Per attuare la nuova impostazione della
politica di vicinato, che si fonda sulla responsabilità reciproca e su un
impegno comune a favore dei valori universali dei diritti umani, della
democrazia e dello Stato di diritto, occorre stanziare risorse supplementari
che possono arrivare a 1,242 miliardi di euro fino al 2013 e che si
aggiungono ai 5,700 miliardi di euro erogati per il 2011-2013 a titolo dello
strumento europeo di vicinato e partenariato. Nell’eventualità di nuove
emergenze, si potrà attingere ai fondi del bilancio dell’UE destinati alla
regione a titolo degli strumenti tematici e dei meccanismi di intervento in
caso di crisi. Sarà fornito sostegno finanziario per rafforzare ulteriormente
il partenariato con le persone nell’intera regione, promuovere una crescita
sostenibile e inclusiva, coprire il fabbisogno supplementare derivante dalla trasformazione
democratica dei paesi partner, progredire verso il conseguimento degli
obiettivi di sviluppo del millennio e finanziare le nuove iniziative scaturite
dal presente riesame, in particolare per quanto riguarda il partenariato con le
società e lo sviluppo rurale e regionale (cfr. sezioni 3.1 e 3.2). Questo
comprende un importo di 250 milioni di euro, proveniente da rientri relativi
a prestiti precedenti e operazioni con capitale di rischio, che sarà messo a
disposizione del Fondo per gli investimenti e il partenariato euromediterranei
(FEMIP) per promuovere la crescita e l’occupazione finanziando nuove operazioni
e coprire il fabbisogno di finanziamento a lungo termine delle PMI. A tal fine,
il Consiglio dovrebbe adottare la proposta di modifica dell’articolo 23 del
regolamento ENPI presentata dalla Commissione. Queste risorse supplementari saranno rese
disponibili procedendo a riassegnazioni all’interno della rubrica 4 del quadro
finanziario pluriennale 2007-2013, utilizzando il margine non assegnato al di
sotto del massimale di spesa nel 2012 e, nella misura necessaria, ricorrendo allo
strumento di flessibilità. La Commissione presenterà prossimamente una lettera
rettificativa del progetto di bilancio 2012. La Commissione riflette attualmente sul modo
migliore di tener conto della situazione globale dei paesi in termini di
democrazia, responsabilità, Stato di diritto e sana gestione finanziaria nelle
sue decisioni relative alle modalità di sostegno al bilancio e illustrerà il
proprio approccio nella prossima comunicazione sul sostegno al bilancio. Questo
dovrebbe garantire anche la flessibilità necessaria per modulare il livello e
il tipo di sostegno in funzione dell’andamento delle riforme in ciascun paese
partner. 4.3. Coinvolgere la BEI e la BERS L’UE intende: · ampliare le possibilità di erogazione di prestiti della BEI e della BERS, anche mediante l’estensione del mandato della BERS a partner meridionali selezionati. Per sostenere i
grandi progetti infrastrutturali che possono promuovere i collegamenti tra l’UE
e i paesi vicini, favorire lo sviluppo e affrontare le principali sfide
riguardanti l’energia, l’ambiente e i trasporti, è di fondamentale importanza
che la Banca europea per gli investimenti e altre banche di sviluppo regionali
quali la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo dispongano di risorse
finanziarie sufficienti. La Commissione è favorevole al potenziamento del
mandato esterno della BEI per i vicini orientali e meridionali e all’estensione
del mandato della BERS a paesi selezionati del Mediterraneo meridionale.
Ottimizzando i loro vantaggi comparativi la BEI e la BERS possono contribuire
al conseguimento degli obiettivi politici dell’UE. Le operazioni
della BERS nei paesi del Mediterraneo meridionale dovrebbero sostenere la
realizzazione degli obiettivi politici dell’UE senza dar luogo a un
trasferimento di risorse da operazioni nel vicinato orientale dell’UE. L’adozione del
mandato esterno riveduto della BEI permetterebbe di aumentare i prestiti BEI
garantiti dall’UE in tutti i paesi del nostro vicinato. In particolare, se il
Consiglio approverà la dotazione supplementare di 1 miliardo di euro per i
prestiti proposta dal Parlamento europeo, la BEI potrebbe erogare nel 2011-2013
quasi 6 miliardi di euro a favore dei paesi mediterranei. Si provvederà a
mobilitare i fondi necessari (fino a 90 milioni di euro) per fornire garanzie
di bilancio corrispondenti all’aumento dei prestiti BEI a favore della regione
mediterranea. 4.4. Programmazione per il 2013 e
oltre L’UE intende: · promuovere modalità più flessibili e semplificate per l’erogazione degli aiuti nell’ambito dello strumento che sostituirà l’attuale ENPI dopo il 2013; · intensificare il coordinamento tra l’UE, i suoi Stati membri, altre IFI chiave e i donatori bilaterali. Nelle sue conclusioni del luglio 2010 sulla
PEV il Consiglio ha riconosciuto “la necessità di accompagnare l’apertura del
mercato, l’integrazione economica e la convergenza normativa nonché il processo
di rafforzamento delle relazioni bilaterali, in tutto il vicinato, con il
sostegno finanziario, l’assistenza tecnica e lo sviluppo di capacità appropriate”,
indicando che sarebbe tornato “sulla questione del sostegno finanziario nel
contesto delle discussioni sul prossimo quadro finanziario pluriennale”. La Commissione
inserirà la sua concezione di una PEV rinnovata e i suoi obiettivi a medio
termine nelle proposte relative al quadro finanziario pluriennale dell’UE post-2013[18]. La principale fonte di finanziamento, cioè
il nuovo strumento europeo di vicinato (ENI), fornirà la maggior parte del
sostegno finanziario destinato ai paesi partner, prevalentemente attraverso
programmi di cooperazione bilaterale, regionale e transfrontaliera. L’entità
dei relativi finanziamenti dovrà riflettere le ambizioni della PEV riveduta. Lo
strumento dovrebbe essere caratterizzato da un’impostazione sempre più
strategica, una maggiore differenziazione e flessibilità, condizioni più
rigorose e incentivi per i paesi che ottengono i migliori risultati,
rispecchiando le ambizioni di ciascun partenariato (ad esempio, negoziati sulle
DCFTA). L’attuazione dell’assistenza UE potrebbe inoltre essere delegata sempre
più ai paesi partner, ferme restando l’osservanza delle regole finanziarie dell’Unione
e la tutela dei suoi interessi finanziari. Per ottimizzare il sostegno esterno al
programma di riforme concordato nell’ambito della PEV, l’UE intensificherà il
coordinamento con gli Stati membri, gli altri donatori bilaterali, la BEI, la
BERS e le istituzioni finanziarie internazionali. Questo obiettivo potrà essere
realizzato mediante una programmazione congiunta, iniziative di cooperazione
congiunte e il cofinanziamento di programmi e progetti. Per migliorare il
coordinamento dell’assistenza dell’UE, il SEAE e i servizi della Commissione
valuteranno la possibilità di varare programmazioni pilota congiunte con gli
Stati membri interessati nei paesi del vicinato meridionale in cui è in atto
una transizione democratica. Conclusioni Il nostro vicinato
offre preziose possibilità d’integrazione e di cooperazione reciprocamente
vantaggiose, come ad esempio una forza lavoro consistente ed altamente
qualificata, ampi mercati ancora da sviluppare e soluzioni vantaggiose per
tutti in materia di sicurezza energetica. La cooperazione con i nostri vicini è
l’unico mezzo per fronteggiare le sfide e la minacce che non conoscono
frontiere: il terrorismo, la migrazione irregolare, l’inquinamento dei mari e
dei fiumi comuni. Grazie a questa cooperazione possiamo prendere le misure
necessarie per eliminare le fonti d’instabilità e di conflitti nella regione. Nell’ultimo
decennio numerosi vicini, ad est come a sud, hanno intrapreso un percorso
ambizioso di transizione e adesso hanno bisogno di aiuto per poter consolidare questi
sviluppi. Altri paesi vicini, dove il processo è iniziato solo di recente,
necessitano di un’assistenza urgente da parte nostra e possono beneficiare
degli insegnamenti tratti da altri partner. È nell’interesse della stessa UE
sostenere questi processi di trasformazione, lavorando fianco a fianco con i
nostri vicini per radicare nel loro tessuto politico e sociale i valori e i
principi fondamentali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di
diritto, un’economia di mercato e uno sviluppo inclusivo e sostenibile. Il nuovo
orientamento della PEV illustrato nella presente comunicazione rappresenta un
passo in questa direzione. La Commissione e l’Alto Rappresentante invitano
Consiglio e Parlamento europeo ad approvarne lo spirito di fondo e ad
appoggiare le proposte concrete che esso avanza. Intendiamo adesso proseguire
le consultazioni con i nostri vicini sul modo migliore per concretizzare questo
nuovo orientamento in ciascun partenariato individuale. Le sfide sono numerose e occorrerà del tempo
per rispondere in modo esauriente a ciascuna di esse. Il traguardo cui puntiamo
insieme è una zona democratica, prospera e stabile, nella quale oltre 800
milioni di persone possano vivere, lavorare e modellare il futuro del proprio
paese, con la certezza che la loro libertà, la loro dignità e i loro diritti
saranno rispettati. SCHEDA
FINANZIARIA LEGISLATIVA 1. CONTESTO DELLA PROPOSTA/ INIZIATIVA 1.1 Denominazione della
proposta/iniziativa Comunicazione
congiunta della Commissione e dell’Alto Rappresentante per gli affari esteri e
la politica di sicurezza: “Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento” 1.2. Settori interessati nella
struttura ABM/ABB[19]
Relazioni
esterne 1.3. Natura della
proposta/iniziativa ¨ La proposta/iniziativa riguarda una
nuova azione ¨ La proposta/iniziativa riguarda una nuova
azione a seguito di un progetto pilota/un’azione preparatoria[20] X La proposta/iniziativa riguarda la proroga di
un’azione esistente ¨ La proposta/iniziativa riguarda un’azione
riorientata verso una nuova azione 1.4. Obiettivi 1.4.1. Obiettivi strategici pluriennali
della Commissione oggetto della proposta/iniziativa L’Europa
nel mondo: avere il giusto peso sulla scena mondiale 1.4.2. Obiettivi specifici e attività
ABM/ABB interessate Attività ABM/ABB interessate 19.08
Politica europea di vicinato e relazioni con la Russia Obiettivi specifici connessi all’attività ABM 1.
Creare condizioni più favorevoli a una stretta cooperazione tra l’UE e i suoi
vicini e all’integrazione regionale e multilaterale. 2.
Sostenere le riforme economiche e settoriali nei paesi del vicinato e
promuovere una maggiore integrazione di questi paesi con l’UE e fra di loro. 3.
Promuovere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto e contribuire
alla risoluzione dei conflitti nei paesi vicini dell’UE. 1.4.3. Risultati ed effetti previsti Precisare gli effetti
che la proposta/iniziativa dovrebbe avere sui beneficiari/gruppi interessati. La
revisione strategica della Politica europea di vicinato (PEV) che è stata
intrapresa l’anno scorso ha evidenziato alcuni settori in cui è possibile
rafforzare notevolmente la politica. Le rivoluzioni e le sollevazioni nel
Mediterraneo meridionale e le grandi aspirazioni di cambiamento politico ed
economico che le popolazioni di quei paesi hanno espresso rendono il sostegno
dell’UE ancora più importante che in passato e rivelano ambiti in cui l’UE e i
paesi partner possono e devono impegnarsi di più. Parimenti, l’UE rimane ferma
nel suo impegno a sostenere continuativamente i processi di democratizzazione e
riforma nell’intero vicinato, a est come a sud. La
Comunicazione “Una risposta nuova a un vicinato in mutamento” delinea le
proposte che scaturiscono dalla revisione strategica della PEV e in quel
contesto precisa gli orientamenti nei confronti dell’Europa orientale e del
Caucaso meridionale attraverso l’attuazione continuata del Partenariato
orientale e del Mediterraneo meridionale, nel quadro del nuovo “Partenariato
per la democrazia e la prosperità condivisa”. Con l’offerta di un “Partenariato
per la democrazia e la prosperità condivisa”, in particolare, l’UE intende
sostenere la trasformazione democratica avviata in Egitto e in Tunisia, che
potrebbe espandersi ad altri paesi del Mediterraneo meridionale. Le
nuove attività risultanti dal riesame possono essere raggruppate in tre
componenti principali: Componente 1. Trasformazione democratica e sviluppo istituzionale (attinente all’obiettivo specifico ABM n. 3 – vedi sopra)
Sostenere la trasformazione democratica e lo sviluppo istituzionale
mediante un programma globale di sviluppo istituzionale ai fini della
trasformazione democratica e altre azioni pertinenti rivolte alle
istituzioni chiave delle società democratiche e tali da contribuire alla
riforma democratica del settore della sicurezza. Risultati previsti Maggior
rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali Migliore
governance democratica Maggiore
indipendenza ed efficienza del sistema giudiziario Diminuzione
della corruzione Maggior
controllo democratico sul settore della sicurezza Maggiore
mobilità collegata a una gestione migliore delle frontiere e della migrazione
Una
legislazione più conforme all’acquis dell’UE Componente 2. Costruire un partenariato rafforzato con le persone (attinente all’obiettivo specifico ABM n. 1 – vedi sopra) Costruire un partenariato rafforzato con le persone aumentando i
contatti tra studenti, ricercatori e giovani Maggiore
mobilità di studenti e personale accademico nell’ambito dei partenariati tra
università (Erasmus Mundus) e cooperazione strutturata per la modernizzazione
delle università (Tempus) Collaborazione
tra scuole avviata con l’apertura del programma eTwinning dell’UE Più
contatti tra i giovani Maggiore
informazione dei cittadini PEV (anche nelle regioni secessioniste) in merito
alle realizzazioni, alle opportunità e alle sfide di tale politica. Componente 3. Crescita e sviluppo economico sostenibili ed inclusivi (attinente all’obiettivo specifico ABM n. 2 – vedi sopra) Promuovere una crescita sostenibile e inclusiva appoggiando le PMI e
cercando di ovviare alle disparità socioeconomiche in un paese partner mediante
“programmi pilota” sul modello delle politiche di coesione e di sviluppo
rurale dell’UE Riduzione
delle disparità economiche interne Aumento
dell’occupazione Sviluppo
delle PMI Aumento
dell’istruzione e della formazione professionale Miglioramento
dei mezzi di sussistenza degli agricoltori Aumento
della sicurezza alimentare Maggiore
integrazione nel mercato interno dell’UE mediante la partecipazione ai
programmi dell’Unione 1.4.4. Indicatori di risultato e di
incidenza Precisare gli
indicatori che permettono di seguire la realizzazione della
proposta/iniziativa. Rispetto
dei diritti umani e degli standard democratici valutato dalle ONG, dall’ONU e
dagli organismi regionali Elezioni
democratiche e credibili adeguatamente monitorate Livello
di corruzione Numero
di scuole incluse nel programma eTwinning Numero
di studenti e ricercatori universitari che partecipano a Erasmus Mundus Numero
di progetti strutturati nel campo della cooperazione tra università Livello
di ricchezza delle comunità agricole Numero
di domande di partecipazione ai programmi dell’UE presentate dai partner PEV
accolte Fornitura
più sostenibile di prodotti alimentari a prezzi abbordabili nei paesi PEV Diminuzione
delle disparità socioeconomiche Diminuzione
della disoccupazione 1.5. Motivazione della
proposta/iniziativa 1.5.1. Necessità da coprire nel breve
e lungo termine Visione politica e obiettivi a medio termine La
visione a lungo termine alla base della PEV è un partenariato in cui
ciascun paese partner sviluppa i propri legami con l’UE in modo commisurato
alle proprie aspirazioni, esigenze e capacità. Da un punto di vista politico,
ciò include l’offerta di una più stretta collaborazione con l’UE, con un numero
maggiore di iniziative congiunte nelle sedi internazionali su questioni di
portata globale d’interesse comune. Da un punto di vista economico, l’UE è
aperta anche ad una più stretta integrazione economica, che porterà ad una
graduale integrazione nel mercato interno dell’UE. Inoltre promuove l’accelerazione
della crescita inclusiva e sostenibile nei paesi vicini, che li aiuterà a
diventare più competitivi, creare posti di lavoro dignitosi e realizzare gli
obiettivi di sviluppo del millennio. L’UE dovrebbe utilizzare l’intera gamma
delle sue politiche in funzione delle necessità e degli interessi reciproci e
degli impegni assunti da ciascun paese in tema di riforma e democratizzazione. L’obiettivo è un impegno reciproco rafforzato a
promuovere il benessere politico ed economico dei nostri cittadini, sia in
Europa che nei paesi vicini, quale migliore garanzia per la nostra comune stabilità
e prosperità. Una simile visione comporta ovviamente delle sfide. Per i paesi
partner, le riforme necessarie presuppongono notevoli costi e sforzi, prima che
si possano raccogliere i frutti. Per quanto riguarda l’UE, è importante non
mettere a rischio il funzionamento efficace del mercato interno e garantire che
la mobilità si esplichi in condizioni di sicurezza. Nel
corso dei prossimi quattro-cinque anni, i paesi partner che stanno facendo
passi importanti verso le riforme politiche ed economiche possono contare sulla
prospettiva di concludere un accordo di associazione nel quadro del Partenariato
orientale (est) oppure di impegnarsi in un Partenariato per la democrazia
e la prosperità condivisa (sud). Tutto ciò si accompagnerà ad una maggiore
mobilità e ad un aumento dei contatti interpersonali (compresa ad esempio l’istituzione
di partenariati per la mobilità), ad un’integrazione economica attraverso la
cooperazione industriale, allo sviluppo delle PMI, agli investimenti esteri
diretti e a un incremento delle relazioni commerciali con l’UE (ad esempio
istituendo zone di libero scambio globali e approfondite e concludendo nuovi
accordi nel settore dell’agricoltura e dei servizi, o predisponendo accordi
sulla valutazione della conformità e l’accettazione dei prodotti industriali
per settori prioritari), ad un’integrazione settoriale più completa (ad esempio
attraverso l’integrazione in un mercato paneuropeo dell’energia e la
partecipazione ai programmi e alle agenzie dell’UE secondo le possibilità di
accesso offerte da ciascun programma e le linee guida generali riguardanti la
partecipazione alle agenzie dell’UE). Con
l’offerta di un “Partenariato per la democrazia e la prosperità condivisa”[21], in particolare, l’UE intende sostenere la
trasformazione democratica avviata in Egitto e in Tunisia, che potrebbe
espandersi ad altri paesi. Per avanzare senza esitazione sulla via della
trasformazione democratica, questi paesi hanno bisogno di sostegno per
riformare le loro istituzioni e rilanciare la crescita economica. Le loro
popolazioni hanno inoltre bisogno di vedere che l’UE è pronta a dare assistenza
in questo periodo di trasformazione entusiasmante ma difficile. Finanziamenti supplementari Per
attuare la nuova impostazione della politica di vicinato fondata sulla
responsabilità reciproca e su un impegno comune a favore dei valori universali
dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto, occorrerà
stanziare risorse supplementari che possono arrivare a 1,242 miliardi di
euro fino al 2013. A tal fine si procederà, tra l’altro, nel modo seguente:
a)
il quadro giuridico dell’ENPI si presta perfettamente a finanziare la maggiore
parte delle misure di cooperazione individuate nell’ambito del riesame. La
Commissione propone pertanto d’integrare la dotazione dell’ENPI (750,5 milioni
di euro) attingendo a varie fonti, ossia: 355 milioni di euro mediante
riassegnazione dalle dotazioni di altri strumenti e – per la quota relativa al 2012
– dal margine della rubrica 4 nel PB 2012 (241,5 milioni di euro) nonché 154
milioni di euro dallo strumento di flessibilità. L’aumento proposto è
realizzabile senza dover procedere ad un riesame formale del regolamento ENPI a
norma del punto 37 dell’Accordo interistituzionale sulle prospettive
finanziarie 2007-2013, trattandosi di una risposta a “nuove circostanze
oggettive e durature, esposte in una motivazione esplicita e precisa, che
considera i risultati raggiunti nell’attuazione del programma”. Poiché il
margine attuale nel PB 2012 è stato ricavato diminuendo alcune linee di
bilancio rispetto alla precedente programmazione finanziaria, l’accordo
proposto potrebbe essere considerato come una “riassegnazione”. Maggiori
dettagli saranno forniti mediante una lettera rettificativa; b)
mettendo a disposizione finanziamenti da altri strumenti come lo strumento
europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) (13,4 milioni di euro per
il periodo 2011-2012) e il programma tematico Attori non statali nel quadro
dello strumento di cooperazione allo sviluppo (3,8 milioni di euro nel 2011); c)
attivando lo strumento di stabilità (40 milioni di euro)[22]; d)
accantonando 90 milioni di euro onde fornire la garanzia necessaria per
ottenere prestiti aggiuntivi pari a 1 miliardo di euro dalla BEI nei paesi del
sud[23]; e)
attivando lo strumento di assistenza macrofinanziaria (100 milioni di euro)[24]; f)
permettendo alla BEI di riutilizzare i rientri da precedenti operazioni d’investimento
di capitali nelle PMI (244 milioni di euro). Per
realizzare quest’ultima possibilità il Consiglio deve adottare la modifica dell’articolo
23 del regolamento ENPI. Parallelamente,
i programmi indicativi nazionali esistenti vengono riorientati sugli obiettivi
chiave del nuovo partenariato, con 150 milioni di euro riassegnati a partire
dalla dotazione ENPI per sostenere il nuovo strumento PEV per la società civile
e altre azioni volte a promuovere un partenariato più solido con le società. Differenziazione Se
tutti i paesi partner beneficeranno di attività mirate a rafforzare il “partenariato
con le società” (componente 2), i finanziamenti a titolo delle altre due
componenti saranno assegnati ai paesi partner sulla base di un’impostazione “more
for more” fondata sulla responsabilità reciproca. L’aumento
del sostegno dell’UE dipenderà dai progressi compiuti nell’istituire e
consolidare la democrazia e il rispetto dello Stato di diritto. Il sostegno
dell’UE ai singoli paesi sarà commisurato all’entità e alla rapidità dei loro
progressi in termini di riforme interne. Questo sostegno accresciuto assumerà
svariate forme, compreso un aumento dei finanziamenti per lo sviluppo economico
e sociale, l’ampliamento dei programmi di consolidamento istituzionale, un
migliore accesso al mercato, maggiori finanziamenti della BEI per gli
investimenti, nonché l’ulteriore agevolazione della mobilità. Questi impegni
preferenziali saranno adattati in funzione delle esigenze di ciascun paese e
del contesto regionale. Saranno il riconoscimento concreto del fatto che una
riforma significativa si accompagna a notevoli costi iniziali. Per i paesi in
cui non sono state effettuate riforme, l’UE procederà a riesaminare o, se
necessario, ridurre i finanziamenti. 1.5.2. Valore aggiunto dell’intervento
dell’Unione europea La
proposta va inquadrata nel contesto generale di una Politica europea di
vicinato rinnovata, che offre ai paesi partner una più stretta cooperazione
politica e un’integrazione economica più completa conformemente all’articolo 8
del trattato di Lisbona. Essa parte dall’idea di condividere le esperienze
acquisite nell’integrazione europea con i paesi vicini e di coinvolgerli
progressivamente nelle politiche dell’Unione. Poiché l’offerta dell’UE si basa
in gran parte sull’integrazione nel mercato interno dell’UE, quest’ultima è in
una posizione privilegiata per fornire tale assistenza rispetto ai singoli
Stati membri. 1.5.3. Insegnamenti tratti in passato
da esperienze simili L’assistenza
fornita in passato ai paesi vicini è stata oggetto di cinque valutazioni a
livello di paesi e di due valutazioni regionali (MEDA II e TACIS), che hanno
riguardato principalmente i seguenti settori: sviluppo economico (compreso il
commercio), settore sociale (comprese sanità e istruzione), settore privato,
agricoltura (compresa la sicurezza alimentare) e energia (compreso il
nucleare). Le
valutazioni svolte hanno dimostrato che il fatto di riunire in uno stesso
strumento (l’ENPI) la cooperazione bilaterale e regionale con i paesi che in
precedenza erano oggetto di due regolamenti distinti (TACIS e MEDA) ha avuto un
positivo effetto di arricchimento reciproco, soprattutto per quanto riguarda i
meccanismi di messa a disposizione degli aiuti a sostegno delle riforme.
Prendendo le mosse dai risultati positivi nel quadro di MEDA[25], il sostegno alle riforme attraverso il
bilancio è notevolmente aumentato dall’introduzione dell’ENPI e ha prodotto
risultati tangibili, promosso riforme e contribuito a consolidare il dialogo
strategico con i paesi partner[26]. È
tuttavia necessario perfezionarne l’impostazione per integrarvi una maggiore
attenzione ai valori fondamentali e alla governance democratica. Inoltre
occorre adoperarsi per coinvolgere maggiormente la società civile nell’ideazione
e nel monitoraggio delle operazioni e aumentarne la visibilità. D’altro
canto, l’introduzione di una nuova gamma di strumenti basati sull’esperienza
dell’allargamento (TAIEX, gemellaggi e, più di recente, i programmi globali di
sviluppo istituzionale – EaP) ha aumentato la capacità dell’ENPI di realizzare progetti
di sviluppo istituzionale e promuovere la convergenza normativa con l’acquis
dell’UE. La componente della cooperazione transfrontaliera ha dotato l’ENPI di
un sistema migliore per gestire la cooperazione tra regioni situate da una
parte e dall’altra di confini comuni. 1.5.4. Compatibilità ed eventuale
sinergia con altri strumenti pertinenti Se
l’ENPI resta lo strumento principale attraverso cui viene convogliata la
cooperazione finanziaria dell’UE con i suoi vicini, i paesi della PEV
beneficiano anche di altri strumenti finanziari che trattano questioni
politiche specifiche (sfide globali, diritti umani, sicurezza nucleare) o
situazioni di crisi (assistenza macrofinanziaria, strumento di stabilità,
strumenti per l’assistenza umanitaria). Alcuni
di questi strumenti sono stati attivati di recente per venire incontro alle
necessità emergenti nel vicinato meridionale dell’UE e continueranno ad essere
impiegati a sostegno dei processi di transizione nella regione del vicinato. In
Tunisia è stato adottato un pacchetto di 2 milioni di euro a titolo
dello strumento per la stabilità per sostenere 1) la riforma politica e il
processo elettorale, 2) l’indipendenza della società civile e dei media. È
previsto anche un ulteriore sostegno alla società civile a titolo dello strumento
europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) in ambiti quali il
monitoraggio elettorale da parte della società civile nazionale, la formazione
dei partiti politici, il sostegno alla libertà di espressione, la promozione
dei diritti umani e la capacità di monitoraggio nel campo dei diritti umani (2
milioni di euro). Nell’ambito del programma tematico “Attori non statali e
autorità locali” è stato stanziato per la Tunisia un importo di 1,2 milioni
di euro. L’EIDHR finanzierà una missione di monitoraggio elettorale dell’UE
(fino a 4 milioni di euro). In
Egitto saranno stanziati 2,9 milioni di euro a titolo dello strumento
europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) per sostenere azioni volte
a contrastare la tortura, migliorare le condizioni di detenzione preventiva e
promuovere la libertà dei mezzi d’informazione e la libertà di culto. Un
importo di 2,6 milioni di euro sarà stanziato a titolo del programma tematico “Attori
non statali e autorità locali” (strumento di cooperazione allo sviluppo) per
promuovere il potenziamento del ruolo dei giovani e i diritti delle donne e
sostenere i diritti sociali ed economici. Lo
strumento di assistenza umanitaria (70 milioni di euro) è stato mobilitato per
far fronte alle conseguenze del conflitto interno in Libia e per
soccorrere rifugiati e sfollati, mentre 5 milioni di euro provenienti dalla
riserva per gli aiuti d’urgenza sono stati convogliati attraverso il meccanismo
di protezione civile per finanziare il rimpatrio di cittadini di paesi terzi. 1.6. Durata dell’azione e dell’incidenza
finanziaria x Proposta/iniziativa di durata limitata –
x Proposta/iniziativa in vigore dal 2011 al 2013 –
x Incidenza finanziaria dal 2011 al 2013 ¨ Proposta/iniziativa di durata
illimitata –
Attuazione con un periodo di avviamento dal AAAA al
AAAA –
seguito da un funzionamento a pieno ritmo. 1.7. Modalità di gestione previste[27] x Gestione centralizzata diretta da parte della Commissione x Gestione centralizzata indiretta con delega delle funzioni di esecuzione a: –
x agenzie esecutive –
¨ organismi creati dalle Comunità[28]
–
¨ organismi pubblici nazionali/organismi investiti di attribuzioni di
servizio pubblico –
¨ persone incaricate di attuare azioni specifiche di cui al titolo V
del trattato sull’Unione europea, che devono essere indicate nel pertinente
atto di base ai sensi dell’articolo 49 del regolamento finanziario ¨ Gestione concorrente
con gli Stati membri x Gestione decentrata
con paesi terzi x Gestione congiunta
con organizzazioni internazionali (specificare) Osservazioni Gli obiettivi
saranno perseguiti attraverso una serie di misure attuate secondo modalità di
gestione diverse. Le azioni di
sviluppo istituzionale saranno attuate prevalentemente mediante gestione
diretta da parte della Commissione. Gli scambi di
studenti e di giovani e la cooperazione fra università e scuole saranno attuati
prevalentemente tramite l’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e
la cultura. I programmi
pilota sul modello delle politiche di coesione e agricola saranno attuati
mediante gestione centralizzata diretta o mediante gestione decentrata. Il ricorso
alla gestione congiunta con organizzazioni internazionali è possibile per
azioni specifiche (per promuovere la conformità con le convenzioni del
Consiglio d’Europa). Nell’interesse dell’efficacia degli aiuti e della
divisione dei compiti con gli Stati membri si potrebbe prendere in
considerazione anche la cooperazione delegata. 2. MISURE DI GESTIONE 2.1. Disposizioni in materia di
monitoraggio e di relazioni da presentare Precisare frequenza e
condizioni. La
Commissione sorveglierà l’andamento della sua cooperazione esterna a tutti i
livelli: input (in particolare flussi finanziari:
impegni, contratti e pagamenti); attività / risultati (esecuzione di progetti e
programmi, monitoraggio interno effettuato in loco dalle delegazioni della
Commissione); progressi/risultati (sistema di monitoraggio
esterno orientato ai risultati - ROM[29]) ed
effetti; La
programmazione degli aiuti esterni a beneficio dei paesi partner e delle loro
regioni nel lungo periodo viene effettuata nell’ambito della preparazione dei
documenti strategici (fino a 7 anni) e dei programmi indicativi (3-4 anni).
I documenti di programmazione possono essere riveduti in qualsiasi momento per
adeguare le priorità della programmazione. I programmi indicativi precisano,
tra l’altro, gli obiettivi specifici e i risultati attesi in ciascun settore di
cooperazione. 2.2. Sistema di gestione e di
controllo 2.2.1. Rischi individuati 1)
L’assenza di stabilità politica e amministrativa nei paesi partner potrebbe
creare problemi in sede di elaborazione dei programmi, ritardare l’erogazione
dei fondi e nuocere all’efficacia; 2)
la mancanza di stanziamenti amministrativi sufficienti potrebbe determinare una
mancanza di risorse umane per la gestione dell’assistenza; 3)
un’applicazione inadeguata degli standard di qualità potrebbe ostacolare la
presentazione di programmi e progetti validi; 4)
la mancata circolazione delle informazioni potrebbe ostacolare la risoluzione
delle questioni problematiche connesse alla gestione degli aiuti. 2.2.2. Modalità di controllo previste
Migliorare
la preparazione: individuare i paesi più a rischio, elaborare un piano di
gestione dei rischi specifico per ciascun paese, dare seguito agli sviluppi in
quei paesi mediante diversi canali. Stanziamenti
amministrativi sufficienti: programmazione dettagliata degli stanziamenti
amministrativi provenienti dalle rubriche 4 e 5 del quadro finanziario
pluriennale 2007-2013. Adeguare la ripartizione del personale tra i servizi in
sede e nelle delegazioni in base alle previsioni delle necessità e alla
valutazione del carico di lavoro, servendosi ove possibile di criteri
quantificabili (come il numero di contratti da preparare). Attuazione
e rispetto di norme e disposizioni prima e dopo il gruppo di sostegno alla
qualità: le delegazioni e i servizi competenti della DG DEVCO devono mettere in
campo, sin dalle prime fasi del processo, le competenze necessarie attraverso
un sostegno in loco e a distanza. Miglioramento
del sistema – Qualità dei dati e relazioni: fornire informazioni tempestive sui
negoziati in corso e assicurarsi che tutte le questioni problematiche connesse
alla gestione degli aiuti siano già correttamente individuate e trasmesse ai
soggetti che intervengono nei negoziati. 2.3. Misure
di prevenzione delle frodi e delle irregolarità Precisare le misure di prevenzione e
protezione esistenti e previste. La
tutela degli interessi finanziari dell’Unione europea e la lotta contro le
frodi e le irregolarità costituiscono parte integrante del regolamento ENPI. Il
monitoraggio amministrativo degli appalti e dei pagamenti sarà affidato alle
delegazioni dell’UE nei paesi beneficiari. In ogni fase del ciclo di progetto
le delegazioni effettueranno dei controlli sulle azioni finanziate a norma del
presente regolamento[30].
Sarà rivolta particolare attenzione alla natura delle spese (ammissibilità
delle spese), al rispetto dei bilanci (spesa effettiva) e alla verifica delle
informazioni e della documentazione pertinente (prove di spesa). 3. INCIDENZA FINANZIARIA PREVISTA DELLA
PROPOSTA/ INIZIATIVA 3.1. Rubriche del quadro
finanziario pluriennale e linee di bilancio di spesa interessate · Linee di bilancio di spesa esistenti Secondo l’ordine delle rubriche del quadro
finanziario pluriennale e delle linee di bilancio. Rubrica del quadro finanziario pluriennale || Linea di bilancio || Natura della spesa || Partecipazione Numero [Denominazione………………………...……….] || SD/SND ([31]) || di paesi EFTA[32] || di paesi candidati[33] || di paesi terzi || ai sensi dell’articolo 18, paragrafo 1, lettera a bis), del regolamento finanziario 19.01.04.02 || ENPI — Spese di gestione amministrativa || SND || NO || NO || NO || NO 19.08.01 || Politica europea di vicinato e partenariato - Cooperazione finanziaria || SD || NO || NO || NO || NO || || || || || || 3.2. Incidenza
prevista sulle spese in Mio EUR (al terzo decimale) Incidenza prevista sulle spese Rubrica del quadro finanziario pluriennale || Rubrica 4 – Relazioni esterne || || || 2011 || 2012 || 2013 || Totale || || || || || || Stanziamenti operativi || || || || || || || || || || || 19.08.01 - Politica europea di vicinato e partenariato - Cooperazione finanziaria || Impegni || (1) || 85,000 || 383,750 || 261,750 || 730,500 || Pagamenti || (2) || 0,000 || 115,125 || 104,700 || 219,825 || || || || || || Stanziamenti di natura amministrativa finanziati dalla dotazione di programmi specifici (15) || || || || || || || || || || || 19.01.04.02 - ENPI Stanziamenti amministrativi || || (3) || 0,000 || 11,750 || 8,250 || 20,000 || || || || || || Totale stanziamenti per la DG DEVCO || Impegni || 1+3 || 85,000 || 395,500 || 270,000 || 750,500 || Pagamenti || 2+3 || 0,000 || 126,875 || 112,950 || 239,825 || || || || || || Totale stanziamenti operativi || Impegni || (4) || 85,000 || 383,750 || 261,750 || 730,500 || Pagamenti || (5) || 0,000 || 115,125 || 104,700 || 219,825 || || || || || || Stanziamenti di natura amministrativa finanziati dalla dotazione di programmi specifici || || 0,000 || 11,750 || 8,250 || 20,000 || || || || || || Totale stanziamenti || Impegni || || 85,000 || 395,500 || 270,000 || 750,500 || Pagamenti || || 0,000 || 126,875 || 112,950 || 239,825 (15). Assistenza tecnica e/o amministrativa e spese di sostegno all’attuazione di programmi e/o azioni dell’UE (ex linee “BA”), ricerca indiretta, ricerca diretta. 3.2.1. Incidenza prevista sugli
stanziamenti operativi –
¨ La proposta/iniziativa non comporta l’utilizzazione di stanziamenti
operativi –
X La proposta/iniziativa comporta l’utilizzazione
di stanziamenti operativi, come spiegato di seguito: Stanziamenti di impegno in Mio EUR (al terzo decimale) Specificare gli obiettivi e i risultati || || || Anno - 2011 || Anno - 2012 || Anno - 2013 || TOTALE ò || RISULTATI Tipo di risultato || Costo medio || Numero || Costo || Numero || Costo || Numero || Costo || Numero totale di risultati || Costo del risultato || di risultati || di risultati || di risultati || totale COMPONENTE 1 – TRASFORMAZIONE DEMOCRATICA E SVILUPPO ISTITUZIONALE || || || || || || || || Programmi globali di sviluppo istituzionale* || Programma || 40 || 3 || 20 || 3 || 63 || 3 || 42 || 3 || 125 Partenariati per la mobilità* || Programma || 8 || 3 || 5 || 3 || 10 || 3 || 10 || 3 || 25 Totale parziale per la Componente 1 || || 25 || || 73 || || 52 || || 150 COMPONENTE 2 – PARTENARIATO CON LE PERSONE || || || || || || || || Erasmus Mundus – Mobilità degli studenti || Studente/anno || 0,035 || 857 || 30 || 1286 || 45 || 1000 || 35 || 3143 || 110 TEMPUS – Cooperazione tra università || Progetti || 0,9 || 6 || 5 || 14 || 12.5 || 14 || 12.5 || 33 || 30 Giovani - Progetti || Progetti || 0,02 || 500 || 10 || 875 || 17,5 || 875 || 17,5 || 2250 || 45 Altri risultati || || n. p. || || 5 || || 11,25 || || 9,75 || || 26 Totale parziale per la Componente 2 || || 50 || || 86,25 || || 74,75 || || 211 COMPONENTE 3 - CRESCITA E SVILUPPO ECONOMICO SOSTENIBILI E INCLUSIVI || || || || || || || || Programmi pilota Coesione || Programma || 40 || 3 || 0 || 3 || 85 || 3 || 40 || 3 || 125 Programmi pilota Agricoltura e sviluppo rurale || Programma || 30 || 6 || 10 || 6 || 110 || 6 || 65 || 6 || 185 Partecipazione a programmi dell’UE || n. p. || n. p. || 5,95 || || 5,95 || || 5,95 || || 5,95 || Totale parziale per la Componente 3 || || 10 || || 224,5 || || 135 || || 369,5 COSTO TOTALE || || 85 || || 383,75 || || 261,75 || || 730,5 * Sotto forma di programma pluriennale di sviluppo istituzionale della durata di tre anni. Il costo medio si riferisce a 3 anni. ** Fondi accantonati per contribuire alla partecipazione dei paesi partner ai programmi dell’UE. Non è possibile fare una stima dei contributi individuali, che dipendono dal programma e dal paese. La maggior parte delle risorse umane corrispondenti dovrà essere destinata alle delegazioni nei paesi beneficiari interessati proprio in questa fase. N.B.: Va osservato che, a questo stadio, la ripartizione delle attività e le assegnazioni per le varie componenti sono puramente indicative. I risultati indicati più sopra si basano sulle stime iniziali e vengono riportati a scopo illustrativo. 3.2.2. Incidenza prevista sugli
stanziamenti di natura amministrativa 3.2.2.1. Sintesi –
X La proposta/iniziativa non comporta l’utilizzazione
di stanziamenti di natura amministrativa –
¨ La proposta/iniziativa comporta l’utilizzazione di stanziamenti di
natura amministrativa, come spiegato di seguito: Mio EUR (al terzo
decimale) || Anno N[34] || Anno N+1 || Anno N+2 || Anno N+3 || inserire gli anni necessari per evidenziare la durata dell’incidenza (cfr. punto 1.6) || TOTALE RUBRICA 5 del quadro finanziario pluriennale || || || || || || || || Risorse umane || || || || || || || || Altre spese amministrative || || || || || || || || Totale parziale RUBRICA 5 del quadro finanziario pluriennale || || || || || || || || Esclusa la RUBRICA 5[35] del quadro finanziario pluriennale || || || || || || || || Risorse umane || || || || || || || || Altre spese di natura amministrativa || || || || || || || || Totale parziale esclusa la RUBRICA 5 del quadro finanziario pluriennale || || || || || || || || TOTALE || || || || || || || || 3.2.2.2. Fabbisogno previsto di risorse
umane –
¨ La proposta/iniziativa non comporta l’utilizzazione di risorse umane –
X La proposta/iniziativa comporta l’utilizzazione
di risorse umane, come spiegato di seguito: Stima da esprimere in numeri interi (o, al
massimo, con un decimale) || || Anno 2011 || Anno 2012 || Anno 2013 Posti della tabella dell’organico (posti di funzionari e di agenti temporanei) || || XX 01 01 01 (in sede e negli uffici di rappresentanza della Commissione) || || || || XX 01 01 02 (delegazioni) || || || || XX 01 05 01 (ricerca indiretta) || || || || 10 01 05 01 (ricerca diretta) || || || || Personale esterno (in equivalenti a tempo pieno: ETP)[36] || || XX 01 02 01 (AC, INT, END della dotazione globale) || || || || XX 01 02 02 (AC, INT, JED, AL e END nelle delegazioni) || || || || 19 01 04 02 [37] || - in sede[38] || 0 || || || || - nelle delegazioni || || 131 || 92 || XX 01 05 02 (AC, INT, END – Ricerca indiretta) || || || || 10 01 05 02 (AC, INT, END – Ricerca diretta) || || || || Altre linee di bilancio (specificare) || || || || TOTALE || || 131 || 92 Il fabbisogno di risorse umane è coperto
dal personale della DG già assegnato alla gestione dell’azione e/o riassegnato
all’interno della stessa DG, integrato dall’eventuale dotazione supplementare
concessa alla DG responsabile nell’ambito della procedura annuale di
assegnazione, tenendo conto dei vincoli di bilancio. Descrizione dei compiti
da svolgere Occorre personale
supplementare per la gestione delle risorse aggiuntive e l’attuazione delle
nuove iniziative che rientrano nel riesame della PEV. La natura delle nuove
attività da svolgere nell’ambito del riesame della PEV, come il partenariato
per la democrazia e la prosperità condivisa (sviluppo istituzionale, contatti
interpersonali nell’ambito di progetti di portata relativamente limitata,
sostegno alla società civile ecc.), richiede un notevole potenziamento del
personale a fini di gestione e supervisione dei programmi. La maggior parte di
queste risorse umane dovrà essere destinata alle delegazioni nei paesi
beneficiari interessati e all’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi
e la cultura (per la gestione dei programmi riguardanti l’istruzione, i giovani
e la cultura). Nella misura in cui i
fondi operativi supplementari proverranno da una riassegnazione dalle dotazioni
di altri strumenti, anche le spese di sostegno amministrativo corrispondenti
saranno riassegnate di conseguenza. Gli stanziamenti amministrativi da
trasferire dalle dotazioni di altri strumenti ammontano a 6,78 milioni di euro
nel 2012 e a 8,25 milioni di euro nel 2013, che corrispondono rispettivamente alla
riassegnazione di circa 76 equivalenti a tempo pieno (ETP) nel 2011 e di 92 ETP
nel 2013 da altri strumenti. Il costo unitario del
personale esterno nelle delegazioni è stato stimato a 88,937 euro, cioè la
media del costo stimato di un agente contrattuale (134,120 euro) e del costo
stimato di un agente locale (43,754 euro) nel PB 2012 per la linea di bilancio 19.010402. Funzionari e agenti temporanei || Personale esterno || 131 ETP/anno nel 2012 e 92 ETP/anno nel 2013 per un costo totale di 20 milioni di euro (11,75 milioni di euro nel 2012 e 8,25 milioni di euro nel 2013) 3.2.3. Compatibilità con il quadro
finanziario pluriennale attuale – ¨ La
proposta/iniziativa è compatibile con l’attuale quadro finanziario pluriennale. –
X La proposta/iniziativa implica una riprogrammazione
della corrispondente rubrica del quadro finanziario pluriennale. I finanziamenti supplementari per le attività individuate
nella presente scheda proverranno per la maggior parte dalla riprogrammazione
delle dotazioni per gli strumenti delle relazioni esterne della rubrica 4 del
quadro finanziario pluriennale a favore dell’ENPI (stanziamenti operativi e
amministrativi). Per
il 2011, la maggior parte degli 85 milioni di euro supplementari sarà
disponibile grazie ad uno storno di risorse dallo strumento di cooperazione
allo sviluppo (51 milioni di euro) e a una riduzione del contributo dell’UE
alla BERS (34 milioni di euro). Per
il 2012 i 395,5 milioni di euro supplementari proverranno: 1) dal margine della
rubrica 4 (241,5 milioni di euro) che comprende gli stanziamenti inizialmente
programmati per lo strumento di cooperazione allo sviluppo (89 milioni di
euro), per lo strumento di assistenza preadesione (60 milioni di euro) e per lo
strumento per la stabilità (60 milioni di euro) e 2) dallo strumento di
flessibilità (154 milioni di euro). Per
il 2013, i 270 milioni di euro supplementari dovrebbero essere disponibili
grazie ad uno storno di risorse dallo strumento di cooperazione allo sviluppo (100
milioni di euro), dallo strumento di assistenza preadesione (60 milioni di
euro) e dallo strumento per la stabilità (70 milioni di euro) e a una
riassegnazione da altri strumenti, in particolare la dotazione per la politica
estera e di sicurezza comune (40 milioni di euro)[39]. –
X La proposta/iniziativa richiede l’attivazione
dello strumento di flessibilità[40]. Come
indicato più sopra, nel 2012 occorrerà mobilitare lo strumento di flessibilità
in ragione di 154 milioni di euro per poter disporre delle risorse
supplementari necessarie al finanziamento delle attività descritte nella
presente scheda. La
Commissione intende presentare rapidamente le proposte di bilancio pertinenti
all’autorità di bilancio (storni per il 2011, lettera rettificativa per il 2012,
riprogrammazione per il 2013). 3.2.4. Partecipazione di terzi al
finanziamento –
La proposta/iniziativa non prevede il
cofinanziamento da parte di terzi –
La proposta/iniziativa prevede il cofinanziamento
indicato di seguito: Stanziamenti in Mio EUR (al terzo decimale) || Anno N || Anno N+1 || Anno N+2 || Anno N+3 || inserire il numero di anni necessario per evidenziare la durata dell’incidenza (cfr. punto 1.6) || Costo Specificare l’organismo di cofinanziamento || || || || || || || || TOTALE stanziamenti cofinanziati || || || || || || || || 3.3. Incidenza prevista sulle
entrate –
X La proposta/iniziativa non ha alcuna incidenza
finanziaria sulle entrate. –
¨ La proposta/iniziativa ha la seguente incidenza finanziaria: –
¨ sulle risorse proprie –
¨ sulle entrate varie Mio EUR (al terzo decimale) Linea di bilancio delle entrate: || Stanziamenti disponibili per l’esercizio in corso || Incidenza della proposta/iniziativa[41] Anno N || Anno N+1 || Anno N+2 || Anno N+3 || inserire il numero di colonne necessario per evidenziare la durata dell’incidenza (cfr. punto 1.6) Articolo…………. || || || || || || || || Per quanto riguarda le
entrate varie con destinazione specifica, precisare le linee di spesa
interessate […] Precisare il metodo di
calcolo dell’incidenza sulle entrate. […] [1] Il vicinato
europeo comprende Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Georgia,
Israele, Giordania, Libano, Libia, Repubblica di Moldova, Marocco, Territori
palestinesi occupati, Siria, Tunisia e Ucraina. [2] COM(2011) 200 dell’8.3.2011. [3] Pur essendo diversi da quelli degli altri strumenti di
democratizzazione, gli obiettivi e le modalità di gestione e finanziarie del
fondo saranno applicati al fine di rafforzare le sinergie e la coerenza. [4] Il FEI possiede un’esperienza specifica come fornitore
di finanziamenti di rischio alle piccole e medie imprese (PMI) nell’UE e nei
paesi dell’allargamento, oltre che una vasta rete di contatti commerciali. È
quindi altamente competente per promuovere gli investimenti delle PMI dell’UE
nei paesi partner. [5] La portata del Programma europeo di vicinato per l’agricoltura
e lo sviluppo rurale (ENPARD) di cui alla comunicazione relativa a un “Partenariato
per la democrazia e la prosperità condivisa con il Mediterraneo meridionale” -
COM(2011) 200 – sarà ampliata per includere il vicinato orientale. [6] Vedasi COM(2006) 726 del 4.12.2006, Sullo sviluppo della
politica europea di vicinato. [7] Il TAIEX è lo
strumento per l’assistenza tecnica e lo scambio d’informazioni gestito dai
servizi della Commissione. Il TAIEX fornisce sostegno ai paesi partner in
materia di ravvicinamento, applicazione e attuazione della normativa UE. Si
tratta di uno strumento principalmente imperniato sulla domanda, che agevola la
messa a disposizione di competenze personalizzate per affrontare i problemi in
tempi rapidi: http://ec.europa.eu/enlargement/taiex/what-is-taiex/index_en.htm [8] Nella
sua comunicazione sull’iniziativa Europa 2020 “Un’Europa efficiente nell’impiego
delle risorse” COM(2011)21, la Commissione ha sottolineato la necessità di una
stretta cooperazione con i principali partner, compresi quelli nel vicinato. [9] COM(2006) 724 del 4.12.2006. [10] COM(2011) 248 definitivo del 4.5.2011. [11] La Commissione finanzierà lo sviluppo delle capacità nell’ambito
dello strumento europeo di vicinato e partenariato (ENPI). [12] In linea con la comunicazione sul dialogo con il
Mediterraneo meridionale per la migrazione, la mobilità e la sicurezza - COM(2011)292/3. [13] Gestione integrata delle frontiere; piccole e medie
imprese; mercati regionali dell’energia elettrica, efficienza energetica e
fonti energetiche rinnovabili; prevenzione, preparazione e risposta alle
calamità naturali e alle catastrofi causate dall’uomo; governance ambientale. [14] Piano d’azione
per l’attuazione del programma di Stoccolma (COM 2010/171):
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:0171:FIN:IT:PDF. [15] COM(2011) 200. [16] Lo status avanzato, subordinato alla corretta attuazione
dei piani d’azione PEV, è stato concesso al Marocco nel 2008 e alla Giordania
nel 2010 e potrebbe essere esteso ad altri paesi PEV del sud che registrano
progressi sul piano delle riforme. A seconda del paese, lo status avanzato può
comportare l’intensificazione della cooperazione a livello politico e di
sicurezza, concessioni commerciali, una maggiore integrazione nel mercato
interno dell’UE e un sostegno finanziario supplementare a favore delle riforme.
Lo status avanzato si basa su un nuovo piano d’azione, di più ampia portata. [17] COM (2011) 292/3. [18] Le proposte della Commissione saranno presentate nei
prossimi mesi. [19] ABM: Gestione per attività – ABB: Suddivisione per
attività. [20] A norma dell’articolo 49, paragrafo 6, lettera a) o b),
del regolamento finanziario. [21] COM(2011) 200 dell’8.3.2011. [22] L’importo esatto da mobilitare a titolo dello strumento di
stabilità dipenderà dall’individuazione di progetti adeguati. Qualora tali
progetti dovessero ammontare a meno di 40 milioni di euro, il saldo sarà
trasferito all’ENPI. [23] Se Consiglio e Parlamento accettano di aumentare anche il
massimale per il vicinato orientale nel quadro della revisione intermedia del
mandato esterno della BEI, l’importo necessario sarà accantonato per alimentare
il Fondo di garanzia. Si osservi che, conformemente al regolamento relativo al
Fondo di garanzia (regolamento (CE, Euratom) n. 480/2009 del Consiglio), l’approvvigionamento
necessario avverrà nell’arco di più anni, a decorrere dal 2013. [24] L’importo esatto da mobilitare a titolo di tale strumento
dipenderà dai bisogni di finanziamento dei paesi ammissibili all’AMF,
individuati nel quadro dei programmi di stabilizzazione e riforma economica
attuati con il sostegno del FMI. Qualora l’importo dei programmi di AMF fosse
inferiore a 100 milioni di euro, il saldo sarà trasferito all’ENPI. [25] Si vedano le conclusioni principali della “Valutazione del
regolamento MEDA II e della sua attuazione” (giugno 2009). [26] Come illustrato dalle conclusioni della Valutazione delle
operazioni di sostegno al bilancio in Tunisia (novembre 2010). [27] Le
spiegazioni sulle modalità di gestione e i riferimenti al regolamento
finanziario sono disponibili sul sito BudgWeb: http://www.cc.cec/budg/man/budgmanag/budgmanag_en.html. [28] A norma dell’articolo 185 del regolamento
finanziario. [29] Il sistema di monitoraggio orientato ai risultati (ROM)
consente una rapida valutazione delle prestazioni di un progetto o di un
programma e delle sue implicazioni in senso lato, fornendo alla Commissione
consigli indipendenti sul portafoglio progetti. Il ricorso ad un unico
approccio coerente mette a disposizione della Commissione dati comparabili per
tutte le regioni che beneficiano di assistenza esterna. [30] Esse autorizzeranno la Commissione (OLAF) a effettuare
controlli e verifiche sul posto conformemente al regolamento (CE, Euratom) n. 2185/96
del Consiglio dell’11 novembre 1996. [31] SD = Stanziamenti dissociati / SND = Stanziamenti non
dissociati. [32] EFTA: Associazione europea di libero scambio. [33] Paesi candidati e, se del caso, paesi candidati potenziali
dei Balcani occidentali. [34] L’anno N è l’anno di inizio dell’attuazione della
proposta/iniziativa. [35] Assistenza tecnica e/o amministrativa e spese di sostegno
all’attuazione di programmi e/o azioni dell’UE (ex linee “BA”), ricerca
indiretta, ricerca diretta. [36] AC = agente contrattuale; INT = personale interinale
(intérimaires); JED = giovane esperto in delegazione (jeune expert en
délégation); AL = agente locale; END = esperto nazionale distaccato. [37] Sottomassimale per il personale esterno previsto dagli
stanziamenti operativi (ex linee “BA”). [38] Principalmente per Fondi strutturali, Fondo europeo
agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e Fondo europeo per la pesca (FEP). [39] Da avviare in base alla proposta dell’Alto Rappresentante
e in conformità delle regole specifiche che si applicano al bilancio della
PESC. [40] Cfr. punti 19 e 24 dell’Accordo interistituzionale. [41] Per quanto riguarda le risorse proprie tradizionali (dazi
doganali, contributi zucchero), gli importi indicati devono essere importi
netti, cioè importi lordi da cui viene detratto il 25% per spese di
riscossione.