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Document 52006SC1360

    Allegato - Sintesi dell'analisi di impatto allegata alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento Europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol {COM(2006) 625 def.} {SEC(2006) 1358} {SEC(2006) 1411}

    /* SEC/2006/1360 */

    52006SC1360

    Allegato - Sintesi dell'analisi di impatto allegata alla Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni - Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol {COM(2006) 625 def.} {SEC(2006) 1358} {SEC(2006) 1411} /* SEC/2006/1360 */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 24.10.2006

    SEC(2006) 1360

    ALLEGATO

    Sintesi dell'ANALISI DI IMPATTO allegata alla COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO, AL PARLAMENTO EUROPEO, AL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO E AL COMITATO DELLE REGIONI Strategia comunitaria volta ad affiancare gli Stati membri nei loro sforzi per ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol {COM(2006) 625 def.} {SEC(2006) 1358} {SEC(2006) 1411}

    SINTESI DELLA VALUTAZIONE DI IMPATTO ALLEGATA[?] [?] AD UNA COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE RIGUARDO AD UNA STRATEGIA COMUNITARIA VOLTA AD AFFIANCARE GLI STATI MEMBRI NEI LORO SFORZI PER RIDURRE I DANNI DERIVANTI DAL CONSUMO DI ALCOL

    1. CONTESTO

    Nel 2001 il Consiglio ha adottato una raccomandazione "sul consumo di bevande alcoliche da parte di giovani, in particolare bambini e adolescenti"[?], nella quale sollecitava la Commissione a "seguire, valutare e monitorare gli sviluppi e le misure adottate" e a prendere in esame la necessità di ulteriori azioni [?] .

    Nelle sue conclusioni del 5 giugno 2001, il Consiglio ha invitato la Commissione a presentare proposte relative ad una strategia comunitaria globale finalizzata a ridurre i danni legati all'alcol, a completamento delle politiche nazionali. Nelle sue conclusioni del giugno 2004 sull'alcol e i giovani esso ha reiterato tale invito[?].

    Da allora i servizi della Commissione hanno condotto intense consultazioni con gli esperti degli Stati membri, le organizzazioni internazionali, i ricercatori e le parti interessate (la grande industria delle bevande alcoliche e le organizzazioni non governative a difesa dei consumatori e a tutela della salute pubblica). Nel corso di tali consultazioni è stato possibile identificare le soluzioni analizzate nella presente valutazione. Nel contesto della procedura di valutazione la Commissione ha commissionato un'analisi ex ante dell'impatto economico della politica di controllo del consumo di alcol[?]; tale analisi, denominata in appresso "relazione preliminare alla valutazione di impatto", può essere consultata sul sito Internet della Commissione riservato alla salute pubblica: http://ec.europa.eu/health/index_en.htm.

    2. LA “ROAD MAP” DELLA COMMISSIONE

    La “road map” pubblicata dalla Commissione nel 2005[?] identificava quattro soluzioni per una futura politica finalizzata a ridurre i danni derivanti dal consumo di alcol. Poiché tali soluzioni consentivano una valutazione strutturata dell'impatto di un intervento comunitario – o della sua mancanza - in tale ambito, si è ricorso ad esse anche nel processo di valutazione di impatto. Le quattro soluzioni sono le seguenti:

    1. Nessun cambiamento : decisioni e iniziative saranno lasciate essenzialmente agli Stati membri e ai soggetti interessati, senza alcun coordinamento a livello europeo. Il ruolo dell'Unione europea si limiterà al finanziamento di un numero ristretto di progetti nel contesto del programma di salute pubblica, alla facilitazione degli scambi di buone pratiche e alla raccolta e diffusione di informazioni sul consumo di alcol e sui danni che ne derivano. Tale opzione non prevede il coordinamento transettoriale delle attività, né una strategia globale.

    2. Coordinamento delle attività a livello dell'Unione europea: le istituzioni e gli organismi comunitari incoraggeranno gli Stati membri e i soggetti interessati di tutta l'Unione ad intraprendere iniziative coordinate per ridurre i danni legati all'alcol (essi solleciteranno, ad esempio, i rappresentanti della grande industria delle bevande alcoliche ad attuare e monitorare, più efficacemente, i loro meccanismi di autoregolamentazione e i codici di condotta comuni in materia di comunicazione commerciale e promuoveranno lo scambio delle buone pratiche di intervento tra gli Stati membri). Non è prevista alcuna strategia globale omogenea, su scala comunitaria, dotata di obiettivi specifici e di strumenti di applicazione che potrebbero servire ad orientare tali attività coordinate e a definire approcci transettoriali. Inoltre, non sarà possibile sostenere le azioni congiunte delle parti interessate o dei partenariati dei settori pubblico e privato sulla base di un solido approccio strategico.

    3. Strategia globale su scala comunitaria : si tratterà in questo caso di combinare le disposizioni della soluzione 2 con l'analisi di tutti gli ambiti di competenza rispettivi dell'Unione e degli Stati membri (salute pubblica, mercato interno, occupazione, affari sociali, fiscalità, trasporti, istruzione, agricoltura, ricerca, giovani, consumatori, ecc.) per sviluppare ed applicare una strategia omogenea su scala comunitaria incentrata su obiettivi comuni e azioni mirate per risolvere i problemi derivanti dal consumo di alcol. Al fine di migliorare il coordinamento su scala dell'Unione e facilitare gli scambi di attività fondate su solidi elementi di prova sarà creata una piattaforma basata su un quadro stabilito di comune accordo e su obiettivi comuni che coinvolga tutte le parti interessate (ONG e industria). Con tale strategia non si intende sostituire l'azione comunitaria alle politiche nazionali già in atto nella maggior parte degli Stati membri e di competenza delle autorità nazionali; tuttavia, la realizzazione di tale piattaforma sarà un obiettivo comune a tutte le istituzioni comunitarie interessate e a tutti gli Stati membri, che, a tal fine, si avvarranno di un'ampia gamma di strumenti politici.

    4. Semplice regolamentazione : sarà incentrata unicamente sulla promulgazione di regolamentazioni comunitarie e nazionali più rigorose e di più ampio raggio, nonché sul rafforzamento del controllo dell'applicazione delle norme ai fini della riduzione dei danni legati al consumo di alcol, senza altri aiuti agli Stati membri o attività supplementari per l'Unione.

    3. IL RUOLO DELL'INDUSTRIA DELLE BEVANDE ALCOLICHE

    La relazione preliminare alla valutazione di impatto stimava il fatturato dell'industria delle bevande alcoliche a circa 45 miliardi di EURO (equivalente al 23% dell'industria alimentare e allo 0,4% del prodotto interno lordo dell'Europa dei 25)[?].

    Nel 2004 le birrerie europee impiegavano complessivamente 164.000 lavoratori ed erano indirettamente responsabili di 342.000 posti di lavoro presso i loro contraenti e fornitori, 147.000 dei quali nel settore dell'agricoltura[?]. I produttori di alcolici contano 50.000 lavoratori nell'industria propriamente detta ed altri 250.000 nelle imprese fornititrici (ICAP 2006). Nella relazione preliminare il numero di lavoratori del settore vinicolo è stimato a 385.000 unità. Nella valutazione di impatto, realizzata dai servizi della Commissione per la riforma di questo settore, esso corrispondeva a 1,5 milioni di unità di lavoro annuali (ULA)[?].

    Nell'Unione europea le famiglie spendono in media annualmente 95 miliardi di EURO circa per l'acquisto di bevande alcoliche, pari al 13,9% della loro spesa alimentare totale e all' 1,6% della spesa di consumo totale[?].

    Le ripercussioni di un consumo nocivo e pericoloso di alcol sulla produttività sono prevalentemente di tre tipi[?]:

    1. L'alcol arreca danni fisici a chi lo consuma ed una cattiva salute incide negativamente sulla produttività (quando il lavoratore è ancora in attività), sul rendimento (quando il lavoratore si assenta o perde il posto) o sull'ingresso nel mercato del lavoro (nei giovani può compromettere i risultati scolastici).

    2. Modifica il comportamento dei bevitori, riduce la loro capacità di eseguire compiti complessi e può provocare errori e infortuni, causa a loro volta di guasti o di altre perturbazioni del processo di produzione.

    3. Può coinvolgere terzi, ad esempio colleghi di lavoro, e può nuocere al capitale sociale in quanto mina la fiducia.

    4. L'IMPATTO DI UN CONSUMO NOCIVO E PERICOLOSO DI ALCOL SULLA SALUTE

    In genere, un consumo moderato di alcol non dovrebbe costituire un rischio per la salute degli adulti non affetti da patologie croniche. Sembra che bere moderatamente protegga le persone di una certa età (45 anni e più, a seconda del sesso e delle caratteristiche individuali) contro le cardiopatologie coronariche[?]. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità e a parere della maggior parte dei ricercatori, un consumo nocivo o pericoloso di alcol può essere causa di 60 tipi diversi di patologie e affezioni[?], tra cui traumi, malattie professionali, disturbi mentali e del comportamento, affezioni gastrointestinali, cancro, malattie cardiovascolari, disturbi immunologici, malattie polmonari, affezioni muscoloscheletriche, malattie genetiche e danni al feto, nonché un aumento dei rischi di nascite premature o di scarso peso alla nascita. La frequenza degli episodi e le quantità massicce di alcol ingerite in determinate occasioni sono fattori determinanti dell'aumento dei rischi di traumi e violenze.

    5. LA NECESSITÀ DI INTERVENIRE A LIVELLO DELL'UNIONE EUROPEA

    La salute è un elemento chiave della crescita e della prosperità dell'Europa. I problemi di salute e le difficoltà di ordine sociale causate da un consumo nocivo e pericoloso di alcol determinano perdite in termini di produttività, accorciano la vita professionale e si traducono in costi elevati (spese sociali, provvedimenti di ordine pubblico e cure sanitarie). Dai risultati di studi disponibili si evince che nel 2003 il costo reale del consumo di alcol per le società degli Stati membri ammontava complessivamente a 125 miliardi di EURO, corrispondente all'1,3% del PIL (stesso ordine di grandezza del costo del consumo di tabacco)[?]. La valutazione di impatto rivela che un consumo di alcol più ragionevole in tutta l'Unione contribuirebbe alla realizzazione di uno degli obiettivi di Lisbona, ossia vivere più a lungo in buona salute.

    Benché la maggior parte degli Stati membri abbia adottato misure per ridurre i danni legati all'alcol, le cifre relative a tali danni, in particolare per quanto riguarda i giovani, il feto nel ventre materno, gli incidenti stradali e sul posto di lavoro, sono tuttora troppo elevate. Inoltre, studi condotti a livello nazionale e comunitario sottolineano la necessità di applicare, coordinare e far rispettare meglio misure di provata efficacia per ottenere una riduzione dei danni in questione[?]. Il Consiglio ha ribadito a due riprese la necessità di sviluppare una strategia globale su scala comunitaria ed ha invitato la Commissione a sottoporre proposte in tal senso (conclusioni del Consiglio del 5 giugno 2001 e del 2 giugno 2004).

    Inoltre, un'azione comunitaria per ridurre i danni legati all'alcol supporterà la realizzazione di altri obiettivi strategici già approvati dall'Unione, ad esempio la sicurezza stradale[?], la salute e la sicurezza sul lavoro[?] e la convenzione sui diritti del fanciullo[?].

    La necessità di un'azione comunitaria per sostenere ed integrare le attività degli Stati membri è giustificata per diversi motivi:

    - Gli Stati membri e le parti interessate hanno comunicato che alcuni di loro incontrano difficoltà per risolvere i problemi legati all'alcol su scala nazionale, ad esempio quando gli sforzi delle autorità nazionali sono indeboliti da attività transfrontaliere, quali l'esposizione a comunicati pubblicitari o le importazioni private.

    - Benché permangano nell'Unione europea differenze culturali e nazionali in materia di consumo e di modelli di consumo di alcol, una certa convergenza ha caratterizzato i livelli e le preferenze di consumo negli Stati membri (vedasi la tabella 1 in allegato). La birra sta diventando la bevanda alcolica più popolare in taluni paesi produttori di vino, mentre il consumo di vino aumenta (tra gli adulti) nei paesi non produttori. Parallelamente, il mercato dell'alcol è stato interessato dalla globalizzazione: infatti un quarto di esso è detenuto dalle multinazionali.

    - La maggior parte degli Stati membri manifesta inquietudine per i comportamenti irresponsabili e il cambiamento nelle abitudini di consumo di alcol da parte dei giovani e dei giovani adulti: sostituendo l'assunzione di alcol ai pasti con il bere al di fuori dei pasti, i bevitori danno un chiaro segnale della loro volontà di ubriacarsi. Le percentuali di forti bevitori occasionali più elevate tra i giovani dei 15-16 anni si registrano in Irlanda (32%), nei Paesi Bassi (28%), nel Regno Unito (27%), a Malta (25%) e in Svezia (25%)[?]. Mentre i paesi con le percentuali più basse sono l'Ungheria (8%), la Francia (9%), Cipro (10%), la Romania (11%), la Polonia (11%) e la Grecia (11%). Nella maggior parte degli Stati membri che partecipano al progetto europeo di indagini scolastiche sull'alcol e altre droghe (ESPAD), si è registrato un aumento della frequenza di pratiche di questo tipo tra le ragazze tra il 1995 e il 2003 ( cfr. allegato 1, tabella 1 e cifre 2 e 3 ).

    - Gli incidenti stradali imputabili al consumo di alcol destano forti preoccupazioni. Sul territorio comunitario un incidente su quattro circa è legato al consumo di alcol e sono almeno 10.000 le persone che perdono la vita ogni anno in questo genere di incidenti. L'Unione europea si è prefissata come obiettivo di dimezzare, da oggi al 2010, il numero dei morti sulle strade europee da 50.000 (nel 2000) a 25.000 [?]; la lotta contro la guida in stato d'ebbrezza può contribuire in maniera sostanziale al raggiungimento di tale obiettivo[?].

    - Il consumo nocivo e pericoloso di alcol è inoltre una delle prime cause di morte prematura e di malattia evitabile, senza contare che esso ha conseguenze nefaste per la capacità di lavoro e la produttività[?]. Essa è la causa netta del 7,4 %[?] di tutte le malattie e dei decessi prematuri nell'Unione e accresce il rischio di maltrattamento dei bambini e di deficenze alla nascita.

    - La valutazione di impatto ha rivelato la necessità urgente di mettere a punto sistemi comparativi e globali d'informazione e di sorveglianza e di procedere a scambi di buone pratiche tra Stati membri, a livello dell'Unione, onde colmare le lacune esistenti nel settore della ricerca.

    Tale evoluzione e tali risultati hanno messo in evidenza la necessità di un intervento e sostegno della Comunità per coordinare e completare le attività nazionali e locali, per affrontare in particolar modo i comportamenti nocivi in materia di consumo di alcol nei giovani e nei giovani adulti e ridurre il numero di infortuni e il numero dei bambini nati con deficienze provocate dall'alcol, operando tra l'altro in sinergia e scambiando buone pratiche.

    6. LA SOLUZIONE MIGLIORE

    Tenuto conto delle conclusioni delle relazioni servite a realizzare la valutazione di impatto[?], e sulla base dei risultati delle consultazioni, la migliore soluzione, dal punto di vista della salute pubblica e dell'economia, consisterà nell'elaborare una strategia su scala comunitaria volta a ridurre i danni legali all'alcol (soluzione 3) che integri la soluzione 2 (coordinamento delle attività su scala comunitaria). Le argomentazioni a favore di una simile soluzione sono le seguenti:

    - In primo luogo i risultati di ricerche e di consultazioni delle parti interessate confermano decisamente che un metodo

    - basato su conoscenze scientificamente comprovate e su una combinazione di misure culturalmente adattate,

    - che si basi su attività congiunte delle parti interessate condotte e sostenute a tutti i livelli e

    - finalizzato a creare un ambiente che aiuti i cittadini a operare scelte sane per se stessi e per i loro figli

    contribuirà a lungo termine, purché associato a sforzi coordinati a favore dell'applicazione effettiva delle legislazioni nazionali esistenti, ad una riduzione dei danni legati all'alcol ed aumenterà la speranza di vita in buona salute nell'Unione europea. Una strategia globale comunitaria faciliterà il ricorso ad un simile metodo, in particolare rafforzando la partecipazione di tutte le parti interessate al processo, migliorando la conoscenza del fenomeno e divulgando informazioni e buone pratiche a tutti gli attori interessati.

    - In secondo luogo, la soluzione 3 concorda con i risultati sull'efficacia dei diversi interventi strategici volti a ridurre i danni che l'alcol arreca alla salute ed alla società[?]. Secondo il parere dell'OMS il modo migliore per ottenere tale risultato sarebbe combinare, su scala comunitaria o nazionale, campagne contro il consumo di alcol al volante, misure di protezione dei giovani e dei gruppi di persone più vulnerabili, attività di sensibilizzazione che coinvolgano tutte le parti interessate a tutti i livelli, iniziative di prevenzione basate su conoscenze scientificamente comprovate e volte a ridurre il consumo nocivo e pericoloso di alcol, informazioni puntuali nell'assistenza sanitaria di base, ricerca e raccolta di dati, ecc., nell'ambito di una strategia globale e coerente basata su un lungo periodo. Tali risultati interessano tutti i livelli di responsabilità, tutti i substrati culturali e tutti gli Stati membri.

    - In terzo luogo, la soluzione 3 potrebbe contribuire alla messa a punto di strategie integrate comunitarie per affrontare altre grandi questioni trasversali relative alla salute, vale a dire il consumo di alcol alla guida, modelli di comportamento nocivi in materia di consumo di alcol tra i giovani, nonché informazione dei consumatori sul rapporto tra alcol e salute. Essa fornirebbe inoltre un quadro, sotteso dagli obiettivi della strategia, favorevole all'integrazione di azioni condotte congiuntamente dalle parti interessate o dalle collettività locali, in quanto la sua natura globale consente di prendere in considerazione gli sforzi compiuti in tutti i settori della società e a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale e internazionale).

    - Infine, secondo la relazione preliminare alla valutazione di impatto, la soluzione 3 apporta maggiori vantaggi individuali, microeconomici, macroeconomici e settoriali rispetto alle soluzioni 2 e 4. Le sue ripercussioni macroeconomiche dirette possono risultare non significative rispetto alla grandezza dell'economia dell'Unione, ma una combinazione dei fattori microeconomici dovrebbe portare a guadagni sostanziali in termini di produttività. La soluzione 3 offre inoltre migliori possibilità di sinergie delle altre tre.

    I settori chiave di approcci comuni nel quadro della soluzione 3, definiti sulla base di una mappatura e di una combinazione di iniziative di prevenzione e di misure di controllo della corretta applicazione delle norme nazionali esistenti e ritenuti efficaci anche sotto il profilo dei costi nella relazione preliminare, sono i seguenti:

    - L'alcol al volante: in tutti gli Stati membri, il mezzo più efficace per ridurre gli incidenti stradali dovuti al consumo di alcol sembra essere una combinazione del rispetto obbligatorio di tassi di alcolemia bassi, di prove dell'alito casuali, di sospensione della patente, di trattamenti terapeutici e attività di sensibilizzazione. Tali misure dovranno essere coadiuvate da azioni coordinate sul piano comunitario e nazionale per informare i cittadini sulle conseguenze di un consumo nocivo o pericoloso di alcol;

    - le azioni finalizzate a proteggere i giovani, i bambini e il feto nel ventre materno, consistenti nell'imposizione di limiti di età a livello nazionale, nel limitare le comunicazioni commerciali di richiamo per giovani o suscettibili d'influenzarli, nella formazione di addetti alla mescita responsabili, nei programmi di apprendimento di metodi di vita sani supportati da programmi familiari. Una strategia comunitaria consentirà alle parti interessate e agli Stati membri di coordinare e finalizzare al meglio le loro azioni e di elaborare ed applicare linee direttive e codici di condotta in tutta l'Unione;

    - informazione ed educazione dei consumatori ad opera di tutte le parti interessate, sugli effetti di un consumo di alcol nocivo e sull'adozione di modelli di comportamento appropriati;

    - attività di prevenzione intensificate e coordinate sul posto di lavoro, il cui obiettivo consiste nel denunciare le ripercussioni del consumo di alcol sulla salute e sulla sicurezza al lavoro.

    A llegato 1: Tabelle e diagrammi

    Table 1: Drunkenness and binge drinking among boys and girls in the EU25, 2003 |

    drunk 3 times or more in the last 30 days | binge drinking 3 times or more in the last 30 days |

    boys | girls | boys | girls |

    Denmark | 30 | 21 | 31 | 18 |

    Finland | 15 | 17 | 18 | 15 |

    Sweden | 12 | 9 | 18 | 14 |

    Ireland | 27 | 25 | 31 | 33 |

    UK | 22 | 25 | 26 | 29 |

    Austria | 22 | 11 | ( | ( |

    Belgium | 12 | 4 | 28 | 14 |

    Germany | 11 | 8 | 31 | 24 |

    Netherlands | 10 | 4 | 37 | 20 |

    Cyprus | 6 | 1 | 17 | 6 |

    France | 5 | 2 | 13 | 7 |

    Greece | 3 | 3 | 14 | 8 |

    Italy | 9 | 3 | 19 | 8 |

    Malta | 7 | 4 | 32 | 19 |

    Portugal | 6 | 2 | 20 | 10 |

    Czech Republic | 17 | 10 | 24 | 13 |

    Estonia | 23 | 13 | 26 | 15 |

    Hungary | 11 | 5 | 12 | 5 |

    Latvia | 12 | 7 | 24 | 18 |

    Lithuania | 17 | 8 | 19 | 7 |

    Poland | 13 | 5 | 17 | 5 |

    Slovakia | 14 | 8 | 20 | 12 |

    Slovenia | 16 | 8 | 23 | 18 |

    Source: ESPAD.2003 |

    [pic]

    Figure 1: Convergence in alcohol consumption across Europe

    Source: WHO Health for All Database (1961-9 trend from WHO Global Alcohol Database) (based on an analysis of the Coefficient of Variation (CV), a measure of relative dispersion calculated as the absolute dispersion (Standard Deviation) of the country values divided by their mean (i.e. a 50% CV is where the standard deviation of the EU country values is half the value of the mean). This is identical to the ECAS study (Leifman 2001b), except that the trends in this figure use population-weighted values)

    [pic]

    Figure 2: Changes in reported binge-drinking among girls (between 1995 or 1999 and 2003). 11 out of 22 countries reported increased binge-drinking among girls.

    [pic]

    Figure 3: Binge drinking among adults

    Source: Eurobarometer 2003, Binge drinking = 5 pints of beer, 1 bottle of wine, 5 shots of spirits on a single occasion

    ANNEX 2: References

    [1] References are grouped in Annex 1 at the end of this document

    [i] On the basis of SEC (2005) 791 of 15 June 2005 (Impact Assessment Guidelines)

    [ii] Council Recommendation 2001/458/EC – OJ L 161/38 of 16/06/2001 http://eur-lex.europa.eu/pri/en/oj/dat/2001/l_161/l_16120010616en00380041.pdf

    [iii] Full report published at http://ec.europa.eu/comm/health

    [iv] Council Conclusions of 5 June 2001 on a Community strategy to reduce alcohol-related harm (2001/C 175/01 - http://eur-lex.europa.eu/pri/en/oj/dat/2001/c_175/c_17520010620en00010002.pdf), Council Conclusions on Alcohol and Young people of 1-2 June 2004 (http://ue.eu.int/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/lsa/80729.pdf)

    [v] RAND Europe Foundation: An ex ante assessment of the economic impacts of EU alcohol policies, Horlings and Scoggins, RAND 2006

    [vi] 2005/SANCO/032; hicies, Horlings and Scoggins, RAND 2006

    [vii] 2005/SANCO/032; http://ec.europa.eu/atwork/programmes/docs/wp2006_roadmaps.pdf

    [viii] The brewing sector has presented another study indicating that the brewing sector alone values its contribution to EU economy at €57,5 billion.

    [ix] Ernst & Young 2006

    http://ec.europa.eu/agriculture/markets/wine/studies/rep_econ2006_en.pd .

    [x] Eurostat online database

    [xi] IA Background report

    [xii] There is no common agreement on any exact definition of the level of moderate consumption that would give some protection

    [xiii] Rehm J, Room R, Monteiro M, Gmel G, Graham K, Rehn T, Sempos CT, Frick U, Jernigan D. (2004). Alcohol. In: WHO (ed), Comparative quantification of health risks: Global and regional burden of disease due to selected major risk factors . Geneva: WHO

    [xiv] Anderson, P. & Baumberg, B. (2006) Alcohol in Europe. London: Institute of Alcohol Studies

    [xv] e.g. What are the most effective and cost-effective interventions in alcohol? WHO Regional Office for Europe's Health Evidence Network (HEN) 2004; Alcohol Policy and the Public Good, Griffith Edwards 1994, Cochrane Library; EconLit and the Alcohol and Alcohol Problems Science Database (ETOH), National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism (NIAA)

    [xvi] Commission Recommendation 2004/345/EC of 6 April 2004 on enforcement in the field of road safety, OJ L 111, 17/04/2004, Commission Recommendation 2001/116/EC of 17 January 2001 on the maximum permitted blood alcohol content (BAC) for drivers of motorised vehicles, OJ L 43, 14/02/2001, Communication of the Commission, OJ C 48, 14/02/2004

    [xvii] Community strategy on health and safety at work 2002-2006/* COM/2002/0118 final

    [xviii] UN resolution 44/25 of 20 November 1989

    [xix] ESPAD Alcohol and Other Drug Use Among Students in 35 European Countries (Hibel et al 2003) (Austria, Germany, Luxembourg and Spain not covered in binge-drinking survey)

    [xx] COM(2001) 370 final European transport policy for 2010: time to decide

    [xxi] A review of 112 studies provided strong evidence that impairment in driving skills begins with a departure from a zero blood alcohol concentration level (Moskowitz and Fiorentino 2000). A study that compared the blood alcohol concentrations (BACs) of drivers in accidents with the BACs of drivers not involved in accidents found that male and female drivers at all ages who had BACs between 0.2 g/l and 0.49 g/l had at least a three times greater risk of dying in a single vehicle crash. The risk increased to at least 6 times with a BAC between 0.5 g/l and 0.79 g/l and to 11 times with a BAC between 0.8 g/l and 0.99 g/l (Zador et al 2000) All studies confirm that the positive effect of new legislation to lower BAC limits is higher if it is followed by public discussions, media campaigns and enforcement of the new laws.

    [xxii] Alcohol in Europe A public health perspective, P Anderson and B Baumberg, Institute of Alcohol Studies, UK 2006 http://ec.europa.eu/health-eu/news_alcoholineurope_en.htm

    [xxiii] The WHO’s Global Burden of Disease Study (Rehm et al 2003a and b, Rehm et al 2004 and Rehm 2005)

    [xxiv] An ex ante assessment of the economic impacts of EU alcohol policies, Horlings and Scoggins, RAND 2006; Anderson , P Baumberg B (2006) Alcohol and Europe. London Institute of Alcohol Studies

    [xxv] cf. What are the most effective and cost-effective interventions in alcohol control?, WHO Regional Office for Europe, 2004

    NOTE :

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