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Document 52006DC0631

    Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte {COM(2006) 632 definitivo}

    /* COM/2006/0631 def. */

    52006DC0631

    Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento Europeo - UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte {COM(2006) 632 definitivo} /* COM/2006/0631 def. */


    [pic] | COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE |

    Bruxelles, 24.10.2006

    COM(2006) 631 definitivo

    COMUNICAZIONE DELLA COMMISSIONE AL CONSIGLIO E AL PARLAMENTO EUROPEO

    UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte{COM(2006) 632 definitivo}

    UE – Cina: maggiori responsabilità nell'ambito di un partenariato più forte

    1. La posta in gioco

    Nell'ultimo decennio, la Cina è riemersa quale grande potenza. Quarta economia e terzo esportatore mondiale, il paese ha visto d'altro canto crescere il proprio potere politico. Sulla scia della crescita economica, la Cina ha sviluppato una politica estera più attiva ed elaborata, incentrata sulle aspirazioni di crescita di un paese che, sulla scena mondiale, mira ad occupare un posto consono al proprio potere politico e sociale. Tenuto conto delle dimensioni e della crescita eccezionale della Cina, questi cambiamenti hanno ripercussioni profonde sulla politica e sugli scambi mondiali.

    L'Unione europea è il più grande mercato al mondo. La sua moneta è una valuta di riserva internazionale. L'UE è leader mondiale nelle tecnologie e nelle conoscenze di punta. L'Unione riveste un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzioni durevoli alle sfide del presente in materia di ambiente, energia, globalizzazione. L'Europa ha dimostrato di essere capace di esercitare un'influenza sempre maggiore ben al di là delle sue frontiere e rimane il più grande donatore di aiuti allo sviluppo.

    L'Europa deve poter dare una risposta efficace alla rinnovata forza della Cina. Per poter affrontare le principali sfide cui si confronta oggi (in termini, per esempio, di cambiamenti climatici, occupazione, migrazione e sicurezza), l'Europa deve far leva sulle potenzialità insite in un rapporto dinamico con la Cina improntato ai valori europei. L'Unione ha peraltro interesse a sostenere il processo riformatore in Cina. In tal senso, l'intera gamma delle politiche comunitarie, esterne ed interne, deve tener conto della dimensione cinese. Occorre inoltre assicurare un coordinamento serrato all'interno dell'Unione che dia corpo ad una strategia globale e coerente.

    Nel 2003, l'UE e la Cina hanno stretto un partenariato strategico per sottolineare l'importanza del loro rapporto che, al di là delle differenze persistenti, gestite tuttavia in modo efficace, ne va guadagnando in maturità e realismo. Al contempo, la Cina, insieme all'UE, è strettamente connessa al processo di globalizzazione e sempre più inserita nel sistema internazionale.

    Nei rapporti con la Cina, l'Unione deve continuare sulla strada di una strategia fondamentale incentrata sull'impegno e sul partenariato. Dall'intensificazione del partenariato strategico scaturiscono, tuttavia, maggiori responsabilità reciproche. Il partenariato deve soddisfare gli interessi di entrambi i partner e, man mano che il loro ruolo internazionale diventa più attivo e responsabile, l'UE e la Cina hanno bisogno di lavorare fianco a fianco per contribuire ad un sistema multilaterale forte ed efficace. L'obiettivo è un ambito in cui la Cina e l'UE possano mettere insieme le rispettive forze per proporre soluzioni comuni a problemi mondiali.

    Il partenariato commerciale ed economico va a vantaggio tanto dell'Europa che della Cina. Se ne apprezziamo pienamente le potenzialità, la risposta non può risiedere nella chiusura delle porte europee alla concorrenza cinese. Ma per costruire e mantenere un consenso politico all'apertura verso la Cina, l'Europa deve riconoscere a pieno i vantaggi di un tale impegno mentre la Cina deve aprire i propri mercati e garantire le condizioni per una concorrenza commerciale leale. Per il prossimo decennio, la politica commerciale dell'Unione sarà chiamata sempre più ad adeguarsi alle sfide della concorrenza e ad intavolare trattative eque con la Cina. Una sfida bilaterale fondamentale che costituisce il banco di prova del partenariato in questione, illustrato più dettagliatamente nel documento di politica commerciale "Concorrenza e partenariato" che accompagna la presente comunicazione.

    Nella difesa dei propri interessi, l'Europa e la Cina insieme possono ottenere molto di più di quanto non riescano ad ottenere separatamente.

    2. Contesto: il nuovo slancio della Cina

    La stabilità interna rimane il motore della politica cinese. Negli ultimi decenni, la stabilità è stata assicurata da elevati livelli di crescita economica. Dal 1980, la Cina registra un tasso medio di crescita annua pari al 9% e ha visto decuplicare la sua quota del PIL mondiale, che ha raggiunto il 5%. La crescita ha fatto registrare il calo più repentino del livello di povertà mai conosciuto prima e l'emergenza di un ampio ceto medio meglio scolarizzato e con un potere di acquisto e di scelta in aumento.

    Dietro questa crescita eccezionale si nascondono tuttavia incertezze e fragilità. La dirigenza cinese si muove ogni giorno su un terreno complesso, confrontata come è con una serie di sfide importanti, di natura essenzialmente interna ma con una risonanza che va sempre più oltre i confini nazionali.

    - Disparità crescenti: continuano a crescere sia il divario ricchi-poveri che gli squilibri in termini sociali, regionali e tra i sessi; la sanità e l'istruzione sono messe a dura prova; la Cina è già alle prese con profondi cambiamenti demografici e si confronta con le sfide poste dall'invecchiamento della popolazione.

    - Il fabbisogno di energia e materie prime della Cina, che occupa già il secondo posto tra i consumatori mondiali di energia, è cospicuo ed è destinato a crescere, mentre diventa sempre più evidente il costo ambientale di una crescita economica e industriale senza freni. D'altro canto, il modello di crescita, che premia le esportazioni a discapito della domanda interna, non è equilibrato.

    Il programma riformatore della Cina, che continua a puntare sulla crescita, è sempre più temperato da misure volte a riequilibrare le disparità sociali e a consentire uno sviluppo economico e politico durevole. Paradossalmente, in molti settori le condizioni di stabilità migliorano man mano che il partito e lo Stato allentano il controllo. Indipendenza dei magistrati, attivismo della società civile e libertà di stampa maggiori finiranno per favorire la stabilità, fornendo i necessari meccanismi di checks and balances . Riconoscere la necessità di uno sviluppo più equilibrato e di una "società più armonica" è incoraggiante, ma occorrerà in ogni caso continuare sulla strada delle riforme.

    La politica cinese in ambito regionale e internazionale tiene conto anche degli imperativi interni: la sicurezza e la pace nei paesi confinanti favoriscono la crescita economica e, in termini di impegno internazionale in senso lato, la Cina persegue obiettivi molto specifici, tra cui l'accaparramento delle risorse naturali necessarie ad alimentare il potere. Al tempo stesso, la Cina ha mostrato di voler essere rispettata e riconosciuta sulla scena internazionale. In occasione delle olimpiadi di Beijing del 2008 e dell'esposizione mondiale di Shanghai del 2010, gli occhi del mondo saranno puntati sui progressi compiuti dal paese.

    La politica estera cinese si definisce tradizionalmente in termini di non ingerenza assoluta, proposito che diventa sempre più insostenibile man mano che il paese assume un ruolo internazionale più attivo e determinato. Il governo cinese comincia a prenderne coscienza e ad assumersi le responsabilità internazionali connesse all'importanza economica e al ruolo del paese quale membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, come dimostrato dal crescente attivismo diplomatico.

    L'UE e la Cina traggono beneficio dalla globalizzazione, il cui successo è nell'interesse di entrambe. La globalizzazione comporta sfide e responsabilità ulteriori tanto per l'UE che per la Cina, accomunate peraltro dal desiderio di dar vita ad un sistema realmente pluralistico. Sussistono tuttavia le divergenze in termini di valori, che devono continuare ad essere affrontate nell'ambito del dialogo.

    Il rafforzamento del partenariato comporta aspettative e responsabilità crescenti per entrambi i partner. L'UE è il più grande partner commerciale della Cina e la sua politica commerciale ha notevoli ripercussioni in Cina, così come le politiche cinesi hanno ripercussioni nell'Unione. Sempre di più, ciascuno dei due partner auspica che l'altro ne tenga conto al momento della definizione della sua linea politica.

    3. La strada da percorrere

    È importante che l'Europa continui ad appoggiare il riassetto della politica e dell'economia cinese affinché, una volta acquisite forza e stabilità, il paese assicuri il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, tuteli le minoranze e garantisca lo stato di diritto. L'Europa intende rafforzare la cooperazione volta a garantire lo sviluppo sostenibile, continuare a condurre una politica commerciale equa e incisiva e impegnarsi a potenziare e a riequilibrare le relazioni bilaterali. L'UE e la Cina devono lavorare fianco a fianco a sostegno della pace e della stabilità. Oltre a potenziare il coordinamento e gli interventi congiunti, l'Unione deve garantire una migliore cooperazione con l'industria europea e la società civile.

    Fino ad oggi, le relazioni UE-Cina si sono basate sull'accordo di commercio e di cooperazione del 1985, il quale non rispecchia più l'estensione e la portata delle relazioni attuali; in occasione del 9° vertice UE-Cina è stato pertanto deciso di avviare i negoziati per un nuovo accordo di partenariato e cooperazione (APC) più esteso, che tenga conto del nuovo volto della cooperazione. Si tratta di un'opportunità importante. Il nuovo accordo, inteso a definire un quadro unico che tenga conto dell'intera gamma e della complessità dei rapporti UE-Cina, deve essere al tempo stesso lungimirante e riflettere le priorità individuate nell'ambito della presente comunicazione.

    3.1. Appoggiare la transizione della Cina verso una società più aperta e pluralista

    I dirigenti cinesi hanno ribadito più volte il loro sostegno alle riforme, inclusi i diritti e le libertà fondamentali, sebbene non si siano visti grandi progressi in materia. L'UE deve pensare al modo più efficace per assistere la Cina nel processo riformatore, perorando la causa che una migliore tutela dei diritti umani, una società più aperta e una maggiore responsabilità del governo andrebbero a vantaggio della Cina e sono essenziali per la crescita economica futura.

    La democrazia, i diritti umani e la promozione dei valori comuni continuano a rivestire un'importanza fondamentale per la politica comunitaria e sono al centro delle relazioni bilaterali. L'UE deve sostenere e incoraggiare lo sviluppo di una società civile matura, sana e indipendente in Cina e appoggiare gli sforzi tesi a potenziare lo stato di diritto quale elemento di base per tutte le riforme future.

    Al tempo stesso, l'UE deve continuare ad incoraggiare il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali in tutte le regioni della Cina; la libertà di espressione, religione e associazione, il diritto ad una giustizia equa e la tutela delle minoranze richiedono particolare attenzione in tutte le regioni del paese. L'Unione intende inoltre incoraggiare la Cina ad assumere un ruolo attivo e costruttivo in seno al Consiglio per i diritti umani, impegnandosi a rispettare i valori condivisi dalle Nazioni Unite, tra cui la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici.

    Il dialogo sui diritti umani, con scadenza semestrale, è stato concepito in una prima fase delle relazioni UE-Cina. Si tratta di uno strumento tuttora valido, sebbene le aspettative comunitarie, che sono andate via via aumentando con il migliorare del partenariato, siano rimaste in larga misura disattese. È opportuno che il dialogo sia:

    - maggiormente mirato e orientato ai risultati, prevedendo scambi qualitativamente superiori e effetti concreti;

    - più flessibile e reattivo ai suggerimenti di singoli gruppi e sottogruppi di studio;

    - incentrato su un miglior coordinamento con gli Stati membri.

    3.2. Sviluppo sostenibile

    Una delle attuali sfide di base a livello mondiale è assicurare lo sviluppo sostenibile e il ruolo della Cina a tal fine è centrale. La politica di riforma interna cinese è importante, e la Commissione intende continuare ad appoggiarla mediante il programma di cooperazione, anche per quanto riguarda la responsabilità sociale delle imprese. È opportuno che l'UE e la Cina cooperino più intensamente a livello internazionale su questioni quali l'energia, i cambiamenti ambientali e climatici, il rispetto delle norme sociali internazionali, gli aiuti allo sviluppo, nonché su altri temi macroeconomici. Ecco un elenco di imperativi per entrambi i partner:

    Sicurezza e sostenibilità del rifornimento energetico : in qualità di operatori di rilievo sui mercati mondiali dell'energia, l'UE e la Cina condividono interessi e responsabilità comuni nel garantire un rifornimento energetico sicuro e sostenibile, nel migliorare l'efficienza e nel ridurre l'impatto ambientale della produzione e del consumo di energia. L'Europa deve porsi come priorità la partecipazione della Cina ai mercati mondiali dell'energia e ai meccanismi e alle istituzioni di governo multilaterali; essa deve inoltre spronare la Cina a diventare un partner attivo e responsabile in materia di energia. A tal fine, l'UE e la Cina devono lavorare insieme per:

    - intensificare la cooperazione internazionale, specie per quanto riguarda gli sforzi volti ad una maggiore trasparenza e affidabilità dei dati energetici e ad un più proficuo scambio di informazioni per aumentare la sicurezza energetica nei paesi in via di sviluppo, compresa l'Africa;

    - rafforzare le capacità della Cina in campo tecnico e normativo, contenendo la crescita della domanda di energia, aumentando l'efficienza energetica e incentivando il ricorso a fonti di energia rinnovabili e pulite, quali l'energia eolica, la biomassa e i biocarburanti, nonché promuovendo standard e risparmi energetici mediante lo sviluppo e l'impiego di tecniche ad emissioni quasi zero basate sull'utilizzo del carbone;

    - promuovere un approccio di mercato per gli investimenti e gli appalti come parte dell'impegno ad una maggiore stabilità; intavolare il dialogo con altri consumatori principali; favorire un quadro normativo trasparente e non discriminante, che consenta un accesso ai mercati dell'energia aperto ed efficiente; sostenere l'adozione di norme e standard riconosciuti internazionalmente.

    Lotta ai cambiamenti climatici e tutela ambientale: il partenariato definito nell'ambito del vertice UE-Cina del 2005 costituisce già una buona base per la cooperazione in materia di ambiente e di cambiamenti climatici.

    - L'Unione è chiamata a condividere le sue competenze in campo normativo, collaborando con la Cina per prevenire l'inquinamento, tutelare la biodiversità, razionalizzare l'impiego di acqua, energia e materie prime, nonché per consentire una maggiore trasparenza e una migliore normativa ambientale. Entrambi i partner dovrebbero lavorare fianco a fianco per combattere la deforestazione e il disboscamento illegale e sostenere una gestione sostenibile delle risorse ittiche e la governance marittima;

    - entrambi i partner sono chiamati a investire nel Climate Change Partnership , potenziando la cooperazione sia a livello bilaterale che internazionale, assumendosi le responsabilità derivanti per entrambi dalla Convenzione sui cambiamenti climatici e dal Protocollo di Kyoto e impegnandosi attivamente nei dialoghi sulla cooperazione internazionale relativa ai cambiamenti climatici all'indomani del 2012. Si rende inoltre necessario un ricorso più intenso allo scambio di diritti di emissione e ai meccanismi di sviluppo pulito.

    Scambi più proficui sulle questioni occupazionali e sociali : tenuto conto dell'impegno della Cina nella lotta contro le disparità sociali e per promuovere uno sviluppo più equo, l'UE e la Cina sono chiamate a:

    - intensificare la cooperazione sui temi occupazionali e sociali potenziando e ampliando il dialogo bilaterale fino ad includere questioni quali la sicurezza e la salute sul lavoro o gli standard lavorativi accettabili, e facendo fronte alle sfide poste dall'invecchiamento della popolazione;

    - lavorare fianco a fianco per assicurare il rispetto degli impegni internazionali in materia di lavoro e sulle questioni sociali.

    Miglior coordinamento in materia di sviluppo internazionale : una cooperazione più stretta sulle questioni connesse allo sviluppo internazionale andrebbe a vantaggio dell'Unione, della Cina e dei partner nei paesi in via di sviluppo. Un coordinamento insufficiente degli sforzi ha ripercussioni negative, soprattutto per l'Africa ma anche per altri paesi in via di sviluppo. L'UE e la Cina sono chiamate a:

    - impegnarsi in un dialogo strutturato sullo sviluppo sostenibile in Africa. Le attività e le priorità dei due partner devono essere trasparenti e fornire lo spunto per una discussione a tutto campo;

    - appoggiare gli sforzi regionali per una migliore governance in Africa;

    - esplorare le possibilità di un maggior coinvolgimento della Cina negli sforzi della comunità internazionale tesi ad ottimizzare gli aiuti e il coordinamento, creando opportunità per una proficua cooperazione bilaterale in loco.

    Un modello di crescita economica sostenibile: per l'UE, e per il resto del mondo, la Cina è fonte di espansione, sebbene l'attuale modello di crescita cinese sia anche all'origine di notevoli squilibri negli scambi tra i due partner. Il governo cinese ha riconosciuto l'importanza delle sfide macroeconomiche e di politiche fiscali, monetarie e strutturali lungimiranti, atte a stimolare i consumi e ridurre le disparità. Potenziare il grado di flessibilità del tasso di cambio costituisce un fattore importante, che permette di riequilibrare la crescita a favore della domanda interna e di accrescere il potere d'acquisto delle famiglie cinesi . Politiche volte a ridurre l'attuale surplus della bilancia delle partite correnti consentirebbero alla Cina di controllare meglio l'economia nazionale e di contenere i rischi di surriscaldamento, permettendole al tempo stesso di assumersi la propria parte di responsabilità per un'economia mondiale stabile ed equilibrata.

    Potenze economiche di rilievo, l'UE e la Cina sono chiamate a rinsaldare il partenariato che le unisce e a lavorare insieme per affrontare i problemi economici mondiali:

    - intensificando la cooperazione e condividendo le esperienze ai fini dell'elaborazione e dell'attuazione di politiche monetarie, fiscali, finanziarie, dei cambi e strutturali;

    - cooperando per trovare soluzioni organiche agli squilibri mondiali;

    - potenziando e aggiornando il dialogo sui temi macroeconomici.

    3.3. Relazioni commerciali ed economiche

    L'inserimento della Cina nel sistema internazionale degli scambi è andato a beneficio tanto dell'Europa che della Cina stessa. L'UE è il più grande partner della Cina in materia di scambi commerciali, con oltre il 19% del commercio estero del paese. Le società europee che commerciano con la Cina e che investono nel paese hanno contribuito alla sua crescita economica grazie ad un apporto in beni strumentali, conoscenza e tecnologia che si è rivelato funzionale allo sviluppo cinese.

    Una Cina economicamente forte non può che giovare agli interessi dell'Europa. Il volume delle esportazioni UE assorbite dal mercato cinese è in aumento, grazie soprattutto alla rapida espansione del ceto medio. Tra il 2000 e il 2005, le esportazioni UE in Cina sono più che raddoppiate, aumentando a un ritmo molto più rapido di quelle verso altri paesi. Nel decennio precedente il 2004, le esportazioni di servizi europei in Cina sono sestuplicate. Le imprese e i consumatori europei acquistano mezzi di produzione e beni di consumo cinesi a prezzi competitivi. L'apertura comporta vantaggi sia per la Cina che per l'UE.

    In Europa si sta tuttavia diffondendo la convinzione che la Cina non abbia ancora adempiuto tutti i suoi obblighi in sede di OMC e che i nuovi ostacoli all'accesso al mercato impediscano di instaurare con questo paese un rapporto commerciale all'insegna della reciprocità. Le importazioni dalla Cina rendono ancora più pressante per l'Europa l'esigenza di adeguarsi alla globalizzazione, una tendenza destinata a perdurare a mano a mano la Cina che progredirà nella catena del valore.

    Per mantenere relazioni politicamente ed economicamente sostenibili con la Cina, l'Europa deve continuare ad offrire alle sue esportazioni un accesso aperto ed equo e adeguarsi alla pressione concorrenziale. L'UE deve sviluppare e consolidare i vantaggi comparativi per quanto riguarda la progettazione e la produzione ad alto valore e ad alta tecnologia, promuovendo al tempo stesso la riqualificazione dei lavoratori. In cambio, la Cina deve aprire maggiormente i suoi mercati e praticare una concorrenza leale. Le parti devono inoltre affrontare le questioni connesse all'impatto della crescita economica sulle risorse naturali e sull'ambiente. L'UE intende:

    porre l'accento sull'apertura. L'UE esorterà la Cina a rispettare integralmente i suoi obblighi in sede di OMC e ad aprire ulteriormente il suo mercato onde offrire maggiori sbocchi alle imprese europee, riconoscendo al tempo stesso che non può pretendere l'apertura dalla Cina se non elimina le barriere agli scambi con questo paese. L'UE inviterà la Cina ad onorare il suo impegno di aprire nel 2008 i negoziati per l'adesione all'accordo sugli appalti pubblici adoperandosi con impegno per concluderli con successo entro tempi per quanto possibile brevi.

    Garantire condizioni di parità. Fra le priorità dell'UE figurano una migliore protezione dei diritti di proprietà intellettuale in Cina e la cessazione dei trasferimenti forzati di tecnologia, onde creare in Cina un clima più favorevole agli investimenti. L'UE insisterà con la Cina affinché metta fine alla concessione di sovvenzioni vietate, riformi il suo sistema bancario e consenta il libero gioco delle forze di mercato per il suo commercio di materie prime.

    Sostenere le imprese europee. La Commissione farà il possibile per aiutare le imprese che trattano con la Cina, in particolare le PMI, esortandole nel contempo a rispettare gli standard propri di un lavoro dignitoso. L'UE amplierà e svilupperà le sue attività di informazione, formazione e consulenza per tutelare i DPI in Cina. Sarebbe opportuno aprire un centro europeo a Beijing e prolungare il programma UE-Cina di formazione e scambi per i dirigenti.

    Tutelare gli interessi dell'UE privilegiando il dialogo . L'UE preferisce di gran lunga risolvere i contrasti commerciali con la Cina attraverso il dialogo e i negoziati. Occorre intensificare il dialogo commerciale UE-Cina a tutti i livelli, ampliandone la portata e orientandolo maggiormente verso l'agevolazione degli scambi e dell'accesso al mercato. È inoltre nell'interesse di entrambe le parti collaborare negli organismi che definiscono le norme e gli standard a livello internazionale. L'UE si adopererà con impegno per cercare soluzioni globali a livello normativo e di sorveglianza, promuovendo l'apertura dei mercati e la convergenza normativa, e intensificherà la cooperazione con la Cina attraverso il dialogo sulla regolamentazione. Si garantirà in tal modo anche la conformità delle importazioni cinesi con gli standard dell'UE per i prodotti alimentari e di non alimentari.

    Qualora però gli altri mezzi utilizzati si rivelino inefficaci, la Commissione si avvarrà del sistema OMC di composizione delle controversie per garantire la conformità con le norme e gli obblighi concordati a livello multilaterale. Le misure di difesa commerciale continueranno ad essere utilizzate per garantire che gli scambi si svolgano in condizioni eque. L'UE collabora attivamente con la Cina onde creare i presupposti necessari alla rapida concessione dello status di economia di mercato. Ultimamente, si è registrato qualche progresso in tal senso. La Commissione continuerà a collaborare con le autorità cinesi attraverso i meccanismi da noi creati, pronta ad agire tempestivamente una volta che saranno soddisfatte tutte le condizioni.

    Allacciare relazioni più strette. Obiettivo prioritario dei negoziati per un nuovo accordo di partenariato e di cooperazione, che aggiornerà fra l'altro l'accordo di commercio e di cooperazione del 1985, sarà un migliore accesso al mercato cinese per gli esportatori e gli investitori europei, che vada al di là degli impegni assunti in sede di OMC, oltre a una migliore tutela della proprietà intellettuale e al riconoscimento reciproco delle indicazioni geografiche. La Cina, che figura tra i principali beneficiari del sistema commerciale internazionale, deve assumere una responsabilità commisurata al suo status, contribuendo in misura considerevole alla ripresa e al completamento del Doha round dell'OMC.

    Molte delle misure suddette sono nell'interesse dell'UE e, soprattutto, della Cina, in quanto parte integrante dei suoi progressi verso una crescita e uno sviluppo equilibrati e sostenibili e verso l'assunzione di un ruolo guida, con le responsabilità che ne conseguono, a livello mondiale. Il documento di politica commerciale che accompagna la presente comunicazione definisce un'impostazione globale a medio termine per le relazioni UE-Cina in materia di commercio e investimenti.

    3.4. Rafforzare la cooperazione bilaterale

    Rientrano nella cooperazione bilaterale 7 accordi formali e 22 dialoghi settoriali su questioni importanti di varia natura, che vanno dall'aviazione e dai trasporti marittimi alla politica regionale e macroeconomica. Rimane prioritario l'ulteriore sviluppo di un dialogo strutturato per scambiare esperienze e opinioni in materia di concorrenza, affiancato da un'assistenza per le questioni tecniche e per il miglioramento delle capacità di applicazione della normativa pertinente. La cooperazione, che ha dato finora ottimi risultati, deve diventare più mirata, equilibrata e reciprocamente vantaggiosa in tutti i settori, concentrandosi in particolar modo su attività di punta quali la scienza e la tecnologia. Occorre inoltre intensificare la cooperazione in materia di migrazione, promuovere i contatti interpersonali e potenziare le strutture che disciplinano i nostri rapporti ufficiali. Le parti devono:

    migliorare e intensificare la cooperazione in materia di scienza e tecnologia. Il governo cinese considera prioritaria la cooperazione in materia di scienza e tecnologia. La Cina stanzia l'1,5% del PIL per un programma dinamico di ricerca e sviluppo, in continua espansione. Anche la cooperazione bilaterale è piuttosto intensa in questi settori. La Cina è uno dei principali paesi terzi che partecipano ai progetti di ricerca dell'UE nell'ambito del sesto programma quadro di ricerca, grazie al quale dispone di 600 milioni di euro, e un partner importante per progetti chiave quali ITER e Galileo. Occorre invece incentivare la partecipazione dell'UE ai programmi cinesi.

    La dichiarazione congiunta rilasciata in occasione del forum del maggio 2005 sulla scienza e sulla tecnologia ha creato i presupposti per sviluppare una cooperazione basata sulla reciprocità dei vantaggi, dell'accesso e della partecipazione. Le parti devono:

    - consolidare e migliorare la visibilità della cooperazione, in modo da definire correttamente le priorità affrontando nel contempo questioni dinamiche come le pandemie o lo sviluppo delle tecnologie connesse all'energia pulita; agevolare la valutazione delle possibilità di aumentare la reciprocità; creare i presupposti per un coordinamento più efficace con gli Stati membri;

    - migliorare la pianificazione congiunta, nell'interesse di entrambe, e aumentare la flessibilità per finanziare la partecipazione dei ricercatori europei ai programmi di ricerca cinesi; le parti devono agevolare la mobilità dei ricercatori la quale, nel caso dell'UE, viene promossa attraverso sovvenzioni specifiche nell'ambito del programma quadro.

    Allacciare rapporti costruttivi in materia di migrazione. Tutti i migranti, siano essi cinesi o di diversa provenienza, arricchiscono culturalmente l'UE, che beneficia inoltre della loro notevole esperienza e competenza. Se non viene gestito bene, tuttavia, il processo potrebbe avere un risvolto negativo. Oltre al quadro giuridico necessario per facilitare gli scambi tra persone, abbiamo bisogno di meccanismi efficaci che intervengano in caso di abusi, con particolare attenzione alla prevenzione e al ritorno. Le parti devono adoperarsi con impegno per accelerare la conclusione di un accordo valido in materia di riammissione.

    - Occorre ampliare i meccanismi di consultazione esistenti affinché coprano l'immigrazione legale e quella clandestina, rinnovando l'impegno politico per dare ulteriore slancio al processo;

    - le parti devono concordare e portare avanti progetti di cooperazione specifici riguardanti, ad esempio, gli scambi di funzionari e la formazione; vanno organizzati scambi sulla tecnologia biometrica;

    - occorre avviare un dialogo specifico con il ministero della Pubblica sicurezza riguardante la migrazione e la lotta contro la criminalità organizzata, il terrorismo e la corruzione;

    - le parti devono collaborare in modo concreto e costruttivo per il buon funzionamento dell'accordo UE-Cina in materia di turismo.

    Ampliare i contatti interpersonali. Dobbiamo rafforzare tutti i legami interpersonali alla base delle nostre relazioni attraverso un impegno considerevole e costante di entrambe le parti sotto forma di scambi culturali, turismo e contatti a livello della società civile e del mondo accademico.

    - I contatti a livello della società civile e delle istituzioni dovrebbero dare un contributo diretto e un nuovo impulso alle relazioni politiche e commerciali. Le parti devono agevolare i contatti diretti fra esponenti della società civile europea e cinese, in tutti i settori, e associarli per quanto possibile ai dialoghi settoriali. I contatti ufficiali extragovernativi vanno intensificati e ampliati. Visto il suo ruolo centrale, il Parlamento europeo deve rafforzare la cooperazione con il Congresso nazionale del popolo cinese. L'UE deve inoltre rinsaldare i legami tra l'ECOSOC e il Comitato economico e sociale cinese, i partiti politici e gli altri organismi semiufficiali.

    - I risultati ottenuti in materia di istruzione sono particolarmente incoraggianti, con 170 000 studenti cinesi presenti nel 2005 nell'UE. Dobbiamo sviluppare ulteriormente la cooperazione esistente attraverso i programmi gestiti dai singoli Stati membri e la componente specifica per la Cina del programma Erasmus Mundus. Si osservano esempi positivi di collaborazione per creare corsi di laurea e campus comuni. Dobbiamo inoltre attuare progetti specifici come la European Law School. Le parti continueranno a incoraggiare gli studenti dell'UE a frequentare corsi in Cina. Per migliorare le competenze linguistiche, la Commissione sosterrà un programma specifico volto a formare i professori di lingua cinesi all'insegnamento in Europa.

    - Occorre migliorare e coordinare in modo più efficace le competenze universitarie europee per quanto riguarda la Cina. Le parti devono promuovere attivamente un'interazione effettiva tra università europee e cinesi. La Commissione deve continuare a sostenere una rete accademica in Cina, orientando la politica dell'UE in base all'esperienza delle università e coordinando gli scambi di informazioni con gli ambienti accademici; occorre creare e mettere a disposizione un piccolo numero di cattedre prestigiose di studi cinesi presso le università europee. Il dialogo fra think tank europei e cinesi deve essere permanente e regolare.

    Rendere più efficaci le strutture bilaterali. Le parti devono riflettere sulle strutture che disciplinano le loro relazioni e, all'occorrenza, sul modo di razionalizzarle e perfezionarle. Il dialogo settoriale tra l'UE e la Cina è stato ampliato, in conformità del documento politico elaborato dalla Commissione nel 2003, e funziona globalmente in modo più che soddisfacente, dando un notevole contributo al nostro partenariato. Le parti devono però valutare i progressi compiuti e l'opportunità di creare nuovi organi o meccanismi per sviluppare ulteriormente le relazioni UE-Cina.

    - I vertici annuali costituiscono una sede adeguata per mantenere i contatti fra i capi di governo, ma devono essere affiancati periodicamente da scambi e dialoghi trasversali a livello tecnico, ministeriale o superiore. Le parti devono inoltre cercare altri modi, più flessibili e informali, di incontrarsi e scambiare opinioni.

    - Il dialogo strategico instaurato di recente a livello di vice ministri degli esteri sarà fondamentale per discutere delle questioni regionali e geopolitiche nonché per ottimizzare e impostare in modo più mirato le relazioni fra le parti.

    - L'UE e la Cina devono inoltre procedere a un'analisi approfondita della logica, dell'interazione e dell'efficacia dei dialoghi settoriali onde massimizzare le sinergie e procurare vantaggi reciproci, coinvolgendo per quanto possibile le parti interessate. La Commissione elaborerà una serie di documenti di lavoro sulle sfide settoriali specifiche.

    - Sarebbe opportuno creare un nuovo forum, indipendente, tra l'UE e la Cina, che opererebbe a stretto contatto con le istituzioni dell'UE avvalendosi delle competenze della società civile, degli ambienti accademici, delle imprese e degli ambienti culturali per fornire utili informazioni ai dirigenti politici e imprimere nuovo slancio alle relazioni bilaterali.

    L'UE deve esprimersi all'unanimità sui diversi aspetti dei suoi rapporti con la Cina. La complessità delle relazioni fra le parti e la necessità di garantirne la continuità rendono indispensabile, in tale contesto, un coordinamento interno sistematico e trasversale.

    L'UE deve continuare a sostenere il partenariato con la Cina e il processo di riforma in questo paese attraverso il suo programma di cooperazione, realizzato sulla base del documento di strategia nazionale (DSN) e dei programmi indicativi nazionali. L'evoluzione dello status della Cina, che cesserà progressivamente di ricevere gli aiuti allo sviluppo di tipo classico, impone all'UE di calibrare oculatamente il suo programma di cooperazione e di sorvegliarne costantemente l'attuazione. La cooperazione deve favorire gli interessi di entrambe le parti, rispecchiare i principi e i valori dell'UE e consolidare il partenariato.

    3.5. Cooperazione internazionale e regionale

    L'UE e la Cina hanno entrambe interesse a promuovere la pace e la sicurezza attraverso un sistema multilaterale riveduto ed efficace. Le parti devono collaborare strettamente in ambito ONU per trovare soluzioni multilaterali alle crisi emergenti, combattere il terrorismo e incentivare la cooperazione regionale partecipando, fra l'altro, alle nuove strutture regionali. Questo interesse comune nei confronti di un multilateralismo forte, della pace e della sicurezza deve inoltre tradursi in una cooperazione più intensa e in un dialogo più strutturato riguardanti il Medio Oriente, l'Africa, l'Asia orientale e le questioni trasversali come la non proliferazione.

    Asia orientale. La situazione strategica per quanto riguarda la sicurezza in Asia orientale riveste un interesse innegabile per l'UE, la quale deve elaborare orientamenti pubblici per la sua azione tenendo conto della sempre maggiore efficacia della sua politica estera e di sicurezza e del suo interesse strategico per la regione.

    La Cina, a cui spetta un ruolo chiave nella regione, si è adoperata con impegno per migliorare le relazioni con i suoi vicini, comprese la Russia e l'India, e con i paesi dell'Asia centrale attraverso l'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione. Le relazioni con il Giappone, invece, devono ancora essere migliorate. Il rafforzamento delle relazioni tra gli Stati più importanti della regione e il proseguimento dell'integrazione regionale non possono che giovare agli interessi dell'UE.

    Taiwan . Il mantenimento della pace e della stabilità nella zona dello Stretto riveste un'importanza considerevole per l'UE. Nell'ambito della sua politica unica per la Cina, e tenendo conto dell'equilibrio strategico nella regione, l'UE deve continuare a seguire attentamente la questione esponendo la sua posizione a entrambe le parti. La politica dell'UE sarà definita secondo i principi seguenti:

    - opposizione a tutte le misure equivalenti a una modifica unilaterale dello status quo;

    - netto rifiuto di ricorrere alla forza;

    - promozione di soluzioni pragmatiche e di misure volte a far regnare la fiducia;

    - sostegno al dialogo tra tutte le parti in causa nonché

    - mantenimento di solidi vincoli economici e commerciali con Taiwan.

    Trasparenza per quanto riguarda le spese e gli obiettivi militari della Cina. La scarsa trasparenza del governo cinese per quanto concerne il budget destinato alla difesa desta sempre più preoccupazione. A fronte di un aumento di tale spesa, quindi, l'UE dovrà sensibilizzare la Cina all'importanza di migliorare la trasparenza, rafforzando al tempo stesso la sua capacità di analisi dello sviluppo militare del paese.

    Embargo sulle armi. L'embargo sulle armi è stato decretato in seguito agli avvenimenti verificatisi nel 1989 a piazza Tienanmen. L'UE ha accettato di adoperarsi ulteriormente perché l'embargo sia revocato, ma sarà necessario un maggiore impegno da entrambe le parti.

    - La presidenza attuale e quelle successive devono portare a termine i preparativi tecnici necessari per evitare che la revoca dell'embargo si traduca in un aumento qualitativo o quantitativo delle vendite di armi e utilizzare tutti i mezzi possibili per arrivare a un consenso in merito. L'UE deve cercare di ottenere dalla Cina che crei i presupposti necessari per la revoca migliorando la sua situazione in termini di diritti umani, le relazioni con Taiwan e la trasparenza della sua spesa militare.

    Non proliferazione. La non proliferazione è un aspetto fondamentale del partenariato strategico. La cooperazione internazionale e bilaterale in materia si basa sulla risoluzione 1540 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sulla dichiarazione congiunta relativa alla non proliferazione del vertice UE-Cina del 2004. L'UE appoggia pienamente il ruolo centrale che la Cina svolge nella penisola coreana. L'intervento cinese sarà inoltre fondamentale per progredire in merito alla questione nucleare iraniana. Sono stati avviati su valide basi un dialogo e una cooperazione concreta volti a rafforzare i controlli all'esportazione. L'UE deve intensificare i contatti con i funzionari cinesi per esortare la Cina a:

    - rispettare tutti i trattati e gli strumenti internazionali sulla non proliferazione e sul disarmo e promuoverne l'osservanza a livello regionale e internazionale;

    - rafforzare i controlli sull'esportazione di materiali, attrezzature e tecnologie connessi con le armi di distruzione di massa, nonché di armi convenzionali, leggere e di piccolo calibro.

    Le parti devono condividere l'esperienza pratica acquisita per quanto riguarda i controlli all'esportazione, anche attraverso la formazione di funzionari doganali cinesi. Devono inoltre vagliare le possibili iniziative comuni UE-ASIA nel contesto del forum regionale ASEAN.

    4. Conclusione

    La Cina è uno dei partner principali dell'UE, che giudica positiva la sua ripresa ma deve rispondere in modo adeguato migliorando il coordinamento delle sue politiche a tutti i livelli ed esprimendosi in modo incisivo e unanime sulle questioni fondamentali.

    Le nostre relazioni bilaterali, già piuttosto solide, devono essere ulteriormente sviluppate. Le raccomandazioni contenute nella presente comunicazione, che il Consiglio è invitato ad approvare e a completare attraverso le sue conclusioni, definiscono a tal fine un programma ambizioso per l'UE, la cui attuazione sarà notevolmente agevolata dall'accordo di partenariato e di cooperazione.

    Un partenariato strategico più stretto e più forte non può che giovare agli interessi dell'UE e della Cina, ma comporta al tempo stesso un aumento delle responsabilità e un bisogno di apertura che richiederanno un'azione concertata fra le parti.

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