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Document 52019IP0423

    Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2019 sul Camerun (2019/2691(RSP))

    GU C 158 del 30.4.2021, p. 7–10 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    30.4.2021   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 158/7


    P8_TA(2019)0423

    Camerun

    Risoluzione del Parlamento europeo del 18 aprile 2019 sul Camerun (2019/2691(RSP))

    (2021/C 158/02)

    Il Parlamento europeo,

    vista la dichiarazione rilasciata il 7 marzo 2019 dal presidente della sottocommissione per i diritti dell'uomo, Antonio Panzeri, sulla situazione in Camerun,

    vista la dichiarazione rilasciata il 5 marzo 2019 del vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR) sul deterioramento della situazione politica e di sicurezza in Camerun,

    viste le varie dichiarazioni del portavoce del VP/AR sulla situazione in Camerun, in particolare quella rilasciata il 31 gennaio 2019,

    vista la dichiarazione preliminare resa il 9 ottobre 2018 dalla missione di osservazione elettorale dell'Unione africana alle elezioni presidenziali in Camerun,

    vista la dichiarazione rilasciata l'11 dicembre 2018 dagli esperti delle Nazioni Unite sulla repressione delle proteste,

    vista la dichiarazione della Commissione africana sui diritti dell'uomo e dei popoli, del 6 marzo 2019, sulla situazione dei diritti umani in Camerun,

    vista la legge antiterrorismo del Camerun, adottata nel 2014,

    vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo,

    visto il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966,

    visto l'accordo di partenariato ACP-UE («accordo di Cotonou»),

    vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli del 1981, che il Camerun ha ratificato,

    vista la Costituzione della Repubblica del Camerun,

    visti l'articolo 135, paragrafo 5, e l'articolo 123, paragrafo 4, del suo regolamento,

    A.

    considerando che il Camerun si trova ad affrontare contemporaneamente una serie di sfide politiche e di sicurezza, in particolare le minacce di Boko Haram nella regione dell'Estremo Nord, le minacce transfrontaliere lungo il confine orientale con la Repubblica centrafricana nonché una ribellione separatista armata interna al paese, nelle regioni anglofone del Nordovest e del Sudovest;

    B.

    considerando che il 7 ottobre 2018 in Camerun si sono svolte le elezioni presidenziali; che in relazione alle elezioni sono emerse accuse di frode e sono state denunciate irregolarità; che il presidente Paul Biya è al potere dal 1982; che la Costituzione del Camerun è stata modificata nel 2008 al fine di rimuovere i limiti dei mandati;

    C.

    considerando che i sostenitori e gli alleati del partito di opposizione MRC (Movimento per la rinascita del Camerun), guidato da Maurice Kamto, hanno organizzato manifestazioni di protesta a Douala, Yaoundé, Dshang, Bafoussam e Bafang; che le forze di sicurezza dello Stato hanno fatto ricorso alla forza in modo sproporzionato per reprimere tali proteste, utilizzando anche lacrimogeni e proiettili di gomma;

    D.

    considerando che nel gennaio 2019 circa 200 persone, tra cui Maurice Kamto e altri esponenti dell'opposizione, sono state arbitrariamente arrestate e detenute senza accesso immediato a un difensore; che il capo dell'opposizione e i suoi sostenitori sono stati accusati di svariati reati, tra cui insurrezione, ostilità nei confronti della Patria, ribellione, distruzione di edifici e beni pubblici, oltraggio al presidente della Repubblica e assembramenti di natura politica;

    E.

    considerando che il 9 aprile 2019 la Corte d'appello della regione del Centro del Camerun ha confermato la decisione adottata in primo grado, respingendo la richiesta di rilascio di Maurice Kamto e di altre sei persone; che il procedimento dinanzi alla Corte d'appello si è svolto in assenza di Maurice Kamto e dei suoi avvocati;

    F.

    considerando che le autorità camerunesi hanno avviato azioni sproporzionate sottoponendo alcuni membri dell'opposizione a processi militari, e che ciò ha esacerbato i disordini politici in Camerun; che le persone accusate rischiano la pena di morte, in caso di condanna;

    G.

    considerando che le autorità del Camerun hanno ripetutamente limitato la libertà di espressione mediante la chiusura di Internet, le vessazioni e la detenzione di giornalisti, il rifiuto di concedere licenze ai media indipendenti e l'intensificazione degli attacchi politici contro la stampa indipendente;

    H.

    considerando che in Camerun persistono le tensioni tra la maggioranza francofona e le minoranze anglofone; che nelle regioni del Nordovest e del Sudovest l'inglese rimane la lingua predominante ed esistono sistemi di istruzione e giuridici distinti;

    I.

    considerando che alla fine del 2016 la discriminazione e la relativa negligenza nei confronti delle regioni anglofone, nonché l'imposizione della lingua e del sistema giuridico francesi nei tribunali e nelle scuole hanno dato origine a scioperi pacifici da parte di insegnanti e avvocati e a manifestazioni pacifiche;

    J.

    considerando che a partire dall'ottobre 2018 le violenze si sono intensificate e le operazioni su larga scala condotte dalle forze di sicurezza spesso comportano abusi e violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni illegali, stupri, violenze contro donne e bambini e distruzione di proprietà;

    K.

    considerando che i separatisti armati hanno compiuto rapimenti di massa, in particolare di bambini e studenti, nonché uccisioni mirate di funzionari di polizia, delle autorità di contrasto e delle autorità locali, estorsioni, proteste settimanali sotto forma di scioperi generali (il cosiddetto fenomeno delle «città fantasma») e boicottaggi, e hanno appiccato fuoco a istituti di istruzione e ospedali, privando così migliaia di giovani dell'accesso all'istruzione, e la popolazione generale dell'accesso all'assistenza sanitaria;

    L.

    considerando che, secondo le stime, a causa della crisi vi sono 444 000 sfollati interni e altre 32 000 persone sono fuggite nella vicina Nigeria; che nella crisi umanitaria complessiva cui il Camerun fa fronte si contano oltre 600 000 sfollati interni, circa 35 000 rifugiati dai conflitti vicini e 1,9 milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare;

    M.

    considerando che nel 2018 e nel 2019 il governo del Camerun ha attuato il piano di assistenza umanitaria emergenziale per le regioni del Nordovest e del Sudovest al fine di garantire in via prioritaria una protezione e un'assistenza multidimensionali alle persone sfollate, nonché la prestazione di assistenza sanitaria alle persone colpite dalla crisi;

    N.

    considerando che la violenza di genere e la persecuzione delle minoranze continuano a costituire problemi gravi; che il codice penale del Camerun punisce i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso con una pena detentiva fino a cinque anni; che la polizia e i «gendarmi» (polizia militare) continuano ad arrestare e vessare le persone LGTBIQ;

    O.

    considerando che Boko Haram continua a commettere gravi violazioni dei diritti umani e violazioni del diritto internazionale umanitario nella regione dell'Estremo Nord, compresi il saccheggio e la distruzione di proprietà e l'uccisione e il rapimento di civili;

    1.

    deplora i casi di tortura, sparizioni forzate e uccisioni extragiudiziali ad opera dei servizi di sicurezza e dei separatisti armati; esprime particolare preoccupazione per le azioni delle forze governative nelle violenze perpetrate; invita le forze di sicurezza a rispettare il diritto internazionale in materia di diritti umani nella conduzione di operazioni e invita il governo ad adottare misure immediate per porre fine alla violenza e all'impunità nel paese;

    2.

    condanna l'uso eccessivo della forza contro i manifestanti e gli oppositori politici e le violazioni delle libertà di stampa, di espressione e di riunione; deplora profondamente l'arresto e la detenzione di Maurice Kamto e di altri manifestanti pacifici; chiede l'immediato rilascio da parte delle autorità camerunesi di Maurice Kamto e di tutte le altre persone detenute con accuse a sfondo politico, indipendentemente dal fatto che siano state arrestate prima o dopo le elezioni presidenziali del 2018;

    3.

    invita inoltre il governo del Camerun a porre fine a tutte le vessazioni e le intimidazioni nei confronti di attivisti politici, anche revocando il divieto di riunioni, manifestazioni e proteste politiche pacifiche, e a prendere provvedimenti per contrastare gli atti di incitamento all'odio;

    4.

    ricorda che i tribunali militari non dovrebbero in nessun caso avere giurisdizione sulla popolazione civile; ricorda al Camerun il suo obbligo internazionale di difendere il diritto a un processo equo per tutti i cittadini dinanzi a tribunali indipendenti;

    5.

    ricorda che in Camerun la pena di morte non è praticata dal 1997; osserva che ciò costituisce una pietra miliare nel percorso del paese verso la sua piena abolizione; ribadisce l'assoluta opposizione dell'Unione europea alla pena di morte e invita il governo del Camerun a confermare che non chiederà la pena di morte per gli attivisti politici e i manifestanti;

    6.

    esprime preoccupazione per il fatto che il governo camerunese non è riuscito a chiamare le forze di sicurezza a rispondere delle proprie azioni, il che ha aggravato la violenza e la cultura dell'impunità; chiede un'indagine indipendente e trasparente sull'uso della forza da parte della polizia e delle forze di sicurezza contro i manifestanti e gli oppositori politici e chiede che i responsabili rispondano delle loro azioni in processi equi;

    7.

    esorta le autorità camerunesi ad adottare tutte le misure necessarie in linea con gli obblighi del paese in materia di diritti umani per porre fine alla spirale di violenza; chiede in particolare che il governo organizzi un dialogo politico inclusivo finalizzato a trovare una soluzione pacifica e duratura della crisi nelle regioni anglofone; invita la comunità internazionale a contribuire a facilitare un dialogo di pace nazionale inclusivo offrendo di svolgere un ruolo di mediazione;

    8.

    deplora la riluttanza di entrambe le parti in conflitto a impegnarsi in colloqui di pace; esorta l'Unione africana e la Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale a insistere ai fini dell'organizzazione di tali colloqui e invita l'UE a tenersi pronta a sostenere tale processo; ritiene che, in assenza di progressi, la crisi in Camerun dovrebbe essere esaminata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite; invita inoltre l'UE a utilizzare la leva politica fornita dagli aiuti allo sviluppo e da altri programmi bilaterali per rafforzare la difesa dei diritti umani in Camerun;

    9.

    esorta il governo del Camerun a costruire una democrazia autentica, rappresentativa e vitale; chiede pertanto che il governo convochi tutti gli attori politici per una revisione consensuale del sistema elettorale nell'intento di garantire un processo elettorale libero, trasparente e credibile; chiede che questo processo si svolga prima che vengano tenute eventuali nuove elezioni al fine di promuovere la pace ed evitare crisi post-elettorali; invita l'UE a intensificare l'assistenza tecnica per sostenere gli sforzi del Camerun volti a rafforzare e rendere più democratiche le sue procedure elettorali;

    10.

    ribadisce che una società civile vitale e indipendente è essenziale per difendere i diritti umani e lo Stato di diritto; esprime preoccupazione per il fatto che le attività del Consorzio della società civile anglofona del Camerun sono state vietate; esorta il governo a revocare tale divieto e a garantire uno spazio aperto in cui la società civile possa operare;

    11.

    esprime preoccupazione per il fatto che la legge antiterrorismo del 2014 viene utilizzata impropriamente per limitare le libertà fondamentali; appoggia le richieste avanzate dagli esperti delle Nazioni Unite di sottoporre tale legge a revisione per garantire che non sia utilizzata per limitare i diritti alla libertà di espressione, riunione pacifica e associazione;

    12.

    prende atto della decisione degli Stati Uniti di ridurre gradualmente la propria assistenza militare al Camerun a causa delle accuse credibili di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza; invita la Commissione a effettuare una valutazione del sostegno dell'UE ai servizi di sicurezza a tal riguardo e a riferire in merito al Parlamento europeo; chiede all'UE e ai suoi Stati membri di garantire che nessun sostegno fornito alle autorità camerunesi contribuisca alle violazioni dei diritti umani né le faciliti;

    13.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione europea/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani, al Consiglio ACP-UE, alle istituzioni dell'Unione africana e al governo e al parlamento del Camerun.

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