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Doiciméad 52020XR1392

Risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Le priorità del Comitato europeo delle regioni per il 2020-2025 — Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso i suoi piccoli centri, le sue città e le sue regioni

COR 2020/01392

GU C 324 del 1.10.2020, lgh. 8-15 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, GA, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

1.10.2020   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 324/8


Risoluzione del Comitato europeo delle regioni — Le priorità del Comitato europeo delle regioni per il 2020-2025 — Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso i suoi piccoli centri, le sue città e le sue regioni

(2020/C 324/02)

Il Comitato europeo delle regioni (CdR) è l’assemblea politica, fondata dai e sui Trattati europei, che assicura la rappresentanza istituzionale di tutti gli enti territoriali subnazionali dell’Unione: regioni ed enti locali.

Un’Unione europea che tenga conto delle esigenze e delle preoccupazioni a livello locale e regionale accresce la legittimità democratica, rafforza il senso di appartenenza e produce maggiore valore aggiunto per quanto concerne sia le proprie politiche che la loro efficacia sul campo, apportando così un beneficio ai cittadini. A questo scopo, il CdR lavora in stretta cooperazione con la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione europea, nonché ai vari livelli di governo degli Stati membri. La situazione attuale dell’Unione europea esige che questa cooperazione sia costantemente rafforzata e che le regioni e gli enti locali abbiano sempre più voce in capitolo nello sviluppo delle politiche e della legislazione dell’UE.

Dalla crisi alla ripresa: verso un’Unione europea resiliente, sostenibile e coesa

Negli ultimi anni, l’Unione europea si è trovata ad affrontare sfide senza precedenti: una grave crisi finanziaria e pesanti recessioni economiche, sfide sociali e territoriali, le transizioni ecologica e digitale, situazioni di instabilità nei paesi vicini e nel sistema mondiale e forti pressioni migratorie. La pandemia di Covid-19 sta mettendo ulteriormente alla prova la solidarietà dell’UE e ha messo sotto la lente di ingrandimento la nostra capacità di affrontare le emergenze che pongono sotto notevole pressione i nostri servizi sanitari e sociali e i servizi pubblici in generale. Questa ultima crisi ha illustrato la necessità non solo di adottare una risposta coordinata, sostenuta da un bilancio dell’UE molto più robusto, ma anche di sostenere ulteriormente il milione di enti locali e regionali d’Europa che lavorano in prima linea per proteggere i cittadini e le economie locali e per rispondere alle emergenze (1).

L’UE deve diventare più resiliente sotto il profilo sociale, economico e ambientale in tutte le sue regioni e le sue città. Sostenuta da investimenti europei adeguatamente finanziati, l’UE deve assicurarsi che le sue politiche e i suoi programmi rispondano alle esigenze delle collettività locali. Le città e le regioni costituiscono il motore dell’economia europea. Il ruolo degli enti locali e regionali è essenziale nella formulazione e nell’attuazione delle politiche dell’UE, ragion per cui l’UE deve coinvolgere meglio e con maggiore forza le città, i piccoli centri e le regioni nel processo decisionale europeo attraverso un sistema di governance multilivello concreto e ben organizzato. L’Europa deve accelerare la digitalizzazione e promuovere la capacità di innovazione di concerto con gli Stati membri e gli enti locali e regionali di tutta l’UE. Una ripresa più rapida e più equa richiede maggiore solidarietà e responsabilità e maggiori partenariati a livello europeo, guidati dall’impegno dell’UE a favore di una crescita verde, sostenibile ed equilibrata sul piano territoriale, che sostenga ogni regione e ogni città.

Nel corso dell’attuale mandato quinquennale (2020-2025), il CdR si concentrerà quindi sulle priorità e sulle misure chiave di seguito indicate.

Avvicinare l’Europa ai cittadini: rafforzare la democrazia dell’UE e lavorare insieme per il futuro della nostra Unione

La missione del CdR è quella di avvicinare l’Europa ai suoi cittadini e di rafforzare la democrazia europea a tutti i livelli al fine di soddisfare le esigenze dei cittadini in maniera più efficiente e riconquistare la loro fiducia nell’Unione europea e nelle sue istituzioni. Il CdR si adopererà affinché tutte le regioni, tutte le città e tutti i piccoli centri siano aiutati dall’UE a far fronte alle conseguenze a breve e a lungo termine della pandemia di Covid-19. Il CdR continuerà a migliorare la qualità della legislazione europea e a prevederne meglio l’impatto territoriale, nonché a promuovere il principio della sussidiarietà attiva. Per realizzare questa missione, il CdR si avvarrà del lavoro legislativo, politico e strategico dei suoi membri e dei soggetti direttamente interessati. Inoltre, il CdR elaborerà una campagna di comunicazione incentrata sul ruolo fondamentale degli enti locali e regionali nella democrazia europea, che comprenderà la preparazione e il contributo alla Conferenza sul futuro dell’Europa. Un barometro annuale locale e regionale, basato su solidi dati statistici e su un approccio inclusivo, che coinvolgerà i membri del CdR e i soggetti interessati e sarà caratterizzato da un dibattito politico di alto livello in plenaria, costituirà un punto di riferimento annuale e contribuirà pertanto a realizzare tale obiettivo.

Nell’ambito di questa priorità, il CdR punterà innanzitutto sulle seguenti misure chiave:

1.

promuovere la consapevolezza e l’azione a livello locale e regionale sui valori fondanti dell’UE del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e dei diritti umani, i quali devono essere protetti e salvaguardati anche nei periodi di emergenza. Il CdR è determinato a individuare le risposte appropriate a livello locale e regionale alle modalità di lavoro dell’UE e a dialogare, attraverso i suoi membri, con i cittadini europei al fine di colmare il fossato tra le istituzioni dell’UE e le collettività locali;

2.

rinnovare la sua richiesta di partecipare a pieno titolo ai lavori di tutti gli organi della Conferenza sul futuro dell’Europa e di esservi equamente rappresentato. Come la crisi economica e quella climatica, anche la pandemia ha messo in luce la necessità più che mai urgente di una profonda riflessione sulla democrazia e sulle politiche europee; e la Conferenza sul futuro dell’Europa costituirà un’occasione cruciale per discutere del progetto europeo con i cittadini e gli enti locali e regionali, nonché per proporre, prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo, un nuovo metodo di lavoro per l’Unione, anche per quanto concerne la revisione dei Trattati, in modo da coinvolgere pienamente le città e le regioni nell’elaborazione delle politiche;

3.

invitare gli Stati membri e le istituzioni dell’UE a sostenere, sviluppare e rafforzare gli impegni assunti nella dichiarazione di Berlino del 2007 e nella dichiarazione di Roma del 2017, riconoscendo in particolare che i compiti e la cooperazione devono essere ripartiti tra tutti i livelli di governo, compresi gli enti locali e regionali, al fine di accrescere l’efficacia, l’unità, la democrazia e la resilienza dell’Unione europea. Il testo finale della posizione comune sulla Conferenza sul futuro dell’Europa dovrebbe essere adottato in uno spirito di cooperazione istituzionale;

4.

sviluppare un modello per un dialogo permanente e strutturato con i cittadini attraverso gli enti locali e regionali nel contesto della Conferenza sul futuro dell’Europa e al di là di essa, consentendo un processo biunivoco di comunicazione tra i cittadini e le istituzioni dell’UE. A questo proposito, il patrimonio di esperienze e le buone pratiche esistenti in materia di democrazia deliberativa a livello locale e regionale, nonché le numerose reti di consiglieri locali e regionali eletti, costituiscono una ricchezza essenziale che il CdR porterà nel dibattito sul futuro dell’Europa;

5.

aiutare gli enti locali e regionali a sfruttare al meglio i nuovi strumenti offerti dalle tecnologie digitali e dalle TIC. Le tecnologie digitali racchiudono un notevole potenziale in termini di soluzioni innovative alle sfide economiche, sociali e tecnologiche del nostro tempo. In tal senso, possono migliorare l’erogazione dei servizi pubblici, facilitare la comunicazione tra le persone, aumentare la partecipazione dei cittadini in modi nuovi e diversi, accrescere la trasparenza, l’inclusività, la responsabilità e la capacità di risposta del processo decisionale, migliorare la governance a livello locale e integrare e rafforzare la democrazia. Per questo motivo occorre migliorare notevolmente la resilienza e l’indipendenza dei sistemi digitali e dei loro fornitori;

6.

promuovere la diversità, sostenendo misure di inclusione e di uguaglianza come anche prevenendo e combattendo la discriminazione fondata su genere (2), razza e origine etnica (3), religione, disabilità ed età (4) e la discriminazione di qualsiasi altro tipo nel processo decisionale a livello europeo, nazionale, locale e regionale, sia all’interno che al di fuori del CdR;

7.

partecipare attivamente alla campagna di sensibilizzazione e comunicazione per combattere gli stereotipi di genere che sarà lanciata dalla Commissione europea e fungere da piattaforma per lo scambio delle buone pratiche in materia tra gli enti locali e regionali;

8.

sostenere e rafforzare le minoranze in Europa, in particolare attraverso l’iniziativa «Minority SafePack»;

9.

diventare il punto di riferimento per tutti gli enti regionali e locali d’Europa, anche al di là della loro rappresentanza in seno al CdR, rafforzando l’identità politica del CdR e i rapporti e la cooperazione con le principali famiglie politiche, con i governi nazionali, con i rappresentanti eletti a livello locale e regionale, con le associazioni europee e nazionali di enti regionali e locali e con gli uffici regionali a Bruxelles;

10.

sostenere la democrazia rappresentativa attraverso una più forte interazione con i parlamenti e le altre assemblee a livello europeo, nazionale, regionale e locale, nonché attraverso lo scambio delle buone pratiche relative agli strumenti atti a stimolare la democrazia rappresentativa e partecipativa, compresi i bilanci partecipativi. Lo Stato di diritto, la democrazia e il buon governo devono essere presupposti indispensabili per i finanziamenti dell’UE;

11.

utilizzare analisi basate su dati fattuali per monitorare e promuovere la devoluzione di competenze a livello locale e regionale e l’autonomia finanziaria degli enti subnazionali, nonché il funzionamento della democrazia locale nell’UE;

12.

creare strumenti digitali per la mappatura delle competenze amministrative e finanziarie, realizzando sinergie con gli strumenti a disposizione delle organizzazioni europee, nazionali e internazionali;

13.

sostenere e promuovere l’importante lavoro svolto dagli enti locali e regionali in prima linea nella pandemia di Covid-19 e nelle crisi economiche e sociali. La pandemia dimostra l’importanza di applicare correttamente il principio della sussidiarietà attiva, nonché, da un lato, il ruolo essenziale degli enti locali e regionali e, dall’altro, la necessità di un coordinamento e un sostegno a livello europeo;

14.

esaminare le nuove iniziative strategiche dell’UE per assicurarsi che esse integrino la dimensione territoriale e soddisfino il requisito del valore aggiunto europeo, in linea con le raccomandazioni della task force per la sussidiarietà e la proporzionalità e per «Fare meno in modo più efficiente» nonché con gli orientamenti per legiferare meglio;

15.

abbattere gli oneri amministrativi e ridurre i costi di attuazione per le regioni e gli enti locali, insistendo sulla semplificazione normativa e, più in generale, mettendo in guardia contro la pratica del cosiddetto «gold-plating» (sovraregolamentazione);

16.

intensificare la cooperazione con la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo, anche attraverso la rete degli hub regionali e la piattaforma «Fit for Future», al fine di accrescere l’efficacia del processo di elaborazione delle politiche dell’UE mediante riscontri, basati su elementi concreti, da parte dei soggetti interessati a livello locale e regionale;

17.

promuovere l’importanza delle autonomie locali all’interno dell’Unione europea, dei paesi candidati o candidati potenziali all’adesione all’UE e dei paesi partner dei vicinati orientale e mediterraneo;

18.

sostenere l’azione globale dell’UE promuovendo valori e principi quali i diritti umani, la democrazia, lo Stato di diritto, lo sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale, tra l’altro, in stretta cooperazione con i paesi partner mediterranei e orientali;

19.

incoraggiare i parlamenti regionali a partecipare al progetto pilota CdR-CALRE per dar vita a dibattiti politici su questioni fondamentali dell’UE, quali la definizione dei programmi di lavoro annuali della Commissione europea;

20.

assicurarsi che l’UE sostenga la partecipazione e l’impegno effettivi dei giovani, anche attraverso una cooperazione strutturata con il coordinatore dell’UE per la gioventù, potenziando misure quali la Garanzia per i giovani al fine di migliorare le loro prospettive di ottenere un’occupazione e un’istruzione di qualità e istituendo una Garanzia europea per l’infanzia;

21.

proseguire la cooperazione con i giovani rappresentanti politici eletti (Young Elected Politicians — YEP) nel quadro del proprio programma ad essa dedicato, per consentire alle future generazioni di politici eletti a livello locale e regionale di instaurare legami con i processi di elaborazione delle politiche europee e nazionali;

22.

promuovere la diversità culturale delle nostre identità locali, regionali, nazionali ed europea e le diverse lingue e tradizioni che costituiscono il nostro patrimonio culturale europeo; sottolineare che i settori culturali e creativi, che svolgono un ruolo importante non soltanto nell’economia locale in quanto datori di lavoro ma anche nella vita sociale delle comunità, sono stati duramente colpiti dalla pandemia e hanno bisogno di sostegno; contribuire alla nuova agenda europea per la cultura, anche mediante l’integrazione degli investimenti in campo culturale nei diversi fondi europei, nonché mediante il potenziamento delle sinergie tra la cultura e altre politiche quali il turismo, la politica regionale, l’istruzione, la gioventù, la ricerca e l’innovazione.

Comprendere e rispondere alle profonde trasformazioni socioculturali che le sfide sul piano digitale, ambientale e demografico comportano per lo sviluppo di collettività regionali e locali resilienti.

Le transizioni in corso sul piano climatico e digitale, le trasformazioni demografiche e le conseguenze dei flussi migratori interni ed esterni stanno avendo un impatto profondo su ogni regione, città e piccolo centro d’Europa. Per quanto concerne questa seconda priorità, la missione del CdR sarà quella di analizzare e individuare soluzioni che consentano agli enti regionali e locali di affrontare queste trasformazioni socioculturali nei luoghi in cui le persone vivono. La pandemia di Covid-19 impone una riflessione sulla risposta adeguata da dare a queste sfide, dimostrando fino a che punto l’Europa e gli Stati membri sono pronti ad agire per salvare vite umane e l’economia. Questa crisi ha reso ancora più necessario procedere a una riflessione approfondita sulle politiche, sulle competenze e sul funzionamento globale dell’Unione europea. Il CdR accoglie pertanto con favore l’importante dibattito sull’insieme delle politiche dell’UE nel quadro della Conferenza sul futuro dell’Europa e attende con interesse una discussione generale e un esame sotto il profilo del principio di sussidiarietà. Per assolvere questa missione, il CdR si avvarrà del lavoro legislativo, politico e strategico dei suoi membri e dei soggetti direttamente interessati, contribuendo al tempo stesso al Green Deal europeo e al conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Questo impegno sarà integrato da una campagna di comunicazione guidata dallo stesso CdR. Il barometro annuale locale e regionale contribuirà anch’esso alla realizzazione di questa priorità.

In proposito il CdR punterà innanzitutto sulle seguenti misure chiave:

23.

promuovere un piano di ripresa dalla crisi pandemica basato sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile a livello locale e regionale, come anche sulle iniziative del Green Deal europeo;

24.

contribuire agli obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio entro il 2030, al fine di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, incoraggiando un’azione ambiziosa e decisiva a livello locale e regionale attraverso il patto climatico europeo e altre iniziative pertinenti di sviluppo sostenibile a livello locale e regionale;

25.

promuovere l’utilizzo di strategie di specializzazione intelligente e di altri strumenti per aumentare i partenariati europei e la collaborazione pubblico-privato a livello locale al fine di migliorare le competenze professionali e le opportunità di qualificazione in settori, luoghi di lavoro e tecnologie necessari per rafforzare la sostenibilità, il valore aggiunto e la resilienza a livello locale e regionale;

26.

contribuire a realizzare una politica ambientale dell’UE ambiziosa, adoperandosi a favore dell’integrazione delle politiche nel quadro di tutti i programmi di azione in materia di ambiente; assicurarsi che la dimensione locale e regionale sia adeguatamente considerata nella definizione e nell’attuazione delle tre principali priorità ambientali del Green Deal europeo: biodiversità, economia circolare e «inquinamento zero»; pianificare politiche in materia di ambiente e di clima che siano adeguate per l’attuazione pratica in tutti i tipi di collettività;

27.

definire e sostenere lo sviluppo del patto climatico europeo mediante misure e iniziative coordinate e trasversali, compresi i contributi stabiliti a livello locale e gli impegni politici assunti a livello di regioni e città, onde assicurarsi che tale patto si basi sulla governance multilivello e su un’efficace diffusione delle buone pratiche, e che nessuna persona o regione sia lasciata indietro;

28.

prevedere i modi in cui l’energia, la mobilità e le trasformazioni digitali interesseranno le nostre comunità; formulare strategie e sostenerne la rapida attuazione per massimizzarne i risultati positivi e ridurne gli effetti negativi a livello locale;

29.

sostenere la resilienza a livello locale attraverso l’adattamento ai cambiamenti climatici e aumentare la capacità locale di reagire a fenomeni meteorologici estremi, che si verificano ormai con maggiore frequenza e gravità, in particolare dotando gli enti locali e regionali delle risorse necessarie per gestire le catastrofi attraverso il Meccanismo unionale di protezione civile e utilizzando un Fondo di solidarietà dell’UE rafforzato;

30.

contribuire alla definizione dell’obiettivo «inquinamento zero» per un ambiente privo di sostanze tossiche, e preparare e sostenere gli enti regionali e locali nell’attuazione degli ambiziosi obiettivi dell’UE riguardo a un piano d’azione «inquinamento zero» per l’acqua, l’aria e il suolo: contribuire al riesame del pacchetto sulla mobilità urbana sulla base degli insegnamenti tratti dai piani di mobilità urbana sostenibile, e preparare le autorità di trasporto pubblico a reagire alle minacce esogene alla fornitura di servizi di mobilità sicuri;

31.

assicurarsi che la voce e i contributi degli enti locali e regionali siano tenuti in debita considerazione nell’ambito dei dialoghi multilivello in materia di clima ed energia negli Stati membri, in sede di definizione, valutazione e attuazione dei piani nazionali per l’energia e il clima, delle strategie nazionali a lungo termine e delle strategie nazionali di ristrutturazione di lungo periodo;

32.

aiutare la Commissione europea a definire e realizzare con successo l’«ondata di ristrutturazioni», e porre tale iniziativa al centro della strategia di ripresa post-pandemica;

33.

sostenere la Commissione europea nella sua ambizione di introdurre un’etichettatura «deforestazione zero» dei prodotti e di proteggere e ripristinare le foreste in tutto il mondo;

34.

colmare il divario digitale, promuovere un maggiore apprendimento digitale e favorire la digitalizzazione dei servizi pubblici locali e regionali, anche con il sostegno del programma Europa digitale 2021-2027, al fine di ridurre gli oneri amministrativi e stimolare la crescita sostenibile delle imprese locali e un’economia resiliente, nonché di contribuire a un’Europa più sostenibile e verde;

35.

sostenere l’offerta di competenze di alfabetizzazione digitale e mediatica per tutti a livello regionale e locale, e lavorare all’introduzione di un quadro europeo per la diffusione di un’intelligenza artificiale affidabile e incentrata sull’uomo;

36.

chiedere il sostegno della Commissione europea, degli Stati membri dell’UE e delle loro regioni e città per accelerare la modernizzazione e la digitalizzazione dei sistemi di istruzione e formazione, compresi i necessari investimenti nelle infrastrutture e attrezzature didattiche e il sostegno all’occupazione nell’economia locale; contribuire agli sforzi volti a riprendere le attività nell’ambito del programma Erasmus+ e del Corpo europeo di solidarietà. Lo spazio europeo dell’istruzione e l’agenda aggiornata per le competenze per l’Europa costituiscono due importanti linee d’azione e di sostegno, da consolidare nel quadro del futuro programma Erasmus;

37.

migliorare la connettività a banda larga e la diffusione della rete 5G a livello locale e regionale, sia nelle aree urbane che in quelle rurali, e mappare i fabbisogni futuri di investimenti;

38.

fare in modo che gli enti regionali e locali possano contribuire alla — e trarre beneficio dalla — futura strategia «Dal produttore al consumatore»; creare comitati per l’alimentazione a livello locale, mettere in contatto produttori locali di prodotti alimentari e consumatori, promuovere un’alimentazione sana e sensibilizzare i cittadini al problema degli sprechi alimentari; affrontare la questione delle esigenze finanziarie delle aziende agricole ai fini dell’attuazione delle misure necessarie in materia di clima, ambiente e biodiversità;

39.

affrontare la sfida, ormai ancora più grave, della fuga dei cervelli, e potenziare gli ecosistemi regionali dell’innovazione rafforzando la coesione territoriale, promuovendo un’economia del benessere e incentivando la ricerca e l’innovazione, anche attraverso il sostegno a valere su Orizzonte Europa, l’ESIF e diversi strumenti di finanziamento nazionali. Varare iniziative di previsione territoriale e attività volte ad accrescere al più presto la resilienza delle regioni e delle città sotto il profilo sociale, economico e sanitario;

40.

contribuire a una strategia globale europea in materia di cambiamenti demografici che affronti tutte le sfide demografiche e fornisca una risposta ampia, coordinata e inclusiva dell’UE a tali sfide, dal momento che esse costituiscono un tema trasversale che riguarda tutte le politiche dell’UE;

41.

assicurarsi che l’UE definisca una politica migratoria globale, umanitaria ed equa e non lasci soli i suoi Stati membri, e le rispettive regioni frontaliere, insulari e ultraperiferiche, impegnati ad affrontare la crisi migratoria, considerato che si tratta di un problema sia nazionale che europeo; sostenere la condivisione delle buone pratiche tra gli enti regionali e locali in materia di integrazione dei migranti;

42.

apportare il contributo regionale e locale alla riforma della politica migratoria dell’UE, in particolare per quanto riguarda l’integrazione, procedure di rimpatrio eque e politiche in materia di asilo in grado di rispondere in modo adeguato alle tendenze migratorie attuali e future; affrontare le cause profonde della migrazione in cooperazione con i paesi di origine e di transito di coloro che necessitano di protezione umanitaria; proteggere le frontiere esterne dell’UE, prevenire la migrazione irregolare e combattere la tratta di esseri umani;

43.

promuovere una cultura del rispetto dello Stato di diritto a livello locale e regionale, come presupposto del processo di integrazione europea e come valore fondamentale dell’Unione, sancito dai Trattati e condiviso con le tradizioni costituzionali degli Stati membri;

44.

esortare l’UE a salvaguardare, nel rispetto delle parti sociali e dei sistemi nazionali, i posti di lavoro e a garantire una ripresa basata sulla convergenza socioeconomica verso l’alto e sul miglioramento dei diritti sociali e delle condizioni di lavoro per tutti, compresi coloro che lavorano in nuove forme di occupazione, ad esempio mediante piattaforme online e nell’economia del lavoro su richiesta, nonché i lavoratori dell’economia tradizionale, delle microimprese e del settore culturale; riconoscere che i due terzi di tutti i posti di lavoro sono generati dalle PMI, la maggior parte delle quali sono saldamente radicate nelle comunità locali e sono quindi un elemento fondamentale del tessuto sociale europeo. Il CdR continua a promuovere l’iniziativa Regione imprenditoriale europea (EER) e altre attività a livello europeo per sviluppare e accrescere l’imprenditorialità, in particolare tra i giovani;

45.

svolgere un ruolo di facilitatore della cooperazione allo sviluppo tra città e regioni e di promotore degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, al fine di acquisire una funzione di precursore nel contribuire ad affrontare sfide globali quali i conflitti e l’instabilità politica, la fragilità economica, le migrazioni e i cambiamenti climatici;

46.

condividere buone pratiche con gli enti locali e regionali dei paesi in via di adesione e dei paesi partner del vicinato dell’UE e del Sud del mondo, e facilitare il loro accesso a un sostegno mirato da parte dell’UE.

Fare in modo che l’Unione europea sia costantemente al servizio dei suoi cittadini e dei territori in cui essi vivono e basi la sua azione sui valori fondamentali della coesione sociale, economica e territoriale

La missione del CdR sarà quella di garantire il rispetto della coesione economica, sociale e territoriale attraverso le politiche dell’Unione europea che riguardano i cittadini e i luoghi in cui essi vivono (politiche basate sul territorio). Per realizzare questa missione, il CdR si avvarrà del lavoro legislativo, politico e strategico dei suoi membri, dei suoi partner e dei soggetti direttamente interessati. Continuerà a far leva sulla mobilitazione dell’«Alleanza per la coesione», ponendo in evidenza il valore aggiunto della coesione come politica e valore fondamentale che è alla base di tutte le politiche dell’UE. Si concentrerà sul ruolo delle regioni e delle città nel piano di ripresa economica dell’UE. La Settimana europea delle regioni e delle città e il barometro annuale locale e regionale contribuiranno anch’essi a realizzare questa missione.

In proposito il CdR punterà innanzitutto sulle seguenti misure chiave:

47.

propugnare un quadro finanziario pluriennale (QFP) in quanto strumento chiave della solidarietà europea: che corrisponda al livello di ambizione dell’UE necessario affinché essa affronti tutte le sue priorità, che apporti valore aggiunto, che sia più trasparente e comprensibile per i cittadini e che comprenda gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e le nuove priorità stabilite nel Green Deal europeo;

48.

contribuire a rafforzare la politica di coesione, fondamentale fin dalle origini dell’UE, attraverso l’attuazione intelligente del Fondo sociale europeo, del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo di coesione, garantendo un impatto significativo in tutte le regioni europee;

49.

continuare a promuovere una politica europea di coesione forte ed efficace per tutte le regioni dell’UE, necessaria non solo per aiutare le città e le regioni a riprendersi dalla crisi causata dalla Covid-19, ma anche per affrontare le altre grandi sfide che presentano una forte dimensione territoriale e una distribuzione disomogenea degli effetti sia all’interno delle varie regioni e città europee che tra di esse, quali in particolare i cambiamenti climatici e il passaggio a un’economia neutra sotto il profilo delle emissioni di carbonio, la trasformazione digitale, i cambiamenti demografici e le migrazioni;

50.

sottolineare la necessità di un finanziamento adeguato e stabile della politica europea di coesione e della politica agricola comune per conseguire appieno l’obiettivo di tali politiche; aiutare le economie locali e gli enti locali e regionali a utilizzare in maniera efficace le risorse attualmente assegnate alla ripresa dell’economia europea;

51.

chiedere, in considerazione del prevedibile impatto territoriale asimmetrico che avrà la crisi causata dalla Covid-19, l’allocazione locale e regionale delle risorse nell’ambito del nuovo fondo per la ripresa; assicurarsi che il nuovo strumento non sia istituito a spese della dotazione finanziaria della politica di coesione, e che gli investimenti siano coordinati con gli interventi di finanziamento dell’UE al fine di amplificare al massimo l’effetto leva ed evitare la frammentazione e la centralizzazione;

52.

richiamare l’attenzione sul fatto che la pandemia di Covid-19 impone all’UE di rafforzare la sicurezza sanitaria e di potenziare le sue risorse sanitarie e la sua dotazione di dispositivi medici, tra cui i dispositivi di protezione individuale. Questo presuppone anche la creazione delle condizioni giuridiche che consentano, se necessario, di mettere in atto rapidamente e agevolmente le procedure di aggiudicazione o di avviare i relativi processi di produzione. Occorre inoltre fornire sostegno agli enti locali e regionali affinché migliorino le loro capacità di risposta alle emergenze e alle catastrofi. Dato che gli enti regionali e locali svolgono un ruolo importante nella fornitura di servizi pubblici sanitari e sociali ai cittadini, il CdR propugnerà il coordinamento delle misure e del sostegno dell’UE alle strutture nazionali, regionali e locali di risposta alle emergenze, per poter far fronte alle minacce sanitarie e alle situazioni di crisi, nel rispetto del principio di sussidiarietà;

53.

organizzare la resilienza dei cicli economici rafforzando la convergenza spaziale delle filiere di produzione in Europa;

54.

promuovere l’impiego di strategie di sviluppo urbano sostenibile per stimolare la crescita economica, la creazione di posti di lavoro e il lavoro dignitoso nonché l’inclusione sociale, in linea con gli obiettivi della Carta di Lipsia rinnovata e dell’agenda urbana per l’UE;

55.

adoperarsi per un nuovo quadro di governance economica, compreso un nuovo Patto di stabilità e crescita, sulla base degli insegnamenti tratti dalla crisi, al fine di migliorare le norme di bilancio dell’UE introducendo una «regola d’oro» per gli investimenti sostenibili, compreso il cofinanziamento dei fondi strutturali e di investimento nell’ambito dell’obiettivo generale di una pianificazione finanziaria sostenibile;

56.

monitorare l’impatto della pandemia e i suoi effetti negativi sull’occupazione a lungo termine in tutte le economie locali e regionali dell’UE; porre l’accento sull’importanza di ripensare le strategie industriali e imprenditoriali dell’UE e di concentrarsi sugli aspetti di sostenibilità della crescita per favorire una rapida ripresa; promuovere gli ecosistemi innovativi, l’economia sociale e la specializzazione intelligente, e sostenere politiche industriali basate sul territorio;

57.

monitorare l’applicazione del codice di condotta sul partenariato per garantire il pieno coinvolgimento degli enti locali e regionali nella preparazione degli accordi di partenariato e dei programmi per il periodo 2021-2027. I principi del partenariato e della governance multilivello dovrebbero essere fonte di ispirazione anche per la governance del semestre europeo;

58.

chiedere che gli enti locali e regionali accedano in maniera diretta ai finanziamenti dell’UE per l’attuazione del Green Deal europeo, e assicurarsi che tali enti siano coinvolti nell’elaborazione dei piani per una transizione giusta e nell’attuazione del Fondo per una transizione giusta;

59.

assicurarsi che le regioni, le città e i cittadini possano beneficiare delle misure di semplificazione dei Fondi strutturali e di investimento europei; sostenere le misure di prevenzione e di contrasto in relazione alla cattiva gestione e all’uso fraudolento dei fondi dell’UE;

60.

contribuire a rafforzare e migliorare il funzionamento del mercato unico, non solo individuando gli ostacoli alle quattro libertà a livello locale e regionale e incoraggiando la semplificazione amministrativa, ma anche insistendo sul fatto che gli enti locali e regionali rappresentano una parte essenziale dell’attuazione e dell’applicazione delle norme del mercato unico; sottolineare, a tale proposito, i profondi effetti che la libertà di circolazione ha sul mercato unico, e mettere in guardia da qualsiasi ulteriore frammentazione di quest’ultimo;

61.

ampliare la campagna «Alleanza per la coesione» in modo da coinvolgere le parti interessate dei settori pubblico e privato nella promozione della politica di coesione, e dare visibilità al valore aggiunto dell’UE per ogni cittadino dell’Unione e ai fini dei principi democratici tramite il monitoraggio e la comunicazione dell’impatto degli investimenti finanziati dall’UE;

62.

monitorare il quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’emergenza della Covid-19 e le successive misure di natura analoga, consentendo un sostegno mirato per salvare posti di lavoro nei settori e nelle regioni particolarmente colpiti dalla pandemia; evidenziare che, in questo contesto, norme più flessibili in materia di aiuti di Stato servirebbero a «porre rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro», e che tale finalità rimarrà valida ben oltre il dicembre 2020, data di scadenza del suddetto quadro temporaneo; e chiedere pertanto alla Commissione di prepararsi a prorogare tale quadro o a consentire flessibilità analoghe per aiutare i settori e le regioni colpiti dalla crisi a riprendersi;

63.

appoggiare la raccolta e la diffusione di informazioni relative alla flessibilità delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici, in quanto, nelle circostanze attuali, esse offrono alle amministrazioni aggiudicatrici la possibilità di ricorrere alla procedura negoziata con requisiti procedurali ridotti;

64.

sostenere un’agenda dell’UE per le zone rurali volta a contrastarne lo spopolamento e a scongiurare il rischio di povertà in tali territori, nonché a garantire un approccio equilibrato e globale allo sviluppo territoriale europeo;

65.

dare un seguito fattivo alle attività del CdR relative ai «piccoli comuni intelligenti», e promuovere questo concetto tra le istituzioni europee; incoraggiare le iniziative di innovazione e modernizzazione delle zone rurali e adottare una strategia a favore della mobilità sostenibile e intelligente nel quadro del programma Destinazioni turistiche intelligenti;

66.

insistere affinché, nel caso di una situazione di crisi in cui le frontiere debbano essere temporaneamente chiuse o controllate in modo più rigoroso, l’UE e i suoi Stati membri concordino regole e procedure comuni vincolanti per garantire la libertà di circolazione nell’UE; far rilevare che le aree economiche e sociali transfrontaliere sono di grande valore per l’Unione europea;

67.

sottolinea che, durante la crisi causata dalla Covid-19, gli attori locali e regionali hanno dimostrato — nonostante le numerose frontiere chiuse e le restrizioni senza precedenti — un’ammirevole intraprendenza nel trovare soluzioni per proseguire la cooperazione transfrontaliera e transnazionale, dando prova di un’autentica solidarietà tra i cittadini europei. Questa crisi ci ricorda che un’Europa senza frontiere è una delle conquiste più importanti dell’integrazione europea, una conquista che deve essere salvaguardata. L’impegno in progetti transfrontalieri interpersonali (people-to-people) e su piccola scala, che creano le maglie delle reti transfrontaliere e di progetti su più larga scala sviluppando la fiducia reciproca tra i partecipanti, dovrebbe rimanere una priorità permanente dell’Unione europea e delle sue istituzioni;

68.

mantenere viva l’attenzione per l’importanza della cooperazione territoriale europea, e assicurarsi che siano assegnate le risorse di bilancio necessarie per tale cooperazione, dimostratasi indispensabile per molti enti regionali sia ai fini della condivisione di competenze specialistiche e buone pratiche in relazione a sfide fondamentali, sia ai fini dell’instaurazione di rapporti umani a livello di enti regionali di paesi diversi;

69.

incoraggiare gli investimenti pubblici nelle regioni insulari e in quelle scarsamente popolate e ultraperiferiche adeguando ulteriormente le norme in materia di aiuti di Stato, aumentando il cofinanziamento europeo nell’ambito della politica di coesione e sviluppando la cooperazione territoriale con i paesi terzi;

70.

promuovere l’aggiornamento del sistema complessivo di gestione della politica di coesione, in particolare semplificando le procedure amministrative a tutti i livelli di governance;

71.

chiedere la piena attuazione territoriale del pilastro europeo dei diritti sociali e la realizzazione di un’Europa sociale forte per transizioni giuste;

72.

sostenere la creazione, da parte della Commissione europea, della dimensione regionale del quadro di valutazione sociale europeo, in stretta cooperazione con gli Stati membri;

73.

accrescere la resilienza degli ecosistemi regionali dell’innovazione agli effetti dannosi di potenziali emergenze future completando lo Spazio europeo della ricerca per la libera circolazione dei ricercatori, delle conoscenze scientifiche e della tecnologia, promuovendo le sinergie tra Orizzonte Europa e altri programmi di finanziamento dell’UE e proseguendo il proficuo lavoro della piattaforma di scambio delle conoscenze e dell’iniziativa «La scienza incontra le regioni»;

74.

contribuire alla revisione del regolamento TEN-T e dei relativi finanziamenti, ed evidenziare la necessità di realizzare i collegamenti mancanti nelle infrastrutture di trasporto transfrontaliere per collegare tutte le città e le regioni dell’Unione, nelle aree centrali così come in quelle periferiche e ultraperiferiche.

Il Comitato europeo delle regioni si avvarrà di tutte le sue risorse e della sua influenza politica per rafforzare l’Europa. Proteggendo i diritti fondamentali dei cittadini, assicurandosi che le politiche e gli investimenti dell’UE siano efficienti ed efficaci, il Comitato si adopererà per trasformare l’UE e renderla maggiormente competitiva, sostenibile e resistente, in modo da soddisfare le aspettative dei suoi cittadini.

Bruxelles, 2 luglio 2020

Il presidente del Comitato europeo delle regioni

Apostolos TZITZIKOSTAS


(1)  Dichiarazione del Comitato europeo delle regioni sul tema Gli enti locali e regionali, attori della risposta europea alla crisi causata dalla pandemia di Covid-19.

(2)  Direttiva 2004/113/CE del Consiglio, del 13 dicembre 2004, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l’accesso a beni e servizi e la loro fornitura (GU L 373 del 21.12.2004, pag. 37).

(3)  Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica (GU L 180 del 19.7.2000, pag. 22).

(4)  COM(2008) 426: Proposta di direttiva recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone.


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