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Document 52018IP0075

    Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2018 sul prossimo QFP: preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020 (2017/2052(INI))

    GU C 162 del 10.5.2019, p. 51–70 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    10.5.2019   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    C 162/51


    P8_TA(2018)0075

    Il prossimo QFP: preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020

    Risoluzione del Parlamento europeo del 14 marzo 2018 sul prossimo QFP: preparazione della posizione del Parlamento in merito al QFP per il periodo successivo al 2020 (2017/2052(INI))

    (2019/C 162/06)

    Il Parlamento europeo,

    visti gli articoli 311, 312 e 323 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

    visti il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio, del 2 dicembre 2013, che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020 (1), e la sua successiva modifica mediante il regolamento (UE, Euratom) 2017/1123 del Consiglio del 20 giugno 2017 (2),

    visto l'accordo interistituzionale del 2 dicembre 2013 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria (3),

    vista la sua risoluzione del 6 luglio 2016 sulla preparazione della revisione post-elettorale del QFP 2014-2020: il contributo del Parlamento in vista della proposta della Commissione (4),

    visto il documento di riflessione della Commissione del 28 giugno 2017 sul futuro delle finanze dell'UE (COM(2017)0358),

    vista la sua risoluzione del 24 ottobre 2017 sul documento di riflessione sul futuro delle finanze dell'UE (5),

    vista la risoluzione 70/1 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite intitolata "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development"(Trasformare il nostro mondo: l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile),

    vista la sua risoluzione, del 19 gennaio 2017, su un pilastro europeo dei diritti sociali (6),

    vista la ratifica dell'accordo di Parigi da parte del Parlamento europeo il 4 ottobre 2016 (7) e da parte del Consiglio il 5 ottobre 2016 (8),

    vista la relazione dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali dal titolo "Challenges facing civil society organisations working on human rights in the EU"(Le sfide cui devono far fronte le organizzazioni della società civile che operano nel settore dei diritti umani nell'UE),

    visto il parere d'iniziativa del Comitato economico e sociale europeo sul finanziamento delle organizzazioni della società civile da parte dell'UE,

    visto l'articolo 52 del suo regolamento,

    visti la relazione della commissione per i bilanci, i pareri della commissione per gli affari esteri, della commissione per lo sviluppo, della commissione per il controllo dei bilanci, la posizione sotto forma di emendamenti della commissione per l'occupazione e gli affari sociali, e i pareri della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia, della commissione per i trasporti e il turismo, della commissione per lo sviluppo regionale, della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, della commissione per la pesca, della commissione per la cultura e l'istruzione, della commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, della commissione per gli affari costituzionali e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A8-0048/2018),

    A.

    considerando che l'attuale Quadro finanziario pluriennale (QFP) è stato adottato nel 2013 e ha comportato, per la prima volta, una riduzione in termini reali degli stanziamenti d'impegno e di pagamento rispetto al precedente periodo di programmazione finanziaria, nonostante le crescenti competenze e ambizioni dell'Unione europea stabilite nel trattato di Lisbona e nella strategia Europa 2020; che esso ha implicato altresì un notevole divario tra il livello degli stanziamenti d'impegno e degli stanziamenti di pagamento, il che ha contribuito a un arretrato di fatture non pagate nel corso dei primi due anni del QFP; che la tardiva adozione del QFP e delle relative basi giuridiche ha contribuito a ritardi nell'attuazione, le cui ripercussioni si fanno sentire a tutt'oggi e che potrebbero tradursi in un accumulo di richieste di pagamento alla fine dell'attuale QFP, con effetti di ricaduta sul prossimo periodo; che, su insistenza del Parlamento, nel QFP sono state inserite nuove disposizioni al fine di utilizzarne i massimali globali nella misura più ampia possibile e prevedere meccanismi di flessibilità;

    B.

    considerando che il QFP 2014-2020 si è presto dimostrato insufficiente a soddisfare le reali esigenze e ambizioni politiche dal momento che, sin dall'inizio, è stato chiamato ad affrontare una serie di crisi e nuove sfide nei settori degli investimenti, dell'esclusione sociale, della migrazione e dei rifugiati, dell'occupazione giovanile, della sicurezza, dell'agricoltura, dell'ambiente e dei cambiamenti climatici, che non erano state previste al momento della sua adozione; che, di conseguenza, l'attuale QFP aveva già raggiunto i propri limiti dopo appena due anni di attuazione, dal momento che i margini disponibili erano esauriti, le disposizioni in materia di flessibilità e gli strumenti speciali erano stati mobilitati in misura sostanziale, le politiche e i programmi esistenti erano sotto pressione, se non avevano addirittura subito dei tagli, ed erano stati creati alcuni meccanismi fuori bilancio in modo da compensare il livello e la flessibilità inadeguati del bilancio dell'UE;

    C.

    considerando che siffatte carenze risultavano già evidenti in sede di riesame intermedio e di revisione del QFP, avviati alla fine del 2016, e che sarebbe stato opportuno intervenire immediatamente al riguardo, come indicato dal Parlamento nella sua risoluzione del 6 luglio 2016; che con la revisione intermedia concordata si è riusciti ad ampliare in misura moderata le potenzialità delle vigenti disposizioni in materia di flessibilità, ma non a ritoccare i massimali del QFP;

    D.

    considerando che la Commissione presenterà nel maggio 2018 il suo pacchetto di proposte sul QFP post-2020 e sulle future risorse proprie, mentre il regolamento (UE, Euratom) n. 1311/2013 del Consiglio ha stabilito che avrebbero dovuto essere presentate prima del 1o gennaio 2018; che esso dovrebbe essere seguito poco dopo da progetti di proposte legislative in materia di programmi e strumenti finanziari;

    1.

    approva la presente risoluzione per sottolineare la propria posizione sul QFP per il periodo successivo al 2020, con particolare riferimento alle sue priorità nonché alla sua entità, struttura, durata, flessibilità e ad altri principi orizzontali, come pure per evidenziare gli specifici orientamenti di bilancio per le rispettive politiche dell'UE rientranti nel prossimo quadro finanziario; si attende che la Commissione presenti la proposta legislativa per il prossimo QFP, unitamente a un nuovo progetto di accordo interistituzionale che tenga conto delle posizioni e delle proposte del Parlamento; sottolinea che la presente risoluzione costituisce altresì una base per il proprio impegno nell'ambito della procedura di adozione del prossimo QFP;

    2.

    approva, contestualmente, una risoluzione a parte (9) intesa a illustrare la propria posizione sulla riforma del sistema delle risorse proprie dell'Unione, in linea con le raccomandazioni del gruppo ad alto livello sulle risorse proprie; invita la Commissione a tenere debitamente conto della posizione del Parlamento in sede di preparazione delle proposte legislative sulle risorse proprie dell'Unione, che dovrebbero essere di portata ambiziosa ed essere presentate congiuntamente alle proposte sul QFP; sottolinea che le spese e le entrate del prossimo QFP saranno entrambe trattate come un unico pacchetto nell'ambito dei prossimi negoziati e che non vi sarà alcun accordo sul QFP in assenza di analoghi progressi sul versante delle risorse proprie;

    I.    Priorità e sfide del prossimo QFP

    3.

    si compiace della discussione sul prossimo QFP che considera un'occasione per preparare il terreno a un'Europa più forte e più sostenibile, attraverso uno dei suoi strumenti più tangibili, ovvero il bilancio dell'Unione; ritiene che il prossimo QFP debba rientrare nell'ambito di una più ampia strategia e riflessione sul futuro dell'Europa; reputa che il QFP debba tradurre le priorità politiche dell'UE relative ai progetti e alle strategie in risorse di bilancio;

    4.

    esprime la convinzione che il prossimo QFP debba basarsi sulle politiche e le priorità consolidate dell'Unione, che mirano a promuovere la pace, la democrazia, lo Stato di diritto, i diritti umani e l'uguaglianza di genere, a incrementare il benessere, la crescita economica a lungo termine e sostenibile nonché la ricerca e l'innovazione, a offrire un'occupazione di qualità che conduca a posti di lavoro dignitosi, a contrastare i cambiamenti climatici e a promuovere la coesione economica, sociale e territoriale, come pure la solidarietà tra gli Stati membri e i cittadini; ritiene che tali pilastri siano i presupposti per il corretto funzionamento del mercato interno e dell'Unione economica e monetaria, nonché per rafforzare la posizione dell'Europa nel mondo; è persuaso del fatto che siano più che mai importanti per il futuro impegno dell'Europa;

    5.

    ritiene che il prossimo QFP debba permettere all'Unione di offrire soluzioni e uscire rafforzata dalle crisi del decennio: la crisi economica e finanziaria, la disoccupazione giovanile, la povertà persistente e l'esclusione sociale, il fenomeno della migrazione e dei rifugiati, il cambiamento climatico e le calamità naturali, il degrado ambientale e la perdita di biodiversità, il terrorismo e l'instabilità, per citarne alcune; sottolinea che tali sfide transfrontaliere e globali, che hanno implicazioni a livello nazionale, evidenziano l'interdipendenza delle nostre economie e società e sottolineano la necessità di un'azione comune;

    6.

    evidenzia che l'UE deve tener fede al suo impegno di assumere un ruolo di capofila nell'attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile (ODS) delle Nazioni Unite, che forniscono una tabella di marcia globale verso società più sostenibili, eque e prospere nel rispetto dei limiti del pianeta; sottolinea che il prossimo QFP deve essere allineato agli ODS; accoglie con favore l'impegno della Commissione a favore dell'integrazione degli ODS in tutte le politiche e iniziative dell'UE; auspica che l'UE rispetti i suoi impegni nei confronti di detti obiettivi; sottolinea inoltre che la proclamazione del pilastro europeo dei diritti sociali e l'impegno dell'UE e degli Stati membri a garantire un'Europa più sociale dovrebbero essere sostenuti da adeguate risorse finanziarie; ritiene che, in seguito all'accordo di Parigi, la spesa connessa al clima dovrebbe essere aumentata significativamente rispetto al QFP attuale e raggiungere il 30 % non appena possibile e al più tardi entro il 2027;

    7.

    sottolinea che il prossimo QFP rappresenta per l'Unione l'occasione di dimostrare la sua unità e la sua capacità di affrontare gli sviluppi politici come la Brexit, l'ascesa dei movimenti populisti e nazionalisti e i cambiamenti nella leadership globale; sottolinea che le divisioni e l'egocentrismo non possono costituire una risposta ai problemi globali e alle preoccupazioni dei cittadini; ritiene che i negoziati sulla Brexit, in particolare, dimostrino che i vantaggi dell'appartenenza all'Unione superino di gran lunga il costo del contributo al suo bilancio; chiede, in tale contesto, il pieno rispetto del quadro degli impegni precedentemente assunti, come nel caso dell'accordo del Venerdì Santo per quanto concerne lo Stato di diritto e la democrazia;

    8.

    chiede, pertanto, di continuare a sostenere le politiche esistenti, in particolare quelle dell'UE consolidate da tempo e sancite dai trattati, vale a dire la politica agricola comune, la politica comune della pesca e la politica di coesione, poiché queste apportano ai cittadini dell'UE i vantaggi tangibili del progetto europeo; respinge qualsiasi tentativo di rinazionalizzare tali politiche, in quanto ciò non ridurrebbe l'onere finanziario per i contribuenti e consumatori, né garantirebbe risultati migliori, ma ostacolerebbe invece la crescita, la solidarietà e il funzionamento del mercato unico, acuendo ulteriormente nel contempo le disuguaglianze e aggravando le disparità tra territori e settori economici; intende garantire all'UE-27 il medesimo livello di finanziamento per tali politiche nel prossimo periodo di programmazione, migliorandone nel contempo l'efficacia e semplificando le procedure ivi associate;

    9.

    ritiene che l'Europa debba offrire una prospettiva alle giovani generazioni nonché alle imprese orientate al futuro che garantiscono un maggiore successo dell'Unione sulla scena mondiale; è determinato ad ampliare in modo sostanziale due dei suoi programmi faro, vale a dire il programma quadro per la ricerca e il programma Erasmus+ che, con le dotazioni di cui dispongono, non sono in grado di soddisfare l'altissima richiesta da parte di candidature eccellenti; è determinato a sostenere un aumento sostanziale delle risorse destinate alla lotta contro la disoccupazione giovanile e al sostegno alle piccole e medie imprese attraverso programmi che succederanno all'Iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e il programma per la competitività delle imprese e le piccole e le medie imprese (COSME); sostiene altresì il rafforzamento del Meccanismo per collegare l'Europa (CEF) 2.0;

    10.

    invita l'Unione a svolgere il ruolo che le compete in tre nuovi ambiti d'intervento, con ricadute interne ed esterne, che sono emersi nel corso dell'attuale QFP:

    sviluppando e finanziando una politica globale in materia di asilo, migrazione e integrazione e affrontando le cause profonde della migrazione e dello sfollamento nei paesi terzi,

    rafforzando la protezione delle frontiere esterne e promuovendo la stabilità, in particolare attraverso la salvaguardia dei diritti umani all'estero, la prevenzione dei conflitti e le politiche di sviluppo esterno,

    fornendo ai cittadini europei una sicurezza interna comune e raggruppando le attività di ricerca e le capacità nel campo della difesa, sottolineando nel contempo che le azioni intraprese in questi settori non dovrebbero compromettere le politiche di sviluppo dell'UE;

    11.

    sottolinea che il futuro quadro dovrebbe integrare due nuovi tipi di sostegno finanziario che sono al centro dell'agenda economica dell'Unione, vale a dire il mantenimento dei regimi di sostegno agli investimenti, quali il Fondo europeo per gli investimenti strategici, e lo sviluppo di una funzione di stabilizzazione per gli Stati membri della zona euro, eventualmente mediante il proposto Fondo monetario europeo, unitamente a uno specifico strumento di convergenza per gli Stati membri in procinto di aderire all'euro;

    12.

    sottolinea che, come primo passo, la capacità di bilancio specifica della zona euro dovrebbe rientrare nel bilancio dell'Unione, al di sopra dei massimali del quadro finanziario pluriennale, fatti salvi gli altri programmi del QFP, e dovrebbe essere finanziata dai paesi della zona euro e da altri paesi partecipanti mediante una fonte di entrate da concordare tra gli Stati membri partecipanti e da considerarsi entrate con destinazione specifica e garanzie; ritiene che la capacità di bilancio possa essere finanziata, una volta che sarà stabilizzata, tramite vere risorse proprie, secondo le raccomandazioni della relazione Monti sul futuro finanziamento dell'UE;

    13.

    ribadisce il principio secondo cui le nuove priorità politiche dovrebbero disporre di risorse finanziarie supplementari, a prescindere dal fatto che emergano in sede di adozione di un nuovo QFP o nel corso della sua attuazione, e sottolinea che il finanziamento di nuove necessità non dovrebbe compromettere le politiche e i programmi esistenti; si attende, inoltre, che siano previste adeguate disposizioni in materia di flessibilità in modo da far fronte a eventi imprevisti che potrebbero verificarsi nel corso del QFP;

    14.

    ritiene che sia possibile realizzare un'Europa più forte e più ambiziosa soltanto dotandola di maggiori risorse finanziarie; chiede, alla luce delle suddette sfide e priorità e tenendo conto del recesso del Regno Unito dall'Unione, di incrementare sostanzialmente il bilancio dell'Unione; stima che i necessari massimali di spesa del QFP corrispondano all'1,3 % dell'RNL dell'UE-27, nonostante la serie di strumenti da considerare al di là dei massimali;

    15.

    è persuaso che, a meno che il Consiglio non decida di incrementare in modo sostanziale il livello dei contributi nazionali al bilancio dell'UE, l'introduzione di nuove vere risorse proprie dell'UE resti l'unica soluzione per finanziare in maniera adeguata il prossimo QFP;

    II.    Questioni orizzontali

    Principi del bilancio dell'Unione e sincerità di bilancio

    16.

    ricorda i principi dell'unità, della verità del bilancio, dell'annualità, del pareggio, dell'universalità, della specializzazione, dell'addizionalità, della sussidiarietà, della sana gestione finanziaria e della trasparenza del bilancio europeo, che devono essere rispettati all'atto della definizione e dell'esecuzione del bilancio dell'Unione;

    17.

    ribadisce la posizione che sostiene da lunga data secondo cui alle ambizioni politiche dell'Unione devono corrispondere risorse finanziarie adeguate e ricorda l'articolo 311 del TFUE, secondo cui "l'Unione si dota dei mezzi necessari per conseguire i suoi obiettivi e per portare a compimento le sue politiche";

    18.

    sottolinea, a tale proposito, che le decisioni e iniziative politiche adottate dal Consiglio europeo possono essere pienamente attuate soltanto garantendo i necessari finanziamenti e sottolinea che qualsiasi altro approccio pregiudica la sincerità del bilancio dell'Unione e la fiducia dei cittadini;

    19.

    ritiene che, traducendo le priorità politiche dell'UE in investimenti concreti, il QFP costituisca uno strumento eccellente per la programmazione a lungo termine della spesa dell'UE e per garantire un certo grado di stabilità degli investimenti pubblici negli Stati membri; deplora, tuttavia, l'assenza di una strategica a lungo termine reciprocamente concordata in vista dell'adozione del prossimo QFP; ricorda, inoltre, che il bilancio dell'UE è in primo luogo un bilancio d'investimento e che rappresenta un'ulteriore fonte di finanziamento complementare alle azioni intraprese ai livelli nazionale, regionale e locale;

    Durata

    20.

    è del parere che la decisione sulla durata del QFP debba trovare il giusto equilibrio tra due esigenze contrastanti, ovvero, da una parte, la necessità che diverse politiche dell'UE – specialmente quelle rientranti nella gestione concorrente, come la politica agricola e la politica di coesione – funzionino sulla base della stabilità e della prevedibilità di un impegno su un periodo minimo di sette anni e, dall'altra, la necessità di legittimità democratica e rendicontabilità derivanti dalla sincronizzazione di ogni quadro finanziario con il ciclo politico quinquennale del Parlamento europeo e della Commissione;

    21.

    insiste sull'imperativo politico per ogni neoeletto Parlamento di essere in grado di incidere in misura sostanziale sul QFP nel corso del proprio ciclo elettorale, sia in termini di importi che di priorità politiche; sottolinea che le elezioni al Parlamento europeo offrono ai cittadini dell'UE la possibilità di pronunciarsi direttamente sulle priorità di bilancio della stessa, il che dovrebbe riflettersi in un adeguamento post-elettorale del quadro finanziario; ritiene pertanto che, nel corso di ogni ciclo politico, la Commissione debba formulare una proposta e il Parlamento e il Consiglio debbano adottare una decisione o sulla definizione del QFP successivo o su una revisione intermedia obbligatoria del QFP in corso;

    22.

    sottolinea la necessità che la durata del QFP passi progressivamente a un periodo di 5 + 5 anni con una revisione intermedia obbligatoria; invita la Commissione a elaborare una proposta chiara che definisca le modalità di attuazione pratica di un quadro finanziario della durata di 5 + 5 anni; è convinto che un unico periodo di cinque anni non possa essere preso in considerazione per la durata del QFP, in quanto ostacolerebbe gravemente i requisiti di programmazione e di attuazione di varie politiche dell'UE;

    23.

    riconosce, tuttavia, che il calendario delle prossime elezioni al Parlamento europeo nella primavera del 2019, dato che l'attuale QFP resterà in vigore fino al dicembre 2020, non consente di attuare immediatamente una soluzione 5 + 5, in quanto i diversi cicli non potrebbero essere allineati in maniera soddisfacente; è del parere, pertanto, che il prossimo QFP debba essere fissato per un periodo di sette anni (2021-2027), prevedendo altresì una revisione intermedia obbligatoria, mediante una soluzione transitoria da applicare per un'ultima volta;

    Revisione intermedia

    24.

    è convinto della necessità di mantenere un riesame e una revisione intermedi giuridicamente vincolanti e obbligatori del QFP e di sancirli nel nuovo regolamento sul QFP; ricorda che la revisione intermedia del 2016 è stata la prima occasione storica in cui una revisione effettiva del regolamento QFP ha avuto luogo ed è stata giudicata positivamente sia dal Consiglio che dal Parlamento, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento delle disposizioni in materia di flessibilità del QFP;

    25.

    ritiene che in merito al QFP 2021-2027 sia opportuno proporre e deliberare in tempo utile una revisione intermedia per consentire ai futuri Parlamento e Commissione di adeguare di conseguenza il quadro finanziario; sottolinea che l'eventuale revisione del QFP dovrebbe garantire il coinvolgimento del Parlamento e la salvaguardia delle sue prerogative in qualità di ramo a pieno titolo dell'autorità di bilancio; sottolinea inoltre che un'eventuale revisione effettiva del QFP dovrebbe comportare anche la revisione dei suoi massimali, qualora ne venga accertata l'inadeguatezza per il resto del periodo;

    Flessibilità

    26.

    sottolinea che, nel corso dell'attuale QFP, l'autorità di bilancio ha approvato un'ingente ricorso al meccanismo di flessibilità e agli strumenti speciali previsti dal regolamento sul QFP, onde garantire i necessari stanziamenti supplementari per far fronte a gravi crisi o finanziare nuove priorità politiche;

    27.

    ritiene, pertanto, che le disposizioni in materia di flessibilità nell'ambito dell'attuale QFP abbiano funzionato correttamente e apportato soluzioni riguardo all'ingente fabbisogno finanziario, in particolare per far fronte alle sfide della migrazione e dei rifugiati e per affrontare la carenza di investimenti; ricorda che il Parlamento è stato all'origine di molte di tali disposizioni e di averle difese tenacemente durante i precedenti negoziati sul QFP;

    28.

    considera a tutt'oggi necessario potenziare ulteriormente siffatte disposizioni allo scopo di affrontare meglio nuove sfide, eventi imprevisti e l'evoluzione delle priorità politiche che dovessero emergere in sede di attuazione di un piano a lungo termine, come il QFP; chiede una maggiore flessibilità per il prossimo QFP, che contempli l'impiego più ampio possibile dei suoi massimali globali per gli impegni e i pagamenti;

    I meccanismi di flessibilità nel QFP

    29.

    ritiene che i massimali del prossimo QFP debbano essere fissati a un livello che permetta non solo di finanziare le politiche dell'Unione, ma anche di disporre per ciascuna rubrica di margini sufficienti in termini di impegni;

    30.

    è persuaso che tutti i margini non assegnati dovrebbero poter essere riportati senza alcuna limitazione agli esercizi futuri ed essere mobilitati dall'autorità di bilancio, nel quadro della procedura annuale di bilancio, per qualsiasi scopo ritenuto necessario; chiede pertanto che sia mantenuto il margine globale per gli impegni, ma senza alcuna restrizione in termini temporali e di ambito di applicazione;

    31.

    ricorda che il margine globale per gli impegni permette solo di mobilitare i margini non assegnati fino all'anno n-1, una volta che questi siano stati confermati mediante l'adeguamento tecnico che precede la presentazione del progetto di bilancio; considera, tuttavia, indispensabile esplorare modalità per mobilitare anche i margini non assegnati dell'anno n, onde consentire comunque la copertura di ulteriori fabbisogni che potrebbero emergere nel corso dell'anno in questione;

    32.

    è fermamente convinto del fatto che gli impegni autorizzati dall'autorità di bilancio debbano essere utilizzati per il loro scopo originario e che occorra compiere ogni sforzo per garantire che sia così in tutti gli ambiti d'intervento; invita la Commissione, in particolare, a continuare a impegnarsi attivamente in tal senso; è tuttavia persuaso che, qualora siano effettivamente intervenuti disimpegni in ragione della mancata o parziale attuazione degli interventi ai quali i fondi erano stati destinati, i fondi in questione dovrebbero essere resi nuovamente disponibili nel bilancio dell'Unione ed essere mobilitati dall'autorità di bilancio nel quadro della procedura annuale di bilancio; ritiene che i disimpegni debbano alimentare direttamente il margine globale per gli impegni, anziché eventuali strumenti speciali o riserve;

    33.

    ricorda che i disimpegni riguardano impegni che sono già stati autorizzati dall'autorità di bilancio e che di norma avrebbero dovuto comportare corrispondenti pagamenti, se l'intervento che dovevano finanziare fosse stato attuato come da previsioni; sottolinea pertanto che il riutilizzo dei fondi disimpegnati nel bilancio dell'Unione è debitamente giustificato, ma non dovrebbe costituire un espediente per eludere le pertinenti norme sul disimpegno sancite dalla normativa settoriale;

    34.

    richiama l'attenzione sulla necessità di garantire il pieno riporto dei margini per i pagamenti nell'intero QFP tramite il margine globale per i pagamenti; è contrario a qualsiasi limitazione o massimale applicati al livello dei margini che possono essere trasferiti, come nel caso dell'attuale QFP, e ricorda che tali margini possono essere mobilitati soltanto se e nella misura in cui l'autorità di bilancio decide di procedere in tal senso; sottolinea che il margine globale per i pagamenti potrebbe essere determinante per far fronte a eventuali nuove crisi dei pagamenti che potrebbero verificarsi;

    35.

    sottolinea che la revisione dei massimali dovrebbe rimanere una possibilità nel regolamento QFP in caso di circostanze impreviste, qualora le esigenze di finanziamento esauriscano o superino i margini disponibili e la dotazione degli strumenti speciali; chiede che il regolamento QFP preveda una procedura semplificata per una revisione mirata entro una soglia concordata;

    36.

    è favorevole al mantenimento della possibilità di anticipare o rinviare il finanziamento di programmi dell'Unione al fine di permettere un'azione anticiclica che corrisponda al ritmo di esecuzione effettivo e di fornire una risposta efficace a gravi crisi; chiede inoltre che la flessibilità legislativa, attualmente sancita al punto 17 dell'accordo interistituzionale (AII), che permette di adeguare sino al 10 %, al rialzo o al ribasso, la dotazione globale dei programmi adottati mediante procedura legislativa ordinaria, sia ulteriormente aumentata portando tale percentuale al 15 %;

    37.

    richiama l'attenzione sulla flessibilità che può essere conseguita mediante storni all'interno di una stessa rubrica del QFP, con l'obiettivo di rendere disponibili le risorse finanziarie esattamente là dove sono necessarie e di garantire una migliore esecuzione del bilancio dell'Unione; ritiene che la riduzione del numero di rubriche contribuisca ad aumentare la flessibilità del QFP; chiede, tuttavia, che la Commissione informi e consulti proattivamente l'autorità di bilancio quando approva storni autonomi di notevole entità;

    Gli strumenti speciali del QFP

    38.

    approva l'impianto generale degli strumenti speciali del QFP, in particolare lo strumento di flessibilità, la riserva per aiuti d'urgenza, il Fondo di solidarietà dell'Unione europea e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), e sottolinea che sono stati ampiamente mobilitati nell'ambito dell'attuale QFP; chiede che la loro dotazione finanziaria e le loro modalità di funzionamento siano migliorate;

    39.

    chiede, in particolare, un incremento sostanziale della dotazione finanziaria dello strumento di flessibilità, sino ad arrivare a un importo annuo di almeno 2 miliardi di EUR; ricorda che lo strumento di flessibilità non è legato a nessun particolare ambito d'intervento e può pertanto essere mobilitato per qualsiasi finalità ritenuta necessaria; ritiene pertanto che tale strumento possa essere mobilitato per coprire eventuali fabbisogni finanziari che dovessero emergere nel corso del QFP;

    40.

    evidenzia il ruolo della riserva per gli aiuti d'urgenza nel fornire una risposta rapida a specifiche esigenze di assistenza a paesi terzi in caso di eventi imprevisti e ne sottolinea la particolare importanza nel contesto attuale; chiede un incremento sostanziale della relativa dotazione finanziaria sino ad arrivare a un importo annuo di 1 miliardo di EUR;

    41.

    rileva, in particolare, l'importante mobilitazione del Fondo di solidarietà dell'Unione europea per prestare assistenza in relazione a una serie di gravi calamità naturali con una notevole incidenza sul bilancio; sottolinea altresì l'impatto positivo di tale strumento sull'opinione pubblica; propone di incrementarne la dotazione finanziaria portandola a un importo annuo di 1 miliardo di EUR;

    42.

    ritiene che il FEG, che offre la solidarietà e il sostegno dell'Unione ai lavoratori che hanno perso il posto di lavoro a seguito di trasformazioni rilevanti della struttura del commercio mondiale dovute alla globalizzazione o a seguito della crisi economica e finanziaria globale, non abbia dispiegato appieno le sue potenzialità e che il ricorso a tale strumento possa essere ulteriormente migliorato e integrato in una strategia a lungo termine, al fine di raggiungere efficacemente i lavoratori in esubero e di reinserirli nel mercato del lavoro, in tutti gli Stati membri; ritiene che nel quadro della prossima revisione del FEG sia opportuno esaminare il campo d'applicazione di tale Fondo e migliorare il suo coordinamento con gli altri strumenti; reputa che nel nuovo QFP il FEG riveduto dovrebbe beneficiare di una dotazione annuale quanto meno identica all'attuale;

    43.

    propone la creazione di una riserva ad hoc per gli strumenti speciali del QFP, basata sugli stanziamenti non spesi di ciascuno strumento che vengono annullati; ritiene che tale riserva dovrebbe funzionare senza limiti di tempo; chiede che essa sia mobilitata, con decisione dell'autorità di bilancio, a favore di qualunque strumento speciale del QFP chiamato a coprire un fabbisogno finanziario superiore alla sua capacità finanziaria;

    44.

    constata che per ciascuno strumento speciale del QFP vigono attualmente regole diverse riguardo al periodo di tempo per il riporto degli stanziamenti non spesi; ritiene che tali regole vadano armonizzate affinché a tutti gli strumenti in questione si applichi un'unica regola n + 1;

    45.

    ritiene che il margine per imprevisti debba essere mantenuto come strumento di ultima istanza; sottolinea che esso costituisce uno strumento speciale che può essere altresì mobilitato solo per stanziamenti di pagamento, e che la sua mobilitazione è stata determinante per reagire alla crisi dei pagamenti del 2014; chiede, pertanto, un adeguamento al rialzo della sua dotazione massima annua per portarla allo 0,05 % dell'RNL dell'Unione;

    46.

    sottolinea che gli strumenti speciali del QFP dovrebbero essere conteggiati oltre i limiti dei massimali del QFP, sia per gli stanziamenti d'impegno che per quelli di pagamento; ritiene che il problema dell'iscrizione a bilancio dei pagamenti di tali strumenti sia stato risolto in modo inequivocabile nel corso della revisione intermedia del QFP 2014-2020, mettendo fine all'annoso conflitto di interpretazione con il Consiglio; auspica l'introduzione di una disposizione chiara nel regolamento QFP, secondo cui i pagamenti risultanti dalla mobilitazione di stanziamenti di impegno degli strumenti speciali del QFP dovrebbero essere conteggiati oltre i massimali di pagamento annuali del QFP;

    47.

    osserva che l'AII vigente richiede una maggioranza speciale in Parlamento per la mobilitazione di tre strumenti speciali del QFP; ritiene che detta disposizione sia obsoleta, in quanto rispecchia le maggioranze speciali necessarie per l'adozione del bilancio dell'Unione prima del trattato di Lisbona; chiede un approccio omogeneo in merito ai requisiti in materia di voto per la mobilitazione di detti strumenti, che dovrebbero essere identici a quelli per l'adozione del bilancio dell'Unione;

    Entrate – riserva speciale

    48.

    ribadisce la sua posizione di lunga data, secondo la quale le eventuali entrate derivanti da ammende imposte alle imprese che violano il diritto della concorrenza dell'Unione o connesse a pagamenti tardivi dei contributi nazionali al bilancio dell'Unione dovrebbero costituire una voce supplementare di entrata per il bilancio dell'Unione, senza una corrispondente diminuzione dei contributi basati sull'RNL;

    49.

    chiede, a tal fine, la creazione di una riserva speciale nel bilancio dell'Unione, da alimentare progressivamente con tutti i tipi di altre entrate impreviste e debitamente riportata a nuovo al fine di fornire ulteriori possibilità di spesa quando se ne ravvisi la necessità; ritiene che detta riserva dovrebbe essere destinata agli strumenti speciali del QFP e fornire integrazioni aggiuntive, per quanto riguarda sia gli impegni sia i pagamenti, previa decisione dell'autorità di bilancio;

    Uso efficiente ed efficace delle risorse dell'Unione

    50.

    riconosce che il conseguimento di un valore aggiunto europeo dovrebbe essere uno dei principi guida fondamentali per le istituzioni dell'Unione all'atto di decidere la tipologia di spesa nel prossimo QFP; sottolinea, tuttavia, l'esistenza di molteplici interpretazioni di tale concetto e chiede una definizione unica, chiara e facilmente comprensibile dei criteri pertinenti che tenga conto delle specificità territoriali e includa, se possibile, indicatori di risultato misurabili; mette in guardia da qualsiasi tentativo di utilizzare tale definizione per rimettere in discussione la pertinenza delle politiche e dei programmi dell'UE sulla base di considerazioni di carattere meramente quantitativo o scarsamente lungimiranti sotto il profilo economico;

    51.

    prende atto del riferimento alla nozione di valore aggiunto europeo figurante in vari documenti della Commissione; ribadisce l'elenco dei parametri identificati dal Parlamento nella risoluzione summenzionata del 24 ottobre 2017 in questo contesto; ricorda che le risorse dell'Unione dovrebbero essere utilizzate per finanziare beni pubblici europei e per agire da catalizzatore nel fornire incentivi agli Stati membri, a tutti i livelli amministrativi, affinché si attivino per realizzare gli obiettivi del trattato e conseguire obiettivi comuni dell'Unione che altrimenti non sarebbero realizzati; concorda sul fatto che il bilancio dell'Unione dovrebbe essere utilizzato per finanziare azioni che possono andare a vantaggio dell'intera Unione – cosa che non può essere garantita in modo efficace dall'azione individuale di uno Stato membro –, e che sono in grado di offrire un miglior rapporto costi-benefici rispetto ad azioni intraprese esclusivamente a livello nazionale, regionale o locale; ritiene inoltre che il bilancio dell'Unione dovrebbe contribuire a conseguire e sostenere la pace e la stabilità nel vicinato dell'Unione europea e al di là di esso; ritiene che il valore aggiunto europeo sia creato sia dai programmi in regime di gestione concorrente che dai programmi in regime di gestione diretta, in quanto si tratta di due metodi complementari per conseguire gli obiettivi dell'Unione; auspica, in tale contesto, che nei negoziati sul prossimo QFP gli Stati membri si astengano dal seguire una logica di "juste retour"che tenga conto unicamente degli interessi nazionali sotto forma di saldi netti;

    52.

    ritiene che sia possibile spendere meglio, ossia fare un utilizzo efficiente e non discriminatorio di ogni singolo euro del bilancio dell'Unione, non solo orientando le risorse dell'Unione verso le azioni con il più alto valore aggiunto europeo e in grado di massimizzare i risultati delle politiche e dei programmi dell'Unione sulla base di una valutazione approfondita della spesa attuale, ma anche conseguendo maggiori sinergie tra il bilancio dell'Unione e i bilanci nazionali e garantendo un miglioramento tangibile dell'architettura di spesa; appoggia le raccomandazioni contenute nella relazione annuale 2016 della Corte dei conti europea relative a un quadro di indicatori di valutazione efficace, a una rendicontazione della performance semplificata e più equilibrata e a un più facile accesso ai risultati della valutazione;

    53.

    chiede una vera semplificazione del sistema di bilancio dell'Unione nel prossimo QFP, con l'obiettivo di agevolare l'assorbimento delle risorse; sottolinea, in particolare, la necessità di ridurre le inutili sovrapposizioni tra strumenti che sostengono tipologie di azioni simili, ad esempio nei settori dell'innovazione, delle PMI o dei trasporti, senza correre il rischio di perdere importanti elementi dei vari programmi, e la necessità di eliminare la concorrenza esistente tra le varie forme e fonti di finanziamento, al fine di assicurare la massima complementarità e di garantire un quadro finanziario coerente; ritiene che ciò contribuirebbe a rendere più chiara la comunicazione delle priorità dell'Unione ai cittadini;

    54.

    sottolinea che la "valutazione dello stato di salute"della spesa dell'Unione non può prevedere una riduzione del livello di ambizione dell'Unione o una settorializzazione delle sue politiche e dei suoi programmi, né dovrebbe portare a sostituire le sovvenzioni con strumenti finanziari al fine di generare qualche risparmio, dal momento che la grande maggioranza delle azioni sostenute dal bilancio dell'Unione non è idonea a essere finanziata da tali strumenti; è del parere che la "valutazione dello stato di salute"debba portare piuttosto a individuare modalità per migliorare l'attuazione dei programmi di spesa dell'UE;

    55.

    chiede un'ampia armonizzazione normativa allo scopo di creare un corpus normativo unico per tutti gli strumenti di bilancio dell'Unione, pur tenendo conto delle peculiarità dei vari fondi e dei vari settori; incoraggia la Commissione ad affrontare la questione della combinazione di varie fonti di finanziamento, fornendo linee guida chiare a tale riguardo e garantendo parità di accesso a tutti i tipi di finanziamento in tutti gli Stati membri;

    56.

    è altresì fautore di una reale semplificazione delle norme di attuazione settoriali per i beneficiari e di una riduzione degli oneri amministrativi, da conseguire attraverso l'ulteriore standardizzazione e semplificazione delle procedure e dei documenti di programmazione; sottolinea inoltre la necessità di prevedere un maggior rafforzamento delle capacità e una maggiore assistenza tecnica ai beneficiari; chiede che si evolva verso una valutazione basata sul rischio;

    Unità, accuratezza del bilancio e trasparenza

    57.

    ricorda che il principio dell'unità, in virtù del quale tutte le entrate e le spese dell'Unione devono essere iscritte in bilancio, è sia un requisito previsto dal trattato sia una condizione democratica basilare per un bilancio trasparente, legittimo e responsabile; deplora che, laddove la complessità finanziaria è aumentata, tale principio è stato invece sempre più disatteso, a partire dall'eredità storica del Fondo europeo di sviluppo (FSE), passando per l'istituzione del meccanismo europeo di stabilità, per arrivare alla recente inflazione di meccanismi ad hoc extra-bilancio sotto forma di strumenti finanziari innovativi e fondi fiduciari o strumenti esterni che non figurano nel bilancio dell'Unione;

    58.

    si interroga sulla motivazione e sul valore aggiunto della creazione di strumenti al di fuori del bilancio dell'Unione; ritiene che le decisioni di istituire o mantenere tali strumenti siano in realtà guidate dal tentativo di celare il reale fabbisogno finanziario e di aggirare i vincoli del QFP e dei massimali delle risorse proprie; deplora il fatto che spesso esse portino anche a bypassare il Parlamento nella sua tripla responsabilità di autorità legislativa, di bilancio e di controllo e che contrastino con l'obiettivo di una maggiore trasparenza per il pubblico in generale e per i beneficiari;

    59.

    ribadisce pertanto la sua posizione di lunga data secondo cui il Fondo europeo di sviluppo, unitamente agli altri strumenti esterni al QFP, dovrebbe essere integrato nel bilancio dell'Unione per accrescere la legittimità di quest'ultimo nonché l'efficienza e l'efficacia della politica di sviluppo dell'Unione; sottolinea, tuttavia, che le rispettive dotazioni finanziarie dovrebbero essere aggiunte ai massimali concordati del QFP, in modo che l'iscrizione in bilancio di tali strumenti non abbia alcun impatto negativo sul loro finanziamento o su altri programmi e politiche dell'Unione; accoglie con favore, in linea di principio, la proposta di incorporare il meccanismo europeo di stabilità nelle finanze dell'Unione sotto forma di un fondo monetario europeo, senza pregiudizio per la sua futura configurazione;

    60.

    ritiene che i fondi fiduciari dell’UE possano apportare valore aggiunto mediante la messa in comune di risorse provenienti da diversi donatori per situazioni specifiche, ma che il loro uso non dovrebbe sfociare in una semplice rietichettatura di finanziamenti comunitari pianificati e non dovrebbe modificare gli obiettivi iniziali degli strumenti di finanziamento dell'Unione; sottolinea la necessità di un maggior controllo parlamentare sulla loro creazione e attuazione; insiste sul fatto che i fondi fiduciari dell'UE dovrebbero sostenere solamente azioni al di fuori dell'Unione;

    61.

    ritiene inoltre che, qualora sia ritenuta necessaria una determinata quota di operazioni fuori bilancio per conseguire determinati obiettivi specifici, ad esempio mediante il ricorso a strumenti finanziari o fondi fiduciari, il livello e la durata di tali operazioni dovrebbero essere limitati ed esse dovrebbero essere pienamente trasparenti, giustificate da un'addizionalità e un valore aggiunto comprovati e rette da procedure decisionali solide e da disposizioni in materia di responsabilità;

    62.

    ritiene che nel prossimo QFP il bilancio dell'Unione dovrebbe presentare con maggiore precisione l'entità delle entrate con destinazione specifica e il loro impatto sulla spesa effettiva, in particolare nel caso delle entrate provenienti da contributi dei paesi terzi; sottolinea che ciò assume ancor più rilevanza in considerazione della volontà del Regno Unito di partecipare, quale Stato non membro, ad alcuni programmi finanziati dal bilancio dell'Unione nel nuovo QFP post-2020, come espresso nel contesto dei negoziati sul suo recesso dall'Unione;

    Livello dei pagamenti

    63.

    ricorda che gli stanziamenti di pagamento sono la conseguenza logica e giuridica degli stanziamenti di impegno e chiede che i futuri massimali dei pagamenti siano fissati a un livello appropriato, lasciando solo un scarto limitato e realistico tra impegni e pagamenti; si aspetta che i futuri massimali dei pagamenti tengano conto, da un lato, della necessità di onorare gli impegni dell'attuale periodo di programmazione finanziaria che daranno luogo a pagamenti solo dopo il 2020 e, dall'altro, della necessità di rispettare gli impegni relativi ai programmi e agli strumenti post 2020;

    64.

    ricorda l'accumulo di un arretrato di fatture non pagate alla fine del QFP precedente che è stato ereditato dal QFP attuale e mette in guardia dal ripetersi di una simile crisi dei pagamenti nella transizione verso il prossimo QFP, in quanto ciò potrebbe avere gravi conseguenze per beneficiari quali studenti, università, PMI e ricercatori; segnala l'attuale tendenza alla sottoesecuzione dei pagamenti a causa di ritardi nell'attuazione dei programmi relativi al periodo 2014-2020, il che si traduce in un aumento del livello degli impegni residui che dovranno essere liquidati all'interno dei massimali del prossimo QFP; invita la Commissione e gli Stati membri, anche a livello dei ministri delle finanze, ad analizzare le cause profonde di tali ritardi e a proporre misure concrete di semplificazione, al fine di agevolare l'esecuzione in futuro;

    65.

    prende atto dell'esito preliminare dei negoziati sulla liquidazione finanziaria nel contesto del recesso del Regno Unito dall'Unione, che prevede la piena partecipazione del Regno Unito al finanziamento e all'attuazione dei programmi 2014-2020 con tutte le relative conseguenze finanziarie;

    Strumenti finanziari

    66.

    sottolinea che il bilancio dell'Unione europea dispone di un ampio ventaglio di strumenti che finanziano le attività sostenute a livello dell'UE e che possono essere raggruppati in due categorie, vale a dire le sovvenzioni, da un lato, e, dall'altro, gli strumenti finanziari, sotto forma di garanzie, prestiti, strumenti di condivisione del rischio o investimenti azionari; richiama inoltre l'attenzione sul Fondo europeo per gli investimenti strategici, il cui obiettivo è mobilitare capitale privato e pubblico in tutta l'Unione a sostegno di progetti in settori chiave per l'economia dell'Unione, al fine di integrare le limitate risorse finanziarie;

    67.

    riconosce il potenziale degli strumenti finanziari in termini di aumento dell'impatto economico e politico del bilancio dell'Unione; sottolinea, tuttavia, che essi possano essere applicati solo per progetti generatori di entrate in caso di condizioni di investimento non ottimali o di carenze del mercato, e che rappresentano pertanto solo una forma di finanziamento complementare, e non un'alternativa alle sovvenzioni; sottolinea che gli strumenti finanziari non dovrebbero puntare a sostituire regimi pubblici o privati di finanziamento già esistenti e dovrebbero essere conformi agli impegni nazionali e internazionali;

    68.

    ricorda la richiesta rivolta alla Commissione affinché essa identifichi gli ambiti di intervento dove le sovvenzioni sarebbero l'opzione migliore, quelli in cui sarebbe più idoneo il ricorso agli strumenti finanziari e quelli in cui le sovvenzioni potrebbero essere abbinate a strumenti finanziari, invitandola altresì a riflettere sul corretto equilibrio tra i due elementi; è convinto che i sussidi dovrebbero rimanere il metodo predominante per il finanziamento dei progetti unionali nel prossimo QFP; sottolinea che i prestiti, le garanzie, la condivisione del rischio e il finanziamento azionario dovrebbero essere utilizzati con cautela, sulla base di opportune valutazioni ex ante e solo quando è possibile dimostrare che il loro utilizzo produce un chiaro valore aggiunto e un effetto leva; osserva che è possibile migliorare il ricorso agli strumenti finanziari e le sinergie con le sovvenzioni; chiede un maggiore impegno per agevolare l'accesso agli strumenti finanziari per i beneficiari e una maggiore flessibilità nell'utilizzo transettoriale dei diversi strumenti finanziari, in modo da superare le norme restrittive che impediscono ai beneficiari di avvalersi di programmi diversi per progetti aventi obiettivi comuni;

    69.

    invita la Commissione a semplificare e armonizzare le norme che disciplinano l'uso degli strumenti finanziari nel prossimo QFP al fine di creare sinergie tra i diversi strumenti e di massimizzarne l'efficace applicazione; prende atto della proposta, che richiederebbe una discussione approfondita, relativa a un possibile fondo unico in cui confluiscano gli strumenti finanziari a livello dell'Unione che sono gestiti in modo centralizzato; è del parere che occorra prevedere una struttura chiara per la scelta dei diversi tipi di strumenti finanziari per i vari ambiti di intervento e tipi di azioni e ritiene che gli strumenti finanziari pertinenti debbano continuare a essere iscritti in bilancio su linee di bilancio distinte, in modo da garantire la chiarezza degli investimenti; sottolinea, tuttavia, che una siffatta armonizzazione delle norme non deve avere ripercussioni sugli strumenti finanziari gestiti dagli Stati membri nel quadro della politica di coesione o nel settore delle azioni esterne;

    70.

    rammenta i suoi reiterati inviti ad aumentare la trasparenza e il controllo democratico per quanto riguarda l'applicazione degli strumenti finanziari a carico del bilancio dell'Unione;

    Struttura

    71.

    ritiene che la struttura del QFP dovrebbe conferire maggiore visibilità alle priorità politiche e di bilancio dell'Unione per i cittadini europei e chiede una presentazione più chiara di tutti i settori di spesa dell'Unione; è convinto che i principali pilastri della futura spesa dell'Unione delineati nella presente risoluzione debbano riflettervisi di conseguenza;

    72.

    ritiene pertanto che l'attuale presentazione delle rubriche richieda alcuni miglioramenti, ma si oppone a qualsiasi modifica radicale ingiustificata; propone, di conseguenza, la seguente struttura per il QFP post-2020;

    Rubrica 1: Un'economia più forte e sostenibile

    Inclusi programmi e strumenti che sostengono

    in regime di gestione diretta:

    ricerca e innovazione

    industria, imprenditoria e piccole e medie imprese

    trasformazione digitale dell'economia e della società

    grandi progetti infrastrutturali

    trasporti, energia, spazio

    ambiente, mitigazione dei cambiamenti climatici e adeguamento ai medesimi

    Rubrica 2: Maggiore coesione e solidarietà in Europa

    Inclusi programmi e strumenti che sostengono

    la coesione economica, sociale e territoriale (a gestione concorrente):

    investimenti nell'innovazione, la ricerca, la digitalizzazione, la transizione industriale, le PMI, i trasporti, l'adeguamento ai cambiamenti climatici e la mitigazione dei medesimi, l'ambiente e l'energia

    l'occupazione, gli affari sociali e l'inclusione sociale, la parità di genere, la riduzione della povertà e le sfide demografiche

    istruzione, gioventù e formazione lungo tutto l'arco della vita

    cultura, cittadinanza, media e comunicazione

    democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali

    salute e sicurezza degli alimenti

    asilo, migrazione e integrazione, giustizia e consumatori

    sostegno alle amministrazioni nazionali e coordinamento con tali amministrazioni

    Rubrica 3: Agricoltura e pesca più forti e sostenibili

    Inclusi programmi e strumenti che sostengono

    agricoltura e sviluppo rurale

    affari marittimi e pesca

    Rubrica 4: Maggiore responsabilità a livello mondiale

    Inclusi programmi e strumenti che sostengono

    cooperazione internazionale e sviluppo

    vicinato

    ampliamento

    aiuti umanitari

    democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali e parità di genere

    scambi

    Rubrica 5: Sicurezza, pace e stabilità per tutti

    Inclusi programmi e strumenti che sostengono

    Sicurezza, compresa la sicurezza informatica

    risposta alle crisi e stabilità, compresa la protezione civile

    politica estera e di sicurezza comune

    difesa, compresa la ricerca e l’innovazione

    Rubrica 6: Un'amministrazione efficiente al servizio dei cittadini europei

    finanziamento del personale dell'Unione

    finanziamento degli edifici e delle attrezzature delle istituzioni dell'Unione

    73.

    esorta la Commissione a fornire in un allegato al bilancio tutte le spese connesse all'Unione che si verificano al di fuori del bilancio dell'Unione a seguito di accordi e procedure intergovernativi; ritiene che tali informazioni, fornite su base annuale, completerebbero il quadro di tutti gli investimenti cui gli Stati membri si sono impegnati a livello europeo;

    III.    Politiche

    Un'economia più forte e sostenibile

    74.

    sottolinea l'importanza di completare lo spazio europeo della ricerca, l'Unione dell'energia, lo spazio unico europeo dei trasporti e il mercato unico digitale, quali elementi fondamentali del mercato unico europeo;

    75.

    ritiene che il prossimo QFP dovrebbe prevedere una maggiore concentrazione delle risorse di bilancio in settori che dimostrano un chiaro valore aggiunto europeo e stimolano la crescita economica, la competitività, la sostenibilità e l'occupazione nelle regioni dell’UE; sottolinea, in tale contesto, l'importanza della ricerca e dell'innovazione nella creazione di un'economia sostenibile, basata sulla conoscenza e all'avanguardia a livello mondiale, e deplora che, a causa della mancanza di finanziamenti adeguati, solo una piccola parte dei progetti di alta qualità in questo campo abbia beneficiato di finanziamenti unionali nell'ambito dell'attuale QFP;

    76.

    chiede pertanto un sostanziale aumento del bilancio complessivo destinato al 9o programma quadro (FP9) nel prossimo QFP, che dovrebbe essere fissato a un livello di almeno 120 miliardi di EUR; ritiene che tale livello sia appropriato per garantire la competitività globale e la leadership scientifica, tecnologica e industriale dell'Europa, per rispondere alle sfide della società e per contribuire al conseguimento degli obiettivi climatici dell'Unione e degli OSS; chiede in particolare che siano profusi sforzi per stimolare iniziative innovative, in grado di creare nuovi mercati, in particolare per le PMI;

    77.

    invita inoltre a concentrarsi maggiormente sull'attuazione della ricerca e dell'innovazione attraverso iniziative comuni e altri strumenti e a sostenere gli investimenti in tecnologie chiave per colmare il divario di investimenti nell'innovazione; sottolinea che l'aumento delle risorse deve essere accompagnato da una semplificazione delle procedure di finanziamento; si compiace degli sforzi compiuti dalla Commissione a tale riguardo e insiste affinché questi continuino nel prossimo periodo di programmazione al fine di garantire un migliore accesso e condizioni di parità ai richiedenti mediante un nuovo sistema di valutazione delle domande; sottolinea la necessità di mettere a punto misure per stimolare una partecipazione equilibrata di tutti gli Stati membri dell’UE;

    78.

    accoglie con favore la recente proposta della Commissione di garantire il finanziamento del Fondo di ricerca carbone e acciaio per i prossimi anni; sottolinea l'importanza di questo fondo per il finanziamento della ricerca in detto settore industriale; ritiene pertanto che una soluzione a più lungo termine sia necessaria per assicurare il finanziamento oltre il 2020 e integrare inoltre il fondo nel bilancio dell'Unione in modo da consentire al Parlamento di svolgere pienamente il suo ruolo di autorità di controllo del bilancio;

    79.

    sottolinea che le PMI e le microimprese sono il principale motore della crescita economica, dell'innovazione e dell'occupazione, fornendo l’85% di tutti i nuovi posti di lavoro; riconosce la loro importanza per assicurare la ripresa economica e il rilancio di un'economia dell'Unione sostenibile; ricorda che nell'Unione europea vi sono oltre 20 milioni di PMI, che rappresentano il 99% del totale delle imprese; ritiene che il miglioramento dell'accesso ai finanziamenti per le PMI, in tutti gli Stati membri, dovrebbe continuare a rimanere un importante obiettivo politico per il prossimo QFP, al fine di migliorare ulteriormente la loro competitività e sostenibilità; sottolinea, pertanto, la necessità di promuovere l’imprenditorialità e migliorare il contesto imprenditoriale per le PMI in modo tale da consentire loro di realizzare pienamente le loro potenzialità nell’economia globalizzata di oggi;

    80.

    accoglie con favore il successo del programma dell'UE dedicato per la competitività delle imprese e delle PMI (COSME) nell'ambito dell'attuale QFP; sottolinea l'elevato livello di attuazione di tale programma evidenziandone l'ulteriore capacità di assorbimento; invita pertanto a raddoppiare la dotazione finanziaria del programma COSME affinché risponda alle reali esigenze dell'economia dell'Unione e alla significativa domanda di partecipazione;

    81.

    ribadisce il suo forte impegno nei confronti del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) che mira a mobilitare 500 miliardi di EUR in nuovi investimenti nell'economia reale nell'ambito dell'attuale QFP; ritiene che il FEIS abbia già dato un impulso potente e mirato ai settori economici che favoriscono la crescita sostenibile e l'occupazione; sottolinea l'impatto positivo del FEIS sull'erogazione di finanziamenti alle PMI in tutta l'Unione; accoglie pertanto con favore l'intenzione della Commissione di presentare una proposta legislativa volta a proseguire e migliorare questo regime di investimento nell'ambito del nuovo QFP con un bilancio dedicato che non dovrebbe essere finanziato a discapito delle politiche e dei programmi esistenti nell'ambito del nuovo QFP; sottolinea che ogni eventuale proposta legislativa dovrebbe basarsi sulle conclusioni di un riesame della Commissione e di una valutazione indipendente; si attende che la nuova proposta consentirà di affrontare in modo efficace le carenze registrate nell’attuazione del FEIS e potenzierà, fra l’altro, la copertura geografica del fondo, in modo che i benefici siano percepiti in tutta l’Unione;

    82.

    insiste sull'importanza del QFP per i settori che dipendono da investimenti a lungo termine, come il settore dei trasporti sostenibili; sottolinea che l’infrastruttura di trasporto costituisce la colonna portante del mercato unico ed è alla base della crescita e dell'occupazione; osserva che la realizzazione di uno spazio unico europeo dei trasporti collegato ai paesi vicini richiede importanti infrastrutture di trasporto e deve essere considerata una priorità centrale per la competitività dell'Unione e per la sua coesione economica, sociale e territoriale, anche per quanto riguarda le zone periferiche e insulari; ritiene, pertanto, che il prossimo QFP dovrebbe prevedere finanziamenti sufficienti per progetti che contribuiscono in particolare al completamento della rete centrale TEN-T e dei suoi corridoi, che dovrebbero essere ulteriormente ampliati; ricorda gli obiettivi fissati dalla COP 21 in materia di trasporti per combattere il cambiamento climatico e incoraggia gli Stati membri a investire in trasporti pubblici intelligenti, sostenibili e integrati;

    83.

    sottolinea che un programma CEF aggiornato e più efficace dovrebbe coprire tutti i modi di trasporto, comprese le infrastrutture stradali e ferroviarie, nonché le vie navigabili interne; ritiene che esso dovrebbe dare la priorità a maggiori collegamenti tra reti globali e modi di trasporto che contribuiscono a ridurre le emissioni di CO2 e concentrarsi sulle interconnessioni e il completamento della rete nelle aree periferiche; ribadisce l'importanza di migliorare l'interoperabilità attraverso il sistema europeo di gestione del traffico ferroviario e di consentire il pieno utilizzo dell'iniziativa Cielo unico europeo; chiede il completamento del sistema europeo digitale per la gestione del traffico aereo;

    84.

    chiede la creazione di una specifica linea di bilancio per il turismo nel prossimo QFP, al fine di passare ad una vera politica europea del turismo che possa contribuire in modo significativo alla crescita e alla creazione di posti di lavoro;

    85.

    invita la Commissione a promuovere gli investimenti nello sviluppo delle tecnologie di nuova generazione e nella promozione del loro utilizzo; sottolinea l'importanza di assicurare finanziamenti per il completamento del mercato unico digitale, utilizzando appieno lo spettro, garantendo l'ammodernamento delle reti fisse e la densificazione delle reti mobili, promuovendo l’applicazione del 5G e la connettività Gigabit, nonché compiendo ulteriori progressi nell'armonizzazione delle norme unionali in materia di telecomunicazioni per creare il quadro normativo appropriato per il miglioramento della connettività internet in tutta l'Unione; sottolinea che il CEF - Telecomunicazioni nel settore delle telecomunicazioni dovrebbe continuare a sostenere le infrastrutture di servizio digitale e le reti a banda larga ad alta velocità rendendole accessibili anche nelle regioni remote e nelle zone rurali, e migliorando l'alfabetizzazione digitale, l'interconnettività e l'interoperabilità; sottolinea la necessità di sostenere la trasformazione digitale dell'economia e della società europee e di investire in tecnologie essenziali quali big data, intelligenza artificiale o calcolo ad alte prestazioni, in infrastrutture e competenze digitali al fine di migliorare la competitività dell'UE e migliorare la qualità della vita degli europei;

    86.

    ritiene essenziale garantire un approvvigionamento energetico sostenibile ed economico in Europa; chiede pertanto un sostegno continuo agli investimenti volti a garantire la diversificazione delle fonti e delle rotte energetiche, l'aumento della sicurezza energetica e dell’indipendenza energetica e il miglioramento dell'efficienza energetica e dell’uso dell’energia rinnovabile, anche mediante il CEF - Energia; sottolinea in particolare l'importanza di fornire un sostegno d'insieme, in particolare per le regioni ad alto livello di emissioni di CO2, la transizione energetica, la transizione verso un'economia a basso livello di emissioni carboniche, la modernizzazione della produzione di energia, i miglioramenti delle interconnessioni transfrontaliere e la diffusione delle reti elettriche intelligenti, le tecnologie per la cattura, lo stoccaggio e lo sfruttamento del CO2 e la modernizzazione del teleriscaldamento; ritiene che la trasformazione del settore energetico alla luce degli obiettivi climatici dovrebbe essere sostenuta di conseguenza, in particolare nelle regioni e nei paesi dipendenti dal carbone, in modo da contribuire efficacemente a una transizione strategica verso un'economia a basse emissioni; chiede di istituire un fondo globale al fine di sostenere una giusta transizione, in particolare mediante lo sviluppo e l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, soluzioni in materia di efficienza energetica, stoccaggio di energia, soluzioni e infrastrutture per l'elettromobilità, modernizzazione della generazione di energia e delle reti elettriche, tecnologie avanzate di generazione di energia, ivi comprese cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), cattura e utilizzo del carbonio (CCU) e gassificazione del carbone, modernizzazione del teleriscaldamento, tra cui cogenerazione ad alta efficienza, adattamento precoce agli standard ambientali futuri e ristrutturazione delle industrie ad alta intensità energetica, nonché di affrontare gli impatti sociali, economici e ambientali;

    87.

    sottolinea l'importanza strategica di progetti infrastrutturali su ampia scala, segnatamente il reattore sperimentale termonucleare internazionale (ITER), il sistema europeo di copertura per la navigazione geostazionaria (EGNOS), il sistema globale di navigazione satellitare (Galileo), il programma di osservazione della terra (Copernicus) e le future comunicazioni satellitari governative (GOVSATCOM) per il futuro della competitività, della sicurezza e del potere politico dell'Unione; osserva che il bilancio dell'Unione deve non solo assicurare il finanziamento di tali grandi progetti, ma anche prevedere a tal fine fondi separati (ring-fenced) in modo che eventuali sovraccosti non minaccino il finanziamento e la buona esecuzione di altre politiche dell'Unione, come esemplificato nel precedente QFP in determinati casi individuali; ricorda che, a tal fine, l'importo massimo per questi progetti è attualmente fissato nel regolamento QFP, e chiede disposizioni analoghe nel nuovo regolamento;

    88.

    sottolinea l'importanza e il ruolo guida dell'UE nel preservare, proteggere e migliorare la qualità dell'ambiente e nell’affrontare il cambiamento climatico, il degrado degli ecosistemi e la perdita di biodiversità; ritiene che un finanziamento stabile e adeguato sia essenziale per il conseguimento degli impegni internazionali dell'UE, quali l'accordo di Parigi; ricorda che il prossimo QFP dovrebbe aiutare l'Unione a conseguire tali obiettivi e contribuire alla transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio entro il 2050; evidenzia che l'UE non dovrebbe finanziare progetti e investimenti contrari al conseguimento di tali obiettivi; chiede di integrare pienamente l'azione per il clima nella spesa futura dell'UE; chiede, a tale proposito, che i programmi in questione, come LIFE +, siano finanziati in modo adeguato e che le relative risorse finanziarie vengano raddoppiate, e chiede l'istituzione di dotazioni dedicate per la biodiversità e la gestione della rete Natura 2000;

    Maggiore coesione e solidarietà in Europa

    89.

    sottolinea che la politica di coesione per il periodo successivo al 2020 dovrebbe continuare a costituire la principale politica d'investimento dell'Unione europea, includendo tutte le regioni dell'UE, per affrontare le complesse sfide socioeconomiche, destinando nel contempo la maggior parte delle risorse alle regioni più vulnerabili; ritiene che, al di là dell'obiettivo relativo alla riduzione delle disparità tra i livelli di sviluppo e al rafforzamento della convergenza, sancito nel trattato, la politica di coesione dovrebbe focalizzarsi sul conseguimento dei grandi obiettivi politici dell'Unione e, pertanto, propone che nel prossimo QFP i tre fondi per la politica di coesione – il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione – siano essenzialmente incentrati sulla fornitura di sostegno a settori quali la crescita e la competitività, la ricerca e l'innovazione, la digitalizzazione, la transizione industriale, le PMI, i trasporti, la mitigazione dei cambiamenti climatici e l'adattamento ai medesimi, la sostenibilità ambientale ed una equa transizione energetica, l'occupazione, l'inclusione sociale, le pari opportunità, la riduzione della povertà e le sfide demografiche; sottolinea che i tre fondi sono parte integrante della politica di coesione dell'UE e possono operare solo congiuntamente nell'ambito del quadro unico di tale politica; invita inoltre a rafforzare la cooperazione territoriale, comprese una componente transfrontaliera e una dimensione urbana di tale politica, nonché disposizioni dedicate per le zone rurali, di montagna, insulari e remote;

    90.

    ritiene che sia assolutamente fondamentale mantenere il livello di finanziamento della politica di coesione dopo il 2020 per l'UE-27 almeno al livello della dotazione del periodo 2014-2020 a prezzi costanti; evidenzia che il PIL dovrebbe continuare a essere uno dei parametri per l'attribuzione dei fondi della politica di coesione, ma è dell'opinione che dovrebbe essere integrato da una serie aggiuntiva di indicatori sociali, ambientali e demografici al fine di tenere in maggiore considerazione le nuove tipologie di disuguaglianze tra le regioni dell'UE e al loro interno in tutti gli Stati membri; è inoltre favorevole a che gli elementi che hanno reso la politica di coesione più moderna e orientata ai risultati nell'attuale QFP siano mantenuti nel nuovo periodo di programmazione, vale a dire la concentrazione tematica, le condizionalità ex ante, il quadro di riferimento dei risultati e il collegamento alla governance economica;

    91.

    si impegna fortemente, in virtù dell'articolo 9 TFUE, ai fini della realizzazione di un'Europa sociale e dell'attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali, basato sulla crescita sostenibile di un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale e alla promozione della parità tra donne e uomini, della solidarietà tra le generazioni e della protezione dei diritti dei minori, come sancito dal trattato; sottolinea che suddetta attuazione richiede l'adeguato finanziamento delle politiche sociali e pone in evidenza la conseguente necessità di potenziare gli strumenti esistenti che contribuiscono a tali obiettivi, segnatamente l'FSE, l'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile, il Fondo di aiuti europei agli indigenti, il FEG e l'EaSI; insiste affinché gli strumenti indicati siano salvaguardati nel prossimo QFP e continuino a essere attuati soprattutto mediante sovvenzioni;

    92.

    ribadisce il suo invito alla Commissione e a tutti gli Stati membri a istituire un fondo speciale dedicato alla garanzia per l'infanzia, che ponga i bambini al centro delle politiche di riduzione della povertà e assicuri le relative risorse in vista di una piena attuazione delle necessarie misure politiche, anche aiutando i genitori a uscire da situazioni di esclusione sociale e disoccupazione attraverso interventi mirati;

    93.

    sottolinea in particolare che l'FSE dovrebbe ampliare il proprio sostegno allo sviluppo del dialogo sociale, segnatamente migliorando il consolidamento delle capacità delle parti sociali, ivi compreso a livello settoriale e intersettoriale europeo, e che tale impegno dovrebbe divenire obbligatorio per gli Stati membri in tutte le regioni dell'UE;

    94.

    evidenzia in particolare la continua necessità di contrastare la disoccupazione e l'esclusione, segnatamente tra i giovani che non lavorano e non partecipano ad alcun ciclo di istruzione o formazione (NEET), come parte di un approccio globale alle politiche in materia di gioventù a livello dell'UE; invita, pertanto, a raddoppiare la dotazione dell'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile e a garantire la piena attuazione della garanzia per i giovani dell'UE, garantendo al contempo un impiego rapido e semplificato dei fondi e finanziamenti permanenti e stabili nel prossimo periodo di programmazione; sottolinea la necessità di migliorare la regolamentazione al fine di salvaguardare la partecipazione non discriminatoria al programma dei giovani provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati; reputa che gli investimenti a favore dell'istruzione e della formazione, in particolare per quanto concerne lo sviluppo dell’alfabetizzazione digitale, restino una delle priorità assolute dell'UE; insiste affinché questo programma non sostituisca le spese in precedenza a carico dei bilanci nazionali;

    95.

    esprime sostegno ai programmi nei settori della cultura, dell'istruzione, dei media, della gioventù, dello sport, della democrazia, della cittadinanza e delle società civile, che hanno chiaramente dimostrato il loro valore aggiunto europeo e godono di una solida popolarità tra i beneficiari; auspica pertanto continui investimenti nell'ambito del quadro strategico "Istruzione e formazione 2020"attraverso i programmi Erasmus+, Europa creativa ed Europa per i cittadini al fine di continuare a raggiungere le persone di tutte le età, in particolare i giovani; ribadisce il proprio sostegno al rafforzamento della dimensione esterna dei programmi Erasmus+ ed Europa creativa; raccomanda, inoltre, il proseguimento del Corpo europeo di solidarietà, con risorse adeguate che non vadano a scapito di altri programmi dell’UE; sottolinea inoltre il contributo significativo delle industrie culturali e creative (ICC) alla crescita e all'occupazione nell'UE;

    96.

    raccomanda la creazione di un Fondo interno europeo per la democrazia, gestito dalla Commissione, per rafforzare il sostegno della società civile e delle ONG che operano nei settori della democrazia e dei diritti umani;

    97.

    chiede in particolare che la dotazione del programma Erasmus + sia almeno triplicata nel prossimo QFP al fine di raggiungere un maggior numero di giovani, organizzazioni giovanili e studenti delle scuole superiori e apprendisti in tutta Europa, offrendo loro preziose competenze e abilità per la vita attraverso opportunità di apprendimento permanente, di istruzione imperniata sul discente, di apprendimento non-formale e informale, e volontariato e lavoro giovanile; chiede si presti una particolare attenzione alle persone provenienti da contesti socioeconomici svantaggiati in modo tale da consentire loro di partecipare al programma, nonché alle persone con disabilità;

    98.

    invita la Commissione a dare continuità al progetto "pass InterRail Europa per il 18esimo compleanno"e a presentare un programma dedicato nel prossimo QFP dotato di sufficienti stanziamenti annuali per coprire tutte le domande di pass ferroviari gratuiti dei giovani europei che compiono 18 anni in un determinato anno; sottolinea che tale progetto diventerebbe un elemento fondamentale per aumentare la coscienza e l'identità europee, in particolare di fronte alle minacce poste dal populismo e dalla diffusione della disinformazione; ribadisce che, allo scopo di conseguire l'obiettivo del suddetto programma, si attende dalla Commissione una proposta di un’adeguata base giuridica;

    99.

    si aspetta che nel periodo successivo al 2020 l'Unione europea passi dalla modalità "gestione della crisi"a una politica europea comune permanente in materia di asilo e migrazione; sottolinea che le azioni intraprese in tale ambito dovrebbero essere coperte da uno strumento dedicato, come ad esempio il Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF); evidenzia che il futuro fondo, come pure le agenzie che operano nel settore della giustizia e degli affari interni (GAI), dovranno disporre di un livello di finanziamenti adeguato per tutta la durata del prossimo QFP, al fine di far fronte alle sfide globali che interessano questo settore; ritiene inoltre che l'AMIF dovrebbe essere integrato da componenti aggiuntive, segnatamente i Fondi strutturali e d'investimento europei (fondi SIE) e gli strumenti che finanziano le azioni esterne, che affrontino tale questione nell'ambito di altre politiche, dal momento che nessuno strumento può sperare di affrontare da solo la portata e la complessità delle esigenze in questo settore; è inoltre consapevole dell'importanza dei programmi culturali, educativi, per la gioventù e sportivi ai fini dell'integrazione dei rifugiati e dei migranti nel tessuto sociale europeo; invita la Commissione a valutare se il ruolo delle città europee nel quadro della politica di asilo europea possa essere rafforzato mediante l'introduzione di un sistema di incentivi che offra alle città che ospitano rifugiati e richiedenti asilo un sostegno finanziario diretto destinato agli alloggi dei rifugiati e allo sviluppo economico;

    100.

    riconosce il valore aggiunto europeo della collaborazione nell'affrontare le minacce comuni alla salute pubblica; constata che nessuno Stato membro può affrontare da solo le sfide sanitarie a livello transfrontaliero e chiede che il prossimo QFP tenga conto della responsabilità dell'UE di realizzare l'obiettivo di sviluppo sostenibile relativo alla salute pubblica, ai sistemi sanitari e ai problemi sanitari legati all'ambiente e di sostenere gli Stati membri nell'eliminare le crescenti disuguaglianze in ambito sanitario; ritiene che, sulla base dei risultati positivi conseguiti dalle azioni in corso in tale ambito, il prossimo QFP dovrebbe includere un programma per la salute solido e di nuova generazione, che affronti tali questioni su base transfrontaliera, ad esempio offrendo soluzioni innovative per la prestazione dell'assistenza sanitaria, inclusa la salute digitale, quali le reti europee di riferimento, e che fornisca sostegno agli Stati membri sotto forma di competenze e scambio di dati, elementi di prova e buone prassi; rammenta che una buona salute è un requisito essenziale per conseguire altri obiettivi definiti dall'UE e che anche le politiche in materia di agricoltura, ambiente, occupazione, questioni sociali o inclusione sociale hanno un impatto sulla salute dei cittadini europei; invita pertanto a intensificare le valutazioni d'impatto sanitario e a cooperare a livello transettoriale in questo ambito nel quadro del prossimo QFP;

    Agricoltura e pesca più forti e sostenibili

    101.

    afferma che una politica agricola comune (PAC) ammodernata è fondamentale per la sicurezza e l'autonomia alimentare, la salvaguardia delle popolazioni rurali e dell'occupazione, lo sviluppo sostenibile, la sostenibilità dell'ambiente, dell'agricoltura e della silvicoltura, nonché l'offerta di prodotti alimentari sani, di qualità e a prezzi accessibili per i cittadini europei; sottolinea che il fabbisogno alimentare e le esigenze di ordine sanitario sono aumentati, così come è aumentata la necessità di sostenere la transizione degli agricoltori verso pratiche agricole più rispettose dell'ambiente e di contrastare i cambiamenti climatici; sottolinea la necessità di sostenere la sicurezza del reddito degli agricoltori e di rafforzare il legame tra la PAC e la fornitura di beni pubblici; evidenzia che la PAC è una delle politiche con il maggiore livello di integrazione ed è principalmente finanziata a livello di UE, e che pertanto sostituisce la spesa nazionale;

    102.

    sottolinea che, nell'ambito del prossimo QFP, il bilancio della PAC per l'UE-27 dovrebbe quantomeno rimanere al livello attuale a prezzi costanti; sottolinea che le nuove sfide da affrontare per la prossima PAC necessitano di una solida dotazione finanziaria basata sulle analisi della politica attuale e delle esigenze future; sottolinea che i pagamenti diretti apportano un evidente valore aggiunto dell'UE e rafforzano il mercato unico, evitando distorsioni della concorrenza tra gli Stati membri; si oppone a qualsiasi rinazionalizzazione o cofinanziamento nazionale per i pagamenti diretti a tale riguardo; sottolinea la necessità di portare avanti le misure per il mantenimento della produzione in settori che sono vitali per zone vulnerabili, di riformare la riserva per le crisi nel settore agricolo, di incrementare i finanziamenti in linea con le risposte fornite alle varie crisi cicliche in settori sensibili, di creare nuovi strumenti in grado di mitigare la volatilità dei prezzi nonché di aumentare i finanziamenti destinati ai Programmi di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità (POSEI); esorta la Commissione a proseguire il processo di convergenza dei pagamenti diretti e a garantire il quadro giuridico e finanziario necessario per la catena di approvvigionamento alimentare, al fine di combattere le pratiche commerciali sleali; sottolinea che le zone rurali nell'UE sono confrontate a gravi problemi e necessitano pertanto di un sostegno specifico;

    103.

    pone l'accento sull'importanza socioeconomica ed ecologica del settore della pesca, dell'ambiente marino e dell'"economia blu"e sul loro contributo all'autonomia alimentare sostenibile dell'UE in termini di garanzia della sostenibilità dell'acquacoltura e della pesca europee e di riduzione dell'impatto ambientale; sottolinea che la politica comune della pesca è una competenza esclusiva dell'Unione europea; evidenzia, a tale riguardo, che l'attuazione di tale politica richiede il mantenimento di un fondo per la pesca specifico, dotato di risorse sufficienti, indipendente e accessibile; chiede il ripristino del Programma di soluzioni specifiche per ovviare alla lontananza e all'insularità nella pesca, che è un programma molto importante per le regioni ultraperiferiche dell'Unione europea; chiede, come minimo, che il livello delle dotazioni finanziarie destinate al settore della pesca nell'attuale QFP sia mantenuto e che, laddove dovessero sorgere nuove esigenze, le dotazioni finanziarie destinate agli affari marittimi siano aumentate; mette in guardia dal possibile impatto negativo che una Brexit "dura"potrebbe avere su tale settore; osserva che, oltre agli aiuti non rimborsabili, esistono altri strumenti finanziari che potrebbero offrire opportunità di finanziamento aggiuntive;

    Maggiore responsabilità a livello mondiale

    104.

    sottolinea che il mondo si trova ad affrontare molteplici sfide, tra cui conflitti, attacchi informatici, terrorismo e radicalizzazione, disinformazione, catastrofi naturali, cambiamenti climatici e degrado ambientale, violazioni dei diritti umani e disuguaglianze di genere; ritiene che all'Unione spetti una particolare responsabilità politica e finanziaria fondata su una politica estera veramente europea, basata su norme e valori, e sul sostegno alla stabilità, alla sicurezza, alla governance democratica e allo sviluppo sostenibile dei nostri partner, come pure sull'eliminazione della povertà e sulla capacità di risposta alle crisi;

    105.

    evidenzia che occorre aumentare notevolmente gli stanziamenti per l'azione esterna affinché l'Unione possa svolgere il proprio ruolo nel quadro della sua strategia globale e delle sue politiche in materia di allargamento, vicinato e sviluppo, come pure nel far fronte alle emergenze; si attende che il prossimo QFP tenga conto delle esigenze senza precedenti dei paesi del vicinato orientale e meridionale, che si trovano ad affrontare conflitti e le conseguenze delle sfide legate alla migrazione e ai rifugiati; chiede che vengano destinati maggiori stanziamenti per far fronte alle crescenti necessità in termini di aiuti umanitari a seguito di catastrofi naturali o causate dall'uomo, evitando i divari tra impegni e pagamenti; ritiene che sia necessario che l'Unione aumenti i finanziamenti destinati all'Agenzia delle Nazioni Unite di soccorso e lavori per i profughi della Palestina nel Vicino Oriente (UNRWA); sottolinea inoltre che occorrono risorse aggiuntive per finanziare un piano di investimenti per l'Africa, al fine di promuovere la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile e affrontare dunque alcune delle cause profonde della migrazione irregolare;

    106.

    ricorda che la politica di sviluppo dell'UE è basata su una serie di impegni, segnatamente gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), il Programma d'azione di Addis Abeba sul finanziamento dello sviluppo, l'accordo di Parigi sul clima e il Consenso europeo sullo sviluppo, come pure sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo e sui principi di efficacia degli aiuti; richiama l'attenzione sull'impegno assunto dall'UE e dai suoi Stati membri di incrementare il livello degli aiuti pubblici allo sviluppo (APS) portandolo allo 0,7 % del RNL entro il 2030, di cui il 20 % degli APS dell'UE per l'inclusione sociale e lo sviluppo umano e lo 0,2 % dell'RNL dell'UE in APS per i paesi meno sviluppati;

    107.

    osserva che gli aiuti allo sviluppo possono svolgere un ruolo importante per affrontare le cause all'origine della migrazione e contribuire alla stabilità, ma ritiene che gli APS non dovrebbero essere utilizzati per coprire le spese sostenute dai donatori per i rifugiati; rileva il ruolo potenziale degli APS per facilitare la mobilitazione di finanziamenti da altre fonti e sottolinea necessità di un maggiore impegno con il settore privato attraverso l'eventuale proseguimento del Piano per gli investimenti esterni, in funzione dei risultati della sua valutazione;

    108.

    sostiene la destinazione diretta di fondi alle organizzazioni della società civile e ai difensori dei diritti umani, specialmente nei paesi terzi in cui la democrazia e lo Stato di diritto sono a rischio; sottolinea, a tale riguardo, la necessità che gli strumenti di finanziamento esterno rispondano in tempi rapidi agli sviluppi politici e di rafforzare il principio "più progressi, più aiuti";

    109.

    è disposto a prendere in considerazione struttura semplificata e razionalizzata per gli strumenti di finanziamento esterno, purché essa aumenti la trasparenza, la rendicontabilità, l'efficienza, la coerenza e la flessibilità, e rispetti gli obiettivi delle politiche soggiacenti; chiede che gli strumenti per l'assistenza preadesione, la politica di vicinato, lo sviluppo e gli aiuti umanitari continuino a essere tenuti distinti in ragione della loro specifica natura politica e finanziaria; osserva che una tale struttura dovrebbe includere l'iscrizione in bilancio del Fondo europeo di sviluppo (FES), al di sopra dei massimali concordati e senza includere il Fondo per la pace in Africa (APF), e un'integrazione più trasparente dei fondi fiduciari e degli strumenti;

    110.

    sottolinea l'importanza di una maggiore flessibilità per consentire la mobilitazione di risorse aggiuntive e la rapida erogazione di finanziamenti; potrebbe prendere in considerazione, nel contesto di un aumento generale degli strumenti di finanziamento esterno, un aumento della riserva non assegnata al fine di incrementarne la flessibilità intrinseca; sottolinea, tuttavia, che tale flessibilità non dovrebbe essere ottenuta a scapito degli obiettivi politici a lungo termine e delle priorità geografiche e tematiche, della prevedibilità dei finanziamenti a lungo termine, del controllo parlamentare e delle consultazioni con i paesi partner e la società civile;

    Sicurezza, pace e stabilità per tutti

    111.

    ritiene che una nuova rubrica dedicata al tema "Sicurezza, pace e stabilità per tutti"rappresenterebbe una conferma della priorità conferita dall'Unione a questa responsabilità politica emergente, confermerebbe la sua natura specifica e assicurerebbe la coerenza tra la sua dimensione interna e quella esterna;

    112.

    sottolinea che è opportuno potenziare il livello e i meccanismi di finanziamento nel settore della sicurezza interna, fin da subito e per tutta la durata del QFP, in modo da evitare che ogni anno si ricorra sistematicamente alle disposizioni del QFP in materia di flessibilità; chiede che le autorità di contrasto (Europol, Eurojust e Cepol) dispongano di risorse sufficienti e che all'Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala (eu-LISA) siano forniti gli strumenti necessari all'attuazione e alla gestione delle sue nuove responsabilità; pone in evidenza il ruolo dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali nel comprendere e contrastare fenomeni quali la radicalizzazione, l'emarginazione, l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio;

    113.

    è del parere che il prossimo QFP debba sostenere l'istituzione di un'Unione europea della difesa; attende con interesse le pertinenti proposte legislative, a seguito degli annunci della Commissione a tale riguardo, inclusi un programma di ricerca dedicato al tema della difesa dell'UE e un programma di sviluppo industriale che siano integrati da investimenti degli Stati membri nei materiali collaborativi; ribadisce, a tale riguardo, la sua ferma convinzione che le priorità politiche addizionali dovrebbero essere accompagnate da risorse finanziarie supplementari; ricorda che una maggiore cooperazione nel settore della difesa, la messa in comune dei progetti di ricerca e dei materiali e l'eliminazione delle duplicazioni promuoveranno l'autonomia strategica e la competitività del settore della difesa dell'Unione e potrebbero tradursi in notevoli vantaggi in termini di efficienza, stimati a circa 26 milioni di EUR all'anno;

    114.

    chiede che tutte le spese per la sicurezza esterna siano oggetto di una nuova valutazione alla luce della crescente attenzione prestata al settore della sicurezza e della difesa nell'Unione; attende con particolare interesse una riforma del meccanismo Athena e del Fondo per la pace in Africa in seguito all'iscrizione in bilancio del FES; accoglie con favore gli impegni recentemente assunti dagli Stati membri ai fini di una cooperazione strutturata permanente e chiede al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e alla Commissione di fornire chiarimenti in merito al suo futuro finanziamento; chiede la creazione di un programma successore dello strumento inteso a contribuire alla stabilità e alla pace, che sia incentrato sulla risposta alle crisi e sul consolidamento delle capacità in materia di sicurezza e sviluppo e che contribuisca al contempo a trovare una soluzione giuridicamente valida per rafforzare le capacità militari;

    115.

    sottolinea l'assoluta importanza del meccanismo di protezione civile dell'Unione europea, che ha permesso un'assistenza dell'UE coordinata nei casi di calamità naturali o provocate dall'uomo, in tutta l'Unione e oltre; sottolinea l'innegabile valore aggiunto delle operazioni di protezione civile per contrastare efficacemente le calamità, divenute sempre più frequenti e complesse, promuovendo al contempo il sentimento di solidarietà europea tra i cittadini dell'UE in caso di necessità; si compiace delle recenti proposte della Commissione volte a potenziare la protezione civile dell'UE, rafforzando le misure di preparazione e prevenzione, inclusa la creazione di una riserva dedicata di capacità operative a livello dell'Unione; chiede un'azione rafforzata in tale ambito, accompagnata da finanziamenti sufficienti nel quadro del prossimo QFP;

    Un'amministrazione efficiente al servizio dei cittadini europei

    116.

    ritiene che un'amministrazione pubblica solida, efficiente e di qualità sia indispensabile per realizzare le politiche dell'Unione nonché per ripristinare la fiducia dei cittadini e rafforzare il dialogo con le organizzazioni della società civile e con i cittadini a tutti i livelli; pone in evidenza, a tale riguardo, il ruolo delle istituzioni costituite da membri eletti democraticamente; rammenta che, secondo la Corte dei conti, le istituzioni, gli organi e le agenzie dell'UE hanno provveduto a ridurre del 5 % il loro personale, conformemente a quanto previsto dai loro organigrammi; è del parere che non debbano essere soggetti a un'ulteriore riduzione orizzontale di questo tipo; esprime la sua forte opposizione a una ripetizione della cosiddetta riserva di riassegnazione per le agenzie;

    117.

    accoglie favorevolmente le iniziative intraprese dalle istituzioni, dagli organi e dalle agenzie per migliorare ulteriormente la loro efficienza attraverso una maggiore cooperazione amministrativa e la messa in comune di determinate funzioni, consentendo di generare risparmi per il bilancio dell'Unione; evidenzia che determinate agenzie potrebbero accrescere ulteriormente la loro efficienza, in particolare attraverso una maggiore cooperazione tra agenzie aventi compiti simili, ad esempio nel settore della vigilanza dei mercati finanziari o per quanto riguarda le agenzie con più sedi; chiede, più in generale, una valutazione approfondita delle possibilità di raggruppare le agenzie in base alla natura strategica della loro missione e dei loro risultati, al fine di creare sinergie tra le agenzie, ad esempio par quanto riguarda l'Autorità bancaria europea e l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati a Parigi;

    118.

    ritiene che le istituzioni e gli organi dell'UE dovrebbero rispettare l'equilibrio geografico e l'equilibrio di genere;

    119.

    invita la Commissione a proporre un meccanismo secondo cui gli Stati membri che non rispettano i valori sanciti all'articolo 2 del trattato sull'Unione europea (TUE) possono subire conseguenze finanziarie; avverte, tuttavia, che i beneficiari finali del bilancio dell'Unione non possono in alcun modo subire le conseguenze di violazioni delle norme di cui non sono responsabili; è pertanto convinto che il bilancio dell'Unione non sia lo strumento idoneo per affrontare il mancato rispetto dell'articolo 2 TUE e che le eventuali conseguenze finanziarie dovrebbero essere subite dagli Stati membri indipendentemente dall'esecuzione del bilancio;

    120.

    sottolinea che l'eliminazione delle discriminazioni, come pure della disuguaglianza di genere e della violenza basata sul genere, è essenziale per realizzare gli impegni dell'UE a favore di un'Europa inclusiva; sostiene, pertanto, l'integrazione della dimensione di genere e gli impegni in materia di parità di genere in tutte le politiche dell'UE nel prossimo QFP, come pure una dimensione di bilancio rafforzata nella lotta contro tutte le forme di discriminazione, prestando una particolare attenzione alla dimensione di genere nelle politiche in materia di asilo e migrazione e nelle politiche esterne dell'UE;

    121.

    sottolinea la necessità di garantire che le donne abbiano accesso ai servizi in materia di salute sessuale e riproduttiva e che sia prestata particolare attenzione alle esigenze specifiche delle persone vulnerabili, inclusi i minori e gli altri gruppi, tra cui la comunità LGBTI;

    122.

    auspica che venga prestato un sostegno specifico ai gruppi svantaggiati, escludendo esplicitamente le pratiche segregazioniste, specialmente alle persone con disabilità e ai Rom, e in particolare che sia mantenuta la designazione "popolazione Rom"nell'elenco dei beneficiari dell'FSE e del FERS;

    123.

    osserva che, a causa del loro isolamento dal continente europeo, le regioni ultraperiferiche (RUP) e i paesi e territori d'oltremare (PTOM) sono confrontati a sfide specifiche di carattere naturale, economico e sociale; ritiene che per questi territori occorra prevedere misure ad hoc e deroghe debitamente giustificate; chiede che nel prossimo QFP si mantenga il sostegno finanziario dell'UE a favore delle RUP e dei PTOM, segnatamente nell'ambito della politica di coesione per le RUP e di uno strumento specifico per i PTOM, per garantire il loro accesso ai programmi di ricerca e la lotta alle sfide del cambiamento specifiche ai cui essi sono confrontati;

    124.

    esorta la Commissione, ai fini della sana gestione finanziaria e della trasparenza del bilancio dell'Unione europea, a prendere in esame la creazione di adeguate condizioni per prevenire la corruzione e la frode finanziaria concernente i fondi dell'UE; esprime una particolare preoccupazione per i casi di frode doganale che hanno comportato una perdita di entrate significativa per il bilancio dell'Unione; invita gli Stati membri che hanno contestato il quadro giuridico dell'Unione in materia di infrazioni e sanzioni doganali a rivedere la loro posizione onde consentire una rapida soluzione del problema;

    IV.    Procedura e processo decisionale

    125.

    ricorda che l'adozione del regolamento QFP richiede l'approvazione del Parlamento; sottolinea inoltre che, per quanto concerne l'adozione del bilancio annuale dell'UE, il Parlamento e il Consiglio sono i due rami dell'autorità di bilancio su un piano di parità, mentre la legislazione settoriale, che definisce la maggior parte dei programmi dell'Unione, incluse le rispettive dotazioni finanziarie, è decisa secondo la procedura legislativa ordinaria; auspica pertanto che il processo decisionale relativo al prossimo QFP salvaguardi il ruolo e le prerogative conferiti al Parlamento in virtù dei trattati; sottolinea che il regolamento sul QFP non è lo strumento appropriato per apportare modifiche al regolamento finanziario dell'UE; esorta la Commissione a presentare una proposta distinta per una revisione del regolamento finanziario dell'UE qualora sia necessario apportare modifiche a tale regolamento;

    126.

    si dichiara pronto ad avviare immediatamente un dialogo strutturato con la Commissione e il Consiglio in merito al QFP per il periodo successivo al 2020, allo scopo di facilitare i futuri negoziati e di raggiungere un accordo entro il termine dell'attuale legislatura; è disposto a discutere con il Consiglio in merito alle posizioni contenute nella presente risoluzione, in modo da rendere più chiare le aspettative del Parlamento riguardo al prossimo QFP;

    127.

    sottolinea che, visto che la Commissione ha annunciato che presenterà le sue proposte nel maggio 2018, la decisione formale sul prossimo QFP dovrebbe essere adottata entro un anno; ritiene che, nonostante un ritardo iniziale nella presentazione delle proposte della Commissione, occorra giungere a un accordo tempestivo sul quadro per il periodo successivo al 2020, al fine di inviare un importante messaggio politico in merito alla capacità dell'Unione di rafforzare il consenso sul futuro dell'UE e sulle corrispondenti risorse finanziarie; insiste sul fatto che questa tabella di marcia consentirà, tra l'altro, di adottare rapidamente tutti i regolamenti settoriali, garantendo che i nuovi programmi vengano avviati senza ritardi il 1o gennaio 2021; ricorda che, nei precedenti quadri finanziari, i nuovi programmi sono generalmente stati avviati alcuni anni dopo l'inizio del periodo;

    128.

    ritiene che il Parlamento neoeletto possa chiedere alla Commissione, deliberando a maggioranza assoluta dei membri che lo compongono, entro 6 mesi dalle elezioni europee, di proporre una revisione della normativa settoriale che istituisce i futuri programmi dell'UE nell'ambito del prossimo QFP, adottata durante la precedente legislatura;

    129.

    evidenzia pertanto la necessità di avviare senza indugio discussioni approfondite tra le tre istituzioni; sottolinea che tutti gli elementi del regolamento QFP, inclusi i massimali di tale quadro, saranno trattati nell'ambito dei negoziati sul QFP e dovrebbero rimanere sul tavolo delle discussioni fino al raggiungimento di un accordo finale; ricorda, a tale riguardo, la posizione critica adottata dal Parlamento in merito alla procedura che ha condotto all'adozione dell'attuale regolamento QFP, nonché il ruolo dominante del Consiglio europeo in tale processo, che ha deciso in maniera irrevocabile diversi elementi, tra cui i massimali del QFP e diverse disposizioni relative alle politiche settoriali;

    130.

    ritiene che le procedure concernenti gli imminenti negoziati sul QFP, in particolare il coinvolgimento del Parlamento nelle diverse fasi del processo, dovrebbero essere concordate senza ritardi nel corso della Presidenza bulgara del Consiglio e prima che vengano presentante le proposte sul QFP; auspica, in tale contesto, che la Commissione trasmetta tempestivamente al Parlamento lo stesso livello di informazioni di cui dispone il Consiglio; è del parere che tali disposizioni dovrebbero, in ultima analisi, essere incluse nell'AII, come avviene per la procedura di bilancio annuale;

    131.

    ritiene che il requisito dell'unanimità per l'adozione del regolamento QFP rappresenti un vero e proprio ostacolo nel processo; invita, a tale proposito, il Consiglio europeo ad attivare la clausola passerella prevista dall'articolo 312, paragrafo 2, TFUE, in modo tale da consentire l'adozione del regolamento QFP a maggioranza qualificata; ricorda inoltre che, per applicare la procedura legislativa ordinaria, si può altresì ricorrere alla clausola passerella generale di cui all'articolo 48, paragrafo 7, TUE; sottolinea che passare a una votazione a maggioranza qualificata per l'adozione del regolamento QFP sarebbe in linea con il processo decisionale per l'adozione di quasi tutti i programmi pluriennali dell'UE, nonché per la procedura annuale per l'adozione del bilancio dell'UE;

    o

    o o

    132.

    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle altre istituzioni e agli altri organi interessati, nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

    (1)  GU L 347 del 20.12.2013, pag. 884.

    (2)  GU L 163 del 24.6.2017, pag. 1.

    (3)  GU C 373 del 20.12.2013, pag. 1.

    (4)  Testi approvati, P8_TA(2016)0309.

    (5)  Testi approvati, P8_TA(2017)0401.

    (6)  Testi approvati, P8_TA(2017)0010.

    (7)  Testi approvati, P8_TA(2016)0363.

    (8)  GU L 282 del 19.10.2016, pag. 1.

    (9)  Testi approvati, P8_TA(2018)0076.


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