Choose the experimental features you want to try

This document is an excerpt from the EUR-Lex website

Document 52016IR4164

    Parere del Comitato europeo delle regioni — Capacità di bilancio e stabilizzatori automatici nell’Unione economica e monetaria

    GU C 207 del 30.6.2017, p. 15–18 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    30.6.2017   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

    C 207/15


    Parere del Comitato europeo delle regioni — Capacità di bilancio e stabilizzatori automatici nell’Unione economica e monetaria

    (2017/C 207/04)

    Relatore:

    Carl Fredrik Graf (SE/PPE), consigliere comunale di Halmstad

    I.   RACCOMANDAZIONI POLITICHE

    IL COMITATO EUROPEO DELLE REGIONI

    II.   INTRODUZIONE

    1.

    fa notare che l’euro era inteso come una tutela contro le fluttuazioni dei tassi di cambio e che è stato concepito come uno strumento volto ad assicurare una maggiore crescita a lungo termine. Tuttavia, la sua introduzione ha determinato l’impossibilità di ricorrere ad opzioni politiche per far fronte agli shock asimmetrici, tra le quali la svalutazione del tasso di cambio;

    2.

    deplora le carenze riscontrate nell’Unione economica e monetaria (UEM) sin dalla sua creazione con il trattato di Maastricht, che ha attribuito all’Unione europea le competenze in materia di politica monetaria mentre la politica di bilancio è rimasta di competenza degli Stati membri ed è disciplinata unicamente da disposizioni che prevedono un coordinamento relativamente limitato delle politiche nazionali;

    3.

    osserva che la vulnerabilità dell’UEM è emersa durante la crisi economica e finanziaria mondiale, quando gli squilibri insostenibili determinati da livelli di debito pubblico e privato eccessivamente elevati sono sfociati in una crisi del debito sovrano, in cui i costi dell’indebitamento pubblico sono cresciuti in maniera drammatica in alcuni Stati membri, mettendo a repentaglio, in assenza di un solido sostegno di bilancio, la stessa esistenza della zona euro;

    4.

    prende atto dei risultati conseguiti sin dall’insorgere della crisi in termini di riduzione dei rischi e dell’importante numero di misure adottate dalle istituzioni dell’UE per migliorare il coordinamento delle politiche di bilancio nazionali;

    5.

    osserva che, nonostante tali sforzi e il ritorno a tassi di crescita positivi in diverse regioni dell’UE, dovuto perlopiù a fattori esogeni, il coordinamento delle politiche di bilancio nazionali di per sé non ha aumentato la capacità nazionale di assorbire gli shock economici né ha impedito l’emergere di un deficit di investimenti e l’aumento delle diseguaglianze nell’UEM (1), e che le politiche si sono rivelate insufficienti per avviare riforme strutturali sostenibili, socialmente equilibrate e atte a favorire la crescita;

    6.

    osserva che, sin dall’inizio della crisi, la Banca centrale europea (BCE) si è impegnata a favore della stabilizzazione del ciclo economico. Il presidente della BCE ha invocato delle istituzioni integrate e una politica di bilancio più forte e proattiva a livello della zona euro, e ha invitato gli Stati membri appartenenti a tale zona ad attuare riforme strutturali. Pur avvertendo che la politica monetaria da sola non può stimolare l’economia, sottolinea che gli attuali bassi tassi d’interesse sono propizi ai prestiti e agli investimenti. Le riforme strutturali fondamentali nonché la titolarità delle stesse al livello più vicino ai cittadini e la responsabilità di bilancio costituiscono gli elementi di base per tornare a una crescita sostenibile a lungo termine;

    7.

    osserva che, nella relazione dei cinque Presidenti intitolata «Completare l’Unione economica e monetaria dell’Europa», si sottolinea la necessità di disporre di una capacità di assorbimento degli shock a livello di zona euro che integri gli stabilizzatori automatici a livello nazionale, se e laddove necessario;

    8.

    sottolinea che, per ripristinare la fiducia, l’euro deve mantenere la sua promessa di stabilità, convergenza, crescita e occupazione. La capacità di bilancio potrebbe contribuire a conseguire questi obiettivi; La solidarietà è strettamente connessa alla responsabilità, dalla quale essa dipende, il che significa che un sostegno finanziario supplementare a livello di zona euro dovrebbe essere concesso soltanto se vi è la costante garanzia sia di una responsabilità di bilancio che di riforme strutturali;

    9.

    ribadisce che in tutte le decisioni relative allo sviluppo della UEM, come l’introduzione di una capacità di bilancio e di stabilizzatori automatici, il ruolo degli enti locali e regionali nel creare le condizioni per una crescita sostenibile dovrebbe essere pienamente riconosciuto ed anzi, ogniqualvolta ciò sia possibile, reso ancora più incisivo, in particolare nell’attuazione delle politiche economiche e sociali, nella realizzazione delle riforme strutturali e nella creazione di un clima favorevole alle imprese che agevoli la creazione di posti di lavoro e la promozione degli investimenti.

    III.   PRINCIPI GENERALI

    10.

    ribadisce che la piena realizzazione dell’Unione bancaria costituisce, a breve termine, lo strumento più efficace per prevenire le crisi del sistema finanziario e ridurre al minimo gli effetti negativi degli shock economici (2);

    11.

    reputa che l’Unione bancaria dia ulteriore credibilità al principio della BCE secondo cui le esigenze di finanziamento dei sistemi bancari nazionali devono essere disgiunte dai bilanci pubblici degli Stati membri e una crisi bancaria in uno Stato membro non deve tradursi in una crisi bancaria in tutta l’UE;

    12.

    ritiene che gli enti locali e regionali nonché le parti economiche e sociali debbano essere integrati e coinvolti nel dibattito sull’introduzione di nuovi strumenti, quali gli stabilizzatori automatici, destinati ad attenuare gli effetti degli shock asimmetrici;

    13.

    considera che la dimensione sociale dell’UEM debba essere sviluppata dando seguito agli indicatori relativi ai progressi compiuti nei singoli paesi e nelle singole regioni, prestando particolare attenzione alle politiche attive per il mercato del lavoro e agli indicatori sociali strutturali. Le parti sociali, a livello regionale, nazionale e dell’UE, devono essere coinvolte nelle misure di follow-up relative a questi indicatori;

    14.

    prende atto della convinzione che una capacità di bilancio sia necessaria per permettere all’UEM di disporre di un meccanismo temporaneo di assorbimento degli shock (3). Un’eventuale capacità di bilancio, peraltro, non dovrebbe sovrapporsi agli strumenti della politica di coesione bensì integrarli;

    15.

    ritiene tuttavia che una capacità di bilancio a livello UE debba essere configurata in modo tale da non presentare il rischio intrinseco di trasferimenti permanenti, che pregiudicherebbe gli incentivi ad adottare e attuare politiche economiche e sociali solide a livello nazionale o regionale o a far fronte alle carenze strutturali nazionali o regionali. Pertanto, al fine di evitare il rischio morale, tale capacità andrebbe vincolata più strettamente al rispetto del quadro complessivo di governance dell’UE e ai progressi in materia di convergenza;

    16.

    chiede che gli Stati membri siano tenuti a dar prova di una politica economica responsabile per avere accesso agli strumenti europei volti a stabilizzare l’economia. L’applicazione di tali strumenti dovrebbe andare di pari passo con una piena attuazione delle riforme strutturali, al fine di accrescere la convergenza, il coordinamento e l’integrazione, e gli aiuti non dovrebbero in alcun caso tradursi in flussi permanenti e unidirezionali tra paesi (4). Gli aiuti devono essere definiti a livello UE ed essere temporanei e corredati di un preciso calendario delle scadenze;

    17.

    evidenzia che il patto di stabilità e crescita deve essere rispettato, come indicato nella comunicazione della Commissione del gennaio 2015 sul ricorso alla flessibilità nel quadro del patto di stabilità e crescita, e sottolinea l’importanza che ciascuno Stato membro attui politiche economiche solide e abbia finanze pubbliche stabili, in quanto prerequisiti per effettuare i necessari investimenti pubblici a breve e a lungo termine;

    18.

    reputa inoltre che, al fine di garantire un margine sufficiente per investire nel rispetto delle regole di bilancio, l’obiettivo a medio termine (OMT) di freno all’indebitamento in caso di deficit strutturale dovrebbe essere integrato calcolando un disavanzo reale fisso per gli investimenti pubblici per gli enti locali e regionali;

    19.

    ribadisce il suo invito ad accrescere la convergenza economica e sociale e a rafforzare la buona governance, visto che sono fondamentali per evitare trasferimenti permanenti e il rischio morale, e sottolinea la necessità di una maggiore convergenza;

    20.

    al tempo stesso, pone l’accento sul fatto che le disparità sociali, economiche e territoriali, sia tra gli Stati membri che all’interno di essi, possono essere ridotte solamente mediante un approccio dotato di una dimensione territoriale. Il concetto di responsabilità di bilancio non deve ridursi all’applicazione centralizzata di regole comuni. Difatti, più la spesa pubblica viene decentrata e localizzata, più numerosi sono gli incentivi e le condizioni favorevoli alla responsabilità di bilancio, alle riforme e all’attrattiva degli investimenti;

    21.

    osserva che, per combattere le disuguaglianze sociali, stimolare la crescita e creare posti di lavoro nonché migliorare la competitività e la coesione all’interno dell’UEM e dell’UE, è necessario affrontare le disparità regionali; e sottolinea inoltre il ruolo cruciale che gli enti regionali e locali svolgono in qualità di datori di lavoro, investitori, prestatori e facilitatori di servizi, pianificatori, catalizzatori e regolatori del cambiamento e partner d’investimento;

    22.

    fa notare che un grado elevato di titolarità delle riforme strutturali sul campo da parte degli enti locali e regionali interessati è una condizione essenziale per la buona riuscita di tali riforme; richiama l’attenzione sulla dimensione territoriale del semestre europeo, e ribadisce l’invito rivolto alla Commissione e al Parlamento europeo ad adottare un codice di condotta che garantisca la partecipazione strutturata degli enti locali e regionali al semestre europeo, il che costituisce anche un modo di predisporre le riforme strutturali (5);

    23.

    invita gli Stati membri a realizzare l’unione dei mercati dei capitali, che renderà possibile i flussi di capitale transfrontalieri senza minacciare la stabilità dei diversi paesi e regioni e consentirà alle imprese, e in particolare alle microimprese e alle PMI, di accedere a un’ampia gamma di fonti di finanziamento, contribuendo così ad attutire gli shock economici (6).

    IV.   ASPETTI DI BILANCIO

    24.

    osserva che l’euro è stato introdotto senza il sostegno di alcuna struttura di bilancio destinata a correggere gli squilibri nell’area dell’euro, e che il bilancio dell’UE è in larga misura inadeguato a mobilitare rapidamente i finanziamenti che potrebbero rendersi necessari per stabilizzare i mercati, rifinanziare le banche e far fronte alle crisi delle bilance dei pagamenti;

    25.

    invita la Commissione a prendere in considerazione, nel definire le future politiche economiche e finanziarie europee, la possibilità di utilizzare indicatori economici che riflettano lo stato di salute delle singole regioni in termini di debito pubblico e il contributo di ciascuna di esse alla crescita del PIL europeo;

    26.

    sottolinea la necessità di discutere in modo approfondito della struttura e della configurazione della capacità di bilancio e di pervenire a una soluzione che sia in linea con i requisiti di trasparenza e controllo democratico nonché con il principio di «non salvataggio finanziario» (no bail-out) di cui all’articolo 125 del TFUE (7).

    V.   CONSIDERAZIONI SULLA CAPACITÀ DI BILANCIO

    27.

    considera che dovrebbe essere possibile assolvere due funzioni: in primo luogo, si potrebbero incentivare le riforme strutturali negli Stati membri in periodi di congiuntura economica favorevole, al fine di promuovere la convergenza economica e sociale nell’area dell’euro e migliorare la competitività e la resilienza di tale area sul piano economico; in secondo luogo, si potrebbero attenuare le differenze nei cicli economici degli Stati membri della zona euro derivanti da fattori strutturali grazie alla creazione di uno strumento per affrontare gli shock asimmetrici;

    28.

    osserva che vi è bisogno di progressi significativi in materia di riforme strutturali sostenibili per stimolare la convergenza, la crescita, l’occupazione e la competitività, al fine di prevenire efficacemente gli shock asimmetrici;

    29.

    esorta gli Stati membri a prendere in considerazione la possibilità di una maggiore autonomia di bilancio per gli enti locali e regionali, in quanto strumento per creare titolarità riguardo alle riforme strutturali e garantire una migliore attuazione delle stesse;

    30.

    sottolinea che occorre valutare con cautela l’idea di un sostegno finanziario da parte dell’UE, diverso dagli attuali strumenti della politica di coesione, per realizzare le riforme strutturali concordate negli Stati membri. Ogni eventuale sostegno aggiuntivo non dovrebbe sovrapporsi agli strumenti esistenti ma piuttosto integrarli;

    31.

    ritiene che il sostegno finanziario dovrebbe essere subordinato all’attuazione delle raccomandazioni specifiche per paese. Il programma di sostegno alle riforme strutturali, concepito per fornire assistenza tecnica alle autorità nazionali, dovrebbe poter essere sviluppato ulteriormente come contributo alla funzione di sostegno alle riforme strutturali svolta dalla capacità di bilancio;

    32.

    reputa che sarebbe opportuno verificare l’efficacia di uno strumento aggiuntivo per promuovere le riforme strutturali che assuma la forma di prestiti destinati a finanziare una strategia di investimento pubblica. Ciò, infatti, potrebbe permettere di individuare un gruppo di fonti di finanziamento e di progetti d’investimento che potrebbero essere utili per sostenere l’attuazione delle riforme necessarie;

    33.

    sostiene che, indipendentemente dalle misure attuali in materia di convergenza e riforme strutturali sostenibili, non è possibile eliminare del tutto gli shock asimmetrici che incidono sulla stabilità della zona euro nel suo insieme, data la forte integrazione degli Stati membri della zona euro; e sottolinea pertanto la necessità di uno strumento in grado di assicurare un effetto di stabilizzazione immediato nelle situazioni di emergenza;

    34.

    evidenzia che in alcuni paesi gli enti locali e regionali possono essere più vulnerabili alle conseguenze degli shock asimmetrici, considerato il ruolo importante che svolgono nei sistemi di sicurezza sociale degli Stati membri;

    35.

    osserva che il meccanismo europeo di stabilità (MES) dovrebbe essere ulteriormente sviluppato e trasformato in un fondo monetario europeo dotato di adeguate capacità di assumere ed erogare prestiti e di un mandato chiaramente definito, che comprenda il suo eventuale contributo a una capacità di bilancio della zona euro;

    36.

    reputa che la capacità di bilancio debba essere soggetta a un processo decisionale e a un’attuazione congiunti a livello di UEM, ma debba anche essere aperta, su base volontaria, agli Stati membri non appartenenti alla zona euro.

    VI.   OSSERVAZIONI FINALI

    37.

    ribadisce la sua richiesta di essere coinvolto nell’elaborazione del Libro bianco sulla transizione dalla prima alla seconda fase della riforma dell’UEM;

    38.

    sottolinea l’importanza di assicurare che le misure intese ad approfondire l’unione monetaria tengano conto anche delle conseguenze per i paesi non appartenenti alla zona euro;

    39.

    insiste sulla necessità che tutte le misure relative alla realizzazione dell’UEM siano attuate nel modo più trasparente possibile, nell’interesse della legittimità democratica dell’unione monetaria.

    Bruxelles, 8 febbraio 2017

    Il presidente del Comitato europeo delle regioni

    Markku MARKKULA


    (1)  Cfr. l’indagine annuale sull’occupazione e sugli sviluppi sociali in Europa presentata il 20 dicembre 2016 dalla Commissione europea.

    (2)  Parere sul tema Seguito dato alla relazione dei cinque Presidenti: Completare l’Unione economica e monetaria in Europa, relatore: Lindquist, 7 aprile 2016, COR-2015-05112, punto 24.

    (3)  Parere di Lindquist, punto 35.

    (4)  Parere di Lindquist, punto 33.

    (5)  COR-2016-05386-00-00-DT.

    (6)  Parere elaborato da Paul Lindquist, punto 30.

    (7)  Risoluzione sul tema Un futuro sostenibile per l’Unione economica e monetaria (UEM), punto 21.


    Top