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Document 52013IP0346

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 settembre 2013 su una strategia per la pesca nel mare Adriatico e nel mar Ionio (2012/2261(INI))

GU C 93 del 9.3.2016, p. 31–37 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

9.3.2016   

IT

Gazzetta ufficiale dell’Unione europea

C 93/31


P7_TA(2013)0346

Una strategia per la pesca nel mare Adriatico e nel mar Ionio

Risoluzione del Parlamento europeo del 10 settembre 2013 su una strategia per la pesca nel mare Adriatico e nel mar Ionio (2012/2261(INI))

(2016/C 093/04)

Il Parlamento europeo,

visto il trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

vista la comunicazione della Commissione «Una strategia marittima per il Mare Adriatico e il Mar Ionio» (COM(2012)0713),

visto il regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, del 21 dicembre 2006, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo e recante modifica del regolamento (CEE) n. 2847/93 e che abroga il regolamento (CE) n. 1626/94 (1) e successive modifiche («regolamento sul Mediterraneo»),

vista la sua risoluzione del 6 febbraio 2013 sulla politica comune della pesca (2),

vista la sua risoluzione del 22 novembre 2012 sulla dimensione esterna della politica comune della pesca (3),

visti la direttiva 2008/56/CE e l'obbligo degli Stati membri di adottare le misure necessarie per conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell'ambiente marino entro il 2020,

vista la sua risoluzione del 3 luglio 2012 sull'evoluzione delle strategie macroregionali dell'UE: pratiche attuali e prospettive future, in particolare nel Mediterraneo (4),

vista la sua risoluzione dell'8 marzo 2011 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a talune disposizioni per la pesca nella zona coperta dall'accordo CGPM (Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo) (5),

vista la sua risoluzione del 21 ottobre 2010 sulla politica marittima integrata (PMI) — Valutazione dei progressi realizzati e nuove sfide (6),

vista la proposta della Commissione concernente una direttiva che istituisce un quadro per la pianificazione dello spazio marittimo e la gestione integrata delle zone costiere (COM(2013)0133 definitivo),

vista la sua risoluzione del 17 giugno 2010 su un nuovo impulso alla strategia per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura europea (7),

vista la direttiva sugli habitat (8),

vista la dichiarazione dei Ministri europei responsabili per la politica marittima integrata e della Commissione europea, del 7 ottobre 2012, su un'agenda marina e marittima per la crescita e l'occupazione («Dichiarazione di Limassol»),

vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Crescita blu: per una crescita sostenibile dei settori marino e marittimo» (COM(2012)0494),

viste le risoluzioni del Consiglio europeo del 23-24 giugno 2011,

vista la Convenzione per la protezione del mar Mediterraneo dai rischi dell'inquinamento ed i suoi protocolli (9),

vista la comunicazione della Commissione intitolata «EUROPA 2020 — Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva» (COM(2010)2020),

visto il parere d'iniziativa del Comitato delle regioni, del 12 ottobre 2011, a sostegno dello sviluppo di una nuova macroregione adriatico-ionica (10),

vista la Dichiarazione di Ancona, adottata il 5 maggio 2010, in occasione del 12o Consiglio ionico,

vista la convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 10 dicembre 1982 (UNCLOS),

visto il codice di condotta per una pesca responsabile della FAO, adottato il 31 ottobre 1995,

vista la Raccomandazione 199 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sul lavoro nel settore della pesca,

visto l'articolo 48 del suo regolamento,

vista la relazione della commissione per la pesca (A7-0234/2013),

A.

considerando che sette paesi hanno uno sbocco sul mare Adriatico o sul mar Ionio (11), tra cui quattro Stati membri (Italia, Grecia, Croazia e Slovenia), un paese candidato (Montenegro) e due potenziali paesi candidati (l'Albania e la Bosnia-Erzegovina);

B.

considerando che la cooperazione transfrontaliera è essenziale al fine di sviluppare una gestione comune delle attività di pesca e garantire uno sfruttamento sostenibile della risorsa ittica;

C.

considerando che, sebbene alcuni paesi adriatici abbiano istituito delle zone speciali, una considerevole parte del bacino del mare Adriatico e del mar Ionio continua a essere costituita da acque internazionali;

D.

considerando che il Parlamento, nella sua recente risoluzione sull'evoluzione delle strategie macroregionali dell'Unione, ha sottolineato come una strategia macroregionale adriatico-ionica costituisca un fattore significativo degli sforzi di riconciliazione tra i paesi dei Balcani occidentali e possa contribuire all'integrazione di questi paesi nell'Unione, consentendo così di condurre una politica d'insieme per tutto il bacino del Mediterraneo;

E.

considerando che gli Stati firmatari della «Dichiarazione di Ancona» hanno chiesto alla Commissione di mettere a punto una strategia macroregionale per la regione adriatico-ionica, seguendo l'esempio delle strategie macroregionali da essa già proposte per il Baltico (2009), per il Danubio (2010) e per l'Oceano Atlantico (2011) (12);

F.

considerando che, nella sua risoluzione del 23-24 giugno 2011, il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri «a proseguire i lavori, in cooperazione con la Commissione, sulle eventuali future strategie macroregionali, in particolare per la regione adriatica e ionica»;

G.

considerando che, in un suo recente parere, il Comitato delle regioni ha invitato il Parlamento a sostenere la creazione di una strategia dell'Unione per una macroregione adriatico-ionica che tenga conto delle grandi sfide che questo bacino si trova ad affrontare, ed in particolare per i settori della pesca e dell'acquacoltura;

H.

considerando che la pesca è tradizionalmente un settore importante per la maggior parte delle regioni che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio, e che le attività di pesca in quest'area sono attualmente gestite in seno alla Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) e alla Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi nell'Atlantico (ICCAT);

I.

considerando che la conformazione geofisica, soprattutto nella parte nord, del bacino Adriatico è costituita principalmente da fondali bassi e sabbiosi, che arrivano a raggiungere profondità più elevate solo a molte miglia di distanza dalla costa, mentre la conformazione geofisica del bacino Ionico ha caratteristiche simili a quelle del resto del Mediterraneo, in particolare nelle GSA (sottozone geografiche CGPM) 18 e 19, che raggiungono profondità fino a 2 000 metri;

J.

considerando che la pesca nel bacino adriatico-ionico è una pesca multi-specifica, caratterizzata da attività che prevedono l'utilizzo di diversi attrezzi, dalla pesca artigianale su piccola scala alla pesca a strascico demersale, e dalla pesca pelagica a mezza altezza alla pesca ricreativa;

K.

considerando che l'Adriatico risulta essere un'area molto attiva di endemismo per le specie di pesci, ma che l'aumento dello sforzo di pesca e/o dell'inquinamento ha portato a gravi problemi per gli stock ittici e per il settore della pesca in generale, specialmente sul litorale italiano del mare Adriatico settentrionale;

L.

M. considerando inoltre che negli ultimi anni anche il bacino adriatico-ionico ha sperimentato un notevole sviluppo del settore della maricoltura, sebbene si trovi a far fronte a notevoli vincoli ambientali e spaziali, e al fatto che non tutte le zone sono adatte all'installazione di allevamenti offshore e/o compatibili con altre attività;

M.

considerando che già esistono alcune valide iniziative di cooperazione regionale per la promozione della cooperazione scientifica a supporto della pesca responsabile nel mare Adriatico, come ad esempio ADRIAMED (13);

N.

considerando che molti paesi dell'Unione non sono dotati di un piano regolatore specifico — nazionale o regionale — che disciplini gli insediamenti in ambiti costieri e marittimi e definisca in modo trasparente le zone accessibili a insediamenti di acquacoltura, onde evitare conflitti d'interesse facilmente prevedibili con altri settori economici quali il turismo, l'agricoltura o la pesca costiera;

O.

considerando il network di aree protette marine e costiere del mare Adriatico (AdriaPAN), un'iniziativa mirata a migliorarne l'efficacia gestionale e la capacità progettuale in partenariato;

P.

considerando che lo sviluppo di un approccio integrato alla politica marittima nel mare Adriatico e nel mar Ionio deve essere accompagnato da un processo di dialogo e partenariato con tutti gli Stati costieri, vista la natura transfrontaliera delle attività marine e delle risorse condivise;

Considerazioni generali

1.

rileva che, con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento è divenuto colegislatore a pieno titolo per il settore della pesca e dell'acquacoltura ed intende quindi svolgere appieno il proprio ruolo nella definizione degli orientamenti in materia di pesca a livello comunitario, come pure a livello regionale e trans-regionale;

2.

ritiene che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio debba fare particolare riferimento alla crescita e allo sviluppo sostenibile del settore della pesca e dell'acquacoltura, compresa l'occupazione;

3.

ritiene che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio debba mirare a garantire la conservazione e la protezione dell'ambiente;

4.

felicita la Commissione per l'adozione della comunicazione del 3 dicembre 2012 quale importante base per l'adozione di un quadro normativo che funga da catalizzatore per una più intensa cooperazione tra i paesi e le regioni che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio a favore di una pesca responsabile ed economicamente sostenibile per le comunità costiere;

5.

ritiene, in tale contesto, che la politica marittima integrata (PMI) debba svolgere un ruolo fondamentale nell'elaborazione di una politica strategica a lungo termine nel mare Adriatico e nel mar Ionio, al fine di conseguire una crescita sostenibile del settore marino e marittimo e la conservazione degli ecosistemi marini per le generazioni future;

6.

sostiene inoltre che la pianificazione dello spazio marittimo quale processo pubblico per analizzare e pianificare la distribuzione spaziale e temporale delle attività umane nel mare Adriatico e nel mar Ionio — in particolare nell'Adriatico settentrionale — sia fondamentale per il futuro sostenibile del settore della pesca per quanto concerne altre attività correlate;

7.

ribadisce il proprio impegno a favore dell'attuazione di una strategia macroregionale per questo importante bacino marittimo, al fine di affrontare le sfide e problematiche comuni cui sono confrontati i cittadini delle regioni costiere interessate nonché promuoverne lo sviluppo economico e l'integrazione europea in tale settore;

8.

ritiene che i tutti i programmi e strumenti di finanziamento dell'UE (14), come pure gli strumenti di assistenza di preadesione (IPA), concernenti le regioni del bacino adriatico-ionico debbano essere compatibili ed utilizzati nella maniera più efficace possibile, per apportare un reale valore aggiunto agli operatori ed alle imprese della filiera pesca presenti sul territorio;

9.

esprime la forte convinzione che ogni sforzo a favore di una pesca responsabile e sostenibile all'interno del bacino adriatico-ionico possa fungere da catalizzatore allo sviluppo delle zone costiere e rurali dei paesi interessati e contribuire allo sviluppo di attività produttive integrative, come ad esempio il «pesca-turismo», svolto da pescatori professionali, che consiste nell'imbarco, su navi da pesca, di persone a scopi turistico-ricreativi o di studio, sempre restando in piena sintonia con i principi di una pesca sostenibile che rispetti pienamente l'ecologia e la biodiversità del bacino stesso;

10.

è del parere che la convenzione di Barcellona e il relativo protocollo sulla gestione integrata delle zone costiere, in vigore dal marzo 2011, potrebbero servire da modello per rendere obbligatoria una politica integrata per gli Stati membri che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio;

11.

ritiene che le informazioni disponibili riguardo agli stock ittici nel bacino adriatico-ionico, i loro movimenti e la loro distribuzione, come pure sull'attività di pesca ricreativa, non siano soddisfacenti, e invita quindi le autorità e gli istituti di ricerca competenti ad attivarsi prontamente per colmare le lacune esistenti;

12.

invita la Commissione ad adottare ulteriori misure per promuovere i programmi di ricerca concernenti l'ambiente marino e la pesca, nonché a incoraggiare l'utilizzo e la diffusione dei risultati di tale ricerca;

13.

ritiene che, in materia commerciale, esempi validi di cooperazione tra organi amministrativi di diverse regioni (15), possano fungere da «best practice» ed essere estesi ad altri campi di applicazione per garantire una migliore tracciabilità, redditività e commercializzazione dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura, e in particolare del prodotto locale;

14.

approva la partecipazione di tutti i soggetti interessati allo sviluppo di un settore della pesca sostenibile e produttivo in tale ambito;

15.

ritiene che sia imprescindibile, per uno sviluppo sostenibile del settore della pesca e dell'acquacoltura in tutto il bacino adriatico-ionico, nonché per incrementare l'occupazione nelle comunità costiere, valorizzare il lavoro importantissimo delle donne nella filiera pesca, favorirne la qualifica professionale e l'inclusione nei gruppi d'azione costieri e nelle organizzazioni di produttori;

16.

invita a fornire incentivi capaci di attrarre i giovani nel settore della pesca e dell'acquacoltura in tale area e di incoraggiarli a intraprendere tali attività;

17.

osserva che il Parlamento ha già in passato richiamato l'attenzione sulla necessità di una legislazione sull'acquacoltura più semplice, coerente e trasparente, che elimini gli ostacoli che hanno impedito finora lo sviluppo del pieno potenziale del settore dell'acquacoltura dell'UE, che necessita di normative comunitarie e nazionali chiare e non contraddittorie, nonché «piani urbanistici del mare» ben definiti dagli Stati membri, in linea con le indicazioni recentemente adottate in seno alla CGPM (16);

18.

ricorda che uno sviluppo mirato del settore dell'acquacoltura potrebbe offrire alle regioni costiere del bacino adriatico-ionico, a forte vocazione turistica estiva, posti di lavoro non soggetti alle fluttuazioni stagionali, e quindi offrire un contributo significativo all'occupazione;

19.

sottolinea che l'espansione delle attività di acquacoltura non deve compromettere il conseguimento di un buono stato ecologico di cui alla direttiva 2008/56/CE e deve avvenire nel pieno rispetto di tutta la legislazione pertinente dell'Unione in materia ambientale;

20.

ricorda che la protezione degli stock ittici e dell'ambiente marino dall'inquinamento e dalla pesca eccessiva e/o illegale è possibile solo attraverso la creazione di una rete integrata di sistemi di informazione e sorveglianza delle attività marittime, in stretta collaborazione con gli Stati e le regioni costiere interessate;

Considerazioni specifiche

21.

esorta i paesi costieri del bacino adriatico-ionico a cooperare nell'elaborazione di una panoramica globale riguardante le peculiarità geomorfologiche e batimetriche specifiche della zona, la presenza e distribuzione delle varie specie marine e le diverse tecniche di pesca, al fine di ottenere una prospettiva generale che funga da fondamento per una migliore gestione della pesca e contribuisca a rafforzare le attività di pesca nel quadro di qualunque futura strategia macroregionale;

22.

esorta quindi la Commissione ad adottare quanto prima, e comunque entro il 2013, il relativo piano d'azione per l'applicazione concreta della strategia marittima su base macro-regionale per il mare Adriatico e il mar Ionio, rilevando come il settore della pesca debba costituire una delle priorità all'interno di questa strategia, tenendo conto delle specifiche conformazioni geofisiche e collegando tale piano d'azione alla politica regionale, alla politica marittima integrata dell'Unione e al meccanismo per collegare l'Europa, al fine di ottimizzare l'effetto leva di detto piano;

23.

sollecita la Commissione a presentare in tempi ravvicinati una proposta di regolamento che definisca misure tecniche comuni in materia di pesca nel bacino adriatico-ionico, lo sforzo di pesca, i tempi di pesca e gli strumenti ammessi per l'attività di pesca nel bacino adriatico-ionico nonché altre misure di gestione pertinenti;

24.

si rammarica che gli Stati membri non siano ricorsi maggiormente a tali piani di gestione individuali, che consentono di derogare a determinate norme generali per tener conto delle proprie caratteristiche specifiche; ritiene che ciò avrebbe agevolato in modo considerevole la gestione locale e avrebbe fornito dati preziosi sulla situazione reale delle diverse zone, consentendo gli adattamenti opportuni; chiede pertanto agli Stati membri costieri di collaborare in modo costruttivo, tra loro e con la Commissione, nell'aggiornamento e nell'adeguamento permanente delle misure di gestione della pesca;

25.

invita la Commissione ad instaurare un dialogo permanente con i paesi terzi del bacino adriatico-ionico per giungere ad accordi bilaterali o multilaterali specifici finalizzati ad avanzare verso l'armonizzazione e la standardizzazione delle norme per la gestione della pesca onde conseguire gli obiettivi della politica comune della pesca dell'UE nel Mediterraneo, beneficiando nel contempo pienamente del quadro di collaborazione offerto dalle organizzazioni internazionali e regionali della pesca; osserva che una strategia per il mare Adriatico e il mar Ionio può garantire un valore aggiunto soltanto se saranno coinvolti tutti i paesi che vi si affacciano, tanto appartenenti quanto non appartenenti all'UE;

26.

invita la Commissione a promuovere gli obiettivi della PCP, in particolare il raggiungimento del rendimento massimo sostenibile (MSY) per tutti gli stock ittici entro il 2020, e a incoraggiare l'adozione di un approccio ecosistemico nei confronti dei paesi non appartenenti all'UE;

27.

invita la Commissione a intensificare, con gli Stati costieri, lo scambio di buone pratiche di conservazione e a promuovere la creazione di zone marine protette («recovery areas») finalizzate al recupero delle specie più minacciate;

28.

invita la Commissione a promuovere gli obiettivi della direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino nei confronti dei paesi non appartenenti all'UE che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio, ovvero conseguire o mantenere un buono stato ecologico dell'ambiente marino entro il 2020;

29.

invita a tale riguardo la Commissione a incoraggiare gli Stati membri che si affacciano sul mare Adriatico e sul mar Ionio ad elaborare e attuare strategie per l'ambiente marino che applichino un approccio ecosistemico e garantiscano l'integrazione delle questioni ambientali nelle diverse politiche aventi un impatto sull'ambiente marino, tenendo conto degli effetti transfrontalieri sulla qualità delle acque marine dei paesi terzi vicini;

30.

ricorda che i finanziamenti esistono tanto nel quadro del futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP), mediante i programmi di raccolta dei dati, quanto nel quadro dei diversi programmi di ricerca dell'Unione, sia per migliorare le conoscenze dell'ambiente marino, comprese le specie pescate, sia per introdurre una maggiore innovazione e migliori pratiche nelle attività di pesca; invita pertanto gli Stati membri a presentare progetti in tali senso e ritiene che la cooperazione preventiva tra i diversi paesi costieri, appartenenti e non appartenenti all'UE, possa portare a iniziative di grande interesse che, mediante i progetti presentati dagli Stati membri, possono giovare a tutto il bacino adriatico-ionico;

31.

chiede alla Commissione di valutare l'opportunità di creare, di concerto con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) e sulla scorta dell'esperienza realizzata attraverso il FEMIP (17), una linea di finanziamento ad hoc per la realizzazione delle azioni e degli obiettivi della presente strategia; al fine di non creare strumenti di bilancio nuovi, fonte di complicazioni, invita altresì la Commissione a valutare l'opportunità di utilizzare le obbligazioni di progetto e i partenariati pubblico-privato quali strumenti di finanziamento privilegiati;

32.

invita la Commissione a proporre la costituzione, all'interno del RAC per il Mediterraneo già costituito, di organi consultativi specifici, sia per il mare Adriatico sia per il mar Ionio, sulla base delle esperienze positive dei «Distretti del mare» istituiti nelle acque italiane (18) (come ad esempio il distretto di Pesca Nord Adriatico istituito nel 2012 per la gestione condivisa e concertata del settore ittico alto Adriatico a livello politico, economico, sociale e ambientale);

33.

invita la Commissione ad includere, nella futura proposta legislativa sulla pianificazione dello spazio marittimo, disposizioni che impongano agli Stati membri l'attuazione di misure utili al ricupero delle normative esistenti sul loro territorio in materia ambientale e di salvaguardia del turismo, e — per le zone non soggette a restrizioni — all'adozione di «pianificazioni urbanistiche del mare» che includano tutte le diverse tipologie del settore e i piani urbanistici indispensabili per la gestione delle zone marittime e costiere, in modo da definire l'ammissibilità e la compatibilità dell'uso e dell'occupazione di tali zone, onde facilitare l'accesso agli spazi adeguati all'insediamento di imprese del settore dell'acquacoltura;

34.

invita la Commissione a stabilire uno specifico piano di lavoro per il mare Adriatico e il mar Ionio, che definisca gli obiettivi futuri in tale regione come avviene attualmente per il Mediterraneo (politica marittima integrata — progetto MED); rileva che occorre che tale piano di lavoro sia considerato come un progetto ammissibile al finanziamento nel quadro del FEAMP;

35.

esorta la Commissione a istituire una serie di misure sanzionatorie finalizzate a garantire la possibilità di imporre sanzioni agli Stati membri che non rispettano gli obblighi in materia di raccolta e trasmissione di dati o che non sono in grado di risolvere i problemi riguardanti la pesca INN nelle proprie acque o causati dalla propria flotta peschereccia;

o

o o

36.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.


(1)  GU L 409 del 30.12.2006, pag. 11; GU L 36 dell'8.2.2007, pag. 6; GU L 196 del 28.7.2011, pag. 42;

(2)  Testi approvati, P7_TA(2013)0040.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2012)0461.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2012)0269.

(5)  GU C 199 E del 7.7.2012, pag. 193.

(6)  GU C 70 E dell'8.3.2012, pag. 70.

(7)  GU C 236 E del 12.8.2011, pag. 132.

(8)  Direttiva 92/43/CEE del Consiglio (GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7).

(9)  Testi approvati, P7_TA(2010)0128.

(10)  Parere COTER-V-016, relatore Gian Mario Spacca (ALDE, IT), ottobre 2011.

(11)  La definizione dell'Organizzazione Idrografica Internazionale (IHO) indica come limite meridionale del mar Ionio la linea tra Capo Passero (Sicilia) e Capo Tenaron (Grecia).

(12)  COM(2009)0248, COM(2012)0128, COM(2010)0715 e COM(2011)0782.

(13)  ADRIAMED è un progetto regionale FAO finanziato dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MiPaaf) del governo italiano e dalla Commissione europea, al fine di promuovere la cooperazione scientifica tra i paesi dell'Adriatico (Albania, Croazia, Italia, Montenegro e Slovenia), in linea con il codice di condotta per una pesca responsabile della FAO.

(14)  Fondi strutturali (FESR, FC, FSE, FEP/FEAMP), ma anche il 7oPQ e LIFE+.

(15)  Ad esempio, nell'alto Adriatico, l'Osservatorio Socio Economico della Pesca e dell'Acquacoltura.

(16)  Risoluzione GFCM/36/2012/1 «Guidelines on Allocated Zones for Aquaculture (AZA)», adottata nell'ambito della 36a sessione della CGPM (maggio 2012).

(17)  Fondo Euro-Mediterraneo di Investimenti e Partenariato.

(18)  I «Distretti del mare» hanno lo scopo di rafforzare la collaborazione tra Stato e Regioni per lo sviluppo e il sostegno del comparto della pesca e acquacoltura e di promuovere il partenariato con i produttori e con le imprese delle filiere del settore ittico.


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