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Dokument 52013XR4129

Risoluzione del Comitato delle regioni «Approfondimento dell'Unione economica e monetaria»

GU C 280 del 27.9.2013, str. 6—7 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, HR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

27.9.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

C 280/6


Risoluzione del Comitato delle regioni «Approfondimento dell'Unione economica e monetaria»

2013/C 280/02

IL COMITATO DELLE REGIONI

vista la propria risoluzione del 1o febbraio 2013 sul tema Un futuro sostenibile per l'Unione economica e monetaria (UEM) (1);

viste le due comunicazioni della Commissione intitolate rispettivamente Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste (COM(2013) 166 final) e Creazione di uno strumento di convergenza e di competitività (COM(2013) 165 final), pubblicate il 20 marzo 2013;

vista la risoluzione del Parlamento europeo, del 23 maggio 2013, sulle future proposte legislative sull'UEM: risposta alle comunicazioni della Commissione (2013/2609(RSP));

viste le conclusioni del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013;

tenuto conto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità;

Considerazioni generali

ricorda i principi e gli obiettivi dell'Unione economica e monetaria stabiliti nell'art. 3 e nell'art. 120 del TFUE;

sottolinea che l'attuazione delle misure già approvate deve avere la precedenza su ogni nuova proposta ed è d'accordo con il Parlamento europeo sul fatto che ogni ulteriore iniziativa legislativa debba dimostrare un chiaro valore aggiunto rispetto agli strumenti esistenti;

evidenzia che, in tutte le decisioni sullo sviluppo dell'UEM, il ruolo degli enti locali e regionali nel rafforzare l'economia e nel favorire l'occupazione e la crescita dovrebbe essere pienamente riconosciuto e potenziato ogniqualvolta ciò sia possibile;

vede nelle proposte tese a istituire un meccanismo di vigilanza unico, con un ruolo centrale per la BCE e una riforma del ruolo dell'ABE, un passo verso una maggiore trasparenza e una maggiore responsabilità democratica;

accoglie con favore l'invito rivolto il 27 e 28 giugno 2013 dal Consiglio europeo alla Commissione affinché presenti il prima possibile le sue proposte per un progetto di regolamento su un Meccanismo di risoluzione unico, e appoggia l'intenzione di adottare la normativa pertinente prima della fine dell'attuale legislatura;

Coordinamento ex ante delle grandi riforme di politica economica previste

Si aspetta che nella proposta sul coordinamento ex ante, la cui pubblicazione è prevista per l'autunno 2013, la Commissione europea esponga chiaramente la differenza tra il coordinamento e gli altri strumenti e meccanismi già istituiti (ad esempio, il semestre europeo) o previsti (ad esempio, lo strumento di convergenza e di competitività);

sottolinea che la proposta della Commissione europea di introdurre, per quanto riguarda le riforme di politica economica più importanti, un coordinamento ex ante, in cui siano coinvolti soltanto la Commissione e il Consiglio dei ministri, deve essere completata da misure europee e nazionali che assicurino che gli enti locali e regionali pertinenti siano debitamente consultati e informati;

chiede alla Commissione europea e agli Stati membri di prestare un'attenzione speciale agli effetti indotti a livello regionale e al loro possibile impatto sulla sostenibilità delle finanze pubbliche e sulla coesione territoriale, al momento di dare il via all coordinamento ex ante delle grandi riforme economiche nell'UE;

sottolinea che, visto il forte legame tra gli accordi contrattuali e il processo di coordinamento ex ante previsto, dovrebbe esistere un forte legame anche tra la governance e la responsabilità democratica relative a questi due processi; propone pertanto che, qualora siano in gioco gli effetti indotti a livello regionale, venga assicurato il coinvolgimento del Comitato delle regioni e degli enti regionali interessati nel processo di dialogo economico a livello dell'UE;

è d'accordo sul fatto che il coordinamento ex ante dovrebbe riguardare soltanto i piani nazionali di grandi riforme economiche, sottolineando che vi andrebbero comprese anche le riforme nei sistemi della protezione sociale, in quanto esse possono avere un effetto importante all'interno degli Stati membri;

si rammarica che, per quanto attiene al pilastro della legittimità democratica e dell'assunzione di responsabilità dell'UEM, siano stati compiuti pochi progressi concreti per evitare che l'intero processo possa essere messo in dubbio se si crea la percezione che la Commissione europea e gli Stati membri interferiscono in decisioni la cui adozione è abitualmente avvenuta a livello nazionale o persino regionale;

Creazione di uno strumento di convergenza e di competitività

ribadisce la propria convinzione che una capacità di bilancio sia necessaria per realizzare un'Unione economica e monetaria autentica e approfondita, e condivide l'idea che lo strumento proposto possa rappresentare un utile primo passo in questa direzione;

ritiene che il nuovo strumento dovrebbe costituire un'integrazione degli strumenti della politica di coesione ed esprime pertanto delle riserve sul nome di questo nuovo strumento, visto che la vicinanza tra il termine "convergenza" e il termine "coesione" può suggerire una sovrapposizione;

accoglie favorevolmente l'istituzione di un meccanismo volto a rafforzare il coordinamento e l'applicazione di politiche strutturali basate su accordi di natura contrattuale tra Stati membri e istituzioni dell'UE; evidenzia che questi accordi dovrebbero essere soggetti a un processo decisionale e a un'attuazione congiunti e chiede pertanto che gli enti locali e regionali siano coinvolti nell'elaborazione di tali accordi di natura contrattuale, fermo il dovuto rispetto delle legislazioni nazionali; lo strumento dovrebbe, tuttavia, essere accessibile, su base volontaria, anche agli Stati membri non appartenenti all'area dell'euro;

esprime il timore che gli accordi contrattuali attualmente proposti nella comunicazione della Commissione appesantiscano ulteriormente la governance già complessa derivante dalla nuova legislazione sulla sorveglianza economica (programmi nazionali di riforma, raccomandazioni specifiche per paese e sanzioni connesse) e dalla riforma della politica di coesione (accordi di partenariato, programmi operativi e relative condizionalità ex ante);

reputa che le riforme strutturali siano processi di lungo termine che richiedono una programmazione pluriennale e pertanto mette in dubbio la necessità di stabilire un legame tra l'attivazione di questo nuovo strumento e il semestre europeo;

chiede che gli accordi contrattuali siano basati sul metodo comunitario con la piena associazione del Parlamento europeo e dei parlamenti nazionali;

condivide l'idea che l'UE dovrebbe adottare un approccio costruttivo alle riforme strutturali a livello nazionale, e operare in maniera equilibrata, attraverso incentivi e sanzioni;

osserva che gli enti locali e regionali hanno competenze dirette in settori interessati dalle riforme strutturali e dovrebbero pertanto essere coinvolti nella definizione e attuazione di questi accordi contrattuali;

mette l'accento sul fatto che la suddetta programmazione pluriennale e la sua esecuzione dovrebbero quindi essere basate sulla governance multilivello, quando sono in gioco competenze locali e regionali;

Dimensione sociale dell'UEM

accoglie favorevolmente il riconoscimento, da parte del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno 2013, della necessità di rafforzare la dimensione sociale dell'UEM; ribadisce, in tale contesto, il proprio sostegno all'invito rivolto dal Parlamento europeo agli Stati membri affinché prendano in considerazione la stipula di un Patto per gli investimenti sociali, che fisserebbe degli obiettivi d'investimento per gli investimenti sociali a livello nazionale necessari per raggiungere i traguardi occupazionali, sociali e in materia di istruzione della strategia Europa 2020.

Bruxelles, 4 luglio 2013

Il presidente del Comitato delle regioni

Ramón Luis VALCÁRCEL SISO


(1)  CdR 2494/2012 fin.


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