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Document 52011IP0588

Strategia dell'UE per l'Asia centrale Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell’UE per l’Asia centrale (2011/2008(INI))

GU C 168E del 14.6.2013, p. 91–102 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

14.6.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 168/91


Giovedì 15 dicembre 2011
Strategia dell'UE per l'Asia centrale

P7_TA(2011)0588

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell’UE per l’Asia centrale (2011/2008(INI))

2013/C 168 E/13

Il Parlamento europeo,

visto il trattato sull’Unione europea, in particolare l’articolo 21,

visti gli accordi di partenariato e di cooperazione (APC) conclusi tra l’UE e l’Uzbekistan, la Repubblica del Kirghizistan, il Kazakstan e il Tagikistan, l’accordo interinale sugli scambi e sulle questioni commerciali tra la Comunità europea e il Turkmenistan e l’APC tra l’UE e il Turkmenistan, firmato il 25 maggio 1998, non ancora ratificato,

viste la strategia dell’UE per un nuovo partenariato con l’Asia centrale, adottata dal Consiglio europeo del 21 e 22 giugno 2007 (1), e le relazioni congiunte sui progressi compiuti adottate dalla Commissione e dal Consiglio rispettivamente il 24 giugno 2008 (2) e il 28 giugno 2010 (3),

viste le sue precedenti risoluzioni sull’Asia centrale, in particolare quelle del 20 febbraio 2008 su una strategia dell’UE per l’Asia centrale (4), del 6 maggio 2010 (5) e dell’8 luglio 2010 (6) sulla situazione in Kirghizistan, dell’11 novembre 2010 sul rafforzamento dell’OSCE – ruolo dell’UE (7), del 25 novembre 2010 dal titolo "Verso una nuova strategia energetica per l’Europa 2011-2020" (8), del 16 dicembre 2010 sulla relazione annuale sui diritti umani nel mondo nel 2009 e sulla politica dell’Unione europea in materia (9) e del 7 luglio 2011 sulle politiche esterne dell’UE a favore della democratizzazione (10),

vista l’iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani, lanciata nel 2003 con lo scopo di promuovere i diritti umani e di sostenere la riforma dei sistemi penali, la democrazia, la buona governance, la libertà dei media, lo Stato di diritto, le strutture di sicurezza (polizia/forze armate) e la prevenzione dei conflitti e visto il successivo strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (regolamento (CE) n. 1889/2006) (11),

viste le riunioni ministeriali semestrali UE-Asia centrale tenutesi dal 2007 e le conferenze ministeriali UE-Asia centrale sulla sicurezza tenutesi nel 2008 e nel 2009,

visto l’articolo 48 del suo regolamento,

visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per lo sviluppo e della commissione per il commercio internazionale (A7-0338/2011),

A.

considerando che lo sviluppo sostenibile di un paese presuppone che siano garantiti la protezione dei diritti umani, la creazione e lo sviluppo di valori e istituzioni democratici, lo Stato di diritto, i diritti umani e le libertà fondamentali, nonché una buona governance e una società civile forte;

B.

considerando che negli Stati dell'Asia centrale si registrano gravi carenze in materia di democrazia, diritti umani, Stato di diritto e libertà fondamentali;

C.

considerando che una cooperazione rafforzata fra l'UE e i cinque paesi dell'Asia centrale riveste un interesse strategico reciproco al fine di diversificare e approfondire le relazioni politiche, sociali ed economiche e sfruttare appieno il potenziale offerto dagli accordi di partenariato;

D.

considerando che l'Asia centrale riveste notevole importanza per l'Unione europea in termini di potenziale commerciale e sicurezza energetica e che la regione è stata colpita dalla recente crisi finanziaria ed economica globale;

E.

considerando che alcuni Stati membri intrattengono forti relazioni bilaterali con gli Stati dell'Asia centrale, poiché costituiscono importanti fonti di investimento e scambi commerciali e che l'UE necessita di un approccio alla regione concertato e coerente onde evitare malintesi, duplicazioni di attività e soprattutto l'invio di segnali contraddittori;

F.

considerando che alcuni Stati dell'Asia centrale hanno compiuto primi passi nel lungo cammino verso la democratizzazione, un processo in cui continui e seri sforzi in materia di governance e di cooperazione regionale sono condizioni necessarie per superare le carenze persistenti che, fino ad oggi, hanno loro impedito di realizzare pienamente il loro potenziale di sviluppo politico, sociale ed economico;

G.

considerando che le PMI sono l'essenza stessa dell'imprenditorialità e dello spirito di libero mercato nonché un potente elemento propulsore per l'istituzione di regimi democratici;

H.

considerando che l’assenza di fiducia reciproca inasprisce le tensioni sulla condivisione delle risorse naturali, mina la cooperazione regionale e intensifica i rischi di scontro; che, tuttavia, i problemi legati alla disponibilità dell’acqua derivano principalmente dalla cattiva gestione e dallo spreco delle risorse idriche anziché da un deficit quantitativo;

I.

considerando che l'UE e i paesi dell'Asia centrale condividono l'interesse di diversificare le rotte di esportazione e di cooperare in tema di energia e sostenibilità ambientale;

J.

considerando che le preoccupazioni circa la sicurezza e stabilità della regione devono riguardare non solo la sicurezza dello Stato, ma anche quella delle popolazioni mediante, fra l'altro, il rispetto dei diritti umani, dei mezzi di sussistenza, dell'ambiente e l'accesso ai servizi pubblici fondamentali,

Impegno dell’UE

1.

sottolinea il forte interesse politico ed economico dell'UE a rafforzare le proprie relazioni bilaterali e multilaterali con i paesi dell'Asia centrale in tutti i settori della cooperazione come stabilità, sicurezza e sviluppo sostenibile della regione, relazioni commerciali ed economiche, energia e vie di trasporto, rafforzamento del dialogo su valori universali quali la democrazia, il rispetto dei diritti umani e lo Stato di diritto, sfide e minacce comuni, fra cui gestione delle frontiere e lotta al traffico di stupefacenti;

2.

segnala che la strategia dell'UE per l'Asia centrale individua sette priorità ma si limita a prevedere un livello di risorse minimo; osserva, pertanto, che i fondi di assistenza sono troppo limitati per consentire all'UE di avere un impatto su tutte le aree d'intervento; esorta l'UE a elaborare una visione collettiva e a meglio definire e articolare le sue priorità; sottolinea che la cooperazione allo sviluppo con gli Stati dell'Asia centrale può portare a risultati solo se tali paesi rispettano le norme internazionali in materia di democrazia, governance, Stato di diritto e diritti umani; evidenzia, allo stesso modo, che la cooperazione allo sviluppo dell'UE non deve essere subordinata a interessi economici, energetici o di sicurezza;

3.

ritiene che l'UE debba mantenere in Asia centrale un elevato livello di impegno, modulando le proprie strategie in funzione dei progressi degli Stati della regione; sottolinea il fatto che il livello e la natura dell'impegno dell'UE devono essere differenziati e subordinati a progressi misurabili nell'ambito della democratizzazione, dei diritti umani, della buona governance, dello sviluppo socioeconomico sostenibile, dello Stato di diritto e della lotta alla corruzione, offrendo laddove necessario la propria assistenza per favorire tali progressi, secondo orientamenti simili ai principi della politica di vicinato dell'UE (per esempio, "più per più");

4.

rimarca la necessità di illustrare e promuovere il concetto dell'UE di sicurezza e di stabilità qualora differisca da quella degli Stati dell'Asia centrale; sottolinea che l'UE ha il dovere di essere critica nei confronti dei governi che violano i diritti fondamentali dei loro cittadini in nome della sicurezza nazionale;

5.

ritiene che la futura strategia dell’UE per l’Asia centrale debba fondarsi sull’esperienza della riforma della politica europea di vicinato, in termini di differenziazione, contatto tra popoli e una maggiore attenzione alla democrazia e ai diritti umani, nonché tenere in considerazione il più ampio contesto geopolitico;

6.

riconosce l'importanza del lavoro continuo svolto in tale ambito dal Rappresentante speciale dell'UE nel garantire un elevato livello di dialogo politico con gli Stati dell'Asia centrale; rammenta che il suo mandato prevede anche un impegno con la società civile locale, il quale è necessario ai fini di una maggiore visibilità dell'UE; chiede che il dialogo politico si basi su una valutazione del rispetto, da parte degli Stati dell'Asia centrale, degli impegni assunti in qualità di membri dell'OSCE;

7.

ritiene che la revisione della strategia per l'Asia centrale debba tener conto della necessità di supportare i suoi obiettivi con sufficienti risorse finanziarie e di definire schemi di distribuzione appropriati che rispecchino la realtà di ciascun paese della regione; considera che, stanti gli attuali vincoli finanziari, occorre privilegiare i programmi a medio e lungo termine in grado di produrre il massimo impatto sullo sviluppo della regione: gioventù e istruzione, assistenza tecnica allo sviluppo economico e promozione delle piccole e medie imprese, sicurezza idrica e lotta al traffico di stupefacenti;

8.

chiede alla Commissione di integrare visibilmente, o quanto meno conciliare, le sue agende (normativa, tecnica e incentrata sugli interessi) a favore dell'Asia centrale; ricorda altresì gli obblighi di coerenza delle politiche di sviluppo sanciti nell'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea;

9.

sottolinea che è possibile migliorare l'attuazione della strategia intensificando, da un lato, il coordinamento interno all'Unione europea e, dall'altro, l'impegno verso altri donatori internazionali e interlocutori regionali;

10.

suggerisce di razionalizzare l'approccio regionale attraverso relazioni con la Cina e la Russia, che rappresentano i principali attori economici della regione; ritiene che l'approccio relativo all'energia fossile debba essere collegato alla programmazione dell'UE nel Caucaso e nella regione del Mar Nero e con la Turchia;

11.

chiede che la Commissione rispetti rigorosamente la distinzione tra i programmi e le attività idonei ai finanziamenti dello Strumento di cooperazione allo sviluppo (DCI) e quelli che sono finanziati da altri strumenti finanziari, quali lo Strumento di stabilità (IfS)e lo Strumento europeo per la democrazia e i diritti umani (EIDHR), in particolare, relativamente alla gestione dei confini e alla lotta contro la criminalità organizzata, alla migliore applicazione dello Stato di diritto e alla tutela dei diritti umani;

12.

sottolinea la continua necessità di dialoghi regolari sui diritti umani con tutti e cinque i paesi, e constata con rammarico che i progressi complessivi in tale ambito sono stati insufficienti e che in alcuni casi è possibile osservare una regressione; ritiene che l'esistenza di dialoghi sui diritti umani non debba fungere da pretesto per escludere le questioni legate ai diritti umani che sorgono in altri ambiti di cooperazione o per non intraprendere ulteriori azioni; chiede che vengano sistematicamente coinvolti le ONG e gli attori della società civile nella preparazione di tali dialoghi e che i risultati di questi dialoghi siano resi pubblici così da consentire una valutazione della loro efficacia e dell'impegno delle parti;

13.

ribadisce l'importanza di non trascurare i paesi a reddito intermedio, come quelli dell'Asia centrale, nell'ambito della politica complessiva di sviluppo dell'Unione europea e dell'azione per il conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM), poiché gli sforzi per lo sviluppo s'incentrano spesso sui paesi meno sviluppati a scapito della regione dell'Asia centrale, in particolare nel contesto dei tagli all'assistenza allo sviluppo conseguenti alla crisi economica e finanziaria mondiale;

14.

ritiene che le risorse limitate e le numerose esigenze della regione impongano all'UE di prestare un'assistenza rigorosamente mirata e soggetta a priorità, che tenga anche conto degli effetti della corruzione profonda e dell'insufficiente competenza amministrativa sull'uso efficace dei suoi aiuti; chiede livelli stabili di cooperazione allo sviluppo secondo forme concordate e maggiore flessibilità allocativa, e sostiene l'opportunità di privilegiare l'invio di aiuti al Kirzikistan e al Tagikistan che hanno le maggiori necessità al riguardo;

15.

esprime, tuttavia, dubbi riguardo all'utilizzo del sostegno al bilancio a favore del Kirghizistan e del Tagikistan, soprattutto in considerazione della diffusa corruzione; invita la Commissione a presentare una relazione sull'uso del sostegno al bilancio in questi paesi;

16.

è vivamente favorevole ad aprire delegazioni dell'UE a pieno titolo in tutti i paesi dell'Asia centrale quale strumento per incrementare la presenza e la visibilità dell'UE nella regione, la cooperazione a lungo termine e l'impegno con tutti i settori della società e per promuovere lo sviluppo di una migliore comprensione, la nascita dello Stato di diritto e il rispetto dei diritti umani; è convinto che la presenza di dette delegazioni contribuirà in gran misura al conseguimento degli obiettivi della strategia e degli interessi dell'UE nella regione; insiste sulla necessità di dotare tali missioni di adeguate risorse di personale con specialisti nell'ambito degli affari politici, dell'economia e del commercio in modo da raggiungere i migliori risultati e prestare un'assistenza efficace;

17.

raccomanda che, in futuro, gli strumenti TAIEX, Twinning e SIGMA siano aperti ai paesi dell'Asia centrale onde appoggiare il miglioramento delle norme e le riforme necessarie;

18.

osserva con preoccupazione le difficoltà incontrate dall'UE nel dialogare con la società civile indipendente sul tema dei diritti umani e della buona governance e le continue vessazioni subite dalle ONG nella regione; chiede una maggiore trasparenza per quanto riguarda l'assegnazione dei fondi di cooperazione allo sviluppo dell'UE e degli Stati membri e i suoi beneficiari, e chiede che le delegazioni dell'UE e le ambasciate degli Stati membri sostengano i partner non governativi realmente indipendenti, in modo da aiutarli a svolgere un ruolo efficace in termini di sviluppo e di consolidamento della società civile; ritiene che la continua promozione da parte dell'UE di programmi destinati ai paesi dell'Asia centrale rappresenti un importante strumento transfrontaliero per stimolare la comprensione e la cooperazione fra gli Stati della regione;

19.

sottolinea l'importanza che i partiti di opposizione della regione godano di libertà di azione e sollecita i governi di tutti i paesi dell'Asia centrale a garantire la libertà politica;

20.

è favorevole all'organizzazione, su base regolare, di vertici regionali UE-Asia centrale e invita a riflettere sull'eventuale futura creazione di un forum parlamentare ad hoc UE-Asia centrale nel quadro delle attuali commissioni di cooperazione parlamentare e delle riunioni interparlamentari con i paesi dell'Asia centrale quale strumento per valutare e contribuire al contenuto dei relativi colloqui; sottolinea l'importanza di una cooperazione parlamentare bilaterale e multilaterale regolare; considera gli accordi di partenariato e cooperazione come la base istituzionale per intensificare gli scambi tra parlamentari onde favorire reciproca comprensione e rispetto; sostiene pertanto gli APC con tutti i cinque paesi dell'Asia centrale; sottolinea l'importanza di un impegno più attivo del Parlamento europeo nel monitoraggio dei negoziati per gli accordi di partenariato con i paesi dell'Asia centrale e dell'attuazione di quelli esistenti;

21.

invita l'Unione europea a proseguire il sostegno alla riforma del settore pubblico nei paesi dell'Asia centrale mediante un'idonea assistenza tecnica e finanziaria che permetta di realizzare strutture amministrative stabili, rinnovate e modernizzate in tutti gli Stati interessati;

Democratizzazione, diritti umani e Stato di diritto

22.

osserva che, nonostante si siano registrati alcuni cambiamenti costituzionali o giuridici positivi nella regione (sforzi per l'abolizione della pena di morte, istituzione di difensori civici, alcune riforme delle procedure giudiziarie, ecc.), la situazione globale nel settore dei diritti umani e dello Stato di diritto permane preoccupante;

23.

appoggia le conclusioni del documento dell'OCSE "Central Asia Competitiveness Outlook" (prospettive per la concorrenza nell'Asia centrale) del gennaio 2011 e, in particolare, esprime preoccupazione per quanto concerne la situazione dei diritti umani e dei lavoratori nonché la mancanza di sostegno alla società civile nei paesi dell'Asia centrale, il sistema di istruzione, le PMI, le riforme della proprietà terriera e le politiche d'investimento della regione che necessitano di una maggiore diversificazione economica, attualmente incentrate sui settori dell'energia e dell'estrazione mineraria;

24.

invita a rafforzare i dialoghi sui diritti umani al fine di renderli più efficaci e orientati ai risultati; chiede al riguardo che il Parlamento europeo sia ampiamente coinvolto nel loro monitoraggio; esorta il Consiglio e il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) a valutare l'impatto dei dialoghi precedenti, tenere presenti, in cooperazione con il Parlamento europeo, parametri relativi ai progressi realizzati dagli Stati della regione per quanto riguarda i diritti umani e lo Stato di diritto e a valutare l'efficacia dei progetti di assistenza negli sforzi a tal fine;

25.

condanna ogni ricorso alla tortura e le severe restrizioni nei confronti dei media e della libertà di espressione, di riunione e di associazione; esorta l'UE e il suo AR/VP a rendere pubblici i casi di prigionieri politici, di difensori dei diritti umani e di giornalisti imprigionati e ne chiede l'immediato rilascio;

26.

esprime grande apprezzamento per il lavoro svolto dalle fondazioni politiche, che offrono cooperazione pratica nel processo di democratizzazione grazie alla loro presenza permanente sul campo;

27.

considera l'iniziativa relativa allo Stato di diritto un elemento chiave di cooperazione con gli Stati dell'Asia centrale e approva l'interazione esemplare tra l'UE e i suoi Stati membri in termini di attuazione dei progetti di assistenza; nota la scarsa interazione fra i progetti e la società civile locale e ritiene che scambi più intensi con la società civile e un migliore accesso all'informazione sull'iniziativa per gli attori della società civile locale accrescerebbero la visibilità, la trasparenza e la responsabilità delle relative attività, in linea con gli obiettivi generali perseguiti dall'UE per il miglioramento della strategia per l'Asia centrale, enunciati nella relazione congiunta di valutazione; sottolinea che è necessario che il progetto Piattaforma dello Stato di diritto includa obiettivi chiari e una valutazione trasparente della sua attuazione e dei suoi risultati evitando il rafforzamento degli elementi repressivi delle forze di sicurezza; sottolinea che un'attuazione adeguata dell'iniziativa deve essere uno dei principali criteri della concessione di aiuti e del sostegno finanziario;

Istruzione, minori e contatti interpersonali

28.

sottolinea il fatto che l'istruzione costituisce il fondamento dello sviluppo democratico della società; chiede, pertanto, il proseguimento degli sforzi atti a modernizzare il settore dell'istruzione pubblica, compresa la formazione imprenditoriale e a renderla gratuita e accessibile a tutti e chiede che sia rafforzata l'iniziativa sull'istruzione, in particolare gli scambi accademici internazionali di studenti e docenti, nel quadro più ampio di un sostegno alla realizzazione di una società civile basata sulla stabilità dei diritti umani e dei lavoratori in tutti i paesi della regione; sottolinea che è altresì essenziale promuovere processi di partecipazione femminile e l'accesso delle donne al mercato del lavoro;

29.

osserva che l'operato dell'UE in materia di istruzione e diritti umani dovrebbe essere integrato da azioni e programmi diretti ai giovani, i quali rappresentano il gruppo più vulnerabile di tali società; chiede, in tale contesto, un maggiore sostegno dell'UE alle iniziative per la gioventù nella regione, in particolare a quelle in grado di attenuare la crescente radicalizzazione e di promuovere la tolleranza fra i giovani di questi paesi;

30.

invita l'UE a continuare a sostenere i contatti fra le popolazioni e i programmi di scambio in campo imprenditoriale ed educativo; rileva, in tale contesto, carenze nell'organizzazione e attuazione dell'iniziativa sull'istruzione UE-Asia centrale e sollecita la Commissione a colmarle in stretta cooperazione con gli esperti del settore e con i partner dell'Asia centrale;

31.

sottolinea la sua costante preoccupazione per la situazione dei minori, in particolare la prevalenza di lavoro forzato minorile di diversi tipi e gradi, e la necessità per tutti i paesi della regione di attuare sul terreno i loro impegni internazionali, in particolare nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, la Convenzione dell'OIL sull'età minima e la Convenzione dell'OIL sulle forme peggiori di lavoro minorile;

Integrazione economica e sviluppo sostenibile

32.

sottolinea l'interconnessione fra lo Stato di diritto e il progresso economico; riafferma il proprio sostegno alla diversificazione economica dei paesi dell'Asia centrale, allo sviluppo di un settore energetico sostenibile e al miglioramento dei collegamenti di trasporto in modo che le risorse del Mar Caspio possano raggiungere il mercato europeo, come modo di conseguire lo sviluppo economico e una crescita stabile del PIL; invita l'UE a promuovere la creazione di un clima di stabilità economica attraverso un quadro giuridico sicuro e stabile nonché lottando contro la corruzione e il nepotismo, fattori cruciali per attirare gli investimenti esteri, promuovere l'innovazione e stimolare un'autentica imprenditoria privata, compresa la concessione di microcrediti per progetti femminili autonomi, conformemente alle norme sociali, lavorative e ambientali esistenti a livello internazionale;

33.

sottolinea la necessità che i governi dei paesi dell'Asia centrale promuovano e sostengano la diffusione delle PMI in quanto elemento necessario per lo sviluppo dei paesi interessati, e pone in rilievo che l'UE dovrebbe accordare la massima priorità al sostegno delle PMI nell'ambito del mandato della BEI per l'Asia centrale e rendere meno rigorosi i requisiti in materia di visto per i cittadini dell'Asia centrale che viaggino per ragioni di affari o per effettuare studi universitari favorendo, al contempo, l'adozione di norme internazionali in materia di lavoro, di ambiente e di responsabilità sociale delle imprese; ritiene altresì doveroso evitare che esistano pratiche discriminatorie nei confronti di industrie europee, compreso il settore chiave degli appalti pubblici, e invita l'UE ad agevolare la cooperazione fra le PMI dell'UE e quelle dell'Asia centrale;

34.

sostiene un'integrazione più risoluta dei paesi dell'Asia centrale nell'economia mondiale, in particolare attraverso la cooperazione internazionale con l'OMC e l'adesione a questa organizzazione; è convinto che le riforme strutturali orientate all'economia di mercato e all'adesione all'OMC siano essenziali per lo sviluppo economico dei paesi e della regione e per l'integrazione della regione nell'economia mondiale;

35.

sottolinea il fatto che l'integrazione economica internazionale e la cooperazione economica regionale sono approcci complementari e che dovrebbero pertanto essere effettivamente perseguiti in Asia centrale;

36.

è consapevole della ridotta integrazione regionale tra i paesi dell'Asia centrale; invita la Commissione a elaborare strategie commerciali differenziate per ciascuno dei cinque paesi dell'Asia centrale in funzione delle loro necessità specifiche, e a favorire l'integrazione intraregionale;

Energia, acqua e ambiente

37.

rimarca l'importanza della diversificazione delle forniture energetiche e delle materie prime, specialmente le terre rare, per l'UE e dei mercati di esportazione per l'Asia centrale; considera di fondamentale importanza che i progetti in materia di cooperazione energetica includano accordi di fornitura nel lungo termine, garantendo i principi della sostenibilità ambientale e dell'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive; chiede che l'UE promuova l'EITI e altre iniziative analoghe in tutti gli Stati della regione che dispongono di consistenti risorse estrattive;

38.

sottolinea, nell'ambito dei rapporti con i paesi dell'Asia centrale, l'importanza dell'energia dato che costituisce una fonte primaria di reddito per gli Stati interessati e una fonte potenziale fonte di sicurezza energetica per l'UE;

39.

invita il SEAE e la Commissione a continuare a sostenere i progetti energetici e a promuovere una comunicazione che permetta di concretizzare obiettivi importanti come la direttrice transcaspica; saluta con favore la partecipazione di tutti i paesi dell'Asia centrale all'iniziativa di Baku;

40.

riconosce l'importanza della cooperazione energetica con il Kazakstan e il Turkmenistan, dato che presenta vantaggi sia per questi paesi sia per gli Stati membri dell'Unione europea; accoglie pertanto con favore la firma dei memorandum d'intesa con il Kazakstan e il Turkmenistan che prevedono l'acquisto di metano, nonché le iniziative adottate per lo sviluppo del Corridoio Sud, segnatamente attraverso il Progetto Nabucco; segnala tuttavia che il Turkmenistan non è ancora membro dell'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI); esorta l'UE, pertanto, attraverso il suo dialogo sulla politica energetica, ad appoggiare l'adesione del Turkmenistan all'EITI, in modo da integrare gli aspetti della buona governance nella programmazione energetica dell'UE;

41.

stante la crescente penuria di elettricità in Asia centrale, sostiene l'opportunità di una sinergia regionale, anche nel promettente settore delle energie rinnovabili; invita l'UE a fornire sostegno politico e assistenza tecnica a iniziative in questo campo;

42.

nota con preoccupazione gli effetti avversi in Asia centrale della crisi finanziaria globale e dei crescenti livelli di povertà; è convinto che il cammino verso una sana vita politica e sociale passi per la prosperità economica e che l'UE debba fare dello sviluppo delle economie dell'Asia centrale il capitolo principale della sua strategia per la regione; chiede un accentuato sostegno per i programmi di riduzione della povertà e nota l'importanza degli investimenti BEI;

43.

sottolinea gli squilibri di alcune economie dell'Asia centrale che dipendono eccessivamente dalle risorse naturali e considera la diversificazione uno dei principali obiettivi a medio e lungo termine per la regione; rileva in tale contesto l'importanza del programma Invest per l'Asia centrale e ne chiede l'attuazione in tutti e cinque i paesi;

44.

è del parere che una politica organica e coerente di reinvestimenti del gettito che le risorse nazionali garantiscono al bilancio nazionale sia di importanza cruciale per lo sviluppo sostenibile e per il conseguimento di uno sviluppo sociale ed economico a tutto campo;

45.

è del parere che la riforma del settore agricolo sia di fondamentale importanza per quanto concerne, in particolare il conseguimento della sicurezza alimentare, la diversificazione della produzione, la gestione sostenibile delle sementi e la riduzione della dipendenza dalla coltivazione del cotone anziché da altre colture; sottolinea inoltre che per conseguire tali obiettivi occorre introdurre pratiche e tecniche avanzate di gestione dell'acqua, di conservazione delle risorse idriche e di irrigazione; invita i governi dell'Asia centrale ad assumere un ruolo leader in tale approccio;

46.

evidenzia che la mancanza di energia (per il riscaldamento e l'elettricità, ad esempio) sta aggravando la situazione delle popolazioni povere nei paesi dell'Asia centrale; esorta l'UE, conformemente ai suoi impegni sul fronte del cambiamento climatico, a intensificare l'aiuto per promuovere l'elaborazione di una politica energetica sostenibile, fondata anche sull'efficienza energetica e sull'uso delle fonti di energia rinnovabili;

47.

sottolinea che nella regione le problematiche legate all'acqua rimangono una delle principali fonti di tensione e di potenziale conflitto e sottolinea l'importanza di un approccio regionale per la protezione e la corretta gestione delle risorse idriche comuni; constata, in particolare, che i progetti per l'energia idroelettrica e le risorse idriche elaborati in Stati a monte come il Kirghizistan e il Tagikistan hanno aumentato le tensioni regionali con i paesi dell'Asia centrale situati a valle; chiede, in tale contesto, che tutti i paesi della regione che non lo abbiano ancora fatto firmino e ratifichino senza ulteriore indugio le convenzioni di Espoo e di Århus e incoraggino la partecipazione degli attori locali nel processo decisionale;

48.

sottolinea la necessità di creare un quadro permanente credibile ed efficace in cui i paesi a valle e a monte possano discutere e decidere insieme le misure da adottare al fine di affrontare e risolvere i problemi idrici nella regione;

49.

accoglie con favore l'accresciuto impegno delle banche europee per lo sviluppo nella regione, e segnatamente l'estensione del mandato della BEI all'Asia centrale, incentrato sulle questioni ambientali e idriche; sollecita le banche per lo sviluppo a difendere i principi stabiliti dalla BERS, evitando di sostenere imprese di proprietà statale nei paesi dove si registrano sistematiche violazioni dei diritti umani;

50.

esorta l'UE, stante la carenza idrica regionale, a intensificare la sua assistenza nel settore della gestione dell'acqua, nel quadro dell'iniziativa Unione europea per l'ambiente e l'acqua, e a esplorare le alternative offerte dall'energia solare ed eolica per risolvere il problema della mancanza di energia nei paesi a monte e aiutare, su piccola scala, le comunità locali rurali; ritiene deplorabile il fatto che, finora, il progetto dell'Unione per la governance dell'acqua si sia concentrato prevalentemente sulla qualità dell'acqua, un tema importante ma meno pertinente alla situazione dell'Asia centrale di questioni quali la condivisione e la distribuzione delle risorse idriche;

51.

ritiene che la sua esperienza nella gestione delle risorse idriche transnazionali e il suo attuale impegno nella cooperazione bilaterale al fine di integrare i piani nazionali di gestione idrica e la cooperazione multilaterale nel progetto regionale in materia di gestione idrica e nel fondo internazionale per il lago d’Aral diano all’UE l’opportunità di fungere da mediatore e da facilitatore in termini di condivisione delle risorse idriche tra i paesi a monte e a valle (incluso l’Afghanistan settentrionale) e di promuovere la creazione di un regime di cooperazione stabile per la governance dell'acqua, fondato su trattati di diritto internazionale, ruolo che nessun altro attore internazionale è disposto o in grado di ricoprire nonostante gli appelli dei paesi interessati;

Sicurezza/gestione delle frontiere

52.

saluta con soddisfazione l'attuale realizzazione da parte delle cinque repubbliche centro-asiatiche della zona denuclearizzata in Asia centrale; ritiene che il trattato, con il suo impegno vincolante al disarmo nucleare per i paesi che hanno in passato detenuto armi nucleari sul proprio territorio e che confinano con Stati che detengono armi nucleari rappresenti un importante contributo agli sforzi per realizzare un mondo denuclearizzato e un cospicuo esempio di cooperazione in materia di non proliferazione;

53.

osserva che l'esclusione dai diritti fondamentali e dalle opportunità di base risultante dall'assenza di democrazia e dallo Stato di diritto, può portare a situazioni di insicurezza;

54.

ribadisce il proprio sostegno a favore di azioni volte a promuovere la cooperazione regionale quale strumento principale per far fronte ai numerosi problemi di sicurezza transfrontaliera, di gestione delle risorse, etnici, ambientali e di sviluppo nonché al problema dell'estremismo religioso violento negli Stati interessati; sostiene la prosecuzione e il rafforzamento dei programmi regionali BOMCA (gestione delle frontiere) e CADAP (azione anti-droga);

55.

sottolinea che i programmi BOMCA e CADAP sono finanziati nel quadro dello strumento della cooperazione allo sviluppo, non già dello strumento di stabilità; rileva che, essendo lo strumento di stabilità concepito per essere flessibile e per rispondere alle crisi a breve termine senza trascurare gli obiettivi di sicurezza transregionale a lungo termine, risulterebbe logico inserire tali programmi nel quadro dello strumento di stabilità;

56.

sottolinea che la sicurezza regionale è nell'interesse sia dell'UE che degli altri attori dell'area, segnatamente la Federazione russa, la Cina e gli Stati Uniti, che condividono le preoccupazioni circa la crescente instabilità e radicalizzazione della regione e la porosità delle frontiere con l'Afghanistan con il problema risultante del traffico di stupefacenti;

57.

prende atto dell'adesione del Kazakstan all'unione doganale con la Russia e la Bielorussia e auspica che lo sviluppo di questo organismo non crei ostacoli alla cooperazione regionale e non sia d'intralcio ai progressi nelle relazioni bilaterali con l'UE;

58.

sottolinea il fatto che l'inclusione strutturale dell'Afghanistan nella cooperazione settoriale, in particolare per quanto riguarda la gestione della sicurezza e delle frontiere, la sicurezza delle persone e la gestione idrica, è di importanza cruciale per assicurare stabilità e sicurezza nella regione; invita a intensificare la cooperazione transfrontaliera con l'Afghanistan e sottolinea la necessità di coerenza fra l'approccio dell'UE verso l'Afghanistan e la strategia per l'Asia centrale, in particolare per quanto riguarda le azioni e i programmi in materia di trasporto, energia, commercio e sviluppo;

59.

invita l'UE a concentrare le sue attività di assistenza verso la lotta contro la droga e il traffico di esseri umani che figurano tra le principali fonti di instabilità in Asia centrale e verso cui possono dirigersi gli sforzi dell'UE; nota con preoccupazione l'evoluzione di tali fenomeni nell'intera regione e chiede proposte e iniziative transfrontaliere dell'UE; sostiene l'organizzazione in Asia centrale di sedi specializzate per la lotta contro il narco-traffico;

60.

esprime preoccupazione per la diffusione di opinioni e movimenti fondamentalisti, nel loro duplice aspetto di effetto diffusivo della situazione in Afghanistan e di reazione alla problematica condotta dei governi della regione in materia di diritti umani e democrazia; nota che la lotta al terrorismo è un elemento importante della strategia dell'UE per l'Asia centrale;

61.

chiede che il sostegno alla riforma del settore della sicurezza (RSS) nei paesi dell'Asia centrale sia inserito nelle agende politiche degli incontri con i leader centro-asiatici e chiede con urgenza che siano individuati gli ambiti di tale riforma che potrebbero ricevere sostegno nella regione a fianco delle attività attualmente condotte in materia di Stato di diritto e gestione delle frontiere;

62.

sottolinea la necessità che le missioni OSCE e ONU possano operare liberamente nei territori dei paesi interessati, trattandosi di organizzazioni che assolvono un ruolo di assistenza vitale e indispensabile per la riforma del settore della sicurezza;

Questioni specifiche per paese

63.

sottolinea che i seguenti paragrafi specifici per ogni paese includono un elenco di una serie di importanti questioni urgenti, ma non cercano di offrire un'analisi completa di ogni paese;

Kazakstan

64.

esorta l'AR/VP a continuare a esercitare pressioni sulle autorità del Kazakstan affinché mantengano appieno la promessa di migliorare la libertà elettorale e dei media fatta durante la fase preparatoria alla loro presidenza OSCE 2010, conformemente agli impegni chiave degli Stati membri dell'OSCE e al piano nazionale per i diritti umani adottato nel 2009 dal governo del Kazakstan;

65.

invita le autorità kazake ad onorare i propri impegni e obblighi internazionali, inclusi quelli contratti nel quadro della Dimensione umana dell'OCSE;

66.

accoglie con favore le aspirazioni del Kazakstan a relazioni più strette e rafforzate con l'UE e il recente avvio di negoziati su un nuovo APC rafforzato UE-Kazakstan e sottolinea che la cooperazione economica deve procedere di pari passo con la cooperazione politica e basarsi sulla volontà politica di mettere in atto e difendere valori comuni; attende con interesse, in tale contesto, progressi tangibili nel settore della libertà dei media, della libertà di espressione, della libertà di associazione e di riunione, e miglioramenti nella gestione del processo elettorale in occasione delle prossime elezioni legislative del 2012;

67.

si rammarica nell'apprendere che la competenza per le strutture carcerarie è stata recentemente trasferita dal ministero della Giustizia al ministero dell'Interno, e invita il governo del Kazakstan a intensificare gli sforzi per prevenire e contrastare la tortura e i trattamenti inumani, crudeli e degradanti;

68.

esorta il Kazakstan a dimostrare un rinnovato impegno verso l'iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (EITI) rimuovendo tutti gli ostacoli giuridici e regolamentari che si frappongono al successo dell'iniziativa;

Kirghizistan

69.

elogia il Kirghizistan per il suo impegno volto a perseguire riforme democratiche e a transitare verso un reale sistema pluripartitico; auspica che si registrino ulteriori progressi nella gestione delle prossime elezioni presidenziali in programma entro la fine dell'anno; sottolinea che è necessario un impegno costante al fine di sviluppare una democrazia pienamente funzionante e, notando che il Kirghizistan è uno dei paesi pilota ai fini del sostegno democratico dell'UE, esorta l'UE ad assistere le autorità del Kirghizistan nell'ambito della costruzione istituzionale, del consolidamento delle prassi democratiche e della lotta alla corruzione e all'infiltrazione della criminalità organizzata all'interno dell'amministrazione del Kirghizistan;

70.

accoglie con favore la decisione del governo del Kirghizistan di istituire una commissione speciale volta ad attuare e a monitorare le raccomandazioni della commissione indipendente internazionale (CII) nell'ambito dell'inchiesta sugli eventi verificatisi nel mese di giugno 2010 nel Kirghizistan meridionale ed esorta le autorità del Kirghizistan ad adottare le misure necessarie per allentare le tensioni interetniche, moderare il nazionalismo etnico e stabilizzare la situazione nonché per promuovere il dialogo culturale, il rispetto dei diritti delle minoranze e la lotta a tutte le forme di discriminazione, varando, tra l'altro, un'autentica riforma dell'apparato giudiziario e di polizia, come condizione preliminare per prevenire le violazioni dei diritti umani come la tortura e altre forme di abuso perpetrate dalla polizia; esorta l'UE a mettere a punto e ad attuare, insieme alle autorità del Kirghizistan e alle ONG, i suoi programmi di aiuto finalizzati alla prevenzione dei conflitti, alla riconciliazione e alla prevenzione dell'impunità;

Tagikistan

71.

manifesta preoccupazione per l'inefficacia dell'aiuto allo sviluppo dell'UE nel paese, dovuta all'elevato livello di corruzione, all'influenza della criminalità organizzata sulla governance e all'imminente frammentazione regionale alimentata dalle tremende condizioni economiche e sociali; invita, pertanto, ad adottare un approccio alternativo basato sulla sicurezza delle persone ricorrendo a canali di aiuto alternativi;

72.

esprime preoccupazione per la segnalazione di casi di tortura in stato di detenzione e per la costante inaccessibilità dei luoghi di pena agli osservatori della società civile; chiede che il Comitato internazionale della Croce rossa (CICR) e gli osservatori internazionali ottengano l'accesso agli istituti di pena in modo da aumentare la trasparenza e la supervisione;

73.

raccomanda al governo tagiko, a tal riguardo, di porsi come obiettivo il conseguimento di progressi nei settori summenzionati, permettendo così al paese di conseguire decisi e costanti miglioramenti nelle graduatorie di trasparenza e governance nonché in relazione ad altri pertinenti indici predisposti dalle organizzazioni internazionali; chiede una rigida condizionalità per gli aiuti UE inoltrati dalle amministrazioni statali;

74.

esorta l’UE a promuovere e a contribuire, attraverso studi di fattibilità, esperienza tecnica e, laddove necessario, adeguati prestiti BEI, allo sviluppo di progetti di impianti idroelettrici su piccola scala distribuiti lungo il corso dei fiumi e di energie rinnovabili alternative;

Turkmenistan

75.

accoglie con favore la legislazione adottata in ambito politico, economico, sociale e scolastico, ma sottolinea la necessità di farla seguire da un corredo completo di misure di attuazione; esorta, a tal riguardo, il Consiglio e l'AR/VP a incoraggiare le autorità del Turkmenistan ad attuare interamente la nuova legislazione e a impegnarsi più attivamente con le organizzazioni internazionali e regionali;

76.

chiede che siano completamente soddisfatte le condizioni stabilite dal Parlamento europeo nel febbraio 2008, in particolare l'accesso libero e senza ostacoli da parte del comitato internazionale della Croce Rossa, il rilascio di tutti i prigionieri politici e di coscienza, la soppressione di tutti gli ostacoli governativi agli spostamenti e la possibilità, per tutte le ONG, di operare nel paese; ritiene che, per essere in regola con le norme internazionali che ha ratificato, il Turkmenistan debba soddisfare le predette condizioni;

77.

è particolarmente preoccupato per il fatto che le autorità al potere applichino sistematicamente politiche repressive nei confronti di tutte le forme di opposizione, delle ONG indipendenti e degli attivisti che militano a difesa dei diritti dell'uomo; ritiene particolarmente deplorevole che il dialogo con la società civile nel Turkmenistan si sia rivelato impossibile;

Uzbekistan

78.

prende atto delle conclusioni del Consiglio del mese di ottobre 2009, che hanno messo fine alla totalità delle sanzioni nei confronti dell'Uzbekistan e che hanno confermato la disponibilità dell'UE a rafforzare le relazioni con il paese in maniera globale; ricorda che il livello dell'impegno dipende dai progressi realizzati dall'Uzbekistan nei settori dei diritti umani, della democratizzazione, dello Stato di diritto e della lotta contro il traffico di stupefacenti e auspica che il SEAE e il Consiglio sviluppino una politica di impegno europeo decisivo, condizionato e coerente con l'Uzbekistan;

79.

riafferma la sua preoccupazione per le notizie di persistente ricorso al lavoro minorile forzato specialmente nel settore agricolo; prende atto della preoccupazione dell'OIL, dei rappresentanti dei lavoratori, dei datori di lavoro e delle ONG circa il continuo ricorso al lavoro minorile forzato autorizzato dallo Stato nell'industria cotoniera uzbeka; esorta le autorità dell'Uzbekistan a impegnarsi con l'OIL concedendole accesso incondizionato per il monitoraggio del raccolto di cotone sul terreno e ad elaborare, attuare e monitorare efficaci politiche volte a eliminare in modo permanente questa forma di lavoro coatto; invita l'Unione europea a sostenere il governo uzbeko in questa sua azione;

80.

esprime inquietudine per la recente decisione delle autorità dell'Uzbekistan di chiudere l'ufficio di Human Rights Watch di Tashkent, ricorda loro gli obblighi che hanno contratto nei confronti dell'OSCE e le esorta a consentire alle ONG e agli osservatori nazionali e internazionali di avere libero accesso e di operare nell'intero paese;

*

* *

81.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al SEAE, al Rappresentante speciale dell'UE per l'Asia centrale e ai governi e parlamenti di Kazakstan, Kirgizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.


(1)  http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/librairie/PDF/EU_CtrlAsia_EN-RU.pdf

(2)  http://eeas.europa.eu/central_asia/docs/progress_report_0609_en.pdf

(3)  http://register.consilium.europa.eu/pdf/en/10/st11/st11402.en10.pdf

(4)  GU C 184 E del 6.8.2009, pag. 49.

(5)  GU C 81 E del 15.3.2011, pag. 80.

(6)  Testi approvati, P7_TA(2010)0283.

(7)  Testi approvati, P7_TA(2010)0399.

(8)  Testi approvati, P7_TA(2010)0441.

(9)  Testi approvati, P7_TA(2010)0489.

(10)  Testi approvati, P7_TA(2011)0334.

(11)  GU L 386 del 29.12.2006, pag. 1.


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