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Document 52011IP0582

Situazione in Siria Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2011 sulla situazione in Siria

GU C 168E del 14.6.2013, p. 65–70 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

14.6.2013   

IT

Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

CE 168/65


Giovedì 15 dicembre 2011
Situazione in Siria

P7_TA(2011)0582

Risoluzione del Parlamento europeo del 15 dicembre 2011 sulla situazione in Siria

2013/C 168 E/08

Il Parlamento europeo,

viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, segnatamente quelle del 27 ottobre 2011 sulla situazione in Egitto e in Siria, in particolare per quanto riguarda le comunità cristiane (1), del 15 settembre 2011 sulla situazione in Siria (2), del 27 ottobre 2011 (3) sul caso di Rafah Nashed, e del 7 luglio 2011 sulla situazione in Siria, Yemen e Bahrein nel contesto della situazione nel mondo arabo e in Nord Africa (4),

viste le conclusioni sulla Siria del Consiglio "Affari esteri" del 10 ottobre 2011, del 14 novembre 2011 e del 1o dicembre 2011, nonché le conclusioni del Consiglio europeo del 23 ottobre e del 9 dicembre 2011,

vista la decisione 2011/782/PESC del Consiglio, del 1o dicembre 2011, relativa a misure restrittive nei confronti della Siria e che abroga la decisione 2011/273/PESC (5),

viste le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/HR) sulla Siria, dell'8 ottobre 2011, del 3 e 28 novembre 2011 e del 2 dicembre 2011, e la dichiarazione del suo portavoce, del 23 novembre 2011,

vista la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Siria, del 22 novembre 2011,

vista la risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica araba siriana, del 2 dicembre 2011,

vista la dichiarazione resa il 2 dicembre 2011 dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, in occasione della 18a sessione straordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani riunitosi per esaminare la situazione dei diritti umani nella Repubblica araba siriana,

vista la relazione della commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla Repubblica araba siriana, del 23 novembre 2011,

vista la risoluzione della terza commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica araba siriana, del 22 novembre 2011,

vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

visti il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici, il Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali, la Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, la Convenzione sui diritti del fanciullo e il protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, nonché la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, di cui la Siria è firmataria,

visti le dichiarazioni della Lega araba sulla situazione in Siria del 27 agosto 2011, del 16 ottobre 2011 e del 12, 16 e 24 novembre 2011, il suo piano d'azione del 2 novembre 2011 e le sanzioni adottate dalla Lega araba contro la Siria il 27 novembre 2011,

vista la decisione del 30 novembre 2011 del governo della Repubblica di Turchia di imporre sanzioni economiche nei confronti della Siria,

vista la dichiarazione del 30 novembre 2011 dell'Organizzazione per la cooperazione islamica, che invita il governo siriano a cessare immediatamente l'uso eccessivo della forza contro i cittadini e a rispettare i diritti umani,

vista la comunicazione congiunta della Commissione e del VP/HR al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni dal titolo "Una risposta nuova ad un vicinato in mutamento", del 25 maggio 2011,

vista la dichiarazione finale della conferenza ministeriale euromediterranea di Barcellona del 27 e 28 novembre 1995 (dichiarazione di Barcellona) e la dichiarazione comune del vertice di Parigi per il Mediterraneo, del 13 luglio 2008, di cui la Siria è firmataria,

visto l'articolo 110, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.

considerando che, stando alle stime delle Nazioni Unite, dal marzo 2011 più di 5 000 persone, tra cui oltre 300 bambini, sono state uccise, molte altre ferite, oltre 14 000 sarebbero detenute e decine di migliaia avrebbero cercato rifugio nei paesi vicini o sarebbero sfollate internamente a seguito della brutale repressione operata dal regime nei confronti della sua popolazione; che, nonostante l'ampia condanna internazionale, continuano e sono in aumento violente repressioni e gravi violazioni dei diritti umani da parte delle autorità e delle forze armate e di sicurezza contro civili non violenti; che, secondo quanto riferito, paesi e città in tutta la Siria sono sotto l'assedio di forze governative e non hanno accesso a cibo, forniture mediche o mezzi di comunicazione; che la situazione umanitaria di molti siriani si sta deteriorando a seguito delle violenze e degli sfollamenti;

B.

considerando che le riforme e le amnistie annunciate e promesse dal presidente Bashar al-Assad non sono mai state messe in pratica e che il regime ha perso tutta la sua credibilità; che il governo siriano utilizza la Corte suprema per la sicurezza dello Stato, un tribunale speciale che non fa parte del sistema ordinario della giustizia penale, per processare attivisti politici e difensori dei diritti umani; che la violenza è accompagnata da azioni del regime e dei suoi sostenitori volte ad aumentare le tensioni settarie e ad incitare al conflitto interetnico e interconfessionale nel paese;

C.

considerando che il 20 novembre 2011, in un'intervista pubblicata dal Sunday Times, e il 7 dicembre 2011, in un'intervista alla rete statunitense ABC, il presidente Bashar al-Assad ha negato che il suo governo perseguisse una politica vessatoria nei confronti della popolazione e ha dichiarato di non provare rimorso per la repressione della rivolta, che dura ormai da dieci mesi, nonostante le segnalazioni relative alla brutalità delle forze di sicurezza;

D.

considerando che la risoluzione del Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani del 2 dicembre 2011 ha duramente condannato le diffuse, sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali – quali le uccisioni, le esecuzioni arbitrarie, le persecuzioni, le detenzioni arbitrarie, le sparizioni forzate, le torture e i maltrattamenti, gli stupri e altri atti di violenza sessuale nei confronti dei civili, inclusi i bambini, nonché il rifiuto di prestare cure mediche ai feriti o l'intralcio all'autorizzazione delle cure – da parte delle autorità siriane e delle forze armate e di sicurezza, e ha proposto di istituire il mandato di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nel paese;

E.

considerando che, nella relazione della commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla Repubblica araba siriana sono documentate diffuse, sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle forze armate e di sicurezza siriane e delle milizie filogovernative; che la commissione d'inchiesta teme fortemente che diverse regioni della Siria siano state teatro di crimini contro l'umanità; che il governo siriano ha rifiutato di collaborare con la commissione d'inchiesta; che, secondo la relazione ONU della commissione d'inchiesta, dall'inizio della repressione si sono verificate numerose diserzioni all'interno delle forze armate e di sicurezza, che sono aumentate negli ultimi mesi;

F.

considerando che, nella sua dichiarazione del 2 dicembre 2011, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha segnalato che la continua e brutale repressione messa in atto dal regime siriano nei confronti della popolazione potrebbe condurre il paese a una guerra civile, e ha incoraggiato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a deferire la situazione in Siria alla Corte penale internazionale;

G.

considerando che le autorità siriane continuano a negare l'accesso ai giornalisti e agli osservatori internazionali; che le notizie riportate da profughi siriani e da attivisti dei diritti umani e le immagini caricate da telefoni cellulari sono la principale fonte di informazione e documentazione sulle violazioni sistematiche e diffuse dei diritti umani da parte dell'esercito e delle forze di sicurezza siriani contro i civili e sulla situazione in Siria in generale;

H.

considerando che il 1o dicembre 2011 l'Unione europea ha rafforzato le misure restrittive contro la Siria, includendo divieti commerciali supplementari per le imprese e gli istituti finanziari con sede nell'UE per quanto riguarda il settore petrolifero e finanziario siriano, nuovi congelamenti di beni e divieti di viaggio per 11 persone e 12 entità, un embargo sulle armi, e più in particolare un divieto di esportazione dall'interno dell'UE di tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) che il governo può usare per violare i diritti umani dei cittadini in Siria;

I.

considerando che ad oggi il Consiglio/SEAE non è ancora riuscito a definire e pubblicare i dettagli necessari dell'annunciato divieto sulle esportazioni di TIC; che è stato ampiamente riferito che imprese con sede nell'Unione europea hanno fornito al governo siriano tecnologie personalizzate per intercettare, monitorare e catalogare tutto il traffico Internet e le comunicazioni mobili in Siria, intercettando sia il traffico interno che quello internazionale; considerando che, in Siria, imprese con sede nell'Unione europea hanno costruito e gestito centri di monitoraggio in loco e hanno fornito la relativa assistenza tecnica al governo siriano;

J.

considerando che sia l'ambasciatore francese in Siria, Eric Chevallier, sia l'ambasciatore statunitense in Siria, Robert Ford, sono tornati a Damasco, come gesto di dimostrazione di pieno sostegno alla lotta e alle rivendicazioni della popolazione siriana; che entrambi gli ambasciatori erano stati richiamati in ottobre a causa di preoccupazioni per la sicurezza e di violenti attacchi nei confronti degli interessi francesi;

K.

considerando che, nelle sue conclusioni del 1o dicembre 2011, il Consiglio ha nuovamente incoraggiato l'opposizione siriana a istituire una piattaforma unita, ha ribadito che l'Unione europea continuerà a dialogare con membri rappresentativi dell'opposizione siriana che aderiscono ai valori della non violenza, e ha valutato positivamente l'impegno del Consiglio nazionale siriano al riguardo;

L.

considerando che il 22 novembre 2011, il vicepresidente/alto rappresentante Catherine Ashton ha incontrato rappresentanti del Consiglio nazionale siriano e ha sottolineato l'importanza di una piattaforma politica di opposizione inclusiva;

M.

considerando che, negli ultimi mesi, alcuni deputati del Parlamento europeo hanno instaurato un dialogo e tenuto uno scambio di opinioni con diversi rappresenti dell'opposizione siriana in esilio e nel paese;

N.

considerando che la crisi in Siria costituisce una minaccia per la stabilità e la sicurezza di tutta la regione mediorientale;

O.

considerando che il 16 novembre 2011 la Lega araba ha sospeso l'appartenenza della Siria all'organizzazione regionale, dopo che il paese si è dimostrato incapace di onorare i termini di un piano di pace della Lega araba che prevedeva, da parte della Siria, il ritiro dei carri armati dalle città in rivolta, la cessazione degli attacchi contro i manifestanti, l'avvio di un dialogo con l'opposizione e l'ammissione nel paese di 500 osservatori della Lega araba incaricati di valutare la situazione sul campo; che, dopo diversi ultimatum, il 27 novembre 2011 la Lega araba ha approvato sanzioni contro la Siria, comprendenti un congelamento dei beni e un embargo sugli investimenti;

P.

considerando che il 30 novembre 2011 il governo turco ha imposto sanzioni economiche contro la Siria nonché un embargo sulle armi, compresa la fornitura di armi e attrezzature militari e la sospensione di un accordo di cooperazione con la Siria fino all'insediamento di un nuovo governo; che il 22 novembre 2011 il Primo ministro turco aveva invitato il presidente al-Assad a "finalmente dimettersi"; che dal marzo 2011 decine di migliaia di profughi siriani continuano a cercare rifugio in Turchia;

Q.

considerando con preoccupazione la notizia riportata da molte fonti secondo cui le autorità siriane hanno ordinato l'espulsione di Padre Paolo Dall'Oglio, l'abate del Monastero Mar Musa in Siria e vincitore del primo premio Anna Lindh EuroMed 2006 per il dialogo tra le culture, noto per il suo lavoro per l'armonia interreligiosa nel paese negli ultimi tre decenni e per il suo impegno negli sforzi per la riconciliazione interna, basata sulla negoziazione, e per la libertà di espressione; invita le autorità siriane ad astenersi da questo atto che potrebbe indebolire il dialogo in corso fra cristiani e musulmani;

R.

considerando che il 4 dicembre 2011 le autorità siriane hanno arrestato la blogger Razan Gazzawi al confine siro-giordano mentre si stava presumibilmente dirigendo verso la capitale giordana Amman per partecipare a un seminario sulla libertà di stampa organizzato dal suo datore di lavoro, il Centro siriano per i media e la libertà di espressione;

1.

condanna ancora una volta nei termini più aspri la repressione brutale esercitata dal regime siriano contro la propria popolazione, compresi i bambini; esprime il suo cordoglio alle famiglie delle vittime; ribadisce la propria solidarietà con il popolo siriano nella sua lotta non-violenta per la libertà, la dignità e la democrazia e plaude al suo coraggio e alla sua determinazione, riferendosi in particolare alle donne, che svolgono un ruolo cruciale in questa lotta;

2.

osserva la mancata osservanza da parte del regime siriano – e in particolare del presidente Bashar al-Assad, che ha la responsabilità finale in quanto capo costituzionale dello Stato siriano – degli obblighi derivanti dal diritto internazionale dei diritti umani e chiede nuovamente l'immediata cessazione della repressione violenta contro i dimostranti pacifici e delle vessazioni a danno delle loro famiglie, il rilascio di tutti i manifestanti detenuti, dei prigionieri politici, dei difensori dei diritti umani e dei giornalisti e il pieno accesso al paese per le organizzazioni internazionali in ambito umanitario e dei diritti umani nonché per i media internazionali;

3.

invita nuovamente il presidente Bashar al-Assad e il suo regime a farsi immediatamente da parte per consentire che nel paese abbia luogo una transizione democratica;

4.

chiede indagini rapide, indipendenti e trasparenti in merito alle diffuse, sistematiche e gravi violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali da parte delle autorità siriane e delle forze militari e di sicurezza, così da garantire che tutti gli autori di tali atti, che possono costituire crimini contro l'umanità, ne rispondano dinanzi alla comunità internazionale;

5.

richiama l'attenzione sull'appello dell'opposizione siriana e dei manifestanti ai fini dell'invio di osservatori internazionali onde scoraggiare gli attacchi contro i civili e garantire il pieno accesso al paese per le organizzazioni internazionali in ambito umanitario e dei diritti umani nonché dei media internazionali;

6.

chiede una transizione pacifica e autentica alla democrazia che soddisfi le legittime richieste del popolo siriano e si basi su un processo inclusivo di dialogo politico nazionale con la partecipazione di tutte le forze democratiche e della società civile nel paese; esorta le forze di opposizione a evitare, nel difendere la popolazione, la trappola di un'ulteriore acuirsi della violenza e della militarizzazione della situazione; esprime profonda preoccupazione per il fatto che le intimidazioni da parte delle autorità siriane possano ora estendersi agli attivisti dell'opposizione in esilio e invita gli Stati membri dell'UE a prendere in considerazione la possibilità di espellere i diplomatici siriani stazionati sul suo territorio coinvolti in tali casi o di adottare altre misure adeguate nei loro confronti;

7.

loda e incoraggia gli sforzi in atto da parte dell'opposizione siriana sia all'interno che all'esterno del paese per stabilire una piattaforma unitaria, continuare a impegnarsi con la comunità internazionale, in particolare la Lega araba, e lavorare su una visione condivisa per il futuro della Siria e la transizione verso un sistema democratico; continua a sostenere il Consiglio nazionale siriano e sottolinea che è importante che l'opposizione siriana e il Libero esercito siriano si impegnino per i diritti umani, le libertà fondamentali e lo stato di diritto, garantendo il mantenimento di un approccio pacifico e inclusivo; appoggia le conclusioni del Consiglio del 1o dicembre 2011 e sollecita l'UE e i suoi Stati membri a darvi rapida esecuzione nonché a trovare nuove modalità di rafforzamento della loro assistenza non militare a queste forze di opposizione;

8.

sottolinea ancora una volta che il governo siriano non è riuscito a far fronte alla responsabilità di proteggere la propria popolazione e a porre immediatamente fine a tutte le violazioni dei diritti umani e a qualsiasi attacco contro i civili; ritiene che, alla luce di tale mancanza, la comunità internazionale debba adottare misure urgenti e adeguate;

9.

si compiace dell'impegno dell'UE volto a continuare a sollecitare una più forte pressione internazionale sul regime siriano; sostiene con forza le decisioni del Consiglio del 14 novembre e 1o dicembre 2011 di imporre nuove misure restrittive al regime e chiede l'estensione del congelamento dei beni e del divieto di viaggio alle famiglie e alle imprese che ne sono i principali finanziatori; sottolinea che è necessario che l'UE sia pronta ad adottare ulteriori misure per aiutare il popolo siriano, che si batte per un futuro democratico con mezzi pacifici; chiede a questo proposito ulteriori sanzioni UE che siano mirate al regime siriano ma riducano al minimo gli impatti negativi sulla popolazione, fino a che durerà la repressione, nonché la creazione di meccanismi adeguati per affrontare le emergenze umanitarie attuali e future nel paese; accoglie e sostiene le conclusioni del Consiglio sulla Siria del 1o dicembre 2011, in cui si dichiara altresì che l'UE è pronta a sviluppare un partenariato nuovo e ambizioso con la Siria in tutti i settori di reciproco interesse, anche mediante la mobilitazione di assistenza e il rafforzamento dei legami commerciali ed economici, non appena il presidente Bashar al-Assad si farà da parte e avrà inizio un'autentica transizione democratica;

10.

accoglie con favore e sostiene le risoluzioni sulla situazione dei diritti umani in Siria, adottate dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 22 novembre 2011, dal Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani il 2 dicembre 2011 e dalla terza commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 22 novembre 2011, nonché la relazione della commissione d'inchiesta internazionale indipendente sulla Siria del 23 novembre 2011; chiede la sospensione immediata della partecipazione della Siria alla commissione per i diritti umani dell'UNESCO;

11.

deplora il fatto che sinora il Consiglio di sicurezza dell'ONU non sia stato in grado di rispondere adeguatamente ai brutali eventi in atto in Siria; ribadisce il suo appello ai membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU, e alla Russia e alla Cina in particolare, affinché si facciano carico delle proprie responsabilità onde garantire che in Siria siano rispettate le norme internazionali in materia di diritti umani; continua a sostenere gli sforzi dell'UE e dei suoi Stati membri in questo campo; incoraggia nel contempo il Consiglio di sicurezza dell'ONU a deferire alla Corte penale internazionale i crimini commessi dal regime siriano contro la propria popolazione;

12.

appoggia risolutamente gli sforzi della Lega araba intesi a porre fine alla violenza e a favorire una soluzione politica in Siria; valuta positivamente la proposta della Lega di inviare una missione di osservazione a protezione dei civili; si dichiara preoccupato per lo scarso impegno dimostrato dalle autorità siriane nell'attuazione del piano d'azione; accoglie positivamente la decisione della Lega araba di decretare sanzioni nei confronti del regime siriano; invita quest'ultimo ad astenersi da qualsiasi tentativo, diretto o indiretto, volto a destabilizzare i paesi vicini;

13.

chiede una maggiore cooperazione tra l'UE e la Turchia per quanto riguarda la situazione in Siria; plaude alla condanna del regime siriano pronunciata dalla Turchia, alle sanzioni economiche da essa imposte al regime e alla sua politica di mantenimento dell'apertura delle frontiere per i rifugiati;

14.

esorta il VP/HR ad adoperarsi al massimo per avviare discussioni con la Turchia, la Lega araba e l'opposizione siriana circa le modalità di creazione di corridoi umanitari al confine turco-siriano al fine di proteggere i rifugiati siriani e tutti i civili che cercano di lasciare il paese per sfuggire alla repressione militare in corso;

15.

incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, nonché al governo e al parlamento della Repubblica popolare cinese, al governo e al parlamento della Federazione russa, al governo e al parlamento della Repubblica araba siriana e al governo e al parlamento della Repubblica di Turchia.


(1)  Testi approvati, P7_TA(2011)0471.

(2)  Testi approvati, P7_TA(2011)0387.

(3)  Testi approvati, P7_TA(2011)0476.

(4)  Testi approvati, P7_TA(2011)0333.

(5)  GU L 319 del 2.12.2011, pag. 56.


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