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Dokument 52008IP0583

    Piano europeo di gestione della popolazione dei cormoraniRisoluzione del Parlamento europeo del 4 dicembre 2008 sull'elaborazione di un Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani al fine di ridurre il loro impatto crescente sulle risorse ittiche, la pesca e l'acquacoltura (2008/2177(INI)

    GU C 21E del 28.1.2010, str. 11—15 (BG, ES, CS, DA, DE, ET, EL, EN, FR, IT, LV, LT, HU, MT, NL, PL, PT, RO, SK, SL, FI, SV)

    28.1.2010   

    IT

    Gazzetta ufficiale dell'Unione europea

    CE 21/11


    Giovedi 4 dicembre 2008
    Piano europeo di gestione della popolazione dei cormorani

    P6_TA(2008)0583

    Risoluzione del Parlamento europeo del 4 dicembre 2008 sull’elaborazione di un Piano europeo di gestione della popolazione di cormorani al fine di ridurre il loro impatto crescente sulle risorse ittiche, la pesca e l’acquacoltura (2008/2177(INI))

    2010/C 21 E/05

    Il Parlamento europeo,

    visto il regolamento (CE) n. 2371/2002 del Consiglio, del 20 dicembre 2002, relativo alla conservazione e allo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell’ambito della politica comune della pesca (1),

    vista la comunicazione della Commissione dell’11 aprile 2008 intitolata «Il ruolo della PCP nell’attuazione di un approccio ecosistemico alla gestione dell’ambiente marino» (COM(2008)0187),

    vista la direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (2) («direttiva Uccelli»),

    vista la comunicazione della Commissione del 28 maggio 2002 sulla riforma della politica comune della pesca (COM(2002)0181),

    vista la comunicazione della Commissione europeo del 19 settembre 2002 intitolata «Una strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea» (COM(2002)0511),

    viste le conclusioni delle riunioni del Consiglio «Agricoltura e pesca» del 27 e 28 gennaio 2003 a Bruxelles,

    vista la risoluzione del 15 febbraio 1996 sul problema dei cormorani in relazione all’attività di pesca in Europa (3),

    vista la direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (4),

    visto l’articolo 45 del suo regolamento,

    vista la relazione della commissione per la pesca (A6-0434/2008),

    A.

    visto il rapido incremento del numero di cormorani (Phalacrocorax carbo) sul territorio dell’Unione europea, dove la popolazione complessiva di questi volatili è cresciuta di 20 volte negli ultimi 25 anni, e si stima sia compresa, attualmente, tra 1,7 e 1,8 milioni di esemplari,

    B.

    considerando i danni comprovati e permanenti alle imprese acquicole e agli stock di numerose specie di pesce selvatico nelle acque interne e lungo le coste di molti Stati membri,

    C.

    considerando che l’attuazione di un approccio ecosistemico alla gestione dell’ambiente marino e costiero nonché delle acque interne esige una politica equilibrata che assicuri un bilanciamento tra obiettivi diversi tra loro, ma assolutamente legittimi, dello sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche: protezione degli uccelli e conservazione della biodiversità sia per quanto riguarda l’avifauna che la fauna ittica, da una parte, e il legittimo interesse dei pescatori e degli acquicoltori nello sfruttamento economico delle risorse ittiche, dall’altra parte; considerando altresì che il regolamento (CE) n. 1100/2007 del Consiglio, del 18 settembre 2007, che istituisce misure per la ricostituzione dello stock di anguilla europea (5) rappresenta un esempio di una tale politica equilibrata,

    D.

    considerando inoltre i danni arrecati in modo manifesto e con effetti duraturi da tali uccelli alla vegetazione di determinate aree geografiche di molti Stati membri,

    E.

    considerando che attualmente le forme di coordinamento bilaterale e multilaterale a livello scientifico e amministrativo, all’interno dell’Unione europea, né con gli Stati terzi interessati, sul censire il fenomeno e contrastare tale tendenza, soprattutto per quanto riguarda la rilevazione di dati attendibili e generalmente riconosciuti sulla popolazione complessiva di cormorani nell’Unione europea,

    F.

    considerando che la sottospecie Phalacrocorax carbo sinensis (cormorano continentale) già nel 1997 è stata depennata dall’elenco delle specie per le quali sono previste misure specifiche di protezione degli habitat (allegato I della direttiva Uccelli), poiché tale sottospecie, al più tardi dal 1995, aveva raggiunto uno «stato di conservazione favorevole» (Favourable Conservation Status), mentre la sottospecie Phalacrocorax carbo carbo (cormorano atlantico) non è mai stata inserita in tale elenco in quanto non minacciata,

    G.

    considerando che l’articolo 9, paragrafo 1, lettera a), terzo trattino della direttiva Uccelli consente agli Stati membri di adottare contromisure provvisorie al fine di prevenire «gravi danni», a condizione che gli obbiettivi di tutela della direttiva Uccelli non vengano compromessi (in concreto che le condizioni di conservazione favorevoli della specie, non siano compromesse),

    H.

    considerando che il pericolo di gravi danni aumenta in maniera esponenziale e quanto più il numero di cormorani presenti in una regione si avvicina al limite di resistenza (Carrying Capacity) dei grandi bacini idrici, tanto più le contromisure a livello locale perdono efficacia,

    I.

    considerando che il concetto di «gravi danni» che figura all’articolo 9, paragrafo 1, lettera a), terzo trattino, della direttiva Uccelli, che concede agli Stati membri di intervenire direttamente nel controllo della popolazione di una specie, non è chiaramente definito, e che quindi si palesa una notevole incertezza giuridica presso le amministrazioni nazionali, con conseguenti forti conflitti sociali,

    J.

    considerando che le conclusioni del gruppo di esperti internazionale sul problema dei cormorani in Europa sono sostanzialmente contraddittorie, come rilevato dalle relazioni finali dei progetti REDCAFE (6), FRAP (7) ed EIFAC (8),

    K.

    considerando che, malgrado l’autorizzazione e il finanziamento di misure volte a limitare i danni provocati dai cormorani, rientrino tra i compiti degli Stati membri ovvero delle regioni, alla luce anche soltanto della caratteristica di uccelli migratori dei cormorani, una gestione sostenibile delle popolazioni è possibile solo attraverso un’azione coordinata di tutti gli Stati membri e delle regioni interessati, con il sostegno dell’Unione europea,

    L.

    considerando che nella comunicazione della Commissione intitolata «Una strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura europea» nella sezione «Specie protette predatrici» si legge: «gli impianti di acquacoltura possono essere attaccati da predatori, uccelli o mammiferi, appartenenti a specie selvatiche protette. La predazione compromette seriamente la redditività delle aziende itticole e la lotta contro i predatori è particolarmente difficile, soprattutto nei grandi bacini estensivi e nelle lagune. L’efficacia dei dispositivi di allontanamento è dubbia, giacché gli animali vi si abituano rapidamente. Per i cormorani, l’unica protezione di cui dispongono pescatori e itticoltori consiste nel controllare la crescita delle popolazioni selvatiche»,

    M.

    considerando che nelle riunioni del 27 e 28 gennaio 2003, in merito alle strategie per lo sviluppo sostenibile dell’acquicoltura europea, il Consiglio ha affermato che è necessario mettere a punto una strategia comune relativa agli animali che si nutrono di pesce (per esempio i cormorani),

    N.

    visti le linee guida per i piani di gestione delle popolazioni di grandi carnivori (Guidelines for Population Level Management Plans for Large Carnivores) (9), recentemente pubblicate dalla Commissione, in particolare in relazione al chiarimento del concetto di «stato di conservazione favorevole» e di «popolazione minima vitale» (Minimum Viable Population), nonché all’affermazione secondo cui gli obiettivi di tutela potrebbero essere più facilmente raggiunti se il numero di soggetti di una specie viene mantenuto al di sotto del livello teorico di resistenza massima di una zona,

    O.

    ricordando che le misure di vario genere finora sperimentate a livello nazionale, regionale e locale hanno dimostrato di avere solo un’efficacia limitata nell’arginare i danni causati dalla popolazione dei cormorani,

    P.

    ricordando che negli ultimi anni non tutti i mezzi a diposizione per la rilevazione dei dati relativi al settore alieutico sono stati sfruttati (per esempio la linea di bilancio 11 07 02: supporto alla gestione delle risorse alieutiche (miglioramento dei pareri scientifici),

    Q.

    ricordando che le deroghe di cui all’articolo 9 della direttiva Uccelli applicate attualmente in quasi tutti gli Stati membri per prevenire i danni locali, nonostante gli elevati oneri amministrativi e gli ingenti costi sociali non abbiano concorso ad attenuare in modo sostenibile il problema,

    R.

    ricordando che la Commissione, nonostante le ripetute richieste da parte degli interessati (associazioni di pescatori e di pescatori a mano con l’amo, imprese acquicole ecc.), del mondo scientifico, nonché di comitati e rappresentanze degli Stati membri e delle regioni, non si è mostrata disponibile a presentare nuove proposte in grado di risolvere la problematica di livello europeo;

    1.

    invita la Commissione e gli Stati membri a fornire, attraverso in finanziamento di rilevazioni scientifiche periodiche, dati attendibili e generalmente riconosciuti sulla popolazione complessiva, la struttura e i tassi di fertilità e mortalità degli esemplari di cormorani presenti in Europa;

    2.

    propone che sia costituita, con la partecipazione dei centri di ricerca sulla pesca e delle autorità competenti in materia e attraverso un monitoraggio sistematico dei cormorani sotto l’egida dell’Unione europea e degli Stati membri, una banca dati affidabile ed efficace, generalmente riconosciuta e aggiornata annualmente, sullo sviluppo, la quantità e la distribuzione geografica della popolazione di cormorani in Europa;

    3.

    invita la commissione a concedere in appalto e finanziare uno studio scientifico che sulla base dei dati attualmente disponibili sulla popolazione nidificante, il tasso di fertilità e mortalità, elabori un modello di valutazione per la dimensione e la struttura della popolazione complessiva di cormorani

    4.

    invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere attraverso opportuni canali, la creazione delle premesse idonee per scambi bilaterali e multilaterali a livello scientifico e amministrativo, sia all’interno dell’Unione europea sia con i paesi terzi indicando la provenienza delle rilevazioni, delle comunicazioni, dei contributi o delle pubblicazioni ma soprattutto delle statistiche, in maniera tale da poter risalire chiaramente ad una fonte scientifica, ufficiale o legata ad associazioni, in particolare alle associazioni per la protezione dell’ambiente e degli uccelli;

    5.

    invita la Commissione a valutare attraverso un’analisi comparativa le conclusioni contrastanti tra loro relative ad un piano di gestione dei cormorani dei progetti REDCAFE, da un lato, e FRAP, è EIFAC, dall’altro;

    6.

    invita la Commissione a istituire un gruppo di lavoro, la cui composizione rifletta in modo equilibrato gli interessi in gioco, con il mandato vincolante di effettuare, per un anno, un’analisi sistematica dei costi e dei benefici delle possibili azioni in materia di gestione dei cormorani a livello degli Stati membri, di valutarne la plausibilità dal punto di vista logico e scientifico e formulare una raccomandazione;

    7.

    invita la Commissione a presentare un piano di gestione dei cormorani a più livelli, coordinato a livello europeo, che integri nel lungo termine i cormorani nel paesaggio modificato dall’uomo, senza pregiudicare gli obiettivi della direttiva Uccelli e del programma Natura 2000 per quanto concerne le specie ittiche e gli ecosistemi acquatici;

    8.

    invita la Commissione, ai fini di una maggiore certezza giuridica, a definire chiaramente il concetto di «gravi danni», di cui dall’articolo 9, paragrafo 1, lettera a, trattino 3, della direttiva Uccelli, allo scopo di darne un’interpretazione univoca;

    9.

    invita la Commissione a fornire altresì orientamenti più generali sulla natura delle deroghe consentite ai sensi dell’articolo 9, paragrafo 1, della direttiva Uccelli, e in particolare a chiarire ulteriormente la terminologia al fine di evitare qualunque rischio di ambiguità;

    10.

    esorta la Commissione e gli Stati membri a promuovere una gestione sostenibile della popolazione dei cormorani attraverso un coordinamento, una cooperazione e una comunicazione rafforzati a livello scientifico e amministrativo, nonché a definire premesse adeguate per l’elaborazione di un piano di gestione per i cormorani a livello europeo;

    11.

    invita la Commissione a esaminare tutti gli strumenti giuridici a disposizione, al fine di ridurre gli effetti negativi della popolazione di cormorani sulla pesca e sull’acquacoltura e, nell’elaborazione della sua iniziativa per la promozione dell’acquacoltura in Europa, a prendere in considerazione gli effetti positivi di un piano di gestione della popolazione di cormorani a livello europeo e a presentare eventualmente proposte di soluzione al problema dei cormorani;

    12.

    invita la Commissione e gli Stati membri a mettere a disposizione le risorse destinate dal bilancio comunitario alla rilevazione dei dati relativi al settore della pesca, in particolare quelle di cui alla linea di bilancio 11 07 02: supporto alla gestione delle risorse alieutiche (miglioramento dei pareri scientifici), anche per rilevazioni, analisi e studi previsionali sulla popolazione di cormorani nel territorio dell’Unione europea nella prospettiva di un monitoraggio periodico di questa specie di uccelli;

    13.

    incarica il suo Presidente a trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.


    (1)  GU L 358 del 31.12.2002, pag. 59.

    (2)  GU L 103 del 25.4.1979, pag. 1.

    (3)  GU C 65 del 4.3.1996, pag. 158.

    (4)  GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7.

    (5)  GU L 248 del 22.9.2007, pag. 17.

    (6)  REDCAFE (Reducing the Conflict between Cormorants and Fisheries on a Pan-European Scale) è un progetto finanziato dall’UE nell’ambito del Quinto programma quadro per la ricerca e lo sviluppo, concluso nel 2005.

    (7)  FRAP (Framework for Biodiversity Reconciliation Action Plans) è un progetto finanziato dalla Commissione nell’ambito del Quinto programma quadro per la ricerca e lo sviluppo, concluso nel 2006.

    (8)  EIFAC (European Inland Fisheries Advisory Commission) è un comitato consultivo regionale della FAO per la pesca nelle acque continentali e dell’acquicoltura.

    (9)  Cfr. http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/species/carnivores/index_en.htm.


    Góra