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Document 92002E003664
WRITTEN QUESTION E-3664/02 by Olivier Dupuis (NI) to the Commission. Webjacking used by the Chinese authorities to block unwelcome sites.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3664/02 di Olivier Dupuis (NI) alla Commissione. Tecniche di webjacking utilizzate dalle autorità di Pechino per bloccare i siti non graditi.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3664/02 di Olivier Dupuis (NI) alla Commissione. Tecniche di webjacking utilizzate dalle autorità di Pechino per bloccare i siti non graditi.
GU C 268E del 7.11.2003, pp. 42–43
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3664/02 di Olivier Dupuis (NI) alla Commissione. Tecniche di webjacking utilizzate dalle autorità di Pechino per bloccare i siti non graditi.
Gazzetta ufficiale n. 268 E del 07/11/2003 pag. 0042 - 0043
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3664/02 di Olivier Dupuis (NI) alla Commissione (18 dicembre 2002) Oggetto: Tecniche di webjacking utilizzate dalle autorità di Pechino per bloccare i siti non graditi Secondo informazioni diffuse dalla Dynamic Internet Technology Inc (DIT) partner tecnologico di Voice of America, Radio Free Asia ed EpochTimes le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno, da qualche mese, messo in atto una nuova strategia per bloccare i siti non graditi al regime. Si tratta, in termini tecnici, del cosiddetto webjacking, e cioè del dirottamento e, quindi, del successivo sequestro di un indirizzo web. Questa operazione avviene a livello di ISP cinesi (i fornitori di accesso alla Rete) attraverso la manomissione dei DNS (Domain Name System), l'anagrafe di Internet destinata a trasformare un indirizzo, lo stesso in tutto il mondo, da alfanumerico in numerico (per es. www.bbc.co.uk corrisponde all'IP 212.58.240.31). In pratica, in tutta la Cina il DNS risolve in modo sbagliato l'indirizzo destinato a essere bloccato mandando l'utente (ignaro di tutto ciò) a un falso indirizzo IP. Con questo sistema intere liste di siti web vengono dirottate verso un unico indirizzo che, successivamente, verrà bloccato a livello del grande firewall cinese. Intende la Commissione chiedere alle autorità cinesi chiarimenti sull'esistenza e la diffusione di tale pratica nel territorio cinese? Se risultasse vera, quali sono gli strumenti che la Commissione intende utilizzare affinché il Governo cinese desista dall'applicarla, visti i danni, economici e politici, che possono derivare dall'uso massiccio di tale strumento di controllo? Intende la Commissione, qualora non ne abbia a sua disposizione, dotarsi di strumenti in grado di salvaguardare gli interessi dei propri cittadini o associazioni, che subiscono questo tipo di trattamento da parte della Repubblica Popolare Cinese? Risposta data dal sig. Patten in nome della Commissione (4 febbraio 2003) La Commissione condivide le preoccupazioni dell'onorevole parlamentare relative alle condizioni di accesso a Internet ed al suo utilizzo nella Repubblica popolare cinese. Questo aspetto è stato oggetto di reiterati interventi della stessa dinanzi alle autorità cinesi segnatamente nell'ambito del dialogo bilaterale Unione-Cina sui diritti dell'uomo, trattandosi in particolare di violazioni della libertà di espressione. Le informazioni fornitele dall'onorevole Parlamentare torneranno certamente molto utili nel prosieguo dei contatti che essa intende mantenere e sviluppare a tale specifico riguardo con le autorità cinesi.