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Document 92001E001466

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1466/01 di Guido Podestà (PPE-DE) al Consiglio. L'aggressione alla tradizione culturale in Afghanistan.

GU C 81E del 4.4.2002, p. 26–27 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

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92001E1466

INTERROGAZIONE SCRITTA E-1466/01 di Guido Podestà (PPE-DE) al Consiglio. L'aggressione alla tradizione culturale in Afghanistan.

Gazzetta ufficiale n. 081 E del 04/04/2002 pag. 0026 - 0027


INTERROGAZIONE SCRITTA E-1466/01

di Guido Podestà (PPE-DE) al Consiglio

(21 maggio 2001)

Oggetto: L'aggressione alla tradizione culturale in Afghanistan

La distruzione delle statue preislamiche di Buddha risalenti al secondo secolo avanti Cristo non è solo un danno al patrimonio culturale dell'intera umanità, non è solo la continuazione di una catastrofe culturale iniziata con i danni arrecati ai reperti archeologici del museo di Kabul, essa è la spia di un fanatismo che si spinge oltre il senso religioso e che minaccia di continuare, non curante dei numerosi appelli giunti da più parti del mondo.

Come ritiene il Consiglio di agire per salvaguardare il patrimonio artistico-culturale minacciato dall'attuale regime dell'Afghanistan?

Quali misure intende adottare per arginare questo fanatismo religioso?

Quali azioni il Consiglio intende intraprendere per rafforzare il dialogo con le autorità locali?

Quali misure di cooperazione intende attuare a livello internazionale, specialmente con Paesi come Pakistan, Emirati Arabi e Arabia Saudita che hanno riconosciuto il governo dei Talebani, per cercare di stabilire opportunità di intesa?

Risposta

(20 novembre 2001)

1. Allorché il regime dei Talibani ha annunciato di voler distruggere beni culturali in Afghanistan il Consiglio ha reagito immediatamente per cercar di evitare la distruzione del ricco patrimonio culturale. Sono state intraprese varie iniziative, tra l'altro presso il Ministro degli esteri dei Talibani Mutawakil, in Pakistan, in Arabia Saudita e Abu Dhabi. Il Consiglio ha inoltre fermamente condannato l'ordine di distruzione nella sua dichiarazione del 1o marzo 2001. Sfortunatamente, e Talibani si sono rivelati, ancora una volta, del tutto insensibili alle pressioni internazionali e alla condanna unanime, anche da parte di altri paesi islamici, di tali atti barbarici.

2. Naturalmente il Consiglio persisterà nei suoi sforzi per evitare un ulteriore deterioramento della situazione, anche se non nutre reali speranze quanto alla possibilità di influenzare l'inaccettabile comportamento dei Talibani. Come indicato nella posizione comune del gennaio 2001, il Consiglio continuerà altresì ad adoperarsi per far cessare i combattimenti in Afghanistan e a promuovere una soluzione politica negoziata tra le fazioni in guerra. A tal fine il Consiglio continuerà a sollevare il problema dell'Afganistan nelle riunioni periodiche di dialogo politico con i paesi limitrofi, invitandoli ad usare della loro influenza per determinare un cambiamento nel paese.

3. Quanto agli altri problemi sollevati nell'interrogazione, il Consiglio ha già informato ripetutamente ed esaurientemente, il Parlamento europeo in merito alla sua posizione sui vari aspetti della situazione in Afganistan. In assenza di nuovi sviluppi particolari il Consiglio rinvia pertanto l'Onorevole Parlamentare alle risposte date alle interrogazioni O-0032/2001, O-0052/2001, H-0170/2001, H-0481/2001 e E-0088/2001.

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