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Document 52000IR0253

Parere del Comitato delle regioni sul tema "Impatto regionale della politica agricola e rurale europea (valutazione politica)"

GU C 357 del 14.12.2001, p. 27–28 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

52000IR0253

Parere del Comitato delle regioni sul tema "Impatto regionale della politica agricola e rurale europea (valutazione politica)"

Gazzetta ufficiale n. C 357 del 14/12/2001 pag. 0027 - 0028


Parere del Comitato delle regioni sul tema "Impatto regionale della politica agricola e rurale europea (valutazione politica)"

(2001/C 357/07)

IL COMITATO DELLE REGIONI,

vista la decisione, presa dal proprio Ufficio di presidenza il 13 giugno 2000, di elaborare, conformemente al disposto dell'articolo 265, quinto comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea, un parere sul tema "Impatto regionale della politica agricola e rurale europea (valutazione politica)", e di incaricare la Commissione 2 "Agricoltura, sviluppo rurale, pesca" dei lavori preparatori;

visto il progetto di parere approvato dalla Commissione 2 il 20 aprile 2001 (CdR 253/2000 riv. 4) (Relatori: Endlein, Presidente della giunta provinciale (Landrat), Presidente del Consiglio dei distretti regionali tedeschi ("Landkreistag"), distretto di Northeim, D/PSE; e Van Gelder, Commissario della Regina nella provincia di Zelanda, NL/PPE);

visto il questionario che costituisce la base del presente parere e al quale hanno risposto i membri del gruppo di lavoro della Commissione 2, composto da rappresentanti dei 15 Stati membri (CdR 253/2000 riv. 4 allegato),

ha adottato all'unanimità il 13 giugno 2001 nel corso della 39a sessione plenaria il seguente parere.

Raccomandazioni del Comitato delle regioni

1. Nel formulare la politica è necessario, a tutti i livelli, prestare attenzione alla valutazione, non soltanto precisando quando e come valutare la politica, ma anche e soprattutto definendone gli indicatori.

2. Per evitare immagini distorte degli effetti della politica, è preferibile, per ragioni metodologiche, mettere a punto una valutazione integrale. Ciò implica un approccio in base al quale tutte le autorità interessate procedono ad una valutazione dell'impatto globale di tutte le politiche in vigore che mirano allo sviluppo degli spazi verdi e delle zone rurali. Tale approccio consente una visione globale non solo degli effetti della politica sull'economia e sull'ambiente, ma anche degli aspetti sociali, dei "paesaggi tradizionali" e delle infrastrutture ecologiche.

3. Nel rispetto del principio di sussidiarietà, una buona parte delle informazioni potrà o dovrà essere fornita dagli Stati membri, dai livelli amministrativi regionali e dagli istituti di ricerca che lavorano sul posto, attraverso un approccio globale mirato.

4. Al fine di consentire l'aggregazione dei dati disponibili, le informazioni devono essere chiare, cosa che richiede una gestione centralizzata dei metodi di raccolta delle informazioni. Questa gestione dovrà necessariamente situarsi a livello europeo. È fondamentale che gli Stati membri e le altre autorità competenti in materia di ambiente e/o aree rurali collaborino lealmente all'attuazione di un tale sistema (permanente) di monitoraggio. Il Comitato è perfettamente consapevole dell'impegno che ciò comporta. Ritiene tuttavia che questo sia necessario ai fini di una buona valutazione della politica.

5. L'attuazione di tale sistema di valutazione fondato sulla complementarità delle istituzioni interessate richiede, oltre alla partecipazione, molto apprezzata, dei servizi dell'Unione europea, una concertazione e un coordinamento tra gli attori, guidati dall'Unione europea stessa. È auspicabile che l'Unione europea coinvolga tutti gli attori nell'attuazione di questo sistema di valutazione attraverso simposi, convegni ecc.

6. Essendo impensabile che tale sistema possa essere attuato e produrre dati utilizzabili a breve termine, il Comitato esprime la propria intenzione di dare seguito all'attuale indagine, entro tre anni a partire dalla pubblicazione di questo parere, utilizzando lo stesso metodo di lavoro. In tale occasione esaminerà anche l'impatto del PSR, strumento ancora troppo recente per poterne giudicare l'impatto sin da ora.

7. Il Comitato raccomanda a tutte le autorità interessate di dare priorità politica, nei prossimi anni ancor più che di consueto, alla tutela del "paesaggio tradizionale" come elemento integrante dell'agricoltura multifunzionale nel contesto del modello agricolo europeo, alla soluzione delle difficoltà supplementari dei territori insulari, all'uso degli strumenti telematici nelle zone rurali, alla qualità di vita della popolazione rurale, comprese le famiglie di agricoltori, e in modo particolare al miglioramento sostenibile delle condizioni generali economiche e sociali, in modo tale che i giovani agricoltori possano trarre il loro reddito in maniera stabile dalle loro aziende.

8. Conformemente alle raccomandazioni formulate nei primi quattro punti, il Comitato ricorda l'opportunità di prevedere sistematicamente delle norme di valutazione al momento di stabilire o di rivedere dei programmi e dei piani per lo sviluppo rurale. Analogamente, il Comitato ritiene opportuno stabilire una tipologia delle zone rurali in tutta l'UE, in modo da ottenere una classificazione più obiettiva di tali zone, e dunque una valutazione differenziata delle stesse.

9. Il Comitato raccomanda inoltre di fare un maggiore e miglior uso delle competenze specifiche in possesso delle ONG nel quadro della definizione, dell'applicazione, dell'attuazione e della valutazione dei piani e dei programmi. Tali competenze dovrebbero inoltre includere l'aspetto della ricerca e la valutazione dovrebbe essere effettuata in maniera scientifica.

10. Il Comitato richiama infine l'attenzione sull'apprezzamento pressoché unanime dei programmi Leader che emerge dalle risposte al suo questionario. Di conseguenza esso raccomanda di studiare la possibilità di estendere tali programmi, non solo nel tempo, ma anche soprattutto per quanto riguarda il campo d'applicazione. Suggerisce inoltre di esaminare in che misura le esperienze positive avute con il metodo dei suddetti programmi possano essere utilizzate in altri programmi.

11. L'ampliamento dell'UE richiede una politica previdente nei confronti delle regioni per lo più rurali nei territori che confinano con i paesi aderenti. Anzitutto occorre utilizzare in modo mirato le possibilità esistenti nel quadro delle politiche comunitarie. Un programma specifico d'incentivi per le regioni frontaliere, limitato nel tempo, conforme alle iniziative del Consiglio UE, potrebbe apportare un necessario complemento alle misure previste per lo sviluppo economico e sociale sostenibile delle regioni frontaliere.

Bruxelles, 13 giugno 2001.

Il Presidente

del Comitato delle regioni

Jos Chabert

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