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Document 52000XR0144

    Risoluzione del Comitato delle regioni sul tema "Per un ordinamento costituzionale europeo"

    GU C 22 del 24.1.2001, p. 4–7 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    52000IR0144

    Risoluzione del Comitato delle regioni sul tema "Per un ordinamento costituzionale europeo"

    Gazzetta ufficiale n. C 022 del 24/01/2001 pag. 0004 - 0007


    Risoluzione del Comitato delle regioni sul tema "Per un ordinamento costituzionale europeo"

    (2001/C 22/02)

    IL COMITATO DELLE REGIONI,

    viste le Conclusioni della presidenza del Consiglio europeo di Colonia e di Helsinki che hanno confermato la volontà di convocare una Conferenza intergovernativa incaricata di risolvere le questioni istituzionali che non erano state definite ad Amsterdam e che deve essere conclusa prima dell'allargamento,

    vista la decisione dei Consigli europei di Colonia e Tampere di elaborare una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

    visto il rapporto del gruppo di esperti presieduto da Dehaene,

    visto il contributo della Commissione europea alla preparazione della Conferenza intergovernativa del 10 novembre 1999 e il suo parere del 26 gennaio 2000 intitolato "La riforma istituzionale al servizio dell'allargamento" (COM(2000) 34 def.),

    vista la Comunicazione della Commissione europea del 12 luglio 2000 su "Un trattato fondamentale per l'Unione europea" (COM(2000) 434 def.),

    visto il proprio parere del 16 febbraio 2000 sul tema "Il processo di elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea" (CdR 327/99 fin)(1),

    visto il proprio parere del 17 febbraio 2000 sul tema "La Conferenza intergovernativa 2000" (CdR 53/99 fin)(2),

    vista la Risoluzione del Parlamento europeo sulle proposte per la Conferenza intergovernativa adottata il 13 aprile 2000 (A5-0086/2000),

    visto il progetto di relazione della commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo sulla "Costituzionalizzazione dei trattati" (PE 286.949),

    vista la decisione del proprio Ufficio di presidenza del 10 marzo 1999, conformemente al disposto dell'articolo 265, quinto comma del Trattato che istituisce la Comunità europea, di elaborare una risoluzione sulla Costituzione europea e di affidare alla Commissione "Affari istituzionali" l'incarico di predisporre i lavori in materia,

    visto il progetto di risoluzione adottato il venerdì 9 giugno 2000 dal Gruppo di lavoro "Costituzione europea" istituito in seno alla Commissione "Affari istituzionali",

    visto il progetto di Risoluzione "Per un ordinamento costituzionale europeo" (CdR 144/2000 riv. 1, Relatrice: Bresso, I/PSE) adottato dalla Commissione "Affari istituzionali" nella riunione del 5 luglio 2000,

    considerando che la legittimità dell'Unione europea si fonda sia sugli Stati che sui popoli;

    considerando che il deficit democratico attuale non potrà che crescere dopo l'allargamento se non verranno affrontati i nodi istituzionali;

    considerando la profonda trasformazione subita in questi anni e la riforma istituzionale in atto in seno all'Unione europea,

    ha adottato il 20 settembre 2000, nel corso della 35a sessione plenaria, la seguente risoluzione.

    Il Comitato delle regioni,

    1. Ritiene che le riforme istituzionali in corso influenzeranno profondamente il futuro dell'Unione europea;

    2. Ritiene di dover approfondire la propria analisi in relazione ai processi e alle implicazioni che queste, inevitabilmente, avranno per gli enti locali e regionali e, in particolare, su quale potrà essere il loro ruolo sia in ambito comunitario che nei confronti dei cittadini nel nuovo quadro che emergerà dai processi in atto;

    3. Ritiene, inoltre, di dover condurre questi approfondimenti per quanto possibile assieme alle istituzioni europee e, in particolare, con il Parlamento europeo, ciascuno nel rispetto delle proprie specificità. A questo proposito considera essenziale il confronto continuo sui temi istituzionali tra la propria Commissione Affari istituzionali e la commissione per gli affari costituzionali del Parlamento europeo;

    4. Constata che i lavori della Conferenza intergovernativa attualmente in corso e quelli per la redazione della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea sono correlati;

    5. Lamenta il proprio scarso coinvolgimento nelle procedure di formazione dei due organi competenti e nelle consultazioni per essi previste, sottolineando una mancanza di coerenza in chi afferma da un lato l'esigenza di un progressivo crescente coinvolgimento dei cittadini europei e dall'altro non considera il ruolo consultivo dei rappresentanti delle istanze ad essi più vicine. Se l'Europa deve essere costruita dai cittadini e per i cittadini, il ruolo degli enti locali e regionali di tutta Europa diventa fondamentale;

    6. Considera le riforme istituzionali in corso come un'opportunità per chiarire quale debba essere l'applicazione del principio di sussidiarietà a livello comunitario e gli strumenti per vegliarne sul rispetto ma, altresì, l'occasione per tutelare il principio stesso tramite una chiara articolazione delle competenze nell'ambito dell'Unione europea e una partnership tra gli ambiti di governo improntata all'uguaglianza e alla collaborazione;

    7. Ritiene indispensabile una riflessione sulla natura del processo di trasformazione e su quali debbano essere le future evoluzioni;

    8. Ribadisce la duplice esigenza di democratizzazione e di trasparenza dell'Unione europea sottolineato nel proprio parere sulla Conferenza intergovernativa;

    9. Sottolinea come la democratizzazione delle istituzioni passi attraverso la democratizzazione dei processi decisionali e come questa possa avvenire solo con il coinvolgimento dei cittadini e dei loro rappresentanti eletti soprattutto a livello regionale e locale;

    10. Richiama l'urgenza delle decisioni da prendere sulle riforme istituzionali in vista di un ampliamento dell'Unione. Le riforme devono essere profonde, fatte e fatte subito. Servono regole e regole certe che consentano all'Unione di affrontare le sfide che le si pongono dinanzi assicurando quella pace, sicurezza e prosperità che l'integrazione ha potuto dare all'Europa in questi ultimi cinquant'anni. Tuttavia l'ampliamento non può e non deve essere ritardato, anzi occorrerebbe coinvolgere i paesi candidati nella discussione relativa alle riforme.

    A questo proposito:

    11. Sottolinea che, a mano a mano che l'Unione cresce, aumenta l'esigenza di fare chiarezza, quella chiarezza che attualmente manca nei Trattati e che da più parti viene ormai invocata;

    12. Ritiene che l'Europa disponga di un patrimonio di valori comuni che debbono essere salvaguardati e tutelati attraverso uno strumento di garanzia che attribuisca loro una inviolabilità;

    13. Considera che grandi realizzazioni comuni come quella della moneta europea di fatto già comportino una cessione di sovranità nazionale;

    14. Ribadisce che questi cambiamenti epocali in corso richiedono una maggiore trasparenza non solo delle istituzioni ma anche dei metodi di revisione dei trattati;

    15. Constata che in molti paesi è in corso un dibattito sull'opportunità di dare all'Europa un ordinamento costituzionale europeo destinato a garantire i valori comuni, enunciare i grandi principi, raccogliere le regole essenziali al funzionamento democratico della società europea e dello stato di diritto e a definire l'articolazione delle competenze nell'ambito dell'Unione europea; questo viene da molti considerato un modo di conseguire la solidità e la durevolezza delle fondamenta dell'edificio europeo attualmente in costruzione;

    16. Sottolinea come nell'Unione siano presenti tradizioni differenti in proposito: alcuni Stati hanno una costituzione scritta mentre altri ne sono privi, in altri la divisione dei poteri si basa su un dialogo e negoziato permanente, in alcuni le regioni sono investite di ampi poteri, in altri ciò non avviene;

    17. Valuta indispensabile promuovere in tutti gli Stati membri e negli enti locali e regionali discussioni in merito al futuro dell'Unione, per spiegare cosa si dovrebbe intendere per ordinamento costituzionale europeo e quali potrebbero essere i vantaggi e gli svantaggi che ne deriverebbero;

    18. Ribadisce a questo proposito il carattere di addizionalità che un ordinamento costituzionale europeo avrebbe rispetto alle costituzioni nazionali degli Stati che ne possiedono una, e la necessità che tale ordinamento sia fondato su un trattato concluso tra gli Stati membri;

    19. Ritiene che l'espressione "ordinamento costituzionale europeo" rappresenterebbe un riferimento forte che i cittadini potrebbero comprendere se, in una forma chiara e concisa, l'atto costituzionale consentisse di apprezzare:

    - i principi e i valori su cui si fonda l'Unione europea, compreso il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini, della diversità culturale e linguistica, nonché del principio di sussidiarietà;

    - l'articolazione delle istituzioni e le procedure decisionali;

    - le responsabilità dell'Unione europea fondate sull'applicazione del principio di sussidiarietà e su una precisa indicazione tematica delle sue competenze;

    - regolamentazioni relative al finanziamento dell'Unione europea;

    - le procedure di revisione dell'ordinamento costituzionale stesso che devono garantire che la decisione finale spetti agli Stati membri e ai loro parlamenti nazionali;

    20. Valuta opportuno sottolineare il ruolo attivo degli enti locali e regionali nel processo verso un ordinamento costituzionale, ruolo che può essere esercitato sia direttamente sia attraverso il Comitato delle regioni;

    21. Ribadisce che, nell'ambito di un processo a carattere costituzionale di definizione di forme di governo, l'importanza degli enti locali e regionali nel dibattito è duplice in quanto si trovano in rapporto di prossimità tanto con i cittadini quanto con i governi nazionali, attuali detentori del potere di riformare l'Unione;

    22. Riafferma, altresì, che il Comitato ha, tra l'altro, la funzione di contribuire al dibattito sulle questioni europee nei comuni, nelle regioni e negli Stati membri, anche affiancando altre istituzioni europee, e invita tutti gli enti locali e regionali a farsi parte attiva in questo processo;

    23. Afferma che una più efficace applicazione del principio di sussidiarietà rispetto alla pratica odierna, è il nucleo del problema istituzionale oggi in Europa e che si batterà per la sua salvaguardia attraverso una chiara delimitazione delle competenze dell'Unione europea, nonché per la sua tutela in sede giurisdizionale;

    24. Ribadisce la propria volontà di partecipare attivamente al dibattito sulla governance lanciato dalla Commissione europea in vista della stesura del Libro bianco riaffermando l'importanza degli enti locali e regionali nel futuro nuovo modello di governo;

    25. Deplora che, quanto alla riforma del Comitato delle regioni, le istituzioni europee si limitino a considerazioni relative al numero dei seggi piuttosto che valorizzarne anche le potenzialità;

    26. Chiede con forza che gli venga riconosciuto lo status di istituzione europea con il diritto di adire la Corte di giustizia delle Comunità europee e si impegna a battersi affinché questo avvenga;

    27. È cosciente dell'assenza di unanimità tra gli Stati membri dell'Unione europea e i relativi enti locali e regionali sull'opportunità di predisporre un ordinamento costituzionale europeo. Pertanto è indispensabile esaminare la questione in modo approfondito attraverso un ampio dibattito prima di avviare il processo che porterà all'elaborazione di un ordinamento costituzionale europeo.

    Tutto questo premesso:

    28. ritiene che l'Unione europea dovrebbe ora valutare le implicazioni dello sviluppo costituzionale riflettendo sui suoi valori comuni, sulle ragioni fondamentali dello stare insieme, su una maggiore trasparenza del funzionamento dell'Unione e sulla promozione di strumenti più democratici di revisione dei Trattati;

    29. invita tutti gli enti locali e regionali europei a farsi parte attiva affinché il dibattito possa estendersi a tutti i paesi e a tutti i livelli affinché tutti i cittadini possano parteciparvi esprimendosi in proposito. La questione del possibile sviluppo costituzionale riguarda tutti i cittadini ed è rilevante per il livello regionale e locale in Europa. Tale questione non può essere lasciata solo al livello nazionale;

    30. afferma che un'evoluzione che attribuisca ai Trattati carattere costituzionale deve tenere conto delle conseguenze per le amministrazioni locali e regionali. Ciò vale per tutte le modifiche degli attuali equilibri tra l'Unione europea e gli Stati membri che influiscono sulle competenze politiche e giuridiche degli enti locali e regionali. Il rispetto scrupoloso del principio di sussidiarietà è fondamentale. Lo sviluppo costituzionale deve inoltre considerare e rispettare l'autonomia locale e regionale conformemente alle tradizioni di ciascuno Stato membro;

    31. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio dell'Unione europea, al Parlamento europeo, alla Commissione europea, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

    Bruxelles, 20 settembre 2000.

    Il Presidente

    del Comitato delle regioni

    Jos Chabert

    (1) GU C 156 del 6.6.2000, pag. 1.

    (2) GU C 156 del 6.6.2000, pag. 6.

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