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Document 51999AC0843

Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Proposta di decisione del Consiglio relativa alla partecipazione della Comunità all'Osservatorio europeo dell'audiovisivo"

GU C 329 del 17.11.1999, p. 6 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

51999AC0843

Parere del Comitato economico e sociale in merito alla «Proposta di decisione del Consiglio relativa alla partecipazione della Comunità all'Osservatorio europeo dell'audiovisivo"

Gazzetta ufficiale n. C 329 del 17/11/1999 pag. 0006


Parere del Comitato economico e sociale in merito alla "Proposta di decisione del Consiglio relativa alla partecipazione della Comunità all'Osservatorio europeo dell'audiovisivo"(1)

(1999/C 329/02)

Il Consiglio, in data 5 luglio 1999, ha deciso, conformemente al disposto dell'articolo 157, paragrafo 3 del Trattato che istituisce la Comunità europea, di consultare il Comitato economico e sociale in merito alla proposta di cui sopra.

La Sezione "Trasporti, energia, infrastrutture, società dell'informazione", incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il parere sulla base del rapporto introduttivo del relatore Hernández Bataller , in data 6 settembre 1999.

Il Comitato economico e sociale ha adottato il 22 settembre 1999, nel corso della 366a sessione plenaria, con 104 voti favorevoli e 2 voti contrari, il seguente parere.

1. Introduzione

1.1. L'industria audiovisiva, soprattutto nelle aree della radiodiffusione televisiva e della produzione cinematografica, è uno dei settori economici di maggiore rilevanza strategica per l'Europa. Fra i dati più significativi, vanno segnalati i seguenti:

- il settore audiovisivo rappresenta circa l'1-2 % del PIL europeo;

- attualmente esso occupa circa 1,8 milioni di persone con una crescita annuale del 7 %. Tale crescita di tipo esponenziale, molto importante sotto il profilo economico, offre grandi opportunità commerciali.

1.2. Tuttavia, l'industria europea è ancora caratterizzata dalla presenza di molteplici mercati frammentati, infrastrutture di produzione e di distribuzione inadeguate, investimenti insufficienti per lo sviluppo di progetti audiovisivi. Essa deve inoltre far fronte alla diversa capacità di operatori e produttori, creatori e gestori del settore di partecipare alle decisioni.

1.2.1. Se si confronta la situazione del settore audiovisivo in Europa con quella degli Stati Uniti, si nota che gli Stati Uniti esportano in Europa dieci volte più opere audiovisive in valore di mercato. Secondo i dati di Eurostat, il disavanzo della bilancia dei pagamenti dell'UE con gli USA in tale settore nel 1995 ha raggiunto quasi 1600 milioni di euro. Stando alle stime dell'Osservatorio europeo dell'audiovisivo, la compravendita di programmi fra l'UE e gli USA nel 1997 ha provocato un disavanzo superiore ai 5000 milioni di euro.

1.3. Da un punto di vista europeo, l'importanza dell'industria audiovisiva non dipende unicamente dalla sua dimensione imprenditoriale, ma anche dal suo ruolo di vettore della promozione della nostra cultura e dei nostri valori democratici.

1.3.1. Oltre ad essere importante sotto il profilo economico, l'industria audiovisiva è un'industria culturale, il cui prodotto è "unico" in quanto per sua natura specifico. In Europa, l'impostazione seguita tradizionalmente nei confronti dei mezzi audiovisivi mira a mantenere un equilibrio fra:

- il diritto alla libertà di espressione e di informazione che è proprio di una società democratica, da un lato;

- e la difesa dell'interesse generale che giustifica la protezione dei minori, la lotta contro il razzismo e la xenofobia, la tutela della vita privata o lo sviluppo della coesione sociale, dall'altro.

1.3.2. Si può così affermare che in Europa esiste un modello di società basato su una serie di valori comuni che ruotano intorno ai seguenti principi:

- il profondo rispetto per la democrazia e per i diritti umani;

- la difesa dello Stato di diritto;

- l'equilibrio fra pubblico e privato, fra interesse economico e responsabilità sociale.

1.4. In Europa non si è mai pensato che il settore dell'audiovisivo dovesse essere esente da regolamentazioni e che si sarebbe sviluppato da solo in modo naturale garantendo il pluralismo. In Europa, da sempre, questo settore si è fondato su due dati fondamentali che sono la sua specificità e la sua funzione sociale e culturale.

1.4.1. Per questo, uno degli elementi chiave di tutte le politiche audiovisive degli Stati membri è stato sempre quello non solo di garantire la funzione informativa dei mezzi di comunicazione, ma anche di sottolineare il ruolo di questi ultimi nella formazione e dell'educazione dello spettatore, al di là di considerazioni puramente commerciali(2).

1.5. La politica dell'Unione europea è stata finalizzata al perseguimento di un duplice obiettivo:

- creare un'area audiovisiva europea che garantisse la libera circolazione dei servizi audiovisivi; e

- potenziare e migliorare la competitività dell'industria europea di produzione audiovisiva.

1.6. Per creare l'infrastruttura di informazione statistica comunitaria necessaria all'elaborazione e applicazione di una politica comunitaria in materia di industria e di mercati dell'audiovisivo e di settori connessi, il Consiglio ha recentemente approvato una decisione(3).

2. La proposta della Commissione

2.1. L'Osservatorio europeo dell'audiovisivo venne istituito dal Consiglio d'Europa il 15 dicembre 1992 a Strasburgo. Da quella riunione, alla quale partecipò la Commissione, il numero di Stati membri dell'Osservatorio è passato da 29 a 34. I suoi obiettivi erano migliorare la circolazione delle informazioni nel settore audiovisivo e promuovere una visione più chiara del mercato e una maggiore trasparenza e più specificamente, raccogliere ed elaborare dati e statistiche relative a determinati rami del settore audiovisivo (in particolare, di natura giuridica, economica o inerenti ai programmi).

2.1.1. Inizialmente l'Osservatorio fu istituito come progetto pilota e, dopo tre anni di funzionamento, venne sottoposto a valutazione. Il 20 marzo 1997, il Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa adottò pertanto una risoluzione che confermava la prosecuzione delle attività dell'Osservatorio. Il nuovo statuto allegato alla risoluzione conferma le finalità dell'Osservatorio, precisando che i servizi da questo forniti devono tendere essenzialmente a soddisfare le esigenze di informazione dei professionisti del settore. L'Osservatorio non può in alcun modo fissare standard o svolgere attività normative.

2.1.2. La Commissione ha svolto una serie di attività pilota relative al programma quadro per azioni prioritarie nel settore dell'informazione statistica(4). A tal fine si riteneva che l'audiovisivo fosse uno dei settori prioritari di servizi a livello comunitario e si ponevano le basi per l'istituzione di un nuovo sistema di informazione fondato su un approccio settoriale e su statistiche funzionali.

2.1.3. È opinione unanime che le attività di Eurostat e quelle dell'Osservatorio siano complementari e si corroborino a vicenda, dato che:

- il principale obiettivo di Eurostat è rispondere alle richieste d'informazioni statistiche dei suoi utenti, ovvero la Commissione e le altre istituzioni comunitarie, i governi degli Stati membri, i diversi operatori del mercato interno e il pubblico in senso lato;

- l'Osservatorio non nasce per fissare standard o svolgere attività normativa, bensì per fornire informazioni funzionali, ovvero pertinenti alle esigenze operative di società e professionisti. I destinatari ufficiali dei suoi servizi sono in primo luogo i professionisti di varie categorie e, secondariamente, i governi e le autorità pubbliche, dato che rientra nelle naturali competenze dell'Osservatorio fornire un tipo più specifico di informazione sui mercati, che possa essere utile agli operatori.

2.2. La Commissione presenta la proposta di decisione in esame al fine di dare solido fondamento giuridico sia alla partecipazione che al contributo finanziario comunitario all'Osservatorio, vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee del 12 maggio 1998 (causa C-106/96) sul fondamento giuridico dei finanziamenti comunitari.

2.2.1. Il contributo della Comunità all'Osservatorio rappresenta il 12,25 % del bilancio totale. Al residuo del bilancio contribuiscono gli Stati membri del Consiglio d'Europa che sono anch'essi membri dell'Osservatorio, secondo la ponderazione applicata per Eureka-Audiovisivo(5).

3. Osservazioni generali

3.1. Il Comitato appoggia la proposta di decisione della Commissione, che contribuirà al rafforzamento della competitività dell'industria audiovisiva europea migliorando la circolazione di informazioni economiche e giuridiche, offrendo una visione più chiara del mercato, promuovendo la trasparenza e gli investimenti in infrastrutture.

In definitiva, il Comitato ritiene che l'adozione della proposta contribuirà a potenziare l'industria audiovisiva europea.

3.1.1. Inoltre, la proposta della Commissione non incrementerà gli oneri a carico delle imprese, né comporterà un carico supplementare di lavoro statistico per le diverse istituzioni e amministrazioni.

3.2. Il Comitato condivide il punto di vista della Commissione dato che:

- si contribuisce all'esistenza di dati comparabili fra i diversi Stati membri dell'Osservatorio, di grande interesse per l'industria audiovisiva, le istituzioni comunitarie, i governi, i responsabili economici e sociali, gli istituti di ricerca, gli utenti dei media, le università e i mezzi di comunicazione,

- si tratta di una misura complementare agli strumenti comunitari per la creazione di un'infrastruttura di informazione statistica comunitaria sull'industria e sui mercati dell'audiovisivo e dei settori connessi. La raccolta di informazioni statistiche sul settore audiovisivo effettuata dalla Comunità deve essere diversa dalle analisi statistiche condotte dall'Osservatorio europeo dell'audiovisivo.

3.2.1. Il Comitato ribadisce(6) che l'accesso all'informazione implica l'accessibilità di archivi e registri, la partecipazione di tutti gli operatori in condizioni di parità e l'obbligo pubblico di protezione della libertà di accesso. Inoltre, la politica di tariffazione sull'accesso e lo sfruttamento dei dati dell'Osservatorio deve essere ragionevole, con prezzi basati sui costi di stampa, aggiornamento, ricerca e trasmissione dei dati.

3.3. Il Comitato ritiene importante che l'industria comunitaria e gli utenti dispongano di informazioni affidabili e aggiornate, essenziali anche per controllare, valutare ed elaborare programmi comunitari.

3.4. In ogni caso, le statistiche elaborate devono basarsi sui principi di imparzialità, affidabilità, pertinenza, rapporto costo/benefici, segreto statistico individuale e trasparenza.

3.5. La Comunità deve valutare l'importanza e le future necessità statistiche relativamente al settore audiovisivo, in particolare per quanto riguarda i dati necessari per approfondire la dimensione sociale dell'Unione, ovvero per sviluppare e monitorare l'occupazione, la formazione e la politica delle pari opportunità.

3.6. Il Comitato ribadisce la sua analisi che sottolinea l'importanza strategica del settore audiovisivo nell'Unione europea(7) e il suo impatto sulla creazione di posti di lavoro. L'evoluzione accelerata delle industrie e dei settori audiovisivi in tutto il mondo rende ancor più importante e strategico il poter disporre di migliori conoscenze statistiche in tali settori.

3.7. Il Comitato auspica che la Commissione promuova la politica audiovisiva che garantisce un autentico valore aggiunto europeo, dando vita a programmi ed azioni comunitarie nel settore audiovisivo, specie il programma Media III, e vigili in generale al rispetto e all'applicazione del diritto comunitario e, in particolare, alla corretta applicazione del Protocollo sul sistema di radiodiffusione pubblica del Trattato di Amsterdam.

3.8. Il Comitato ribadisce che(8), per agire in modo più concreto in materia culturale, per difendere e promuovere l'"identità culturale europea" e dotarla di una dimensione politica, si devono sensibilizzare e informare gli utenti a tale riguardo e al tempo stesso servire l'industria e gli Stati membri. La Commissione dovrà dotarsi di una "Agenzia europea della società dell'informazione" che contribuisca anche al coordinamento delle diverse iniziative nel campo della convergenza multimediale(9).

Bruxelles, 22 settembre 1999.

La Presidente

del Comitato economico e sociale

Beatrice RANGONI MACHIAVELLI

(1) GU C 110 del 21.4.1999, pag. 14.

(2) GU C 301 del 13.11.1995, pag. 35. Parere del Comitato in merito alla "Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio recante modificazione della Direttiva 89/552/CEE del Consiglio relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive".

(3) GU L 117 del 5.5.1999, pag. 39. Decisione del Consiglio del 26 aprile 1999 volta a "istituire un'infrastruttura di informazione statistica comunitaria riguardante l'industria e i mercati dell'audiovisivo e dei settori connessi".

(4) GU L 219 del 18.8.1933. Decisione 93/464/CEE del Consiglio.

(5) Cfr. allegato

(6) GU C 169 del 16.6.1999, pag. 30, Parere del Comitato sul tema "L'informazione del settore pubblico: una risorsa fondamentale per l'Europa - Libro verde sull'informazione del settore pubblico nella società dell'informazione".

(7) GU C 204 del 15.7.1996, pag. 5. Parere del Comitato in merito alla "Proposta di decisione del Consiglio che istituisce il Fondo europeo di garanzia per la promozione dell'industria cinematografica e televisiva."

(8) GU C 256 del 2.10.1995, pag. 24. Parere del Comitato in merito alla "Proposta di decisione del Consiglio relativa ad un programma di formazione per gli operatori dell'industria europea dei programmi audiovisivi (Media II - Formazione)" e alla "Proposta di decisione del Consiglio relativa ad un programma di incentivazione dello sviluppo e della distribuzione di opere audiovisive europee (Media II - Sviluppo e distribuzione), 1996-2000".

(9) La convergenza può essere definita come il punto di incrocio fra comunicazione, tecnologia e media.

ALLEGATO

al parere del Comitato economico e sociale

Contributi al bilancio dell'Osservatorio europeo dell'audiovisivo

>SPAZIO PER TABELLA>

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