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Document 91997E002352(01)

INTERROGAZIONE SCRITTA n. 2352/97 dell'on. Roberta ANGELILLI alla Commissione. Appalto per l'individuazione dell'Advisor per la privatizzazione dell'ACEA da parte del Comune di Roma (RISPOSTA COMPLEMENTARE)

GU C 187 del 16.6.1998, p. 1 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

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91997E2352(01)

INTERROGAZIONE SCRITTA n. 2352/97 dell'on. Roberta ANGELILLI alla Commissione. Appalto per l'individuazione dell'Advisor per la privatizzazione dell'ACEA da parte del Comune di Roma (RISPOSTA COMPLEMENTARE)

Gazzetta ufficiale n. C 187 del 16/06/1998 pag. 0001


INTERROGAZIONE SCRITTA E-2352/97 di Roberta Angelilli (NI) alla Commissione (10 luglio 1997)

Oggetto: Appalto per l'individuazione dell'Advisor per la privatizzazione dell'ACEA da parte del Comune di Roma

Rispondendo all'interrogazione P-1071/97 ((GU C 373 del 9.12.1997, pag. 60.)), relativa alla procedura di appalto pubblico per l'individuazione da parte del comune di Roma dell'Advisor per la privatizzazione dell'Azienda comunale per l'energia e l'Ambiente, la Commissione rendeva noto che, essendo l'importo dell'appalto aggiudicato di 327.726.000 lire al netto dell'IVA, non si ritiene applicabile la direttiva 92/50/CEE ((GU L 209 del 24.7.1992, pag. 1.)), che prescrive una soglia minima di applicabilità di 200.000 ecu, IVA inclusa. Tuttavia la Commissione ha anche specificato che la soglia di 200.000 ecu non si riferisce all'importo «aggiudicato» dell'appalto, bensì a quello «stimato» al momento dell'indizione della gara: se cioè l'importo dell'appalto stimato dal Comune fosse stato superiore ai 200.000 ecu, effettivamente il Comune avrebbe infranto le norme europee. Ebbene, leggendo la delibera della Giunta comunale di Roma n. 1937 del 1995, con la quale si indiceva la gara d'appalto per l'individuazione dell'Advisor per la privatizzazione dell'ACEA, non risulta in alcun modo realizzata una stima dell'appalto. L'infrazione del Comune di Roma a questo punto appare doppia perché, oltre a non inviare il bando, non è stato neanche preventivamente valutato l'importo dell'appalto. Eppure, sempre nella delibera comunale n. 1937 a pag. 5, si legge chiaramente che «... il Comune di Roma invierà il bando di gara all'Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee per telefax, da confermare successivamente con lettera raccomandata ...».

Alla luce di quanto premesso, può la Commissione far sapere:

1. se la mancata valutazione dell'importo stimato dell'appalto da parte del Comune di Roma, ed il conseguente mancato invio del bando all'Ufficio delle pubblicazioni ufficiali, costituisce una violazione della direttiva 92/50/CEE;

2. in caso affermativo, quali provvedimenti si intendono avviare per ristabilire il rispetto del diritto comunitario;

3. sempre in caso affermativo, se la procedura di individuazione dell'Advisor si può, per quanto precedentemente illustrato, ritenere viziata in origine e dunque non valida?

Risposta complementare data dal Sig. Monti a nome della Commissione (4 febbraio 1998)

Ad integrazione della risposta fornita in data 16 settembre 1997 ((GU C 82 del 17.3.1998, pag. 62. )), la Commissione è ora in grado di comunicare le informazioni che seguono.

Le autorità italiane hanno segnalato alla Commissione di avere trasmesso all'Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, con fax datato 13 luglio 1995, il bando di gara emesso dal Comune di Roma per l'appalto di servizi di assistenza e consulenza volti alla realizzazione delle attività di ristrutturazione, trasformazione ed eventuale valorizzazione, anche tramite privatizzazione, dell'Azienda comunale per l'energia e l'ambiente (ACEA). A tal proposito, le stesse hanno esibito una ricevuta rilasciata dalle Poste italiane dalla quale risulta effettivamente che il 13 luglio 1995 è stato inviato un fax a Lussemburgo.

A sua volta, l'Ufficio delle pubblicazioni ha confermato alla Commissione di avere ricevuto, in data 17 luglio 1995, un documento comprensivo di due pagine, la prima delle quali contiene nella parte superiore la distinta di spedizione. Il testo potrebbe corrispondere effettivamente al bando di gara in questione ma, poiché illeggibile, si è ritenuto che fosse la conferma di una spedizione precedente che riguardava un altro bando di gara per l'appalto di servizi emesso dal Comune di Roma, e precisamente quello relativo ai servizi di consulenza per la valutazione e l'eventuale gestione della procedura di valorizzazione o di trasformazione o di privatizzazione dell'Azienda comunale Centrale del Latte, del resto molto simile come formulazione a quello che riguarda l'ACEA.

Nel caso presente, la mancata pubblicazione del bando di gara sarebbe la conseguenza di un'errata manipolazione del fax da parte delle Poste italiane, che non hanno inviato su un foglio a parte la distinta di spedizione, fatto che ha provocato l'errore dell'Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee.

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