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Document 51996IR0010

    Parere del Comitato delle regioni in merito a «La dimensione settentrionale dell'Unione europea e la cooperazione transfrontaliera con la Federazione Russa e nella regione del mare di Barents»

    CdR 10/96 fin

    GU C 337 del 11.11.1996, p. 7–12 (ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)

    51996IR0010

    Parere del Comitato delle regioni in merito a «La dimensione settentrionale dell'Unione europea e la cooperazione transfrontaliera con la Federazione Russa e nella regione del mare di Barents» CdR 10/96 fin

    Gazzetta ufficiale n. C 337 del 11/11/1996 pag. 0007


    Parere del Comitato delle regioni in merito a «La dimensione settentrionale dell'Unione europea e la cooperazione transfrontaliera con la Federazione Russa e nella regione del mare di Barents»

    (96/C 337/02)

    IL COMITATO DELLE REGIONI,

    Vista la propria decisione del 2 ottobre 1995, conformemente al disposto dell'articolo 198 C, quarto comma, del Trattato che istituisce la Comunità europea, di predisporre il parere in merito a «La dimensione settentrionale dell'Unione europea e la cooperazione transfrontaliera con la Federazione Russa e nella regione del mare di Barents» e d'incaricare la Commissione 1 «Sviluppo regionale, sviluppo economico, finanze locali e regionali» della preparazione di detto documento;

    Visto il progetto di parere formulato dalla Commissione 1 il 10 maggio 1996 (CdR 10/96 riv.) (Relatori: Kauppinen e Virtanen),

    ha adottato all'unanimità il 12 giugno 1996, nel corso della 13a sessione plenaria il seguente parere.

    1. Introduzione

    1.1. L'adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia all'Unione europea ha avuto una notevole influenza sulla situazione geopolitica dell'Unione europea. La superficie dell'Unione è aumentata di circa 900 000 Km², ovvero del 37 %, 800 000 Km² dei quali sono rappresentati da Finlandia e da Svezia. La popolazione è però aumentata solo di 22 milioni di abitanti ovvero del 6 %.

    1.2. Mutamenti rilevanti si sono verificati anche alla frontiera esterna dell'Unione. Con l'adesione dell'Austria, la nuova frontiera esterna tocca adesso la Slovenia, l'Ungheria, la Slovacchia, la Repubblica Ceca. L'adesione della Finlandia a sua volta ha comportato per l'Unione europea una zona di frontiera comune con la Federazione Russa. La Finlandia e la Svezia hanno una lunga frontiera con la Norvegia che è rimasta fuori dall'Unione. A causa dell'ampliamento della Comunità, i Paesi Baltici e il Mar Baltico sono anch'essi divenuti «più vicini» all'Unione europea.

    1.3. L'adesione della Finlandia e della Svezia ha apportato all'Unione europea una nuova dimensione settentrionale. Infatti questi due paesi si differenziano considerevolmente dagli altri Stati membri dell'Unione per il clima e per la geografia economica. Le regioni settentrionali si caratterizzano inoltre per una modesta densità di popolazione e per i vasti spazi, fatto che conferisce un'impronta particolare all'amministrazione settentrionale a livello regionale e locale.

    2. Osservazioni generali

    Considerazioni e contesto generale

    2.1. Per superficie la Svezia è il terzo paese dell'Unione e la Finlandia il quinto; per popolazione, la Finlandia occupa il tredicesimo posto e la Svezia il decimo.

    2.2. La densità media di popolazione degli Stati membri è di 115 abitanti/Km², ma essa è di soli 15 abitanti/Km² per la Finlandia e di 19 per la Svezia. Le due regioni più settentrionali della Finlandia e della Svezia sono rispettivamente le regioni «Lapponia» e «Norbotten», ciascuna con una superficie di circa 100 000 Km². Quest'area di circa 200 000 Km² risulta così più estesa del Lussemburgo, del Belgio, dei Paesi Bassi, della Danimarca e dell'Irlanda messi insieme. La densità media di popolazione dei paesi citati è di 184 abitanti/Km² mentre quella delle regioni Lapponia e Norbotten è di soli 2 abitanti/Km².

    2.3. Il periodo di crescita della vegetazione, che è di circa 170 giorni all'altezza del 60° parallelo, è di soli 30 giorni circa nelle parti più settentrionali dell'Unione. Nei paesi nordici quindi l'attività agricola e la silvicoltura sono praticate in condizioni particolari. Prima dell'ampliamento dell'Unione a nord, il periodo di crescita più breve negli Stati membri era di circa 220 giorni. Anche l'industria della costruzione nelle regioni settentrionali richiede un trattamento specifico come le reti di manutenzione tecnica. Le spese di riscaldamento nonché gli inconvenienti derivanti dalla circolazione in inverno limitano nei paesi settentrionali le possibilità di attività dei privati e delle imprese.

    2.4. Anche la navigazione marittima in inverno rappresenta un campo particolare: infatti, la maggior parte delle esportazioni finlandesi si effettua via mare. Per poter assicurare trasporti regolari sono indispensabili l'esistenza e l'utilizzo di rompighiaccio efficaci.

    2.5. Le condizioni climatiche diverse da quelle del resto dell'Europa hanno determinato, soprattutto nel nord della Finlandia e della Svezia, modelli d'azione e tecniche, che, una volta adattate, possono offrire soluzioni ad altre regioni che registrano condizioni climatiche difficili.

    2.6. Per le loro condizioni naturali, le regioni Lapponia e Norbotten costituiscono un valido laboratorio per lo sviluppo di un know-how particolare e per la soluzione di problemi specifici delle regioni settentrionali.

    3. Osservazioni particolari

    Ruolo dell'amministrazione locale nella politica operativa dell'Unione europea per la frontiera settentrionale

    3.1. Come si è appena detto, la Finlandia e la Svezia, in generale, e la regione settentrionale di tali paesi nonché la parte orientale della Finlandia in particolare, sono caratterizzate da vasti spazi e da una popolazione sparsa. Tale situazione determina esigenze particolari, specie per la produzione di servizi pubblici di cui l'amministrazione locale e regionale sono responsabili.

    3.2. I modelli europei di amministrazione regionale e locale differiscono tra loro, talvolta in modo considerevole, per numerosi aspetti. In Finlandia e in Svezia l'autonomia comunale rappresenta una tradizione ben consolidata. I comuni sono responsabili della maggior parte dei servizi di base essenziali, come la formazione di base, la sanità, le cure mediche speciali, la custodia dei bambini, l'assistenza alle persone anziane, nonché dei servizi tecnici come l'assetto urbano, le vie pubbliche, l'approvvigionamento di acqua e la raccolta dei rifiuti domestici.

    3.3. I comuni dispongono di autonomia fiscale, nonché di un sistema politico per prendere le decisioni. Il modello di amministrazione locale e regionale dominante nei paesi settentrionali offre, per gli Stati membri settentrionali, un sistema operativo, anche per le attività dell'Unione europea, in particolare nell'ottica del principio di sussidiarietà. Per tale ragione l'amministrazione regionale e locale svolge naturalmente un ruolo importante nell'elaborazione di una politica operativa globale dell'Unione europea per il Nord.

    Zona di cooperazione del Mar Baltico

    3.4. Nell'Unione allargata la zona del Mar Baltico costituisce, dal punto di vista della dimensione settentrionale, una zona importante di cooperazione che richiede un approccio distinto ed approfondito, non soltanto da parte del Comitato delle regioni, ma anche dell'Unione europea in generale. Per tale motivo il Comitato ha deciso di elaborare in materia un parere distinto riguardante in particolare la zona del Mar Baltico.

    Cooperazione euroartica del Mare di Barents

    3.5. La regione finlandese «Lapponia» la regione svedese «Norbotten» le regioni norvegesi «Nordland, Tromø» e «Finnmark» nonché le regioni russe «Murmansk e Arkhangelsk» mantengono relazioni commerciali e culturali da più di mille anni; tali relazioni sono state interrotte per settant'anni, durante il regime sovietico. Sotto il profilo storico, i paesi della calotta nordica hanno sono stati quasi sempre un «trait d'union» tra la Russia e l'Europa del Nord.

    3.6. Dopo le trasformazioni avvenute in Russia, la cooperazione nella regione del Mare di Barents si sta ridefinendo rapidamente. Creata nel gennaio 1993 dalla Svezia, dalla Finlandia, dalla Norvegia, dalla Russia, dalla Danimarca, dall'Islanda e dall'Unione europea, tale regione comprende anche la repubblica di Carelia che per la sua geografia e le sue attività, è maggiormente assimilabile alla regione di San Pietroburgo e alla zona del Mar Baltico. Nel quadro di tale cooperazione, i Lapponi, popolo minoritario, hanno una posizione paritaria con le provincie.

    3.7. Gli obiettivi della cooperazione della regione del Mare di Barents sono i seguenti:

    a) assicurare lo sviluppo pacifico ed equilibrato della regione;

    b) dare impulso e continuare a sviluppare le relazioni culturali delle popolazioni della regione;

    c) incoraggiare l'instaurarsi ed il potenziarsi di nuove relazioni bilaterali e multilaterali;

    d) creare una base per uno sviluppo economico e sociale sostenibile della regione concentrandosi in particolare sullo sfruttamento razionale delle risorse naturali;

    e) promuovere uno sviluppo che rispetti gli interessi della popolazione autoctona e le dia la possibilità di partecipare attivamente alla cooperazione.

    3.8. La grande differenza in materia di cooperazione tra la zona del Mare di Barents e la zona del Mar Baltico sta nell'isolamento della prima dai centri degli Stati e dalle zone a grande densità di popolazione; si ricordi che la zona del Mar di Barents si trova nell'estremità settentrionale dell'Europa.

    La nuova frontiera esterna con la Russia, parte della dimensione settentrionale

    3.9. La lunga zona di frontiera di 1 340 chilometri tra l'Unione europea e la Russia non è importante solo per paesi settentrionali membri dell'UE, ma per tutta l'Unione europea.

    3.10. Se si pensa alla situazione geopolitica dell'Unione, tale frontiera comune, con le sue sfide, i suoi rischi e le sue possibilità, rappresenta un cambiamento importante rispetto alla situazione precedente. La lunghezza della frontiera è pari alla distanza tra Berlino e Firenze o tra Francoforte e Madrid. La frontiera è quindi lunga e le sfide e i problemi che riguardano l'Unione sono estremamente vasti. Si tratta anche di una delle frontiere più importanti del mondo sotto il profilo del tenore di vita. La situazione economica e politica della Russia, per il momento relativamente instabile, e, soprattutto, il suo sviluppo futuro si ripercuoteranno su tutta l'Europa. Per tale ragione le relazioni dell'Unione europea con la Russia riguardano e interessano tutti gli Stati membri.

    Popolazione

    3.11. I territori della Federazione Russa alla frontiera con l'Unione europea sono costituiti dalla città di San Pietroburgo (4,8 milioni di abitanti), la regione (Oblast) di Leningrado che la circonda (1,7 milioni di abitanti), la Repubblica di Carelia (750 000 abitanti) nonché la regione di Murmansk (1,1 milioni di abitanti). A tale area si aggiunge inoltre la regione di Arkhangelsk (1,6 milioni di abitanti) confinante con la regione di Murmansk. Tali regioni frontaliere del Nord Ovest contano in totale circa 10 milioni di abitanti, vale a dire il 7,6 % della popolazione totale della Federazione Russa. La Russia possiede inoltre anche un'«enclave» situata tra la Lituania e la Polonia, vale a dire la regione di Kaliningrad con una popolazione di 913 000 abitanti.

    Materie prime

    3.12. Le regioni della Federazione Russa confinanti con l'Unione europea hanno molte materie prime: petrolio, gas, vaste foreste, giacimenti minerali, energia idroelettrica, il cui sfruttamento, basato su uno sviluppo sostenibile, può avere una grande importanza economica per l'Europa. I porti occidentali della Russia, compreso Murmansk, la più importante base navale russa, si trovano in tale regione. La regione del Nord Ovest è quindi dal punto di vista militare un'area strategica per la Russia.

    3.13. San Pietroburgo, tradizionale finestra della Russia sull'occidente è ormai la finestra della Russia sull'Unione europea, così come per la sua situazione geografica si può considerare la Finlandia la finestra dell'Unione europea sulla Russia.

    Minacce per l'ambiente

    3.14. I cambiamenti in Russia hanno già avuto come effetto l'aumento delle relazioni transfrontaliere per una larga gamma d'attività.

    3.15. Tali relazioni dirette, più aperte che in precedenza, hanno anche permesso di rivelare vasti e gravi problemi ecologici alla frontiera russo-finlandese. L'inquinamento industriale in particolare rappresenta una grave minaccia per la natura della regione settentrionale del Mar Baltico. In certe regioni vicine alla frontiera, la salute dei cittadini russi è pregiudicata in parte a causa delle emissioni nocive e in special modo per la cattiva qualità dell'acqua potabile. Gli stabilimenti di produzione dell'industria metallurgica e di trasformazione del legno non dispongono di sistemi tecnologici moderni per la protezione dell'ambiente e le loro emissioni rappresentano un pericolo per la Finlandia, la Norvegia e la Svezia al nord, nonché per la Finlandia e i Paesi Baltici al sud.

    3.16. I problemi legati alla sicurezza nucleare in Russia nonché nelle regioni limitrofe dell'Unione formano un tutt'uno. Le reti stradali e ferroviarie carenti hanno provocato gravi problemi ai trasporti transfrontalieri di persone e di merci che si sono fortemente incrementati.

    3.17. Per la sola città di San Pietroburgo, il sistema di raccolta dei rifiuti domestici è al centro di un radicale adeguamento. Per l'approvvigionamento di acqua pulita per San Pietroburgo e la sua regione esistono piani, ma la loro realizzazione richiede azioni comuni internazionali.

    3.18. Nelle regioni frontaliere russe esistono dunque immensi problemi che non possono essere risolti dagli stranieri che non ne hanno, d'altra parte, l'intenzione. L'Unione europea con i suoi Stati Membri può tuttavia aiutare le autorità russe a risolvere i problemi e conseguentemente a migliorare il benessere dei cittadini, la stabilità e lo sviluppo democratico della Russia.

    Cooperazione internazionale per aiutare lo sviluppo della Russia

    3.19. Una questione fondamentale per lo sviluppo futuro della Russia è l'organizzazione di una cooperazione economica operativa e uno sviluppo democratico effettivo. Le migliori condizioni geografiche per favorire un tale sviluppo si trovano naturalmente nelle zone frontaliere comuni all'Unione europea e alla Russia.

    3.20. La Finlandia ha creato proprio con la Russia un sistema d'azione concernente le zone frontaliere. «L'accordo di prossimità» firmato fra Finlandia e Russia è unico nel suo genere tra i Trattati internazionali firmati dalla Russia: crea una base giuridica per le relazioni dirette con le autorità finlandesi ai livelli regionali e locali, nonché con l'amministrazione centrale finlandese. Dà anche la possibilità di agire direttamente nelle regioni interessate. L'accordo copre ampiamente la cooperazione già iniziata e che riguarda l'economia, le attività di sviluppo e di ricerca, nonché le relazioni culturali. Tale cooperazione ha finora interessato essenzialmente lo sviluppo delle comunicazioni, il miglioramento della sicurezza nucleare, nonché la protezione dell'ambiente.

    3.21. Le misure di sviluppo da realizzare in particolare nelle regioni frontaliere per migliorare la tutela ambientale e la sicurezza nucleare, nonché per promuovere la cooperazione commerciale ed economica, la cooperazione nel settore agricolo e in quello forestale, gli scambi di formatori e di specialisti, gli scambi culturali, nonché le comunicazioni, esigono una vasta cooperazione internazionale, il cui avvio dipende largamente dall'Unione europea.

    3.22. La cooperazione è necessaria a diversi livelli per lo sviluppo delle regioni frontaliere. Nel finanziamento dei progetti e dei piani di sviluppo, oltre all'Unione europea, tutti gli Stati interessati delle zone frontaliere europee hanno un'importanza capitale, ma nella realizzazione vera e propria delle attività in tali aree occorre tuttavia sottolineare il ruolo decisivo delle zone frontaliere stesse.

    3.23. Le esperienze condotte nelle diverse regioni europee in materia di cooperazione tra le regioni frontaliere mostrano che una cooperazione feconda non si realizza su ordine dell'amministrazione centrale, ma che essa deve svilupparsi a partire dalle stesse regioni frontaliere. La cooperazione tra le regioni frontaliere deve essere la più indipendente possibile, ma tuttavia deve ottenere l'approvazione dello Stato.

    3.24. Un'efficace cooperazione tra le zone frontaliere, comprese quelle esistenti tra l'UE e la Russia, presuppone che la responsabilità concreta, in particolare quando si tratta del contenuto delle azioni e delle misure spetti agli enti locali e regionali.

    Strumento al servizio delle regioni frontaliere

    3.25. Di tutte le frontiere esterne dell'Unione europea, quella russo-finlandese è stata nel corso del primo anno dell'adesione della Finlandia all'Unione, l'unica regione frontaliera dell'Unione a non essere trattata come tale dall'UE. Il Comitato considera importante la modifica che è stata appena apportata al programma Tacis relativamente a tale punto.

    3.26. Da un punto di vista pratico, è importante far sì che a partire dal nuovo strumento Tacis Interreg, si sviluppi un sistema frontaliero flessibile ed efficace per la cooperazione tra l'UE e la Russia. È importante che tale sistema dia ai protagonisti provenienti dai singoli Stati membri dell'Unione le possibilità di mettere a profitto la zona frontaliera comune.

    Centralità dello sviluppo dell'amministrazione locale

    3.27. Nel passaggio della Russia alla democrazia e all'economia di mercato è importante sapere come tale paese riuscirà a portare a termine i suoi sforzi per creare un'efficace sistema di amministrazione locale. A tale proposito, gli Stati membri singolarmente e l'UE nel suo complesso dovrebbero concentrare il loro impegno nel coadiuvare lo sviluppo di un sistema amministrativo locale e regionale in Russia. In condizioni difficili, l'importanza di un'amministrazione regionale e locale efficace è fondamentale ai fini delle realizzazioni concrete.

    Sviluppo del programma Tacis

    3.28. L'affermarsi della stabilità sociale e dello sviluppo economico in Russia è importante per tutto il nostro continente, ed è per questo che l'Unione europea si è sforzata, specie grazie al programma Tacis, di consolidare uno sviluppo favorevole.

    3.29. Il programma Tacis, iniziato nel '91, ha carattere di assistenza tecnica: formazione, servizi di consulenza, rapporti di redditività e informazione. Il programma si è sforzato di creare i quadri e le strutture necessarie ad un'economia di mercato operativa, nonché di migliorare le condizioni per gli investimenti.

    3.30. Il programma Tacis ha raggiunto gli obiettivi summenzionati. La formazione è stata realizzata, sono state elaborate ampie relazioni di consulenza e sono state fissate le priorità dei futuri programmi di sviluppo. Il Comitato sottolinea che il futuro del programma Tacis dipende essenzialmente dal processo di democratizzazione in Russia.

    3.31. Nei suoi programmi relativi alla Russia, l'Unione europea deve ormai concentrarsi sul proseguimento della realizzazione pratica dei suoi piani. L'elaborazione costante di nuovi piani non apporterà un valore aggiunto significativo, la realizzazione dell'economia di mercato e la democrazia non faranno progressi e l'attività economica non riprenderà se non si riesce in un modo o in un altro a realizzare concretamente i piani.

    3.32. Occorrerebbe definire più precisamente lo sviluppo del programma Tacis a medio termine per farne un complesso più variato simile al programma MEDA che dev'essere realizzato nella regione mediterranea.

    3.33. Per il momento, sarebbe opportuno prevedere una nuova valutazione del programma Tacis, in modo che si orienti verso l'attuazione concreta dei progetti più che verso la realizzazione di relazioni di consulenza e l'assistenza di carattere tecnico anche se importante in sé. Il programma Tacis rimaneggiato darà la possibilità di assegnare il 10 % del volume dell'assistenza per l'attuazione dei progetti. Per il Comitato l'aumento progressivo di tale quota fino ai due terzi almeno è giustificato.

    3.34. Il programma Tacis rappresentava più di due miliardi di ECU per gli anni 1991-1995. Circa un terzo di tale somma è stata convogliata verso la Russia, ma solo piccoli importi sono stati attribuiti ai territori della Russia nord-occidentale.

    3.35. Il territorio della Russia nord-occidentale alla frontiera con l'Unione è stato considerato nel settembre 1995 nuovo territorio prioritario del programma Tacis. Il programma della durata di tre anni, ora dotato di 28 milioni di ECU ovvero soltanto l'1,5 % dell'intero finanziamento Tacis.

    3.36. Tenuto conto dell'ampiezza dei bisogni di sviluppo, dovuti ai problemi che si pongono nella Russia nord-occidentale, e alle esigenze della zona frontaliera comune, l'Unione dovrebbe destinare ai territori nord-occidentali una quota maggiore del finanziamento Tacis.

    3.37. È appena entrata in vigore una nuova regolamentazione per il programma Tacis, come la Commissione 1 ha appena detto. Sono stati introdotti nella regolamentazione tre nuovi campi: 1) l'ambiente, 2) la cooperazione frontaliera e 3) il coordinamento dei programmi Tacis e Interreg come strumento della cooperazione transfrontaliera.

    Creazione di una zona di libero scambio

    3.38. L'istmo di Carelia e la regione di Saimaa svolgono, per la loro situazione geografica, un ruolo particolarmente rilevante nello sviluppo di una cooperazione economica e commerciale oltre la frontiera russa.

    3.39. Vari elementi sono alla base del crescente interesse rivolto alla città di Lappenranta ed alla regione del canale di Saimaa come punti di passaggio strategico tra la Finlandia e la Russia e zone di attività commerciale e di produzione industriale:

    - il mercato potenziale rappresentato dalla città di S. Pietroburgo e la regione che porta lo stesso nome (circa 7 milioni d'abitanti) alla frontiera con la Finlandia;

    - l'esistenza di due punti di passaggio verso la Russia;

    - la presenza del canale di Saimaa che collega la regione al Mar Baltico;

    - il collegamento ferroviario fra i due paesi;

    - il problema della creazione di una zona di libero scambio distinta si pone ai due lati della frontiera, vale a dire in Russia nella regione di Vyborg e in Finlandia nell'istmo di Carelia.

    3.40. L'istituzione di una zona di libero scambio, sia dal lato finlandese che ai due lati della frontiera, costituirebbe un progresso per lo sviluppo delle relazioni economiche, commerciali e culturali. Ciò creerebbe anche nuove condizioni per la nascita di reti di cooperazione in particolare nella zona del Baltico, e per la soluzione dei gravi problemi ambientali nella regione.

    3.41. La creazione di una zona di libero scambio intorno alla frontiera russo-finlandese esige, a prescindere dalle circostanze, un ampio consenso sulle eventuali modifiche da apportare alla legislazione sul lavoro e a quella fiscale in particolare.

    4. Raccomandazioni del Comitato delle regioni

    4.1. Il Comitato propone che la Commissione avvii immediatamente l'elaborazione di un programma di principio e di azione riguardante la dimensione settentrionale dell'Unione europea.

    4.2. Secondo il Comitato il programma dovrebbe:

    a) delineare gli obiettivi della politica regionale e strutturale da realizzare nei territori settentrionali, in Finlandia e in Svezia;

    b) definire gli obiettivi della politica ambientale derivanti dalla particolare situazione settentrionale e gli strumenti necessari per la loro realizzazione;

    c) definire principi generali, per esempio come tener conto nell'attività dell'Unione della specificità delle regioni settentrionali (situazione periferica, grande superficie e popolazione sparsa, condizioni climatiche eccezionali) per assicurare condizioni di attività uguali alle regioni e ai comuni;

    d) avanzare proposte per promuovere relazioni tra tali regioni e i comuni periferici da un lato e gli altri territori dell'Unione dall'altro;

    e) porre in atto un programma che permetta di sfruttare meglio le tecniche e i modelli d'azione sviluppati in funzione delle condizioni settentrionali nei territori con popolazione sparsa e con condizioni climatiche difficili;

    f) definire le misure capaci di favorire la realizzazione di una cooperazione economica e commerciale, politica e culturale degli Stati membri tra dell'Unione europea e la Federazione Russa mettendo a profitto la zona frontaliera comune dell'Unione e della Russia;

    g) esaminare le linee d'azione che consentirebbero di sviluppare la cooperazione appena avviata nella zona del Mare di Barents e di concretare i progetti dei programmi «Barents».

    4.3. Il Comitato propone che nel realizzare la cooperazione transfrontaliera con la Russia la Commissione tenga conto, il più rapidamente possibile, delle seguenti raccomandazioni:

    a) la modifica del programma Tacis che ha permesso d'includere nel programma le questioni ambientali e la cooperazione transfrontaliera e che ha reso possibile il coordinamento dei programmi Tacis e Interreg per farne uno strumento da utilizzare nelle regioni frontaliere settentrionali, è entrata recentemente in vigore. Affinché Tacis-Interreg possa funzionare con lo stesso successo di Phare-Interreg per quanto riguarda i paesi dell'Europa centrale e orientale (PECO) occorre assicurare la partecipazione delle regioni di frontiera all'elaborazione e alla realizzazione delle misure in materia di cooperazione concreta transfrontaliera.

    b) Nell'applicazione del programma Tacis, occorrerà prevedere la possibilità di utilizzare fondi, anche per gli investimenti, in particolare in prossimità della frontiera. Gli assi d'investimento prioritari sono i punti di passaggio della frontiera, nonché le strutture fondamentali e i servizi collegati.

    c) Una quota più consistente del finanziamento del programma Tacis dev'essere destinata al finanziamento delle misure e alla realizzazione dei piani elaborati. Il Comitato ritiene giusto che i due terzi del volume globale dell'aiuto vengano progressivamente destinati alla realizzazione dei progetti.

    d) Il sostegno allo sviluppo dell'amministrazione locale democratica e l'incoraggiamento della cooperazione da parte dei responsabili dell'amministrazione locale debbono divenire un punto importante dei programmi «Russia» dell'UE.

    e) Le disposizioni esecutive dei programmi dell'UE riguardanti la Russia e le disposizioni dei contratti e degli acquisti devono essere esaminati in modo tale che sia possibile realizzare piccoli progetti di cooperazione da parte dell'amministrazione locale senza gare d'appalto pubbliche.

    f) Le regioni del nordovest della Russia e di San Pietroburgo devono essere incluse stabilmente nel programma Tacis. La rappresentanza delle amministrazioni locali dovrà essere garantita al momento dell'elaborazione dei programmi di cooperazione e nel monitoraggio della loro realizzazione.

    g) Dal punto di vista dello sviluppo generale ed economico della regione della Russia nordoccidentale, la formazione di una rete d'imprese funzionale è fondamentale; d'altro canto, a causa dei grandi rischi che esistono in Russia non vi sono in pratica fondi di rischio destinati allo sviluppo delle PMI; per tale ragione un importo di 50 milioni di ECU dovrebbe essere destinato dalla BERS o dal programma Tacis alle attività di investimento e di sviluppo delle PMI nella regione nord-occidentale della Russia.

    h) Secondo il Comitato, la formazione di una zona di libero scambio nella regione di Lappenranta e dell'Istmo di Carelia (vale a dire alla frontiera russo-finlandese) potrebbe contribuire in modo notevole alla cooperazione nei settori della cultura, dell'economia e dell'ambiente, nella zona frontaliera comune della Russia e dell'Unione europea. Con il sostegno della Russia, l'Unione europea dovrebbe esaminare le condizioni per creare una siffatta zona di libero scambio.

    4.4. Il Comitato delle regioni nell'adottare il parere invita il proprio Presidente e l'amministrazione ad avviare negoziati sull'attuazione e sul seguito dei progetti contenuti nel parere stesso e sugli orientamenti della Commissione in materia di politica regionale in Europa e di cooperazione regionale nelle zone frontaliere.

    Bruxelles, 12 giugno 1996.

    Il Presidente del Comitato delle regioni

    Pasqual MARAGALL i MIRA

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