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Document 31981Y1231(08)

    Comunicazione della Commissione - Integrazione sociale dei minorati - Quadro di riferimento per lo sviluppo dell'azione comunitaria

    GU C 347 del 31.12.1981, p. 14–31 (DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL)

    31981Y1231(08)

    Comunicazione della Commissione - Integrazione sociale dei minorati - Quadro di riferimento per lo sviluppo dell'azione comunitaria

    Gazzetta ufficiale n. C 347 del 31/12/1981 pag. 0014 - 0031


    INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORATI QUADRO DI RIFERIMENTO PER LO SVILUPPO DELL'AZIONE COMUNITARIA (Comunicazione della Commissione al Consiglio del 4 novembre 1981)

    I. L'IMPEGNO DELL'ANNO INTERNAZIONALE DELL'HANDICAPPATO

    1. Il 1981, Anno internazionale dell'handicappato, ha fornito alla Comunità europea un'occasione speciale per impegnarsi in iniziative intese a dare nuovo slancio all'attività da essa svolta a favore dei minorati. Nel marzo 1981, il Parlamento europeo ha sottolineato l'importanza da esso attribuita a questo settore, invitando gli Stati membri e le istituzioni comunitarie ad adottare un ampio complesso di misure destinate a promuovere l'integrazione economica, sociale e professionale dei minorati (1). Nel luglio 1981, il Comitato economico e sociale ha espresso il proprio parere (2) sulla situazione ed i problemi degli handicappati, formulando una serie di apposite raccomandazioni.

    2. Per apportare il proprio contributo all'anno internazionale, la Commissione ha finanziato varie attività ed organizzato numerose riunioni tanto nei singoli Stati membri quanto a livello comunitario. Le conferenze ed i seminari a carattere specializzato, organizzati dalla Commissione nel giugno scorso, a Lussemburgo sulla mobilità e sugli alloggi, nell'ottobre, a Mulhouse, sul contributo finanziario del Fondo sociale europeo a favore dei minorati e nello stesso mese, a Noordwijkerhout, sul passaggio dei giovani minorati alla vita attiva da adulti, hanno consentito di sviluppare quella che era l'attività della Commissione in vari settori specifici. Essa ritiene tuttavia che il suo contributo principale all'anno internazionale dovrebbe assumere la forma di un programma evolutivo più integrato che inquadri l'attività futura della Comunità a favore dei minorati.

    3. La presente comunicazione stabilisce una nuova impostazione strutturale della attività comunitaria intesa a promuovere l'integrazione sociale dei minorati. Essa intende consolidare e completare le iniziative comunitarie già esistenti in questo campo ed ultimare azioni intese a promuovere la prevenzione delle menomazioni e delle cause di invalidità in genere, nonché a favorire lo sviluppo di strumenti tecnici di assistenza (3). La presente comunicazione dovrebbe essere inoltre inserita nel contesto di misure di politica sociale ed occupazionale adottate dalla Comunità in altri settori e destinate a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dell'intera popolazione. La prossima relazione sul programma di azione della Comunità per la lotta contro la povertà rivestirà, in proposito, particolare importanza. (1) Risoluzione del Parlamento europeo concernente l'integrazione economica, sociale e professionale dei minorati nella Comunità europea, adottata il 15 marzo 1981 (GU n. C 77 del 6.4.1981, pag. 27). (2) Parere del Comitato economico e sociale sulla situazione e sui problemi degli handicappati (Soc. 63 del 2.7.1981). (3) Ad esempio, nei settori della ricerca medica ed ergonomica, della sicurezza sul posto di lavoro, della tutela dell'ambiente e della protezione dei consumatori ; si veda inoltre il secondo e terzo piano di azione nel settore della informazione e della documentazione scientifica e tecnica (IDST).

    II. INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORATI

    4. Tutti coloro che sono affetti da handicap di vario tipo hanno esattamente gli stessi diritti degli altri di partecipare e contribuire a tutti i diversi aspetti della vita economica, sociale e politica. L'integrazione sociale dei minorati, che consenta a questi di esercitare i loro diritti, rappresenta un obiettivo condiviso da tutti gli Stati membri. Essa presuppone misure di rimozione delle barriere che escludono i minorati dalla vita della loro comunità, non soltanto mediante iniziative à carattere specificatamente compensativo o di riadattamento, ma anche tenendo presenti le esigenze degli stessi handicappati, prescindendo dalla natura del loro handicap, nella programmazione ed nell'organizzazione delle strutture sociali che influenzano il loro ambiente di vita, di apprendimento e di lavoro. L'integrazione sociale dei minorati dovrebbe pertanto costituire un aspetto permanente di una più ampia gamma di settori di intervento.

    5. Inoltre, l'integrazione sociale va vista come un processo a due sensi. Richiede la partecipazione attiva degli stessi minorati, ed eventualmente dei loro familiari, nell'assumere ed applicare le decisioni che li concernono. Richiede ugualmente che l'intera popolazione sia consapevole delle cause e dei problemi dell'invalidità e compenda il contributo che essa può apportare per superarne le conseguenze.

    6. Al di là di quella che può essere la più ampia giustificazione di carattere filosofico a sostegno di politiche di integrazione sociale, è evidente che l'adozione di misure di riadattamento, associate con iniziative volte a ridurre le conseguenze dell'invalidità dal punto di vista sociale, può apportare un rilevante beneficio socio-economico alla società in quanto tale, riducendo, tra l'altro, gli oneri derivanti sui servizi sociali, sull'assistenza pubblica, nonché le diverse e dispendiose forme di assistenza medica istituzionalizzata.

    7. Nell'attuale situazione economica, non può essere sufficiente assicurarsi che sulle spalle dei minorati non gravi l'«ingiusto» fardello della recessione. Per motivi tanto economici quanto sociali è indispensabile salvaguardare il livello minimo di servizi di carattere vitale, che consentono a molti handicappati di avere una vita più o meno indipendente, limitando al minimo l'onere economico per la società. Per quanto riguarda l'occupazione, le crescenti diffcoltà del mercato del lavoro, cui devono far fronte non soltanto i minorati, sottolinea l'esigenza di una distribuzione più equa delle possibilità di lavoro affinché tutti possano contribuire in modo produttivo e creativo all'attività economica.

    8. Analogamente, l'introduzione di nuove tecnologie dell'informazione, pur aumentando le incertezze quanto all'andamento del mercato del lavoro, può essere sfruttata dalla società per favorire in particolare l'integrazione sociale delle persone affette la determinate forme di incapacità e offrire nuove opportunità, in materia di occupazione e di mobilità, in tutti i casi in cui ciò sia necessario.

    III. DALLA IMPOSTAZIONE TEORICA ALL'AZIONE CONCRETA

    9. La Comunità, con vari altri organismi internazionali, ha svolto nel corso degli anni un ruolo importante di ricerca e valutazione dei diversi metodi di integrazione sociale dei minorati, mediante apposite iniziative nei settori dell'istruzione, della formazione, dell'occupazione, dei trasporti, degli alloggi, ecc. (1). La Commissione non ritiene che la Comunità debba sovrapporsi alle varie convenzioni e risoluzioni internazionali che precisano i criteri minimi e i principi di base delle varie politiche in materia e che hanno già ricevuto l'adesione degli Stati membri della Comunità. Comunque, la loro effettiva attuazione riguarda senz'altro la Comunità.

    Mediante gli interventi finanziari del Fondo sociale europeo, la Comunità ha svolto un ruolo importante di sostegno dei programmi di formazione e riadattamento professionale negli Stati membri, dando priorità a progetti ed azioni di carattere innovativo nelle regioni meno favorite della Comunità. Nel corso del 1982, le norme ed i regolamenti che disciplinano il Fondo sociale sono destinati ad essere riesaminati. La presente comunicazione non intende anticiparne i risultati, né intende giustificare alcuna forma alternativa di intervento finanziario di una certa entità da parte della Comunità (ad esempio, nel settore di progetti di investimento o di integrazione del reddito dei minorati). La Commissione ritiene invece che la Comunità debba, allo stadio attuale, concentrare più utilmente le proprie iniziative sui problemi che emergono nell'attuazione delle varie iniziative per l'integrazione sociale nonché sull'applicazione pratica di nuove impostazioni in materia. (1) Vedi allegato II : Relazione sui lavori preparatori per l'Anno internazionale dell'handicappato.

    Questi problemi possono essere esaminati da tre diversi punti di vista: - la divulgazione delle informazioni tratte dai più recenti progetti di ricerca e a carattere sperimentale;

    - l'adattamento di esempi già verificati nella pratica, a seconda delle diverse situazioni locali, ai vari stadi di ideazione, programmazione e attuazione;

    - il coordinamento ed il completamento reciproco dei diversi settori e servizi interessati allo sviluppo di un'impostazione concertata in materia di integrazione sociale.

    10. Questi problemi risultano particolarmente evidenziati a livello di enti locali. È inoltre a questo livello che gli enti locali, nella maggior parte degli Stati membri, dispongono di un ampio margine di autonomia o di competenza di carattere amministrativo, in numerosi settori direttamente connessi all'integrazione sociale dei minorati. Va inoltre sottolineato come sia appunto nell'ambito di tali enti locali che con maggiore efficacia possono essere adottate misure intese ad assicurare una più ampia partecipazione dei minorati e dei loro familiari ai processi decisionali ed un pieno interessamento da parte di altri enti, inclusi organismi a carattere volontario, istituti scolastici e di formazione, servizi di consulenza, sindacati e associazioni di datori di lavoro.

    11. Sebbene siano numerosi gli esempi di iniziative efficienti, dal punto di vista dei costi e della concezione, per promuovere l'integrazione sociale dei minorati a livello locale, è risultato evidente che, nella maggior parte dei casi, le innovazioni apportate in un particolare settore di attività, quale l'occupazione o l'urbanistica, sono soprattutto il risultato dello spirito d'iniziativa e dell'impegno dei singoli che lavorano all'interno di quel determinato settore. In alcuni casi, una specifica innovazione può fare da traino a tutta una serie di altre iniziative spontanee. Minori sono invece le indicazioni risultanti da una programmazione concertata intersettoriale o da iniziative a carattere sistematico, nell'ambito delle autorità locali, ispirate ad esperienze già verificate altrove in tutta una serie di settori (1).

    12. La Commissione ritiene che un contributo determinante, per un'azione concertata a livello locale, possa essere apportato da un gruppo di coordinamento, appositamente designato, che si proponga di ottenere la fiducia e l'appoggio degli stessi minorati, del personale responsabile della programmazione negli enti locali, di professionisti, quali gli assistenti sanitari e i responsabili dell'orientamento professionale, nonché dei datori di lavoro locali, dei sindacati e degli organismi a carattere volontario. Una totale collaborazione da parte di tutti i membri responsabili a livello locale è necessaria per ottenere risultati positivi nell'intero settore dell'integrazione e per preparare effettivamente i giovani handicappati alla vita da aduti e all'attività lavorativa. Va inoltre sottolineato che la semplice esistenza di un gruppo di coordinamento di questo tipo sarebbe la prova dell'impegno delle autorità locali per una impostazione concertata nella soluzione dei problemi e costituirebbe un punto di riferimento costante per eventuali nuove iniziative.

    IV. UN NUOVO QUADRO COMUNITARIO DI ATTIVITÀ

    13. Nonostante i notevoli ostacoli di carattere finanziario che attualmente si frappongono ad un ampliamento dei servizi per i minorati, permangono enormi possibilità di miglioramento dell'integrazione sociale dei minorati, sulla base dei principi di cui alla sezione II, grazie ad azioni adottate a livello locale e caratterizzate da una maggiore concertazione e da un superiore spirito d'immaginazione. Il perseguimento di questo obiettivo generale dovrebbe fornire un quadro unificato di riferimento per l'attività comunitaria a favore di minorati, per il prossimo quinquennio, dando applicazione, tra l'altro, alle conclusioni del Consiglio per un «rafforzamento del ruolo dei servizi e degli enti locali, per rendere più concreto il riadattamento professionale dei minorati e facilitare la loro integrazione sociale» (1).

    14. Tenendo presente questo obiettivo, la Commissione ritiene necessario creare un nuovo quadro di iniziative correlate, che combini l'approfondimento delle attività attuali con il varo di altre completamente nuove, procedendo nel modo seguente: i) creazione di una rete comunitaria di azioni di sviluppo a carattere locale, come punti di riferimento e modelli dimostrativi per iniziative in materia, da assumere altrove; (1) Questo punto è dimostrato dalle conclusioni della prima fase del lavoro dell'OCSE (CERI) (Centro per la ricerca e l'innovazione educativa) sugli adolescenti handicappati : «L'educazione dell'adolescente handicappato : loro integrazione nella scuola», OCSE 1981 (in particolare, i capitoli II, III e X della parte I). (1) Conclusioni del Consiglio del 9 giugno 1980.

    ii) sviluppo di sistemi perfezionati per la divulgazione delle informazioni e lo scambio delle esperienze tra i diversi Stati membri (ed all'interno dei medesimi), per contribuire allo sviluppo ed alla valutazione di politiche e misure adottate a livello nazionale e locale;

    iii) una serie di studi e conferenze per esaminare specifici aspetti di particolare rilevanza a livello locale, su cui basarsi per formulare gli orientamenti comunitari cui dovrebbero ispirarsi le decisioni adottate in materia nei singoli Stati membri;

    iv) rafforzamento dell'attività dell'esistente rete comunitaria di Centri di riadattamento per promuoverne la partecipazione allo sviluppo di modelli risolutivi di problemi chiave e per consentire loro di svolgere un ruolo più attivo nella divulgazione delle esperienze positive (1);

    v) divulgazione dei risultati delle azioni pilota della Comunità in materia di alloggi, per promuovere l'integrazione sociale degli handicappati, e disposizioni per i futuri sviluppi in questo settore (2).

    15. Particolare attenzione sarà attribuita al coordinamento di queste cinque attività ed all'interazione tra tutti coloro che sono direttamente interessati al loro svolgimento. Inoltre, altre utili attività, già esistenti a livello comunitario, in particolare quelle relative al settore della ricerca medica, degli strumenti tecnici di assistenza e dei trasporti, dovrebbero essere agganciate a tale quadro e più strettamente concentrate, in futuro, sui problemi di divulgazione e generalizzazione.

    16. La rete di azioni di sviluppo a base locale dovrebbe essere istituita per un periodo di 4 anni a decorrere dal 1983, Nell'allegato I figurano i dettagli in merito all'organizzazione di tale rete. Scopo principale della rete consisterebbe nell'incentivare e valutare il processo innovativo a livello locale, dando particolare rilevanza al coordinamento dei servizi, tanto nella programmazione quanto nell'attività concreta, per promuovere l'integrazione sociale dei minorati. La Comunità dovrebbe fornire un contributo finanziario al gruppo di coordinamento nonché agli studi di valutazione nell'ambito di ciascuno dei distretti. In linea di massima, aiuti finanziari esterni specifici a favore degli stessi progetti innovatori dovrebbero essere esclusi per concentrare gli impegni su iniziative che possano essere mantenute nel lungo periodo entro il limite delle risorse normalmente disponibili. La rete consentirebbe così uno scambio intensivo di esperienze tra i diversi distretti, rendendo possibile alla Comunità di esaminare su base comparata le principali questioni connesse all'attuazione della politica seguita in materia ed ai suoi aspetti innovatori.

    17. Per garantire un'efficace partecipazione nazionale all'interno di tale programma, la Commissione dovrebbe invitare gli Stati membri a designare dei rappresentanti in seno ad un Gruppo di collegamento, incaricato di prestarle un'opera di consulenza relativamente alla gestione di tutti gli aspetti del programma fornendo altresì un mezzo di contatto permanente tra la Commissione e le varie autorità nazionali.

    18. Ad intervalli regolari, la Commissione discuterà gli sviluppi dell'attività con i rappresentanti delle principali organizzazioni valontarie che esistono a livello europeo. La Commissione garantirà altresì un collegamento permanente con l'OCSE e le altre organizzazioni internazionali interessate, in particolare al fine di tener conto nell'ambito del programma di sviluppi al di fuori della Comunità.

    19. Dovrebbero essere predisposte nuove iniziative al fine di promuovere la creazione di sistemi d'informazione perfezionati nell'ambito della integrazione sociale, al fine di costituire a lungo termine un'efficace piattaforma di esperienze comuni all'interno della Comunità e stimolare il processo d'innovazione a tutti i livelli. La Commissione dovrebbe patrocinare in particolare: i) la costituzione, soprattutto a beneficio di tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni in materia, di una base di dati comunitaria sui minorati che dovrà collegare l'occupazione con la formazione professionale, la formazione degli insegnanti e con altri settori connessi e che si ispirerà alle esperienze del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale di Berlino e della rete comunitaria di informazioni sull'istruzione (Euridice);

    ii) la costituzione di una rete di informazioni comunitaria tra i diversi enti locali, per concentrarsi inizialmente su un numero limitato di aspetti programmati evidenziati dalle varie azioni a livello distrettuale e che incidono direttamente sulle condizioni dei minorati;

    iii) iniziative intese a consentire lo scambio di comunicazioni ed una cooperazione a livello comunitario (1) Vedi «Riadattamento professionale dei minorati» : relazione sull'attuazione del programma di azione comunitario trasmessa dalla Commissione al Consiglio il 30 ottobre 1979 (COM(79) 572 def. del 26.10.1979). (2) Vedi prima nota informativa su azioni pilota in materia di alloggi, trasmessa dalla Commissione al Consiglio il 17.9.1980 (COM(80) 491 def. del 9.9.1980). tra le organizzazioni volontarie e le associazioni che rappresentano i minorati e che intendono promuovere la partecipazione degli stessi alle varie fasi del processo decisionale.

    Le attività in questo campo saranno in stretto collegamento con quelle che vengono svolte nell'ambito dell'informazione e documentazione scientifica e tecnica (IDST).

    20. Durante il periodo di attività, dovrebbe essere avviata una serie di studi e conferenze su temi specifici connessi tanto con l'esperienza pratica a livello locale quanto con lo sviluppo di strategie nazionali (ad esempio : legislazione e applicazione di contingenti in materia d'occupazione per i minorati). La Commissione dovrebbe stabilire alcuni orientamenti per azioni da condurre negli Stati membri sui problemi specifici di cui trattasi. La prima di queste conferenze, che avrà luogo nel 1982, riguarderà le competenze degli enti locali nel promuovere l'integrazione sociale ; ciò rientrerà nel processo di elaborazione di iniziative di sviluppo a carattere distrettuale.

    21. L'attuale rete comunitaria di Centri di riadattamento dovrà svolgere un ruolo importante nel consigliare la Commissione su tutti gli aspetti del nuovo quadro di attività. In particolare, le azioni di sviluppo a livello di disretto costituiranno un utile terreno per la divulgazione e la valutazione dei risultati dell'attività di ricerca e sviluppo avviata dai Centri. Analogamente, sarà importante mantenere ed intensificare l'attività di collaborazione all'interno della stessa rete, affinché il lavoro di innovazione continui su determinati punti, quali la formazione a carattere modulare e la preparazione dei formatori.

    22. Entro la fine del 1981, la Commissione pubblicherà una relazione valutativa sul programma di progetti pilota in materia di alloggi per minorati. Alla luce delle relative conclusioni, la Commissione perfezionerà i suoi criteri per l'assegnazione in futuro di contributi finanziari a favore di ulteriori progetti pilota. Ci si augura che l'inserimento di questa iniziativa nel quadro generale di attività, definito nella presente comunicazione, amplierà notevolmente i vantaggi che ne possono derivare, contribuendo alla realizzazione di esperienze positive in settori connessi ed agevolando la divulgazione dei loro risultati.

    23. La Commissione presenterà al Consiglio un rapporto sullo stato di avanzamento delle attività in tutti i cinque settori verso la metà del prossimo quinquennio ed un rapporto finale al termine dell'attività.

    V. CONCLUSIONI

    24. Come contributo all'Anno internazionale dell'handicappato e prova del suo impegno d'incentivare l'attività in materia a livello comunitario nel prossimo anno, il Consiglio è invitato ad appoggiare la Commissione nell'esecuzione di tale programma approvando il quadro di attività a livello comunitario volto a promuovere l'integrazione sociale dei minorati, secondo le linee direttrici delineate nei precedenti paragrafi. Il Consiglio, per quanto lo riguarda, è invitato altresì a confermare che il modesto costo delle attività descritte sia sostenuto potenziando le esistenti linee di bilancio (stime dettagliate figurano nell'allegato finanziario).

    ALLEGATO I RETE INTERAGENTE DI AZIONI DI SVILUPPO A LIVELLO DISTRETTUALE

    1. La rete dovrebbe consistere in un numero limitato di distretti, scelti dalle competenti autorità di ciascuno Stato membro di concerto con la Commissione, come punti di riferimento per iniziative locali intese a promuovere l'integrazione sociale dei minorati. La rete presa nel suo complesso, composta in totale di 16-17 progetti, dovrebbe riflettere la diversità dei distretti all'interno della Comunità comprendenti conurbazioni vecchie e nuove, nonché diversi tipi di zone rurali. I distretti dovrebbero essere selezionati in base a caratteristiche relativamente medie all'interno dello Stato membro considerato, dal punto di vista del reddito, del livello occupazionale e della densità demografica, e con una reputazione «media» per quanto riguarda l'integrazione sociale. Di norma, i distretti scelti dovrebbero coincidere con un'unità amministraiva e concernere possibilmente una popolazione compresa tra le 150 000 e le 300 000 unità, consentendo così di avere un quadro significativo dei problemi, dei servizi e dei tipi di disposizioni da adottare, concentrando nel contempo l'attenzione sulla varietà delle specifiche menomazioni e dei particolari bisogni all'interno della comunità.

    2. Il passo iniziale dovrebbe essere la costituzione di un comitato consultivo per ciascun distretto che include i minorati e i loro familiari, rappresentanti dei principali ambienti professionali e settoriali interessati all'integrazione sociale dei minorati, nonché rappresentanti delle parti sociali e delle organizzazioni volontarie. Previa approvazione del comitato consultivo, dovrebbe essere successivamente formato un gruppo di coordinamento chiamato a promuovere iniziative di carattere innovatore all'interno del distretto.

    3. L'obiettivo dovrebbe essere costituito dall'integrazione sociale dei minorati nei distretti facenti parte della rete, grazie ad un impegno concertato a livello locale con l'eventuale collaborazione delle autorità regionali o nazionali, per tutta una serie di azioni da intraprendere almeno nei seguenti settori: - occupazione, con particolare riferimento ad un intervento concreto sul mercato del lavoro mediante azioni di orientamento e collocamento, all'offerta di possibilità per ulteriori corsi di formazione o riqualificazione, all'adattamento al posto di lavoro, nonché ad incentivi per assunzioni sul mercato libero ; particolare rilievo, inoltre, dovrebbe essere dato a nuove forme di organizzazione del lavoro, tra le quali cooperative, laboratori semi-protetti all'interno delle maggiori imprese e nuove possibilità per attività lavorative a domicilio;

    - strumenti tecnici d'assistenza, con particolare riferimento alla pronta disponibilità di tutti i vari tipi di materiale didattico, per la comunicazione e la mobilità, al miglioramento dell'informazione sugli strumenti di assistenza disponibili, al contributo che può essere apportato dalle nuove microtecnologie, alla manutenzione delle attrezzature ed all'addestramento al loro uso, nonché alle nuove possibilità occupazionali che possono essere offerte in seguito all'innovazione tecnologica;

    - corsi di formazione e preparazione alla vita di adulti, con particolare rilevanza attribuita ai problemi concreti di integrazione, soprattutto alla costituzione ed alla formazione del personale insegnante ed ausiliario, alla partecipazione dei genitori e all'assegnazione di materiale didattico, alla preparazione per acquisire una certa forma d'indipendenza ed alla formazione per mansioni di carattere sociale, ai servizi di orientamento, nonché ai sistemi modulari di formazione;

    - salute ed assistenza, con particolare rilievo all'orientamento sui problemi sanitari, soprattutto per i genitori giovani, alla prevenzione ed alla formulazione di diagnosi tempestive, all'assistenza fornita a coloro che sono affetti da menomazioni fisiche o psichiche e che si trovano in difficili condizioni socio-economiche, al mantenimento dei servizi sanitari e di assistenza sociale a disposizione di tutte le categorie di handicappati, compresi i servizi prestati a domicilio;

    - trasporti, alloggi e mobilità fisica, con particolare riferimento all'eliminazione degli ostacoli alla mobilità ed alla partecipazione, soprattutto per quanto riguarda la formazione e l'occupazione. Particolare attenzione deve essere prestata alla pianificazione urbanistica, all'infrastruttura di trasporto nonché alle politiche attuate in materia di alloggi e specificatamente destinate a favorire i contatti tra i minorati ed il resto della popolazione (i non minorati);

    - informazione, comunicazione e «comprensione pubblica», con particolare riferimento alla presentazione e alla divulgazione dei problemi a livello dell'intera comunità locale, ad iniziative volte ad incoraggiare atteggiamenti positivi nei confronti dell'integrazione, alla soppressione dei «marchi» che possono essere attribuiti all'invalidità e ad un'opera di convincimento che sottolinei la necessità della collaborazione e del coordinamento prestati da servizi pubblici e privati.

    4. La Commissione dovrebbe sovvenzionare le seguenti attività: - costo del gruppo di coordinamento : dovrebbe essere prevista l'assegnazione di un contributo annuo massimo a fronte dei costi di gestione del gruppo, da suddividere con quelli responsabili a livello di distretto;

    - costo dell'attività di verifica e di valutazione dell' esperienza del distretto : dovrebbe essere altresì previsto un contributo annuo massimo a fronte delle spese sostenute per un gruppo di valutazione, costituito con l'approvazione degli Stati membri e del comitato consultivo distrettuale;

    - organizzazione del processo di interazione e ripartizione delle esperienze tra i diversi progetti situati nei vari Stati membri, istituendo, in particolare, un apposito meccanismo a livello comunitario.

    ALLEGATO II RELAZIONE SUI PREPARATIVI PER L'ANNO INTERNAZIONALE DEI MINORATI

    INTRODUZIONE

    Prendendo l'iniziativa dall'Anno internazionale dei minorati (1981), le Nazioni Unite hanno inteso promuovere la partecipazione dei minorati alla vita sociale e ai vantaggi risultanti dallo sviluppo economico e sociale, su una base di parità con gli altri cittadini.

    La partecipazione è un obiettivo della Comunità, che in un'ottica più lungimirante si prefigge come scopo l'integrazione sociale dei minorati. Già nel 1969, l'argomento era stato oggetto di un mandato da parte del Consiglio alla Commissione. Questo mandato ha ispirato una lunga ricerca di obiettivi e modalità d'azione coerenti e duraturi, ricerca che non si è mai interrotta. Essa ha determinato nel 1974 il lancio del programma d'azione comunitario «Riadattamento professionale dei minorati» e nel 1976 il finanziamento di operazioni pilota per la costruzione e l'adattamento di alloggi. Queste attività proseguono e si associano adesso ad azioni più determinate di cui è difficile fornire una prospettiva d'insieme.

    La responsabilità di detti programmi e azioni definite spetta a numerosi servizi della Commissione. Per questi servizi l'anno internazionale dei minorati è stato l'occasione di uno sforzo di concertazione. Ciò è stato favorito dai contatti - nel quadro di riunioni di informazione reciproca - fra rappresentanti dei servizi e rappresentanti delle associazioni dei minorati, organizzate a livello europeo. Il presente documento costituisce un aspetto degli sforzi compiuti in tale prospettiva.

    I. INIZIATIVE PRECEDENTI AL 1979 E SVILUPPI RECENTI, A SECONDA DEI SETTORI

    Dati statistici

    1. Lo studio del Sig. G. Rouault su «I minorati e l'occupazione» (1) ha messo in evidenza che esistono dati statistici soltanto per le persone che godono di provvedimenti speciali (ad es. pensione, formazione, collocamento) ; poiché questi provvedimenti sono diversi, i dati non sono paragonabili e non consentono una prospettiva d'insieme. Tuttavia è importante disporre di un repertorio dei dati disponibili. L'istituto statistico ha intrapreso nel 1980 un aggiornamento dello studio pubblicato nel 1978 (i cui dati riguardano gli anni dal 1974 al 1976).

    Regolamento doganale

    2. La Comunità ha messo in applicazione il «Protocollo di Nairobi», adottato dalla conferenza generale dell'UNESCO nel 1976 relativo all'importazione in franchigia dai dazi della tariffa doganale comune degli oggetti destinati ai minorati: a) il protocollo è stato firmato dalla Comunità in base alla decisione del Consiglio 79/505/CEE, dell'8 maggio 1979 (2);

    b) la normativa comunitaria è stata modificata dal regolamento (CEE) n. 1028/79, del 28 maggio 1979 (2);

    c) le modalità per ottenere la franchigia sono state definite dal regolamento (CEE) n. 2783/79, del 12 dicembre 1979 (3).

    Resta da ottenere che le prerogative accordate vengano effettivamente applicate negli Stati membri su vasta scala.

    Protezione dei consumatori:

    3. In collaborazione con il comitato europeo di normalizzazione (CEN), la Commissione ha intrapreso lo studio di norme di sicurezza in due settori: a) provvedimenti che consentano agli handicappati della vista di riconoscere al tatto i recipienti contenenti prodotti pericolosi;

    b) provvedimenti che rendano difficoltosa l'apertura di recipienti contenenti prodotti pericolosi (protezione dei bambini, ma anche delle persone anziane e minorate).

    4. Nell'ambito del «Programma preliminare della Comunità economica europea per una politica di protezione e di informazione dei consumatori» (4), la Comunità ha istituito un comitato consultivo dei consumatori. Dietro richiesta della Commissione o di sua iniziativa quest'organo è in grado di esprimere il punto di vista dei consumatori, in particolare quello dei consumatori anziani o minorati.

    Nuove applicazioni tecnologiche

    5. Alla fine del 1979, la Commissione ha presentato al Consiglio europeo un documento su «La società europea di fronte alle nuove tecnologie dell'informazione - una risposta comunitaria» (5).

    Queste tecnologie sono importanti, poiché possono: - migliorare i sistemi di comunicazione e le condizioni di vita delle persone anziane e minorate;

    - favorire lo sviluppo di attività economiche meno faticose nelle quali l'inserimento di persone minorate incontrerà meno ostacoli.

    Il documento sottolinea l'aspetto della formazione degli utenti e annuncia un programma, destinato ai ministri della pubblica istruzione, per incrementare gli scambi di esperienze su una serie di punti, fra cui l'applicazione delle nuove tecnologie nell'insegnamento per i minorati.

    Riadattamento professionale e occupazione

    6. Un programma d'azione comunitaria per il riadattamento professionale dei minorati è stato adottato dal Consiglio il 27 giugno 1974 (6).

    Da un punto di vista pratico, il programma comprende: - attività di cui la Commissione è promotrice : attività della «Rete europea dei centri di riadattamento e formazione», che hanno lo scopo di incrementare la capacità di formazione delle strutture destinate ai minorati e alle persone che se ne occupano;

    - operazioni dovute all'iniziativa di gruppi e organi impegnati nell'azione sociale, che si svolgono sul posto e beneficiano dell'aiuto comunitario. Una caratteristica di queste operazioni consiste nel fatto che esigono un coordinamento delle attività dei gruppi e degli organi stessi, delle amministrazioni nazionali e comunitarie.

    7. Per quanto riguarda i mezzi, l'attuazione del programma comporta: - il contributo finanziario della Comunità (Fondo sociale europeo, sezione «minorati» dell'articolo 304 del bilancio della Commissione;

    - il lavoro che la Commissione consacra all'orientamento politico e tecnico del programma.

    Detto lavoro comprende attualmente: a) il sostegno di azioni innovatrici, capaci di fornire rapidamente una risposta adattata alle attuali esigenze ; la continuità di questo sostegno;

    b) l'osservazione dei risultati delle azioni sostenute (aumento della domanda di lavoro ; la riorganizzazione dei servizi sociali ; nuova legislazione) e la promozione delle iniziative necessarie a compensare o ad ampliare questi risultati, per renderli noti e oggetto di discussione a livello comunitario;

    c) la valorizzazione dell'esperienza acquisita sul posto e l'interpretazione delle tendenze che sono emerse nell'ambito delle azioni sostenute.

    8. Nel 1978 la Commissione ha intrapreso una sintesi dei risultati delle azioni innovatrici realizzate nel corso dei primi anni di attuazione del programma ; dal 21 al 23 marzo 1969 si sono svolte a Lussemburgo delle giornate d'informazione sull'argomento «Riadattamento professionale dei minorati - 4 anni di studio e d'interventi finanziari (1974-1977)». Su questa base la Commissione ha elaborato e presentato al Consiglio una relazione sull'esecuzione del programma (7).

    9. Il Fondo sociale europeo ha stanziato nel 1980 74 milioni di UCE per la formazione professionale dei minorati (stanziamenti d'impegno). Dal 1974 in poi questi stanziamenti sono stati in progressivo aumento. Il Fondo contribuisce inoltre ai lavori citati prima [paragrafo 7 a), b), c)] con studi ed esperimenti pilota che preparano gli interventi e mediante la valutazione dei risultati degli stessi. In questo contesto occorre citare i seminari sulla formazione del personale addetto alla formazione (Heidelberg 1972 e Mulhouse 1973) che hanno notevolmente contribuito alla preparazione del programma d'azione illustrato al paragrafo 7.

    10. L'inserimento professionale dei minorati dipende anche da fattori esterni rispetto a quello del lavoro, fra cui l'alloggio. La Commissione nel settore dell'alloggio ha agito per fasi, procedendo cioè: a) allo studio delle caratteristiche tecniche minime che consentono l'accesso ad un alloggio adatto agli spostamenti su sedia a rotelle (1974-1975) (8);

    b) al finanziamento di programmi di costruzione e di rinnovamento di alloggi negli Stati membri : esperimenti pilota, ma anche programmi di maggiore respiro per quanto riguarda gli handicappati fisici (a partire dal 1976) e gli handicappati mentali (a partire dal 1978);

    c) allo spoglio dei risultati. Questa fase è recente e sarà trattata in un paragrafo successivo (paragrafo 27).

    Redditi e sicurezza sociale

    11. I seguenti lavori riguardano le persone non attive: a) Redditi degli invalidi. Allorquando un'infermità è presente fin dalla nascita oppure colpisce una casalinga, una persona anziana rendendole invalide, i diritti pecuniari variano a seconda della persona. Questa differenza è stata oggetto di uno studio della casistica ; i dati ottenuti sono stati raffrontati fra di loro tenendo conto del livello medio delle retribuzioni (studio in fase di completamento).

    b) Protezione sociale delle persone che non sono protette dai regimi attuali. Questo riguarda a seconda dei paesi, alcuni tipi di minorati, le donne senza attività professionale, gli studenti e i giovani senza occupazione, i detenuti, i disadattati sociali, ma anche alcuni lavoratori indipendenti, e alcuni lavoratori dipendenti (domestici ad interim, lavoratori a domicilio ...). Sarebbe opportuno eliminare queste lacune e carenze dei sistemi di sicurezza sociale mediante: - provvedimenti generali di protezione contro i rischi di malattia, vecchiaia e invalidità, oneri familiari,

    - provvedimenti specifici a favore dei gruppi con particolari esigenze (priorità, in particolare, per i minorati congeniti).

    La Commissione ha presentato su questi argomenti un progetto di raccomandazione al Parlamento europeo, che ha espresso il suo parere il 13 gennaio 1977 (9). Questo progetto è ancora in fase di esame.

    Sanità pubblica

    12. La prevenzione primaria e secondaria delle infermità costituisce per lo più un problema di sanità pubblica. In questo settore, la Comunità è presente da molto tempo con azioni specifiche, ma non ha ancora una politica globale. Due riunioni del Consiglio sono state dedicate alla sanità pubblica il 13 dicembre 1977 e il 16 novembre 1978. Attualmente la Commissione sta elaborando un programma d'azione.

    Trasporti

    13. Il 24 giugno 1980, il Consiglio dei ministri ha adottato una direttiva sul mutuo riconoscimento delle patenti nazionali e sull'introduzione, entro il 1986, di una patente comunitaria (10). Vengono così poste le basi di partenza per i futuri lavori sui criteri di attribuzione della patente ; i requisiti cui devono soddisfare i guidatori minorati rientrano in questo settore.

    Aiuti allo sviluppo

    14. Numerosi progetti realizzati nei paesi in via di sviluppo a favore dei minorati, sono stati e sono oggetto di aiuti da parte della Comunità: a) fra i progetti varati fra il 1959 e il 1978 nei paesi firmatari nelle convenzioni di Yaoundé e di Lomé I, grazie all'aiuto del Fondo europeo di sviluppo, 272 riguardano, da un lato, le strutture sanitarie, il relativo personale e funzionamento, nonché dall'altro, azioni di igiene e di bonifica che contribuiscono alla prevenzione primaria delle infermità.

    b) Sin dal 1976, la Commissione aiuta finanziariamente «microprogetti» proposti dalle organizzazioni non governative e realizzati nell'insieme dei paesi in via di sviluppo : 16 dei progetti finora finanziati riguardano direttamente i minorati e hanno beneficiato di un aiuto globale di 900 000 UCE nel periodo 1977-1979.

    Va osservato che la Commissione fornisce ampie opportunità di finanziamento, ma non esercita alcuna pressione diretta sui paesi nei quali queste azioni vengono realizzate per quanto riguarda la natura e gli obiettivi delle azioni stesse.

    Istruzione e formazione permanenti

    15. Un programma di cooperazione nel settore dell'istruzione è stato definito dal Consiglio il 9 febbraio 1976 (11) ; in seguito, una «risoluzione del Consiglio e dei ministri della pubblica istruzione riuniti in seno al Consiglio», adottata il 13 dicembre 1976 (12), ha indicato i provvedimenti da adottare «volti a migliorare la preparazione dei giovani al lavoro e facilitarne il passaggio dagli studi alla vita attiva» e ha previsto in particolare l'esecuzione di progetti pilota e studi riguardanti i giovani minorati fisici e mentali.

    In seguito a queste decisioni, uno studio sull'insegnamento speciale nella Comunità è stato affidato al sig. J.S. Jørgensen. La relazione finale dello studio ha dato luogo a una conferenza sul tema «Scuole e minorati nell'ambito comunitario - tendenze e prospettive», svoltasi a Roma dal 4 al 7 dicembre 1978 (13).

    Ricerca medica

    16. La Comunità favorisce negli Stati membri le attività concertate di ricerca. Queste azioni concertate riguardano, fra l'altro, la ricerca medica e sanitaria e alcune fra di loro hanno un impatto diretto sulla prevenzione secondaria delle infermità e sul riadattamento: a) il primo programma (in fase di esecuzione) comprende tre azioni concertate, di cui una sulla registrazione delle anomalie congenite (14);

    b) il secondo programma (adottato dal Consiglio il 18 marzo 1980) (15) comprende 4 azioni concertate pluriennali, di cui tre riguardano: - l'individuazione della tendenza alla trombosi,

    - la comprensione, la valutazione e la terapia del deterioramento delle facoltà uditive,

    - i criteri per il monitoraggio perinatale;

    c) la preparazione del 3° programma è appena iniziata. Questo programma pluriennale dovrebbe permettere di migliorare: - le cure destinate ai bambini (al momento della nascita e subito dopo), alle persone anziane e minorate,

    - la tecnologia biomedica e le cure sanitarie.

    Rinnovamento industriale

    17. La Commissione ritiene che talune esigenze non abbiano un corrispettivo nella produzione industriale presente nella Comunità : in particolare le esigenze delle persone anziane e minorate. Una migliore conoscenza di queste esigenze e la presenza di una domanda per i prodotti che potrebbero soddisfarle, potrebbero stimolare il rinnovamento nell'industria e migliorare in definitiva le condizioni di vita di queste persone. Nel 1979 sono stati dedicati due simposi di studio agli oggetti usati nelle cure mediche e nella vita quotidiana «technical aids», «tools for living» e in particolare: - alla loro tecnologia (Harrow, 23-25 ottobre 1979),

    - alla produzione e al mercato di detti oggetti (Berlino, 19-21 novembre 1979).

    Il resoconto è stato pubblicato nel 1980 (16).

    II. LAVORO DI PREPARAZIONE REALIZZATO NEL 1979 E NEL 1980 E ORIENTAMENTI PRINCIPALI

    18. Nel corso del secondo semestre del 1979 e durante tutto il 1980, i servizi responsabili dei programmi e dei settori di competenza comunitaria citati prima si sono sforzati di giungere a risultati concreti e instaurare un coordinamento dei loro lavori. Detto coordinamento si è accentrato su tre argomenti: - la formazione professionale e l'occupazione dei minorati

    - l'istruzione dei bambini minorati

    - i mezzi tecnici ausiliari usati dalle persone anziane e minorate.

    Allo stesso tempo, la DG V ha compiuto uno sforzo di riflessione e di ricerca sull'integrazione sociale e ha preso le prime iniziative per la promozione di questo settore. Questi punti saranno esaminati successivamente.

    Riadattamento professionale e occupazione dei minorati

    19. Nella relazione sull'attuazione del programma d'azione comunitario «Riadattamento professionale dei minorati», inviata al Consiglio il 30 ottobre 1979 (7), la Commissione ha sottolineato le difficoltà incontrate dalle persone minorate nella ricerca di un'occupazione. Essa ha chiesto al Consiglio di confermare l'orientamento del programma nella sua fase iniziale (consiste nel preparare i minorati a svolgere compiti normali) e ha proposto le linee direttive di una politica destinata a favorire l'occupazione dei minorati.

    Nelle conclusioni adottate il 9 giugno 1980, il Consiglio ha dato alla Commissione una risposta affermativa sia sull'orientamento del programma che sulle linee direttive. Come vedremo in seguito, queste «linee» delimiteranno l'illustrazione delle azioni recenti.

    A. Rafforzare gli obiettivi proposti alle imprese e i mezzi messi a loro disposizione

    20. Il gruppo di lavoro «Riadattamento professionale dei minorati» ha studiato gli obblighi legali dei datori di lavoro negli Stati membri per quanto riguarda l'occupazione dei minorati. Il gruppo ha raccolto le sue conclusioni in un documento destinato alle parti interessate chiamate a collaborare e che devono dunque avere gli stessi obiettivi : i minorati, i partner sociali, le autorità pubbliche, gli organi tecnici del riadattamento e dell'occupazione (17).

    21. In seguito il gruppo di lavoro ha studiato la funzione potenziale delle piccole imprese, che non sono vincolate dagli obblighi summenzionati e ha esaminato la possibilità di applicare alle imprese che impiegano personale minorato quei provvedimenti destinati a stimolarle che sono utilizzati attualmente per promuovere l'occupazione giovanile (18).

    22. Allorquando esistono realmente le condizioni di una cooperazione per quanto riguarda l'occupazione dei minorati e quando gli obiettivi sono condivisi da tutti gli interessati, è possibile ottenere che le imprese non limitino il loro concorso soltanto alla creazione di un'offerta d'impiego e che contribuiscano anche alla formazione. Delle azioni dimostrative, realizzate in Italia con l'aiuto del Fondo sociale e riguardanti giovani minorati mentali, studiano le modalità e l'aspetto pedagogico della formazione all'interno dell'azienda.

    B. Rendere più efficaci gli strumenti normali per il collocamento, la formazione e l'orientamento professionale, in modo da facilitare la loro utilizzazione da parte dei minorati

    23. L'inserimento dei minorati nel mondo del lavoro non dipende soltanto da provvedimenti speciali che possono essere adottati a loro favore, ma anche e anzitutto da un migliore funzionamento dei servizi pubblici d'orientamento, formazione e collocamento che sono a disposizione di tutti e che costituiscono i normali strumenti della politica del mercato del lavoro. Rendere attiva e più efficace questa politica è uno degli scopi della Comunità ; a questo proposito, la Commissione ha presentato delle proposte al Consiglio nell'aprile del 1980 (19) ; il Consiglio le ha discusse il 9 giugno.

    24. È di fondamentale importanza ottenere che gli handicappati che ricorrono a questi servizi vi trovino l'accoglienza e l'aiuto necessari. Alcuni dei centri che fanno parte della rete europea sono centri di formazione che integrano i minorati gravi nei corsi destinati ai non invalidi ; essi studiano permanentemente le condizioni di questa integrazione.

    25. Dal luglio 1980, il gruppo di lavoro «Statistiche dell'occupazione», che elabora statistiche sulla disoccupazione, studia la possibilità di raccogliere regolarmente dati relativi agli handicappati alla ricerca di un'occupazione.

    C. Stabilire a livello locale un collegamento fra la politica dell'occupazione e le altre politiche importanti per l'integrazione sociale e professionale

    26. Una di queste politiche riguarda l'alloggio. Nel paragrafo 10 sono già stati menzionati i programmi finanziati dalla Comunità in questo settore. La Commissione ha recentemente sottoposto all'esame del Consiglio una relazione su questi programmi (20). Inoltre ha elaborato un'illustrazione audiovisiva dei principi che hanno ispirato gli esperimenti e dei programmi che hanno beneficiato del suo sostegno. Per ciascuno dei programmi in questione è stato avviato nel 1981 un lavoro di valutazione ; nel corso di questi lavori avranno un'importanza fondamentale le giornate di studio «Minorati - mobilità e alloggio» organizzate dalla Commissione, in collaborazione con l'AEH (paragrafo 51), nei giorni 3, 4 e 5 giugno 1981 a Lussemburgo.

    27. Durante il riadattamento, talune persone (i minorati mentali, i malati mentali) lasciano l'ambito ristretto degli istituti nei quali si trovavano fino ad allora. Per queste persone, la riuscita dell'integrazione sociale e professionale dipende dalla possibilità di vivere in una piccola comunità, in una comunità che sia inserita nell'habitat normale, che benefici delle strutture e dell'ambito sociale del quartiere o del villaggio. La Commissione appoggia e sostiene una Conferenza su «L'habitat dei minorati mentali» organizzata a Bruxelles il 15 e il 16 ottobre 1981 dall'«Association nationale d'aide aux handicapés mentaux».

    28. Una seconda politica importante riguarda i trasporti. Torneremo più avanti sui mezzi di trasporto collettivi. Per quanto riguarda il trasporto individuale e, in particolare, la circolazione e il parcheggio dei veicoli usati dai minorati, la Commissione ha raccolto, nel corso del 1980, informazioni relative all'attuazione negli Stati membri delle disposizioni previste dalla raccomandazione del 6 dicembre 1977 della Conferenza europea dei ministri dei trasporti (CEMT). Le misure necessarie per rendere accessibili questi mezzi ai minorati stranieri sarebbero dovute entrare in vigore al più tardi entro il 1° gennaio 1980.

    D. Portare ad un livello e ad una capacità sufficienti le strutture destinate ai minorati gravi e le strutture specializzate per il riadattamento professionale

    29. Nell'ambito del riadattamento professionale, la formazione svolge un ruolo centrale e deve costantemente perfezionarsi nei metodi affinché: - le modalità pratiche rispondano alle esigenze individuali dei minorati (mobilità della data d'inizio dei corsi, durata variabile delle fasi, ecc.),

    - il tipo e il livello delle competenze acquisite danno ai minorati un vantaggio reale nella ricerca di un'occupazione.

    I centri della rete europea sono direttamente impegnati in questo settore mediante azioni specifiche di riforma della formazione e una cooperazione interna particolarmente stretta.

    30. La riforma e lo sviluppo della formazione dei minorati è opera degli insegnanti e non può farsi senza di loro. Problemi particolarmente complessi, per quanto riguarda l'assunzione e la formazione degli insegnanti e del personale addetto al riadattamento, devono essere risolti quando la formazione professionale dei minorati va organizzata in luoghi in cui le strutture di formazione sono scarse o assenti. Tuttavia, negli ultimi anni questi problemi sono stati felicemente risolti, anche nelle regioni meno sviluppate della Comunità. L'esperienza acquisita in questo settore sarà illustrata da una documentazione audiovisiva in fase di elaborazione (21).

    31. Sottofondo di questa azione che riguarda la formazione dei minorati, il suo perfezionamento e il suo sviluppo, sarà essenzialmente una riflessione permanente sulla capacità di lavoro del minorato : una previsione delle capacità che potranno essere acquisite nel corso della formazione, la valutazione di questo risultato. Non si parla qui della sola competenza, ma anche della mobilità, delle capacità sensoriali e intellettuali. In base alla sua esperienza, la rete europea ha indicato gli elementi da prendere in considerazione in questa valutazione (22).

    32. Infine, oggetto di costante attenzione è la progressione delle operazioni finanziate dal Fondo sociale europeo. Si tratta, da un lato, di valutare e render noti i risultati raggiunti, dall'altro, di controllare l'intervento del Fondo per renderlo più efficace. Un seminario su questo problema è stato organizzato dalla Commissione e si terrà a Mulhouse nei giorni 6, 7 e 8 ottobre 1981.

    Istruzione e formazione permanente dei minorati

    33. Dopo la conferenza di Roma menzionata al paragrafo 15, un gruppo di esperti è stato invitato ad approfondire lo studio delle «tendenze» che il sig. Jørgensen aveva individuato nella Comunità e aveva illustrato nella sua relazione. In base ai lavori di questo gruppo è stato elaborato un documento (23) che alla fine del marzo 1980 è stato inviato a numerose organizzazioni e associazioni con lo scopo di raccogliere il loro parere sugli argomenti da trattare in un futuro programma d'azione comunitaria a favore dell'istruzione e della formazione permanente dei minorati.

    34. Inoltre la Commissione ha incaricato il sig. Jørgensen di aggiornare il suo studio condotto nei nove paesi e di intraprendere l'elaborazione di relazioni sulla situazione in Grecia, Spagna e Portogallo. Sono attualmente in corso di stesura monografie sull'importanza della formazione prescolastica per i bambini minorati e sulle prospettive offerte dalle nuove tecnologie.

    35. In collaborazione con il centro europeo «Travail et société» e con l'aiuto di numerose associazioni di insegnanti e organizzazioni non governative, la Commissione organizza una Conferenza sul tema Preparazione dei giovani minorati alla vita attiva degli adulti». Detta conferenza si svolgerà a Noordwijkerhout (Paesi Bassi) dal 15 al 23 ottobre 1981. Inoltre la Commissione fornirà un contributo finanziario a seminari organizzati da associazioni europee di insegnanti.

    Mezzi tecnici ausiliari

    36. Il simposio di Berlino citato nel paragrafo 7 si è concluso con raccomandazioni che hanno: - sottolineato la necessità di migliori strutture d'informazione per quanto riguarda i mezzi tecnici ausiliari;

    - stimolato l'interesse dei servizi della Commissione per azioni concertate sugli altri aspetti importanti che beneficiano della loro promozione.

    37. Per quanto riguarda le strutture d'informazione, poco dopo il simposio di Berlino, è stata richiesta un'analisi approfondita delle esigenze a un gruppo di lavoro nel quale erano rappresentate organizzazioni competenti per il riadattamento dei minorati e la protezione dei consumatori, nonché la commissione internazionale per gli aiuti tecnici (ICTA). La relazione del gruppo di lavoro (aprile 1980) ha indicato con precisione le azioni prioritarie, di modo che è stato possibile prendere iniziative concrete nell'ambito del «2° piano d'azione nel settore dell'informazione e della documentazione scientifica e tecnica» (IDST) : alla fine del 1980 è stato intrapreso uno studio con lo scopo di definire le caratteristiche e la fattibilità di una banca di dati sui mezzi ausiliari tecnici disponibili sul mercato europeo e destinati alle persone anziane e minorate. Detta banca dovrà basarsi su una nomenclatura multilingue compatibile con i sistemi esistenti e rendere possibile la pubblicazione di cataloghi nelle lingue comunitarie. Lo studio è stato realizzato nel corso del primo semestre 1981 ; a questo proposito è stato necessario eseguire un'indagine presso numerosi organismi specializzati ; al momento della stesura della presente relazione, gli organi competenti del comitato IDST sono stati informati delle conclusioni preliminari di detto studio.

    38. Gli altri aspetti importanti della promozione dei mezzi tecnici ausiliari sono: - la ricerca,

    - l'azione sul mercato, mirante ad ottenere che vengano fabbricati e distribuiti a prezzi ragionevoli prodotti che si adattino bene alle esigenze dei minorati,

    - l'aumento della richiesta, grazie alla formazione degli utilizzatori, in particolare nei settori in cui il progresso tecnico apre nuove possibilità.

    Le azioni intraprese vengono citate qui di seguito.

    39. Il settore della ricerca è stato oggetto di lavori preliminari che non hanno ancora determinato decisioni esecutive: - un inventario relativo alle ricerche in corso era stato raccomandato dal gruppo di lavoro citato precedentemente ; detto inventario è diventato oggetto di studio assieme ad altri progetti d'inventari per le ricerche nel campo medico;

    - la promozione di nuove ricerche potrà aver luogo nel quadro del terzo programma di ricerca medica e di sanità pubblica ; nella fase di preparazione del programma, le persone anziane e/o minorate sono state ritenute uno dei gruppi che costituiscono un obiettivo principale e le applicazioni pratiche della tecnologia sono state considerate un'importante priorità.

    40. Sia le informazioni sui prodotti esistenti che le informazioni sulle ricerche e le ricerche stesse avranno, non appena saranno perfezionate, un effetto stimolante sull'offerta di prodotti. Tuttavia, una azione sul mercato è possibile fin da ora: - da un lato, mediante il controllo delle procedure dei permessi per l'importazione in franchigia degli oggetti prodotti fuori dalla Comunità (poiché queste procedure prendono in considerazione la promozione comunitaria di detti oggetti) (paragrafo 2),

    - dall'altro, mediante una cooperazione fra i laboratori che collaudano queste attrezzature nei paesi membri : vi sono stati contatti fra laboratori per collaudi dipendenti da organizzazioni di consumatori per rendere possibile lo scambio di esperienze e di risultati e per migliorare, in futuro, l'informazione delle persone anziane e minorate sulle attrezzature che sono loro destinate.

    41. Le menomazioni relative alla sfera delle comunicazioni (infermità dell'udito, della vista, della parola) offrono un vasto terreno d'applicazione alle nuove tecnologie. Una delle condizioni da soddisfare per uno sviluppo concreto delle applicazioni è la formazione degli utilizzatori. In particolare, si tratta di aiutare il personale che si occupa dei minorati a migliorare le proprie capacità di analizzare le insufficienze, di definire ed eventualmente realizzare i sistemi destinati a compensarle. Nel dicembre 1980, la Commissione ha autorizzato la realizzazione di uno studio (24) il cui scopo consiste nel rendere disponibile una prima versione del materiale didattico necessario per questo perfezionamento. I primi risultati dello studio sono stati presentati ad un gruppo di esperti e di medici provenienti da vari paesi membri nel corso di un seminario sul tema «Autonomia e comunicazione nei minorati - mezzi tecnici ausiliari di comunicazione», svoltosi a Lussemburgo dal 16 al 18 marzo 1981. Gli aspetti linguistici vengono studiati contemporaneamente a quelli tecnici (25).

    III. L'INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORATI : SCHEMA DI LAVORO E RELATIVA APPLICAZIONE

    42. Il periodo 1974-1978 ha visto il sorgere di una nuova concezione dell'integrazione sociale dei minorati.

    L'integrazione sociale è stata una importante motivazione politica di operazioni sostenute dal Fondo sociale europeo nel quadro del programma d'azione comunitario «Riadattamento professionale dei minorati» (vedi a questo proposito i paragrafi 6, 7, 8). Dette operazioni erano basate su iniziative delle autorità locali, si riferivano a popolazioni ben definite e intendevano rispondere alle esigenze di inserimento sociale e professionale di tutti i minorati appartenenti a queste popolazioni.

    43. Le suddette operazioni sono state analizzate in occasione della preparazione delle giornate d'informazione tenutesi a Lussemburgo nei giorni 21, 22 e 23 marzo 1979 (paragrafo 8) (26). L'analisi ha messo in evidenza che: - questo tipo di impostazione faceva risaltare i problemi dei minorati mentali;

    - i problemi relativi all'alloggio, all'istruzione e alla formazione, al lavoro e al tempo libero dei minorati potevano essere affrontati con mezzi non necessariamente specializzati, cioè con i mezzi di cui si serve l'insieme della popolazione;

    - l'offerta necessaria di prestazioni medico-sociali si poteva ottenere mettendo in comune e utilizzando razionalmente strutture già esistenti.

    Secondo questo tipo di impostazione, l'integrazione sociale è una situazione, uno stato sociale tale che la persona minorata rimane all'interno della sua comunità nella quale svolge una funzione personale (grazie in particolare al suo lavoro) e partecipa pienamente alle attività della vita collettiva. Se questa situazione non esiste, non si può sperare di crearla soltanto mediante il riadattamento, che riguarda esclusivamente la persona minorata e viene generalmente realizzato in un ambiente separato ; l'integrazione sociale dipende per la maggior parte dall'atteggiamento dell'ambiente in cui il minorato viene accolto, dalla creazione di talune condizioni materiali, dall'ambiente sociale in senso lato.

    44. Al fine di tener conto di tutto ciò nella preparazione della sua azione futura, la Commissione ha proceduto a - una riflessione circa questi problemi in collaborazione con i rappresentanti delle associazioni di minorati,

    - una scelta dei metodi che permettono di promuovere l'integrazione sociale nell'ottica illustrata prima.

    45. La riflessione sui fattori e le condizioni dell'integrazione è stata al centro di una riunione d'informazione reciproca fra i rappresentanti dei servizi le cui attività sono descritte nella prima parte del presente documento e i rappresentanti delle associazioni dei minorati, riunione a livello europeo tenutasi a Lussemburgo il 15 gennaio 1980.

    In questa occasione si è particolarmente insistito sulla necessità di realizzare le necessarie condizioni materiali. Si tratta in particolare di: - intervenire nella concezione delle politiche generali (politica economica ; assetto del territorio ; politica dell'habitat, dell'alloggio e dei trasporti, dell'istruzione e dell'occupazione) per evitare che le scelte nell'ambito di queste politiche non contribuiscano ad accentuare la segregazione sociale e l'emarginazione delle categorie più deboli;

    - sfruttare razionalmente le attrezzature utilizzate per gli alloggi, le comunicazioni e il trasporto, le strutture d'insegnamento e di lavoro, di cura e di assistenza, nonché i servizi a disposizione del pubblico per rendere accessibili a tutti le attrezzature, le strutture e i servizi;

    - occorre inoltre fornire un'assistenza individuale efficace alle persone e alle famiglie in difficoltà e intraprendere la promozione professionale e sociale dei minorati emarginati.

    Questi settori sono di competenza delle autorità pubbliche. L'azione necessaria esige il concorso di tutti i cittadini e anzitutto quello degli stessi minorati. Una parte importante di questa azione deve realizzarsi a livello locale, basandosi su una valutazione originale della situazione, con il concorso di tutte le forze politiche e sociali e, se del caso, con l'aiuto delle istanze nazionali e comunitarie. Le indicazioni fornite nel presente documento non si vogliono conclusive : la riflessione continua.

    46. Impostato così, il problema è di ampio respiro. Di fronte ad esso la Commissione ha optato per uno schema di lavoro che comprende due linee principali: a) l'apertura e l'incoraggiamento del dialogo fra minorati e persone sane per quanto riguarda le infermità e le difficoltà pratiche risultanti e per raccogliere informazioni su queste difficoltà e sulle relative esigenze;

    b) l'appoggio delle autorità locali nelle scelte politiche più efficaci e adatte nei settori di loro competenza.

    Campagna di comunicazione sociale e studio delle esigenze

    47. L'idea di un'azione d'informazione destinata al grande pubblico era già presente nel programma d'azione del 1974 (6). La sua attuazione è stata ritardata dalla mancanza di informazioni circa le difficoltà incontrate dai minorati nella vita quotidiana, circa i tipi di comportamento che si potrebbero suggerire alle persone sane e sulla disponibilità di quest'ultime al dialogo e alla collaborazione. Attualmente si fa sentire sempre di più la necessità di una campagna di comunicazione sociale che dovrebbe comprendere: - una informazione diretta, mediante un'indagine eseguita presso i minorati, considerati individualmente;

    - uno studio degli atteggiamenti delle persone sane;

    - lo sviluppo del dialogo fra la Commissione e le associazioni dei minorati;

    - la diffusione di informazioni presso il grande pubblico.

    La Commissione ha cominciato ad agire in base a questi orientamenti.

    48. Nel 1979, essa ha accettato il principio di un contributo ad una indagine audiovisiva presso persone che abbiano subito una riduzione delle loro capacità sensorie, motorie o mentali. Queste persone vengono interpellate sulle conseguenze che questa riduzione ha avuto nella partecipazione alla vita collettiva e la testimonianza viene registrata. Lo scopo di questa azione è: - ottenere che i minorati si esprimano sui loro problemi individuali;

    - costituire una videoteca utilizzabile nell'ambito di azioni di formazione destinate per lo più agli assistenti sociali;

    - giungere (mediante lo studio del materiale raccolto) ad una migliore comprensione delle esigenze dei minorati, a seconda del tipo di menomazione;

    - stimolare l'utilizzazione dei metodi audiovisivi nel quadro delle azioni che mirano a stabilire e migliorare i contatti fra minorati e persone sane.

    49. Un'indagine preliminare, eseguita fra il dicembre 1979 e l'aprile 1980 (27), ha messo in evidenza che l'indagine audiovisiva consente di raccogliere una documentazione utilizzabile per l'informazione del pubblico e per le azioni di formazione e che questa documentazione mette in evidenza problemi finora poco noti. Basandosi sul materiale raccolto, è stato possibile produrre un cortometraggio che può essere usato per dibattiti e azioni di formazione (28). È disponibile un manuale per gli animatori (29). La pellicola esiste in versione francese, ma sono previste altre versioni linguistiche. I buoni risultati di questo tentativo consentono di prevedere l'esecuzione dell'indagine nel 1981 (30).

    50. All'inizio del 1981 è stato eseguito in tre paesi membri un sondaggio d'opinione per sapere in che modo le persone sane identifichino i minorati e quale sia il loro atteggiamento nei confronti di questi ultimi e della loro integrazione sociale. I dati raccolti sono ancora in corso di elaborazione (31).

    51. L'apertura di un dialogo regolare fra le associazioni di minorati e i servizi della Commissione ha subito un ritardo a causa della mancanza di strutture rappresentative a livello europeo. Di recente questa situazione si è modificata: a) È stato creato nel 1979 un raggruppamento di associazioni di minorati (Action européenne des handicapés - Lussemburgo). Esso rappresenta attualmente diversi milioni di persone di vari paesi.

    b) Molte associazioni internazionali hanno istituito organi di contatto a livello europeo. A questo proposito bisogna citare la commissione creata dalla Lingue Internationale des Associations d'Aide aux Handicapés Mentaux e il Comitato della Fédération Internationale des Aveugles ; è prevista un'iniziativa di simile natura da parte della Fédération Mondiale des Sourds.

    c) Fin dal 1979 si svolgono riunioni per lo scambio d'informazioni, riunioni che tendono ad assumere un certo ritmo regolare ed a cui partecipano osservatori di «Rehabilitation International», della «Fédération Mondiale des Anciens Combattants» e del Comitato delle Organizzazioni Familiari presso le Comunità europee ; nel corso delle ultime riunioni sono state elaborate azioni comuni, quali gli incontri citati nei paragrafi 26 e 27.

    52. La Commissione utilizza l'aiuto offerto dalle associazioni per una comprensione più profonda delle esigenze.

    Nel 1980 ha affidato all'associazione (belga) dei genitori di bambini psicotici il compito di descrivere, con la collaborazione delle associazioni di altri paesi, le difficoltà incontrate dai genitori e definire le relative esigenze (32). I necessari contatti sono stati presi nel corso del congresso «Autism Europe 1980» tenutosi a Gand dal 20 al 22 giugno 1980 ed hanno determinato l'elaborazione di una relazione che tratta della formazione e dell'informazione dei genitori, delle istituzioni che possono rispondere alle esigenze dei bambini, dell'assistenza necessaria per gli affetti da autismo. Le associazioni interessate hanno previsto di incontrarsi nuovamente a Parigi nel 1983 studiando nel frattempo il problema di uno status giuridico del minorato mentale adulto e la sua tutela.

    Un secondo esempio è costituito dai non vedenti : il 25 e il 26 maggio il Comitato europeo della Federazione internazionale dei non vedenti ha tenuto a Lussemburgo una riunione di studio con la collaborazione e la partecipazione della Commissione.

    53. Resta la diffusione delle informazioni. La Commissione è cosciente del fatto che al giorno d'oggi non viene soddisfatta un'ampia richiesta d'informazioni, richiesta che aumenta continuamente. È in corso una riflessione sulle eventuali iniziative da adottare.

    L'aiuto alle autorità locali

    54. La Commissione ritiene che, in molti casi, la mancanza di provvedimenti concreti per quanto riguarda l'alloggio, i mezzi di trasporto, la facilità di accesso, ecc., sia imputabile alla difficoltà di elaborare una politica efficace e di prevèderne i costi. A questo proposito sarebbe importante invitare le autorità locali che hanno già preso iniziative in questo settore a raffrontare e illustrare la loro esperienza. In quest'ottica la Commissione prepara una conferenza europea sulle «politiche dell'ambiente e dell'integrazione sociale, nell'esperienza delle autorità locali», che potrebbe aver luogo alla fine del 1982. Nel corso della riunione del 15 gennaio 1980 citata precedentemente le associazioni hanno accettato di collaborare al progetto.

    PER LA CONTINUAZIONE DEL TESTO VEDI SOTTO NUMERO: 381Y1231(08).1

    55. Per risultare efficace, questa conferenza richiede una notevole preparazione: - una preparazione tecnica specifica, intrapresa fin da ora nel settore dell'alloggio (tramite le azioni illustrate nel paragrafo 26) e nel settore dei trasporti collettivi in zona urbana (settore nel quale uno studio critico dei migliori esperimenti europei è stato iniziato di recente (33);

    - una preparazione politica : occorre associare all'azione comunitaria a favore dei minorati nuovi partner, cioè il Consiglio dei comuni d'Europa e l'Unione internazionale delle autorità locali. Sono stati presi dei contatti nell'ambito della preparazione delle giornate di studio «Minorati - mobilità e alloggio». D'altra parte la Commissione ha interessato al problema la Conferenza tecnologica permanente delle autorità locali europee (34), nel corso della seconda assemblea annuale di questa organizzazione (Londra, 6-8 ottobre 1980).

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