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Documento 61995CJ0189

Sentenza della Corte del 23 ottobre 1997.
Procedimento penale a carico di Harry Franzén.
Domanda di pronuncia pregiudiziale: Landskrona tingsrätt - Svezia.
Artt. 30 e 37 del Trattato CE - Monopolio di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche.
Causa C-189/95.

Raccolta della Giurisprudenza 1997 I-05909

Identificatore ECLI: ECLI:EU:C:1997:504

61995J0189

Sentenza della Corte del 23 ottobre 1997. - Procedimento penale a carico di Harry Franzén. - Domanda di pronuncia pregiudiziale: Landskrona Tingsrätt - Svezia. - Artt. 30 e 37 del Trattato CE - Monopolio di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche. - Causa C-189/95.

raccolta della giurisprudenza 1997 pagina I-05909


Massima
Parti
Motivazione della sentenza
Decisione relativa alle spese
Dispositivo

Parole chiave


1 Monopoli nazionali a carattere commerciale - Art. 37 del Trattato - Oggetto - Conciliazione delle esigenze del mercato comune con l'interesse degli Stati membri di mantenere taluni monopoli a carattere commerciale - Obbligo di riordinare i monopoli in maniera tale da escludere ogni discriminazione fra i cittadini degli Stati membri per quanto riguarda le condizioni relative all'approvvigionamento e agli sbocchi

(Trattato CE, art. 37)

2 Monopoli nazionali a carattere commerciale - Art. 37 del Trattato - Monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche - Monopolio caratterizzato da criteri e metodi di selezione dei prodotti, da una rete di vendita al dettaglio e da modalità di promozione dei prodotti non discriminatori o non tali da svantaggiare, in fatto o in diritto, le bevande importate dagli altri Stati membri - Ammissibilità

(Trattato CE, art. 37)

3 Libera circolazione delle merci - Restrizioni quantitative - Misure di effetto equivalente - Importazione di bevande alcoliche riservata ai titolari di un'autorizzazione alla fabbricazione o al commercio all'ingrosso - Ostacolo all'importazione di bevande alcoliche provenienti dagli altri Stati membri - Giustificazione - Tutela della sanità pubblica - Insussistenza

(Trattato CE, artt. 30 e 36)

Massima


4 L'art. 37 del Trattato ha lo scopo di conciliare la possibilità, per gli Stati membri, di mantenere taluni monopoli di carattere commerciale, in quanto strumenti per il perseguimento di obiettivi di interesse pubblico, con le esigenze dell'instaurazione e del funzionamento del mercato comune. Esso mira ad eliminare gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, ad eccezione tuttavia degli effetti restrittivi sugli scambi che sono inerenti all'esistenza dei monopoli di cui trattasi.

Così, tale articolo impone che l'organizzazione ed il funzionamento del monopolio siano riordinati in modo da escludere qualsiasi discriminazione tra i cittadini degli Stati membri per quanto riguarda le condizioni relative all'approvvigionamento e agli sbocchi, di guisa che lo scambio di merci in provenienza dagli altri Stati membri non sia svantaggiato, né in diritto né in fatto, rispetto a quello delle merci nazionali e la concorrenza tra le economie degli Stati membri non sia falsata.

5 L'art. 37 del Trattato non osta a disposizioni nazionali relative all'organizzazione di un monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche come i criteri o metodi di selezione dei prodotti da parte del monopolio, le disposizioni relative all'installazione dei punti di vendita al dettaglio o alla promozione dei prodotti venduti dal monopolio, qualora tali disposizioni non siano né discriminatorie né tali da svantaggiare, in fatto o in diritto, le bevande importate dagli altri Stati membri.

6 Gli artt. 30 e 36 del Trattato ostano a disposizioni nazionali che riservino l'importazione di bevande alcoliche agli operatori titolari di un'autorizzazione alla fabbricazione o al commercio all'ingrosso qualora, in primo luogo, il regime di autorizzazione costituisca un ostacolo all'importazione di bevande alcoliche provenienti dagli altri Stati membri in quanto espone le dette bevande a costi supplementari, quali costi di intermediazione, costi connessi all'ammortamento dei diritti e delle tasse richiesti per la concessione di una licenza, o connessi all'obbligo di disporre di capacità di magazzinaggio sul territorio nazionale, e qualora, in secondo luogo, non sia dimostrato che il regime di licenze istituito dalle dette disposizioni nazionali, in particolare per quanto concerne le condizioni relative alle capacità di magazzinaggio e ai diritti e tasse, di ammontare elevato, imposti ai titolari di licenze, è proporzionato all'obiettivo di tutela della salute perseguito né che tale obiettivo non potesse essere conseguito mediante misure meno restrittive per gli scambi intracomunitari.

Parti


Nel procedimento C-189/95,

avente ad oggetto la domanda di pronuncia pregiudiziale proposta alla Corte, a norma dell'art. 177 del Trattato CE, dal Tingsrätt di Landskrona (Svezia), nel procedimento penale dinanzi ad esso pendente a carico di

Harry Franzén,

domanda vertente sull'interpretazione degli artt. 30 e 37 del Trattato CE,

LA CORTE,

composta dai signori G.C. Rodríguez Iglesias, presidente, C. Gulmann, H. Ragnemalm, M. Wathelet, presidenti di sezione, G. F. Mancini, J.C. Moitinho de Almeida, P.J.G. Kapteyn, J.L. Murray, D.A.O. Edward, J.-P. Puissochet (relatore), G. Hirsch, P. Jann e L. Sevón, giudici,

avvocato generale: M.B. Elmer

cancelliere: H. von Holstein, cancelliere aggiunto

viste le osservazioni scritte presentate:

- per il signor Franzén, dagli avv.ti Per Löfqvist, Lennart Lindström e Carl Michael von Quitzow, del foro di Stoccolma;

- per il governo svedese, dalla signora Lotty Nordling, rättschef presso il dipartimento del commercio estero del ministero degli Affari esteri, in qualità di agente;

- per il governo francese, dalla signora Catherine de Salins, vice direttore presso la direzione degli affari giuridici del ministero degli Affari esteri, e dal signor Jean-Marc Belorgey, chargé de mission presso lo stesso ministero, in qualità di agenti;

- per il governo finlandese, dal signor Esa Paasivirta, consigliere giuridico presso il ministero degli Affari esteri, in qualità di agente;

- per il governo norvegese, dal signor Didrik Tønseth, advokat presso il ministero degli Affari esteri, in qualità di agente;

- per la Commissione delle Comunità europee, dai signori Richard Wainwright, consigliere giuridico principale, e Jean-Francis Pasquier, funzionario nazionale distaccato presso il servizio giuridico, in qualità di agenti;

vista la relazione d'udienza,

sentite le osservazioni orali del signor Franzén, con gli avv.ti Per Löfqvist, Lennart Lindström e Carl Michael von Quitzow, del governo svedese, rappresentato dalla signora Lotty Nordling e dal signor Erik Brattgård, departmentsråd presso il dipartimento del commercio estero del ministero degli Affari esteri, in qualità di agente, del governo finlandese, rappresentato dai signori Holger Rotkirch, ambasciatore, capo del servizio degli affari giuridici del ministero degli Affari esteri, Esa Paasivirta e dalla signora Tuula Pynnä, consigliere giuridico presso il ministero degli Affari esteri, in qualità di agenti, del governo norvegese, rappresentato dal signor Didrik Tønseth, e della Commissione, rappresentata dal signor Knut Simonsson, membro del servizio giuridico, in qualità di agente, assistito dal signor Jean-Francis Pasquier, all'udienza del 19 novembre 1996,

sentite le conclusioni dell'avvocato generale, presentate all'udienza del 4 marzo 1997,

ha pronunciato la seguente

Sentenza

Motivazione della sentenza


1 Con sentenza 14 giugno 1995, pervenuta in cancelleria il 16 dello stesso mese, il Tingsrätt di Landskrona ha proposto a questa Corte, ai sensi dell'art. 177 del Trattato CE, tre questioni pregiudiziali relative all'interpretazione degli artt. 30 e 37 del Trattato stesso.

2 Le dette questioni sono state sollevate nell'ambito del procedimento penale avviato contro il signor Franzén per infrazione all'alkohollag 16 dicembre 1994, n. 1738 (legge svedese sull'alcol, in prosieguo: la «legge sull'alcol»).

La legge sull'alcol

3 La legge sull'alcol, che è entrata in vigore il 1_ gennaio 1995, disciplina la produzione ed il commercio delle bevande alcoliche in Svezia. Essa mira a limitare il consumo di tali bevande, in particolare di quelle ad elevata gradazione alcolica, al fine di ridurre le conseguenze nocive di tale consumo sulla salute delle persone.

4 Ai sensi della legge, per «bevande alcoliche» si intendono le bevande aventi un grado alcolico in volume superiore al 2,25%. Esse comprendono il «vino» (bevanda di fermentazione a base di uva o di altra frutta con una gradazione alcolica inferiore al 22% in volume), la «birra» (bevanda di fermentazione a base di malto con tenore alcolico compreso tra il 2,25% e il 3,5% in volume), la «birra forte» (bevanda di fermentazione a base di malto con tenore alcolico superiore al 3,5% in volume) e le bevande «spiritose» (bevande alcoliche diverse dal vino, dalla birra o dalla birra forte).

5 La legge sull'alcol subordina la produzione delle bevande alcoliche al possesso di una «licenza di fabbricazione» ed il commercio all'ingrosso delle bevande spiritose, del vino e della birra forte al possesso di una «licenza di commercio all'ingrosso». Essa consente tuttavia ai titolari di licenze di fabbricazione di dedicarsi al commercio all'ingrosso dei prodotti corrispondenti.

6 La legge subordina pure l'importazione in Svezia di vino, di birra forte o di bevande spiritose al possesso di una licenza di fabbricazione o di commercio all'ingrosso.

7 La licenza è rilasciata dall'Alkoholinspektion (Servizio ispettivo degli alcolici) sulla base di una domanda accompagnata dai documenti giustificativi determinati da un regolamento di tale Servizio ispettivo. Nel regolamento è precisato che, per i richiedenti stranieri, si deve tener conto dei documenti che questi ultimi possono ragionevolmente ottenere dalle rispettive autorità nazionali.

8 La presentazione di una domanda è soggetta al pagamento di un diritto fisso, il cui importo ammontava a 25 000 SKR all'epoca dei fatti di causa. Secondo il signor Franzén, che non è stato smentito al riguardo, tale diritto non viene rimborsato se la domanda di licenza è respinta.

9 Il Servizio ispettivo degli alcolici deve procedere ad una valutazione obiettiva e non discriminatoria della domanda prendendo in considerazione la situazione personale ed economica del richiedente nonché tutti gli elementi che presentano importanza per la concessione della licenza, come le cognizioni professionali del richiedente, in particolare per quanto riguarda la normativa in materia di commercio dell'alcol in Svezia, o la sua idoneità a osservare le norme della direttiva del Consiglio 25 febbraio 1992, 92/12/CEE, relativa al regime generale, alla detenzione, alla circolazione ed ai controlli dei prodotti soggetti ad accisa (GU L 76, pag. 1). Esso deve altresì accertare la capacità del richiedente di rispettare la legge e di adempiere i suoi obblighi nei confronti dello Stato, in particolare verificando le sue disponibilità finanziarie e le condanne penali da lui eventualmente subite.

10 Il richiedente deve dimostrare di disporre di capacità di magazzinaggio sufficienti per dedicarsi alla propria attività. Il Servizio ispettivo degli alcolici valuta, caso per caso, le idoneità da esigere alla luce della forma e dell'orientamento dell'attività del richiedente. In particolare, una capacità di magazzinaggio non è richiesta nei confronti degli operatori che consegnano direttamente bevande agli acquirenti situati sul territorio nazionale.

11 Il richiedente deve altresì fornire la garanzia, in particolare in forma bancaria, del pagamento dei diritti di accisa che possono essergli imposti, nella sua qualità di depositario o di destinatario della merce, in applicazione della citata direttiva 92/12.

12 Infine, il titolare di una licenza deve versare annualmente una tassa per il controllo dei suoi impianti, le cui aliquote sono fissate dallo Stato. All'epoca dei fatti di causa, l'aliquota base variava tra le 10 000 e le 323 750 SKR a seconda delle bevande e dei quantitativi prodotti o smerciati.

13 In risposta ai quesiti scritti rivoltigli dalla Corte, il governo svedese ha precisato che la legge sull'alcol non imponeva che il richiedente fosse residente in Svezia, come espressamente precisato da una decisione del 5 ottobre 1995. Esso ha confermato questo punto nel corso della trattazione orale.

14 Secondo i dati forniti alla Corte, 223 licenze di fabbricazione o di commercio all'ingrosso erano state rilasciate alla data del 7 ottobre 1996.

15 La legge sull'alcol incarica una società dello Stato, appositamente costituita a tal fine, di provvedere alla vendita al dettaglio del vino, della birra forte e delle bevande spiritose. La società all'uopo designata è la Systembolaget Aktiebolag (in prosieguo: «Systembolaget»), società per azioni interamente in possesso dello Stato svedese.

16 L'attività, la gestione e le modalità di controllo di tale società sono fissate da una convenzione stipulata con lo Stato.

17 La legge sull'alcol subordina, inoltre, la vendita al banco del vino, della birra forte e delle bevande spiritose alla concessione di una «licenza di mescita di bevande».

18 I titolari di licenze di fabbricazione o di commercio all'ingrosso possono vendere bevande solo alla società incaricata di provvedere alla loro vendita al dettaglio, agli altri titolari di licenze di fabbricazione o di commercio all'ingrosso o ai titolari di licenze di mescita di bevande. La società di vendita al dettaglio è a sua volta autorizzata a sollecitare licenze ai fini della vendita all'ingrosso di bevande alcoliche ai titolari di licenze di mescita di bevande.

19 La vendita, con dolo o colpa, di bevande alcoliche senza autorizzazione è soggetta a sanzioni penali.

20 Infine, la lag med vissa bestämmelser om marknadsföring av alkoholdrycker 1978:763 (legge relativa a talune misure in materia di smercio delle bevande alcoliche), senza proibire in maniera generalizzata la pubblicità a favore delle bevande alcoliche, vieta le iniziative che incentivano il consumo di tali bevande, come le azioni promozionali insistenti o invadenti e la vendita porta a porta, nonché i messaggi pubblicitari alla radio, alla televisione, sui quotidiani e sui periodici. La promozione delle bevande alcoliche è tuttavia autorizzata negli scritti messi a disposizione del pubblico nei punti di vendita, in particolare quelli di Systembolaget, e sui mezzi di trasporto che fruiscono di un'autorizzazione a servire alcolici. La legge non vieta neppure la menzione delle bevande alcoliche negli articoli di stampa, in particolare nelle rubriche relative al vino e agli alcolici che figurano nei quotidiani o nei periodici.

Le norme di funzionamento di Systembolaget

21 La convenzione stipulata tra Systembolaget e lo Stato svedese, entrata in vigore il 1_ gennaio 1995, prevede in particolare che tale società debba:

- esercitare la propria attività in modo tale da prevenire quanto più possibile gli effetti dannosi derivanti, sul piano pubblico, sociale e sanitario, dal consumo di alcol;

- selezionare le bevande da essa smerciate sulla base delle loro qualità, dei loro effetti dannosi sulla salute umana, della domanda dei consumatori o di considerazioni di ordine commerciale o etico;

- comunicare per iscritto ad ogni fornitore i motivi per i quali essa decide di non smerciare, o di non smerciare più, un prodotto e informare il fornitore stesso dei gravami che gli sono consentiti;

- adottare misure di commercializzazione e di informazione imparziali e indipendenti dall'origine delle bevande;

- adoperarsi per far conoscere ai consumatori le nuove bevande da essa smerciate tenendo conto, nel contempo, delle restrizioni figuranti nella legge sull'alcol;

- fissare il suo margine di utile secondo criteri obiettivi e indipendenti dall'origine delle bevande;

- esercitare la propria attività in maniera razionale, garantire un servizio di qualità e fissare i prezzi in maniera tale da coprire le spese, da garantire allo Stato un equo rendimento del suo capitale e da evitare un inutile rincaro delle bevande;

- creare o chiudere i suoi punti di vendita in funzione delle esigenze della sua gestione, dei servizi da rendere e della politica in materia di alcol, permettendo a ciascun comune di poter disporre di un punto di vendita, se esso ne fa domanda, e vegliando a che, nelle località prive di punti di vendita, la vendita possa avvenire per corrispondenza su semplice richiesta e a spese di Systembolaget;

- fissare le ore di apertura dei punti di vendita conformemente alle direttive del Parlamento svedese.

22 Secondo i dati figuranti agli atti, Systembolaget dispone di 384 «negozi» ripartiti su tutto il territorio svedese. Inoltre, i prodotti venduti da Systembolaget possono essere ordinati e consegnati in circa 550 punti di vendita in zone rurali (negozi di alimentari, punti di vendita di giornali o di tabacchi, stazioni di servizio...) o nell'ambito di 56 linee di autocorriere e di 45 itinerari di consegna della posta in zone rurali.

23 In forza dei regolamenti interni all'impresa, le bevande smerciate da Systembolaget (2 454 prodotti nell'ottobre 1995) sono ripartite in «assortimenti». L'assortimento cosiddetto «di base» comprende bevande rientranti nei livelli di prezzo inferiori o medi, disponibili per tutto l'anno in tutti i punti di vendita (1 288 prodotti nell'ottobre 1995). L'assortimento cosiddetto «temporaneo» comprende bevande disponibili in maniera limitata, in particolare solo durante parte dell'anno, come vini d'annata, bevande di stagione (930 prodotti nell'ottobre 1995). L'assortimento cosiddetto «di prova» comprende bevande proposte, a titolo di prova, in taluni «negozi», in vista di una loro iscrizione nell'assortimento «di base» (236 prodotti nell'ottobre 1995). L'assortimento cosiddetto «su ordine specifico» comprende i prodotti di cui Systembolaget non detiene scorte ma che possono essere ottenuti su ordine specifico. Systembolaget procede, inoltre, ad importazioni di bevande su richiesta e a spese dei suoi clienti (importazioni cosiddette «private»).

24 Le bevande dei primi tre assortimenti figurano su un listino di prezzi generale, pubblicato più volte all'anno, disponibile nei «negozi» e nei punti di vendita di Systembolaget o su abbonamento. I prodotti disponibili «su ordine specifico» figurano su un listino speciale, disponibile a richiesta nei «negozi». I nuovi prodotti smerciati da Systembolaget formano oggetto di una presentazione sistematica nella rivista mensile d'informazione edita dal monopolio, che è disponibile nei «negozi» e punti di vendita di quest'ultimo e che si rivolge agli abbonati e ai ristoranti, nonché presso giornalisti della stampa e della radio- televisione specializzati nella critica in materia di vini e di alcolici. Essi sono inoltre esposti nelle vetrine dei «negozi» del monopolio.

25 Systembolaget elabora un piano di acquisti annuale dei suoi prodotti che viene aggiornato ogni trimestre. La società invita i titolari di licenze di fabbricazione e di commercio all'ingrosso a presentare offerte. Queste ultime formano oggetto di una prima selezione ad opera dei suoi servizi sulla base di criteri economici o commerciali, come la competitività del prezzo del prodotto o i suoi precedenti commerciali, poi di una prova di degustazione «alla cieca». I prodotti selezionati sono iscritti nell'assortimento «di base» o nell'assortimento «temporaneo». I prodotti non selezionati possono essere iscritti, su richiesta del fornitore, nell'assortimento «di prova» previa selezione sulla base di una nuova prova di degustazione effettuata da un gruppo di consumatori. Le bevande sono, in linea di principio, mantenute nell'assortimento «di base» solo se le loro vendite raggiungono livelli quantitativi e quote di mercato predeterminati.

26 Dai documenti agli atti risulta che Systembolaget ha smerciato, dal gennaio al settembre 1995, 185,2 milioni di litri di bevande alcoliche (il 45,2% in provenienza dalla Svezia e il 41,8% in provenienza dagli altri Stati membri) e, dal gennaio al settembre 1996, 176,9 milioni di litri di bevande alcoliche (il 45,1% in provenienza dalla Svezia e il 40,6% in provenienza dagli altri Stati membri). Durante i primi otto mesi del 1996, Systembolaget ha ricevuto 12 576 offerte, di cui 10 711 in provenienza dagli Stati membri della Comunità (227 dalla Svezia e 10 484 dagli altri Stati membri), ne ha esaminate 7 417, di cui 6 325 provenienti dalla Comunità (149 dalla Svezia e 6 176 dagli altri Stati membri), e ne ha accolte 908, di cui 704 provenienti dalla Comunità (85 dalla Svezia e 619 dagli altri Stati membri).

I fatti della causa principale e il procedimento dinanzi al giudice nazionale

27 Il signor Franzén è penalmente perseguito dinanzi al Tingsrätt di Landskrona, in particolare, per aver venduto, il 1_ gennaio 1995, dolosamente e senza autorizzazione, vino acquistato presso Systembolaget o importato dalla Danimarca.

28 Dinanzi a tale giudice egli ha sostenuto che non poteva essergli imputato alcun reato in quanto la legge sull'alcol era contraria agli artt. 30 e 37 del Trattato.

29 Nutrendo dubbi in ordine alla risposta da dare a tale argomento, il Tingsrätt di Landskrona ha deciso di sospendere il procedimento e di sottoporre alla Corte di giustizia le seguenti questioni pregiudiziali:

«1) Se un monopolio legale come quello riservato a Systembolaget sia compatibile con l'art. 30 del Trattato di Roma.

2) Se un monopolio legale come quello riservato a Systembolaget contrasti con l'art. 37 del Trattato di Roma e, in caso di soluzione affermativa, se possa essere riordinato.

3) Qualora un monopolio come quello riservato a Systembolaget dovesse considerarsi incompatibile con l'art. 37, se vi sia un periodo transitorio oppure se, alla data del 1_ gennaio 1995, il monopolio avrebbe già dovuto essere soppresso o riordinato».

Sulle prime due questioni pregiudiziali

30 Con le sue prime due questioni, il giudice nazionale chiede in che misura gli artt. 30 e 37 del Trattato ostino a disposizioni nazionali relative all'organizzazione di un monopolio nazionale del commercio al dettaglio delle bevande alcoliche, come quelle menzionate nell'ordinanza di rinvio.

31 Tali questioni, se inducono la Corte di giustizia ad interrogarsi sulle norme giuridiche applicabili al monopolio controverso nella causa principale, non riguardano il problema se, in casi specifici, il comportamento delle autorità responsabili della gestione del monopolio presenti eventualmente un carattere discriminatorio, in particolare nei confronti dei fornitori degli altri Stati membri.

32 Il signor Franzén sostiene che gli artt. 30 e 37 del Trattato ostano alle disposizioni controverse. A suo parere, l'organizzazione di un monopolio di vendita al dettaglio, come quello attualmente in vigore in Svezia, ostacola, sotto parecchi profili, l'importazione delle bevande alcoliche in Svezia e permette a Systembolaget di favorire lo smercio dei prodotti nazionali. Egli fa valere, al riguardo, che le bevande alcoliche prodotte in altri Stati membri possono essere vendute in Svezia solo se sono importate da un titolare di licenza di fabbricazione o di commercio all'ingrosso e se sono selezionate sulla base dei criteri restrittivi e arbitrari fissati da Systembolaget. L'interessato aggiunge che tali bevande possono essere smerciate solo attraverso una rete di vendita ristretta e che non possono formare oggetto di alcuna promozione oltre a quella effettuata da Systembolaget. Il signor Franzén sostiene altresì che la normativa applicabile al monopolio non è una normativa che limiti o vieti talune modalità di vendita, ai sensi delle sentenze 24 novembre 1993, cause riunite C-267/91 e C-268/91, Keck e Mithouard (Racc. pag. I-6097), e 29 giugno 1995, causa C-391/92, Commissione/Grecia (Racc. pag. I-1621), in particolare in quanto essa riguarda l'attività di un'impresa che non è soggetta ad alcuna forma di concorrenza, e non l'attività di imprese soggette al gioco della concorrenza.

33 I governi francese, finlandese, svedese e norvegese nonché la Commissione ritengono che né l'art. 30 né l'art. 37 del Trattato ostino a disposizioni nazionali come quelle menzionate dal giudice a quo. Essi fanno valere, in primo luogo, che l'art. 37 non esige l'abolizione dei monopoli di vendita al dettaglio, ma esige semplicemente il loro riordinamento di modo che essi non comportino norme discriminatorie a seconda dell'origine dei prodotti o a seconda della cittadinanza degli operatori. A loro parere, il monopolio di cui trattasi nella causa principale risponde a tali condizioni. Essi ritengono, in secondo luogo, che le norme applicabili a tale monopolio non ostacolino direttamente o indirettamente il commercio intracomunitario. A loro avviso, infatti, norme di tal genere limitano o vietano talune modalità di vendita e pregiudicano lo smercio dei prodotti nazionali e dei prodotti importati allo stesso modo.

34 Come risulta dalla motivazione dell'ordinanza di rinvio e dalle osservazioni presentate alla Corte di giustizia, le questioni del giudice nazionale riguardano non soltanto le disposizioni nazionali relative all'esistenza ed al funzionamento del monopolio, ma anche, più in generale, le disposizioni che, pur non disciplinando il funzionamento del monopolio, influiscono tuttavia direttamente su quest'ultimo, come avviene per le norme relative alle licenze di fabbricazione e di commercio all'ingrosso.

35 Tenendo conto della giurisprudenza della Corte, occorre esaminare le norme relative all'esistenza ed al funzionamento del monopolio alla luce delle disposizioni dell'art. 37 del Trattato, specificamente applicabili all'esercizio, da parte di un monopolio nazionale di natura commerciale, dei suoi diritti di esclusiva (sentenze 17 febbraio 1976, causa 91/75, Miritz, Racc. pag. 217, punto 5; 20 febbraio 1979, causa 120/78, Rewe-Zentral, cosiddetta «Cassis de Dijon», Racc. pag. 649, punto 7, e 13 marzo 1979, causa 91/78, Hansen, Racc. pag. 935, punti 9 e 10).

36 Invece, l'incidenza sugli scambi intracomunitari delle altre disposizioni della legge nazionale, che sono scindibili dal funzionamento del monopolio pur avendo un'incidenza su quest'ultimo, dev'essere esaminata alla luce dell'art. 30 del Trattato (v. in questo senso, sentenze Miritz, citata, punto 5, «Cassis de Dijon», citata, punto 7, e 13 marzo 1979, causa 86/78, Peureux, Racc. pag. 897, punto 35).

Per quanto riguarda le norme relative all'esistenza ed al funzionamento del monopolio

37 Tanto dal testo dell'art. 37 quanto dalla sua collocazione nel sistema del Trattato, si desume che questo articolo mira a garantire l'osservanza del principio fondamentale della libera circolazione delle merci in tutto il mercato comune, in particolare mediante l'abolizione delle restrizioni quantitative e delle misure di effetto equivalente negli scambi fra gli Stati membri, ed a mantenere in tal modo normali condizioni di concorrenza fra le economie dei vari Stati membri qualora, nell'uno o nell'altro di detti Stati, un determinato prodotto sia soggetto ad un monopolio nazionale di carattere commerciale (sentenze 3 febbraio 1976, causa 59/75, Manghera e a., Racc. pag. 91, punto 9; Hansen, citata, punto 8; 7 giugno 1983, causa 78/82, Commissione/Italia, Racc. pag. 1955, punto 11; 13 dicembre 1990, causa C-347/88, Commissione/Grecia, Racc. pag. I-4747, punto 42, e 14 dicembre 1995, causa C-387/93, Banchero, Racc. pag. I-4663, punto 27, in prosieguo: la «sentenza Banchero II»).

38 La Corte ha tuttavia ripetutamente precisato che tale articolo non imponeva l'abolizione assoluta dei monopoli nazionali che presentano carattere commerciale, ma disponeva il loro riordino in modo da escludere qualsiasi discriminazione fra i cittadini degli Stati membri per quanto riguarda le condizioni relative all'approvvigionamento e allo smercio (citate sentenze Manghera e a., punto 5; Hansen, punto 8; Commissione/Italia, punto 11, e Banchero II, punto 27).

39 L'art. 37 del Trattato ha infatti lo scopo di conciliare la possibilità, per gli Stati membri, di mantenere taluni monopoli di carattere commerciale, in quanto strumenti per il perseguimento di obiettivi di interesse pubblico, con le esigenze dell'instaurazione e del funzionamento del mercato comune. Esso mira ad eliminare gli ostacoli alla libera circolazione delle merci, ad eccezione tuttavia degli effetti restrittivi sugli scambi che sono inerenti all'esistenza dei monopoli di cui trattasi.

40 Così, l'art. 37 impone che l'organizzazione ed il funzionamento del monopolio siano riordinati in modo da escludere qualsiasi discriminazione tra i cittadini degli Stati membri per quanto riguarda le condizioni relative all'approvvigionamento e agli sbocchi, di guisa che lo scambio di merci in provenienza dagli altri Stati membri non sia svantaggiato, né in diritto né in fatto, rispetto a quello delle merci nazionali e la concorrenza tra le economie degli Stati membri non sia falsata (v., in questo senso, la citata sentenza Commissione/Italia, punto 11).

41 Nella fattispecie, è pacifico che, mirando alla tutela della salute contro i danni provocati dall'alcol, un monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche, come quello attribuito a Systembolaget, persegue un obiettivo di interesse pubblico.

42 Occorre allora verificare se un monopolio di questo tipo sia riordinato in modo tale da rispondere alle condizioni ricordate ai precedenti punti 39 e 40.

Il sistema di selezione dei prodotti da parte del monopolio

43 Il signor Franzén sostiene che le bevande sono selezionate e mantenute negli assortimenti di Systembolaget in forza di criteri non soltanto restrittivi, ma anche arbitrari e privi di possibilità di controllo.

44 Al riguardo, si deve innanzi tutto rilevare che la convenzione stipulata tra lo Stato e Systembolaget impone a quest'ultima di selezionare i prodotti da essa smerciati sulla base delle loro qualità, della mancanza di effetti negativi da parte loro sulla salute delle persone, della domanda dei consumatori o di considerazioni di ordine commerciale o etico, vale a dire sulla base di criteri indipendenti dall'origine dei prodotti.

45 Occorre poi esaminare se i criteri e i metodi di selezione di Systembolaget siano discriminatori o tali da svantaggiare i prodotti importati.

46 Su questo punto, risulta, in primo luogo, dagli elementi portati a conoscenza della Corte che il piano di acquisti seguito dal monopolio per emettere i suoi inviti a presentare offerte è fondato sul prevedibile andamento della domanda dei consumatori. Le organizzazioni di produttori, di importatori e di consumatori sono d'altronde consultate a tal fine in occasione della sua elaborazione.

47 In secondo luogo, gli inviti a presentare offerte emessi da Systembolaget riguardano tutti i titolari di licenze di produzione o di commercio all'ingrosso e vertono su tutti i tipi di bevande, indipendentemente dalla loro origine.

48 In terzo luogo, le offerte sono selezionate da Systembolaget sulla base di criteri puramente commerciali (competitività del prezzo del prodotto, precedenti commerciali...) o qualitativi (prova di degustazione alla cieca), che non sono di natura tale da avvantaggiare i prodotti nazionali.

49 Vero è che le bevande selezionate sono mantenute nell'assortimento «di base» di Systembolaget solo se le loro vendite superano un certo volume e una certa quota di mercato. Tuttavia, tale condizione, se può avere come conseguenza quella di svantaggiare i piccoli produttori, non è, di per sé, tale da favorire direttamente o indirettamente i prodotti nazionali. In ogni caso, essa appare giustificata tanto alla luce della libertà di scelta di cui dispone il monopolio nella sua politica commerciale, quanto dalle esigenze inerenti alla gestione di quest'ultimo. Infatti, essa è diretta a garantire la fornitura di un ampio numero di bevande alcoliche, per un determinato periodo, in tutti i punti di vendita del monopolio, entro limiti compatibili con una gestione redditizia di quest'ultimo. Inoltre, essa non riguarda i prodotti i cui quantitativi sono, per loro natura, limitati, come le bevande d'annata o di stagione, che sono iscritti nell'assortimento «temporaneo».

50 In quarto luogo, gli operatori dispongono di altre possibilità per far smerciare i loro prodotti dal monopolio. Così, quelli le cui offerte non sono state selezionate da Systembolaget possono chiedere che i loro prodotti formino oggetto di un secondo test qualitativo presso un gruppo di consumatori e, se del caso, di una vendita da parte del monopolio, a titolo di prova, per un periodo determinato. I prodotti non accettati da Systembolaget e che soddisfano i requisiti obiettivi fissati dal punto 4 della convenzione stipulata tra lo Stato e Systembolaget possono essere iscritti nell'assortimento «su ordine specifico» e venduti su richiesta del cliente. Infine, Systembolaget è tenuta ad importare qualsiasi bevanda alcolica su richiesta e a spese del consumatore.

51 In quinto luogo, gli operatori hanno il diritto di farsi comunicare i motivi delle decisioni prese dal monopolio per quanto riguarda la selezione delle bevande e il loro mantenimento nell'assortimento «di base», e possono contestarle dinanzi ad una commissione che dà ogni garanzia di indipendenza.

52 Così, alla luce degli elementi portati a conoscenza della Corte, i criteri o i metodi di selezione di Systembolaget non appaiono né discriminatori né tali da svantaggiare i prodotti importati.

La rete di vendita del monopolio

53 Il signor Franzén fa valere che la rete di vendita di Systembolaget è limitata e non offre tutta la gamma di bevande disponibili, il che restringe ulteriormente le possibilità di vendita.

54 Anche se un monopolio come Systembolaget dispone solo di un numero limitato di «negozi», dalle informazioni fornite alla Corte non risulta però che il numero dei luoghi di vendita sia limitato al punto da compromettere l'approvvigionamento dei consumatori di bevande alcoliche nazionali o importate.

55 Innanzi tutto, Systyembolaget è tenuta, secondo la convenzione da essa stipulata con lo Stato, a creare e a sopprimere i suoi punti di vendita in relazione alle esigenze di gestione, alla domanda dei consumatori e alle necessità della politica in materia di alcolici, e a far sì che ogni comune che lo voglia possa disporre di un punto di vendita e che ogni punto del territorio sia servito almeno tramite consegne.

56 Inoltre, secondo i dati forniti alla Corte, le bevande alcoliche possono essere ordinate e consegnate nei 384 «negozi» del monopolio, nei circa 550 punti di vendita, nonchè nell'ambito di 56 linee di autocorriere e di 45 itinerari di consegna della posta in zone rurali. Inoltre, almeno un «negozio» è presente in 259 dei 288 comuni del paese e Systembolaget prevede che ciascun comune disporrà di almeno un «negozio» nel 1998.

57 Infine, anche supponendo che talune imperfezioni incidano sul funzionamento della rete di vendita al dettaglio di Systembolaget, esse non recherebbero pregiudizio alla vendita delle bevande alcoliche provenienti da altri Stati membri più che a quella delle bevande alcoliche prodotte sul territorio nazionale (v., mutatis mutandis, a proposito dell'art. 30 del Trattato, la citata sentenza Banchero II, punto 40).

La promozione delle bevande alcoliche

58 Il signor Franzén sostiene altresì che il regime di promozione delle bevande alcoliche favorisce lo smercio delle bevande prodotte sul territorio nazionale. Egli fa valere che la promozione delle bevande alcoliche è limitata ad una semplice informazione sui prodotti, del resto differenziata a seconda che si tratti dei prodotti dell'assortimento «di base» o dei prodotti dell'assortimento «su ordine specifico», che ad essa provvede solo il monopolio, al di fuori di ogni controllo da parte dei fornitori, ai quali è inoltre vietato tentare di rivolgersi direttamente ai responsabili dei «negozi».

59 Al riguardo, occorre innanzi tutto rilevare che la limitazione delle possibilità di promozione delle bevande alcoliche presso il pubblico è intrinsecamente connessa all'esistenza di un operatore unico sul mercato della vendita al dettaglio di tali bevande.

60 Inoltre, le norme del monopolio non vietano ai produttori o agli importatori di promuovere i loro prodotti presso il monopolio. Anche se i fornitori non possono effettuare tale promozione direttamente presso i responsabili dei «negozi» del monopolio, è chiaro che tale divieto risponde alla preoccupazione, espressa da taluni fornitori, in particolare presso il Konkurrensverket (Ufficio svedese incaricato delle questioni di concorrenza), che sia garantita una rigorosa uguaglianza nelle condizioni di promozione dei prodotti.

61 Occorre altresì rilevare che la promozione delle bevande alcoliche presso il pubblico è assoggettata, nello Stato membro di cui trattasi, ad una limitazione di portata generale, la cui fondatezza non è messa in dubbio dal giudice nazionale né contestata dal signor Franzén. Tale limitazione si traduce, in particolare, nel divieto della pubblicità alla radio, alla televisione nonché in tutti i giornali o altri periodici, ossia nel divieto dei mezzi tradizionalmente utilizzati dai produttori per la promozione dei loro prodotti presso il pubblico. La pubblicità delle bevande selezionate da Systembolaget è tuttavia autorizzata negli scritti disponibili sui luoghi di vendita. Inoltre, qualsiasi bevanda alcolica può essere menzionata in articoli di stampa.

62 In questo contesto, la convenzione stipulata tra lo Stato svedese e Systembolaget obbliga quest'ultima ad adottare misure di commercializzazione e di pubblicità imparziali e indipendenti dall'origine dei prodotti e ad adoperarsi per far conoscere ai consumatori le nuove bevande tenendo conto, al tempo stesso, delle restrizioni contenute nella legge sull'alcol.

63 Se è vero che la promozione a favore delle bevande alcoliche effettuata dal monopolio avviene, essenzialmente, sotto forma di presentazione dei prodotti, è chiaro che tale modo di promozione risponde semplicemente agli obblighi testé ricordati. Si deve tuttavia rilevare che i nuovi prodotti formano sistematicamente oggetto di una presentazione, vuoi nella rivista mensile diffusa dal monopolio, vuoi presso giornalisti della stampa e della radiotelevisione specializzati nella critica in materia di vini e alcolici, vuoi, infine, nella forma di un'esposizione nei «negozi» del monopolio.

64 Si deve infine rilevare che il modo di promozione adottato dal monopolio si applica indipendentemente dall'origine dei prodotti e non è tale, di per se stesso, da svantaggiare, in diritto o in fatto, le bevande importate dagli altri Stati membri rispetto a quelle prodotte sul territorio nazionale.

65 Se è vero che le bevande dell'assortimento «su ordine specifico» figurano su un listino di prezzi speciale e fornito su richiesta al consumatore, tale disparità di trattamento, indipendente, anch'essa, dall'origine dei prodotti, si giustifica con il fatto che Systembolaget non detiene scorte di tali bevande e che queste ultime non si trovano quindi in una situazione analoga a quella delle bevande figuranti negli altri assortimenti di Systembolaget.

66 Così, alla luce degli elementi di cui dispone la Corte, risulta che un monopolio di vendita al dettaglio, come quello di cui trattasi nella causa principale, risponde ai requisiti di conformità all'art. 37 del Trattato ricordati ai punti 39 e 40 della presente sentenza.

Per quanto riguarda le altre disposizioni della legge nazionale aventi un'incidenza sul funzionamento del monopolio

67 Come si è detto in precedenza, in considerazione degli argomenti dibattuti tanto dinanzi al giudice nazionale quanto dinanzi alla Corte, le questioni pregiudiziali devono essere intese come vertenti, inoltre, sulle disposizioni della legge nazionale che, pur non disciplinando, in senso proprio, il funzionamento del monopolio, hanno tuttavia un'incidenza diretta su quest'ultimo. Tali disposizioni devono essere esaminate alla luce dell'art. 30 del Trattato.

68 Al riguardo, il signor Franzén sostiene che il monopolio può approvvigionarsi solo presso titolari di licenze di fabbricazione o di commercio all'ingrosso, la cui concessione è soggetta a condizioni restrittive, e che un siffatto obbligo intralcia necessariamente l'importazione dei prodotti provenienti dagli altri Stati membri.

69 Secondo la costante giurisprudenza della Corte, ogni normativa commerciale che possa ostacolare direttamente o indirettamente, in atto o in potenza, gli scambi intracomunitari costituisce una misura d'effetto equivalente a restrizioni quantitative (sentenza 11 luglio 1974, causa 8/74, Dassonville, Racc. pag. 837, punto 5).

70 In un sistema nazionale come quello di cui trattasi nella causa principale, le importazioni di bevande alcoliche sono riservate ai titolari di licenze di fabbricazione o di commercio all'ingrosso, vale a dire agli operatori che soddisfano le condizioni restrittive apposte al rilascio di tali licenze. Occorre infatti rilevare che, secondo le indicazioni fornite alla Corte nel corso del procedimento, gli operatori di cui trattasi devono dar prova di garanzie personali ed economiche sufficienti per esercitare le attività di cui trattasi, in particolare di cognizioni professionali, di disponibilità finanziarie e di capacità di magazzinaggio rispondenti alle esigenze dell'attività esercitata. Inoltre, la presentazione di una domanda è subordinata al pagamento di un diritto fisso di ammontare elevato (25 000 SKR), che non è rimborsato se la domanda viene respinta. Infine, la detenzione di una licenza richiede il pagamento di una tassa annuale di controllo, anch'essa di ammontare elevato (tra le 10 000 e le 323 750 SKR per gli importi base a seconda dei tipi di bevande e dei quantitativi prodotti o smerciati).

71 Questo regime di autorizzazione costituisce un ostacolo all'importazione delle bevande alcoliche in provenienza dagli altri Stati membri in quanto esso espone tali bevande a costi supplementari, quali costi di intermediazione, costi connessi all'ammortamento dei diritti e delle tasse richiesti per la concessione di una licenza, o connessi all'obbligo di disporre di capacità di magazzinaggio sul territorio svedese.

72 Occorre rilevare al riguardo che, secondo i dati forniti dallo stesso governo svedese, il numero di licenze rilasciate è poco elevato (223 nell'ottobre 1996) e che tali licenze sono state concesse, nella loro quasi totalità, ad operatori stabiliti in Svezia.

73 Una normativa nazionale come quella controversa è pertanto contraria all'art. 30 del Trattato.

74 Il governo svedese ha tuttavia invocato l'art. 36 del Trattato CE facendo valere che la propria normativa era giustificata da motivi attinenti alla tutela della salute delle persone.

75 Anche se misure contrarie all'art. 30 possono essere giustificate sulla base dell'art. 36 del Trattato, è però necessario, secondo una giurisprudenza costante (sentenze «Cassis de Dijon», citata; 6 luglio 1995, causa C-470/93, Mars, Racc. pag. I-1923, punto 15; 26 giugno 1997, causa C-368/95, Familiapress, Racc. pag. I-3689, punto 19, e 9 luglio 1997, cause riunite C-34/95, C-35/95 e C-36/95, De Agostini e TV-Shop, Racc. pag. I-3843, punto 45), che le disposizioni nazionali controverse siano proporzionate allo scopo perseguito e che quest'ultimo non possa essere conseguito mediante misure meno restrittive per gli scambi intracomunitari.

76 Nella fattispecie, se la tutela della salute delle persone contro i danni provocati dall'alcol, fatta valere dal governo svedese, rientra incontestabilmente nel novero dei motivi che possono giustificare deroghe all'art. 30 del Trattato (v., in questo senso, sentenza 25 luglio 1991, cause riunite C-1/90 e C-176/90, Aragonesa de Publicidad Exterior e Publivía, Racc. pag. I-4151, punto 13), tale governo non ha dimostrato che il regime di licenze istituito dalla legge sull'alcol, in particolare per quanto riguarda le condizioni relative alle capacità di magazzinaggio e ai diritti e tasse, di elevato ammontare, imposti ai titolari di licenze, fosse proporzionato all'obiettivo di tutela della salute perseguito né che tale obiettivo non potesse essere conseguito mediante misure meno restrittive per gli scambi intracomunitari.

77 Pertanto, si deve riconoscere che gli artt. 30 e 36 del Trattato ostano a disposizioni nazionali che riservino l'importazione di bevande alcoliche agli operatori titolari di un'autorizzazione alla fabbricazione o al commercio all'ingrosso, a condizioni come quelle previste dalla normativa svedese.

Per quanto riguarda la violazione dell'art. 52 del Trattato CE e della direttiva in materia di appalti pubblici

78 Il signor Franzén sostiene pure, nelle sue osservazioni, che talune delle disposizioni della legge sull'alcol sono contrarie all'art. 52 del Trattato nonché alle direttive comunitarie in materia di appalti pubblici.

79 Al riguardo, occorre ricordare che, alla luce della ripartizione delle competenze effettuata dall'art. 177 del Trattato nell'ambito del procedimento pregiudiziale, spetta al solo giudice nazionale definire l'oggetto delle questioni che esso intende proporre alla Corte. Questa non può, su domanda di una parte della causa principale, esaminare questioni che non le siano state sottoposte dal giudice nazionale. Se quest'ultimo, in considerazione dell'andamento della controversia, dovesse ritenere necessario ottenere elementi ulteriori di interpretazione del diritto communitario, sarebbe tenuto ad adire nuovamente la Corte (sentenze 3 ottobre 1985, causa 311/84, CBEM, Racc. pag. 3261, punto 10; 9 gennaio 1990, causa C-337/88, SAFA, Racc. pag. I-1, punto 20, e 11 ottobre 1990, causa C-196/89, Nespoli e Crippa, Racc. pag. I-3647, punto 23).

80 Di conseguenza, le due prime questioni devono essere risolte nel senso che l'art. 37 del Trattato non osta a disposizioni nazionali relative all'esistenza ed al funzionamento di un monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche, come quelle menzionate nell'ordinanza di rinvio. Gli artt. 30 e 36 del Trattato ostano, invece, a disposizioni nazionali che riservino l'importazione di bevande alcoliche agli operatori titolari di un'autorizzazione alla fabbricazione o al commercio all'ingrosso, a condizioni come quelle previste dalla normativa svedese.

Sulla terza questione

81 La terza questione è proposta solo per il caso in cui la Corte ritenesse che l'art. 37 osti a disposizioni nazionali relative all'organizzazione di un monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche, come quelle menzionate nell'ordinanza di rinvio.

82 Alla luce della soluzione data alle prime due questioni, non è necessario risolvere la terza.

Decisione relativa alle spese


Sulle spese

83 Le spese sostenute dai governi svedese, francese, finlandese e norvegese, nonché dalla Commissione delle Comunità europee, che hanno presentato osservazioni alla Corte, non possono dar luogo a rifusione. Nei confronti delle parti nella causa principale il presente procedimento costituisce un incidente sollevato dinanzi al giudice nazionale, cui spetta quindi statuire sulle spese.

Dispositivo


Per questi motivi,

LA CORTE,

pronunciandosi sulle questioni sottopostele dal Tingsrätt di Landskrona, con ordinanza 14 giugno 1995, dichiara:

1) L'art. 37 del Trattato CE non osta a disposizioni nazionali relative all'esistenza ed al funzionamento di un monopolio nazionale di vendita al dettaglio delle bevande alcoliche, come quelle menzionate nell'ordinanza di rinvio.

2) Gli artt. 30 e 36 del Trattato CE ostano a disposizioni nazionali che riservino l'importazione di bevande alcoliche agli operatori titolari di un'autorizzazione alla fabbricazione o al commercio all'ingrosso, a condizioni come quelle previste dalla normativa svedese.

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