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Document 92002E003782
WRITTEN QUESTION E-3782/02 by Erik Meijer (GUE/NGL) to the Commission. Combination of parliamentary democracy with the right to decentralised decisions and diversity within a new institutional structure of the EU.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3782/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Democrazia parlamentare e diritto a decisioni decentrate e alla diversità nell'ambito di una nuova struttura istituzionale dell'UE.
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3782/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Democrazia parlamentare e diritto a decisioni decentrate e alla diversità nell'ambito di una nuova struttura istituzionale dell'UE.
GU C 280E del 21.11.2003, p. 27–28
(ES, DA, DE, EL, EN, FR, IT, NL, PT, FI, SV)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3782/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione. Democrazia parlamentare e diritto a decisioni decentrate e alla diversità nell'ambito di una nuova struttura istituzionale dell'UE.
Gazzetta ufficiale n. 280 E del 21/11/2003 pag. 0027 - 0028
INTERROGAZIONE SCRITTA E-3782/02 di Erik Meijer (GUE/NGL) alla Commissione (6 gennaio 2003) Oggetto: Democrazia parlamentare e diritto a decisioni decentrate e alla diversità nell'ambito di una nuova struttura istituzionale dell'UE 1. Conviene la Commissione sulla necessità di caldeggiare, a fronte dello schema predisposto dalla Convenzione sul futuro dell'UE in ordine ad una nuova struttura amministrativa che concentra il potere nelle mani dei governi nazionali congiunti, dei capi di governo e di un presidente da essi designato, un modello di democrazia parlamentare come esiste negli Stati membri con la consueta ripartizione fra la preparazione e l'esecuzione da parte di un Esecutivo contestualmente ad un ampio processo decisionale sui grandi orientamenti ad opera di un parlamento eletto a suffragio universale? 2. Perché ha il Presidente della Commissione, il 5 dicembre 2002, nel suo giustificato tentativo di difendere la democrazia parlamentare da una ricaduta nei precedenti modelli autoritari suscitato l'impressione di collegare questa difesa ad un'ampia centralizzazione ed uniformazione in seno all'UE anziché ad una soluzione comune dei vasti problemi transfrontalieri inerenti alla tutela ambientale, ai diritti umani, ai frontalieri, al traffico stradale e ai paradisi fiscali? 3. Si rende conto il Presidente della Commissione, che suscitando la predetta impressione, rende inutilmente attraente l'alternativa meno democratica di un'Europa dei governi degli Stati per coloro che in tutta l'Europa si battono per il mantenimento di uno spazio decisionale al più basso livello possibile nonché per il diritto alla diversità dei popoli partecipanti? 4. A prescindere dalle sue preferenze ritiene possibile il Presidente della Commissione una nuova struttura istituzionale che conglobi la democrazia parlamentare, la tutela dei parlamenti nazionali e il diritto alla diversità unitamente ad un processo decisionale decentrato in base al principio di sussidiarietà o ad un catalogo di competenze sulla ripartizione dei compiti fra l'UE e gli Stati membri? 5. È la Commissione disposta, contestualmente ai suoi tentativi per far emergere una maggioranza in seno alla Convenzione, ad insistere affinché sia garantito anche a livello dell'UE una normale ripartizione dei compiti fra il Parlamento e l'Esecutivo e non eventuali varianti atte a seminare la zizzania fra la probabile maggioranza che intende difendere il modello della democrazia parlamentare contro forme autoritarie basate su opachi sotterfugi fra i governi nazionali? Risposta data dal sig. Prodi a nome della Commissione (13 marzo 2003) Nella sua comunicazione alla Convenzione europea sull'architettura istituzionale dell'Unione(1), la Commissione ha sottolineato di attribuire grande importanza al metodo comunitario, che si basa sull'equilibrio tra le istituzioni nel corso delle varie fasi del processo decisionale, dalla concezione all'attuazione delle politiche dell'Unione. Essa ritiene che occorra chiarire i ruoli e le responsabilità di ogni istituzione senza sconvolgere l'attuale equilibrio istituzionale. Il 5 dicembre scorso, in occasione della presentazione della comunicazione della Commissione alla Convenzione europea, il Presidente della Commissione ha ribadito la volontà della Commissione di consolidare un'unione dei popoli e degli Stati che sia la prima e vera democrazia sovranazionale. La Commissione ritiene che risulti chiaramente dalle sue proposte alla Convenzione, siano esse contenute nella comunicazione summenzionata o in quella presentata all'inizio dei lavori della Convenzione(2), che essa non mira affatto ad una maggiore centralizzazione ed uniformazione ma che, al contrario, la sfida essenziale per l'Unione è rispondere alle aspettative concrete dei cittadini, pur rispettando la diversità delle identità nazionali, regionali e locali. In quest'ottica, sarà necessario non soltanto introdurre una distinzione più chiara tra le funzioni legislative ed esecutive a livello dell'Unione ed il ruolo di ogni istituzione in queste funzioni ma anche associare maggiormente i Parlamenti nazionali alla gestione degli affari europei. (1) Comunicazione del 4 dicembre 2002 Per l'Unione europea. Pace, libertà, solidarietà, COM(2002) 728 def. (2) Comunicazione del 22 maggio 2002 Un progetto per l'Unione europea, COM(2002) 247 def.